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Terapia ormonale sostitutiva senza progestinico in menopausa

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M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 2 - marzo 2016 25

A ggiornAmenti

“ N

elle donne che non

hanno precise con- troindicazioni i benefici della terapia ormonale sostitutiva (TOS) rispetto ai rischi sono mag- giori. I dati di letteratura dimostra- no che il rischio di morte per qual- siasi causa nelle donne che assu- mono TOS è significativamente più basso rispetto a quello delle donne che non la assumono.

In particolare diminuisce la morta- lità per eventi cardiovascolari e ri- spetto al rischio tumori, le eviden- ze ci dicono che la mortalità per tutti i tipi di tumore tra le donne che assumono la TOS è sovrappo- nibile a quella delle donne che non la assumono. Sarebbe utile da parte dei clinici una riflessione sul tema, perché si attui un corretto counselling, cercando di rassicura- re le donna in menopausa. Nel corso degli anni c’è stata un’evolu- zione e abbiamo a disposizione un ricco ventaglio di opzioni terapeu- tiche. Importante dunque è perso- nalizzare al massimo la terapia ed escludere con sicurezza specifi- che controindicazioni di ogni sin- gola paziente”. È la convinzione di Chiara Benedetto, Professore or- dinario di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Torino,

incontrata nel corso del 17° World Congress della Società Internazio- nale di Ginecologia Endocrinologica (Firenze, 2-5 marzo 2016).

¼

¼ Innovazione terapeutica

Il congresso è stato l’occasione per segnalare la disponibilità di una nuova associazione: un modulatore selettivo del recettore degli estro- geni (SERM), il bazedoxifene, ed estrogeni naturali, la prima di una classe di farmaci, la TSEC, Tissue Selective Estrogen Complex (Com- plesso Estrogenico Tessuto-Seletti- vo). L’associazione si è dimostrata efficace nel contrastare i sintomi correlati alla carenza di estrogeni, ed è indicata per le donne non iste- rectomizzate per le quali il tratta- mento con terapia contenente pro- gestinici non è appropriato.

“Il farmaco consente di mantenere i vantaggi della terapia estrogenica senza correre rischi per l’endome- trio, perché bazedoxifene svolge

‘un ruolo di protezione’ - chiarisce la prof. Benedetto. Gli estrogeni co- niugati ‘rimpiazzano’ la mancata produzione estrogenica nelle donne in menopausa ed alleviano i sintomi menopausali. Poiché gli estrogeni promuovono la crescita dell’endo-

metrio, i loro effetti, se non contra- stati, aumentano il rischio di iperpla- sia e cancro dell’endometrio. Da qui la necessità dell’aggiunta di bazedo- xifene, che agisce come antagoni- sta del recettore degli estrogeni nell’utero, riducendo notevolmente il rischio indotto dagli estrogeni di iperplasia endometriale in donne non isterectomizzate”. Infatti, il ba- zedoxifene è un modulatore seletti- vo del recettore degli estrogeni che, a seconda dei tessuti nei quali tali recettori sono espressi, può o agire da antagonista dei recettori (effetti inibenti), come nel tessuto mam- mario ed endometriale, o agire da agonista su altri tessuti, con un ef- fetto stimolante sui recettori.

Negli studi clinici la combinazione bazedoxifene/estrogeni coniugati ha dimostrato efficacia nel ridurre i sin- tomi postmenopausali, con un pro- mettente profilo di sicurezza e tolle- rabilità. Sono stati osservati, inoltre, miglioramenti per quanto riguarda il sonno e, più in generale, gli aspetti connessi alla qualità della vita.

Terapia ormonale sostitutiva senza progestinico in menopausa

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Chiara Benedetto

• Climacteric 2013, 16: 338-46.

• Fertil Steril 2009, 92: 1025-38.

• Drugs of Today 2015, 51: 107-16.

• Menopause 2010, 17: 281-9.

Bibliografia Bibliografia

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