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Giovedì 27 gennaio. Parola di Vita. Amare Dio è amare l uomo

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Academic year: 2022

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Testo completo

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Indicazioni

Questa esperienza di preghiera è strutturata per un approccio individuale, tuttavia è possibile condividere l’incontro con altre persone seguendo le indicazioni poste tra parentesi in rosa.

Preparazione

- Prenditi del tempo in questa serata e trova un luogo dove nessuno ti può disturbare - Prepara l’ambiente con l’icona di Yeshua, due cuscini, uno per te e uno per chi viene
 Prepara un lume e il Vangelo aperto sul brano indicato, Mt 25,31-46, un foglio e una penna.

Nell’esperienza di gruppo si prepara la stanza disponendosi a cerchio intorno all’icona di Yeshua, al Vangelo e al lume posti nel mezzo, preparando un foglio e una penna a partecipante.

Giovedì 27 gennaio

Parola di Vita

Amare Dio è amare l’uomo

-

Fa’ qualche istante di silenzio così da posizionarti consapevolmente alla presenza di Dio
 e disporti all’ascolto della sua Parola.

-

Respira lentamente chiedendo perdono a Dio nel tuo cuore e donando perdono alle sorelle e ai fratelli.

-

Mantieni uno stato di lode verso Dio e di gratitudine verso la Vita

Attraverso il segno di Yeshua apri e allinea i centri vitali della fronte, della bocca e del cuore:

Nel nome di Dio-Padre: Y sulla fronte Nel nome del Logos-Figlio: Y sulle labbra Nel nome dello Spirito Paraclito: Y sul cuore

Lasciati guidare dallo Spirito Santo invocandolo e accendi il lume durante la seconda strofa

Canto: Sempre

Clicca qui per ascoltare

Il vento soffia dove lui vuole e tu
 Ne senti la voce ma tu non sai


Di dove viene e dove lui va dove lui va
 Così è di chiunque è nato dallo Spirito Se amate me custodirete le mie


Le mie procedure e io


Io chiederò al Padre mio un altro Consolatore


(2)

Che sia con voi che sia sempre con voi
 Che sia sempre con voi

A voi darà lo Spirito di verità
 Che il mondo non può ricevere


Né percepire e conoscere voi lo conoscete
 Perché in pace si è fermato in voi


Lui per sempre sarà in voi Il vento soffia dove lui vuole e tu
 Ne senti la voce ma tu non sai


Di dove viene e dove lui va dove lui va
 Così è così è di chi è nato dallo Spirito

Leggi più volte, lentamente e a voce alta il brano del Vangelo senza volerlo subito capire, piuttosto seminando ogni Parola dentro di te.

Nell’esperienza di gruppo il brano sarà proclamato da un solista mentre gli altri ascoltano ad occhi chiusi.

Dal Vangelo secondo Matteo

25,31-46

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e con lui tutti gli angeli, allora siederà sul trono della sua gloria, e saranno riunite davanti a lui tutte le nazioni, e separerà gli uni dagli altri come il pastore separa le pecore dai capri; e porrà le pecore alla sua destra e i capretti invece alla sua sinistra.

Allora dirà il re a quelli alla sua destra:

Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Poiché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dissetato, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, sono stato malato e siete venuti da me, ero in carcere e siete venuti da me.

Allora gli risponderanno i giusti dicendo:

Signore quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo nutrito, o assetato e ti abbiamo dissetato?

Quando poi ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto o nudo e ti abbiamo vestito?

Quando poi ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti da te?

E il re rispondendo dirà loro:

Amen, vi dico: quanto avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me.

Allora dirà a quelli della sua sinistra:

Andatevene da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli.Poiché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dissetato, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi siete venuti a visitare.

Allora anch’essi risponderanno dicendo: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?

Allora risponderà loro dicendo:

Amen, vi dico: quanto non avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, non lo avete fatto neppure a me. E questi andranno al castigo eterno, mentre i giusti alla vita eterna.

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Medita:

-

Segui e comprendi la riflessione proposta in modo da avvicinarti sempre di più al senso del testo.

-

Sottolinea, prendi qualche appunto per riconoscere ciò che può essere utile alla tua vita.

Commento

Yeshua comunemente si definisce come Figlio dell’Uomo. Figlio dell’uomo è colui che accoglie lo Spirito di Dio e lo vive nella propria vita, è colui che ha accettato la propria missione nella decisione di perseguirla fino alla fine, costi quel che costi, è colui che mostra all’umanità la sua pienezza e bellezza, così come è stata pensata da Dio, è colui che si schiera dalla parte dell’uomo ed è sempre totalmente a suo favore.

Nessuno è qui a caso, a tutti è affidato un progetto-compito che rende significativa l’esistenza. Le persone sono tristi o depresse, senza vitalità semplicemente perché non hanno validi motivi per vivere. In altre parole non seguono il Figlio dell’Uomo!

Yeshua viene con tutti i suoi angeli, ovvero coloro che lodano e cantano continuamente al cospetto di Dio, corrispondendo così alla loro missione. Essi sono i messaggeri e i messaggi che ci vengono donati per aiutarci ad evolvere e per mostrarci chi siamo veramente se solo cominciassimo a spendere la nostra vita nell’amore.

Yeshua siede sul trono della gloria e non più nel tempio dove erano accolti solo i puri, mentre gli altri, considerati peccatori, erano esclusi. Yeshua è il nuovo tempio che ci comunica che Dio risiede in chi ama, accoglie e realizza il suo progetto, senza distinzioni.

Davanti a Yeshua saranno riunite tutte le nazioni. Qui non troviamo il termine greco laos ad indicare il popolo d’Israele (il giudizio su Israele infatti è già stato espresso in Mt 19,28), ma la parola ethne che indica i pagani, coloro che non hanno conosciuto direttamente il messaggio di Yeshua. Questo ci fa capire che il giudizio divino sarà su un piano totalmente umano, sul come funziona la vita al di là di un credo o di una religione d’appartenenza.

Yeshua spiega anche il tipo di distinzione che opererà nell’umanità nell’ultimo giorno paragonandosi al pastore che come prassi deve separare le pecore dai capri in vista della mungitura. A destra, lato della consapevolezza, le pecore, coloro che lo hanno conosciuto, ascoltato e seguito (cfr. Gv 10,11-16), a sinistra i capri, coloro che si sono schierati dalla parte del buio, dell’inconsapevolezza per cui non si sono voluti accorgere di nulla di ciò che la vita stava manifestando (cfr. Mt 24,38-39).

Ora per la cernita Yeshua non ha bisogno di nessun libro, non si deve attenere ad alcuna legge, perché sarà tutto molto evidente. Chi ha del buon latte, fatto di azioni concrete da donare all’umanità e vive dentro il piano di Dio, costui sarà riconosciuto per i frutti che avrà portato nella vita a beneficio suo e dell’umanità (cfr. Lc 6,43-45).

Allora dirà il re a quelli alla sua destra: Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Costoro ricevono la realtà divina creata da Dio stesso: la gioia, ovvero il mezzo essenziale per raggiungere l’unità con il Creatore. Domanda: Che cosa hanno fatto per ottenere tutto questo? Risposta: Si sono presi cura dei bisogni dell’uomo perché sono stati toccati nel profondo dal suo stato di indigenza e non perché una legge o un comando divino glielo ha imposto. Hanno soddisfatto la fame e la sete dell’umanità di tenerezza, di ascolto e d’amore; hanno accettato il diverso come ricchezza senza più respingerlo come straniero; hanno difeso e protetto il nudo esposto alla vergogna e alla vulnerabilità; hanno prestato aiuto a coloro che avevano bisogno di guarigione anziché giudicarli come dei peccatori perché ammalati, quindi senza seguire la mentalità del tempo; hanno sostenuto con viveri chi si trovava in carcere per giusta condanna mossi da compassione. In altre parole hanno sempre promosso vita, si sono sempre espressi a favore dell’amore, hanno compiuto azioni benefiche verso tutti al di là

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di ogni pregiudizio perché per questo sono stati creati. Ora per compiere queste opere non serve la Sacra Scrittura, la Legge, ma un cuore che vibra e che non sopporta più la disarmonia.

Quando hanno compiuto tutto questo? Ogni volta che il loro cuore ha percepito mancanza di vita e l’occhio si è accorto del malessere si sono prestati per riattivare la bellezza e l’armonia al di là di un comando o della carità cristiana.. quindi sono stati mossi da un amore disinteressato e gratuito. Questa è risposta pronta ed efficace alle esigenze della vita, il modo migliore per scoprire e soddisfare il proprio compito di vita, che va ben oltre la richiesta da parte di chi è nel bisogno, in genere parenti o amici.

Questo spiega anche il perché non si siano accorti delle loro azioni: hanno agito così perché il cuore l’ha sentito, perché l’umanità ne aveva bisogno al di là di una morale o di una fede professata. Per questo chi ama Dio non è detto che ami anche l’uomo, ma è certo che chi ama l’uomo ami pure Dio.

Allora dirà a quelli della sua sinistra: Andatevene da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli. Non è detto maledetti dal Padre mio, perché non è Dio che maledice, ma costoro si maledicono da sé stessi per precipitare nel fuoco della Geenna, l’immondezzaio di Gerusalemme, nei pressi della Valle di Hinnon, dove un fuoco ardeva continuamente.

Come mai questa fine per costoro? Perché non avendo saputo rispondere prontamente alle domande e ai messaggi della vita non solo non hanno capito e quindi svolto il loro compito, ma hanno contribuito purtroppo alla distruzione dell’umanità. La missione per ogni uomo è quella di seminare se stesso per rendere migliore la realtà ripristinando per essa la gioia e la bellezza del vivere.

Allora anch’essi risponderanno dicendo: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito? Risposta frettolosa, di gente che ha dormito e proprio non si è accorta di ciò che la vita chiedeva, come invece è accaduto per quelli seduti alla destra. Interessante come entrambe le parti si chiedano: Quando? Quelli di destra non si sono accorti che ogni uomo aveva il volto di Dio, quelli di sinistra non solo non se ne sono accorti, ma hanno abbandonato a se stesso pure l’uomo. Contano le risposte che diamo alla vita al di là delle preghiere, perché dietro ogni azione c’è un dialogo interiore corrispettivo di pari portata.

Quelli di sinistra hanno come destino il castigo-supplizio eterno, in greco kolasis, termine che significa mutilazione, recisione. È come se fosse scritto: saranno mutilati perché hanno reciso il piano di Dio, la loro vitalità, il loro sacro sentire.

Cosa comporta questo per tutti noi?

Primo: quando emerge un bisogno fuori o dentro di noi, la vita ci chiede di ascoltarlo e rispondere, sempre. Tuttavia se uno è preso solo dai propri impegni e problemi non riesce a vedere e ad ascoltare nulla. Ad esempio se una donna vede il marito sul divano e gli dice: Guarda che anche io sono in piedi da stamattina, vede solo il suo bisogno e non quello del compagno. Se qualcuno ci dice che nostro figlio non si comporta bene e ci giustifichiamo ribadendo che a casa non è così, stiamo puntando solo al nostro bisogno di riconoscimento, ma non ad un aiuto efficace per lui.

Secondo: tutti i nostri bisogni chiedono cura e attenzione, trascurarli ci porta alla rovina. Per esempio se uno ripete continuamente di non aver bisogno di nessuno, non potrà mai vedere la propria fame d’amore, rimanendo nella solitudine. Se abbiamo imparato a tenerci i problemi solo per noi perché sono privati o perché non vogliamo caricare gli altri che hanno i propri, non potremo mai vedere il nostro bisogno di apertura e di accoglienza, cosa che porterà solo sofferenza. Se una persona fa di tutto per sembrare diversa, per non essere come gli altri, non si potrà rendere conto di aver bisogno di accettarsi per come è, ma diventerà ogni giorno più triste.

Affermare con decisione: In fondo io sono questo, significa non voler cambiare, non voler evolvere, far finta che tutto vada bene, anche se non è così.

Amare se stessi significa ascoltare i propri bisogni, esprimerli senza aspettare che gli altri li intravedano, muoversi per soddisfarli. Quando un uomo o una donna soddisfano i propri e altrui

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bisogni corrispondendo alla vita, non saranno mai attaccati a nulla, se non a sé stessi, a Dio e alla Vita. Per questo motivo vivranno sempre in armonia con tutto e con tutti.

Ora rileggi il testo del Vangelo proposto provando a contemplarlo nella sua bellezza nel tuo intimo e prendi in considerazione più seria e diretta quella Parola o quella frase che risuona chiaramente in te per ripeterla per qualche istante dentro di te ad occhi chiusi e al ritmo del respiro, lasciando che ti si riveli in tutta la sua potenza.

Nell’esperienza di gruppo questo è il momento per dare spazio alla risonanza della Parola dove ognuno, dopo averla meditata, può far presente agli altri alcuni effetti del Logos su di lui.

Prega con il canto del Salmo indicato per rispondere con la preghiera al Logos-Parola

Salmo 22: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla Clicca qui per ascoltare

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.


Su pascoli erbosi mi fa riposare,
 ad acque tranquille mi conduce.


Rinfranca l'anima mia.

Ant.

Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.


Anche se vado per una valle oscura,


non temo alcun male, perché tu sei con me.


Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

Ant.

Davanti a me tu prepari una mensa
 sotto gli occhi dei miei nemici.


Ungi di olio il mio capo;


il mio calice trabocca.

Ant.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
 tutti i giorni della mia vita,


abiterò ancora nella casa del Signore
 per lunghi giorni.

Ant.

Continua a meditare con la melodia del Salmo in sottofondo, formula una preghiera personale o più preghiere nel gruppo) e rispondi con il canto dell’antifona.

Scrivi ora sul foglio la frase o Parola che ti hanno colpito per portarla con te lungo la settimana, verificando le tue azioni giornaliere alla sua luce. Alla fine loda e canta con le parole del Salmo 130 per affidarti completamente alle mani di Dio e aderire alla sue promesse.

Salmo 130: Custodiscimi, Signore, nella pace, nella pace. 

Clicca qui per ascoltare

Signore non si esalta il mio cuore


i miei occhi non guardano troppo in alto,
 non vado in cerca di cose grandi


di grandi azioni


al di là delle mie forze.

(6)

Ant.

Io raffreno il mio cuore
 nella quiete e nel silenzio,


come un bimbo in braccio a sua madre
 in me è tranquillo il mio cuore.


Israele attenda il Signore
 da ora e per sempre.

Scegli un’azione da compiere nei prossimi giorni che tragga spunto da ciò che hai appena scritto, affinché la Parola di Dio non resti muta. Fa’ in modo che questo tuo agire c’entri con la tua vita, sia per la tua crescita che a beneficio degli altri per la maggiore gloria di Dio.

Canto: Avun

Clicca qui per ascoltare Padre nostro che sei nei cieli il tuo nome è santo

il tuo regno viene

la tua volontà si compie come in cielo così in terra Tu ci doni il pane di ogni giorno

Tu rimetti a noi i nostri debiti

nell’istante in cui noi li rimettiamo ai nostri debitori Tu non ci induci in tentazione

ma nella tentazione ci strappi dal maligno perché tuo è il regno e la potenza e la gloria ora e per sempre.

Amen.

Congedati lentamente e in silenzio da questo incontro acclamando nel segno di croce:

Il Signore mi guarda, mi benedice

e mi guida per il sentiero della vita.

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