CdL in
INFERMIERISTICA aa 2014-2015
Prof. Guido Cocchi
ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITA’ di BOLOGNA
LEZIONI DI PEDIATRIA- NEONATOLOGIA
CdL in INFERMIERISTICA aa 2014-2015
Prof. Guido Cocchi
CALENDARIO LEZIONI
AULA MAGNA DIP. PATOLOGIA SPERIMENTALE
Via S. Giacomo, 14
1. 1 APRILE MERC. ore 13.00-16.00 2. 8 APRILE MERC. ore 16.00-19.00 3. 15 APRILE MERC. ore 13.00-16.00 4. 24 APRILE VEN. ore 13.00-16.00
5. 29 APRILE MERC. ore 13.00-16.00 6. 6 MAGGIO MERC. ore 13.00-16.00 7. 7 MAGGIO GIOV. ore 16.00-19.00
8. 13 MAGGIO MERC. ore 13.00-16.00
TESTO CONSIGLIATO
PERIODI DELLA VITA UMANA
- a. VITA INTRAUTERINA
– b.
VITA EXTRAUTERINA
1.PRIMA INFANZIA (0-2 aa) P. NEONATALE
PRIMA INFANZIA P. DETTA 2. SECONDA INFANZIA (2-6 aa)
3. TERZA INFANZIA (6aa - PRE-PUBERTA’)
4. PUBERTA’
7 wks
16 wks 22 wks
•
valutare le funzioni respiratoria,
cardiocircolatoria e neurologica
• Assegnare il punteggio di Apgar a 1’ e a 5’
VIRGINIA APGAR. MD
Westfield, 07.06.1909
New York, 07.08.1974
Ostetrica e Anestesista
Sloane Hospital for Women
New York
APGAR score, 1952
The five criteria
( Appearance, Pulse, Grimace, Activity,
Respiration) are used as a mnemoni c learning aid.
Punteggio di APGAR
punteggio 0 1 2
(A) Colorito
cianotico/ acrocianosi diffusamentepallido roseo
(P) FC
assente < 100 bpm > 100 bpm(G) Reatt.
assente debole validaStimoli
(A) Tono
flaccido in flessione movimenti attivi(R) Att.
assente gasping, regolare,Respiratoria
irregolare pianto
Apgar V. Anesth Analg 1953; 32: 260
INDICE DI APGAR
VALUTAZIONE DEL NEONATO IN SALA
PARTO
BUON ADATTAMENTO N.
8
-10
90
-95
%
ADATTAMENTO
4
-7
5
-6
%
NEONATALE PRECARIO
RIANIMAZIONE
<=3
0
,2
-0
,5%
PRIMARIA SALA PARTO
NEJM 2001; 344 (7): 519 -20
Perdiatrics 117(4), 1444 -7, 2006
Al termine
della
valutazione
delle
funzioni
vitali
si passerà
ad
un esame
fisico
completo e
veloce
L’ esame clinico in SP permette anche di :
•
escludere la
presenza di
“evidenti” deformità
e malformazioni
•
valutare la presenza
di L.A. tinto
•
escludere la
presenza di “traumi
da parto”
•
valutare cordone
ombelicale e
placenta e membrane
utilità dei “sondaggi” per valutare:
• Pervietà delle coane
• Pervietà dell’esofago
• Pervietà dell’ano
• Atteggiamento non univoco
• Non indispensabili in assenza di fattori di rischio (es. poliidramnios, altre malformazioni evidenti) e/o clinica suggestiva (dispnea, cianosi,
“schiuma”, etc)
• Se non effettuati di routine mantenere “alto
livello di guardia”
Esame clinico della placenta e del cordone
• L’esame macroscopico della placenta in sala parto può fornire informazioni molto importanti
• La placenta ha una parte materna ed una parte FETALE/NEONATALE
• La sua valutazione dovrebbe far parte dell’es. clinico effettuato dal
neonatologo in sala parto
Esame clinico della placenta
• Forma: discoide
• Dimensioni: ≈ 22 cm Ө
• Spessore : 2 - 2 ,5 cm
> 4 cm diabete, infezione, idrope
< 2 cm IUGR
placenta membranacea
• Peso: circa 470 grammi (1 /6 del PN )
• Presenza di lobi accessori ( placenta succenturiata) sanguinamento
placenta: lato materno
•
Colore:
rosso/marrone scuro
•
Presenza di infarti,
deposizione di fibrina
(
ipertensione, LES,
età avanzata
IUGR )
;
•
Presenza di coaguli
distacchi:
registrarne le
dimensioni rispetto
alla placenta
placenta: lato fetale
•
Colore grigiastro,
traslucido
•
Placenta
circumvallata:
prematurità,
sanguinamento,
•
Presenza di noduli:
amnion nodosum
oligoidramnios
Esame clinico del funicolo (1)
•
inserzione (centrale,
eccentrica, marginale,
velamentosa
rischio
sanguinamento
intrapartum)
•
n
°
funicoli (per
corionicità necessaria
istologia)
•
anastomosi tra vasi
•
n
°
dei vasi
•
trombosi dei vasi:
compromissione fetale
Esame clinico del funicolo (2)
• Lunghezza: 50 - 70 cm
< 40 ipomotilità, malform., anomala presentazione,
rottura funicolo, II fase travaglio prolungata,
distacco, eversione utero;
> 100 giri, nodi, trombosi
• Diametro: 2 , 0 - 2 ,5 cm
sottile postmaturità,
oligoamn., compressione, MEF
• Nodi veri compressione vasi
• aspetto gelatina
• edema m. emolitica, prematurità, preclampsia, diabete, RDS
EQUILIBRIO TERMICO DEL
NEONATO
1.
TERMOGENESI
2
. TERMODISPERSIONE
2.1
GRADIENTE INTERNO
2.2
GRADIENTE ESTERNO
TERMOGENESI
• Effetto secondario dei processi metabolici che avvengono nell’organismo
• Il neonato sfrutta la termogenesi non motoria
• Organo effettore: GRASSO BRUNO
a. sede
b. vascolarizzazione
c. innervazione (norepinefrina)
d. idrolisi dei TG
e. produzione di calore
REAZIONI DEL NEONATO AL FREDDO
A)VASOCOSTRIZIONE CUTANEA:
efficiente sia nel n. a termine che nel pretermine B)REAZIONE DELLA SUPERFICIE CORPOREA:
inefficiente nel n. a termine, assente nel pretermine C)AUMENTO DELLA PRODUZIONE DEL CALORE:
la termogenesi muscolare riflessa (brivido) è assente nel neonato, mentre in condizioni normali è molto
attiva la termogenesi chimica (nel tessuto adiposo
“grasso bruno”)
PRODUZIONE DI CALORE DAL
METABOLISMO LIPIDICO
•
TG →
glicerolo + 3 molecole ac. grassi
•
Dalla metabolizzazione del glicerolo si
produce CALORE
TERMODISPERSIONE
TERMODISPERSIONE
2.1
GRADIENTE INTERNO
2.2
GRADIENTE ESTERNO
IRRADIAMENTO
CONVEZIONE
EVAPORAZIONE
CONDUZIONE
RAFFREDDAMENTO
Adrenalina Vasocostrizione
periferica
Vasocostrizione
polmonare Aumento dell’acidosi
Metabolismo anaerobico Aumento della pressione
arteriosa polmonare
Aumento dello shunt
destro - sinistro Ipossia
Figura 16.4 – Circolo vizioso provocato da raffreddamento nel neonato (da Klaus e Fanaroff, 1993)
IL RAFFREDDAMENTO
DETERMINA
1.
IPOSSIEMIA
2.
ACIDOSI METABOLICA
3.
IPOGLICEMIA
4.
DECESSO (se persistente)
PREVENIRE LA PERDITA DI CALORE
(evaporazione,
convezione, conduzione,
irradiamento)
1. Posizionare il neonato sotto una fonte di calore radiante 2.
Asciugare accuratamente
3. Rimuovere i panni bagnati
PREVENZIONE DELLA
PERDITA DI CALORE
• Problemi particolari
-Cute sottile
-Riduzione del tessuto sottocutaneo
-Superficie cutanea ampia
• Tappe addizionali
-Aumentare temperatura ambientale
-Coprire con una pellicola di plastica
Termoregolazione nel neonato
– Temperatura normale: 36.1–37.5°C – Ipotermia: < 36.1°C
– Stabilizzazione: prime 6–12 h dopo la nascita
• Superficie corporea relativamente ampia
• Massa corporea piccola per produrre e conservare calore
• Incapacità a cambiare postura per rispondere allo stress termico
• Comportamenti per ridurre il rischio di ipotermia:
– Asciugare vigorosamente il neonato dopo il lavaggio alla nascita
– Uso di termoculle, protezione fisica – Alimentazione (allattamento) precoce
REAZIONI DEL NEONATO AL CALDO
A) VASODILATAZIONE CUTANEA : è efficiente sia nel n. a termine che nel pretermine (quando la T rettale > 36,6 -37 ,3°C)
B) SUDORAZIONE : il n. a termine , nelle 2 prime sett. di vita, è capace di attuare una efficiente termolisi per S. solo per un periodo di tempo limitato. Nel n. di EG<32 sett. la sudorazione è assente.
Sat
O2 in sala parto:
V.N.
• La SpO2 media ad 1 min di vita è circa 60-70 % (con range di normalità fino a 50%)
• Una SpO2 del 90% è raggiunta mediamente a 5 minuti di vita
• La saturazione pre -duttale è mediamente 7- % più alta 10 della post - duttale nei primi 10’ di vita
Saustag OD. J Pediatr 2006 ; 148: 569 -570
EMOGASANALISI
NEL NEONATO
IN SALA PARTO
SCOPO
Valutare le condizioni fetali alla nascita
QUANDO
Subito dopo la nascita
DOVE EFFETTUARE IL
PRELIEVO
Nel tratto di c.o. prossimale alla placenta
3
. EGA NEL NEONATO ASFITTICO
1. Clampare il tratto distale del cordone mediante cord clamp a 6 -7 cm. di distanza dal piano cutaneo
2. Posizionare a breve distanza dal cord clamp una pinza e quindi recidere il cordone
4. Eseguire il prelievo sia da una arteria che dalla vena ombelicale
(almeno 1 ml )
1 2
(3)
3. In caso di parto per via vaginale posizionare la seconda pinza a 10-15 cm. dalla prima
OSSERVAZIONI
1. I due prelievi vengono eseguiti dall’ostetrica che assiste al parto
2 . Ogni determinazione va eseguita con apposita siringa da emogasanalisi nel volume minimo di 1ml.
3. I prelievi verranno identificati o con un bollino (es : rosso x sangue arterioso - vena o.) apposto sulla siringa o con etichette che identificano i due diversi campioni.
4. Valori di riferimento di normalità dell’EGA venosa (a. ombelicale):
pH ≥ 7 , 10
BE ( ecf )
≤ - 12
5. Avvisare il neonatologo ogni volta che il valore di pH nel campione di sangue venoso (arteria o.) è inferiore a 7,10
CLASSIFICAZIONE DEI NEONATI
A. CRITERIO PONDERALE : peso alla nascita (PN = g ) 2500 - 4000 g NEONATI NORMOPESO
> 4000 g NEONATI MACROSOMICI
< 2500 g NEONATI IMMATURI
B. CRITERIO TEMPORALE : durata della gestazione basata sulla data del primo giorno dell’ultima
mestruazione (settimane di EG)
IL NEONATO
• CLASSIFICAZIONE vs PESO:
NORMALI (2500-4000 g)
MACROSOMI (> 4000 g)
IMMATURI (< 2500 g)
vs EG: A TERMINE (37-41 sett)
POST-TERMINE (
PRE-TERMINE (
PESO/EG: N.APPROPRIATO PER L’ETA’(AGA)
N. PICCOLO PER L’ETA’ (SGA)
N. GROSSO PER L’ETA’ (LGA)
Griglia di Denver: classificazione dei
neonati in base a peso ed età gestazionale
centile
Valore che divide una serie di dati in 100 gruppi
contenenti un uguale n
°
di elementi
•
10
°
centile = 1
° decile
•
20
°
centile = 2
° decile
•
25
°
centile = 1
° quartile
•
50
°
centile = mediana
– coincide con la media solo se la distribuzione è normale
+1
/
-
1
DS =
84
° / 16
° centile (68% delle osservaz.)
/
+2
-
2
DS =
98
° / 2
° centile (96% delle osservaz.)
+3
/
-
3
DS = praticam. tutte le osservaz. (99.8%
)
Reference Population: Standard Normal Curve
95th 5 th
50 th Percentile
A . Peso tra 10 ° - 90 ° centile per EG
AGA : “appropriate for gestational age”
CLASSIFICAZIONE DEI NEONATI
B . Peso < 10 ° centile per EG
SGA : “small for gestational age”
C . Peso > 90 ° centile per EG
LGA : “large for gestational age”
NEONATO AGA A TERMINE:
caratteristiche biometriche e somatiche
Peso medio: 3300 g (2500-4000 g)
target genetico/statura materna
•
fattori geografici ed etnici•
fattori alimentari materni•
sesso del neonato•
stile di vita maternoLunghezza media: 50-51 cm nel ♂, 49-50 cm nella ♀ Circonferenza cranica: 35 ± 1 cm
•
fontanella anteriore (bregmatica) apertaPARAMETRI
ANTROPOMETRICI NEONATALI
MASCHI
FEMMINE
PESO (g) 3.350
LUNGHEZZA (cm) 50
CRF.CRANICA (cm) 35
CRF. TORACICA (cm) 33
ALTEZZA TESTA (cm) 12.5 12.5
Diverse proporzioni corporee nel neonato e nell’adulto
ADATTAMENTO NEONATALE
ADATTAMENTO RESPIRATORIO
ADATTAMENTO CARDIOCIRCOLATORIO
ADATTAMENTO TERMICO
ADATTAMENTO METABOLICO
-
ORMONALE
ADATTAMENTO RESPIRATORIO
1. AVVIO ATTIVITA’ RESPIRATORIA
2. RIASSORBIMENTO LIQUIDO POLMONARE
3. ARRIVO ARIA NEI POLMONI E
COSTITUIZIONE DELLA CFR
MATURITA’ POLMONARE
1. 20 wks DIFFERENZIAZIONE EPITELIO POLM.
IN PNEUMOCITI di tipo I e II
2 . 23 - 24 wks FORMAZIONE UNITA’ ALVEOLO-
CAPILLARE
3 . 20 36 wks MATURAZIONE SISTEMA ENZIMATICO
PER LA SINTESI DEL SURFACTANT
Stadio
p.ghiandolare Stadio
canalicolare
Stadio sacculare
Stadio
simil -maturo
37 sett.-18 mesi 25 -36 sett.
17 sett.
< 17 - 24 sett.
FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA RESPIRATORIO DEL NEONATO
Struttura del polmone nel periodo pseudoghiandolare (a, b), canalicolare (c,d) e sacculare (e,f). Da notare il progressivo aumento di superficie dei futuri spazi aerei, la proliferazione dei capillari ed il graduale assottigliamento della membrana alveolo-capillare
ALVEOLI: Unità funzionale del polmone
L’ alveolo è l ultimo componente
dell’ albero respiratorio ed il suo ruolo principale è quello di
garantire lo scambio di gas tra
polmone e circolo ematico.
La parete interna dell’ alveolo è
rivestita di surfattante.
Il surfattante aiuta a stabilizzare l’ alveolo e a prevenire il suo
collasso. L’ assenza di
surfattante porta al collasso dell’
alveolo che non riesce più ad
espandersi.
ANATOMIA
Alveolo
Pareti sottili
Ampia superficie Rivestito di fluido Altamente perfuso
ANATOMIA
Aqueous layer
Aqueous macrophage
Lamella body ( stores surfactant)
Type ll pneumocyte ( produces surfactant )
Type l Lining cell
Capillary
CO 2 O2
Struttura dell’ alveolo
ANATOMIA
Circolazione polmonare
ANATOMY
Circolazione polmonare
ANATOMIA
Alveolo: scambi gassosi
FISIOLOGIA
SURFACTANT
•
=
Surf
ace
Act
ive
A
ge
nt
•
=
antiatelectatic factor
The Laplace Equation
p = 2 r
p = transmural pression
= surface tension
r = radius of the bubble
p 1
p2
Lung Surfactant and Surface Tension
immature lung surfactant deficiency
high surface tension prevents air entering the alveoli
RDS
mature lung sufficient surfactant
low surface tension allows the air to enter the alveoli
expansion of the lung
COMPOSIZIONE DEL SURFACTANT
FOSFOLIPIDI 85% fosfatidilcolina satura (DPPC)
fosfatidilglicerolo (PGL)
fosfatidiletanolamina
fosfatidilinositolo (PI)
sfingomielina (S)
altri COLESTEROLO 5%
PROTEINE 8% SP -A SP-D
SP -B SP -C
CARBOIDRATI 2%
FUNZIONI DEL SURFACTANT
1. MIGLIORA LA COMPLIANCE POLMONARE
2. DIMINUISCE LA PRESSIONE INSPIRATORIA
3. CONFERISCE STABILITA’ AGLI ALVEOLI
4. RIDUCE IL LAVORO RESPIRATORIO
5. MIGLIORA LA CLEARANCE DEL LIQUIDO ALVEOLARE
6. MIGLIORA LA CLEARANCE DELLE PARTICELLE
ESTRANEE
7. AGISCE DA STRATO PROTETTIVO DELLE SUPERFICI CELLULARI.
PRINCIPALI METODI BIOCHIMICI
PER L’ACCERTAMENTO DELLA
MATURITA’ POLMONARE FETALE
-Rapporto lecitine/sfingomieline (L/S)
-Dosaggio lecitine
-Dosaggio fosfatilglicerolo (PGL)
-Dosaggio acidi grassi
-Dosaggio della fosfoidrossilasi dell’ac.fosfatidico
-Dosaggio delle apoproteine (
SP-B SP-C)
SOSTANZE STIMOLANTI LA
PRODUZIONE DI SURFACTANT
GLICOCORTICOIDI
TIROXINA
17
-
-
ESTRADIOLO
PROLATTINA
BROMEXINA
AMINOFILLINA
CATECOLAMINE
SOSTANZE
SOSTANZE CHE AUMENTANO IL cAMP
CONDIZIONI ASSOCIATE AD UNA
ACCELERATA O RITARDATA
MATURAZIONE POLMONARE
Accelerata maturazione Ritardata maturazione s.ipertensive
tossicomanie IDDM (classi ABC) IDDM (classi D E F) Glomerulo nefrite cr.
infezioni Idrope fetale emoglobinopatie Oligoidramnios cr.
insuff.placentare cron. (esordio < 28sett) emorragie retroplacent.
PROM
corticosteroidi ormoni tiroidei
DISTRESS RESPIRATORIO NEONATALE
QUADRO CLINICO
TACHIPNEA
RIENTRAMENTI INSPIRATORI O PARADOSSI giugulo diaframma
spazi intercostali regione xifoidea
ALITAMENTO PINNE NASALI GEMITO ESPIRATORIO
APERTURA BOCCA IN INSPIRAZIONE
DISPNEA CON ATTIVITA’ RESPIRATORIA IRREGOLARE CRISI DI APNEA
CIANOSI DIFFUSA
IN PRESENZA DI QUESTI SINTOMI
si deve
1. PORRE DIAGNOSI ETIOLOGICA
2. VALUTARE LA GRAVITA’ DEL DISTRESS RESP.
3. APPRONTARE TERAPIA
PRINCIPALI CAUSE DI INSUFICIENZA RESPIRATORIA NEONATALE
(modificato da Goldsmith e Karotkin, 1991)
POLMONARI SINDROME RESPIRATORIA IDIOPATICA o MIP o RDS, SINDROME DA ASPIRAZIONE MASSIVA LAT,
POLMONITE, EMORRAGIA POLMONARE, EDEMA POLM.
SINDROME DI WILSON-MIKITY, DISPLASIA
BRONCOPOLMONARE, INSUFFICIENZA POLMONARE DEL PREMATURO , PNEUMOTORACE, VERSAMENTI PLEURICI ERNIA DIAFRAMMATICA, TUMORI
MALFORMAZIONI CONGENITE (enfisema cistico, ipoplasia
polmonare, etc.)
P. PRIME VIE AEREE LARINGOMALACIA , ATRESIA COANALE, S. DI PIERRE
ROBIN, MICROGNATIA, TUMORI NASO-FARINGEI,
STENOSI SUBGLOTTICA
P. M. RESPIRATORI PARALISI N. FRENICO, LESIONI MIDOLLARI,
MIASTENIA GRAVIS
S.WERDNING HOFFMANN
PATOLOGIE SNC APNEA DELLA PREMATURITA’ , FARMACI AD AZIONE
DEPRESSIVA, CONVULSIONI
ASFISSIA PERINATALE, ENCEFALOPATIA IPOSSICO-
ISCHEMICA, EMOR.ENDOCRANICA, S. DI ONDINA
ALTRE CAUSE SCOMPENSO CARDIACO ,
PERSISTENZA CIRCOLAZIONE FETALE
PREMATURITA’ ESTREMA, SHOCK, SEPSI
PUNTEGGIO RESPIRATORIO SECONDO SILVERMAN
PUNTEGGIO 0 1 2
RESPIRATORIO
Retrazione torac. sup Nessuna. Ritardo o minima Movimento
Torace e addome depressione toracica ondoso
espansione contemp. Mentre addome si
espande
Retrazione intercostale Assente Appena visibile Marcata
Retrazione xifoidea Assente Appena visibile Marcata
Apertura della bocca Assente Incostante Costante
Gemito espiratorio Assente Incostante Costante
TERAPIA
1. O2 TERAPIA 2. PPC o CPAP
3. VENTILAZIONE MECCANICA
4. MISURE ASSISTENZIALI COLLATERALI per controllo:
ipotensione arteriosa
insufficienza cardiaca anemia profilassi e terapia per :
ipotermia infezioni
iperbilirubinemia
tecniche di alimentazione : NPT monitoraggio attività cardiorespiratoria fisioterapia respiratoria
Assistenza Respiratoria
mediante
Ventilazione Meccanica
(VM )