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Q Quali prospettive per la sanitàpubblica veterinaria in Europa?

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Academic year: 2022

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uali le principali questioni di Sanità pubblica veterinaria dibattute al momento a livello comunitario?

È appena terminata la discussione sulla protezione animale durante

l’abbattimento, in quanto è stata pubblicata la normativa definitiva, così come sulla definizione di “Atto Veterinario”; oggi il principale tema è relativo alla Nuova politica comunitaria di Sanità animale e le fasi di evoluzione del Pacchetto igiene, insieme alla revisione delle norme per il trasporto animale, formazione e rapporti con le professioni sanitarie, per citare alcuni degli aspetti più salienti.

Il modello italiano di Sanità pubblica veterinaria è sempre sembrato essere in qualche modo meno “alieno” in ambito europeo, quale al riguardo alla sua opinione e quali le

prospettive di sviluppo?

Il modello italiano, soprattutto in relazione alla collocazione della Veterinaria nell’ambito sanitario. si è spesso caratterizzato in passato come estrema particolarità; negli ultimi anni, vista anche l’evoluzione istituzionale comunitaria, dove le competenze alimentari e veterinarie sono state da poco trasferite dalla Direzione di”Agricoltura” a quella di “Sanità”, meglio nota come DG Sanco, si è

svegliato un particolare interesse per il nostro “modello” di Veterinaria pubblica. Alcuni Paesi europei hanno infatti recentemente posto la Veterinaria nell’ambito sanitario. Molto apprezzato è anche il principio per cui risultano riunite e trattate in modo omogeneo e integrato le discipline della sanità e benessere animale, dell’igiene degli allevamenti e della sicurezza alimentare, principio comunque implementato in molti altri Paesi

Quali prospettive per la sanità pubblica veterinaria in Europa?

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INTERVISTA A ROMANO ZILLI

Il nuovo presidente EASVO

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21 secondo il principio “from stable to

table”.

In questi anni, in Italia, l’ambito operativo della Sanità pubblica veterinaria si è sempre più spostato verso il benessere animale e in particolare verso la tutela degli animali d’affezione. Qual è l’orientamento dell’Europa verso queste tematiche?

La protezione degli animali in Europa ha raggiunto degli standard normativi probabilmente non toccati in nessun altro contesto geografico al mondo;

posso però testimoniare che questo è uno dei settori ove si evidenziano le differenze culturali tra le aree d’Europa.

Se è vero che si tratta di un capitolo dove è arduo identificare i limiti di tollerabilità delle misure da adottare è anche importante come la professione veterinaria abbia un ruolo chiave nel

trovare una sintesi tra le diverse posizioni, sulla base di solide basi scientifiche. Credo che i veterinari, sia pubblici che privati debbano sempre considerare questo tema come prioritario.

Ritiene che potrà mediare per rendere la normativa comunitaria più adeguata alla realtà produttiva italiana?

Il cercare di dare i migliori contributi per rendere le posizioni finali

realisticamente adattabili alla maggior parte dei contesti presenti nei differenti Stati, è di fatto l’obiettivo della nostra come di ogni altra delegazione nazionale; ovviamente non è facile trovare il compromesso tra condizioni socio culturali e produttive presenti nei Paesi europei, spesso molto distanti tra loro, per assumere le decisioni che poi saranno trasmesse agli organismi

comunitari competenti. Inoltre va sottolineato che, a raffronto con gli altri esempi europei e soprattutto nel comparto delle produzioni, la nostra realtà, presenta delle peculiarità quasi uniche ed è forse quella che si

caratterizza per le maggiori differenze nell’ambito dello stesso Paese. Spero che il ruolo di presidente di EASVO mi possa dare l’opportunità di proseguire nello sforzo, già realizzato con buon riscontro di risultati nel passato, teso a perseguire quelle alleanze e cercare quelle formule che permettano di raggiungere accordi il più possibile favorevoli. Per queste e per tutte le altre decisioni, sarà comunque necessaria una sempre maggiore attività di supporto tecnico e culturale verso i delegati italiani, da parte dei colleghi che operano quotidianamente sul territorio nazionale.

E

EA AS SV VO O

European association of state veterinary officers - Associazione europea veterinari ufficiali (EASVO), è un’entità associativa europea che riunisce le organizzazioni dei veterinari di Medicina pubblica dei Paesi europei.

L’associazione è dotata di statuto autonomo e caratterizzata da indipendenza funzionale pur ope- rando in continuità, in funzione di “sezione”, con la più ampia FVE - Federazione veterinari euro- pei, di cui è una delle quattro sezioni specialistiche. Le altre sezioni sono UEVP, UEVH e EVERI, rispettivamente composte dai delegati delle associazioni nazionali di veterinari liberi professioni- sti, igienisti e della ricerca/industria. L’Italia presso la FVE è rappresentata dalla FNOVI, in UEVH e EASVO dal SIVeMP, mentre in UEVP rappresentante è l’ANMVI. I diversi delegati italiani trovano il punto di sintesi all’interno di un coordinamento gestito dalla FNOVI.

Lo statuto dell’Associazione indica come scopi dell’organismo, il promuovere e tutelare gli standard etici e gli interessi professionali dei veterinari direttamente impiegati dagli organismi pubblici cen- trali o locali dei Paesi europei. Inoltre il mandato prevede che EASVO rappresenti il punto di vista dei veterinari pubblici europei nei confronti della FVE, delle istituzioni comunitarie, delle Autorità nazionali e di ogni altra entità portatrice di interessi. La gestione dell’Associazione è affidata al Board (Consiglio di Amministrazione) che riceve un mandato biennale, rinnovabile per un ulterio- re biennio.

Il consiglio direttivo eletto nell’ultima assemblea, tenutasi a Bruxelles lo scorso 12 novembre, è il seguente:

P

Prreessiiddeennttee: Romano Zilli (Italia) S

Seeggrreettaarriioo: Hans Petter Bugge (Norvegia) V

Viicceepprreessiiddeennttii: Veronique Bellemain (Francia); Herfried Haupt (Austria) TTeessoorriieerree: Morgan Lyons (Irlanda)

V

Viicceepprreessiiddeennttee oonnoorraarriioo: Cornelia Rossi-Broy (Germania).

In EASVO sono attualmente rappresentati 20 paesi europei (http://www.fve.org/about_fve/sec- tions/EASVO.html).

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