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MODULO PROGETTUALE PER RICHIESTA FINANZIAMENTI

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MODULO PROGETTUALE PER RICHIESTA FINANZIAMENTI

SCADENZE

Modulo – parte 1 Martedì 31 gennaio 2006 inviare [email protected]

Modulo – parte 1 e 2 Venerdì 31 marzo 2006 inviare a Regione Piemonte (versione cartacea) e [email protected] (versione elettronica)

Modulo – PARTE 1 – Proposta di progetto – scheda di sintesi

TITOLO EDUCAZIONE SANITARIA E PREVENZIONE

DELLE MORSICATURE NELLE SCUOLE DELLA CITTA’ DI TORINO

ASL

A.SL. 4 DI TORINO

Responsabile di progetto

DOTT. GUIDO MASSIMELLO S.C. SANITA’ ANIMALE

Osservatorio degli animali morsicatori e dei cani di indole mordace

email: [email protected]

telefono sede principale: 011387477;

mobile: 3333669907

Referente di progetto

DOTT. SILVIO GENINATTI DOTT. ROBERTO LALARIO

DOTT.SSA LUCIANA BERGAMASCO

Partner

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO -

FACOLTA’ DI MEDICINA VETERINARIA

Filone tematico e Azione

ZOOANTROPOLOGIA APPLICATA. EDUCAZIONE SANITARIA ORIENTATA ALLA PREVENZIONE DEI RISCHI DELLA RELAZIONE UOMO-ANIMALE

Destinatari finali

POPOLAZIONE SCOLASTICA GENITORI

Destinatari intermedi

INSEGNANTI

Setting

SCUOLE ELEMENTARI, MEDIE INFERIORI,

MEDIE SUPERIORI

Integrazione con azioni locali

CITTA’ SANE

Tipologia dell’intervento

Informativo * Comunicativo * Formativo Educativo * Organizzativo Sviluppo di comunità Ambientale *

Altro (specificare)

Abstract

Con la presenza stimata di centomila soggetti riferibili alla specie canina, la Città di Torino si colloca tra quelle che hanno un più alto rapporto numerico uomo/cane. Questo, se da un lato evidenzia il desiderio e la conferma di un legame antico di millenni tra noi ed il migliore amico dell’uomo, di contro non sempre dimostra la corretta

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sotto il profilo della igiene urbana. I dati rilevati dal Servizio Veterinario S.C. Sanità Animale della A.S.L.

4 negli ultimi dieci anni, dimostrano come un numero variabile dai 450 ai 550 soggetti (95% circa dei quali appartenenti alla specie canina) ogni anno sono posti sotto osservazione per la profilassi della rabbia, su segnalazione medica o veterinaria, perché protagonisti o vittime di eventi di morsicatura. Ciò in forza degli articoli (dal n.83 al n. 92) contemplati dal Regolamento di Polizia Veterinaria 320/54. L’alta percentuale di episodi dovuti alla cattiva conduzione dell’animale in luoghi pubblici o aperti al pubblico (circa il 64% dei casi) e di quelli che avvengono nel nucleo famigliare (circa il 26% dei casi), indicano una chiara carenza di regole di convivenza e di educazione sanitaria e cinofila, tanto da essere motivo di studio attento e dettagliato da parte del Servizio Veterinario di questa A.S.L. Da quasi quattro anni, presso questa Struttura, nell’ambito dell’osservazione sanitaria per la profilassi della rabbia, vengono raccolti dati specifici riguardo al proprietario, al cane e all’episodio di morsicatura attuato o subìto. E’ infatti stato istituito ed avviato l’Osservatorio sanitario-comportamentale degli animali morsicatori e dei cani di indole mordace.

Molto recentemente, poi, è stato possibile ottenere un programma che dovrà essere in grado di ordinare su supporto informatico quanto rilevato.

Al fine di limitare il fenomeno dei cani morsicatori, non si ritiene sufficiente il solo esame o studio degli animali che sono stati protagonisti o vittime di tale vento, ma si deve considerare indispensabile agire a livello preventivo. In particolar modo, un piano organico di educazione sanitaria rivolto alla popolazione scolastica (in quanto potenzialmente protagonista di cambiamenti, seppure a lungo termine, nelle fascie di età che vanno dai sei ai quattordici anni di età), agli insegnanti ed ai genitori (a supporto di un meccanismo “a cascata”), e alla popolazione in generale (per esempio approfittando delle sedi circoscrizionali presenti sul territorio), è mezzo efficace per la diffusione capillare di una cultura preventiva. I contenuti ed i metodi utilizzati dovranno essere idonei a illustrare il linguaggio del corpo dell’animale ed i sistemi educativi e detentivi più conformi alla etologia canina, avvalendosi di Medici Veterinari che effettueranno lezioni il più possibile partecipate. Nel caso della educazione sanitaria diretta a bambini e ragazzi, un test finale potrà essere utile mezzo per valutare le conoscenze acquisite.

In una città dove la popolazione sfiora il milione di abitanti, il problema dei cani morsicatori non può essere sottovalutato né come evento, né per il riflesso socio-sanitario che comporta.

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Modulo – PARTE 2 – Progetto

CONTESTO DI PARTENZA

L’educazione sanitaria rivolta alla popolazione, scolastica e non, riveste vieppiù un ruolo importante nelle attività di prevenzione, nelle quali ben si colloca il settore che riguarda gli eventi di morsicatura da parte degli animali domestici in ambito urbano, a volte collegati al fenomeno del randagismo.

Ad esempio, il rapporto uomo/cane (numericamente 9/1) nella Città di Torino ha un ruolo importante a tal proposito, tanto da esserne un determinante.

La cittadinanza, molto sensibile al fenomeno che la vede coinvolta con una frequenza e una tipologia di evento spesso preoccupante, formula ripetutamente richieste di azioni preventive alla S.C. Sanità Animale della A.S.L. 4 (competente su tutto il territorio della Città di Torino) e, in particolare, all’Osservatorio degli animali morsicatori e dei cani di indole mordace attivo in tale S.C.. Questo sottolinea il risvolto di sanità pubblica che ha il fenomeno degli animali morsicatori.

In particolare, i bambini spesso risultano protagonisti passivi ed involontari di situazioni tristi e spiacevoli se valutate sotto il profilo psicofisico, con importanti ricadute socio-sanitarie. Le precedenti esperienze effettuate in alcune scuole elementari e medie nell’anno in corso e nel triennio 2002-2005 nel territorio della A.S.L. 4 e nel contesto didattico della Cascina Falchera della Città di Torino, affermano la bontà della prevenzione degli eventi di morsicatura attraverso interventi di educazione sanitaria rivolti alla popolazione in età scolare, possibilmente estesi ai genitori ed agli insegnanti.

DIAGNOSI EDUCATIVA ED ORGANIZZATIVA

L’organizzazione del modello di Green (1989) prevede la descrizione dei determinanti della salute che interagiscono secondo uno schema qui riprodotto:

Determinanti predisponenti - credenze - valori

- atteggiamenti - auto-efficacia - percezione - conoscenze Determinanti abilitanti

- disponibilità di risorse per la salute - accessibilità delle risorse

- leggi impegno istituzioni - skill correlati alla salute Determinanti rinforzanti

- famiglia - gruppo dei pari - insegnanti - datori di lavoro - operatori sanitari - politici

- governanti

Nel contesto considerato i comportamenti a rischio si identificano sostanzialmente nell’errato approccio che si ha con l’animale e nella sua conduzione, la cui conoscenza sarebbe, nella maggior parte dei casi, sufficiente ad ovviare gli eventi. In particolare, i dati rilevati presso l’osservatorio epidemiologico delle morsicature e dei cani di indole mordace, attivato presso il servizio veterinario dell’A.S.L. 4, hanno evidenziato che il 26% dei cani morsicano nell’ambito del nucleo famigliare nel quale vivono; ciò è sintomatico di una inversione di rapporto gerarchico uomo-animale e diretta conseguenza di una non conoscenza del linguaggio e del comportamento animale che si traduce in una errata gestione dell’animale.

Inoltre, è stato rilevato che il 35% circa dei cani segnalati come morsicatori/aggressori è protagonista di tali eventi nelle strade cittadine e il 19% circa nei parchi o aree apposite di sgambamento comunali; in questi casi, quasi sempre il cane non è condotto, come prescrivono le norme, con guinzaglio o con guinzaglio e museruola. Da ciò si rileva l’insufficiente coscienza civica di molti proprietari di animali e, contestualmente, si evidenzia la carenza di controlli da parte degli Enti preposti, cosa questa ovviabile con risorse umane ed

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° I determinanti predisponenti sono da ricercare:

- nell’insufficiente percezione del potenziale pericolo rappresentato dall’errata impostazione di un rapporto interspecifico, e, quindi, nel suo mancato consolidamento

- nella carente conoscenza dell’etologia animale

- nella ingiustificata paura di un essere animale che cerca un rapporto di intesa reciproca, che non viene né compreso né condiviso dall’uomo e che può generare ansie in entrambi i partners

- nella diffusa credenza che gli animali siano oggetti a disposizione dell’uomo, e che, per questo, debbano soggiacere a qualunque tipo di imposizione anche intollerabile dal punto di vista etologico

- nella inconsapevolezza che la soddisfazione derivante dalla compagnia di un animale passa attraverso l’intesa

° I determinanti abilitanti ipotizzabili sono:

- la diminuzione costante delle risorse umane ed economiche disponibili soprattutto per l’educazione sanitaria, intesa come zooantropologia, e per i controlli da effettuare sul territorio

- la difficoltà organizzativa di rendere disponibile e “fruibile” il materiale informativo ° I determinanti rinforzanti si possono individuare:

- nell’azione spesso di opposizione o proibizione in primis dei genitori alla detenzione di animali in ambito famigliare

- nella inesistente conoscenza delle basi etologiche degli animali domestici

- nell’azione di rinforzo sui comportamenti a rischio da parte del gruppo dei pari per imitazione - nella scarsa percezione del rischio, ulteriore conferma di atteggiamenti o mentalità consolidate

- nella difficoltà o indifferenza da parte degli insegnanti ad affrontare gli argomenti riguardanti lo specifico - nell’assenza di una azione sufficientemente capillare, nonché nella carenza di coinvolgimento diretto dei

ragazzi, dei loro genitori e degli insegnanti su tali tematiche

TRASFERIBILITÀ DI PROVE DI EFFICACIA DISPONIBILI E ESEMPI DI BUONA PRATICA

Il modello PRECEDE-PROCEED, che si è scelto di seguire per la pianificazione e la progettazione, prende avvio da due assunti fondamentali: la salute è un processo multidimensionale e multipli sono i fattori di rischio; di conseguenza l’approccio metodologico adottato nel progetto sarà di tipo multidimensionale e multidisciplinare

L’utilizzo del modello richiede, quindi, non solo la conoscenza delle basi teoriche su cui si fonda la promozione della salute, ma anche la possibilità di avvantaggiarsi dell’apporto di diverse discipline.

Il modello IMBM (Information Motivation Behavioural Skills approach), benchè non più recentissimo (1992 – 1997), costituisce ancora un valido contributo per la valutazione di efficacia di interventi orientati alla prevenzione.

Il metodo sottolinea come debbano esserci fattori concomitanti nella previsione prognostica di soggetti esposti a rischio: informazioni non adeguate sulle pratiche individuali di comportamento protettivo, insufficiente motivazione per l’adozione di pratiche protettive con la concomitante debolezza sul piano delle risorse individuali comportano elevate probabilità di esiti negativi.

In via generale esiste accordo nel sostenere che i progetti più efficaci abbiano caratteristiche quali:

- globalità di approccio, il problema tende ad essere affrontato quanto più possibile nella sua interezza, agendo nei diversi setting ove questo si manifesta;

- approccio integrato tra attività di informazione, sostegno alla motivazione, sviluppo delle risorse individuali;

- particolare cura nella costruzione del processo (analisi dei bisogni, determinazione degli obiettivi, impianto di valutazione di risultato);

- alta specializzazione degli operatori coinvolti;

- adozione di strategie di bench-marking orientate alla individuazione delle caratteristiche di progetti con risultati più soddisfacenti;

- coinvolgimento dei destinatari nella progettazione e realizzazione degli interventi.

Nell’ambito della zooantropologia applicata alla didattica, numerose sono le ricerche prodotte dagli Autori, a testimonianza dell’attualità e dell’interesse dell’argomento. Per citarne alcuni:

Bardulla (1991), Bornancin e Moulary (1990), Bryant (1990), Calistri (1993), Carr (1995), Cornell

(1992), Endenburg e Baarda (1995), Fossati (1996), Jacob (1998), Marchesini (1995, 1996, 1998,

1999, 2003, 2005), Melson e Schwartz (1998), Montagner (2001), Pagani (1999), Poli e Ambrogio

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(1995), Regan (1987), Soricelli e Barcaro (1998), Travaglino (1990), Woodwell e Mackenzie (1995), ecc.

MODELLI TEORICI DI CAMBIAMENTO DEI COMPORTAMENTI E STILE DI CONDUZIONE DEL PROGETTO

In merito alle possibilità di cambiamento ci si riferisce all’assunto teorico così come descritto nel Modello degli stadi del cambiamento di Di Clemente e Prochaska 1982,1983; Prochaska e all. 1992, articolato nelle fasi:

- precontemplazione: caratterizzata dalla mancanza totale o insufficiente della percezione del rischio legato al contatto con animali

- contemplazione: caratterizzata dall’emergere di dubbi, incertezze, ambiguità, curiosità, seguiti da consapevolezza e assunzione di responsabilità

- determinazione: viene ricercata attivamente la soluzione del problema - azione: stadio nel quale vengono correttamente sperimentati i cambiamenti

- mantenimento: i nuovi comportamenti hanno il tempo di consolidarsi fino all’eventuale abbandono dei vecchi

- ricaduta: in un qualsiasi momento del processo può verificarsi una ricaduta

La letteratura riguardante la prevenzione del rischio e le attività di zooantropologia (Marchesini, Dehasse, Montagner, Atti SISCA, ecc.) ha ripetutamente evidenziato come un intervento efficace non debba limitarsi solamente a fornire le informazioni sui rischi derivanti dall’attuazione di determinati comportamenti, dei quali spesso i ragazzi e gli adulti sono consapevoli (Zani e Cicognani, 2000). Un intervento efficace dovrebbe piuttosto prevedere un’analisi più ampia dell’insieme di fattori ambientali e personali che incidono sull’attuazione di un comportamento e ricorrere ad una metodologia di intervento che coinvolga direttamente i ragazzi e gli adulti.

Le condotte a rischio, se da un lato rappresentano dei comportamenti che rivestono un particolare significato per i bambini ed i ragazzi impegnati nella transizione all’età adulta (Bonino, Cattelino, Ciairano, 2003), dall’altro, proprio per la particolare predisposizione al cambio di atteggiamenti legato all’età, valorizzano e rendono più efficaci gli interventi di prevenzione.

Inoltre è possibile agire nella direzione della promozione della salute in modo indiretto e mediato, potenziando i fattori di protezione, vale a dire quelle caratteristiche personali o contestuali che possono diminuire la probabilità di coinvolgimento nel rischio o moderare i fattori di rischio cui i soggetti sono esposti.

Tra i fattori di protezione relativi all’individuo particolare importanza rivestono quelle competenze cognitive, emotive e sociali che sono state indicate dall’OMS come life-skills (“capacità vitali”) che comprendono aspetti quali la capacità di problem solving, la gestione dello stress e delle emozioni, la comunicazione efficace.

Una capacità che si può ritenere in qualche modo trasversale alle varie life-skills è il costrutto di autoefficacia che si riferisce alla percezione delle proprie capacità nell’affrontare e portare a termine un determinato compito (Bandura, 1995, 1997). La letteratura psicologica in particolare ha sottolineato la rilevanza di alcuni tipi specifici di autoefficacia rispetto alla prevenzione del rischio ed alla promozione del benessere in adolescenza e preadolescenza.

Lo stile di conduzione di quanto ci si propone nel progetto, secondo una logica di partecipazione attiva dei discenti (cio’ vale soprattutto per i bambini e per i ragazzi), dovra’ in pratica essere il piu’ possibile interattiva, senza trascurare un’iniziale impostazione direttiva in grado di stabilire delle linee guida in relazione alle tematiche individuate ed agli obiettivi da raggiungere.

GERARCHIA DI OBIETTIVI CONGRUENTI CON LA DIAGNOSI EDUCATIVA ED ORGANIZZATIVA

Gerarchia risultato diagnosi obiettivo

comportamentale Inadeguatezza nel corretto approccio all’animale

Aumento dei comportamenti corretti nell’approccio all’animale

ambientale Cattiva conduzione dell’animale

Impostazione di una corretta conduzione dell’animale in ambiti diversi

predisponente Insufficiente percezione del rischio e carente conoscenza della etologia

Migliorare la consapevolezza dei rischi e le conoscenze della etologia pratica

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predisponente Inconsapevolezza delle ragioni che conducono ad un soddisfacente rapporto uomo-animale

Incremento della consapevolezza del soddisfacente rapporto uomo-animale

abilitante Diminuzione delle risorse umane disponibili per la zooantropologia

Aumento delle risorse umane

rinforzante Scarsa percezione del rischio da parte degli insegnanti e dei genitori

Incremento della percezione del rischio di un errato rapporto uomo/animale

rinforzante Insufficiente azione capillare dal punto di vista

educativo

Diffusione delle conoscenze educative specifiche, anche con un meccanismo a cascata

PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ

Le attività di educazione sanitaria si basano sulla somministrazione di sequenze di diapositive disposte secondo un filo logico, teso a conseguire il massimo dell’attenzione e di comprensibilità rafforzata da una esposizione il più possibile partecipata. Questa, così come il programma, è calibrata in base alle diverse fascie di età e alle abilità attese degli studenti, mentre non sono differenziati i programmi destinati a genitori e insegnanti.

Nelle fascie di età più precoci (soprattutto elementari e medie inferiori) sono previsti dei giochi di ruolo con un animale vero o di pezza, al fine di verificare nell’immediato l’efficacia dell’intervento e per rafforzare le nozioni trasmesse.

Un questionario diversamente articolato è somministrato dopo una congrua finestra di latenza dall’intervento come verifica di apprendimento e quale presupposto per un cambio di atteggiamento.

Gli operatori coinvolti nella realizzazione pratica del progetto (interventi di educazione sanitaria) sono Medici Veterinari operativi in strutture Pubbliche (A.S.L. o Università) o qualificati per l’attività nel settore del comportamento animale, tutti con formazione zooantropologica specifica e con esperienza pluriennale nel campo della informazione.

Chi fa Che cosa Entro quando

Dott. Guido Massimello Progettazione, coordinamento e zooantropologia applicata nelle scuole

Durata intera del progetto (anno scolastico 2006-2007) Dott. Silvio Geninatti Elaborazione dei dati raccolti Fase finale del progetto Dott. Roberto Lalario In supporto alla elaborazione dei

dati raccolti

Fase finale del progetto Dott.ssa Luciana Bergamasco In supporto al coordinamento e

zooantropologia applicata

Durata intera del progetto (anno scolastico 2006-2007) Dott.ssa Maria Cristina Osella Zooantropologia applicata Fase didattica

(tra l’organizzazione e l’elaborazione dei dati)

Dott.ssa Raffaella Bestonso Zooantropologia applicata Fase didattica

(tra l’organizzazione e l’elaborazione dei dati)

ALLEANZE PER SALUTE TRA GLI ATTORI INTERESSATI

La previsione di ampio consenso alla offerta formativa del progetto, deve prevedere l’intervento effettivo di diverse figure professionali inserite in ruoli diversificati. L’interscambio con sezioni qualificate come l’Università degli Studi - Facoltà di Medicina Veterinaria di Grugliasco e specializzate come il Team di educazione alla salute della A.S.L. 4, garantiscono una impostazione ed un apporto scientifico e rigoroso al progetto. Il responsabile del progetto ha concordato col Team di promozione della salute della A.S.L. 4 e

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con il Referente individuato della Facoltà di Medicina Veterinaria, una modalità di procedura: vengono inviate lettere informative sull’offerta di intervento alle scuole pubbliche elementari, medie inferiori e medie superiori della Città di Torino, precedentemente censite.

Vengono valutate le risposte delle varie scuole arrivate alla S.C. Sanità Animale e al Team della A.S.L. 4.

Si contatteranno telefonicamente i referenti indicati tra il corpo docente delle varie scuole per proporre e concordare le modalità pratiche di intervento.

Si identificheranno con gli insegnanti le classi coinvolgibili nel progetto, fissando incontri periodici nel corso dell’anno scolastico per fare il punto della situazione e un resoconto finale al termine dell’anno scolastico sui risultati raggiunti.

PIANO PER LA VALUTAZIONE DI PROCESSO

Questa parte di lavoro si articolerà in:

- analisi della congruenza tra la tempistica prevista e quella attuata in fase di realizzazione;

- controllo in merito alla sequenzialità delle azioni in rapporto alle strategie di raggiungimento degli obiettivi;

- verifica dell’allineamento tra competenze degli operatori e performance richieste - misurazione del grado di partecipazione dei diversi attori nelle diverse fasi del progetto.

La valutazione della congruenza tra atteso e reale è conseguita principalmente mediante la valutazione dei questionari che verranno somministrati nella fase successiva alla didattica nell’intento di dimostrare il cambiamento di atteggiamento dei discenti. Il gradimento degli argomenti e della modalità didattica degli interventi, espresso in forma scritta dai genitori e dagli insegnanti, contribuirà alla valutazione della congruenza.

Fasi del progetto

Le fasi ipotizzate nello svolgimento del programma di intervento sono:

a) concertazione con i referenti di ciascun istituto coinvolto dei tempi e delle classi arruolabili nel progetto, anche mediante l’intervento delle Circoscrizioni della Città di Torino;

b) intervento degli operatori mirato, educativo/informativo/comunicativo/ambientale nei gruppi-classe, della durata di circa un ora e mezza per classe con lavoro di tipo espositivo e domande-risposte, giochi di ruolo e simulate;

c) successiva somministrazione del questionario con verifica degli eventuali cambiamenti nelle atteggiamenti.

Chi fa Che cosa Entro quando Punto critico

Indicatore processo

Strumento

gruppo di progetto progettazione febbraio - marzo 2006

congruenza progetto vs. obiettivi dichiarati

disamina dei determinanti e dei dati

calendario gruppo di progetto verifica numerica

delle scuole

maggio 2006 congruenza tra dati teorici ed effettivi

Analisi dati gruppo di progetto verifica numerica

degli interventi possibili

maggio – giugno 2006

congruenza tra risorse disponibili e volume della richiesta

Analisi dati calendario gruppo di progetto contatti giugno – settembre

2006

conferma della disponibilita’

calendario gruppo di progetto programmazione

interventi

settembre – novembre 2006

congruenza tra disponibilita’ scuole ed operatori

calendario

gruppo di progetto interventi novembre 2006 – giugno 2007

rispetto dei tempi programmati

calendario gruppo di progetto verifica qualitativa di

apprendimento

novembre 2006 – giugno 2007

somministrazione di questionario

questionario calendario gruppo di progetto verifica qualitativa di

intervento

novembre 2006 – giugno 2007

somministrazione di questionario

questionario calendario gruppo di progetto elaborazione dati giugno – settembre

2007

rispetto della tempistica e dei punti

Analisi dei dati questionari

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PIANO PER LA VALUTAZIONE DI RISULTATO

La valutazione del risultato è attuata attraverso fasi articolate:

- una prima verifica è di tipo numerico, rispetto al numero di scuole coinvolte e al numero di interventi effettuabili;

- poi rispetto al numero di classi raggiunte dall’intervento diretto degli operatori;

- una verifica qualitativa delle informazioni può essere fatta sul campo dagli operatori nel corso dell’ora e mezza di intervento, rispetto al tipo di domande e alle argomentazioni fatte dagli studenti;

- verifica dell’indice di gradimento degli insegnanti e dei genitori rispetto a tipo, qualità degli interventi e corrispondenza alle attese

- analisi dei questionari somministrati prima e dopo l’intervento per valutare la differenza auspicata di informazione e modalità di comportamento.

L’obiettivo finale è raggiunto con il cambiamento degli atteggiamenti della popolazione in età scolare interessata dal progetto, verificabile mediante questionario diversificato (nel termine breve) e mediante l’osservazione dell’atteso decremento degli eventi di morsicatura subiti (nel termine lungo).

Gerarchia Obiettivo (atteso di cambiamento)

Indicatore quali- e/o quantitativo

Standard Strumento

comportamentale Aumento dei comportamenti corretti

nell’approccio all’animale

Atteggiamento congruo nei confronti della’animale Assenza di eventi critici

Successo = incremento

Giochi di ruolo

ambientale Impostazione di

una corretta conduzione

dell’animale in ambiti diversi

Analisi del comportamento mostrato

Successo = incremento

Giochi di ruolo

predisponente Migliorare la consapevolezza

dei rischi e le conoscenze della etologia pratica

Grado di conoscenza del comportamento animale

Successo = incremento

Giochi di ruolo Questionario

predisponente Incremento della consapevolezza

del soddisfacente rapporto uomo- animale

Grado di conoscenza del comportamento animale

Successo = incremento

Giochi di ruolo Questionario

rinforzante Incremento della

percezione del rischio di un errato rapporto

uomo/animale

Grado di conoscenza del comportamento animale

Successo = incremento

Giochi di ruolo Questionario

rinforzante Diffusione delle

conoscenze educative

specifiche, anche

con un meccanismo a

cascata

Grado di conoscenza del comportamento animale

Successo = incremento

Giochi di ruolo Questionario

RICADUTE DEL PROGETTO

L’esposizione di concetti relativi al corretto rapporto uomo/animale a scopo preventivo alla popolazione scolastica ed alle loro figure di riferimento, genitori ed insegnanti (secondo un meccanismo a

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cascata) permette di perseguire un contenimento degli eventi di morsicatura che vede come protagonisti i bambini o i ragazzi. Ciò appare ampiamente giustificato dai dati rilevati presso l’Osservatorio degli animali morsicatori e dei cani di indole mordace, avendo come atteso osservabile a lungo termine un decremento della prevalenza specifica nella popolazione scolastica raggiunta. E’ interessante fare notare che sia gli interventi rivolti ai bambini/ragazzi, sia quelli rivolti ai genitori/insegnanti possono avere una ricaduta positiva anche su questi ultimi. La popolazione scolastica, infatti, se opportunamente sensibilizzata, può sensibilizzare a sua volta sia i genitori che gli insegnanti (meccanismo a cascata inverso ragazzi- genitori/insegnanti), rafforzando l’intervento diretto effettuato su binomio genitori/insegnanti. Questo implica abilità nei relatori e azione molto capillare nelle scuole. Nell’immediato è valutabile il cambiamento di atteggiamento mediante i giochi di ruolo e il questionario.

PIANO DI COMUNICAZIONE

Tipologia strategia Metodi e strumenti Quando

Coordinamento gruppo progetto e partners

Riunioni periodiche calendarizzate e convocate concordate per via telefonica e formalizzate per via e-mail

In steps predefiniti o all’occorrenza

Diffusione nelle organizzazioni e nella comunità

Comunicazione con le scuole avviene per posta, telefonicamente, via fax e con incontri personali organizzati tramite il Responsabile del progetto o il Team di Educazione alla Salute

Programmate o all’occorrenza

Diffusione scientifica e professionale

Pubblicazioni Relazioni a convegni

A progetto concluso

DOCUMENTAZIONE DEL PROGETTO

Il materiale educativo ed informativo utilizzato è costituito da programmi articolati secondo il target, presentati mediante l’uso di programmi tipo Power Point.

Il questionario elaborato costituisce metodo di valutazione dell’apprendimento.

Ulteriore comunicazione potrà essere fatta a livello di pubblicazione e diffusione dei dati raccolti da questa esperienza con relative valutazioni per il tramite di apposito report.

GRUPPO DI PROGETTO

Nominativo Professionalità Servizio organizzazione Ruolo e compiti

Formazione

Dott.

Guido Massimello

Veterinario Dirigente Responsabile

dell’Osservatorio degli animali morsicatori e dei cani di indole mordace, membro del Team di promozione della salute dell’A.SL. 4

S.C. Sanità Animale A.S.L. 4

Responsabile del progetto

Dott.

Silvio Geninatti

Psicologo Dirigente, Responsabile del Team di

promozione della salute della A.S.L. 4.

Esperto nell’elaborazione dei dati.

Team di promozione della salute – Ufficio qualità

Referente del progetto

Dott.

Roberto Lalario

Medico Dirigente e Membro del Team di Educazione alla Salute della A.S.L. 4.

Supporto nella elaborazione

S.S. Consultori famigliari Referente del progetto

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Dott.ssa Luciana Bergamasco

Veterinario, Ricercatore Università degli Studi Facoltà di Medicina Veterinaria Dipartimento di

Morfofisiologia di Grugliasco (To)

Referente del progetto

Dott.ssa

Maria Cristina Osella

Veterinario, Professore a contratto

Professore a contratto nel Master di II livello Clinica

delle malattie comportamentali del cane

e del gatto Facoltà di Medicina Veterinaria di

Grugliasco (To), Diplomata al collegio

Europeo, Dottore di ricerca in medicina Interna, Membro ESVCE, Diplomata de facto ESVBM – CA

Consulente

Dott.ssa

Raffaella Bestonso

Veterinario L.P. Presidente nazionale AIVPA, Diplomata al Master di II livello Medicina

comportamentale degli animali d’affezione Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa

Consulente

Se le risorse economiche si dimostrassero sufficienti è possibile coinvolgere nel ruolo di Consulente anche la Dott.ssa Laura Ozella, Veterinario L.P., esperta di comportamento animale e studente del Master di II livello Clinica delle malattie comportamentali del cane e del gatto - Facoltà di Medicina Veterinaria di Grugliasco (To).

BUDGET

Tipologia di spesa Voci analitiche di spesa Auto/co- finanziamento

Finanziamento richiesto

Personale Rimborso spese gruppo di lavoro Euro 5500,00

Personale Caricamento dati su supporto magnetico

Euro 1000,00

Sussidi Reportistica e diffusione Euro 1500,00

Spese di gestione e funzionamento

Analisi statistica ed elaborazione dati

Euro 1000,00 Spese di

coordinamento

Supervisione e monitoraggio Euro 500,00

Totale Euro 9500,00

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