TERSIONE
DEL
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URBANO LAMPREDI.
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ALL’AMICO, E
CH.’SIGNORE 3SQAiBiiiiasa
(QSiAVM® Amiaac.
Kapoli4Maggioi833.
^^uando
nel1837fuidi ritornoin questa carissima, epopolosa Città, ebbifralealtrela buonaTentura di conoscerviprimasottol'aspetto digeneroso,ebeneficoGentiluomo,che soccor- reva pietosamenteaduna ormaivecchia, e non oscura
Dama
Veneziana, sbalzatadallafortuna a stanziareinNapolidall'altaItalia,doveiol'ave- va conosciuta e stimataco’suoipaesani;edunta- leaspetto fecesì,che io vi riguardassi collado- vuta riverenza,ed estimazione dellamente,e col riconoscenteaffettodelcuore.
Poiguarinon andò, chemi pervennesotto gliocchi il vostrovolgarizzamento poeticodell’
EpistolaaiPisonid’Orazio,dalquale potei subi- toefacilmente dedurre,chevoi nonsolamente eravated’animogeneroso>ebenefico,quale nella vostracondizioneessersivuole,
ma
dique’buo- niefortunatiingegni,che senza indossarelagior- nèa diletterato,e Professore,nell'avanzarsi del- retàsenileradunano,e conservanountesorochelisostiene, eliredimedalsoffrirneacerbamente
gl’incomodi,elenoje.
11celebrevostropaesano
Tommaso
Gargallo, finissimo conoscitored’ogni bellezzaletteraria,che con tuttelesvariatepoesiedelYenosinoha poe-DigitizedbyGoogle
tit’itmcnretradouo ancor questoCapolavorodi let- terarialegislazione,ha notato alcuni,parmi,ri- lasciamentidistiledaluistessoindicati in alcuni
trattidellaversione fattane dalPrincipe dellaDram- matica
,eLiricaItalianaP.Metastasio, eseben miricorda,io nondissentivadalsuo severo giu- dizio.IMachecchésiadiciò,benmi rammento, che leggendo la vostra
, parvemi, che ivostri Endecasillabiprocedesseroconsemplicitàd’anda- mentosi,
ma
costante,cfermo^nèmaidisgiun- todall’armonia nèdalleleganza conveniential soggettouniteallapurgatezza dellostilenoneroico nonlirico,ma
epistolare.Cosivoistessorallegrate lavostramensa,etaloraquelladiamicivostri ne’rispettivigiornionomasticiconleggiadre,e .scher- zevolipoesie, detteleggere,
ma
chedimostrano sempreacutezzad'ingegnoebrio d’immaginazione.Dirigodunqueavoi,amicocarissimo
,que-
stomio comechètenuissimolavoro,nonsolamente comead
uomo
generoso, cuièdovutalaricono- scenzadell’amico superstitealla persona davoi beneficata,ma
eziandiocomeaduomo
letterato, efelicecoltivatoredell’arte,chepuòcolsuo giu- dizio,e col suo gradimentodeterminare quello qualchesiasigrado di valorealquale questomio puòaspirarefrailavoridelsuo genere.Sopra queste basi è fondatalariverentecon- fidenza, colla qualeavoi
mi
presento, dichia- randomiveramente.•-
Il vostroObblig.edAffezz.Amico UhbanoLamphedi.
. .*. JiigitizecillyCiuoglc
sj
Q
17a 3 a 3
INTORNO
A COLUTO TXBEO LICOPOUTANO.
lappiamo
da Suida, che Colutofiorìverso itempi delGrecoImperatoreAnastasio,alquale successeGiustinoilTrace,epoiquelfamoso Giu- stiniano, che riordinòilCodicedellaCivileRo-mana
Legislazione,eliberòVItaliadallaservitù Goticacolbracciodi Belisario. Questo Poeta è noverato nellacoronadeimolti,che contòlafa- mosascuolaGreco-Alessandrinafondatadai'Po- lomei,conquistatori, omegliousurpatoridiuna partedell’Impero fondatoda AlessandroilMace- done,dopolacostui morte.Oltrequesto Poemet- to,aggiungelostessoSuida, egli altri tre ne composedelleimpreseGaledonie ePersiane, ol- tremoltiencomj, nonsisadiquali, Capitani.
Tuttocredevasiperduto nella nottede' secoli,
ma
dobbiamoalfamosodottissimoCardinal Tuscula- noBessarioneilritrovamentodiquesto, etlegli altripoemiancora di Trifiodoro,e diQuintoSmir- neo,dettoancoraCalabro, nonperche Calabro eifosse,ma
percheillodatoCardinale sbarcato adOtranto nel secoloXIV.
trovoicosìdettiPa- ralipomenid'Omero,operadiquestoQuintoSalir-6
ìlioinsieme colRatto<fElena diColuto, e la presa diTroja di TriJiodoro,Juori di questa Città dellaCalabria nella Biblioteca
d un
Monasteroin- titolatoa S.Nicolò. Questeopere deitremento- vatiPoeti Greco-Alessandrininon sonoisolite- soridi classica letteratura,chedobbiamoaiMo-
naci Benedettini Cassinesi, e dimostranoche dai prinfitempi diCallimaco,ediTeocritofondatori della dettascuola,permoltisecoliseguentisiali- mentavanell’Asia minore,e nelT Egitto,esian- davariaccendendo il sacrofuocodella classica Vestaletterariaperlostudio delmassimo,e pri-mo
Omero Menoide, comenellanostra Italiadal secolo fino al nostroperlostudiodel nostro secondoOmero,DanteAlighieri.A-
-A .QigitizcjlbyiCjOO^'
t
7 ILOIL
IFDaSIIBV^.
igliedelbiondoXanto,IliacheNinfe,
Chesullearene del paterno fiume Ivelidellechiome,eisacrigiuochi Dellemanilasciando,inbeldrappello Sullapendice Ideadanzeintracciaste;
Uscite,oNinfe,daisonorigorghi,
E
ame
delPastorei,giudice eletto
,
Riditelasentenza.
Oh
!Perchè mai Daglialtimontialmardiscese,eignote Ondesolcò,d’opremarineignaro?
Qualuopofudinavi,acciòcheinquelle Terra turbasse,emarsolounbifolco?
£
d’onde mailasubitacontesa,Sicchéde’
Numi
GiudicesedesseUn
Pastorello,equal giudiziodiede?Come
udìilnome
dell’ArgivaSposa?Voigiàvenendodalbifrontegiogo DelPromontorioIdeo,vedeste
,oNinfe,
Parideassisosopraerboso seggio
,
E
innanzia luisuperbamentelieta CiteràdelleGraziealmaReina.NOZZE DI PELEO
,E TETX.
QuandosopraglieccelsiEmonii monti DiGioveaun cenno,Ganimedeilvino Fragl’Imenei versò delbuonPeléo, Lacandidasorellad’Anfilrite
8
Teli aonorar;gliDeimosserotutti ,
GiovedalCiel,fiettundalmare,e cinto Dalcoro arguto delle pronteMuse
,
Apollodal dolcissimoElicona.
Giunoilseguisuora diGiove,emoglie,
£
d’ArmonialamadreCiterea Sceseintrecciando nuzial corona.DelCentauroChironue' sacriboschi LaDiva Pito(i),elafaretraavea Del saettante
Amor
piena distrali;E
deposto1’usbergo,e1’orrid’elmo,Minerva laseguidinozzeignara;
E
schivapiù dilei,sirocchiaaFebo, Venirnondisdegnò l’alma Diana.E
qualsirecasenz’elmetto,edasta Il ferreoMartealle Vulcanie case.Venneanch’eisgavazzandoalgran convito.
LA DISCORDIA.
SolaaChirone,edaPeleononcalse LaDiscordiaonorar,
ma
coronato(a) Digrappi1’aureo cria ditfuso.aiventi,Bacco quàelàscorrea,scuotendoiltirso.
Discordiaallor
,qual dagli erbosi paschi
(i)Pilo in forza deltaGrecaradiceè persuasione. Cosi illerpemePitonedomalodaglistralid’Apolloèilsìmbolo dell'eloquenza,edellaPoesia, soggetteaquestoNume Mitico.Glistralisono quàilsimbolo dellaparola.
(n)Sinoti
, chesefuesclusalaDiscordia, nonfu esclusoilvino,che perlopiùladesta.
.àJigitizedbiC^Oogle
Giovencaspintaperleselveeimonti 0)rremuggendodall’assillopunta,
Volòmodiacercarquell’odiata Mensaasconvolger tutta,esopraunsasso Posando, irataora s’alzava,ed ora Irrequietas’assidea dinuovo;
E
brancolandogiàsuperlaterra Selceatrovar,qualeilfulmineo fuoco Distruggitortiennellevene ascoso.
Ma
noitrovò;quindiadestars’accinse Dal baratroiTitani;arderconquello
,
ConquestiilCielorovesciarvolea
,
Reggia diGiove;
ma
,quantunqueirata ,SoggettaeraaVulcano,alreggitore Delfuocoinestinguibile, e delferro.
Graveeccitarpensòd’armi,ediscudi Frastuonoorrendo,perchèi
Numi
auntratto Atterritisgombrasserolamensa.Ma
meditò,temendoilferreoMarte,Dinuovoinganno,egliaureirammentando
Pomi
d’Esperia,detteadundipiglio;E
digrandi presagaillustrigare,
Principioildestinò di guerre
,estragi, ilgittòsullamensa,ed eccoilcoro Sconvolto delle Dee. Sovranaatutte Lasuperba Giun.onprimaammirollo,
E
afarne acquistoilbraccioeburneosporse.Veneresèdissepiùbella,eil
pomo
DoversiaLei^perchèall’
Amor
dovuto.VistailSaturniol’aspraliteaccesa
\óltoaMercurio,asechiamollo,cdisse:
IO
Conosci tu,Figlio
,alloXaiiioinriva Pari’diPriamoprole,esovral'Ida Pastoreillustre?Reca aluiquel
pomo
:Lapiùbellafralorgiudichieisolo
.Dal contorno degli occhi,e dalsembiante,
C
quellaabbial’onor del nobilpomo.Tostoalpaternocennoobbediente Mercurioinviasipose
,edelleDive Presoilgoverno,leguidavaalmonte.
Delmaggiorvantosipregiavaognuna;
Venere conbell’arteilbiancovelo S’avvolseall’aureo crine,ebenparlile Coll’odorosafibbiainsulespalle,
Caderlasciòlechiomeinanellate:
PoivoltaagliAtnorin soave disse:
Vicina,ocarifigli,èlacontesa;
Soccorreteallamadre.Oggi qualsono 11miovolto dirà;
ma
chisaquale Daràgiudiziounguardia ndibovi?PurdelleGrazievenerandamadre, Dicon,Giunoneereggeimperi,escettri.
È
nelle guerre ancorPalladeinvitta.Iosolaimbellenon hoscettri,oferro.
Purche pavento1Usbergonò,
ma
porto Vincolodell’amorleggiadrocinto,Che punge,estralivibraaguisad’arco;
Perluisentonledonnea
me
devote Acerbesì,
ma
nonmortali doglie.Cosìseguiva,ecareggiatiintanto Quegli amorini dalla rosea
mano
SorrideantuttialladilettaMadre.DigitizedbyGoogle
Ma
giàdelmonteIdeoversoIncima Movea Mercurio,oveilpaterno gregge,
E
itauriagrestidell'Aiiauro inriva IlgiovinettoParidepascea.Pendeagli dellaspallaal
manco
lato Irsutapelledimontanacapra,
E
appressoerettoilpungolode' buoi.Poilentolentoorsuonandolapiva Dolcigivacantandoagrestinote;
Orspessoassisoinsolitariospeco
,
Kè
ditori,o di agneicuranonprese,E
all’usopastora!Mercurio,ePane Cantavaindolci,ecariversi,ealloratorellomuggìa,nè can latrava,
E
solarispondea1’Ecodal monte,Mentreinchinatisullamolleerbetta G'ianruminandoisaz'iatitori.
Cosicantandosottouneleeombrosa,
Mercurioeivide,etimidolevo.ssi;
E
delleDiveattonitoall’aspetto,
Lasuapiva deposeapièdell'elee.
Nè
sazioancorsuonointerruppe,ecanto.Mercurioalui:delgreggeornonticaglia
Ma
quifraquesteDeegiudicesiedi.Qualsiadecidilapiùbella,eade.ssa
Questoindonoappresentaamabilpomo.
Disse;efis.sandoParidelosguardo,
Prianotòlosplendor degliocchiazzurri,
Poi dallatestaaipièsquadrolleingiro, Ammirandone purgliaureimonili.
Minervaallorper
mano
ilprese,edisse.Lascia diGiovelaConsorte,equella Venereoblia,cheaitalamipresiede.
Pregia Palladesol
,Deadellaforza;
Clié,comearigaitiglio,ates'aspetta DiTrojaladifesa,ediofarotti Sostenitordeltuopopoloafflitto ,
Nè
teBellonamai liachecontristi.CosilasaggiaDea:
ma
GiunoposciaNudo
gliporseilbianco braccio,e disse:Dammi
quelpomo
,etedell'Asia tutta FaròSignor;di guerreah nonticaglia.Suiforti,eiviliunrepossenteimpera;
Nè
son di Pallaognorsalviiseguaci;E
ifortiancordoma
Bellonaanch'essi.Vasto imperocosiGiunongliofferse.
Ma
scevradipudor Veneretutta Se vederfeceaparte,aparte,edisse:Guarda,nèticurar discettri,eguerre.
Diqueste,èver, nonso;
ma
qualbisogno Ebbe Venere maidilancia,eusbergo? Beltade è1’arme femminil,nonferro.
Ma
piùpossenteancor,diforzainvece,D’imperoinvece,avraiDonna amorosa,
ElenaavraidilettaMoglie,elieto Sposot'ammirerannoeTroja,eSparta.
Finitononavea,cheil
pomo
ottenne;Dono
dellabeltade, ahicarodono,Ma
d'aspraguerrapoiprincipio,egerme;
E
levatolosu,conallavoce,
Giunoinsellando,ei’alladeschcrnia
,
Cedete, oDeerivali,a
me
lapalma;Iolapiù bellasono;etu,Giunone,
Dov’èMarte,iltuo Figlio,o?eleGrazie,
Cuigiàcondogliapartoristi,orsono7
non
t’ai'taro,o grande Imperatrice,Nè
ilferoMarte,nèYulcantuoifigli, Quegli coirasta,ecollefiammequesti.E
tu,ventosaPalladesuperba,
Cui l’amornondièvita,esoldaltaglio Prodotta a caso del paternocapo,
Non
generatamai dacaraMadre,
Nelferroavestilaradice,eilferro Ve’cometiriveste,efuggiamore.
La Concordiatiè ignota,eamica, aMarte Abborri
Amor
,ma
fiacche,eimbellisono Purletueparisifamose in guerra.£
sealvoltoleguardi,edalle
membra
,Nè
femminet’appajono,nè maschi.Cosìbeffandoella,ilfunesto
pomo
Tenne,esidipartir quelle dolenti.Ma
d’amorpreso Paride infelice,Ferecloaddusseinfoltaselva
,emolti Peritifabbri;cadderorecise L’annose quercie per costuiconsiglio;
Folle,escaltritoautor ditantimali.
F^lialregiogarzonformalanave,
Ond’ciscesodalmonte
,almarfidossi.
DiFereclo così dallafunesta NaveseddottoilPriamejoFiglio
,
Cambiòfollecolmar1’Idèamonfagna, '
Scorto da Cilerca*,d’infausteno/.ze PronuliaDiva,cuisul patriolido
Vittimeoffertepria,leveleaiventi Sciolse,e solcòdell’Ellespontoildorso: ]Mèdigrandimancarsciagureisegni.
GonGossiil
nwr
,sparvero1’Orse,enegre Nubiversar dirottapioggia,enembi,SicchéleTeucrie,eleDardanie coste Navigando
,eTlsmarica palude, Poi trapassar per vigoria diremi
,
£
ilPangeoIracio,elasorgentetomba Dell*infelliceFillidaamorosa Videro,einovegiri,ov’ellaerrando, IllesoalGndalpopolod'Atene,
Sospirosaauendea Demofoonte.
Poscia rEmoniapopolosa Ftia,
E
fraleAcheeCittà1'ampia Micene Passando, eipratid’Erimanto,in riva Deir Eurota,di Spartail
nome
intese,Spartafamosaper leggiadredonne,
Caraall’AtrideMenelao;vicine Videallefalde diselvosomonte L’ amabileTarapnc,elievemente Quinciallene spirard’aura seconda,
Gettarlefunialdesiatolido.
Quividiscesoilnaviganteaterra Priasilavòconlimpid'onda
,eposcia Mosseper via,
ma
timido,eguardingo 11passomisurava,acciòlapolveNon
insozzasseibeicoturni,eilvento
Non
turbasselachiomainanellata,Chedal Frigio cappello usciacomposta.
E
tantiinriguardartettiospitaliDiCittadini,etempli,e
monumenti
Displendida Città,tuttoammirava.OrdiMinerval’aureo simulacro
,
CuiSparta adora,or delCarneoGiacinto, Cheilpopolo
Amideo
,sìcaro aFebo,Conobbe,epaventò,chenoi rapisse LatonaalfindiGioveingelosita.
TardisìcaroalZeffiroconobbe QuelgiovinettoDio,
ma
luidolente Pergratuirsilabenigna terraA
selotrasse,e loconverse inflore Delnome
istesso,eognordilettoaFebo.Di Menelaopressoalpalagio eccelso VenneilGarzontuttodi grazieornato,
Siccome
un
Dio;chètalSemeleaGioveMon
ebbe ingeneratoamabilfiglio.Perdona,oBacco,bellosei;
ma
Paride Nello splendor del volto atenoncede.Colla chiave ospitaleElenaintanto Schiudelaporta deln^al suotetto;
Sullesoglieloammira,indiintrodotto,
Perlocortile,eperleregie stanze Vieppiùs'interna,evagoeburneo scanno
,
Non
saziamaidi riguardarlo,offrigli.Giàcredea divedermaravigliando L’aureofigliodiVenere,ilMinistro Dellettonuzìal
,
ma
lafaretra,£inonavea.Poinel fulgor del volto
,
O
diSemeleilfiglio,odi Latona.Ma
stupefattaalfin,proruppe,edisse:Dimmi
,ondeseistranier?Diquale stirpe?i6
FigliodiResembrialgentilsembiante.
Kè
te,cred’io,d’Acheaprosapiagerme, rièdiNelèodall'arenosa Pilo Vieni;Acbilocoio vidi,etenonmai.Mè
patriat’èlabellaFtia,cb' iotutta ConoscodegliEacidilastirpe: iitirpefamosa,e dialti Eroifeconda,
CbèPeleo,Idamon,Patroclo,eAchille Conobbiappientuttifamosi,echiari.
CosilaDonnaanziosamente:edegli Lerisposeindolcissimafavella:
nomar
sulFrigiolitouditoavrai Ilio,cheedificarINettuno,eApollo.
Nè
ignotoessertideepureilfelice Priamo,possenteRe,die vien daGiove.Ditalestirpe,edibelPadrenato
,
Riccod’orodi
gemme
,evastoimpero,Colforte,erettooprariomidimostro.
Dardanidesonio.Dardano venne Da Giove;e poidiscesiinterrai
Wumi
,Perchèimmortali, ad albergarconnoi,
E
d’ilioafabbricarl’eternemura Vennero,elorofulapatrianostra.Iopoi diDeegiudiceson,Regina;
Chedolorateudirlamiasentenza DiVenereafavor
,ch’iogiudicai Beltàperfetta,e1’anteposiatutte.
Ben degno guiderdondell’opramia La Diva unadorabilmi promise Sposa,Sorellasua,eh’Elenaèdetta,
E
tantomarperleivarcarsoffersi.'7 Orsùlenozzeceiehriam: nonfarmi Rifiutoontoso,elagranDivaonora.
Taccio:achiintendeilpiùparlarchegiova ReasaidiMeuelaolastirpeimbelle
;
Nè
, quaifuro,orsonpiùledonneArgive.
Ma
dimembra
crescendoognorpiùfrali Ordegeneri,bansoldiDonneilnome.A
laiparole Elenailguardoaterra Fiso tenea sospesa,ealfinrispose;Ospite,iogiàbramaivederlemura
Da
Febo,edaNettunoedificate;E
que’ pratiolezzanti,anzi1’eccelse Porte,ove Apollopascològliarmenti.Orsùpartiamopur;seguirtiiovoglio,
QuandolaDeade'maritaggiilvuole,
Nè
giuntainIlioMenelaopavento.TalconsentìlabellaNinfa,equando
Dopo
ilgirodelSollanotteoscura L’egro mortai dallefatichealleggia,E
r Albaledueporte apriade’Sogni,Una
dicornea,evagamole,ond’'esce Laverità,eh’èdegliDeilavoce;L’altradi
umano
immaginarfallace,Lieto,esuperbolarapitaSposa DiMenelaoPari’allanave addusse;
E
allasuapatriaorrendaguerra,elutto.Ma
dopol’albalagrimando,ilpeplo Diffusoaiventi, Ermionesospirosa Alle ancelle gridò,dov’èlaMadre?
Ahi!dove andò,
me
tristaabbandonataI Jerisicinsepurleusatechiavi,i8
E meco
sicorcò nelmolleletto.10
men
ricordobene;equelleonesteLa
desolataconfortando,ofiglia,I^on pianger più, dicean.PartìlaMadre
Ma
tornerà,quandosapràiltuoduolo.Cessa
,aggiungean, nonveditu, cheilpianto Faquicaderleguancie,eledimagra7
Forsenelcoro delleKinfeègita,
E
perlaviasmarrissi,egemeafflitta,
0
forseassisaènel giardindell’ ore';Forse a lavarsiandòlebelle
membra E
deirEurotasulleriveerrandoMa
viepiù dolente rispondea Lagrimandolapovera Donzella:ConoscebenlaMadre miade’fiumi 11corso,ilmonte,e delgiardinlevie.
Ma
ilsolgiàsorge,eleiriedernonveggio.Dunquechestateadirmi7
Oh
Madre mia Dovesei7Suqualmonte7Ahiforse in belva Imbattutatisei,ma
1’altastirpeTemon
diGiove anchelepiùferoci.Da
rupeforseminasti a valle Infoltobosco,ma
spiaipertutto,Fralefrondi,fraglialberi,eicespugli;
Nè
titrovai,non pensiam dunqueabosco Forsenuotandosollazzevolmente Nella sacraondadelfecondo EurotaMa
quivicome
inmarstannoleNinfe,Cheaccolgon,non uccidonoleMadri.
Cosìplorando,edechinandoilcapo,
Cadenelsonno compagnodimorte.
Digtoee Dy
*9 Chealaisimile,ilelledonneafflitte
Con
luisoventelepalpebre aggrava.Gemendo
addormentossi,e allorleparve VederlaMadrea’suoilamenti accorsa:Ondegridò
,meschina
me
!Tu
jeri Mentrei’dormia,m’abbandonasti,oMadre;Fuggitaseidallepaterne stanze.
Oh
quantoioprimaticercai!poi corsi Per monti,eselve.Cosidunque,o Madre, Corri anuovidiVenerelegami?E
poilamadresoggiungeva,o Figlia, I^on incolparme
misera,edolente.
Quellusiughevol ospite dijeri
...(•)
Quelmi
rapi.Tacqueciòdetto,etosto,Piùquellalarvanon vedendo,sorse, .
E
forsennata iva gridando attorno:Àuge!d’aereastirpealatifigli ,
Volate in Creta,editealPadremio ChejeriaSparta venneospiteiniquo Della sua casa aconturbarlagioja.
E
sfacendosiinlagrime,estridendo
,
ErrandointracciadellaMadre,corse Alla Cittàde’Ciconi, eallesponde
(') Intenderàbenelaverità,e laMitologicaopportnna inventionediquestosognoquel Leggitore, cninonsiaigno- toilfamosoTrattatoDeDivinationediM. T.Cicerone
, cioè le antichissime opinioni de' Filosofi.Greci intornoaiso- gni,comeinviatidaGiovesecondoOmero.Foquesta os- servasione,perchèilLettorenonsipenti
,chelaFanciul- laErmioneavesse già fattomaliziose,ed indecenti osserva- zioniallasuaetà.
Dell’EolioEllesponto.Al Frigiolido Paride intantolarapitaDonna Sitrassenavigando,edilontano VenirCassandra dallaRocca.ilvide,
E
mentreinvasa,ilpeplo,e1’aureechiome Strappandosi,egridando profetava,
SchiuseleportefuroalCittadino
,
Dise,diPriamo,edellaPatriaesizio.
FINE.
DigìtizedbyGoogle