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Comune di Spoleto

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Academic year: 2022

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Comune di Spoleto

Regione dell'Umbria

Direzione Tecnica

Regione dell'Umbria

EX CASERMA MINERVIO

Comune di Spoleto

INTERVENTI SULLE STRUTTURE PER LA RIPARAZIONE E MIGLIORAMENTO SISMICO DI IMMOBILI FACENTI PARTE

DEL MONASTERO DELLA STELLA

RELAZIONE CRITICA SULLE FASI STORICHE ALLEGATO -A- al DPCM 09/02/2011

Il Dirigente Arch. Barbara Gentilini

Il Responsabile Unico del Procedimento lng. Monica Proietti

Coordinatore Progettuale

Progettista Strutturale lng. Francesco Proietti

Mandataria

lng. Giuseppe Latini

RTP

Progettista Architettonico e Responsabile del Gruppo D.L.

Arch. Giampiero Carini

Mandanti

TECNOSTUDIO - Professionisti Associati: Arch. Giampiero Carini lng. Gianfranco Cianfrini lng. Emiliano Pera Geom. Renzo Cirilli

lng. Amedeo Cutini

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OGGETTO: EX CASERMA “MINERVIO”. INTERVENTI SULLE STRUTTURE PER LA RIPARAZIONE E MIGLIORAMENTO SISMICO DI IMMOBILE FACENTE PARTE DEL

“MONASTERO DELLA STELLA”.

COMMITTENTE: Comune di Spoleto Direzione Tecnica

UBICAZIONE INTERVENTO: Spoleto (PG).

RELAZIONE CRITICA SULLE FASI STORICHE E INDIVIDUAZIONI DELLE METODOLOGIE

Si premette che per un’approfondita conoscenza della stratificazione del Complesso si rimanda all’ elaborato di cronologia storica allegato TAV. A0/A e sgg. nonché ai documenti di gara attentamente valutati preliminarmente alle scelte progettuali proposte nel presente progetto.

Quindi la lettura degli allegati grafici al progetto A0/A e sgg. cui si rimanda per la conoscenza critica del Complesso è in grado di fornire quegli elementi fondamentali e preliminari per una corretta interpretazione delle successive fasi metodologiche di intervento.

Il detto intervento, quindi, si articolerà necessariamente sui vari settori diversi tra loro e distinti per tipologia di danno e caratteristiche specifiche.

Per ciascuno dei predetti settori si sono individuati i macro - elementi per cui si è proceduto alla preliminare indagine storico – critica che ha individuato le metodologie per l’esatta elencazione delle fasi relative ai sotto - elementi che li costituiscono.

Il tutto è finalizzato a fornire una esatta procedura di restituzione del Complesso successivamente agli interventi di natura strutturale ed una corretta indicazione dell’iter realizzativo per la restituzione del bene.

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A. INDIVIDUAZIONE DEI MACRO - ELEMENTI:

- Elementi VERTICALI ESTERNI facciata; pareti perimetrali - Elementi ORIZZONTALI ESTERNI coperture

- Elementi VERTICALI INTERNI diaframmi; pareti interne; componenti lapidei fissi

- Elementi ORIZZONTALI INTERNI strutture lignee – sottocopertura;

pavimentazioni

- Elementi INTERNI DI NATURA LAPIDEA sculture apparato decorativo

B. PRE-FASI INTERVENTO (

Restauro Architettonico ;

☐☐

Restauro Artistico)

ESTERNO:

Stralcio Attuale Stralcio Successivo

Facciata:

1. Crollo Fedele Ricostruzione

2. Consolidamento Restauro – (elementi di nuova realizzazione)

3. Ripresentazione Finale

Facciate e Pareti laterali:

1. Crollo  Fedele Ricostruzione

2. Consolidamento Restauro

3. Ripresentazione Finale

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INTERNO:

Stralcio Attuale Stralcio Successivo

Superficie in laterizio:

1. Crollo Fedele Ricostruzione

2. Consolidamento Restauro

3. Ripresentazione Finale

☐☐

Superficie lapidea:

1. Consolidamento Restauro

2. Ripresentazione Finale

☐☐

Intonaci:

1. Consolidamento Restauro

2. Ripresentazione Finale

☐☐

Portone Ligneo e Infissi esterni:

1. Consolidamento Restauro - Nuova

realizzazione con tipologie consolidate

2. Ripresentazione Finale

Mentre per le fasi relative alla Fedele Ricostruzione si seguiranno criteri condivisi volti a restituire l’immagine del Bene denominato Monastero della Stella, Spoleto (PG), così come si presentava agli osservatori antecedentemente ai crolli dovuti ai successivi eventi sismici e abbandono, si ritiene opportuno fare menzione delle note riepilogative già in precedenza fornite sotto forma di comunicazioni preliminari, verbali di riunione in itinere e sondaggi conoscitivi con relazioni archeologiche.

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PROGRAMMA PER IL MONITORAGGIO DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Allegato A alla direttiva PCM 9.2.2011, supplemento ordinario n. 54 alla G.U. Serie generale - n. 47

MODULO A - Anagrafico Identificativo

Ha lo scopo di identificare in modo univoco il manufatto. L’identificazione avviene attraverso tre parametri fondamentali: denominazione, toponomastica, dati catastali. La struttura dei dati è definita al Decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 28 febbraio 2004, così come modificato dal D.M. 28 febbraio 2005, emanato di concerto con l’Agenzia del Demanio e relativo ai criteri e modalità per la verifica del’ interesse culturale dei beni immobili di proprietà pubblica, ai sensi dell’art. 12 del D. Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio.

A1. Qualificazione giuridica del soggetto proprietario

Specificare la qualificazione giuridica: Stato, Regione, Provincia, Comune, Ente o Istituto pubblico, Persona giuridica privata senza fine di lucro, Privato.

Demanio dello Stato

A2. Riferimenti del soggetto proprietario

Indicare: denominazione, indirizzo, nominativo del legale rappresentante, nominati del responsabile del procedimento.

Comune di Spoleto – Direzione Tecnica A3. Denominazione del bene

Rappresenta il nome proprio o la denominazione corrente utilizzata per identificare il bene.

Ex- Caserma “Minervio”, facente parte del “Monastero Della Stella”

A4. Toponomastica

“Monastero della Stella”, piazza Garibaldi / via dell’Anfiteatro A5. Coordinate geografiche

coordinate ED50: latitudine 42,741035 longitudine 14,738978 A6. Dati catastali

foglio 134 - particella 1162 A7. Confinanti

via dell’Anfiteatro, via delle Murelle, proprietà demaniale A8. Periodo di realizzazione

1254

A9. Destinazione d’uso attuale Inutilizzato (ex-caserma) A10. Documentazione fotografica Vedi elaborato E1

A11. Stralcio planimetrico Vedi elaborati A0, A1

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uscivano le vie Flaminia (il ponte Sanguinario, eretto nel I secolo a.c.) e Nursina.

Estrapolando l’area oggetto di intervento possiamo ricondurre trasformazioni significative a partire dal sec. XIII – XV: nuclei identificati e pertinenze del Monastero con primo portico del primo chiostro con adiacenti aree di sviluppo e successivo completamento del secondo lato lungo e lato di fondo.

Gli edifici, pur oggetto di successivi interventi, denotano a tutt’oggi -per dimensioni e struttura- la loro iniziale destinazione monastico/ ospedaliera.

Nel 1254 venne costruito l’Ospedale Nuovo della Stella, che doveva accogliere non soltanto gli infermi, i poveri e i pellegrini, ma anche i neonati esposti; la cura dell’ospedale fu affidata dal vescovo Accoramboni alle monache agostiniane di clausura.

Nel Monastero della Stella le agostiniane, che ancora verso la fine del cinquecento accoglievano i proietti (bracceschi), si dedicarono -a partire dal quattrocento-, ad arricchire ed ingrandire il Monastero. Scomparsi gli edifici più antichi, l’insieme è ancora adesso costituito da edifici monastici in gran parte del cinquecento.

Trasformazioni significative seguono nei secoli successivi; i due monasteri prosperarono e si ingrandirono fino al 1860, quando furono soppressi e destinati a funzioni militari.

Le strutture degli ex monasteri della Stella e del Palazzo, ormai trasformati in caserma, subirono gravi danni a causa del terremoto che colpì Spoleto nel 1895. Dopo un sopralluogo, Lodovico Marinelli, capitano del Genio Militare, riferisce infatti che in quella circostanza “si verificarono profonde fenditure in tutti i muri ed in tutte le volte, parecchi strapiombi, specialmente nelle parti isolate della caserma, strappamenti di chiavi, spostamento della guglia centrale del campanile ed abbassamento di un pavimento di laterizi in un vasto locale.

La guglia del campanile della chiesa dei ss. Stefano e Tommaso, demolita a causa delle lesioni subite, non è stata più ricostruita.

La facciata principale: misura circa 31 metri per 10 metri di altezza e può essere collocata cronologicamente intorno alla seconda metà del XVIII sec..

Nell’aspetto attuale, l’intera area è suddivisa da cornicioni marcapiano che definiscono tre registri, l’ultimo dei quali caratterizzato da una ordinata serie di finestre quadrate con grate e riproposizione di analoghe a “trompe l’oeil”.

La facciata risulta alquanto allineata -non solo nelle modanature aggettanti, nei cornicioni e nelle lesene- ma anche nella struttura portante, che assume in pianta un andamento rettilineo anche nella distribuzione dei retrostanti locali.

Ad esclusione di piccole porzioni interne, del perimetro di base e dei portali laterali del chiostro realizzati in pietra locale, il resto della superficie si presenta completamente intonacata e tinteggiata pur se molto deteriorata.

Interesse storico riveste anche la porzione di accesso al portico, soprattutto nella parte inferiore.

L’interno: il complesso ha pianta asimmetrica di forma ad L a confinare il chiostro, simmetrico su tre lati e costituito da due ordini.

Le volte: completamente intonacate e non decorate, sono del tipo a botte e crociera.

A13. Presenza di elementi di pregio

Due portali: in pietra serena con fregio ed iscrizione del portico, fregi raffiguranti la stella,

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condotto solo su tre lati del rettangolo.

Un seditoio di pietra/mattoni definisce lo stesso al piano terra e si sviluppa su un solo lato.

Piano superiore: retrostante al quarto lato di chiusura del chiostro, si sviluppa un grande vano con cassettonato, probabilmente del XIX secolo.

Al centro della parete salone è presente una bella edicola che racchiude una nicchia affrescata:

nella volta è raffigurato Dio Padre benedicente -a proporzioni maggiori del vero- compreso da nimbo su fondo oro e circondato da otto serafini; nella parete, innanzi ad uno strato di broccato d’oro, mirasi la Vergine in seggio con Gesù; lateralmente a sinistra San Brizio, a destra San Pietro martire. Altre opere appartenute al monastero risultano ora trasferite in pinacoteca.

A14. Altra documentazione

Tavole A0-A,-B (elaborato critico di sintesi delle fasi storiche), estratto dai testi e dalla documentazione grafica relativa alle indagini svolte dal Comune di Spoleto congiuntamente alla Soprintendenza Archeologica e B.A.A.A.S. per l’Umbria, con il coordinamento tecnico del dott.Milvio Sabatini ed il coordinamento scientifico del prof.arch.Giovanni Carbonara e con il contributo della

“Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto”.

A15. Valutazione di interesse culturale

Dichiarandone di interesse culturale ai sensi dell’art.10 comma 1 del D.Lgs. 22.01.2004 n° 42 e decreto di vincolo dell’intero bene “Ex Caserma Minervio” emessa in data 12 luglio 2018 il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

MODULO B - Fattori di sensibilità

Contiene i dati necessari per determinare le relazioni tra il manufatto ed il contesto territoriale al fine di classificare particolari fattori di sensibilità.

B1. Caratteristiche dimensionali B1a. superficie coperta

B1b. altezza gronda

B1c. numero di piani entroterra B1d. numero di piani fuori terra B1e. eidotipo

Vedi tavole A0 - A1-A, -B, -C (architettonico, stato attuale), R1-A, -B, -C (rilievo critico dei materiali e delle emergenze), R3-A, -B (rilievo delle strutture e quadro fessurativo)

B2. Localizzazione B2a. ambito territoriale

Riportare se il manufatto è localizzato in un centro urbano, in zona extraurbana, in zona agricola, ecc.

Centro urbano, extra-moenia

B2b. caratteristiche ambientali geografiche

Riportare se il manufatto è localizzato in prossimità di fiumi, torrenti, mare, rilievi, zone verdi, ecc.

A confine con via delle Murelle ed alveo del torrente Tessino B2c. caratteristiche ambientali antropiche

Riportare se il manufatto è localizzato in prossimità di viabilità primaria o secondaria, complessi industria li, cantieri,

Adiacente a piazza Garibaldi, in area di storica urbanizzazione

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B3b. caratteristiche geomorfologiche

Riportare le categorie del terreno di fondazione, così come specificato al punto 3.1. delle Linee guida. Indicare inoltre se si è in presenza di corpi franosi.

Vedi relazione geologica / geotecnica B3c. modifica dei suoli

Indicare gli eventuali fenomeni di modifica dello stato dei suoli e le loro cause (modifica delle falde, dilavamento, rottura di condotte idriche, prosciugamento die terreni, scavi, rilevati, ecc.).

Non risultanti, vedi relazione geologica / geotecnica B4 Analisi dell’aggregato edilizio

B4a. complesso architettonico

Vedi la definizione di complesso architettonico (CA) del cap.4. Specificare se il bene è un complesso architettonico isolato o aggregato e quanti e quali sono i corpi di fabbrica costituenti. Definire attraverso un eidotipo i rapporti dimensionali in pianta e alzato delle diverse parti costituenti il complesso architettonico. Si intende per complesso architettonico un sistema di più copri di fabbrica collegati fisicamente tra loro a formare un entità spaziale circoscritta.

Come più ampiamente descritto negli elaborati E7 ed E8, la porzione di fabbricato in oggetto fa parte del più ampio complesso monasteriale “Madonna della Stella”, edificato fra la chiesa omo- nima e l’area archeologica dell’anfiteatro romano.

B4b. parte di un complesso architettonico

Vedi la definizione di corpo di fabbrica (CF) del cap. 4. Specificare se il bene è parte di un complesso architettonico e definirne i rapporti (edificio d'angolo, di testata, contiguo, ecc.).

Vedi elaborato E7 (relazione sull’ aggregato edilizio) B5 Accessibilità

Riportare se il manufatto è accessibile, completamente o parzialmente, oppure inaccessibile per cause intrinseche (crolli, inagibilità, sigilli, ecc.) o estrinseche (frane, viabilità, detriti, ecc.)

In buona parte inaccessibile per presenza di crolli ed instabilità strutturali B6 Stato di utilizzo

Riportare se il manufatto è utilizzato completamente o solo parzialmente. Inoltre deve essere precisata la frequenza ed uso, secondo le seguenti categorie: molto frequente (frequentazione giornaliera), frequente (frequentazione almeno settimanale),saltuario o non utilizzato (utilizzo sporadico).

Non utilizzato

MODULO C - Morfologia degli Elementi.

Ha lo scopo di individuare e descrivere gli elementi strutturali, attraverso il riconoscimento della morfologia, della tipologia, delle tecniche costruttive e dei materiali

C1 Codifica degli elementi strutturali

Individuare gli elementi strutturali identificandoli a livello planimetrico.

Vedi tavole R1-A, -B, -C (rilevo critico dei materiali ed emergenze) e tavole R3-a, -B, -C (rilievo delle strutture e quadro fessurativo).

C2 Ispezionabilità

Per ogni elemento specificare se è ispezionabile, parzialmente ispezionabile, non ispezionabile.

- le superfici interne ed esterne, originariamente intonacate, presentano alcune limitate porzioni “a vista” per degrado o per avvenuta rimozione. Sono state in primo luogo

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C3 Morfologia

Per ogni elemento descriverne la morfologia:

Vedi relazione tecnica descrittiva delle strutture e grafici di rilievo C4 Tipologia elementi strutturali

Per ogni elemento descrivere la tipologia costruttiva, secondo vocabolari elaborati a livello regionale;

Vedi relazione tecnica descrittiva e grafici di rilievo delle strutture C5 Tipologia finiture

Per ogni elemento descrivere la tipologia delle finiture, secondo vocabolari elaborati a livello regionale; a titolo esemplificativo: intonaco, rivestimento lapideo, ligneo, ceramico, controsoffitto, struttura a vista, ecc. Specificare la finitura per l'interno e l'esterno, per l'intradosso e l'estradosso.

- superfici murarie esterne ed esterne con intonaco.

- intradossi delle volte intonacati

- intradosso solai in legno con pianelle e con tavolato

- presenza di un recente solaio in latero-cemento intonacato - un solaio in legno con cassettonato, XIX secolo

- pavimentazioni e maggiori dettagli nelle tavole R1-A, -B, -C ed R-/A, -B C6 Tecnica costruttiva elementi strutturali

Per ogni elemento descrivere la tipologia costruttiva, secondo vocabolari elaborati a livello regionale.

Vedi elaborati tecnici e grafici citati C7 Tecnica costruttiva finiture

Per ogni descrivere la tipologia costruttiva, secondo vocabolari elaborati a livello regionale.

Vedi elaborati tecnici e grafici citati C8 Parametri meccanici

Per ogni elemento riportare i parametri meccanici dei materiali ottenuti da indagini diagnostiche eseguite sulla fabbrica o per analogia.

gn = resistenza media a compressione t0 = resistenza a taglio

E=valore medio di elasticità normale G=valore medio di elasticità tangenziale W=peso specifico medio

Sono stati in primo luogo acquisite le risultanze dei sondaggi e delle prove sui materiali condotte a seguito del citato rilievo critico del 2002 ed è stata quindi eseguita una nuova campagna di indagini mediante prove meccaniche “in situ”.

Mettendo in relazione i dati storici con quelli nuovi acquisiti ed in considerazione poi della quantità di misurazioni e della sostanziale uniformità tipologica e qualitativa del costruito, si è potuto definire un livello di conoscenza LC2.

Le prove meccaniche eseguite conducono ai seguenti valori caratteristici:

resistenze meccaniche: 100 < fm < 180 N/cm2 2,0 < τ0 < 3,2 N/cm2 moduli elastici: 69000 < E < 105000 N/cm2 23000 < G < 35000 N/cm2 peso specifico medio: 18 kN/m3

C9 Elementi di pregio storico artistico

Per ogni elemento codificato al punto C1 individuare e descrivere eventuali elementi di pregio storico artistico:

apparati decorativi (fregi, cornici, affreschi, dipinti, stemmi, elementi scultorei, ecc.), tecniche costruttive antiche (intonaci, rivestimenti, travature, elementi metallici, particolari tessiture murarie), elementi mobili addossati (arazzi, quadri, altari, statue, tabernacoli, ecc.).

Vedi precedente punto A13, documentazione fotografica E1 e tavole R1-A, -B, -C ed R2-A, -B

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MODULO D - Stato di Conservazione

Classifica e descrive i fenomeni di danno dei singoli elementi strutturali.

D1. danno strutturale D1a. pannelli murari

fuori piombo spanciamento traslazione verticale traslazione orizzontale

fessurazioni superficiali (specificare profondità/spessore murario)

▀ fessurazioni passanti

▀ lesioni isolate o diffuse

▀ crollo

Per le lesioni la valutazione va intesa come rilevamento della posizione delle cuspidi e della gola, distanza massima tra i cigli fessurativi e relativo scostamento dei cigli fessurativi fuori dal piano.

Lesioni alle connessioni d'angolo fra maschi murari, presenza di lesioni isolate e locali fessurazioni diffuse, collo parziale: vedi elaborati R2-A, -B

D1b. strutture resistenti per forma

Valutazione del meccanismo di danno/meccanismo di collasso. Quantificazione e posizionamento delle fessurazioni.

Quadro fessurativo di distacco dalle murature d’ambito rilevabile nelle volte di copertura del piano terra. vedi elaborati R2-A, -B

D1c. orizzontamenti

▀ valutazione a vista dei difetti (secondo classificazione a vista del legname in opera) rottura fragile

▀ entità dell’appoggio disallineamento appoggi

▀ deformazione (F/L > 1/300; F/L > 1200; F/L >> 1200)

▀ crollo

Elementi dei solai in legname con insufficiente appoggio e debole sezione resistente; crolli e degrado localizzati. Solaio il latero-cemento in buone condizioni.

Vedi elaborati R2-A, -B nonché documentazione fotografica E1 D1d. strutture in legno articolate

▀ valutazione a vista dei difetti (secondo classificazione a vista del legname in opera)

▀ qualità delle unioni e delle giunzioni

▀ rottura fragile

▀ rotazione fuori dal piano di appartenenza della struttura

▀ inflessione

▀ crollo

Elementi delle capriate in legno con insufficiente appoggio e debole sezione resistente; crolli e degrado ampiamente diffusi: vedi elaborati R2-A, -B e documentazione fotografica E1 D2 danno materico

D2a. strutture murarie

▀ distacco erosione

▀ disgregazione

Vedi anche il lessico delle Raccomandazioni Normal 1/88. Specificare in percentuale di estensione della superficie del danno.

Distacchi generalizzate nelle connessioni d’angolo. Degrado nelle porzioni sommitali non protette per crollo parziale o totale della copertura o gronda.

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del danno.

Estensione pressocché totale

D3 Cause del danno D3a. cause intrinseche

▀ umidità

▀ cicli termici

▀ deflusso acque meteoriche

▀ vegetazione non valutabile

D3b. Cause estrinseche

▀ eventi sismici frane/alluvioni scoppi/incendi azioni antropiche non valutabile

D4 Analisi dei dettagli strutturali

efficienza dei nodi delle strutture multiasta efficienza del collegamento fra pareti ortogonali efficienza del collegamento fra solai e pareti presenza di cordoli di piano

architravi con resistenza flessionale

▀ elementi strutturali spingenti catene, ritegni, contrafforti

▀ presenza di elementi ad elevata vulnerabilità

Vedi tavole R2-A, -B e relazione tecnica illustrativa delle strutture D5 Interazioni fra Unità Strutturali

▀ grado di vincolo agli elementi contigui

▀ azioni degli elementi contigui

Il fabbricato costituisce porzione di un più ampio complesso monasteriale.

Aderenza con la chiesa e con il campanile, con ben diverso periodo proprio.

Vedi anche elaborato E7 (aggregati edilizi).

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