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Menopausa e terapia ormonale sostitutiva: up to date

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26 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 1 - febbraio 2019

A ggiornAmenti

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incremento di rischio e le modalità di scatenamento degli eventi coronarici va- riano nelle donne nelle diverse fasi della vita: la minore incidenza di in- farto durante la vita fertile è stata fatta risalire all’effetto protettivo degli estrogeni. I meccanismi ipo- tizzati sono molteplici, a livello ma- cro- e micro-vascolare ed emocoa- gulativo. Studi epidemiologici han- no mostrato un’associazione signi- ficativa tra età menopausale e mortalità CV. Il più suggestivo di questi studi ha osservato una ridu- zione del 2% della mortalità CV per ogni anno di “ritardo” della menopausa. Una recente metana- lisi ha evidenziato un eccesso del rischio di eventi CV di circa il 50%

nelle donne con menopausa in età

<45 anni, con il 23% di eccesso di stroke, 9% di eccesso di rischio di mortalità CV e 11% di eccesso di rischio di mortalità coronarica. Se- condo altri studi, l’eccesso di ri- schio è evidente solo in donne con età di menopausa molto precoce.

Una possibilità logica è che l’asset- to ormonale fertile abbia un effetto protettivo nei confronti dei fattori di rischio CV, per esempio il diabete.

Tuttavia, un’ipotesi alternativa sup- portata dai dati del Framingham Heart Study è che siano le donne con una peggiore costellazione di fattori di rischio CV ad andare in

menopausa precocemente. In que- sto caso, la menopausa precoce sarebbe un marker, e non la causa, di un maggiore rischio cardiovasco- lare in post-menopausa.

In questi ultimi anni, efficacia e si- curezza della terapia sostitutiva or- monale in menopausa (HRT) sono state valutate in diversi studi (Wo- men’s Health Initiative, Million Women study, HERS, ecc), che in alcuni casi presentavano però di- versi limiti metodologici. Ultima- mente sono stati pubblicati alcuni studi che segnalano come la HRT possa rilevarsi un presidio appro- priato in alcune coorti di pazienti.

Daniela Pavan - Direttore Diparti- mento cardio cerebro-vascolare, ASL 5 “Friuli Occidentale” ha illu- strato a M.D. le acquisizioni più re- centi sul tema.

þ Possibile azione protettiva della HRT

“Lo studio ELITE ha testato l’ipote- si che l’HRT iniziata ‘precocemen- te’ possa essere più efficace del- l’HRT tardiva nel prevenire la pro- gressione dell’aterosclerosi a livello carotideo e a livello coronarico. Lo studio ha mostrato un effetto signi- ficativo dell’HRT nel rallentare la progressione dell’aterosclerosi ca- rotidea nelle donne trattate più pre- cocemente, ma nessun effetto a li-

vello coronarico. Un altro studio condotto in Finlandia ha valutato il rischio di eventi CV nell’anno suc- cessivo alla sospensione di HRT, osservando un aumento significati- vo del rischio di morte cardiaca e ictus. Anche questo dato depone a favore dell’ipotesi che l’eventuale effetto protettivo degli estrogeni (e dell’HRT in menopausa) possa es- sere connesso a fattori non legati alla progressione dell’aterosclerosi, ma piuttosto a meccanismi vaso- motori e antiaritmici.

In conclusione, dopo quasi mezzo secolo di studi, non è ancora chiaro quanto la HRT abbia un ruolo pro- tettivo CV, soprattutto le evidenze sono discordanti in merito a questa azione protettiva in funzione del ti- ming di inizio della terapia sostituti- va stessa. La logica che ci deve guidare è quella della terapia perso- nalizzata, soprattutto perché in questa fase della vita ogni donna è diversa da un’altra. La valutazione del profilo della donna dovrebbe essere molto puntuale (età, fattori di rischio, familiarità, comorbidità, ecc) unitamente alla condivisione del percorso tra medico e paziente - conclude Daniela Pavan.

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inecologia

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• Hodis H et al. N Engl J Med 2016; 374: 1221-31.

• Mikkola TS et al. J Clin Endocrinol Metab 2015;

100: 4588-94.

Bibliografia Bibliografia

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