• Non ci sono risultati.

SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO Caschi Bianchi: ECUADOR DIRITTI UMANI 2017

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO Caschi Bianchi: ECUADOR DIRITTI UMANI 2017"

Copied!
18
0
0

Testo completo

(1)

SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO  

Caschi Bianchi: ECUADOR DIRITTI UMANI 2017

SCHEDA SINTETICA – Ecuador (FOCSIV) 

Volontari richiesti: N.10 (3 Sede Quito Focsiv 73961 – 3 Sede Quito Focsiv 61313 – 2 Sede Quito  Focsiv 120814 – 2 Sede Quito Focsiv 116977)  

PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: ECUADOR 

 

Area di intervento: Cooperazione allo Sviluppo ai sensi della Legge 125/2014.

INTRODUZIONE

 

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso la ONG FOCSIV

FOCSIV - Volontari nel mondo è un’ONG di cooperazione

e

presente in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817 volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di progetti nei settori socio-sanitario, agricolo, formativo e di difesa dei diritti umani. Nata nel 1972, opera per la promozione di una cultura della mondialità e la cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo, contribuendo alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità della persona e alla tutela dei diritti umani e alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. Presente in Ecuador a partire dal 2002 con diversi progetti di cooperazione, FOCSIV ha acquisito una conoscenza approfondita delle problematiche e del contesto del Paese anche grazie agli accordi di collaborazione con molte realtà locali istituzionali e non. Gli accordi realizzati a partire dal 2002 con i diversi partner locali (l’ambasciata dell’Ecuador presso la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Ecuadoriana, il Governo dell’Ecuador, il Ministero dell’Ambiente, la Segreteria Nazionale del Migrante – SENAMI, la Segreteria Tecnica per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo - SETECI ) sono diretti alla messa in atto di azioni congiunte al fine di appoggiare lo sviluppo portato avanti dalle stesse istituzioni, organizzazioni e governi locali che intervengono sui seguenti settori prioritari: ambiente (sviluppo rurale, turismo comunitario e agro – ecologia); migrazioni e rifugio; volontariato e formazione. FOCSIV ha operato inoltre tramite un progetto del Fondo Italia Ecuador per la riconversione del debito estero - FIE a Muisne per lo sviluppo del settore agro ecologico, la sovranità alimentare e la creazione di mercati alternativi locali. A partire da Giugno 2015 inoltre FOCSIV è l’organizzazione capofila di un progetto di cooperazione internazionale, cui obiettivo è lo sviluppo umano integrale, sia esso in ambito sanitario, educativo ed economico, nel rispetto delle linee guida della cooperazione e dello sviluppo previste all’interno del Piano Nazionale del Buen Vivir 2012-2017 promosso dal governo dell’Ecuador. Il progetto, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana, vede per la prima volta la creazione di una rete alla quale fanno parte oltre che otto ONG della federazione FOCSIV, i loro partner locali e la rete nazionale Caritas. Obiettivo del progetto è proprio quello di unificare gli sforzi di vari attori fraterni, creando sinergie per creare un impatto di scala rispetto agli obiettivi e risultati attesi dallo stesso intervento di cooperazione. A queste attività di accompagnamento all’attività delle ONG partner presenti sul territorio, FOCSIV ha accompagnato a partire da settembre 2015 una nuova iniziativa. Grazie al progetto Europe Aid, finanziato dall’ L'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura e dall’ECHO (European Commission's Humanitarian Aid and Civil Protection) ed in collaborazione con la Pastoral de la Movilidad Humana della Caritas Ecuador e della Croce

(2)

Rossa Ecuadoriana, FOCSIV sta sviluppando un progetto per la formazione e sensibilizzazione sui temi di aiuto umanitario e accoglienza alla popolazione rifugiata. Il progetto, di durata biennale, si sviluppa su due fronti. Il primo prevede la formazione dei tecnici locali in temi di diritto internazionale umanitario e prima accoglienza psicologica per i rifugiati vittime di violenza; in un secondo momento conclusa la formazione per tecnici, questi individueranno nei loro territori dei gruppi prioritari di lavoro (giovani e volontari) da formare, generando così un processo a cascata virtuoso che possa diffondere le conoscenze tecniche ma anche le modalità di approccio alla popolazione rifugiata vittima di violenza su tutto il territorio nazionale. Al progetto partecipano infatti sia i tecnici delle provincie a nord dell’Ecuador, sia lo staff di mobilità umana della Caritas Ecuador distribuito su tutto il territorio nazionali. Obiettivo finale del progetto non è solo quello di diffondere conoscimenti tecnici (aiuti umanitari/sostegno psicologico/diritto internazionale umanitario) ma quello di diffondere e rafforzare ulteriormente su tutto il territorio nazionale i valori dell’accoglienza e dell’ospitalità fondamentali affiche si possa garantire l’integrazione e una relazione pacifica fra comunità locale e popolazione rifugiata. Dal 2003 FOCSIV svolge in Ecuador progetti di impiego per volontari in Servizio Civile ad Ambato, Cuenca, Puerto Francisco de Orellana- El Coca-, Puerto Lopez, Quito, Salinas de Guaranda, Santo Domingo de los Colorados e Tena.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

Contesto Ecuador:

La situazione politica del Paese è caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, nonostante dal 1996 si siano succeduti alla guida del Paese otto presidenti, destituiti da colpi di stato o da proteste popolari, che hanno rallentato, ma non fermato, la programmazione politico-economica e l’attuazione di riforme strutturali di cui lo Stato necessita. Il 30 settembre 2007 si sono tenute le elezioni per un'Assemblea Costituente così come chiesto dagli elettori con il referendum del 15 aprile dello stesso anno. Tali elezioni, le più complesse nella storia del Paese, hanno visto un enorme numero di liste (nazionali, provinciali e di emigrati) e sancito una larghissima vittoria per il socialista Rafael Correa, che si è garantito 80 dei 130 seggi in palio. Il Presidente Correa, riconfermato dopo le elezioni del 2009 e del 2013, si è autodefinito un rappresentante della politica di confronto con gli Stati Uniti, dichiarando che non firmerà il Trattato di libero commercio con gli USA e che chiederà una moratoria sul debito estero. Inoltre, è apertamente contrario alla “dollarizzazione”

del paese - ovvero all'uso del dollaro come moneta nazionale, entrata in vigore il 9 gennaio del 2000 come freno agli effetti devastanti della crisi economica - pur non auspicando un ritorno al sucre, la moneta nazionale. Il suo progetto politico vede invece l'adozione di una moneta unica per tutti i paesi andini, nonostante sia consapevole della difficoltà di eliminare il dollaro in pochi anni.

Secondo il rapporto UNDP 2015, l’indice di sviluppo umano nel Paese è pari a 0,732, dato che colloca l’Ecuador all’88° posto nella classifica mondiale. Le disuguaglianze sociali presenti nel Paese sono particolarmente evidenti in riferimento alle comunità indigene e afro-ecuadoriane, la cui situazione è abbastanza preoccupante sia dal punto di vista economico, che per la tutela dei loro diritti sociali e culturali.

Queste popolazioni vivono in condizioni più disagiate rispetto al resto della popolazione e con maggiori difficoltà per l’accesso ai servizi. Nel Paese sono presenti infatti 11 diverse etnie indigene, concentrate principalmente nelle zone rurali (dove vive circa il 40% della popolazione), dove risulta evidente una maggiore percentuale di povertà rispetto ai centri urbani. L’economia ecuadoriana continua ad essere fortemente dipendente dalle sue risorse petrolifere che rappresentano oltre la metà delle entrate finanziarie provenienti dalle esportazioni del Paese, dipendenza che comporta la vulnerabilità dell’economia del Paese alle fluttuazioni del prezzo del petrolio sul mercato internazionale (il crollo dei prezzi del petrolio nel 2015 ha portato il Presidente Correa a tagliare il budget e a prendere in considerazione di apportare delle sovvenzioni per il 2016). Se negli ultimi anni il Paese ha potuto beneficiare del rincaro del prezzo del petrolio, questo trend positivo non è stato accompagnato da una più equa distribuzione delle ricchezze tra la popolazione, per cui risultano ancora molto forti le divisioni sociali ed i differenti livelli di povertà presenti nel Paese. Nonostante ciò gli effetti positivi della crescita economica e della rinegoziazione del debito estero iniziano a farsi sentire: la spesa pubblica sta aumentando, mentre diminuiscono povertà (che si attesta attualmente intorno al 30%, dopo aver toccato il picco del 52% alla fine degli anni’90) e disoccupazione (al 6,3% nel 2011, al 4,8% all’inizio del 2015).

Come in tutti i Paesi sottosviluppati, la popolazione è giovane, il 30% ha meno di 15 anni. Il 25,6% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e il 16,3% è sottonutrita (fonte: Deagostinigeografia.it).

Come negli altri paesi dell’America Latina, in Ecuador ci sono numerosi bambini di strada, che vivono in condizioni di povertà estrema. Il 6,4% dei bambini è sottopeso (dato del 2014). Essi provengono da famiglie non in grado di sostenere le spese per cibo, alloggio, istruzione e cure mediche, di conseguenza questi bambini non vanno a scuola e 227.599 bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni, pari all’8% del totale, sono costretti a lavorare. In un Paese che sta lottando contro sottoccupazione e disoccupazione, spesso la sola occasione di guadagno è il lavoro informale e la prostituzione, che li espone allo sfruttamento da parte di trafficanti e turisti sessuali. Inoltre, ci sono circa 250.000 profughi colombiani nel Paese, la maggioranza di questi non ha uno stato legale, e di conseguenza un lavoro fisso. Questo comporta le difficoltà all’accesso scolastico duraturo per i loro figli e ai servizi sanitari.

(3)

Una fonte di preoccupazione ulteriore è rappresentata dalla condizione della donna: la società ecuadoriana è ancora pervasa da un forte sentimento machista, che ne ostacola il percorso di totale emancipazione e di piena partecipazione alla vita sociale, economica e politica. I primi interventi statali in questo senso vennero attuati nel 1994 con la creazione delle prime “Commissioni per le donne e la famiglia”, che hanno portato poi nel 1995 alla prima legge sulla violenza domestica. Il fenomeno della violenza sulle donne varca la soglia domestica e viene presentato e condannato nella sua interezza solo tra il 2007 e il 2008, con il “Piano di sradicamento della violenza di genere su bambine, adolescenti e donne” e con la nuova Costituzione.

Nonostante questi sforzi il fenomeno è ancora radicato: negli anni 2012 e 2013, secondo i dati forniti dal Municipio di Quito, sono avvenuti in Ecuador quasi 150.000 episodi di abusi familiari e sessuali ai danni di donne e bambini. Secondo l’INEC, (Instituto Nacional de Estadìsticas y Censos) 6 donne su 10 hanno subito almeno una volta una violenza di genere, e il 76% delle donne, abusi da parte dei loro partner. Solo a Gua- yaquil, nel 2012, si sono verificati 40 casi di donne brutalmente assassinate all’interno del nucleo familiare.

Nella stessa città, le denunce di violenza domestica, hanno registrato una preoccupante escalation, 15.800 nel 2010, 19.000 nel 2011, 22.000 nel 2012. E parliamo solo di denunce ufficiali; molte violenze sono soffo- cate nel silenzio, per paura di vendette. La riforma del Còdigo Integral Penal Ecuatoriano, approvata a marzo, che ha introdotto tra l’altro l’art. 146 contro la malpratica sanitaria dei medici, ha inserito anche el feminicidio e la violenza contro le donne in genere, nell’elenco dei delitti contro la persona, al pari della tratta degli esseri umani e il traffico di immigrati clandestini. Ora l’obiettivo finale è quello di applicare questa nuova legge in tutto il territorio nazionale, vincendo pregiudizi e resistenze culturali. Resta una delle tappe più diffi- cili da perseguire, nel cammino delle riforme, tenendo anche conto delle difficoltà logistiche legate al territorio. Il fatto che la maggior parte delle donne, continui a dipendere dal reddito dei propri partner, incide molto, soprattutto nel caso di relazioni vissute all’interno delle famiglie di rispettivi mariti e compagni.

Un discorso a parte meritano i fenomeni migratori che dagli anni ’80 interessano il Paese e in particolare la capitale: la migrazione interna permanente dalle zone rurali ai centri urbani, conseguenza diretta di un sostenuto processo di urbanizzazione; la migrazione internazionale, caratterizzata dai flussi sud-nord, dai paesi in via di sviluppo a quelli industrializzati (secondo i dati 2,2 milioni di ecuadoriani vivono all’estero);

l’immigrazione, soprattutto di cittadini peruviani e colombiani in cerca di migliori condizioni di vita (il Paese riceve circa 1000 domande di asilo ogni mese). Quello dell’emigrazione, in particolare, è un fenomeno drammatico che include sempre più anche le donne e che vede coinvolto circa il 25% dell’attuale popolazione ecuadoriana, con conseguenze gravi sul tessuto sociale del paese. Molte associazioni e istituzioni si stanno occupando del problema, tramite eventi di sensibilizzazione e un costante lavoro di networking, che ha permesso di creare reti anche extra nazionali per orientare le politiche pubbliche in tema di migrazione e tratta di esseri umani. Il governo Correa sta cercando di rispondere a quest’emergenza seguendo due direttrici: la prima tramite la diffusione di strumenti di integrazione e di tutela legale per i rifugiati (come ad esempio una nuova legge sulle vittime di tratta); la seconda, proponendo l’Ecuador come un paese mediatore tra i richiedenti asilo e paesi terzi disposti ad accogliere la popolazione sfollata.

L’Ecuador è inoltre un Paese ad “emergenza sanitaria” continua, come afferma lo stesso Presidente Correa, dove è possibile ricevere cure adeguate solamente previo pagamento. Questo a causa della carenza di strutture pubbliche adeguate e del proliferare di cliniche private, che danno vita ad un vero e proprio

“mercato della salute”, in cui spesso vengono negate cure mediche fondamentali a chi non può permettersele. Il 15% della popolazione non ha ancora accesso a servizi igienico-sanitari adeguati e i letti ospedalieri disponibili sono appena 2 ogni 1.000 abitanti. Inoltre si registra un interessante processo di sensibilizzazione della società rispetto alle tematiche ambientali: negli ultimi anni sono nate diverse organizzazioni territoriali che si battono per la difesa della Pacha Mama, la madre terra, e contro i grandi gruppi nazionali e internazionali che invece vorrebbero sfruttare le risorse naturali del Paese (petrolio e altre materie prime come oro e argento), sede di una biodiversità che lo rende uno tra i 17 paesi cosiddetti megadiversi, con la più alta concentrazione di biodiversità per km. Tra i più conosciuti patrimoni ambientali del Paese, il Parco Nazionale di Yasuni che si estende su un'area di 9.820 km (noto per avere in 1 ettaro, ben 644 specie di alberi diversi) e le Isole Galapagos con la riserva marina. La richiesta di maggiore difesa e protezione ambientale si è intensificata anche a seguito della decisione del Governo Correa del 15 Agosto 2013, di abbandonare l’iniziativa Yasuni ITT, per la quale l’Ecuador si impegnava a non sfruttare le risorse naturali (in particolare il petrolio) di questa regione, a patto di ricevere dalla comunità nazionale il 50% delle entrate previste in caso di sfruttamento. I più frequenti rischi naturali sono i terremoti, le attività vulcaniche, le inondazioni e le siccità periodiche. Il 16 aprile 2016 una scossa di terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito la zona costiera centrale dell'Ecuador. L’epicentro è stato a 27 chilometri a sud-est di Muisne, ad una profondità di 19 chilometri. Il sisma è stato avvertito anche a Quito dal momento che ha eruttato anche il vulcano Cotopaxi, ad appena 45 chilometri dalla capitale dell'Ecuador. Nei giorni e mesi successivi si sono registrate diverse eruzioni, dopo un periodo di inattività che durava da decenni. Alto oltre 5800 metri, il Cotopaxi è uno degli otto vulcani attivi in Ecuador, ma è considerato uno dei più minacciosi, soprattutto per la vicinanza a zone densamente abitate. Nonostante la situazione politica sia caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, il livello di insicurezza derivante dalla presenza della criminalità comune ed organizzata appare in netto peggioramento. La criminalità nelle principali città del Paese, come nelle regioni confinanti con la Colombia, è in continuo aumento con assalti a mano armata e persino stupri a danno di

(4)

turiste straniere. I difensori dei diritti umani e altre persone che avevano criticato apertamente le politiche del governo sono stati minacciati e vessati. Ci sono inoltre tentativi di ostacolare il loro lavoro, come attacchi, sanzioni amministrative e accuse penali infondate.

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner (nella parentesi l’ente che avrà la diretta responsabilità delle attività della sede e l’indicazione del codice Helios della sede).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE

QUITO – FOCSIV (73961 – 61313 – 120814 – 116977)

Capitale dell’Ecuador, Quito si trova a 2.850 metri di altitudine, sulla linea dell’equatore, adagiata su un’alta valle che forma parte del bacino di Guayllabamba, nella provincia di Pichincha. Fondata dagli spagnoli nel 1534 nei pressi di un preesistente insediamento incaico, è una città dalla splendida architettura coloniale, tanto da costituire la prima capitale al mondo ad essere stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio culturale dell’umanità. La popolazione è di 2.239.191 abitanti (fonte censimento 2010 INEC), con una povertà scesa negli ultimi anni al 7% se si considera quella estrema, e al 29.7% quella relativa. Quito presenta tuttavia una crescente diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, evidenziata peraltro dalla geografia stessa della città: nella parte centro-settentrionale, piena di centri commerciali ed alti edifici, risiedono le fasce più ricche della popolazione locale (imprenditori, petrolieri, banchieri, dirigenti pubblici, etc.) mentre la parte centro meridionale, l’estremo nord e le colline che circondano la città capitale ospitano le classi più indigenti, in particolare indigeni e contadini provenienti dalle zone rurali, costretti spesso a vivere in quartieri privi di qualsiasi tipo di servizi di base. Il fenomeno della migrazione interna, dalle zone rurali verso la capitale, rappresenta il principale problema dell’urbanizzazione che negli ultimi dieci anni ha caratterizzato Quito, al quale si aggiunto il forte flusso di migranti provenienti da altri paesi latinoamericani e in particolare la Colombia e Haiti, comportando alti tassi di povertà estrema in queste aree con un’urbanizzazione illegale e che per tale motivo, mancante spesso, dei servizi basici (fognature, elettricità): stando all’ultimo dato disponibile (censimento INEC sulle abitazioni 2010) il 19.5% delle abitazioni di Quito non conta con i servizi basici, con punte del 84.7% in alcuni dei quartieri periferici. Per quanto le ultime amministrazioni comunali abbiano avviano dei progetti di integrazione e di sviluppo di queste aree, sia attraverso la costruzione di infrastrutture, sia promuovendo lo sviluppo comunitario all’interno dei Centri di Sviluppo Comunitario – CDC (strutture pubbliche che offrono gratuitamente corsi di alfabetizzazione informatica, professionali e attività ludico-ricreative), all’interno dei quartieri più conflittivi della città, la scarsezza delle risorse economiche messe a disposizione, fa sì che questi centri siano usati soprattutto come luoghi di incontro quotidiano, o come rifugio sicuro per bambini e adolescenti, che invece di vivere per strada, durante le ore di assenza dei genitori, vivono all’interno dei CDC dove però non c’è presenza di educatori professionali o volontari, che possano organizzare delle attività ludico ricreative. A riprova di come questa condizione di indigenza, assoluta o parziale, colpisca soprattutto le fasce della popolazione che risiedono nei quartieri all’estremo sud e nord della città e negli agglomerati urbani che la circondano lateralmente possiamo usare i dati del censimento del 2010 che mostrano come i distretti più colpiti siano proprio quelli di Carapungo con il 36.1%

e Tumbaco con l’52.8%- estremo nord- Conocoto con il 33.5% – estremo sud- e il distretto centro meridionale di Quito con sul totale della popolazione in condizioni di povertà del 30.5%. Gli stessi dati ci mostrano come la popolazione che maggiormente vive in questo contesto urbano sia di origine indigena - 79.1%- o afro -49.5%- se si considera nel complesso il dato sulla povertà assoluta o parziale. Questi dati incidono anche sull’accesso ad un’alimentazione adeguata, con un apporto calorico quotidiano pari a circa il 70% di quello raccomandato (dato che si riduce per quella parte di popolazione che risiede nei quartieri periferici della città); sull’istruzione, con un tasso di alfabetizzazione del 96,4% e un tasso di abbandono scolastico nella fascia 5-14 anni del 3.2% e del 16.2% in quella 15-17 anni. Rispetto all’occupazione, il tasso di lavoratori informali (venditori ambulanti, lavoratori domestici) è del 43,54%, mentre il tasso di disoccupazione è del 11,24%. Ridimensionato è il fenomeno del lavoro minorile: se si considerano solo i dati del censimento 2010 INEC il 2.1% dei bambini e adolescenti non va a scuola ed è costretta a lavorare, tasso che raggiunge 8.9% nella fascia 15-17 anni.

A questo dato deve aggiungersi la percentuale di bambini e adolescenti che pur frequentando gli istituti scolastici allo stesso tempo sono costretti a lavorare: 6.6% nella fascia d’età 15-17 anni e 3.5 in quella 5-14, per un totale del 2.4% sulla popolazione scolastica totale in età della scuola d’obbligo. Anche in questo caso le maggiori punte si trovano fra la popolazione indigena e quella afro discendente (13.8% fra i 15-17 anni e 7.3% in quella 5-14 e 9.2% 15-17 anni e 3.4% 5-14 anni). Tuttavia ad oggi, la mancanza di un lavoro stabile o la forte presenza di lavori occasionali o elementi dalle basse remunerazioni/entrate favorisce gravi conseguenze sociali, come testimonia l’aumento di reati minori quali il furto o la rapina. In particolare pur essendo scesi di rispetto ai dati di inizio 2000, anche grazie all’aumento del numero di centrali della polizia nazionale e alla loro diffusione ormai sui diversi quartieri/distretti della città, rimangono ancora alti nella città

(5)

di Quito i casi di rapina sia in casa che per strada: 11.5% e 7.4%, a dimostrazione di come lo sviluppo economico e le riforme sociali varate negli ultimi anni, non siano riusciti a coinvolgere completamente l’intera popolazione ecuadoriana e della capitale. Sede del Governo del Paese, qui operano Istituzioni pubbliche e private, Associazioni e altre realtà organizzate della società civile per coordinare le attività in tutto il territorio ecuadoriano, anche sui temi dei diritti umani e difesa ambientali sui cui è necessaria maggiore consapevolezza e partecipazione civica.

La Ong FOCSIV opererà in tutto il territorio di Quito.

Nel territorio di Quito FOCSIV (73961 - 61313 - 120814) interverrà nel settore Diritti Umani e Sviluppo Sociale; mentre nel territorio di Quito FOCSIV (116977) interverrà nel settore Buon Governo e Cittadinanza.

¾ Settore di intervento del progetto: Diritti Umani e Sviluppo Sociale - FOCSIV (73961 – 61313 - 120814)

A partire dagli anni ‘80, dalla società civile e dalle distinte istituzioni governative ecuadoriane si evidenzia un’accentuata preoccupazione circa i fenomeni migratori in continua ascesa nella città e nel Paese. Secondo dati ufficiali del ministero di Migrazione e Mobilità Umana in Ecuador si registravano nel 2000 soltanto 390 persone rifugiate. Con la parziale apertura elle frontiere con la Colombia il numero ha avuto un incremento esponenziale. Oggi le domande ufficiali ricevute dal governo ecuadoriano in tema di rifugio ammontano a 172.076, e mediamente ogni mese ci sono 900 nuove domande (dati UNHCR e Ministerio del Exterior y Movilidad Humana 2013). A Quito, capitale e maggiore città del Paese, si concentrano con dati difficilmente quantificabili vari tipi di migrazione: la migrazione interna permanente dalle zone rurali ai centri urbani, conseguenza diretta di un sostenuto processo di urbanizzazione; e la migrazione internazionale soprattutto di cittadini colombiani in cerca di migliori condizioni di vita e in fuga dal conflitto armato e dalle violenze trasversali causate dalla presenza delle FARC e dei gruppi paramilitari di estrema destra. L’accordo di pace siglato infatti il 23/06/2016, prevede un periodo di normalizzazione iniziale del quale è difficile immaginare la durata. La consegna delle armi da parte delle FARC, la reintegrazione della popolazione civile che per anni ha vissuto all’interno dei campi militari, non sarà un processo facile. A questo inoltre si unisce la consapevolezza che più di 50 anni di violenze incrociate non saranno facilmente risolvibili solo con la firma di un accordo di pace. E’ per questo che le organizzazioni umanitarie che lavorano nell’ambito del rifugio, prospettano che per ancora un periodo molto lungo il flusso di richiedenti asilo provenienti dalla Colombia continuerà a perdurare nel paese. I dati forniti dall’UNHCR ci mostrano come la sola città di Quito assorbe il 26% di queste persone. Andando ad analizzare meglio il dato complessivo riguardante la popolazione rifugiata e richiedente asilo è importante sottolineare come al suo interno molto spesso venga inglobato anche il dato riguardante le persone vittime di tratta internazionale.

Molte associazioni (tra cui HIAS e Asylum Access) e istituzioni anche religiose (Conferenza Episcopale Ecuadoriana tramite il la Missione Scalabriniana) promuovono un programma di attenzione e prevenzione su alcuni temi specifici inerenti la migrazione, la xenofobia, il razzismo, lo sfruttamento del lavoro ed il traffico di persone. Quest’azione congiunta avviene sia tramite eventi di sensibilizzazione e educazione che coinvolgono diverse platee (funzionari pubblici, scuole, organizzazione della società civile), sia mediante il costante lavoro di networking che ha permesso di creare reti anche extra nazionali per orientare le politiche pubbliche in tema di migrazione e tratta di esseri umani. L’attuale legislazione ecuadoriana infatti prevede che: una volta riconosciuto lo status di rifugiato, a queste persone viene concesso un visto da “no-migrante”.

Questo status giuridico comporta però l’impossibilità di ottenere la carta d’identità e di iscrizione al registro civile, comportando quindi la difficoltà di poter usufruire dei servizi pubblici (dai corsi di formazione professionale, educazione, salute) vedendosi quindi limitati nel godimento dei propri diritti e della possibilità di un’integrazione piena. La popolazione rifugiata si concentrata nel quintile socio-economico più povero della popolazione totale, quintile con la maggiore incidenza di malnutrizione cronica e carenze di micronutrienti, in particolare anemia. A questa situazione di emergenza, l’attuale governo Correa sta cercando di rispondere seguendo due direttrici: sia tramite la diffusione di strumenti di integrazione e di tutela legale per i rifugiati, attraverso l’approvazione di una nuova legge sulla movilidad humana (ormai in discussione da più di due anni in parlamento), sia tramite coinvolgendo il personale delle amministrazioni pubbliche in fori, convegni e formazioni che mirino allo sviluppo di una maggiore sensibilità e attenzione di quest’ultimi verso i temi della tratta internazionale di persone e rifugiati; la seconda, proponendo l’Ecuador come un paese mediatore tra i richiedenti asilo e paesi terzi disposti ad accogliere la popolazione sfollata.

INDICATORI MISURABILI:

In Ecuador secondo i dati ufficiali dell’UNHCR - Alto Commissariato Onu per i Rifugiati - pubblicati nel report annuale 2013 e nei documenti sullo stato dei rifugiati in Ecuador in aree rurali e della frontiera nord dell’ottobre 2014, si conta con:

¾ Ad oggi 172.706 persone richiedenti rifugio, delle quali solo 56.471 hanno ottenuto tale status.

¾ Il 23% dei richiedenti asilo sono bambini e adolescenti;

¾ 95% di questi richiedenti rifugio è colombiano, anche se allo stesso tempo si sono registrate domande di rifugio da cittadini provenienti da 70 paesi del mondo (Sud Africa, Kirghizistan, Bangladesh, Uzbekistan, Iraq, Afganistan);

(6)

¾ Nel 2013 la media di richiedenti rifugio è stata all’incirca di 900 persone per ogni mese (234 nella sola città di Quito);

¾ Il tasso di riconoscimento medio da parte del governo ecuadoriano dello status di rifugiato è del 13%;

¾ Circa il 50% delle domande presentate sono scartate per mancanza di documentazione o per vizzi di forma (senza che il caso sia quindi stato correttamente analizzato);

¾ 1800 sono i casi di “riallocamento” verso paesi terzi, soprattutto USA, Canada, Nuova Zelanda, Norvegia e Argentina, di persone che hanno ottenuto in Ecuador lo status di rifugiato;

¾ Di questi 1800 riallocamenti verso paesi terzi il 20% riguardava donne e bambini in situazione di rischio, il 28% vittime di tratta internazionale di esseri umani;

¾ Il 54% dei rifugiati o richiedenti asilo vive in aree Urbane (per lo più Quito, Lago Agrio, Esmeraldas) e il 46% in aree rurali;

¾ La popolazione rifugiata si concentrata nel quintile socio-economico più povero della popolazione totale ecuadoriana;

¾ Circa il 26% della popolazione rifugiata o richiedente asilo presente in Ecuador vive nel cono urbano di Quito;

¾ Di questo 26% 14.706 hanno già ottenuto lo status di rifugiato e 58.209 sono le sollecitudini non riconosciute;

¾ Ogni mese si registrano nella sola Quito 234 nuove domande di protezione internazionale, per un totale di 2808 in un anno;

¾ Settore di intervento del progetto: Buon Governo e Cittadinanza (FOCSIV - 116977)

L’ Ecuador vanta una centenaria storia di sfruttamento petrolifero e di risorse naturali. Secondo le ultime stime disponibili, nel 2013 è stato il 5° paese per la produzione di petrolio in Sud America, mentre dall’estrazione di materie prime come rame, oro e argento il governo attraverso l’impresa nazionale mineraria (ENAMI) ha previsto di ricavare 784 milioni di dollari l’anno. Di questi studi e previsioni ciò che più colpisce è che solo il 5% del territorio nazionale in questo momento viene sfruttato, rendendo così l’Ecuador uno dei più importanti paesi su scala globale come riserve di materie prime (il terzo a livello sud americano per quanto riguarda il petrolio). Come messo in evidenza dagli ultimi studi portati avanti dal governo Correa, buona parte di queste materie presenti sono all’interno della Selva Amazzonica e sulla costa. Proprio lo sfruttamento petrolifero all’interno della regione Amazzonica dell’Ecuador ha però dei fasti precedenti. A partire dal 1964 la multinazionale Chevron-Texaco ha iniziato le sue attività estrattive all’interno dell’Amazzonia, in quella che viene definita la zona rossa, che delimita il confine all’interno del quale si muovevano e tutt’ora si muovono le popolazioni Tagaeri e Taromenane, che sono popoli indigene non contattate. La complicità del governo e gli scarsi controlli ambientali dell’epoca hanno portato la Chevron, secondo stime fatte dai periti ambientali dell’associazione delle vittime, a risparmiare per ogni barile di petrolio circa $3. Il costo di questa modalità di lavoro è stata però la distruzione di uno dei luoghi dalla biodiversità più estesa di tutto il pianeta. Stando alle stime ufficiali, riconosciute dal tribunale di primo grado della città di Lago Agrio (i danni ambientali si sono infatti avuti all’interno della provincia di Sucumbios, di cui Lago Agrio è capoluogo) nel corso dei 28 anni di presenza della multinazionale all’interno della regione questa ha riversato all’interno del territorio amazzonico 16.8 milioni di galloni di petrolio (63.5 milioni di litri), riversato 18.5 milioni di galloni di acqua tossica (70 milioni di litri), bruciato all’aria libera, con una pratica illegale, più di 235 miliardi di metri cubi di gas, inquinando in totale una superficie di 480 mila ettari quadrati.

Soltanto durante il processo sono state scoperte 880 fosse contenenti l’acqua di scarto dei pozzi petroliferi (ma si stima che ne esistano molte di più), che hanno inquinato le falde acquifere e le acque usate per agricoltura e uso domestico nelle provincie a nord dell’Ecuador e di queste soltanto 133 hanno subito da parte di Chevron-Texaco dei lavori per la messa in sicurezza. Davanti a questa situazione, i partner del presente progetto operano per creare e riaffermare una coscienza verde in riferimento all’uso sostenibile delle risorse naturali e la possibilità di uno sviluppo inclusivo, integrale e non distruttivo delle ricchezze naturali, sociali e culturali del paese. L’associazione Selva Viva, che raggruppa le 30.000 vittime dell’inquinamento della Chevron Texaco, oltre a continuare la battagli legale (la Chevron infatti ha ardito ad un tribunale internazionale pur di non pagare i 9.5 milioni di dollari imposti nella sentenza ecuadoriana) coordina da Quito, sede delle istituzioni politiche ed economiche del paese, campagne di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione (anche grazie ai new-media) in tutto il Paese. A questa azione di informazione e sensibilizzazione, unisce l’attività di supporto e di formazione dei leader comunitari coinvolti nel processo contro la Texaco, attraverso riunioni trimestrali, un foro internazionale e giornate di sensibilizzazione.

INDICATORI MISURABILI:

La situazione dell’inquinamento in Amazzonia e del rischio per le popolazioni indigene ecuadoriane che vivono nella selva sono le seguenti:

¾ 9 popoli indigeni, vivono l’Amazzonia Ecuadoriana:

(7)

Nazionalità Indigena Provincia dove vivono

AI Cofán Sucumbíos

Secoya Sucumbíos

Siona Sucumbíos

Huaorani Orellana, Pastaza, Napo

Shiwiar Pastaza

Zápara Pastaza

Achuar Pastaza, Morona

Shuar

Morona, Zamora, Pastaza, Napo, Orellana, Sucumbíos, Guayas, Esmeraldas.

Kichwa Amazonia Sucumbios, Orellana, Napo y Pastaza

¾ 2 popoli indigeni non contattati (isolamento volontario) vivono all’interno del parco naturale dello Yasuni. Sono la Nazionalità Tagaeri e quella Taromenane;

¾ All’interno delle provincie amazzoniche ecuadoriani la popolazione indigena rappresenta il secondo gruppo etnico: 39.8% in Pastaza, 13.4% Sucumbios, 31.8% Orellana, 18.8% Morona Santiago, 15.6% Zamora e il primo nella provincia del Napo col 56.8%.

¾ Delle 6 provincie dell’Amazzonia Ecuadoriana, 4 di queste sono interessate dallo sfruttamento petrolifero (Sucumbios, Orellana, Morona Santiago, Pastaza) e una da quello minerario (Zamora)

¾ 30.000 vittime dovute all’inquinamento provocato dallo sfruttamento petrolifero all’interno dell’Amazzonia provocato in 28 anni di attività della Chevron-Texaco, nelle sole provincie di Orellana e Sucumbios;

¾ 63.5 milioni di litri di petrolio crudo riversati all’interno dell’Amazzonia;

¾ 70 milioni di acqua di scarto riversati dalle società petrolifere all’interno della foresta Amazzonica;

¾ 880 pozzi per il drenaggio dell’acqua di scarto trovati all’interno della Amazzonia, di questi solo 133 sono stati ripuliti;

¾ 9.5 milioni di dollari l’ammontare del risarcimento, non ancora concesso, previsto nella sentenza del 2013 contro la Chevron-Texaco.

¾ 10.900.000 visitatori totali sulla pagina web texacotoxico.org e 3.500.000 per quella chevrontoxico.com

¾ 15.090 persone seguono la pagina facebook della campagna Chevron Toxico;

I partner: per la realizzazione del presente progetto FOCSIV collaborerà con i seguenti partner:

• Nella sede Quito (FOCSIV - 73961), FOCSIV collabora con HIAS, un’associazione di livello internazionale che si occupa di rifugiati con lo scopo di integrarli pienamente nella società ecuadoriana per avere una vita autonoma e dignitosa che permetta loro di ritornare ad essere o, come in molti casi, incominciare ad essere cittadini liberi. Da più di 125 anni HIAS lavora su questo tema in diversi Paesi del mondo, quali Chad, Argentina, Austria, Bolivia, Venezuela etc. HIAS Ecuador, grazie ad un accordo firmato nel 2003, ha portato avanti il suo programma come agenzia sociale dell’ACNUR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in relazione alle problematiche inerenti il rifugio e l’allontanamento forzato dal proprio Paese della popolazione colombiana in Ecuador. In particolare dal 2006 ha implementato un programma di assistenza integrale rivolto ai rifugiati o richiedenti rifugio colombiani, dando loro assistenza psicologica, sociale ed umanitaria, informazione e orientamento e un programma di borse di studio DAFI (borse di studio rivolte ai rifugiati, in possesso di determinati requisiti, che vogliono realizzare studi universitari.) e attraverso la creazione di uno sportello ad hoc il CINOR (centro di informazione e orientamento). Nell’ambito di questa collaborazione, e in continuità di accordo pluriennale con FOCSIV, HIAS si è resa disponibile a realizzare progetti di impiego per il servizio civile.

• Nella sede Quito (FOCSIV - 61313), FOCSIV collabora tramite la Conferenza Episcopale Ecuadoriana con la Missione Scalabriniana dell’Ecuador alla tutela dei diritti delle persone in ambito di migrazione e rifugio. La Pastoral Social di Mobilità Umana e la Missione Scalabriniana,

(8)

articolazioni della CEE, si propongono di realizzare azioni che cerchino l’integrazione nella comunità di accoglienza di persone in situazione di rifugio, basata sul rispetto e sulla difesa dei diritti umani.Oltre che all’ambito di accompagnamento legale ai richiedenti asilo e rifugio, l’azione principale della missione scalabriniana si basa sull’assistenza sociale a 4000 persone in condizione di mobilità umana. In particolare le azioni sono finalizzate a sensibilizzare e promuovere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà nei confronti dei migranti nel rispetto della loro identità culturale e religiosa. A tal fine le attività avvengono sia all’interno delle strutture della missione, con un centro di prima assistenza psicologico e uno di attenzione al reinserimento lavorativo, sia all’interno di scuole e collegi, per lo più nella zona a sud di Quito, dove è alta la percentuale di bambini di nazionalità colombiana. In base all’accordo firmato nel 2002 con la Conferenza Episcopale Ecuadoriana, si realizzano progetti di impiego per il servizio civile in appoggio agli uffici della Pastorale Sociale di Mobilità Umana.

• Nella sede di Quito (FOCSIV - 120814) grazie ad un accordo biennale di cooperazione FOCSIV collabora con Asylum Access Ecuador. Asylum Access è una ong indipendente e laica nata nel 2005 con l’obiettivo di difendere realizzare i diritti della popolazione rifugiata in Africa, Asia e Latino America. Nello specifico le sue sedi operativi sono presenti in Tanzania, Tailandia, Messico, Panama e Ecuador. In Ecuador, Asylum Access, legalmente riconosciuta da parte del Governo Ecuadoriano, lavora dal 2007 su tutto il territorio nazionale ed in particolare nelle zone delle frontiera nord, quella con la Colombia, dove più forte è la pressione numerica della popolazione richiedente asilo e rifugiata. I servizi offerti da AAE, hanno come obiettivo quello che la popolazione richiedente asilo e quella rifugiata si in grado autonomamente di esigere l’applicazione e il rispetto dei propri diritti. Obiettivi generali di AAE sono:

1. I richiedenti asilo, possono accedere e procedimenti legislativi giusti ed efficaci, senza nessun tipo di barriera nell’esigibilità di tale diritti;

2. I richiedenti asilo siano perfettamente consapevoli, formati e capaci, di esigere l’applicazione e il rispetto dei loro diritti da parte delle autorità locali e nazionali.

3. I richiedenti asilo e i rifugiati, sono capaci di implementare strategie di resilienza, indipendenza economica e partecipazione sociale, culturale e politica.

• A partire dal 2014 AAE ha messo a disposizione di FOCSIV le sue sedi in Ecuador, en in particolare quella di Quito e di Lago Agrio, per la realizzazione di progetti di servizio civile.

• Nella sede di Quito (FOCSIV - 116977) partner del progetto di Servizio Civile è l’associazione Selva Viva, parte integrante dell’Assemblea delle vittime della Texaco e del Fronte Nazionale per la difesa dell’Amazzonia. Selva Viva nasce contemporaneamente alla creazione nel 1990 dell’assemblea delle vittime della Texaco come suo braccio giuridico e comunicativo a rappresentanza delle 30.000 persone che hanno subito un danno economico, sanitario e una lesione della propria cultura e del proprio modo di vivere, a causa dello sfruttamento petrolifero delle riserve amazzoniche effettuato dal gruppo Chevron-Texaco. Proprio grazie all’azione giuridica portata avanti dall’associazione dal 3 novembre del 1993 e sino alla sentenza definitiva di condanna da parte della Corte Nazionale di Giustizia del 12 novembre del 2013, l’associazione è riuscita a far condannare per crimine ambientale il gruppo petroliero Chevron-Texaco, obbligandolo a 9 milioni di dollari di risarcimento. Nonostante la storica sentenza, la Texaco non ha ancora versato la cifra obbligata, adendo ad arbitrati internazionali e rigettando pubblicamente la sentenza della Corte. In risposta alla reazione della Chevron-Texaco, Selva Viva porta avanti un’importante azione di comunicazione e di lobbying per creare una coscienza e una sensibilità ambientale diffusa, accompagnando le 30.000 vittime alla tutela del patrimonio, unico, di biodiversità della Selva Amazzonica Ecuadoriana. Dal 2014, l’associazione si è resa disponibile per la creazione di un partenariato con FOCSIV che veda impegnati giovani in servizio civile all’interno dei suoi programmi di difesa delle vittime e di promozione e informazione alla cittadinanza sulle tematiche ambientali.

Nel settore Diritti Umani e Sviluppo sociale FOCSIV interviene nel territorio di Quito (73961) con il partner HIAS con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 2720 persone che fanno domanda per l’ottenimento dello status di rifugiato.

Beneficiari:

¾ I beneficiari sono i familiari e/o le persone vicine alle persone colpite direttamente dal fenomeno della mobilità umana, pari a circa 10.000 persone

(9)

Nel settore Diritti Umani e Sviluppo sociale FOCSIV interviene nel territorio di Quito (61313) con il partner Conferenza Episcopale tramite la Missione Scalabriniana con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 5500 persone richiedenti asilo e/o rifugiati Beneficiari:

¾ I beneficiari sono i familiari e/o le persone vicine alle persone colpite direttamente dal fenomeno della mobilità umana, pari a circa 24.000 persone;

¾

Nel settore Diritti Umani e Sviluppo sociale FOCSIV interviene nel territorio di Quito (120814) con il partner Asylum Access con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 3500 persone richiedenti asilo e/o rifugiati

¾ 1.400 persone della comunità locale Beneficiari:

¾ I beneficiari sono i familiari e/o le persone vicine alle persone colpite direttamente dal fenomeno della mobilità umana, pari a circa 12.000 persone;

¾

I beneficiari sono i familiari delle persone della comunità locale formate su diritti umani e mobilità umana, stimate in circa 1.500 persone

.

Nel settore Buon Governo e Cittadinanza FOCSIV interviene nel territorio di Quito (116977) con il partner Selva Viva con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 300 leader comunitari, rappresentati delle 30000 vittime dell’inquinamento causato dalla Chevron- Texaco, formati e accompagnati legalmente,

¾ 1500 persone partecipano alla giornata mondiale Anti-Chevron, realizzata ogni 21 di maggio;

¾ L’attuale campagna nazionale e mondiale contro la Chevron-Texaco al fine di favorire una rapida e felice conclusione alla controversia legale, Raggiunge:

- 10.900.000 visitatori totali sulla pagina web texacotoxico.org e 3.500.000 per quella chevrontoxico.com

- 15.090 persone seguono la pagina facebook della campagna Chevron Toxico;

Beneficiari:

¾ 30.000 Vittime della contaminazione creata dalla Chevron Texaco nell’Amazzonia Ecuadoriana, oggi uniti nell’UDAP (Union de Afectados por Chevron-Texaco)

OBIETTIVI DEL PROGETTO QUITO (FOCSIV - 73961)

¾ Garantire assistenza psicosociale al 4% (2720 persone) delle persone con status di rifugiato o che hanno sollecitato tale status nella sola città di Quito.

¾ Garantire un servizio di assistenza medica ad 800 persone aventi lo status di rifugiato o che hanno sollecitato tale status nella sola città di Quito.

QUITO (FOCSIV - 61313)

¾ Garantire un programma di assistenza alimentare a 5500 persone fornendo kit alimentare di base.

¾ Garantire l’inserimento e l’integrazione all’interno delle scuole pubbliche a 500 bambini provenienti da famiglie di richiedenti asilo e/o rifugiati. (220 bambini e 280 bambine).

¾ Garantire un programma di inclusione sociale e lavorativa per 625 rifugiati attraverso la formazione e l’accompagnamento nelle fasi di apertura e gestione di piccole attività commerciali e nell’attiva partecipazione a gruppi di risparmio collettivi

QUITO (FOCSIV - 120814)

¾ Fornire supporto legale e formazione a 3500 persone richiedenti asilo dei quali 2000 sono nuovi richiedenti e il 50% sono donne;

¾ Garantire a 1400 persone formazione in tema di diritti umani e diritti legali attraverso i corsi proposti da Asylum Access Ecuador. Di questi il 70% sono richiedenti rifugio e 30% popolazione locale

¾ Assicurare un percorso di rafforzamento dell’autostima per 150 donne vittime di violenza di genere e rifugiate.

QUITO (FOCSIV - 116977)

(10)

¾ Ricerca e studio degli effetti causati dall’inquinamento petrolifero all’interno dell’Amazzonia Ecuadoriana e Brasiliana

¾ Fornire assistenza legale e formazione a 300 leader comunitari, rappresentati delle 30.000 vittime dell’inquinamento causato dalla Chevron-Texaco;

¾ Mantenere permanentemente accesa l’attenzione dei mass media nazionali e internazionali rispetto all’evoluzione della causa Chevron Texaco al fine di favorire una rapida e felice conclusione della controversia legale

COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.

QUITO (FOCSIV - 73961)

Azione 1: Attenzione Psicologica per 2720 persone, rifugiati e/o richiedenti asilo, una media di otto per giorno.

1. Apertura quotidiana di 1 sportello di attenzione psicologica che attende in media 8 richiedenti asilo al giorno;

2. Ideazione e elaborazione di opuscoli informativi da utilizzare come supporto all’interno dello Sportello di prima assistenza e distribuzione;

3. Interviste individuali per la valutazione sulla vulnerabilità dei soggetti richiedenti asilo e individuare le azioni da intraprendere;

4. Incontri mensili di assistenza psicologica per i 2720 richiedenti asilo e rifugio;

5. Fornire assistenza medica primaria per 800 rifugiati e/o richiedenti asilo;

6. Accompagnare 800 richiedenti asilo e cure medico presso le strutture mediche convenzionate;

7. Monitoraggio dei casi seguiti;

8. Sistematizzazione delle informazioni e aggiornamento database.

Azione 2: Attenzione legale per 2720 persone, rifugiati e/o richiedenti asilo, una media di otto per giorno.

1. Assistenza ai 2720 richiedenti durante il procedimento legale per il riconoscimento dell’asilo;

2. Accompagnamento burocratico nel processo di naturalizzazione ecuadoriana della popolazione avente diritto;

3. Accompagnamento legale per le 100 persone richiedenti il riallocamento verso paesi terzi;

4. Mediazione fra il Ministero delle relazioni esteriori e mobilità umana dell’Ecuador, e le sedi diplomatiche dei paesi Terzi (USA, Canada, Argentina) per la riallocazione dei richiedenti asilo;

5. Monitoraggio dei casi seguiti e della loro evoluzione presso il Ministero delle relazioni esteriori e mobilità umana;

6. Sistematizzazione dati e aggiornamento giornaliero della banca dati inerente i rifugiati che si rivolgono allo sportello.

Azione 3: Assistenza lavorativa, attraverso il CINOR, di 300 richiedenti asilo e rifugio per consentirne l’integrazione nel tessuto socio economico.

1. Riunioni mensili di pianificazione annuale e di valutazione;

2. Interviste individuali per la valutazione della capacità e delle esperienze lavorative in possesso dei 300 rifugiati;

3. Organizzazione e realizzazione di 3 cicli di corsi professionali (cucina, servizi) e preparazione opuscoli formativi per 300 richiedenti asilo;

4. Ricerca mensile di potenziali datori di lavoro e contatto con i datori;

5. Aggiornamento trimestrale del database datori di lavoro e creazione di un registro di rifugiati inseriti economicamente nel territorio;

6. Ricerca mensile di potenziali donatori di borse di studio (almeno 100 in un anno);

7. Aggiornamento trimestrale del database donatori.

QUITO (FOCSIV - 61313)

Azione 1: Sostegno umanitario per 5500 richiedenti asilo e/o rifugiati e integrazione per 500 bambini all’interno delle scuole.

1. Apertura quotidiana di 1 sportello di prima assistenza umanitaria (distribuzione kit alimentare) per 5500 persone in situazione di mobilità umana;

2. Ideazione e elaborazione di opuscoli informativi da utilizzare come supporto all’interno dello Sportello di prima assistenza e distribuzione;

3. Fornire attività di assistenza psicologica e legale per i 5500 casi annuali che richiedono l’intervento;

4. Individuazione di scuole private e pubbliche, nei quartieri più multietnici di Quito, dove sviluppare un progetto di integrazione e cultura della pace;

5. Realizzazione di attività mensile all’interno delle scuole per favorire una cultura della pace e dell’ospitalità;

6. Realizzazione di attività ludico-ricreative durante in fine settimana;

(11)

7. Monitoraggio e sistematizzazione delle attività svolte.

Azione 2: Assistenza lavorativa per 625 richiedenti asilo e rifugio per consentirne l’integrazione nel tessuto socio economico.

1. Riunioni bimestrali di pianificazione annuale e di valutazione;

2. Interviste individuali per la valutazione sulle capacità e esperienze lavorative dei soggetti richiedenti;

3. Organizzazione e realizzazione di 3 cicli di corsi professionali (cucina, servizi) e preparazione opuscoli formativi per 1400 richiedenti asilo;

4. Ricerca mensile di potenziali datori di lavoro e contatto con i datori;

5. Aggiornamento trimestrale del database datori di lavoro e creazione di un registro di rifugiati inseriti economicamente nel territorio;

6. Monitoraggio trimestrale sul registro dei rifugiati inseriti all’interno del mercato del lavoro;

7. Realizzazione di visite domiciliari bimestrali ai 625 rifugiati e/o richiedenti asilo coinvolti nel progetto;

8. Creazione di piccoli gruppi di risparmio, all’interno dei 625 rifugiati e/o richiedenti asilo coinvolti nel progetto;

9. Monitoraggio semestrale, sistematizzazione dei dati raccolti e verifica delle attività formative.

QUITO (FOCSIV - 120814)

Azione 1: Attenzione legale per 3500 persone, rifugiati e/o richiedenti asilo:

1. Assistenza ai 3500 richiedenti asilo durante il procedimento legale per il riconoscimento dell’asilo, di questi 2000 sono nuovi casi e i rimanenti casi del precedente anno di attività;

2. Accompagnamento burocratico nel processo di naturalizzazione ecuadoriana della popolazione avente diritto;

3. Accompagnamento legale per i richiedenti il riallocamento verso paesi terzi;

4. Formazione in ambito giuridico per 3500 richiedenti Asilo;

5. Monitoraggio dei casi seguiti e della loro evoluzione presso il Ministero delle relazioni esteriori e mobilità umana;

6. Sistematizzazione dati e aggiornamento giornaliero della banca dati inerente i rifugiati che si rivolgono allo sportello;

7. Monitoraggio e sistematizzazione dei dati.

Azione 2: Formazione e sensibilizzazione in tema di diritti umani e diritti delle donne per 1400 persone della comunità locale e rifugiata:

1. Tre riunioni di analisi e pianificazione per l’individuazione dei quartieri dove effettuare la formazione e sensibilizzazione in tema di diritti umani;

2. Realizzazione di 3 giornate evento preparatorie per coinvolgere e informare la comunità locale;

3. Elaborazione di 3000 opuscoli informativi da utilizzare come supporto all’interno dei delle giornate evento;

4. Pianificazione e realizzazione di 4 cicli di corsi di formazione su Diritti Umani e Mobilità Umana per 1400 persone;

5. Elaborazione di 350 opuscoli informativi sull’empowerment femminile;

6. Pianificazione e realizzazione di 2 cicli di formazione sulla violenza di genere per 150 donne;

7. Pianificazione e realizzazione di 3 cicli di corsi di formazione su diritti delle donne rivolto a 150 donne;

8. Realizzazione giornata evento per l’applicazione universale ed effettiva dei Diritti Umani in contesti di mobilità e presentazione del report prodotto durante il ciclo di formazione;

9. Monitoraggio e valutazione bimestrale delle attività, con stesura di relazioni.  

QUITO (FOCSIV - 116977)

Azione 1: Accompagnamento legale dei 300 leader comunitari rappresentanti l’assemblea delle vittime della Chevron-Texaco

1. Incontri mensili della durata di 1 giorno nelle comunità (provincia di Sucumbios e Orellana) e riunioni con i 300 leader comunitari;

2. 4 cicli di formazione giuridica sulle controversie legali in ambito ambientale;

3. 3 cicli di formazione sulla gestione pacifica delle controversie;

4. Stampa di 2000 dépliant da distribuire durante i cicli di formazione per i 300 leader comunitari;

5. Mappatura e individuazione degli attori sociali che condividano le istanze per la protezione della Selva amazzonica;

6. Incontri mensili per la costituzione di una piattaforma di dialogo (anche piattaforma on-line) con attori sociali e alleati strategici e definizione un’agenda comune per la difesa dell’Amazzonia;

7. Elaborazione di 1 documento finale sulle attività realizzate.

Azione 2: Sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sulla tutela della vittime e sul rispetto della biodiversità nella selva amazzonica.

1. Organizzazione e realizzazione della giornata mondiale “AntiChevron” del 21 Maggio, al fine di ricordare le vittime dell’inquinamento in Amazzonia;

(12)

2. Preparazione spot youtube e new media per pubblicizzare la giornata mondiale “AntiChevron”;

3. Ricerca, studio e analisi di casi di inquinamento ambientale e dei danni da questi creati, al fine di produrre materiale utile dal punto di vista legale e di incidenza politica;

4. Preparazione e implementazione di 2 campagne di mobilitazione che ricordino le vittime della Chevron-Texaco;

5. Manutenzione e gestione della pagine web texacotoxico.org e chevrontoxico.com, fondamentali nella sensibilizzazione e informazione continua a livello mondiale sul processo legale;

6. Gestione e implementazione (attraverso nuovi contenuti appositamente creati) delle pagine twitter e youtube;

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

QUITO (FOCSIV - 73961)

I volontari in servizio civile n° 1- 2 saranno impiegati nelle seguenti attività:

¾ Collaborazione all’elaborazione degli opuscoli informativi da utilizzare come supporto all’interno dello Sportello di prima assistenza;

¾ Affiancamento nella valutazione sulla vulnerabilità dei casi e sulle successive azioni da intraprendere;

¾ Collaborazione all’assistenza psicosociale di 2720 casi di persone richiedenti rifugio;

¾ Affianca l’equipe professionale nella prima valutazione medica dei rifugiati per derivarli, quando necessario, ai centri di primo soccorso pubblici

¾ Collaborazione nell’accompagnamento presso le strutture sanitari apposite di 800 richiedenti asilo;

¾ Partecipa alle visite di monitoraggio dei centri di prima accoglienza;

¾ Supporto alla sistematizzazione delle informazioni e dati raccolti;

Il volontario in servizio civile n° 3 sarà impiegato nelle seguenti attività:

¾ Collabora alla realizzazione della pianificazione annuale e partecipazione alle riunioni di valutazione;

¾ Partecipazione alle interviste dello sportello di assistenza lavorativa CINOR, 300 rifugiati in un anno;

¾ Supporto nel contatto di potenziali datori di lavoro con il fine di fornire ai rifugiati un impiego;

¾ Collabora nell’individuazione di 100 donatori di borse di studio per i rifugiati;

¾ Collabora nell’accompagnamento legale dei 2720 richiedenti rifugio;

¾ Accompagna il personale nella creazione delle 100 domande di riallocazione verso paesi terzi;

¾ Partecipa alla valutazione dei servizi di formazione professionale ai richiedenti asilo;

¾ Supporto alla sistematizzazione delle informazioni e dati raccolti.

QUITO (FOCSIV - 61313)

Il volontario in servizio civile n°1 svolgerà le seguenti attività:

¾ Collabora nell’implementazione e gestione ordinaria dello sportello aiuto umanitario;

¾ Collabora nella distribuzione dei 5500 kit alimentari durante l’anno di attività;

¾ Partecipano alle riunioni di coordinamento con i dirigenti scolastici per la definizione del programma annuale delle attività (POA);

¾ Collaborano nella realizzazione di 5 cicli di formazione per i bambini delle scuole primarie sulle tematiche di integrazione e interculturalità

¾ Collabora nella preparazione dei contenuti relativi alla realizzazione di 3 cicli di attività formative alternative, per favorire l’integrazione di 500 bambini all’interno di diversi istituti scolastici;

¾ Affiancamento nelle creazione di giornate ludiche nei fine settimana, rivolti minori;

¾ Supporta il monitoraggio e la valutazione delle attività svolte.

I volontari in servizio civile n° 2-3 svolgeranno le seguenti attività:

¾ Partecipa alle interviste alle famiglie richiedenti formazione e sostegno per l’avvio di piccole attività economiche;

¾ Supportano l’organizzazione di 3 cicli di incontro sulla gestione di piccole attività economiche;

¾ Affiancano nella realizzazione di visite domiciliari bisettimanali ai 625 rifugiati e/o richiedenti asilo coinvolti nel progetto;

¾ Collabora alla creazione di materiale informativo volto alla formazione professionale dei beneficiari del progetto;

¾ Affianca la realizzazione di piccoli gruppi di auto-risparmi che coinvolgono i 450 rifugiati e/o richiedenti asilo;

¾ Partecipa alle visite domiciliari trimestrali, all’interno della città di Quito, delle attività economiche o all’interno delle imprese dove lavorano i partecipanti al progetto;

¾ Partecipano alla stesura di un report finale di monitoraggio e valutazione delle attività.

QUITO (FOCSIV 120814)

Il volontario in servizio civile n°1 svolgerà le seguenti attività:

¾ Partecipa alle riunione necessarie per individuare i quartieri dove svolgere le attività di formazione e sensibilizzazione;

(13)

¾ Collabora nella realizzazione delle tre giornate di informazione e sensibilizzazione all’interno dei quartieri individuati;

¾ Partecipa alla creazione e stampa dei 3000 opuscoli da utilizzare durante le giornate di informazione;

¾ Partecipa alla realizzazione dei 4 cicli di formazione in ambito di diritti umani per le 1400 persone coinvolte nel progetto;

¾ Collabora alla realizzazione dei 350 opuscoli informativi sui diritti delle donne;

¾ Affianca la realizzazione dei due cicli di formazione sulla violenza di genere per 150 donne;

¾ Partecipa alla realizzazione di 3 cicli di formazione sull’empowerment femminile per 150 donne;

¾ Collabora alla realizzazione della giornata universale dei diritti umani e del migrante.

¾ Supporta il monitoraggio e la valutazione delle attività svolte.

Il volontario in servizio civile n°2 svolgerà le seguenti attività:

¾ Collabora nell’accompagnamento legale dei 3500 richiedenti rifugio;

¾ Accompagna il personale nella creazione domande di riallocazione verso paesi terzi;

¾ Affianca il personale legale nella ricerca, documentazione e valorizzazione dei documenti legali necessari al riconoscimento della protezione internazionale;

¾ Affianca il percorso legale nel loro rapporto con le istituzioni apposite per facilitare il buon esito della domanda di riallocamento;

¾ Collabora nell’ideazione e realizzazione dei corsi di formazione mensile in tema legale per i richiedenti asilo-3500 persone-;

¾ Collabora alla creazione e stampa dei documenti informativi da utilizzare all’interno delle giornate di formazione;

¾ Supporto alla sistematizzazione delle informazioni e dati raccolti.

QUITO (FOCSIV 116977)

I volontari in servizio civile n°1-2 svolgeranno le seguenti attività:

¾ Collaborano all’individuazione di attori sociali che condividono le istanze per la protezione della selva amazzonica;

¾ Affiancano negli incontri per la costituzione di una piattaforma di dialogo fra i vari attori sociali per la difesa della selva amazzonica;

¾ Collaborano nella creazione di una piattaforma on-line per la difesa dell’Amazzonia;

¾ Collaborano nelle fasi di indagine, analisi e studio dei delitti ambientali al fine di creare nuovo materiale da usare legalmente e nell’incidenza politica;

¾ Affiancano lo staff durante gli incontri periodici con le vittime e 300 leader, all’interno delle provincie di Sucumbios e Orellana;

¾ Collaborano nell’elaborazione e produzione di 2 campagne pubblicitarie per ricordare le vittime dell’inquinamento in Amazonia;

¾ Supportano la costruzione e la aggiornamento della pagina web ufficiale;

¾ Affiancano i comunicatori nella produzione di materiale audiovisuale e documentale da utilizzare all’interno della pagine web e youtube, legate alla campagna;

REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

QUITO (FOCSIV - 73961) Volontario/a n°1-2

¾ Preferibile formazione in Psicologia, Sociologia, Assistente sociale;

¾ Discreta conoscenza della lingua spagnola.

Volontario/a n° 3

¾ Preferibile formazione in Diritto, Scienze Politiche, Relazioni internazionali;

¾ Discreta conoscenza della lingua Spagnola QUITO (FOCSIV - 61313)

Volontario/a n°1

¾ Preferibile formazione in discipline inerenti le scienze sociali (scienze dell’educazione, pedagogia);

Discreta conoscenza dello spagnolo.

(14)

Volontario/a n° 2-3

¾ Preferibile formazione in Diritto, Scienze Politiche, Relazioni internazionali;

¾ Discreta conoscenza della lingua Spagnola QUITO (FOCSIV - 120814)

Volontario/a n°1-2

¾ Preferibile formazione in Diritto, Scienze Politiche, Relazioni internazionali;

¾ Discreta conoscenza della lingua Spagnola QUITO (FOCSIV 116977)

Volontario/a n°1-2

¾ Preferibile formazione in Scienze della comunicazione, informazione, o scienze politiche;

¾ Discreta conoscenza della lingua spagnola;

¾ Preferibile conoscenza di altre lingue (Francese e inglese).

¾ Preferibile capacità nell’utilizzo del web 2.0 (social network, costruzione e manutenzione pagine web);

(15)

ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

QUITO (FOCSIV - 73961)

¾ Disponibilità a lavorare durante i fine settimana, in occasione di campagne o eventi particolari;

¾ Attenersi alle politiche interne delle organizzazione, rispettando i codici di condotta sottoscritti dalle organizzazioni.

¾ Obbligo di partecipazione alle tappe di formazione intermedia e finale predisposte dall’ente di avvio (siano esse in Ecuador o in Italia)

QUITO (FOCSIV - 61313)

¾ Disponibilità a lavorare durante i fine settimana, in occasione di campagne o eventi particolari;

¾ Attenersi alle politiche interne delle organizzazione, rispettando i codici di condotta sottoscritti dalle organizzazioni.

¾ Obbligo di partecipazione alle tappe di formazione intermedia e finale predisposte dall’ente di avvio (siano esse in Ecuador o in Italia)

QUITO (FOCSIV - 120814)

¾ Disponibilità a lavorare durante i fine settimana, in occasione di campagne o eventi particolari;

¾ Attenersi alle politiche interne delle organizzazione, rispettando i codici di condotta sottoscritti dalle organizzazioni.

¾ Obbligo di partecipazione alle tappe di formazione intermedia e finale predisposte dall’ente di avvio (siano esse in Ecuador o in Italia)

QUITO (FOCSIV - 116977)

¾ Disponibilità a lavorare durante i fine settimana, in occasione di campagne o eventi particolari;

¾ Attenersi alle politiche interne delle organizzazione, rispettando i codici di condotta sottoscritti dalle organizzazioni.

¾ Obbligo di partecipazione alle tappe di formazione intermedia e finale predisposte dall’ente di avvio (siano esse in Ecuador o in Italia)

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

QUITO (FOCSIV - 116977)

¾ La possibilità, per motivi legati alla realizzazione del progetto, di spostamenti all’interno delle Provincie di Sucumbios e Orellana (precedentemente descritte). In caso di spostamenti l’attività avverrà sotto la supervisione dell’OLP e dopo aver preventivamente informato il Responsabile FOCSIV in Ecuador. Gli spostamenti saranno solo di pochi giorni e dovute alla realizzazione di attività puntuali

Riferimenti

Documenti correlati

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come

Azione 2: Formazione e sensibilizzazione in tema di diritti umani e diritti delle donne per 2000 persone della comunità locale e rifugiata:4. Tre riunioni di analisi e

Per quanto le ultime amministrazioni comunali abbiano avviano dei progetti di integrazione e di sviluppo di queste aree, sia attraverso la costruzione di infrastrutture,

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come

Aumentare l’accessibilità ai servizi di attenzione socio-riabilitativa da parte di persone con disabilità nella Provincia di Esmeraldas, attraverso l’estensione del programma

I volontari inviati da IBO Italia in Madagascar hanno preso parte alla vita della Casa, conosciuto la realtà dei bambini di strada del territorio e contribuito sia alla

I principi che contraddistinguono la UTEA sono: il rispetto dei diritti umani, le pari opportunità e l'autonomia; la costante ricerca della verità e della conoscenza,