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Il trasporto pubblico si muove

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febbraio/marzo 2017

25

di Anna Donati

In movimento

Il trasporto pubblico si muove

Arrivano

novità positive per gli per

autobus e treni locali

Buone notizie dal fronte degli investimenti per i mezzi nel trasporto pubblico locale:

programmate risorse per comprare nuovi autobus e treni. È uno studio di Cassa Depositi e Prestiti e Asstra - l’associazione delle aziende di Tpl - che fa il punto sullo stato del trasporto pubblico locale. I numeri dell’analisi sono la fotogra- fia della difficile situazione del parco mezzi. Sono gli autobus a rappresentare il caso più problematico: la loro età media è di 11,4 anni contro una media europea di sette.

Il numero dei mezzi è in costante discesa: siamo passati dalle 58mila unità del 2005 alle 50mila del 2015. Per la maggior parte i mezzi urbani sono ancora alimentati con il diesel (71%), cresce il metano (27%) ma l’elettrico e l’ibrido, messi insieme non supera- no il 2 per cento. Questo incide sulle emissioni: circa un quarto dei mezzi è ancora in classe euro 2 o inferiore, un altro 21% è euro 3, mentre i mezzi di ultima generazione sono solo il 27%.

Analogo ragionamento per i treni del trasporto regionale: la loro età media è di circa 19 anni. Troppo per mezzi con una vita utile di 25-30 anni. Per invertire que- ste tendenze, allora, servono investimenti che la ricerca quantifica nel dettaglio. Nei prossimi 17 anni occorrono 11,8 miliardi - 695 milioni l’anno - per portare gli autobus a un’età media di sette anni. Per il rinnovo e la messa in sicurezza del materiale rotabile, invece, servono 770 milioni ogni anno. Il totale del fabbisogno per i mezzi è di circa 1,4 miliardi annui. La ricerca calcola anche quanto costerebbe adeguare alle migliori pra- tiche europee le reti e infrastrutture di trasporto collettivo, come le ferrovie locali “ex concesse”, le metropolitane e le tramvie: servirebbero 2,5 miliardi l’anno. Sommando il fabbisogno per mezzi e reti, per i prossimi 17 anni, si arriva a 3,9 miliardi di euro l’an- no, uno sforzo notevole dal quale si attende un elevato beneficio per il sistema paese.

Questi investimenti, secondo lo studio Cassa Depositi e Prestiti e Asstra, potrebbero avere un forte impatto in termini di Pil aggiuntivo annuo stimato in 5,6 miliardi di euro di valore e indurre 137mila nuove unità di lavoro ogni anno, oltre al miglioramento della qualità della vita nelle città che una mobilità collettiva efficiente porta con sé.

Con l’ultima legge di Bilancio 2017, è stato finanziato un piano complessivo da 3,7 miliardi fino al 2033. Senza contare gli sforzi delle aziende, come il piano industria- le 2017-2026 del gruppo Ferrovie dello Stato, che prevede l’acquisto di 500 nuovi treni e 3mila autobus. Prima erano arrivati gli stanziamenti del Ministero Infrastrutture e Trasporti per le gare regionali autobus da 352 milioni (ma serve il cofinanziamento) e ora ha preso forma la gara nazionale da 255 milioni. Questi impegni economici decisi da Governo e Parlamento nella manovra portano a 1,1 miliardi l’anno fino al 2033 le risorse disponibili per ammodernare autobus e treni. Quindi, rispetto al fabbisogno stimato da Cdp e Asstra, le risorse statali mancanti ogni anno sono pari a 300 milioni, 100 dei quali per la parte autobus. Per la parte investimenti per le reti siamo invece molto indietro: ci sono risorse per le metropolitane da completare, per mettere in si- curezza le ferrovie regionali, c’è qualcosa per le tramvie, ma siamo ben distanti dai 2,5 miliardi/anno di fabbisogno stimato dallo Studio. Resta la preoccupazione che tutti gli stanziamenti programmati nei prossimi anni non vengano confermati dalle prossime manovre. Intanto però con la Legge di Bilancio 2017 qualche buona notizia per il tra-

sporto collettivo c’è. 

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