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La dimensione epigenetica dell’evoluzione Per gran parte del secolo scorso l’evoluzione dei viventi è stata studiata esclusivamente come il frutto della selezione naturale di mutazioni casuali del DNA

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Academic year: 2022

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Mauro Mandrioli è professore associato in genetica e docente di Genetica e Genetica Applicata presso il Dipartimento di Scienze  della Vita dell'Università di Modena e Reggio Emilia, dove coordina il Laboratorio Insect Genetics and Biosciences. I suoi principali  interessi di ricerca riguardano l'evoluzione del genoma di insetti e le interazioni che intercorrono tra simbionti batterici ed insetti  di interesse medico ed agrario. Ha pubblicato oltre 100 articoli su riviste e libri nazionali ed internazionali. 

 

La dimensione epigenetica dell’evoluzione 

Per gran parte del secolo scorso l’evoluzione dei viventi è stata studiata esclusivamente come il frutto della selezione naturale di  mutazioni casuali del DNA. Nel corso dell’ultimo decennio si è fatta progressivamente strada una nuova dimensione nello studio  dell’evoluzione data dall’epigenetica, secondo cui cambiamenti nella chimica del DNA e delle proteine ad esso associate possono  portare a variazioni del fenotipo, senza che vengano però alterate le sequenze dei geni. E’ oggi evidente che l’epigenetica ha avuto  una  funzione  molto  importante  nell’evoluzione  dei  viventi,  in  particolare  nell'adattamento  a  breve  termine  delle  specie,  consentendo una variabilità fenotipica reversibile e talvolta ereditabile all’origine delle “infinite forme bellissime” che noi oggi  vediamo.  

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