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Associazioni alimentari: quali cibi non mangiare insieme

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Associazioni alimentari: quali cibi non mangiare insieme

Autore: Redazione | 25/09/2018

La dieta dissociata è davvero funzionante? È vero che alcuni cibi, se consumati insieme ad altri, sono più difficili da digerire?

Ti sarà certamente capitato di sentire che la frutta va mangiata a stomaco vuoto perché, se consumata a fine pasto, gonfia. E che è sempre meglio mangiare o solo

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la pasta o solo la carne, mentre il pasto completo è più difficile da digerire. Queste teorie fanno leva sullo studio delle cosiddette associazioni alimentari e spiegato quali cibi non mangiare insieme. Ad esempio sarebbe sempre meglio non mangiare la pasta con le bevande alcoliche o le proteine con le patate. Eppure nella nostra dieta quotidiana commettiamo numerosi errori frutto di golosità o fretta. È vero che ogni stomaco è differente ed alcuni intestini sono più pigri di altri, sicché la digestione può diventare un fatto fortemente soggettivo. Ecco perché le associazioni alimentari devono sempre passare da un medico nutrizionista che valuti le condizioni di salute del paziente.

Ad ogni buon fine, in questo articolo, abbiamo voluto elencare quali sono le corrette associazioni alimentari e quali cibi è meglio non mangiare insieme.

Non tutti gli alimenti vengono digeriti allo stesso modo e con gli stessi tempi. Di tali dati bisogna tenere conto se si vuol seguire una dieta equilibrata. Nel nostro organismo sono attivi molti enzimi e ciascuno di essi è specifico per una determinata sostanza. Ad esempio gli enzimi amilasi agiscono sugli amici, le lipasi sui grassi, le protesi sulle proteine, ecc. Ciascun enzima ha bisogno di una condizione ben precisa di acidità per digerire il cibo. Così, quando ingeriamo un alimento il nostro organismo crea localmente (in bocca, nello stomaco o nell’intestino) le condizioni di acidità ideale per favorire l’attività degli enzimi adatti a quello stesso cibo. Se però nel medesimo pasto si associano alimenti che hanno esigenze digestive discordanti, o addirittura opposte, il risultato è quello di una digestione più lenta, difficoltosa, a volte con scarsa o eccessiva assimilazione delle sostanze nutrienti, con tutti i problemi che da ciò derivano: sonnolenza, bruciore di stomaco, senso di pesantezza, gonfiore, aumento del peso, ecc.

Im ostare Ia propria dieta secondo le norme corrette delle associazioni alimentari vuol dire cercare di combinare nei pasti alimenti che richiedano simili condizioni digestive in modo da semplificare il più possibile il lavoro dell’organismo ed evitare che esso sottragga energia ad altre attività per destinarla alle funzioni digestive.

Ma quali sono queste corrette combinazioni alimentari? Le vedremo qui di seguito.

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Si possono associare le proteine con gli amidi?

L’amido è contenuto soprattutto nei cereali e nei cibi che da essi derivano come pane, pasta, patate. Esso inizia la sua digestione in bocca con la ptialina contenuta nella saliva. Questo enzima, che scinde l’amido in zuccheri semplici, richiede un ambiente alcolico. La digestione delle proteine, invece, è differente. La loro digestione inizia solo nello stomaco ad opera della pepsina, enzima gastrico attivo in ambiente acido. Quindi l’ingestione contemporanea di proteine e amici non può che rendere difficile la digestione di questi ultimi.

Si possono associare proteine diverse tra loro?

Le proteine sono contenute in carne, pesce, latte, formaggi, uova. Ciascuno di essi ha esigenze digestive specifiche, e l’organismo è in grado di produrre succhi gastrici con una diversa composizione in rapporto al tipo di alimento ingerito.

È buona norma non consumare nello stesso momento cibi proteici di diverso tipo.

Ad esempio il latte è incompatibile con carne e salumi. Nello stomaco infatti il latte coagula in fiocchi che si dispongono attorno alle particelle di carne impedendone la digestione.

Si possono associare cibi amidacei con cibi acidi?

Non è corretto altresì associare la digestione di amidi (pasta, pane, patate) con alimenti acidi (fritti, cioccolata, cacao, carni grasse, crostacei, affettati, formaggi) che inibiscono la produzione dell’enzima della ptialina, necessaria come detto a digerire i primi. II principio vale anche per le bevande acide, che andrebbero evitate durante pasti amidacei (il vino, in particolare quello bianco, accompagnato a pasta o riso).

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Si possono associare cibi proteici con alimenti acidi?

Può sembra un controsenso, visto che le proteine si digeriscono in ambiente acido, ma è bene non associare alimenti proteici ad alimenti acidi. Questi infatti, proprio per

Ia loro acidità, potrebbero inibire le secrezioni gastriche dato che lo stomaco, ritrovandosi già acido per effetto degli alimenti ingeriti, è poco stimolato a produrre l’acido cloridrico indispensabile per attivare la pepsina.

Si possono associare cibi proteici con i grassi?

Il consumo dei grassi – la cui ingestione inibisce le secrezioni gastriche e riducono la motilità dello stomaco – è un ostacolo alla digestione delle proteine ingerite con essi.

Si possono associare gli zuccheri semplici con cibi amidacei o proteici?

Gli zuccheri semplici, come il comune saccarosio, passano rapidamente attraverso il tubo digerente e vengono velocemente assimilati. Introdurli con alimenti che richiedono una digestione più laboriosa vuol dire rallentare il loro passaggio, col rischio di innescare processi fermentativi indesiderati.

Oltre a ciò gli zuccheri semplici inibiscono direttamente Ia secrezione di ptialina e Ia produzione di succhi gastrici causando un’ulteriore difficoltà alla digestione degli amidi o delle proteine.

No alla frutta a fine pasto

Quanto detto a proposito degli zuccheri semplici vale anche per Ia frutta, che merita un cenno particolare per l’abitudine diffusa di consumarla a fine pasto. È questo un grave errore perché, data Ia sua composizione semplice, anche gli

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zuccheri in essa contenuti si assimilano molto rapidamente; e metterla in coda dopo un pasto abbondante vuol dire solo rendere difficile il loro transito nel tubo digerente e il loro assorbimento intestinale.

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