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SERVIZIO 1 - PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEL TERRITORIO

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(1)

VISTI

ELABORATO

RELAZIONE GENERALE

09 ottobre 2019

A01

(2)

INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO ZONA 2

PROGETTO ESECUTIVO

RELAZIONE GENERALE

(3)

INDICE

1 INTRODUZIONE ... 3

1.1 L‟incarico ... 3

1.2 Premessa ... 5

1.3 Regole e norme tecniche da rispettare ... 6

1.4 Finanziamento ... 6

2 OPERE IN PROGETTO ... 7

2.1 Interventi di ripristino del tappeto di usura ... 7

2.2 Collettore Via delle Mediole ... 10

2.3 Estensione della pulizia delle caditoie ... 14

2.4 Sistemazione marciapiedi ... 14

2.5 Opere a verde ... 16

3 GESTIONE DELLE MATERIE ... 19

3.1 Generalità ... 19

3.2 Inerti ... 19

3.3 Imballaggi in legno, plastica, carta. ... 20

3.4 Sfalci e potature ... 21

4 SICUREZZA ... 22

5 CRONOPROGRAMMA ... 23

6 ASPETTI ECONOMICI E FINANZIARI DEL PROGETTO ... 24

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1 INTRODUZIONE

1.1 L’incarico

Con nota n. 20205 del 10/04/2019, registrata presso il protocollo del Comune di Fiuggi n. 4939 del 11/04/2019, il Ministero dell‟Interno ha comunicato il proprio decreto in data 6 marzo 2019, con il quale sono stati attribuiti i contributi per l‟anno 2019 per interventi riferiti a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio. Nel suddetto decreto rientrano anche i contributi in favore del Comune di Fiuggi per gli importi di seguito riportati e, complessivamente, per l‟importo di € 5.200.000,00:

Messa in sicurezza del Teatro comunale, per un importo di € 800.000,00;

Messa in sicurezza del territorio Zona 1, per un importo di € 1.000.000,00;

Messa in sicurezza del territorio Zona 2, per un importo di € 1.000.000,00;

Messa in sicurezza del territorio Zona 3, per un importo di € 1.200.000,00;

Messa in sicurezza del territorio Zona 4, per un importo di € 1.200.000,00;

Con Deliberazione di Giunta Comunale N. 113 del 13/08/2019, con la quale veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di Messa in sicurezza Zona 2, redatto dall‟Ufficio Tecnico Comunale e dell‟importo complessivo di € 1.000.000,00;

A seguito di una manifestazione di interesse, con Determinazione Dirigenziale n. 280 del 21/08/2019, lo scrivente veniva incaricato di redigere la progettazione definitiva, esecutiva e del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione.

La zona 2 risulta essere ricompresa tra la zona 1 a nord e dalle zone 3 e 4 a sud.

L‟area include l‟abitato urbano e i relativi quartieri a sud del nucleo storico comprendendo gran

(5)

La linea di demarcazione continua lungo via A. Diaz fino al bivio con via Cisterna Antica percorsa per un breve tratto per poi seguire su via delle Mediole, via della Pineta, su un breve tratto di via Colle Michelangelo e quindi via di Capo le Ripe e in conclusione per tale lato su via di Torre.

Relativamente al lato meridionale partendo sempre da ovest verso est abbiamo un primo tratto – coincidente con la zona 3 – che dall‟incrocio tra via dei Templari segue sulla via Prenestina (identificata anche come SR 155 ovvero SP 192) che si inoltra nella zona termale per poi proseguire su via Nuova Italia per continuare poi su via IV Giugno fino all‟incrocio posto all‟altezza del vecchio stadio comunale.

Da tale incrocio inizia il tratto di delimitazione della zona 2 con la zona 4 che segue per un breve tratto la via Prenestina per poi innestarsi sulla Circonvallazione Macchiadoro, via Nicola Calipari e quindi via Vallicelle fino all‟incrocio con via Caiano e viale Michelangelo Buonarroti.

Da qui la demarcazione tra le due zone prosegue risalendo la strada comunale di Caiano per poi voltare a destra lungo la via Cisterna Antica a cui segue il tratto terminale su via del Cerreto.

L‟area così delimitata, come detto, racchiude la parte centrale del territorio cittadino caratterizzato da alcune arterie come: VIA A. DIAZ A VALLE DELL‟INCROCIO CON VIA VILLA COMUNALE - VIA RETTIFILO - AREA STAZIONE - VIA VECCHIA FIUGGI - PIAZZA IGNAZIO SILONE - VIA VECCHIA FIUGGI - VIA CISTERNA ANTICA - VIA COLLE DELLA VOLPE - VIA DEI VILLINI - VIA DEL PARCO - PIAZZALE 23 GIUGNO - VIA A. CASALINI

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1.2 Premessa

La Zona 2 del Comune di Fiuggi (Fig. 1), ha registrato negli ultimi anni un notevole aumento del deterioramento della pavimentazione dovuto al verificarsi di fenomeni meteorologici sempre più intensi e violenti, creando così situazioni di insicurezza per la popolazione residente, e favorendo anche la possibilità di innesco di possibili fenomeni di dissesto idrogeologico localizzato.

La sensibilità del Comune di Fiuggi, con il presente studio, vuol mettere in risalto un problema annoso che riguarda la messa in sicurezza del territorio nella zona in esame.

Il Comune, attraverso le proprie risorse, ha effettuato ed effettua sistematicamente soltanto determinati interventi urgenti e tampone che da soli però non garantiscono una adeguata soluzione.

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1.3 Regole e norme tecniche da rispettare

L'intervento sarà realizzato nel pieno rispetto della normativa comunitaria, nazionale e regionale vigente in materia di Lavori Pubblici, Ambiente, Sicurezza, regolamenti e norme tecniche di attuazione degli strumenti Comunali.

Nella progettazione e nella realizzazione dell'opera si deve tener conto dei vincoli comunitari, nazionali, regionali e comunali vigenti sul territorio interessato dai lavori.

A titolo esemplificativo e non esaustivo si richiamano le norme seguenti:

 D.Lgs. 50/2016 "Codice dei contratti di concessione sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, del trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture"

 D.Lgs. 81/2008 "Norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro"

 D.Lgs.152/2006, "Norme in materia ambientale";

 D.Lgs.380/2001 "Testo Unico dell'Edilizia";

 D.M. 11/03/1988: "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione"

 D.P.R.357/1997 "Regolamento di attuazione della Direttiva 92/43/CE"

 Direttiva 2006/42/CE "Direttiva Macchine"

 Norme "UNI EN" sulle tubazioni, apparecchiature idrauliche e componenti (chiusini, etc.)

1.4 Finanziamento

L'importo del finanziamento per la realizzazione dell'intervento in progetto ammonta complessivamente ad € 1.000.000,00.

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2 OPERE IN PROGETTO

2.1 Interventi di ripristino del tappeto di usura

L‟intervento è inquadrato in un programma di attuazione, voluto dall‟Amministrazione Comunale, avente come scopo quello di garantire un adeguato standard di sicurezza per gli utenti della strada e quindi offrire un miglior servizio alla collettività, limitando gli interventi di manutenzione futura e riducendo i costi derivanti dai ripetuti interventi manutentivi puntuali.

Le strade su cui si intende intervenire, nonostante i continui interventi puntuali, anche mediante posa in opera con asfalto a freddo effettuata in economia dall‟Amministrazione Comunale, si presentano con una pavimentazione in conglomerato bituminoso ammalorata e fortemente deteriorata in più punti.

Tale condizione è stata determinata nel tempo sia dalle condizioni climatiche non ottimali (basse temperature invernali, copiose precipitazioni, ecc.), sia dai continui interventi effettuati dai gestori dei servizi esistenti nel sottosuolo.

I lavori previsti consistono, essenzialmente, nella fresatura di vecchie pavimentazioni stradali e nella posa in opera di un nuovo strato di binder e di un nuovo tappetino d‟usura in conglomerato bituminoso. Le strade (Zona 2) per cui è stato previsto l‟intervento di rifacimento della pavimentazione bituminosa sono le seguenti:

- Via Pisciarello;

- Via Vecchia Fiuggi;

- Via Cisterna Antica;

- Via dei Villini;

- Via dei Cavalieri Templari;

- Via delle Piagge.

(9)

Foto 1: Particolare dei dissesti su Via Cisterna Antica

Foto 2: Vista di Via delle Mediole

(10)

Foto 3: Vista di Via del Piscirello

(11)

2.2 Collettore Via delle Mediole

In via delle Mediole è prevista la realizzazione di un collettore misto per una lunghezza di circa ml.

425,00 in pead corrugato Sn.400 del diametro di mm.500 sul quale graviteranno n.8 griglie trasversali alla carreggiata stradale per la captazione delle acque fluenti. I pozzetti di ispezione e confluenza sono in cv con passo d'uomo munito di chiusino in ghisa sferoidale En 124 D 400. Il recapito dei reflui avverrà su via Cisterna Antica all'altezza di un chiavicotto esistente. L‟intervento è completato con il rifacimento del pacchetto stradale per l‟intera carreggiata.

Per questo collettore si prevede l‟impiego di una tubazione del tipo strutturata in polietilene ad alta densità, coestrusa a doppia parete, con costolatura anulare, liscia internamente e corrugata esternamente di colore nero, per condotte di scarico interrate non in pressione, prodotta in conformità al prEN 13476 tipo B, certificato dai seguenti marchi in alternativa:

 marchio tedesco U (rilasciato dall‟Istituto Federale di Tecnica Edile);

 marchio francese CSTBat (rilasciato dal Centre Scientifique et Technique du Batiment);

 marchio italiano PIIP/a (rilasciato dall‟Istituto Italiano dei Plastici);

controllata secondo gli standard ISO 9002, con classe di rigidità pari a SN 4, in barre da 6 o 12 m, con giunzione mediante manicotto ad innesto in PEAD a marchio PIIP/a e doppia guarnizione a labbro in EPDM. Il tubo è prodotto con polietilene ad alta densità, di prima qualità, sia per la parete esterna corrugata che per la parete interna liscia e risponde ai requisiti prescritti dal prEN 13476-1.

La portata pluviale è quella derivante dall‟area scolante sottesa dalla sezione di chiusura, dall‟intensità di pioggia e dal coefficiente di deflusso.

2.2.1 Modello afflussi-deflussi

Si è scelto un modello di trasformazione afflussi-deflussi molto semplice di tipo concentrato, basato sulla formula razionale:

 

T 278 Ab i

b,T

 

r Ab, b

Q      

nella quale:

T è il tempo di ritorno medio, in anni,

 

T

Q è la massima portata al colmo dell’anno relativa al tempo di ritorno T, in m3/s,

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b è il tempo di concentrazione, in h, parametro che regola la concentrazione dei deflussi,

,T

ib è l‟intensità di pioggia di durata b con tempo di ritorno T, in m/h,

 

T

è il coefficiente di deflusso relativo al tempo di ritorno T, parametro che rappresenta le perdite idrologiche,

Ab, b

r è il coefficiente di ragguaglio all’area delle piogge.

2.2.2 Ietogrammi sintetici

Il modello utilizza idrogrammi sintetici uniformi di durata pari al tempo di concentrazione del bacino. Gli ietogrammi sono stati ricavati dalla regionalizzazione. Per i parametri delle leggi di probabilità pluviometrica che dipendono dalla quota del suolo sono state utilizzate le quote medie dei bacini. Per il coefficiente di ragguaglio all‟area si è fatto riferimento alla elaborazione dell‟U.S.

Weather Bureau [1958], rappresentata sotto forma di grafico nei principali manuali d'idrologia [Chow, 1964; Chow et alii, 1988]. Il grafico è stato interpolato da Eagleson [1972] con la relazione:

e A

e

r1 1,10,251,10,250,00386

2.2.3 Tempo di concentrazione

In prima approssimazione il tempo di concentrazione del bacino nella rete fognaria è basato sui 15‟

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complessivamente si assume pari a 20'.

2.2.4 Coefficiente di deflusso

Il coefficiente di deflusso è stato determinato per ciascun tempo di ritorno T tramite la relazione:

   

,T

i A 278

T T Q

b

b

   

dove per Q

 

T si assumono i valori forniti dalle distribuzioni di probabilità dei massimi colmi annuali della stazione idrometrografica considerata. Ai fini della regionalizzazione il coefficiente di deflusso è espresso in funzione delle principali caratteristiche del bacino che influiscono sulla formazione delle piene.

2.2.5 Regionalizzazione dei parametri

Fissato il parametro che regola la concentrazione dei deflussi, vale a dire il metodo cinematico rimane un unico parametro da regionalizzare, vale a dire il coefficiente di deflusso 

 

T . Ai fini della regionalizzazione si è deciso di esprimere il coefficiente di deflusso in funzione delle sole caratteristiche geologiche dei terreni, tramite la formula lineare:

   

b 5

1

f f f

reg A

A T

T

 

in cui:

f è l‟indice che definisce la formazione geologica,

 

T

f è un parametro che può essere inteso come un coefficiente di deflusso della formazione per il tempo di ritorno T,

A f è l‟area della formazione f compresa nel bacino.

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La scelta della portata di progetto delle opere deve basarsi su un‟attenta analisi del cosiddetto rischio d'insufficienza, cioè, che occasionalmente si possano manifestare eventi estremi più intensi di quelli compatibili con le caratteristiche idrauliche della rete, e quindi con portate maggiori di quelle previste, accompagnate da esondazioni, ristagni d‟acqua, danni a cose e persone, di entità talora elevata.

Il legame probabilistico tra la massima altezza ed il tempo di ritorno Tr, o la probabilità P(Q) di non superamento, legame caratteristico di tutte le variabili casuali “estreme”, è di tipo logaritmico.

Ciò implica una ridotta influenza di Tr sulla portata: ad esempio passando da Tr = 2 anni a Tr = 10 anni, la portata al colmo si incrementa rispettivamente solo di 1.2 e 1.4 volte.

Significativo appare di conseguenza il concetto di “rischio RN d‟insufficienza in N anni”, definito come il rischio che durante l‟arco di vita tecnica dell‟opera di N anni si verifichi almeno un evento che produca l‟insufficienza dell‟opera. Senza entrare nei dettagli della teoria statistica si può dimostrare che l‟espressione che lega RN a Tr vale:

T N N

Qt P Rn

r

1 * 1 1

* ) (

1 

 

 

che mostra come RN cresca rapidamente, a parità di Tr, all‟aumentare di N.

Fissando ad esempio un orizzonte temporale di efficacia dell‟opera N = 50 anni, se si adottasse un tempo di ritorno Tr = 210 anni sussisterebbe la certezza probabilistica (RN prossimo ad 1) che l‟opera entri in crisi almeno una volta nei suoi 50 anni di vita; se si adottasse invece Tr = 50 anni il

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2.3 Estensione della pulizia delle caditoie

Grazie allo svolgimento di numerosi sopralluoghi sulle aree di intervento lo scrivente ha potuto fare un quadro generale degli interventi previsti in progetto e di quelli che sono necessari.

Operando da sempre a fianco delle amministrazioni, infatti, il sottoscritto ha riscontrato che negli ultimi anni una delle principali problematiche delle stesse in merito alla manutenzione stradale è quella della disostruzione delle caditoie stradali.

Si ricorda, infattti, che un cattivo funzionamento delle caditoie comporta allagamenti della strada sovratante. Sotto l'effetto del passaggio dei veicoli l'acqua provoca nelle pavimentazioni delle sottopressioni che lesionano la pavimentazione stessa in modo molto rapido e quindi con enorme costo di gestione per l'amministrazione comunale.

Nel progetto in esame viene proposta una campagna di pulizia delle caditoie diffusa sul territorio comunale. La campagna di pulizia suddetta permetterà maggiore funzionalità dei sistemi di smaltimento delle acque e di conseguenza un incremento della durabilità delle pavimentazioni stradali esistenti o nuove.

Figura 1: Immagine disostruzione caditoie

2.4 Sistemazione marciapiedi

Nell‟ottica della messa in sicurezza del centro cittadino, riveste particolare importanza la sistemazione dei marciapiedi che spesso risultano essere disconnessi con innalzamento dei cubetti di porfido a causa della ramificazione delle radici dei tigli.

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lungo la principale arteria cittadina (Via Armando Diaz), di fronte Piazza Spada e lungo Via Vecchia Fiuggi.

Foto 5: Marciapiedi lungo Via Diaz

(17)

2.5 Opere a verde

Nell‟ambito degli interventi di messa in sicurezza del territorio comunale, lagronomo incaricato ha prodotto uno studio “ad hoc” facendo ricorso ad indagini fitostatiche e fitopatologiche delle alberature censite; individuando ogni singolo albero in maniera georeferenziata ed elaborando una descrizione del portamento, dimensioni ed interventi previsti dal punto di vista selvicolturale e fitoterapico.

La stabilità degli alberi è stata valutata mediante l‟utilizzo della tecnica V.T.A. (Visual Tree Assessment) con la quale si stima il grado di pericolosità (o meglio la propensione al cedimento) degli alberi indagati

Il Visual Tree Assessment (valutazione visiva dell'albero su basi biomeccaniche; in acronimo VTA) è una metodologia di indagine, riconosciuta in molti paesi, che viene eseguita per la valutazione delle condizioni strutturali dell'albero.

Il VTA basa il sistema di controllo visuale tradizionale su fondati principi biomeccanici e definisce i criteri di valutazione del pericolo di crollo o rottura.

Esso si basa sulla identificazione degli eventuali sintomi esterni che l'albero evidenzia in presenza di anomalie a carico del legno interno; anche laddove non esistano cavità o evidenze macroscopiche del decadimento in corso (ad esempio, funghi che si sviluppano sui tessuti legnosi) è possibile, attraverso il riconoscimento di tali sintomi, cogliere il segnale della presenza di difetti meccanici e fisici all'interno dell'albero.

Se vengono individuati dei sintomi di difetto, questi devono essere confermati da metodi di analisi approfonditi e devono poi essere dimensionati. Così, alberi sani vengono esaminati in modo non distruttivo, e solo se i sospetti vengono confermati si procede ad un'indagine più approfondita dell'albero. Il metodo VTA si svolge in tre fasi:

1. Controllo visivo dei difetti e della vitalità. Se non si riscontrano segnali preoccupanti, l'esame è terminato. L'indagine visiva viene effettuata considerando l'albero nella sua interezza e prendendo in considerazione la sua morfologia, il suo aspetto fisiologico e le sue caratteristiche biomeccaniche;

2. Identificazione del difetto. Se vengono riscontrati sintomi di difetti, essi vengono esaminati per mezzo di un'indagine più approfondita (percussione con martello ad impulsi; misura della resistenza con Resistograph) per stimare la localizzazione del punto debole e la sua espansione assiale.

Il metodo VTA prevede quindi un'analisi più approfondita solo per i soggetti che manifestano uno

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deve essere dimensionato per valutare lo spessore residuo della sezione trasversale della parete. Come fattore di sicurezza per alberi con piena vegetazione viene assunto il valore t / R maggiore od uguale a 0,3 (dove t è lo spessore di parete residua sana e R è il raggio del tronco nel punto della misurazione).

2. Ulteriori elementi presi in considerazione sono il rapporto Altezza pianta/diametro (H/D) ovvero la presenza di carichi eccentrici determinanti momenti di forza e quindi pressoflessioni.

Nella tabella sottostante è riportata una descrizione delle operazioni manutentive più comuni, per una corretta conservazione e per la messa in sicurezza delle piante prese in esame.

Operazione Descrizione

Rimonda del secco Asportazione dei rami secchi o ammalati.

Conformazione Finalizzata alla correzione di eventuali difetti di forma e alla prevenzione di eventuali asimmetrie o sbilanciamenti della chioma.

Selezione e mantenimento

Si effettua su alberi che hanno subito drastici interventi di potatura o capitozzatura. L’intervento consiste nella selezione dei polloni e nel loro ridimensionamento.

Risanamento Consiste nella rimozione di intere branche deperite a causa di attacchi di parassiti animali, vegetali o per agenti abiotici. Oltre a prevenirne la caduta, tale rimozione è anche finalizzata all’eliminazione di focolai di agenti patogeni.

Riduzione della chioma

Si effettua qualora si riscontrassero delle anomalie al castello, lungo il fusto o al colletto. In particolare quando il rapporto t/r è critico. L’entità percentuale della riduzione andrà commisurata a seconda della riduzione dell’effetto vela che si vuole ottenere.

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branche a rischio di schianto

caso la branca non è più in grado di sorreggersi da sola.

Consolidamento di branche

Si effettua mediante posa di cavi e perni finalizzati alla messa in sicurezza di porzioni di chioma o di branche primarie.

Tabella 1: Descrizione delle principali operazioni manutentive

Nell‟elaborato specifico viene riportata la planimetria con l‟indicazione di ciascun albero valutato e la tipologia di intervento previsto finalizzato alla messa in sicurezza.

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3 GESTIONE DELLE MATERIE

3.1 Generalità

I rifiuti prodotti all‟interno del cantiere sono rifiuti di varia natura che possono rientrare in diverse tipologie:

 Inerti da attività di costruzione

 Imballaggi

 Sfalci e potature

Rifiuti prodotti dall’attività di costruzione delle opere

 Rifiuti inerti da attività di costruzione;

 Rifiuti non pericolosi di imballaggio derivanti da attività di costruzione

 Sfalci e potature

COSTRUZIONE DELLE OPERE DI FOGNATURA

Attività Azione

Tipologia di materiale/rifiuto

prodotto

Codice CER Destinazione Norma di rifermento

1 Costruzione delle opere di ingegneria civile

Inerti da attività di costruzione

17 01 07 17 01 01

Impianti di riciclaggio

D.Lgs. 152/06 Art. 208

2 Costruzione delle opere di ingegneria civile

Imballaggi in vari materiali (legno, platica, carta)

15 01 01 15 01 02 15 01 03 15 01 06

Impianti di riciclaggio

D.Lgs. 152/06 Art. 208

A seguire verrà esposta nel dettaglio il piano di gestione delle singole tipologie di rifiuto sulla base delle informazioni attualmente in possesso.

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Il deposito temporaneo avviene in cumuli oppure in cassoni scarrabili da 15 mc, riducendo al minimo la presenza di impurità.

Il calcestruzzo dopo la demolizione primaria viene sottoposto a riduzione volumetrica al fine di eliminare le armature metalliche, che sono in seguito vendute come rottame ferroso.

RIFIUTI INERTI DA ATTIVITA’ DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Tipologia di materiali

Codice

CER Classificazione Destinazione finale

Tipologie di recupero/

smaltimento

Analisi chimiche

Rifiuti inerti 17 01 01 17 01 07

Speciali non pericolosi

Impianti di

riciclaggio R5 Non obbligatorie

3.3 Imballaggi in legno, plastica, carta.

Nel caso in esame possono essere prodotti imballaggi misti dalle operazione di costruzione delle opere.

Si ipotizza la produzioni delle seguenti tipologie di rifiuti:

 Imballaggi in legno; prevalentemente pallets. Nel caso di carichi omogenei di legno possono essere smaltiti insieme ai pallets anche tavole di scarto, che normalmente vengono accettate nei medesimi impianti di riciclaggio; i rifiuti legnosi vanno conferiti in piattaforme del consorzio RILEGNO al fine di avviarli a riciclaggio per la produzione di pannelli truciolati;

 Imballaggi in plastica; prevalentemente polietilene in film o pvc;

 Imballaggi in carta e cartone;

Può essere conveniente, in alcuni casi, smaltire con un unico carico gli imballaggi in qualità di

„imballaggi misti‟, che varranno poi sottoposti a cernita direttamente nell‟impianto di recupero finale.

Ciò avverrà comunque a discapito del costo di conferimento, pertanto deve essere considerata come una pratica del tutto residuale.

Gli imballaggi andranno stoccati all‟interno di un cassone scarrabile da 30 m3 all‟interno del cantiere e possibilmente non miscelati con altri materiali al fine di non comprometterne il recupero.

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Tipologia di materiali

Codice

CER Classificazione Destinazione finale

Tipologie di recupero/

smaltimento

Analisi chimiche

Imballaggi

15 01 01 15 01 02 15 01 03 15 01 06

Speciali non pericolosi

Impianti di

riciclaggio R13/R3 Non necessarie

3.4 Sfalci e potature

Questi rifiuti derivano dalla pulizia preliminare del cantiere da arbusti e rovi.

L‟operazione di rende necessaria al fine di non compromettere i rifiuti inerti, che miscelati con rifiuti organici non potrebbero più essere né riciclati, né conferiti in discarica per inerti.

I rifiuti sono classificati come speciali non pericolosi e smaltiti con il codice CER 20 02 01.

Tali rifiuti saranno conferiti ad un impianto di riciclaggio per la produzione di compost di qualità.

SFALCI E POTATURE

Tipologia di materiali

Codice

CER Classificazione Destinazione finale

Tipologie di recupero/

smaltimento

Condizioni

Sfalci e

potature 20 02 01 Speciali non pericolosi

Impianti di

riciclaggio R13/R3 Non necessarie

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4 SICUREZZA

È stata redatto il Piano di Sicurezza e Coordinamento corredato dalla planimetria di cantiere. Il suddetto documento è stato, inoltre, completato con il fascicolo dell‟opera e la valutazione dei rischi.

La valutazione economica dei costi della sicurezza ha condotto a determinare un‟incidenza sull‟importo totale dei lavori pari al 3,63% circa, per quanto riguarda gli oneri di sicurezza aggiuntivi.

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5 CRONOPROGRAMMA

Si riporta di seguito il cronoprogramma delle fasi attuative, con l‟indicazione dei tempi massimi di svolgimento delle varie attività di esecuzione e collaudo delle opere previste nel presente progetto.

102030405060708090100110120130140150160170180190200210220230240 ORIO - ZONA 2 ettamento ed falto) e ed espianti) lto) falto) ature muri, arredo unzionali

40

(25)

6 ASPETTI ECONOMICI E FINANZIARI DEL PROGETTO

La stima economica è redatta applicando alle quantità determinate per le opere in progetto i prezzi ritratti dal Prezziario Regione Lazio - Edizione 2012. Per le lavorazioni previste ma che non trovano corresponsione all‟interno di suddetto prezzario sono state condotte specifiche analisi dei prezzi.

Sulla scorta di quanto esposto, il quadro tecnico economico è il seguente, da cui si desume che l‟intervento rientra nel finanziamento:

A LAVORI E SICUREZZA

A.1 Lavori A.1.1 a corpo

A.1.2 a misura 722.745,11

A.1.3 a corpo e misura

Totale lavori (A1) 722.745,11

costo della manodopera soggetto a ribasso 177.209,29

A.2 Costi della sicurezza

A.2.1 costi Piani di sicur. non soggetti ribasso già compensati dai prezzi di elenco

A.2.2 costi Piani di sicur. coordin. non soggetti ribasso 27.254,89

TOTALE LAVORI E SICUREZZA (A.1+A.2) 750.000,00 750.000,00

di cui soggetti a ribasso 722.745,11

B SOMME a DISPOSIZIONE dell'AMMINISTRAZIONE

B.1 rilievi accertamenti e indagini

B.1.1 rilievo geometrico e fotografico 8.000,00

B.1.2 indagini geologiche 2.500,00

Totale rilievi accertamenti e indagini (B.1) 10.500,00 10.500,00 B.2 Spese tecniche

B.2.1 progettazione definitiva ed esecutiva 28.000,00

B.2.2 direzione lavori, contabilità, assistenza al collaudo 25.000,00

B.2.3 coordinamento sicurezza in fase di progett.ne 5.000,00

B.2.4 coordinamento sicurezza in fase di esecuzione 10.000,00

B.2.5 progettazione agroforestale 10.000,00

B.2.6 collaudo (Tecnico amministrativo e statico) 1.500,00

Totale spese tecniche (B.2) 79.500,00 79.500,00

B.3 Accantonamento per transazioni e accordi bonari 7.500,00 7.500,00 B.4 Incentivi funzioni tecniche (art. 113 D.Lgs. 50/2016) 15.000,00 15.000,00

B.5 Lavori in economia esclusi dall'appalto 8.181,82 8.181,82

B.6 Imprevisti 10.000,00 10.000,00

B.7 IVA su lavori (10%) 76.818,18 76.818,18

B.8 Contributo previdenziale su B.1 e B.2 (4%) 3.600,00 3.600,00

B.9 IVA su spese tecniche B.1, B.2 e B.8 (22%) 20.592,00 20.592,00

B.10 Spese supporto al RUP 15.988,40 15.988,40

B.11 Spese per autorizzazioni 800,00 800,00

B.12 Spese per gare e contributo ANAC 1.519,60 1.519,60

TOTALE SOMME a DISPOSIZIONE dell'AMMINISTRAZIONE (B) 250.000,00 250.000,00

Intervento di messa in sicurezza del territorio - ZONA 2

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