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Come viene il tumore alla mammella e come si cura

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Come viene il tumore alla mammella e come si cura

13 Aprile 2021 | Autore: Denise Ubbriaco

Cancro del seno: sintomi, fattori di rischio, screening, intervento e terapia nutrizionale. Quali sono i diritti della paziente oncologica?

Quante volte abbiamo sentito parlare dell’importanza della prevenzione? È

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risaputo che una diagnosi precoce può salvare la vita, specialmente quando si tratta di alcune neoplasie come il tumore della mammella. Sì, perché questa particolare forma tumorale nella fase iniziale spesso non dà segni della sua esistenza, ma quando cresce, il tumore presenta i seguenti sintomi: gonfiore o ispessimento della mammella; presenza di noduli duri; cambiamenti nell’aspetto, nella forma e nella dimensione del seno; gonfiore dell’area ascellare; effetto buccia d’arancia della mammella; retrazione del capezzolo; perdite di sostanze sierose o di sangue dal capezzolo; infiammazione e arrossamento della mammella.

È molto importante lo screening per la diagnosi precoce del tumore del seno, soprattutto per le donne con un’età compresa tra i 50 e i 69 anni. Anche se, in alcune Regioni, si sta sperimentando la promozione dello screening prima dei 50 anni. Ma in cosa consiste? Nell’esame radiologico della mammella (la cosiddetta mammografia). Attraverso questo esame è possibile identificare anche i noduli di piccole dimensioni, non percepibili al tatto. In caso di sospetto, possono essere effettuati ulteriori accertamenti: una seconda mammografia, un’ecografia, una visita clinica, una biopsia.

Come viene il tumore alla mammella e come si cura? Le cause sono sconosciute, ma possiamo indicare quali sono i fattori di rischio individuati dalla comunità scientifica, ovvero: l’età (questa neoplasia colpisce specialmente le donne dopo i 50 anni, nel periodo della menopausa); la presenza di altri casi di carcinoma in famiglia; i fattori genetici (la predisposizione alla patologia pare essere legata alle mutazioni di alcuni geni, specialmente Brca1 e Brca2); le lesioni benigne; la gravidanza; gli ormoni (il rischio cresce all’aumentare dell’esposizione del tessuto mammario agli estrogeni); un’alimentazione scorretta (l’eccessivo consumo di grassi animali e lo scarso consumo di fibre vegetali); l’obesità.

Come si cura il tumore della mammella? Sono previste diverse opzioni terapeutiche, spesso combinate tra loro: la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia, la terapia ormonale, la terapia biologica.

Se il tumore è circoscritto a un’area ristretta, si ricorre alla chirurgia conservativa attraverso la quadrantectomia con cui viene asportata solo la parte del seno interessata dalla lesione. Nei casi più gravi, si ricorre alla mastectomia, che comporta la rimozione totale della mammella (compreso il capezzolo). A questo tipo di intervento può seguire la cosiddetta chirurgia ricostruttiva volta ad impiantare un “nuovo seno”. Se il tumore è diffuso anche ai linfonodi presenti sotto

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le ascelle, si può optare per un intervento più invasivo (il cosiddetto svuotamento ascellare).

La chemioterapia comporta la somministrazione di potenti farmaci, mentre la radioterapia richiede l’uso di dosi controllate di radiazioni. Lo scopo di questi trattamenti consiste nell’uccisione delle cellule tumorali.

Inoltre, dopo l’intervento chirurgico, la paziente oncologica deve seguire un particolare percorso nutrizionale.

Per maggiori informazioni sul tema, abbiamo intervistato il dr. Mario Coco, responsabile della nutrizione clinica ed oncologica dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Dopo l’intervista all’esperto, ti parlerò di quali diritti sono riconosciuti alla paziente oncologica.

Cos’è il tumore al seno e quanto è diffuso?

Il tumore al seno è una patologia molto diffusa. Il dato più preoccupante è che, ogni anno, aumentano i casi. Queste impennate annuali della patologia sono legate a dei fattori genetici. La malattia neoplastica è una malattia a carattere infiammatorio, ma ha un’origine genetica.

Quindi, semplificando, la patologia ha una “miccia” genetica che si accende nel nucleo delle cellule per cui si ha una differente stimolazione dei messaggeri e dei prodotti del ciclo cellulare. Le cellule iniziano a progredire e a formarsi in maniera incontrollata.

Quali sono i fattori di rischio?

La miccia è sempre di origine genetica, ma le abitudini e lo stato di salute generale della persona fanno la differenza. Questo tumore è accompagnato da un dato chiarissimo che è l’aumento di peso. L’eccesso di peso porta all’instaurarsi e alla progressione della patologia stessa.

Ricapitolando, tra i fattori di rischio bisogna tener conto dell’ambiente in cui viviamo, dell’aria che respiriamo, delle scelte che facciamo dal punto di vista alimentare e dell’inattività fisica. Tuttavia, a volte, abbiamo anche a che fare con

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donne che hanno uno stile di vita sano, ma si tratta di una donna su dieci. Il resto delle donne con diagnosi di tumore alla mammella sono in sovrappeso oppure obese ed hanno uno stile di vita sbagliato.

Quali sono le donne più esposte al rischio di tumore al seno?

Il tumore della mammella colpisce le donne in premenopausa, ma soprattutto in post-menopausa. Questo perché la ghiandola mammaria è molto sensibile a tutto l’assetto ormonale della donna e presenta una struttura molto complessa fatta di una rete nodulare e linfatica molto importante. Pertanto, nelle tecniche chirurgiche e nelle terapie oncologiche, si tiene conto della grandezza della massa tumorale e dell’interessamento dei linfonodi.

Come riconoscere i sintomi del tumore al seno?

Questa è una bellissima domanda. In realtà, l’autopalpazione rappresenta la prima difesa. Purtroppo, in molto casi, la malattia è asintomatica ed è per questo che rappresenta una patologia subdola e di scarsissima interpretazione in fase iniziale. Pertanto, il Sistema sanitario nazionale (Ssn) e le Asl promuovono un percorso di screening.

Quando bisogna fare lo screening?

Per il tumore alla mammella bisogna fare lo screening superati i 40 anni ogni sei mesi con ecografie, mammografia e distesa analogica. Per accorgersene in tempo e provare a combattere questa patologia bisogna controllarsi. Grazie allo screening riusciamo ad individuare la malattia in tempi stretti.

Quali sono i test genetici che consentono

di valutare la predisposizione ai tumori

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ereditari?

I test genetici che servono a determinare se i soggetti sono predisposti o meno al tumore si chiamano Brca1 e Brca2.

Come si cura il tumore del seno?

Bisogna prendere in considerazione l’istologia del tumore.

Le terapie a cui si ricorre sono le seguenti:

terapia oncologica neo-adiuvante, effettuata prima dell’intervento chirurgico per ridurre la massa tumorale;

dopodiché si procede con l’operazione chirurgica attraverso:la tumorectomia, con cui si asporta una porzione limitata di tessuto mammario sano intorno al tumore;

la quadrantectomia con cui si asporta un quadrante della mammella;

la mastectomia con cui si asporta la mammella in toto. Si ricorre alla mastectomia nei casi più gravi.

Dopo l’intervento, se necessario, si può ricorrere ad una terapia oncologica adiuvante al fine di migliorare gli effetti dell’operazione chirurgica. In tal caso, eventualmente, si può sottoporre la paziente a chemioterapia e/o radioterapia.

Dopo l’intervento, le pazienti hanno una guarigione completa?

Bisogna tornare al grado di diffusione e all’importanza del tumore stesso.

Tendenzialmente, le pazienti che poi subiscono un intervento chirurgico e una terapia oncologica successiva, fanno tot cicli di chemioterapia e vengono sottoposte a terapia ormonale per i successivi 5 anni.

Pertanto, in queste pazienti, l’aspetto nutrizionale e lo stile di vita assumono grande importanza perché sottoporsi ad un’ormonoterapia va chiaramente a creare una serie di squilibri nel corpo della donna, per cui si va incontro ad un eccesso di liquidi e di peso.

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Quale dieta consiglia per il tumore della mammella?

La miglior dieta è quella mediterranea, perché complessa lo zucchero e fa in modo che lo stesso venga assorbito poco alla volta.

Il nostro corpo si nutre di zucchero. Il nostro cervello si nutre solo ed esclusivamente di zucchero. I nostri muscoli producono energia solo con lo zucchero. Non è una questione di eliminazione degli zuccheri ma di complessare lo zucchero con altre sostanze. Ed è per questo che la dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’umanità, è la dieta più giusta per questo tipo di situazioni.

Bisogna evitare latte, carni processate, salumi, affettati, carni rosse, dolci, prodotti industriali. Si consiglia il consumo di cereali come il farro, l’orzo, la quinoa, l’avena.

Dal momento che i dolci sono tendenzialmente banditi, bisognerebbe trovare delle alternative di qualità come dolci fatti in casa (ovviamente, non elaborati e senza creme).

Quali difficoltà riscontrano le sue pazienti nella terapia nutrizionale?

Per molte pazienti, spesso, l’alimentazione rappresenta uno sfogo, loro vivono un momento di down dal punto di vista psicologico, quindi diventa molto difficile cambiare le loro abitudini e modificare gli approcci delle pazienti. Ma con un giusto counseling nutrizionale cerchiamo di far capire nel miglior modo possibile l’importanza della terapia nutrizionale.

Molte donne mi dicono che, dopo l’intervento e la terapia ormonale, avvertono la voglia di dolce. Il punto è che il dolce rappresenta il vero pericolo, perché questa patologia è molto “ghiotta” di zucchero.

Tumore della mammella: quali diritti?

Dopo aver approfondito il tema del tumore della mammella nell’intervista al dr.

Mario Coco, a seguire ti parlerò della procedura da seguire per ottenere l’indennità

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di accompagnamento e degli altri diritti riconosciuti dalla legge alla paziente oncologica.

Protesi mammaria

Il Servizio sanitario nazionale fornisce gratuitamente la protesi mammaria esterna alle donne che si sono sottoposte all’intervento al seno. Basta rivolgersi al proprio medico di famiglia per la compilazione di la richiesta di fornitura protesi mammaria esterna.

Domanda di indennità di accompagnamento

Chi riceve la diagnosi di tumore deve sottoporsi a terapie che possono essere particolarmente debilitanti; ciò può rendere complicato lo svolgimento anche delle più semplici attività quotidiane come mangiare, lavarsi e vestirsi. In questi casi, è possibile richiedere il riconoscimento della cosiddetta indennità di accompagnamento.

Se la paziente si sta sottoponendo ai cicli di chemioterapia, il riconoscimento di questa particolare forma di sostegno economico è già in atto, per i periodi necessari alla sua effettuazione.

M a q u a l è l a p r o c e d u r a d a s e g u i r e p e r o t t e n e r e l ’ i n d e n n i t à accompagnamento? La domanda deve essere presentata all’Inps per via telematica: occorre essere in possesso di una Carta Nazionale dei Servizi (Cns) oppure dotarsi di un codice Pin (da richiedere mediante il sito Inps attraverso le istruzioni per la registrazione o il numero verde dell’Inps 803164).

La procedura per la presentazione della domanda volta ad accertare lo stato di invalidità e di handicap della paziente prevede due fasi:

il rilascio del certificato medico digitale da parte di un medico accreditato, in possesso di apposito Pin, il quale deve compilare online, sul sito dell’Inps, la certificazione medica richiesta;

la compilazione della domanda.

Assistenza domiciliare

Oltre all’indennità di accompagnamento, la paziente oncologica ha diritto

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all’assistenza domiciliare. Nel caso in cui a seguito della dimissione ospedaliera, la paziente necessita di cure mediche specialistiche, infermieristiche e riabilitative direttamente a domicilio, allora può rivolgersi all’Assistenza Domiciliare Integrata erogata dalla Asl in collaborazione con il medico di base (il quale dovrà farne richiesta).

Rimborso trasporto

Inoltre, nel periodo in cui la malata oncologica deve sottoporsi alle terapie, sono previsti dei rimborsi per le spese di trasporto dal suo domicilio al luogo in cui vengono effettuate le terapie.

Contrassegno di libera circolazione e sosta

Il Comune di residenza riconosce agli invalidi civili che ne fanno richiesta il diritto ad ottenere il contrassegno di libera circolazione e sosta. Contrassegno che consente di:

circolare liberamente nelle zone a traffico limitato e in quelle pedonali;

sostare nei parcheggi riservati ai disabili e contrassegnati;

sostare gratuitamente nei parcheggi a pagamento.

Per ottenere questa agevolazione occorre presentare la domanda al Comune di residenza, accompagnata dal certificato medico che attesta la grave difficoltà motoria della paziente.

Esonero dall’uso delle cinture di sicurezza

Se la paziente oncologica, dopo essersi sottoposta all’intervento chirurgico alla mammella, dovesse riscontrare delle difficoltà nell’uso delle cinture di sicurezza, può ottenere l’esonerata dall’obbligo del loro utilizzo. La paziente deve portare al Distretto Sanitario di appartenenza un documento che attesti l’avvenuto intervento e/o che certifichi eventuali difficoltà.

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