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(2) 02-03-2018. www.ansa.it/. DA SNACK A INSACCATI, AUMENTO DEL 10% RISCHIO TUMORI STUDIO SUL BRITISH MEDICAL JOURNAL SU 105MILA PERSONE ROMA, 5 MAR - Dalle merendine ai cibi precotti e insaccati, consumare spesso alimenti sottoposti a lavorazione industriale è associato a un aumento del rischio di cancro. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sul British Medical Journal (Bmj) condotto su 105mila partecipanti. L'analisi tuttavia non permette di indicare 'colpevoli', poiché si basa solo sull'osservazione di una correlazione tra i due fenomeni, ma non è in grado di dimostrare un legame di causa ed effetto. Nei paesi sviluppati le diete hanno visto un aumento del consumo di alimenti ultra-elaborati, ovvero che hanno subito processi fisici, biologici o chimici e che sono arricchiti di coloranti, dolcificanti e conservanti. Concepiti per essere convenienti e appetibili, contribuiscono tra il 25% e il 50% del consumo giornaliero di calorie. Ma le evidenze scientifiche sui loro effetti sono scarse. Su questo si sono concentrati i ricercatori del Centre of Research in Epidemiology and Statistics Sorbonne Paris Cité, che hanno esaminato le abitudini alimentari di 104.980 persone (età media 42,8 anni) della coorte francese NutriNet-Santé. Attraverso una piattaforma online hanno raccolto i dati sul consumo abituale di 3300 alimenti diversi, concentrando l'attenzione su quelli 'ultra elaborati', come snack e dessert industriali, bevande zuccherate, carne e pesce precotti, zuppe istantanee, piatti pronti surgelati. Ne è emerso che un aumento del 10% della loro proporzione nella dieta è associato ad un aumento di oltre il 10% del rischio di cancro generale e al seno. Diverse le ragioni, suggeriscono i ricercatori. Innanzitutto contengono più grassi saturi, zuccheri e sale aggiunti. Possono inoltre "presentare sostanze con effetti cancerogeni derivate dal tipo di cottura" (acrilammide, idrocarburi policiclici aromatici). In terzo luogo, "le confezioni possono contenere materiali potenzialmente cancerogeni, come il bisfenolo A". Infine, "vedono la presenza di additivi alimentari come nitrito di sodio o biossido di titanio, per i quali la cancerogenicità è stata suggerito in modelli animali o cellulari". Nessuna correlazione è stata invece trovata rispetto al consumo di alimenti freschi, essiccati, congelati o pastorizzati.. .
(3) 05-03-2018. LETTORI 10.000 http://www.healthdesk.it/. LA SCOPERTA. Ecco il batterio che protegge dai tumori della pelle È un ceppo di Staphylococcus epidermidis in grado di bloccare la formazione di cellule tumorali. Un ceppo particolare di Stafilocco della cute produce una sostanza in grado di inibire la sintesi del Dna nelle cellule tumorali. I topi trattati con il batterio esposti ai raggi ultravioletti avevano minori probabilità di ammalarsi di melanoma. Si trova sulla pelle, generalmente è innocuo, ma può anche compromettere le operazioni all’anca perché aderisce facilmente alle protesi provocando infezioni. Questo è quello che si sapeva dello Staphylococcus epidermidis. Non si sapeva, invece, che questo comune batterio della pelle ha proprietà antitumorali. La sorprendente scoperta è stata annunciata su Science Advances. I ricercatori hanno individuato un particolare ceppo di S. epidermidis che produce un composto (6-N-idossiaminopurina, 6-Hap) in grado di bloccare la formazione e la proliferazione dei tumori cutanei. Questa sostanza somiglia a uno dei mattoni del Dna, l’adenina. «Data la sua struttura - ha detto Richard Gallo della University of California, San Diego che ha condotto lo studio - ci siamo chiesti se interferisse con la sintesi del Dna». In un esperimento in provetta, effettivamente 6Hap ha dimostrato di riuscire a inibire l’enzima che costruisce le catene di Dna. Gli scienziati hanno potuto poi confermare le proprietà del composto prodotto dal batterio sui topi. Gli animali trattati con un ceppo di S.epidermidis incapace di produrre 6-Hap sviluppavano tumori della pelle quando venivano esposti a radiazioni ultraviolette. Mentre la pelle dei topi che ospitavano il ceppo del batterio in grado di produrre il composto non mostrava alcuna lesione. «La presenza di questo ceppo potrebbe fornire una protezione naturale - ha detto Richard Gallo direttore del dipartimento di Dermatologia presso la Uc San Diego School of Medicine –.
(4) oppure potrebbe essere utilizzato in modo terapeutico per inibire la crescita di alcune forme di cancro». Dagli esperimenti sugli animali è emerso che il composto 6-Hap non è tossico e che è in grado di ridurre le dimensioni tumore. Quando infatti i ricercatori hanno introdotto cellule di melanoma nell’organismo dei topi trattatati con 6-Hap, questi animali hanno sviluppato tumori di dimensioni ridotte del 60 per cento rispetto ai topi non trattati con la sostanza. I ceppi di S.epidermidis possono essere iniettati oppure applicati sulla superficie della pelle. In entrambi i casi hanno dimostrato di frenare la formazione di cellule tumorali indotte dalle radiazioni ultraviolette. Per esempio, i topi che avevano ricevuto un trattamento topico con S. epidermidis che produce 6-Hap dopo 12 settimane di esposizione ai raggi Uv avevano sviluppato un tumore della pelle a testa. Nei topi non sottoposti al trattamento se ne contavano da 4 a 6. I ricercatori hanno condotto una piccola analisi genetica del microbioma della pelle umana, trovando che solamente il 20 per cento dei batteri del tipo Stafilococcus epidermidis che si trovano comunemente sull’epidermide appartiene al ceppo che produce 6-Hap. Sono necessari ulteriori studi per comprendere il meccanismo di produzione del 6-Hap e per conoscerne l’effettiva quantità presente sulla pelle e per individuare altre potenziali proprietà di questo composto. Sembrerebbe infatti che 6-Hap sia anche in grado di bloccare la sintesi del Dna nelle cellule di linfoma. È presto per dirlo ma c’è la possibilità che questa nuova arma possa annientare più di un nemico..
(5) 06-MAR-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Mario Calabresi Tiratura: 283387 - Diffusione: 220198 - Lettori: 2080000: da enti certificatori o autocertificati. da pag. 30 foglio 1 Superficie: 14 %.
(6) 06-MAR-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Mario Calabresi Tiratura: 340745 - Diffusione: 274372 - Lettori: 2162000: da enti certificatori o autocertificati. da pag. 7 foglio 1 Superficie: 100 %.
(7) . 06-03-2018. . LETTORI 15.000. http://www.doctor33.it/ . Vaccini, per i certificati a scuola proroga concessa a poche Regioni. . Per i genitori ancora non in regola con le vaccinazioni obbligatorie per l'iscrizione a scuola dei figli ci sono ancora pochi giorni per regolarizzare la propria posizione, con il rischio che vengano esclusi dalle lezioni se sono al nido o alla materna. Il termine per portare agli istituti la documentazione sull'avvenuta immunizzazione scade infatti il 10 marzo, anche se il Miur e il ministero della Salute hanno accordato una proroga di un paio di settimane per le regioni che hanno un'anagrafe vaccinale. La scadenza del 10 marzo era indicata nella legge sull'obbligo, ed è stata ribadita in tutte le circolari nonostante le richieste da parte di alcune autorità locali di evitare ai bambini di essere esclusi di punto in bianco dalle lezioni. Anche nell'ultima emanata il 27 febbraio dai due ministeri si specifica che entro questo sabato i genitori inadempienti "che abbiano presentato la dichiarazione sostitutiva, dovranno presentare alle scuole la documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie". In assenza del libretto vaccinale o della dichiarazione timbrata dalla Asl sarà sufficiente una prova dell'avvenuta prenotazione delle immunizzazioni. In assenza della documentazione, ribadisce la circolare, i dirigenti scolastici dovranno impedire l'accesso ai servizi nel caso dei bambini di nidi e materne, mentre per quelli più grandi scatteranno le sanzioni pecuniarie ai genitori. Un discorso diverso, con una diversa scansione temporale, vale per le regioni che hanno attivato un'anagrafe vaccinale, tra cui ad esempio il Veneto, la Lombardia ma anche il Lazio. In questo caso non saranno i genitori a consegnare la documentazione ma 'si parleranno' Asl e servizi scolastici. Le prime il 10 marzo consegneranno alle scuole gli elenchi con i bambini non in regola. I dirigenti entro il 20 marzo chiederanno alle famiglie di mettersi in regola al massimo in dieci giorni, al termine dei quali scatteranno le sanzioni..
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