LO SGUARDO
“Lo sguardo è la grande arma della civetteria virtuosa,
si può dire tutto con uno sguardo”
GLI OCCHI VUOTI DI MODIGLIANI
“Quando conoscerò la
tua anima dipingerò i tuoi occhi“.
“Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, mentre con l' altro guardi dentro di te”. Modigliani rispose così dopo aver ritratto Leopold Survage.
“Gli occhi sono lo specchio dell’anima”, diceva Platone nel Fedro, nel senso che riflettono in maniera immediata le nostre emozioni, le nostre paure, le nostre sfumature emotive più intime, per vedere l’invisibile nel profondo dell’essere. Nei dipinti di Modigliani gli occhi divengono la metafora di una realtà che non si può rappresentare e comunicare in forma assolutamente corretta o giusta, ecco perché lui molto spesso li rappresenta vuoti.
Amedeo Modigliani, Léopold Survage, 1917, olio su tela, 46 x 61.5 cm.
Ateneumin Taidemuseo, Helsinki
LO SGUARDO MAGNETICO DELLA GIOCONDA
L’effetto Monnalisa
Uno degli sguardi più famosi nell’arte. Lo sguardo della Monnalisa, è divenuto famoso perché ogni volta che si osserva l’opera, sembra che il suo sguardo ci segua. Questo ci fa capire quanto sia importante lo sguardo all’interno dell’arte, questo può nascondere un sacco di significati e con lo sguardo si da carattere e movimento all’opera proprio come nella Gioconda di Leonardo.
Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503–1504 circa, olio su tavola di pioppo, 77×53 cm, Museo del Louvre, Parigi
LO SGUARDO PIETRIFICANTE
DI MEDUSA
Tra arte e leggenda
Il dipinto rappresenta l’ attimo in cui viene tagliata la testa a Medusa: l’ angoscia e la violenza della scena vengono percepite, in primo piano, dallo sguardo e dall’espressione di Medusa, che inquieta lo spettatore.
Caravaggio, Scudo con testa di Medusa, 1598 ca., olio su tela, 55 x 60 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze
LO SGUARDO SBALORDITO DI TOMMASO
La psicologia dello sguardo
In questo dipinto, il pittore rappresenta il momento in cui uno degli apostoli, Tommaso, incredulo della resurrezione di Gesù inserisce un dito nella ferita del messia, per accertarsi che sia risorto veramente. “Beato colui che crede senza vedere”: lo sguardo di S.Tommaso è utilizzato dall’artista per sottolineare lo stupore dell’apostolo che, fino a quel momento, non credette nella resurrezione di Gesù.
Caravaggio, Incredulità di San Tommaso, 1601-1602, olio su tela, 107 x 146 cm, Bildergalerie, Potsdam
LO SGUARDO CHE ORIENTA L’OSSERVATORE
Orientandosi nell’opera
Parmigianino, Visione di San Girolamo, 1526-1527, olio su tavola, 343 x 149 cm, National Gallery, Londra
Lo sguardo, oltre a comunicare emozioni, può invitare lo spettatore a rivolgersi in un punto particolare dell’ opera: un esempio può essere Visione di San Girolamo realizzato da Parmigianino.
Lo sguardo di S.Giovanni Battista richiama l’attenzione dell’osservatore e, indicando verso l’alto, sposta il suo occhio verso il soggetto principale, ovvero Maria e Gesù bambino.
LO SGUARDO PERSO
Lo sguardo dei pensieri
Nel quadro I Nottambuli sono presenti 4 soggetti che non comunicano tra loro, ad eccezione dell'uomo dietro il bancone, che cerca di richiamare l’attenzione dei clienti: sono tutti immersi nei loro pensieri.
Il pittore ha rappresentato le persone con uno sguardo vuoto, che comunica malinconia e, appunto, la solitudine.
Robert Hopper, I Nottambuli, 1942, olio su tela, 84,1 x 152,4 cm, Art Institute of Chicago, Chicago
LO SGUARDO PENETRANTE
DEL DAVID
La forza dell’intelletto
Lo sguardo di David è concentrato nel valutare il lancio da compiere.
Lo sguardo è fermo, attento. La rappresentazione del momento che precede l’attacco a Golia sta a sottolineare l’efficacia e la forza dell’intelletto rispetto alla forza fisica esercitata da Golia.
Michelangelo Buonarroti, David, 1501-1504, Marmo a tutto tondo, 517×199 cm, Galleria dell'Accademia, Firenze
LO SGUARDO PREOCCUPATO
DI VAN GOGH
“Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le
cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è
qualcosa che non c’è nelle cattedrali”.
Il centro del quadro è rappresentato dallo sguardo preoccupato del pittore, da cui sembrano partire tutte le pennellate del quadro.
Vincent van Gogh, Autoritratto, 1889, olio su tela, 65×54 cm,Museo d'Orsay, Parigi