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XXIII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

VENERDÌ 15 OTTOBRE 1965

Presidenza del Vicepresidente SOTGIU indi

del Presidente CERIONI

INDICE

Disegni di legge: «Convalidazione del decreto del Presidente della Giunta regionale 25 maggio 1965, n. 12, relativo alla prelevazione di somme dal fondo di riserva per spese impreviste del bilan- cio per l'anno 1965» (1) e: «Convalidazione del decreto del Presidente della Giunta regionale 25 maggio 1965, n. 13 relativo alla prelevazione di somme dal fondo di riserva impreviste del bi- lancio per l'anno 1965» (2). (Discussione abbinata e approvazione):

SOTGIU 435

SERRA, relatore 437

PERALDA, Assessore alle finanze 438

(Votazione segreta) 439

(Risultato della votazione) 439

(Votazione segreta) 439

(Risultato della votazione) 439

Mozione concernente il programma di sviluppo del- PA.M.M.I., dell'E.N.E.L. e della Carbonifera Sarda (Continuazione della discussione):

TOCCO, Assessore all'industria e commercio . 413

CONGIU 427

ZUCCA 431

CARDIA 434

La seduta è aperta alle ore 10.

GHINAMI, Segretario, dà lettura del pro-

cessa verbale della seduta precedente, che è approvato.

Continuazione della discussione di mozione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione 'Congiu - 'Cardia Licio Atzeni - Pietrino Melis -

Manca sul programma di sviluppo dell'A.M.

M.I., dell'E.N.E.L. e della Carbonifera Sarda.

Per l'assenza dell'Assessore all'industria e commercio, che dovrebbe esprimere il parere della Giunta, sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 10, viene ripresa alle ore 10 e 35).

PRESIDENTE. Per esprimere il parere del- la Giunta ha facoltà di parlare l'onorevole As- sessore all'industria e commercio.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Signor Presidente, onorevoli col-

leghi, la discussione sulla mozione che ci inte—

ressa ha visto intervenire tutti i settori del 'Consiglio, direi in profondità, con un impegno politico proiettato verso il futuro da parte di tutti, che palesa una volontà precisa di porta re a soluzione il complesso problema che ab- biamo di fronte, che investe oggi l'A.M.M.I., le Ferroleghe, l'Alluminio e l'E.N.E.L. Questo problema, che è stato trattato in tutta la sua

Resoconti, f. 59 - s. 23 (1000)

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Resoconti Consiliari — 414 — Consiglio Regionale della Sardegna

V LEGISLATURA XXIII SEDUTA 15 OTTOBRE 1965

vastità nei suoi plurimi aspetti, dovrebbe esse- re riportato alle sue origini e al travagliato iter ,dei sui sviluppi. Da parte mia ci potrebbe e ci dovrebbe essere in merito una risposta cir- costanziata e precisa, se proprio 20 giorni fa in questa stessa aula non avessi già fornito, sugli stessi argomenti, rispondendo ad una in- terpellanza, ampie e dettagliate ,dilucidazioni.

Ritengo di aver detto allora quanto si poteva e si doveva dire, per cui oggi, in buona sostan- za, dovrei ripetere molte delle cose dette 20 giorni or sono, se non lo considerassi, oltre che inopportuno e inutile, irriguardoso per l'as- semblea.

Mi preme invece riaffermare che l'attuale Giunta regionale, fin dal suo insediamento, ha affrontato con la massima tempestività i pro- blemi che oggi si dibattono; e ciò ha fatto sia riallacciando i fili della discussione con Ministe- ri e organismi interessati, sia promuovendo in sede amministrativa e politica adeguate ini- ziative dirette alla risoluzione nei loro singo- li aspetti e nella loro gldbalità di quei pro- blemi, che, per comodità di espressione, abbia- mo denominato «Problemi del bacino minera- rio del ;Sulcis-Iglesiente». Mi è doveroso pre- cisare in proposito che a tal fine si sono avuti incontri a Roma, recentemente, con il Mini- stro alle partecipazioni statali, con il Ministro all'industria, con 'l'E.N.E.L. e con PA,.M.M.I.

Ed è nostra convinzione che tutti questi pro- blemi siano oggi avviati seriamente e concre- tamente verso la loro soluzione. E' chiaro pe- rò che tale soluzione non è facile, come del resto hanno rilevato i colleghi che hanno pre- cedentemente parlato; ed è chiaro altresì che siamo di fronte a problemi non di poca mole.

Per l'A.M.M.I., ad esempio, si tratta di un pro- blema ormai più che decennale, lontano nel tempo. Dico lontano nel tempo, proprio per sottolinearne le intrinseche difficoltà. L'A.M.

M.I. ha avuto la disgrazia di ereditare i più scarsi giacimenti minerari sardi, quelli di più difficile arricchimento, quelli di più difficile trasformazione, quelli — aggiungo — che le altre aziende operanti nell'Isola avevano fiutato di sfruttare. L'A.M.M.I., cioè, si è trova- ta di fronte a problemi tecnici rilevanti e com-

plessi, per risolvere i quali, indubbiamente, era necessario disporre più tempo di quello che sa- rebbe occoiso per- risolvere altri problemi ri- guardanti lo sfruttamento e l'arricchimento di

minerali coltivati da altre aziende. L'A.M.M.I.

dispone di un gruppo di tecnici che sino ad un mese fa andava in Olanda, andava in. Belgio,'an- dava in altre parti del mondo per studiare e dar vita a tutte quelle sperimentazioni che bisogna pur tentare e compiere prima di avviarsi sulla via della costruzione di costosissimi stabilimenti

utilizzando il pubblico denaro.

Per quanto attiene al problema della tra- sformazione dei concentrati in metallo, ritengo sia doveroso affermare che lo stàbilimento che si intende costruire sarebbe il secondo nel suo genere in Europa, e sarebbe fondato su prin- cìpi assolutamente nuovi, diversi da tutti quelli seguiti fino ad ora da altre aziende. Ecco per- chè, prima di procedere alla costruzione del nuovo impianto si è voluto attentamente riflet- tere e condurre gli studi più approfonditi. Vi sono, dunque, difficoltà di ordine tecnico e di ordine materiale, alle quali peraltro vanno ag-

giunte difficoltà sul piano burocratico e finan- ziario. Certo, si potrà obiettare, si poteva pro- cedere più speditamente, ma è indubbio, che il problema offriva, a differenza di altri, dif- ficoltà che dovevano essere attentamente sop- pesate. Comunque, ritengo si sia giunti ora alla fase risolutiva. E non mi pare si possa affer- mare, così come da taluno è stato affermato, che l'attuazione del programma di ,sviluppo del- l'A.M.M.I. non sia ancora iniziata. Questo pro- gramma, come peraltro è stato più volte dichia- rata, si articola intorno ad un indirizzo di ver- ticalizzazione dell'industria mineraria piombo- zincifera, che deve sboccare in quell'ormai fa- moso progetto di trattamento metallurgico dei minerali che prevede il passaggio dei fanghi al forno Werlez, con una capacità di produzione di 65 mila tonnellate di zinco metallico l'anno. Un ritmo produttivo. così intenso presuppone, ovvia- mente, il rifornimento costante dei complessi di trasformazione e quindi una conseguente atti- vità estrattiva e una intensa attività di ricerca.

Tutto ciò presuppone, ancora, una vasta opera

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di ristrutturazione dei cantieri minerali, opera che è tutt'ora in corso, sia sotto il profilo della impostazione della miniera come fonte di lavoro, sia sotto il profilo del totale rinnovamento degli impianti interni di miniera e di concentrazione dei minerali, sia infine sotto il profilo dell'in- centivazione, da parte del governo regionale, delle infrastrutture sociali della zona nella qua- le l'azienda opera. Naturalmente esisteva anche, ed esiste oggi, un problema di reperimento dei mezzi finanziari; su questo terreno, comun- que, onorevoli 'colleghi, si è rapidamente cam- minato. La predisposizione dei progetti per la produzione di alluminio e ferroleghe da parte della 'Carbosarda noi la riteniamo conclusa ; la teniamo conclusa anche se l'Amministrazione re_

gionale non ha avuto copia dei progetti dei due impianti. E la riteniamo conclusa perchè dopo alcuni incontri a Roma col presidente del- la Carbosarda, avvocato Sette, giovedì 7 otto- bre, abbiamo avuto a Cagliari un altro incontro con i dirigenti i quali hanno sottoposto alla Regione i progetti di massima dei due im- pianti.

In tale occasione si è lungamente discusso e si è determinata la quota dei contributi spet- tanti, a norma delle vigenti disposizioni, e si sono esaminate le modifiche che la Regione a-

vrebbe dovuto, in proposito apportare e che ha poi apportato giorno dopo con una sua delibe- ra, in vista del particolare impegno che la Re- gione medesima, per voce unanime dello stesso Consiglio regionale, ha assunto in questa ini- ziativa e della rilevanza che la stessa compor- ta in ordine ai successivi sviluppi produttivi in senso orizzontale. Preciso che il giorno 8 ottobre, la Giunta regionale ha votato in pro- posito una deliberazione, alla quale, è chiaro, dovrà far seguito una identica deliberazione della Cassa per il Mezzogiorno, relativa a quei contributi che non erano stati sufficientemen- te chiariti e calibrati nella loro percentuale.

Abbiamo comunque ottenuto dalla Cassa per il Mezzogiorno assicurazioni che tale delibera ver_

rà adottata, e che la stessa si salderà con la delibera regionale già adottata, per cui l'im- pianto dell'alluminio e delle ferroleghe potrà

essere rapidamente avviato nella sua realiz- zazione. E' vero che non vi sono i progetti ese cutivi, ma debbo precisare che l'impegno che la presidenza della Carbosarda ha assunto in proposito è preciso: nel momento stesso in cui si avrà la certezza che i contributi saranno per- fezionati nella loro globalità (anche cioè per quanto attiene alla Cassa per il Mezzogiorno), in quello stesso momento, sulla scorta...

CARDIA (IP.C.I). E quel momento quando sarà?

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Io non faccio di mestiere l'indovino e non posso dire quando cadrà quel momento.

In quello stesso momento — ripeto — si av- vierà la realizzazione degli impianti. La Car- bosarda ha dichiarato, in proposito, attraverso il suo presidente, che non appena la Cassa per il Mezzogiorno perfezionerà con un suo atto (che peraltro la Cassa ci ha assicurato di com- piere al più presto possibile) il suo contributo, si darà inizio ai lavori. Si comincerà sulla scor- ta dei progetti di larga massima, a mettere a punto i terreni, il che comporta lavori non di poco momento e che potranno già assorbire no- tevole manodopera in attesa che, come sta av- venendo, vengano perfezionati i progetti par- ticolari. Si è insistito, in modo particolare, Sulla messa in esercgzio cicala centrale del Sulcis. Non ci rimane quindi che da ribadire le notizie in nostro possesso, ufficiali, le quali annunciano che nel prossimo mese di novem- bre il primo gruppo dovrebbe andare in fun- zione. Ed è a questo punto che sento il dovere ed

il bisogno di dire con molta schiettezza che mi preoccuperei molto più del prosieguo che non dell'inizio della messa in funzione del primo gruppo della centrale. Non ci troviamo, infat- ti, dinanzi un periodo di penuria di energia elettrica;. si ha, anzi, penuria di industrie che assorbano l'energia elettrica prodotta dalla cen- trale del Sulcis. Questo, è chiaro, non infirma minimamente il fatto che la centrale elettrica debba andare avanti, e debba andare avanti il più rapidamente possibile, ma riporta il pro- blema nelle sue giuste proporzioni e probabil-

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Resoconti Consiliari — 416 — Consiglio Regionale della SaTdegna

V LEGISLATURA XXIII SEDUTA 15 OTTOBRE 1965

mente consente che sia messo in luce l'altro aspettò del problema, che è la più pronta co- stituzione, nel bacino minerario clél SiulcisA- glesiente, delle industrie di cui parliamo e di altre industrie delle quali ancora non parliamo, ma che non possiamo non prevedere e non au- gurarci che vengano a sorgere.

Tornando al problema dell'A.M.M.L, per quanto attiene al finanziamento sul quale qui si è discusso, come nella micrometrica esposizio- ne del collega Melis, particolareggiata fin nei minimi particolari, detto finanziamento sarà accordato dal CIS, che ha già dichiarato ammis- sibile il progetto presentato dall'azienda. Le azioni in corso, già richiamate nel rispondere ad una interpellanza, circa la copertura dei mezzi (finanziamento, contributi, aumento di capitale) vanno integrate con quelle dirette ad ottenere la più ampia base di approvvigiona- mento dei minerali ed il conseguente aumento delle capacità produttive, per fare sì che venga alimentata al massimo la potenzialità degli im- pianti garantendone il più proficuo esercizio, tenendo anche conto delle differenze mineralo- giche connesse all'aumentata base di approvvi- gionamento. Gli sforzi in questo senso si tra- ducono anche in una impostazione dei relativi programmi tecnici, impostazione che viene con- dotta dall'IASM, istituto voluto dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno e che 'tutt'ora, tramite una particolare commissione, è impegna- to nella determinazione di certi valori dello stabilimento numero 2 (cioè trasformazione dei concentrati in metallo) e anche dello sta- bilimento di arricchimento che dovrebbe sor- gere a Masua. Una voce si è levata ieri — mi pare fosse dell'onorevole Pazzaglia — a ricor- dare questo particolare, a fare una netta, giu- sta distinzione tra il primo impianto, quello di arricchimento, e il secondo impianto, quello di trasformazione. L'onorevole Pazzaglia ri- peteva affermazioni da me fatte in altra oc- casione, e cioè che bisognerebbe dedicare tutte

le nostre forze, prima e prioritariamente, alla realizzazione dell'impianto di arricchimento e successivamente a quello di trasformazione.

Ciò è teoricamente giusto. Ho sostenuto anche io in passato la stessa tesi e continuo a soste-

nerla tutt'oggi. Sennonchè, 'gli studi per la. pri- ma parte del problema, vale a dire per l'im- pianto di arricchimento (in particolare per il rifornimento dell'impianto che dovrebbe sor- gere a Masua) non possono essere disgiunti da- gli studi per l'impianto di trasformazione dei concentrati in metallo; e ciò perchè l'impianto di trasformazione deve essere alimentato so- prattutto con i concentrati Da ciò il legame inscindibile tra i due impianti, per quanto i tempi di realizzazione, evidente- mente, ed in ciò do ragione al collega Pazza- glia, possano e debbano essere diversi : prima l'impianto di trattamento, poi l'impianto di trasformazione.

Fino a qualche giorno fa trovavasi nell'Iso- la la Commissione dell'IASM, che ha visitato i giacimenti dell'A.M.MA. per accertarne la con-

sistenza e dare quindi un suo responso e parere, che si ritiene sarà quello definitivo sia per il primo impianto che per il secondo. Anche per il primo impianto, ovviamente, si dovrà dispor- re, a bocca di stabilimento, di quel minimo di minerale da trattare che legittimi l'insediamen- to di un complesso delle, dimensioni previste.

E la nostra fretta, che poi mi pare sia la fretta di tutti, per realizzare gli stabilimenti si scon- tra con difficoltà di ordine tecnico, non di ordi- ne politico, tanto da legittimare i laVori di una commissione, che fino a qualche giorno fa do- veva valutare addirittura l'effettiva consisten- za dei giacimenti Vi era in noi il convincimento, per quotidiana e ormai antica familiarità col problema, corredato dal parere generico dei tecnici, che quei giacimenti del- l'A.M.M.I. fossero sufficienti per legittimare la nascita di un impianto di trattamento e quin- di di trasformazione. Evidentemente, però, gli organismi che a queste operazioni devono pre- siedere hanno bisogno di indagini dettagliate come quelle condotte in quest'ultimo periodo.

A proposito di trasformazione, si è discusso se dovrà essere consortile o esclusivamente del- l'A.M.M.I. Taluno si è pronunciato per questa ultima soluzione. Posso affermare che politica- mente sarei anch'io perfettamente d'accordo con questa tesi, se non vi fosse di mezzo una

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elementare questione di migliori dimensioni a- ziendali, economiche, necessarie per legittimare senza dubbi l'investimento cospicuo che occorre per la creazione dello stabilimento; dimensioni che domandano una raccolta dei concentrati che l'AM.M.I. — oggi — non può, da sola, for- nire (e non può fornire; s'intende, se si tiene conto delle conoscenze che allo stato attuale si hanno dell'A.M.,M.I. non di altre conoscenze future che potrebbero anche dimostrare il con- trario di quanto oggi si afferma, si noti bene, da parte degli organi tecnici competenti). Im- pianto ,consortile quindi, stando alla precisa e diretta affermazione dei tecnici (e su questo terreno non sento di dover dimostrare il contra- rio, p'erchè non siamo in condizioni di dimo- strarlo). Stando alla precisa affermazione dei tecnici — dicevo — l'impianto dovrebbe essere consortile, affinché ne sia garantito, in termi- ni economici, l'approvvigionamento nelle di- mensioni ottime. Chi ,dovrébbe entrare a far parte del consorzio? Dovrebbe entrarne a far parte innanzi tutto FA.M.M.I., è chiaro, con il grosso della fornitura e del capitale; dovreb- be entrarne a far parte la Pertusola; dovrebbe

entrarne a far parte la stessa Monteponi-Mon- tevecchio. E' vero che fino a pochissimo tempo fa, la Montepòni-Montevecchio dichiarava di non voler entrare in questa combinazione, e noi non siamo a tal punto ingenui per non com- prendere le ragioni per le quali la. Monteponi-- Montevecchio poteva essere contraria all'im- pianto, consortile o no. Si tratta evidentemente di posizioni economicamente contrastanti. La nascita di un altro impianto di trasformazione non può essere certo vista molto bene da chi già da tempo esercita quella stessa attività. La Monteponi-Montevecchio, che tradizionalmen- te trasforma i suoi minerali col sistema elettro- litico e che dichiara di essere rimasta fedele a quel processo tecnologico, ha seguito due stra- de, per ritardare la costruzione dell'impianto di trasformazione (dell'A.,M.,M.I. Ha dichiarato tecnicamente difficile l'arricchimento dei mi- nerali dei giacimenti ,dell'AMMI ed ha de- nunciato l'insufficienza degli stessi giacimenti

ad approvvigionare l'impianto metallurgico. Ha

poi altresì dichiarato che non sarebbe mai en- trata a far parte del consorzio. La Monteponi- Montevecchio, dunque, ha sparato tutte le bor- date che poteva sparare perché l'impianto non si realizzasse. In questi termini, non vi è dub- bio, io ritengo che le cose siano state impostate, ma, come si è visto, l'opposizione della Monte- poni-Montevecchio non ha raggiunto il suo o- biettivo, perché l'impianto, a dispetto di questa opposizione, si farà, voglia o non voglia la Monteponi-Montevecchio divenire terzo elemen- to Costitutivo dell'azienda. Come sostenevo gior- ni ,or sono e continuo a sostenere oggi, la Monte- poni-Montevecchio lotterà contro la costituzione

degli impianti finché ciò sarà possibile; ma non c'è dubbio che nel momento stesso in cui sarà scontata la costruzione dell'impianto di arric-

chimento, la Monteponi-Montevecchio entrerà certamente nella combinazione. Non voglio far l'indovino, ma questa è una :induzione logica 'e- lementare, e la logica non è l'arte degli indovini.

La Monteponi-Montevecchio, dunque, certa- mente entrerà nella combinazione, perché ha bisogno, nella logica delle cose concrete, di es- sere dentro questo complesso e non può che temere di rimanerne fuori. A che punto oggi sono le cose credo :di averlo precisato : l'ANIMI, entro un mese dovrebbe essere in possesso dei giudizi difinitivi che acquisirà l'IASM, l'Isti- tuto al cui giudizio la Cassa per il Mezzogiorno condiziona il suo contributo finanziario. Da quanto finora è avvenuto abbiamo motivo di ritenere che le conclusioni alle quali giungerà l'IASM saranno positive, e di conseguenza, così come è stato preannunciato, alla fine di novembre o probabilmente anche con 15 o 20 giorni di ritardo, noi approderemo alla fase de- finitiva del problema.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CERIONI

(Segue TOCCO) E qui, onorevoli colleghi, si

presenterà di fronte a noi il problema finan- ziario : di fronte a noi e di fronte agli altri che dovranno occuparsene operativamente: Su tale problema però non esistono oggi nè possono esi- stere, acquisita la bontà dell'iniziativa, dei

dubbi.

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— 418 — Consiglio Regionale della Sardegna Resoconti Consiliari

V LEGISLATURA XXIII SEDUTA 15 OTTOBRE 1965

Conclusa questa prima disamina, posso ora passare al capitolo della Carbosarda, che co- stituisce anch'esso, in questa discussione, un aspetto saliente deI più vasto problema del Suleis. Gli indennizzi, si è detto, non sono stati ancora stabiliti, e questo è vero: ebbi modo di dirlo 20 giorni fa, quando rilevai che l'Ufficio tecnico erariale, che deve stabilire l'entità de- gli indennizzi, stava ancora elaborando le ne- cessarie stime. Ma non mi pare che si possa legare la valutazione dell'Ufficio tecnico era- riale alla costruzione degli impianti dell'allu- minio e delle ferroleghe, che sono stati già ap- provati tanto nell'aspetto programmatico, da parte del Ministro alle partecipazioni statali con la deliberazione del 2 agosto del 1963, quan- to, per profili connessi al Piano di rinascita, dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, prima nella seduta del 24 luglio del 1964, e da ultimo nella seduta del 17 marzo 1965, quanto, infine, per l'aspetto energetico dal competen- te Comitato ministeriale che ne ha dichiarato la qualifica di autoproduttore (della quale lo impianto aveva assoluto bisogno) nella riunio-

ne del 19 giugno 1964. Lo studio della utilizza- zione chimica dél Sulcis nel progetto redatto, per incarico della Regione, dalla Zimmer di Francoforte, così come ho avuto occasione di dire 20 giorni fa (e non ho ulteriori altre no- tizie da poter offrire a questa onorevole assem- blea) è ora all'esame del Ministero delle par- tecipazioni statali, al quale la Regione stessa lo ha trasmesso dal febbraio del 1964. E' stata a tal fine nominata un'apposita commissione, do- ve la Regione è rappresentata dal professor Renato Turriziani, dell'Università di Cagliari, commissione che, per altro, allo scadere dell'e- sercizio finanziario, non è stata rinnovata per difficoltà frapposte dagli organi finanziari e dagli organi di controllo.

Devo ora dedicare qualche parola all'E.N.E.L., che ha costituito, anch'esso, argomento impor- tante di queste nostre odierne fatiche, per po- ter poi concludere. L'interpellanza dell'onore- vole Zucca, che ripropone il problema dell'as- sorbimento da parte dell'E.N.E.L. delle mae- stranze; oltre che i problemi di Carbonia nella

loro interezza, mi pare non abbisogni di molti commenti. Le cose ora procedono alla luce del sole, ed io cose nuove, onorevoli colleghi, oltre ai fatti a voi tutti noti, non posso dirne. Dirò soltanto, poche parole per quanto attiene allo assorbimento della totalità dei dipendenti, u- nanimemente sostenuto da tutti gli organi del- la Regione, e soprattutto dalla Giunta regio- nale (in tempi peraltro nei quali io non ne fa- cevo parte). Tale assorbimento, sotto certi a- spetti, non è avvenuto nella misura in cui era stato solennemente previsto e promesso. Questo è vero. Ma ci sostiene la ferma convinzione che tale assorbimento avverrà; avverrà perchè con dichiarazioni pubbliche, che io non voglio ri- cordare nei particolari, il Ministro interessato, anche recentissimamente, ha ribadito la sua vo-

lontà esplicita, e quindi la volontà del Governo centrale, di vedere assorbiti dall'E.N.E.L. tut- ti i dipendenti della Carbonifera Sarda. Su tale punto, dunque, la volontà politica è chiara, precisa e senza equivoci di sorta, ed io credo che su questo terreno nessuno possa fare ap- punti o sollevare doglianze alla Giunta, o al Governa, nè possa accusare l'una o l'altro di.

difetto di chiarezza. La questione, dopotutto, non teme una disamina o una verifica. Certo, non sarò io a negarlo, è sorto un problema di procedura e un problema di sostanza. Questi problemi sono sorti, ma permettetemi di dire che io mi meraviglio della meraviglia dell'ono- revole Zucca, il quale sostiene sia stato l'ENEL, evidentemente con malizia, a stendere una deli- bera che poteva essere intimata. Ma l'onore- vole Zucca non ha certo inventato la polvere da sparo, perchè credo che possiamo essere tutti sostanzialmente d'accordo nel temere. che quella delibera dell'ENEL sia stata condita con un piz- zico di malizia. Tuttavia non sono capace di far- mi prendere dalla volontà scandalistica, che pa- re ispirare l'onorevole Zucca e altri colleghi della minoranza. Non permetto che questa vo- lontà scandalistica sovrasti il mio senso critico e si impossessi di me.

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Ma nessuno ha minac- ciato scandali, è stato solo denunciato un fatto.

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TOCCO (\P.S.I.), Assessore all'industria e

commercio. Era scontato che l'ENEL avrebbe

fatto di tutto per avere il minor carico possi- bile di spese, comprese quelle riguardanti il per- sonale. Aggiungo che, da un certo punto di vi- sta aziendale, la posizione dell'E.N.E.L., che è un .ente economico, non deve sorprendere. Ma tralasciando l'esame dei casi generali e il pro- tileMa della logica del profitto e della dimen- sione degli enti e scendendo nel nostro preciso e arroventato caso particolare, debbo chiara- mente, inequivocabilmente affermare che per la Giunta regionale, per chi parla, per le forze politiche che in tale 'Giunta si esprimono, tutti i dipendenti, dico tutti i dipendenti della Car- bo"sarda devono essere tutti assorbiti dall'EN EL. Ciò deriva da una scelta politica precisa, fatta e operata da noi Sardi, in Sardegna, e che noi stessi abbiamo imposto e certamente imporremo' al' Governo centrale. La nostra scel- ta politica non ci autorizza a gridare allo scan- dalo ove ci si accorga o si tema che un ente, nella specie l'ENEL, tenda a mantenere i suoi costi economici entro certi limiti fissati al di fuori del problema della Carbosarda. Noi — sia chiaro — combattiamo decisamente questo principio di mera finalità aziendale e ci bat- tiamo a tutti i livelli per impedire che nel caso concreto del Sulcis questo principio venga por- tato alle estreme conseguenze, cioè alla esclusio- ne dell'assunzione nell''ENEL degli operai di Carbonia. Però la tendenza dell'ENEL ad im- postare in termini economici il suo bilancio e la sua gestione aziendale non è così straordi- nariamente peccaminosa come la si è voluta presentare. Noi crediamo, peraltro, che la vo- lontà nostra, della Giunta regionale, la volontà

unanime del Consiglio su questo terreno, la vo- lontà conclamata del Governo centrale e dei Ministri interessati su questo argomento, cer- tamente condurrà al solo porto al quale è oggi possibile approdare: cioè all'ingresso nell'EN EL di tutti i dipendenti della Carbonifera Sar- da. Questo ci sembra doveroso precisare, riba- dendo ancora una volta la nostra volontà poli- tica che su tale punto non ammette dubbi, nè tentennamenti di sorta.

L'onorevole Licio Atzeni ha dichiarato che

il trattamento economico dei dipendenti della Carbosarda è più precisamente una questione di ordine sindacale. Ciò non esclude, tuttavia, che questo consesso possa dare un giudizio su questo argomento. E del resto il Consiglio ha già dato un giudizio ed è un giudizio favorevole agli operai di Carbonia, ed io su ciò non mi di- ,perchè sfonderei porte aperte. Vi sono infatti dichiarazioni pubbliche fatte dal Pre- sidente della Regione, dall'Assessore all'indu- stria che mi ha preceduto, dalla Giunta glo- balmente, dal Consiglio regionale. Non sfon- diamo quindi porte aperte; siamo tutti d'accor- do che il trattamento da riservare a coloro che partecipano in misura preponderante alla pro- duzione di energia elettrica deve essere il trat- tamento degli elettrici. Su questo non vi è dub- bio. Voglio però richiamare l'attenzione dei 'miei onorevoli amici e colleghi su una circo- stanza precisa, e cioè sull'incontro che il 15 di settembre di quest'anno si è tenuto a Roma presso la direzione centrale 'del personale del- l'ENEL.

A tale riunione hanno partecipato i rappre- sentanti di tutti i sindacati, della Federazione Italiana Lavoratori Industrie Estrattive, con i signori Manera, Crisma, Giovannetti e Pedani, della Federestrattiva con i signori 'Craviotto Biagioli, Chiappella e Borghero, dell'Unione Italiana Lavoratori Miniere e Cave con il dottor Bacci e il signor Yapadre. Partecipava alla riunione anche una delegazione di lavoratori in rappresentanza del personale della Società Mineraria Carbonifera Sarda, trasferito allo ENEL, e costituita dai signori Ennas, Pisched-

da, Congiu e Sirigu. Dall'altra parte del ta-

volo sedevano i rappresentanti dell'ENEL. I

rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto la

regolamentazione del rapporto di lavoro di

tutti i dipendenti dell'ENEL «addetti ad atti-

vità mineraria» attraverso la stipulazione di

un apposito contratto di lavoro, che non è,

evidentemente, il contratto di lavoro degli elet-

trici. Nell'attesa che possa aver luogo la stipu-

lazione del nuovo contratto, hanno chiesto la

erogazione agli interessati di una somma men-

sile pro capite e soltanto in linea subordinata

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Consiglio Regionale della Sardegna

V LEGISLATURA XXIII SEDUTA 15 OTTOBRE 1965

Resoconti Consiliari — 420 —

la revisione, per i lavoratori provenienti dalla Carbosarda, dei vigenti patti integrativi. In sostanza si è chiesta un'integrazione dei vigenti patti integrativi, che, secondo quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro per gli addet- ti all'industria mineraria, sono demandati alla trattativa aziendale. In altre parole i sindaca- listi hanno domandato delle trattative aziendali, sul terreno del contratto, però, dei minatori.

Cito i risultati di questa riunione, onorevoli col- leghi, perchè essi pongono problemi di respon- sabilità e invitano ad un riesame critico di tutto l'operato sin qui svolto a favore dei minatori.

In prospettiva — voglio dire — i problemi si pongono in termini alquanto diversi da come invece sono stati enunciati, anzi denunciati, in questa assemblea. Vi è da dire che, al di là della tutela settoriale di categoria, questa as- semblea .ha affrontato tali problemi in termini più giusti e su questa strada, politicamente tracciata, si deve camminare. Ma è chiaro che anche le organizzazioni sindacali devono rico.

noscere le loro debolezze e correggere generosa•

mente il loró tiro, perchè certe impostazioni schiano di portare nella discussione incertezza, confusione, esitazioni, che certo non facilitano la risoluzione rapida, chiara, pulita del pro- blema.

Per quanto attiene al problema da più parti sollevato in questo consesso, della gestione di-

retta da parte della Regione della produzione e della distribuzione dell'energia elettrica, dovrei ripetere le considerazioni critiche che già altre volte sono state avanzate sul fatto che la Regione Sarda su questo terreno, a differenza della Regione Siciliana, non ha camminato. Va detto, tuttavia, che avendo ravvisato nella condotta dell'ENEL, oltre che una evidente mancanza di • considerazioni dei moventi politico-econo- mici che ispiravano le nostre richieste — non abbiamo nessuna difficoltà ad ammetterlo — anche il mancato riconoscimento dei validli titoli costituzionali della Regione; avendo rav- visato anche un chiaro contrasto con le norme di legge, il provvedimento con il quale l'ENEL ha rigettato la richiesta della Regione è stato impugnato. Non è stato iniziato l'esame presso

il Consiglio di Stato del nostro 'ricorso, ma la Regione è convinta della bontà delle proprie tesi, anche per la recentissima decisione, di cui io ho copia, relativa all'ESE (Ente Sici- liano Elettricità), decisione che, intervenuta

in una situazione alquanto diversa da quella dell'ENSAE, dal punto di vista giuridico pre- senta una tale analogia da poter far arguire che esiste tra i due problemi un sostanziale nes- so. Aggiungo che noi riteniamo carente l'azio- ne dell'E.N.E.L., circa le consultazioni previ- ste dalla legge istitutiva. E' stata, però, ferma e decisa 'l'azione rivendicativa che è stata por- tata avanti dalla Regione con la necessaria tempestività.

Mi pare opportuno 'ricordare che la Re- gione, in data primo ottobre 1963, presentava all'ENEL una domanda intesa ad ottenere la concessione delle attività elettriche nel terri- torio sardo a favore dell'ENSAE. Il consiglio di amministrazione dell'ENEL, cón delibera- zione del 29 settembre del 1964, n. 1670, re- spingeva la domanda della Regione principal- mente perché l'ENSAE non si troverebbe nelle condizioni previste dall'articolo 4 numero 5 del- la legge istitutiva dell'ENEL. La Regione, con atto notificato il 19 gennaio 1965, ha impugna- to avanti il Consiglio di Stato il suddetto prov- vedimento dell'ENEL, chiedendo l'annullamen- to per questi motivi: a) - violazione di legge

dipendente dall'omissione della richiesta del parere obbligatorio della Regione, prescritto dal terzo comma del suddetto articolo 4, numero 5 della legge 1943; b) - violazione di legge per la mancata richiesta della autorizzazione mini- steriale prescritta dal comma primo del citato articolo 4 al numero 5; e) - violazione di legge per difettosa interpretazione del predetto ar- ticolo 4 al numero 5; d) _ eccesso di potere e difetto di motivazione. Il giudizio, in cui la Regione Sarda è rappresentata dal professor Gasparri, pende tuttora avanti il Consiglio di Stato.

)Sulla base della recentissima decisione del 5 maggio - 17 settembre 1965, numero 544, della quarta sezione del Consiglio di Stato, che, in accoglimento al ricorso presentato dalla Regio-

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ne Siciliana, ha annullato il provvedimento del- l'ENEL con il quale questo aveva denegato la concessione all'Ente Siciliano di Elettricità del- le attività elettriche in Sicilia, e soprattutto sulla base della sua motivazione di diritto, noi rileviamo che la legge istitutiva dell'ENEL, nell'attribuire a questo ente il monopolio delle attività elettriche e nel prescrivere il trasferi- mento a suo favore delle imprese esercenti tali attività, ha stabilito due categorie di esen- zioni: l'una per le imprese autoproduttrici (è il caso dell'alluminio con la sua centrale) e per le piccole imprese produttrici, l'altra per le imprese degli Enti locali e delle Regioni a Sta- tuto speciale, nonchè per alcuni enti nominati- vamente ed espressamente indicati. Le imprese degli Enti locali e delle Regioni possono prose- guire la loro gestione come concessionarie del- l'ENEL, in base ad un rapporto di concessione amministrativa di esercizio. La facoltà di scel- ta tra il regime di concessione ed il trasferi- mento dell'ENEL di tali imprese è conferita non all'ENEL, ma agli Enti 'locali e alle Ammi- nistrazioni regionali. Il rilascio della concessio- ne alle imprese degli enti anzidetti è espressa- mente subordinato alla autorizzazione, e cioè al preventivo controllo ,dél Ministro all'indu- stria inteso ad accertare che l'esercizio di at- tività 'elettriche da parte delle suddette imprese non pregiudichi il conseguimento dei fini gene- rali, in vista dei quali è stata disposta la na- zionalizzazione del settore. Il provvedimento del Ministro è determinato per l'ulteriore corso della procedura, sia in caso negativo, non po- tendosi in tale ipotesi farsi luogo alla conces- sione per difetto di un presupposto legale, va-

le a dire per mancanza della 'autorizzazione, sia in caso positivo, dovendosi escludere che lo E.N.E.L. possa sovrapporre 'la sua valutazione a quella del Ministero competente.

La 'concessione, di conseguenza, è subordina- ta a due sole condizioni: la presentazione delle domande in termini e la preventiva autorizza- zione ministeriale da darsi all'Ente locale o

regionale e non già all'ENEL. Ricorrendo que- ste due condizioni, la concessione non può es- sere negata.

In difetto di autorizzazione ministeriale, e

più precisamente di una formale ed espressa pronunzia del Ministro all'industria sulle do- mande di concessione, ogni deliberazione in me- rito dell'ENEL è viziata di illegittimità, e mi pare che ciò lo abbiamo ricordato nel ricorso, sia .per omessa osservanza del procedimento descritto, essendo mancato il preventivo inter- vento del Ministro per l'industria, sia perchè la deliberazione viene emessa in 'base ad una valutazione di merito circa l'utilità della concessione e la sua compatibilità con gli scopi della riforma, valutazione che, per legge, è riservata al giudizio discrezionale del Mi- nistro e sottratta, dunque, chiaramente, alla competenza dell'ENEL. Per tutte queste ragio- ni sussistono evidentemente fondati motivi di

ritenere che il ricorso della Regione venga ac- colto 'e che conseguentemente il provvedimen- to dell'ENEL, con cui è stata respinta la do- manda di concessione ,all'ENSAE dell'esercizio 'di attività elettriche in Sardegna, venga an- nullato.

Per quanto attiene alle consultazioni, sulle quali, mi pare, qualche collega, non ricordo se il collega Zucca o 'il collega Manca, si è intrat- tenuto, mi è gradito ricordare che il 13 scorso mese la Presidenza della Giunta regionale ha indirizzato all'onorevole Ministro per l'indu- stria e il commercio in Roma la seguente let- tera: «Oggetto: conferenza per 'la consulta- zione delle Regioni previste dall'articolo 3 nu- mero 7 della legge 6-12-1962, numero 1643.

Come è noto, l'articolo 3 numero 7 della legge 6 dicembre 1962, numero 1643, istitutiva del- l'Ente nazionale per l'energia elettrica, pre- vede delle periodiche conferenze per la consul- tazione di rappresentanze locali ed economi- che, ed in particolare delle Regioni, degli Enti locali, delle organizzazioni sindacali e dei cor- pi scientifici, al fine, evidentemente, di assi- curare la massima rispondenza della politica e dei programmi dell'Ente alle obiettive esigenze di un equilibrato sviluppo economico del Pae- se. Considerato che la situazione economica del- la Sardegna nella sua attuale fase evolutiva, richiede l'urgente esame e la conseguente va- lutazione, nell'interesse dello sviluppo econo- mico-sociale dell'Isola, dei programmi annuali

Resoconti, f. 60 - s. 23

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e pluriennali formulati dall'ENEL e della po- litica tariffaria determinata da questo ente, si prega l'Eccellenza Vostra di voler cortese- mente intervenire per ottenere, dal Comitato dei Ministri, la consultazione della Regione Sarda agli effetti della anzidetta valutazione.

In attesa...» ecc. La lettera è diretta al Mini- stro d'elllindnstria e commercio competente in materia. Quindi ci pare che in proposito...

MANCA (P.C.I.). L'avrà cestinata?

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Io non credo, onorevole Manca, che ci si trovi in presenza di Ministri che ,ar- rivino a questo punto. Se vogliamo fare delle battute, facciamole pure, ma forse la sua non può considerarsi neppure una battuta trop-

po efficace.

MANCA (P.C.I.). Ho assistito, in passato, alla replica di un Assessore il quale di queste lettere ne ha presentato una cinquantina .e proprio sulla questione di Carbonia.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Io posso dirle ciò che allo stato at- tuale delle cose è avvenuto. Che cosa il Mini- stro farà, io non lo so ancora, e se il Ministro non darà ascolto alla nostra lettera, noi avre- mo la forza e la costanza per insistere sulle no- stre posizioni. Posso assicurare il collega Manca che questo noi faremo.

Forse con questo mio intervento non ho sod- disfatto i miei onorevoli contraddittori, stratori della mozione e della interpellanza, ed

in particolare l'onorevole Zucca; ma credo di aver dato al Consiglio tutte le dilucidazioni che potevo e dovevo fornire. Mi rimane da tratta- re un ultimo argomento; quello relativo alla utilizzazione chimica del carbone Sulcis. Ri- cordo (è una minestra sufficientemente riscal- data, me ne rendo conto) che nel quadro del

processo di sviluppo industriale del settore chi- mico, che già da tempo addietro si profilava, con visione preordinata e anticipatrice, come uno dei fondamentali della struttura produtti- va isolana, furono avvertite le possibilità di

una integrazione tra procedimenti trasformato- ri e sfruttamento delle risorse locali, in primo

luogo, del Carbone Sulcis. Era, d'altra parte, una enunziazione programmatica chiaramen- te formulata come una delle direttive della

politica economica delle Giunte regionali. U- na serie di contratti, che risalgono al 1959, perfezionati nel 1960, condusse la Giunta re- gionale, nella seduta del 29 novembre del 1960, a deliberare di assumere a carico del bilancio regionale, e a sensi del decreto legge numero 6 del 6-4-1954, il 50 per cento della spesa pre- ventivata in 30 milioni per la effettuazione di

uno studio da parte del gruppo industriale Zimmer di Francoforte sul Meno, circa la utilizzazione del carbone del Sulcis. Lo studio si doveva articolare, come i colleghi certamen-

te ricordano, in alcune tappe fondamentali:

conoscenza delle miniere del Sulcis e preleva- mento ed analisi di campioni, esperimenti di flottazione, esperimenti di distillazione, espe- rimenti di elaborazione del coke, elaborazio- ne di un piano industriale ed economico per l'arricchimento del carbone e per gli annessi impianti chimici, riguardanti in particolare l'utilizzazione degli idrocarburi liquidi, la uti-

lizzazione del metano, o la sintesi ammoniacale della urea e della melanina, e del CO2 e dello 1120, la trasformazione del fenolo, la pro- duzione di poli-propilene.

Lo studio fu consegnato nel corso del 1962 ed il relativo contributo pagato dopo che il Comitato regionale delle miniere, l'organo com- petente in proposito, nella seduta del 18 lu- glio del 1962, aveva espresso il proprio parere positivo in ordine alla rispondenza dello studio stesso, metodologicamente e tecnologicamente, al tema assegnato. Detti studi furono conse- gnati, nei primissimi mesi del 1963, alla So- cietà Mineraria Carbonifera Sarda, perchè ne facesse oggetto della propria valutazione, li includesse nei programmi di trasformazione aziendale già in fase di sviluppo e li trasmettes-

se a tal fine al Ministero delle partecipazioni statali. Vale per tutte la lettera 17, numero 311 di protocollo del 25 novembre del 1963 dell'Assessorato, alla Società Mineraria Car- bonifera Sarda. Venuti in possesso del pre-

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detto Ministero gli studi, e sollecitata dall'Am- ministrazione regionale una risposta sull'ar- gomento (una risposta definitiva sugli in- tendimenti di allargare alla utilizzazione chi- mica il processo di integrale sfruttamento del- le risorse carbonifere), l'Amministrazione sta- tatale decise, dandone notizia alla Regione il 3 marzo del 1964 con lettera della prima divi- sione numero 21682 del Ministero delle parte- cipazioni statali, di costituire una commissione di esperti e di funzionari con il preciso compi- to di esaminare il problema in relazione agli impegni del settore delle partecipazioni statali.

E non poteva essere diversamente, perchè que- sto doveva pure avvenire. Di detta Commissio- ne fu chiamato a far parte, in rappresentan- za e su designazione della Regione, il profes- sore Renato Turriziani, direttore dell'Istituto di chimica applicata e di tecnologia speciale dell'Università di Cagliari. La nomina fu par- tecipata alla Regione con lettera del 27 agosto

del 1964, numero 27194 dello stesso Ministero delle partecipazioni, con l'indicazione che essa nomina era valevole per l'esercizio 1.o luglio - 31 dicembre 1964, e che il relativo decreto era in corso. Successive notizie fornite per vie brevi da funzionari dello stesso Ministero informarono che il decreto non aveva avuto corso per eccezioni sollevate dagli organi fi- nanziari e degli organi di controllo. Vi sono stati da parte della Regione ripetuti solleciti per ottenere assicurazioni, e si sono finora ot- tenute risposte interlocutorie che, allo stato attuale, non appaiono nè circostanziate nè pre- cise. Questo per quanto attiene, dicevo, l'utiliz- zazione carbochimica del carbone Sulcis.

Giunto a questo punto, mi pare di avere e- saurito gli argomenti che erano stati portati nella mozione, senza illudermi di aver soddi- sfatto i colleghi che sono intervenuti nella di- scussione, ma pur consapevole di aver portato di fronte al Consiglio tutti gli elementi che in questo momento si potevano portare; elemen- ti ufficiali, elementi probatori, che a nostro avviso non ci legittimano ad essere estrema- mente ottimisti — noi estremamente ottimi- sti sull'argomento non lo siamo, siamo invece

estremamente ottimisti sulla volontà che ci anima — ma che permettono di affermare che siamo parte di un organismo che accoglie tutte le sollecitazioni, vengano dal Consiglio o dalla realtà che vive ed opera. Siamo parte di un organo esecutivo, il quale, sul terreno della costante sollecitazione degli organi inte- ressati ai problemi ,che abbiamo discusso, non avrà certamente delle soste. Noi faremo tutto ciò che politicamente è possibile: fare, non i- gnorando alcuno degli strumenti possibili, da- gli strumenti legali agli strumenti politici, dei quali possiamo disporre per avviare a soluzio- ne questi problemi fondamentali del nostro svi- luppo economico. Questo, onorevoli colleghi, è quanto posso dirvi a nome della Giunta della quale faccio parte. Queste sono le risultanze che posso sottoporre alla vostra conoscenza ed alla vostra disamina, pur consapevole che i problemi trattati erano e sono da tutti voi ben conosciuti nella' loro sostanza. Il fatto che si tratti di problemi già discussi ed esaminati non deve limitare la vostra azione di stimolo, che anzi deve essere sempre più frequente, più pronta e, possibilmente, in casi come questi, deve trovare uno sbocco unitario. Perchè io sono convinto che nella misura in cui l'organo esecutivo ed il Consiglio saranno uniti su que- sti argomenti, nella misura in cui la lotta la condurremo su un unico fronte, gli ostacoli che abbiamo di fronte potranno essere più facil- mente rovesciati; e ostacoli da superare e da ro- vesciare indubbiamente ce ne sono! Si tratta, come avete potuto constatare, di problemi di particolare complessità e di grande importanza, che per le loro dimensioni coinvolgono l'intero, processo di industrializzazione della Sardegna e come tali sono stati consapevolmente valutati dal Governo regionale, che nel breve lassò di tempo che ci separa dalla sua formazione, ha proceduto a,d affrontarli nei loro vari aspetti, con la massima decisione e la massima tem- pestività.

La complessità e la dimensione stessa di tali problemi, mentre escludóno a priori velleitarie possibilità miracolistiche e improvvisate, im- pongano all'Amministrazione regionale una at-

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tenta elaborazione che tenga conto dei tempi tecnici di attuazione, delle dimensioni aziendali, del loro inserimento temporaneo e spaziale nel più vasto quadro della programmazione regio- nale e nazionale, della necessità di dover.verifi- care dati assunti come fattori condizionati dei

problemi che abbiamo di fronte, ma che entrano in una sfera decisionale che è al di fuori della sfera decisionale politica, sia regionale o statale, e modificandosi i quali si viene a modificare ne-

cessariamente l'impostazione data a questo pro- blema. E con ciò voglio riferirmi anche all'ap- porto privato di beni e di capitali sul quale si basano anche le previsioni programmatiche na- zionali e regionali, e che fa parte del quadro entro il quale vanno inseriti gli impianti me- tallurgico, dell'alluminio, delle ferroleghe e la produzione di energia. A tal proposito mi si consenta di aggiungere che, pur probabilmen- te non avendo compreso nella sua perfetta ac- cezione l'intervento del compagno, amico e col- lega Manca, io debbo dire che non sono d'ac- cordo sulla valutazione che è stata data circa

la funzione pubblica dell'E.N.E.L., vale a dire della nazionalizzazione dell'energia elettrica.

Mi è sembrato di capire che il possesso pubbli- co dell'energia elettrica dovrebbe limitare la erogazione della stessa energia ai privati, o di- sciplinarla in modi e con mezzi che io franca- mente non ho capito.

MANCA (P.C.I.). Dee limitare il potere dei privati sulle attività economiche del Paese.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. E' un po' difficile porsi il problema di produrre in forma massiva energia elettrica, porsi questo problema come la Regione se lo è posto come tutto il Consiglio in tutti i tempi e in tutte le sue espressioni è stato concorde si dovesse porre, e contemporaneamente voler con- dizionare lo sviluppo economico delle imprese private limitando l'erogazione dell'energia e- lettrica, o condizionandola. Una produzione massiva di energia pone problemi nuovi di con, sumo e quindi di mercato di consumo.

re la fornitura, si tratta di limitare i poteri di decisione delle imprese private.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. E' una formula un po' troppo eva- siva, collega Manca. Comunque io mi auguro che in Sardegna sorgano molte industrie, an- che private, fortemente consumatrici di ener- gia elettrica; me lo auguro e mi auguro che av- venga presto, perché è vero che il problema po- litico che abbiamo di fronte è quello di limitare lo strapotere privato, se questo strapotere dan- neggia o condiziona i pubblici interessi, ma è altrettanto vero che noi abbiamo bisogno di ac- celerare al massimo lo sviluppo industriale del- l'Isola.

CARDIA (P.C.I.). Si tratta di intervenire contemporaneamente.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Questo è un problema che io vi prego di portare alle estreme conseguenze, se volete, con un apposito documento, colleghi co- munisti. Fino ad ora questo argomento è stato prospettato, attraverso il collega Manca, in u- na forma evanescente, dubbia ed è difficile rispondervi. Siamo nel campo delle dichiara- zioni vaghe, non circostanziate, non inserite in un piano di logica politica. Spieghi il collega Manca dove vuole arrivare quando propone che si inibisca a certe industrie l'uso della e- nergia elettrica e che la si eroghi ad altre. Ar- gomenti la sua tesi.

MANCA (P.C.I.). Non è questo il punto. (In- terruzioni).

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Al di là di queste esigenze che si pongono...

GHIRRA (P.C.I.). Ci sarà una nostra mozione che ci consentirà di discutere, tra breve, questo problema: la mozione sul bacino di carenaggio.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Saremo lietissimi di risolvere con MANCA (P.C.I.). Non si tratta di limita-

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la vostra mozione tutti i problemi. La storia insegna che i problemi sano stati risolti tutti con le vostre mozioni.

MANCA (P.C.I.). Se non ci fossero le nostre mozioni, lei potrebbe stare a casa a dormire.

• TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Io sto anche a dormine, però al dormire forse dedico meno tempo di lei, ono- revole collega, che farebbe bene a studiare e a meditare gli interventi e a controllarli me- glio prima di farli. (Interruzione del consiglie- re Cardia). Io sto rispettando sommamente l'assemblea, e lei mi faccia un favore, onore- vole collega Cardia, non mi interrompa.

PRESIDENTE. Vorrei che si evitassero i dia- loghi.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Dicevo che al di là di queste esi- genze che sottolineano, secondo me, gli aspetti tecnico produttivi dei problemi che abbiamo di fronte, vi soprattutto, come già ho affermato, un problema di volontà politica, che in noi è indiscussa, indubitabile, per portare ad avvio, in quello che è l'alveo della programmazione e nel rispetto del principio della aggiuntività del Piano, il grande tema della industrializza- zione del bacino minerario del Sulcis e di tutta l'Isola. Un grande tema, onorevoli colleghi, che trova in chi vi parla un convinto e deciso as- sertore, che trova e ha trovato nell'attuale Giun- ta regionale un organo esecutivo che ha dato prove di voler e di saper affrontare decisa- mente questi problemi. Un grande tema, ono- revoli colleghi, permettetemi di dirlo ancora una volta, che ho condiviso anche come mode- stissimo protagonista in tanti anni lontani e vicini, in tante lotte, in tante lunghe attese in- sieme alla popolazione tutta del Sulcis, dove ho vissuto e dove ho attinto e attingo la mia edu- cazione, la mia formazione, la mia volontà politica.

PRESIDENTE. Comunico che sono perve-

nuti alla Presidenza tre ordini del giorno. Se ne dia lettura.

TORRENTE, Segretario:

Ordine del giorno Cardia-Zucca-Atzeni Li- cio-Sotgiu-Congiu:

«Il Consiglio Regionale ,della Sardegna, a conclusione della discussione sulla mozione nu- mero 2 impegna la Giunta: 1) a promuovere urgentemente un incontro al livello dei Mini- stri interessati, particolarmente dei Ministri dell'industria e delle partecipazioni statali e del Presidente del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, per un ulteriore e risolutivo esa- me dei problemi connessi con l'attuazione del programma di interventi delle partecipazioni statali disposto con l'art. 2 della legge numero 588; 2) ad intervenire specificamente con pa- ri urgenza presso il Ministero dell'industria

per superare le resistenze politiche frapposte al già deciso passaggio di tutte le maestranze della SMCS all'ENEL, alla sollecita liquidazio- ne dell'indennizzo spettante alla SMCS, alla so- luzione giusta dei problemi di inquadramento organico e di trattamento economico delle mae- stranze trasferite; delibera di affiancare alla de- legazione della Giunta, nella condotta dei collo- qui e delle trattative, una rappresentahza consi- liare, guidata da un membro del Consiglio di Presidenza e composta dai Presidenti di tutti i Gruppi consiliari».

Ordine del giorno Pazzaglia-Marciano-Fois:

«Il Consiglio regionale, :considerato che gli impegni assunti dal Ministero per le partecipa- zioni statali in Parlamento, attraverso dichia- razioni ufficiali, confermati alla Giunta re- gionale ed a rappresentanti degli Enti locali,

non sono stati ancora adempiuti e che pertanto, sia la realizzazione del programma di sviluppo dell'Azienda minerali metallici italiani com- prendente la realizzazione dell'impianto metal- lurgico piombo-zincifero, sia la realizzazione di impianti per la trasformazione dell'allumi- nio e per la produzione di ferroleghe, non sono ancora iniziate; ritenuto che la realizzazione di tali programmi è assolutamente indifferibile,

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V LEGISLATURA XXIII SEDUTA 15 OTTOBRE 1965

ed ogni ulteriore ritardo compromette lo svilup- po della zona del 1Sulcis-dglesiente e ne aggrava la crisi attuale, e pregiudica le possibilità di sviluppo industriale di tutta l'Isola; conside- rato che la Supercentrale del Sulcis non è an- cora entrata in funzione; che la costruzione dell'elettrodotto Sardegna-Corsica-Elba-Conti- nente è appena iniziata e che, a tutt'oggi, non sono stati realizzati impianti capaci di larga u- tilizzazione dell'energia elettrica; considerato che la politica tariffaria dell'ENEL, insieme al ritardo nell'entrata in funzione della Su- percentrale, costituisce seria remora allo svi- luppo industriale dell'Isola; impegna la Giun- ta: 1) ad ottenere l'immediato finanziamento statale per lo sviluppo dell'azienda AMMI, pre- vedente gli impianti minerari e gli impianti di trasformazione dello zinco e del piombo; 2) ad ottenere l'approvazione ed il finanziamento dei progetti per l'impianto delle industrie di tra- sformazione dell'alluminio e di produzione del- le ferroleghe, nonchè l'integrale pagamento dell'indennizzo spettante alla Carbosarda a se- guito del trasferimento all'ENEL; 3) ad ot- tenere l'approntamento ed il finanziamento dei progetti per l'utilizzazione chimica del car- bone Sulcis; 4) ad assumere un'energica ini- ziativa al fine di ottenere una politica tariffaria della distribuzione dell'energia elettrica, capa-

ce di favorire, effettivamente, il sorgere in Sar- degna di nuove iniziative industriali, e riferire sui risultati al Consiglio regionale entro il 30 novembre al fine delle successive decisioni cir- ca le ulteriori iniziative da assumere a tutela degli interessi dell'Isola in merito».

Ordine del giorno Guaita-Melis Pietro-De- fraia-Mocci-Lai:

Consiglio Regionale della Sardegna, con- statato che non è stato ancora assolto l'impe- gno che allo Stato deriva dall'articolo 2 della legge 11 giugno 1962, numero 588 per la predi- sposizione e attuazione di un programma di in- terventi straordinari in Sardegna delle A- ziende a partecipazione statale; constatato che non si è dato ancora inizio di attuazione ai pur limitati impegni contenuti nella deliberazione

del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno in ordine al programma di risanamento azien- dale dell'A.M.M.I. e in ordine alla realizzazio- ne dell'impianto matallurgico della stessa A.M.

M.I. progettato e alla realizzazione di industrie di base e manifatturiere nel Sulcis Iglesiente;

constatato che non si è ancora avviata la realiz- zazione dei progetti per l'alluminio e per le ferroleghe; constatato che non è stato ancora concluso da parte dell'apposita Commissione mi-

nisteriale lo studio relativo alla utilizzazione chimica del carbone Sulcis; constatato che no- nostante le ripetute sollecitazioni della Regio- ne non sono state ancora emanate dal compe- tente Comitato dei Ministri per l'ENEL le di- rettive tariffarie destinate a facilitare lo svi- luppo delle industrie delle altre attività pro- duttive che utilizzeranno l'energia elettrica pro- dotta dalla Supercentrale del Sulcis; conside- rato che il mancato assolvimento di tali impe- gni accresce lo stato di disagio dei lavoratori del bacino minerario carbonifero, stato di di- sagio già notevole anche perché non sono stati compiuti gli atti relativi al passaggio di tutto il personale della Carbosarda all'ENEL; deli- bera di costituire una Commissione consiliare che rappresenti agli Organi dello Stato la gra-

vità della situazione conseguente al non avve- nuto passaggio di tutto il personale della Car- bosarda all'ENEL ed impegni gli stessi Organi a dare tempestiva e completa soluzione al pro- blema; impegna la Giunta ad intervenire presso il Governo perché: a) siano immediatamente sciolte le riserve e superate le remore che hanno finora impedito la sollecita realizzazio- ne del programma A.M.M.I. con particolare ri- ferimento all'impianto metallurgico; b) perchè sia rapidamente portata a termine la proce-

dura di valutazione dei cespiti della Carbo- sarda trasferiti all'ENEL per modo che possano essere corrisposti alla stessa Carbosarda gli indennizzi di legge; c) perché il Comitato dei Ministri determini le condizioni e la misura dell'intervento dello Stato per l'immediata rea- lizzazione degli impianti dell'alluminio e delle ferroleghe; d) perché la ,Commissione ministe-

riale ,concluda rapidamente lo studio relativo

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all'utilizzazione chimica del carbone Sulcis; e) perchè siano fissate dal Comdato dei Ministri per l'ENEL direttive tariffarie tali da agevo- lare la industrializzazione e lo sviluppo delle attività produttive nell'Isola».

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno non po- tranno essere illustrati perchè sono stati pre- sentati dopo la chiusura della discussione.

Ha domandato di replicare l'onorevole Con- giu. Ne ha facoltà.

CONGIU (P.C.I.). Signor Presidente, col- leghi consiglieri, ritengo che nel corso della discussione non sia emerso ad opera degli ora- tori che hanno preso la parola a nome dei Grup- pi della maggioranza, ed in particolare dalla replica dell'Assessore all'industria, il problema centrale, al quale intendevamo riferirci nel presentare la mozione sul programma di svi- luppo dell'E.N.E.L. e della Car- bonifera Sarda. L'onorevole Assessore all'in- dustria non ci ha voluto dire con esattezza qual è la posizione della Giunta circa l'impe- gno che il Ministero idelle partecipazioni stata- li ha assunto nei confronti della Sardegna; im- pegno deliberato dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno il 13 agosto del 1963 e ripetu- tamente confermato dinanzi al Parlamento. En- tro questo impegno, come è noto, si colloca il problema del settore minerario ed energetico, ed in particolare le questioni ben note della dell'E.N.E.L. e della Carbonifera Sar- da. In effetti, onorevoli colleghi, l'A.M.M.I.

non programmerà e non realizzerà, l'E.N.E.L.

non programmerà e non realizzerà, la Carboni- fera Sarda non programmerà e non realizzerà, se il corpo intero del programma di interven- to delle partecipazioni statali in Sardegna non sarà formulato, presentato, deliberato e fi- nanziato.

Francamente mi auguro che soltanto la fret- ta abbia impedito alla Giunta regionale, ed in particolare all'Assessore alla industria, di sof- fermarsi su questo che noi riteniamo il punto essenziale della questione. Non c'è un rapportò tra una delle società a partecipazione statale ed il mercato finanziario in genere, se non in

quanto un ricorso al mercato finanziario, ed a certe procedure tecniche, viene deliberato in sede politica, cioè nel Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, che delibera sul Piano di rinascita e sul programma del Ministero delle partecipazioni statali, previsto all'articolo 2 della legge sul Piano di rinascita.

Che cosa dice il Ministero delle partecipa- zioni statali mentre la Giunta tace? Nella rela- zione presentata al Parlamento, il Ministero del- le partecipazioni statali annuncia un program- ma generale di intervento in Italia per 780 miliardi di investimenti nel 1965. Di questi 780 miliardi, 300 almeno sono destinati al Sud.

La quota riservata alla Sardegna è di un mi- liardo e 300 milioni per VAMMI, ma non per

l'impianto metallurgico. Su questo punto, si- gnori della Giunta, non abbiamo da dire nul- la? Sul fatto che nel triennio 1962, 1963, 1964 sono state costituite nel Sud 15 nuove aziende EFIM da parte del Ministero delle partecipa- zioni statali che vi ha investito 127 miliardi, e vi ha consentito l'occupazione di 7.000 dipen- denti, mentre in Sardegna non è avvenuto nul- la, non si ha qualcosa da dire? L'onorevole Me- lis ha ricordato questa inadempienza, e non vorrei che il silenzio di un partito che è rap-

presentato in Giunta nella persona dell'As sessore all'industria dovesse essere considera- to un tentativo ulteriore di coprire le respon- sabilità del Governo addirittura con maggiore impegno del Partito Sardo d'Azione. La rela- zione al Parlamento del Ministero delle par- tecipazioni statali non programma per la Sar- degna. I colleghi che avessero la bontà di acce- dere alle fonti potrebbero rendersi conto che in quella pagina, dedicata al programma straordi- nario del Ministero, vi sono sì espressioni di buona volontà, le stesse usate dal collega Moc- ci, le stesse elargite, ripetutamente alla as- semblea della Giunta regionale, ma di con- creto nulla.

Mi spiace a questo punto dover sostenere che le giustificazioni avanzate dal Ministero delle partecipazioni statali, in ordine alle ini- ziative che abbiamo in modo esemplificativo

richiamato nella mozione, non sono le stesse

forniteci dall'Assessore all'industria, il quale

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Resoconti Consiliari — 428 — Consiglio Regionale della Sardegna

V LEGISLATURA XXIII SEDUTA 15 OTTOBRE 1965

parla di difficoltà tecniche cui dovrebbero at- tribuirsi le lentezze, i ritardi del programma A.M.M.I., in particolare della difficoltà, per di disporre di un sufficiente quan- titativo di concentrati minerali per alimentare un proprio impianto. Non dice questo la rela- zione del Ministero delle partecipazioni stata- li. Il Ministero delle partecipazioni stata- li, che è l'organo che ha sull'A.M.M.I. la vigi- lanza amministrativa di gestione, sostiene che la ragione per cui l'azienda non programma è da ricercare in alcune modalità del finanzia- mento. E quando si va a vedere quali in effet- ti siano queste difficoltà, il Ministero delle partecipazioni statali non fa mistero di riferir- si essenzialmente alla definizione dei contri- buti della Regione Sarda nel quadro del Piano di rinascita ed al reperimento dei necessari crediti a lungo termine. La relazione del Mi- nistero delle partecipazioni statali la smentisce, onorevole Assessore all'industria.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Ma io ho già detto che il C.I.S. si è dichiarato pronto al finanziamento, ed ho già detto che la Regione Sarda è perfettamente d'accordo.

CONGIU (P.C.I.). Il Ministero delle parte- cipazioni statali la smentisce.

TOCCO (P.S.I.), Assessore all'industria e commercio. Le partecipazioni statali si riferi- scono ad una certa epoca, evidentemente di- versa da quella in cui sto parlando io.

OONGIU (P.C.I.). Mi dispiace doverle dire che questa relazione è stata presentata, come è noto, il 20 settembre del 1965 assieme col bilancio preventivo dello Stato per il 1966. Il Ministero delle partecipazioni statali non alle- ga difficoltà tecniche; avanza il problema del finanziamento, in relazione al reperimento di risorse in un mercato finanziario che è, si sa, particolarmente vigile, seppure molto abbon- dante in questo periodo. E' Ida ricordare che il Ministero delle partecipazioni statali non ge- stisce danaro. I fondi in dotazione delle azien-

de a partecipazione statale provengono dal Ministero del tesoro. Dunque il Ministero delle partecipazioni statali sostiene che non esisto- no difficoltà tecniche, che i progetti sono pron- ti, che già sono state acquistate le opzioni e perfino fatte le necessarie intese con altri rap- presentanti. Si frappongono soltanto difficol- tà di carattere politico. Il Comitato dei Mini- stri, che presiede al coordinamento degli in- terventi nel Mezzogiorno (e anche in Sarde- gna) non ha formulato alcun programma.

Non vi sono — ripeto — difficoltà di ordi- ne tecnico. E ciò vale sia per l'A.M.M.I. che per l'impianto di produzione di elettro-allumi- nio e per l'impianto di produzione delle ferrale- ghe. Dice il programma del Ministero delle par- tecipazioni statali che il progetto di costruzione

dello stabilimento per la produzione di allu- minio - lingotti è pronto; che l'investimento previsto nel 1962 è di sette miliardi e che si tratta di stabilire esattamente in che modo de- ve essere finanziato. Occorre, cioè, determina- re quali contributi a fondo perduto, tanto per chiarirci le idee, devono dare la Cassa per il Mezzogiorno e la Regione Sarda in integra- zione, e quale dovrà essere il finanziamento del C.I.S. Ecco perchè noi chiediamo che la volontà unitaria dell'assemblea, se esiste, se deve affrontare insieme una iniziativa politi- ca, si concreti prima di tutto, perchè è essen- ziale, nella decisione di sostenere la Giunta re- gionale in una azione presso il Ministero delle partecipazioni statali e presso il Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno perchè sia, final- mente, formulato prima di tutto, e poi presen- tato, deliberato e quindi finanziato il program- ma delle stesse partecipazioni statali. Sono con- vinto che l'onorevole Dettori, l'onorevole Del Rio, i colleghi sardisti, tanto più, i colleghi socialdemocratici, tutti desideriamo che il Mi- nistero delle partecipazioni statali, dunque il Comitato dei Ministri, il Governo, facciano il loro dovere nei confronti della Sardegna. Ma una volontà unitaria si esprime nella congruità della azione, dell'iniziativa da condurre innan- zi. Andare a perorare la causa dell'impianto

AMMI presso il Ministero delle partecipa- zioni statali vuol dire mettere al centro il pro-

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blema della decisione politica che si ha da prendere. Andare a consultarci a livelli i più vari possibili non sarebbe essenzialmente uti- le e comporterebbe semplicemente un rinvio di responsabilità.

C'è chi deve decidere queste cose. Le deve decidere il Comitato dei Ministri per il Mez- zogiorno, le deve decidere il Ministro alle

partecipazioni statali, per la parte che riguar- da il Governo. Noi, Gruppo comunista, siamo

pronti ad andare a Roma, perchè sia chiaro a tutti che si tratta di fare una azione rivendi- cativa, una azione contestativa nei confronti

degli organi politici che debbono decidere. Ma c'è un altro problema che voglio richiamare all'attenzione idei colleghi. Il Ministero delle partecipazioni statali sostiene che le difficoltà di reperimento dei prestiti nascono anche in Sardegna da parte del Credito Industriale Sardo. Colleghi dell'assemblea, voi vi rendete conto che ci troviamo di fronte al Idiniego di un istituto di credito regionale, il cui consiglio di amministrazione è fatto in maggioranza di rappresentanti pubblici dello Stato e della Re- gione Sarda. Onorevole Assessore all'industria, nel consiglio di amministrazione del C.I.S. vi sono i rappresentanti che ella designa. E que-

sto istituto, che era stato costituito per favo- rire la piccola e media industria di prevalente iniziativa locale, come dice l'articolo 1 della legge istitutiva, ha erogato fino al 31 dicembre dello scorso anno 156 miliardi, di cui 100 a tre gruppi finanziari: la Rumianca, la SIR e la SARAS; e sta per erogarne, con il plauso dell'onorevole Assessore all'industria, altri 13 e 300 milioni alla Snia Viscosa e altri 14 ad un gruppo armatoriale greco - scandinavo di cui non si sa quasi nulla. Scavalcando il Consiglio regionale, l'Assessore alla rinascita, il pro- gramma quinquennale e qualunque norma della nostra vita democratica, il C.I.S., se lo lascias- simo fare, darebbe 14 miliardi a questa sorta di befana greco - scandinava venuta a distri- buire i suoi doni a Cagliari d'autunno anzichè a gennaio.

C.I.S. che ha 15 miliardi e 750 milioni di risorse per il 1965! Ebbene, collega Mocci, queste risorse dovrebbero quasi interamente

andare ad un gruppo estero, mentre non si tro- vano i cinque miliardi necessari per il finan- ziamento dell'impianto metallurgico. Questo impianto, infatti, secondo i progetti dovrebbe costare otto miliardi di cui il 76 per cento do- vrebbe essere fornito dal C.I.S. Non vale, dunque, accampare difficoltà tecniche. Onore- voli colleghi, è tempo di porre in Sardegna il problema della collusione fra gli organi di decisione politica e i grandi burocrati, soprat- tutto quelli del E' possibile mai che per questo istituto di credito le scelte a favore della grande industria privata siano sempre facili, mentre quelle a favore delle aziende di Stato siano sempre lunghe e difficili? Non vi dice nulla il fatto che un consigliere regionale democristiano, quando non viene rieletto, entra nel consiglio di amministrazione di una grande società della Penisola? Non vi dice nulla il fatto che i depositi bancari esistenti in Sar- degna sono per il solo 40 per cento impiegati in Sardegna e per il 60, compresi quelli del Ban- co di Sardegna e della Banca Popolare di Sas- sari, tornano nell'Isola attraverso le agenzie di Milano, di Torino e di Genova?

Colleghi della maggioranza, si dice che il partito comunista non sia stato ancora capace di mettere a fuoco questi problemi, sì da sol- levare la giusta protesta e la indignazione e la condanna della opinione pubblica sarda.

Certo, noi non possiamo non sentire la soli- darietà nei confronti dell'Istituto autonomisti- co. L'onorevole Melis diceva, e io condivido questo suo pensiero, che non si deve dir male di tutto e di qualunque cosa, perchè si fini- sce con l'alimentare la polemica contro l'Isti- tuto autonomistico. Noi lo comprendiamo. Ma che cosa dobbiamo fare? Che cosa dobbiamo dire del Credito Industriale Sardo quando sap- piamo che l'A.M.M.I. ha presentato una valu- tazione tecnica che dimostra la sua capacità ad approvvigionare autonomamente l'impianto metallurgico e che alle stesse conclusioni arri- va una relazione firmata da un professore di Università noto a tutti? Dove sono le «diffi- coltà tecniche»? E' un problema tecnico la co- stituzione del consorzio tra le società minera-

Resoconti, f. 61 - a. 23

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