ESTRATTO RASSEGNA STAMPA ASSOPORTI
Mercoledì, 23 gennaio 2019
23/01/2019 Prima Pagina
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22/01/2019 Ferpress
22/01/2019 Ferpress
22/01/2019 Informazioni Marittime
22/01/2019 Messaggero Marittimo Massimo Belli
23/01/2019 Il Fatto Quotidiano Pagina 16
22/01/2019 Primo Magazine
22/01/2019 Il Nautilus Abele Carruezzo
22/01/2019 Ansa
23/01/2019 Corriere del Mezzogiorno Pagina 2 Fabrizio Geremicca
23/01/2019 Il Resto del Carlino Pagina 25 Lorenzo Tazzari
23/01/2019 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 6
23/01/2019 La Nazione (ed. Livorno) - Il Telegrafo Pagina 41
22/01/2019 Messaggero Marittimo Renato Roffi
22/01/2019 The Meditelegraph di Giorgio Carozzi
23/01/2019 La Sicilia Pagina 2
Corriere della Sera 1
Il Fatto Quotidiano 2
Il Foglio 3
Il Giornale 4
Il Giorno 5
Il Manifesto 6
Il Mattino 7
Il Messaggero 8
Il Resto del Carlino 9
Il Secolo XIX 10
Il Sole 24 Ore 11
Il Tempo 12
Italia Oggi 13
La Nazione 14
La Repubblica 15
La Stampa 16
MF 17
Il CNEL avvia ciclo di audizioni su semplificazione nella logistica. Si... 18
Fit-Cisl: Diamante, Cnel ci convochi su semplificazione normativa... 19
Informazioni Marittime: Verso una legge quadro della logistica. Audizioni... 20
Porti: al Cnel audizioni su semplificazioni nella logistica 21
Porti Spa, con l' idea leghista di aprire ai privati si rischia una... 23
Marina mercantile: aggiornata la Convenzione sul lavoro marittimo 25
Le AdSP ora possono migliorare la sostenibilità ambientale 26
Porti: Marsilio, parità ad Ancona o Abruzzo cambia strategia 28
Studio francese: porto elettrificato, si eviterebbero 500 morti 29
Ravenna, crociere alla deriva 31
Porto, i cinesi vanno di corsa Nuove assunzioni entro il 2019 33
Le autorità convocate oggi da Rixi Ma l' obiettivo è la... 34
Il contrasto AdSp-Capitaneria sta facendo il suo corso 35
Rixi, sopralluogo alla piattaforma di Vado: «Accelerare i... 36
Pronti al dialogo e tutti Sì Ponte «Ma ora si cominci a... 37
ESTRATTO RASSEGNA STAMPA ASSOPORTI
Mercoledì, 23 gennaio 2019
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Dai Porti
23/01/2019 Quotidiano di Puglia (ed. Brindisi) Pagina 11 CARMEN VESCO
23/01/2019 Quotidiano di Puglia (ed. Taranto) Pagina 1
23/01/2019 Quotidiano di Puglia (ed. Taranto) Pagina 10 ALESSIO PIGNATELLI
23/01/2019 Quotidiano di Puglia (ed. Taranto) Pagina 10
23/01/2019 Quotidiano di Puglia (ed. Taranto) Pagina 11
22/01/2019 Primo Magazine maurizio de cesare
22/01/2019 Seareporter
22/01/2019 inforMARE
23/01/2019 La Repubblica Pagina 24 FILIPPO SANTELLI
23/01/2019 MF Pagina 12 FRANCESCO BERTOLINO
22/01/2019 The Meditelegraph di Giorgio Carozzi
Sotto il Vulcano gli industriali etnei chiedono la Zes. La sponda di Turano 39
«Corso in Blue economy: si va a tappe forzate Le lezioni al via nel... 41
Porto, palla al Tar E c' è chi teme la fuga dei turchi 43
Porto, attesa la decisione del Tar 44
I cinesi investono 235 milioni ma scelgono Ravenna 46
Tutti con la multinazionale per paura della grande fuga 47
L'Adsp Mam investe nella sicurezza per i lavoratori portuali 49
Audizione ASSOCOSTIERI alla X Commissione Attività Produttive della... 50
Le associazioni tedesche della logistica temono che gli interessi... 52
Pechino apre a Trump comprando il riso Usa 53
Fincantieri, altra commessa Usa 55
Confetra: «Stop alla selva di norme, bisogna semplificare» 57
Focus
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Il CNEL avvia ciclo di audizioni su semplificazione nella logistica. Si inizia domani
(FERPRESS) Roma, 22 GEN Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro avvia un ciclo di audizioni con le principali associazioni d i c a t e g o r i a d e l t r a s p o r t o e d e l l a movimentazione merci e della logistica con l'obiettivo di elaborare un testo organico per la s e m p l i f i c a z i o n e n o r m a t i v a d e l s e t t o r e , attualmente frammentata. L'iniziativa trae origine da formale istanza avanzata nel Consiglio da Confetra, Confederazione G e n e r a l e I t a l i a n a d e i T r a s p o r t i e d e l l a Logistica. La logistica incide per il 10% sul Pil i t a l i a n o m e n t r e i l g a p d e r i v a n t e d a l l a m a n c a n z a d i u n i f o r m i t à l e g i s l a t i v a e regolamentare è pari ogni anno a circa 42 mld di euro. Le audizioni, convocate dal presidente CNEL Tiziano Treu, inizieranno mercoledì 23 gennaio (ore 11.30, Sala Gialla CNEL) con il professor Stefano Zunarelli, coordinatore del p r o g e t t o p e r C o n f e t r a ; M a u r o P a c e l l a , segretario generale Assoferr; Luigi Robba, segretario generale Assiterminal. La prossima a u d i z i o n e a v r à l u o g o i l 3 1 g e n n a i o . E ' necessario giungere a un testo unitario in m a t e r i a d i c o n t r o l l i e p r o c e d i m e n t i amministrativi che incidono sulla merce e sulle attività di trasporto collegate. Esistono 133 procedimenti standard in capo a 13 diverse
Pubbliche Amministrazioni, poi ci sono le normative specifiche che riguardano il cargo ferroviario, quello aereo, l'autotrasporto e i trasporti eccezionali dichiara Nereo Marcucci, nella doppia veste di presidente Confetra e Consigliere del CNEL E' fondamentale semplificare, esternalizzare, coinvolgere maggiormente laboratori, soggetti e competenze private attraverso meccanismi convenzionali, estendere gli ambiti di autocertificazione, cassare operazioni di verifica ridondanti e superate grazie alla tecnologia. L'attuazione dello sportello unico doganale e dei controlli, istituito per Legge nel 2017 ma rimasto ad oggi solo su carta, rappresenterebbe un importante passo in avanti. Ma avvertiamo l'esigenza di un provvedimento quadro sulla materia e siamo disponibili a fornire tutto il supporto tecnico del caso, aggiunge il Consigliere Marcucci che conclude ringraziando il presidente Treu per l'enorme sensibilità dimostrata sull'argomento, nell'aver voluto adottare l'iniziativa.
Ferpress
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Fit-Cisl: Diamante, Cnel ci convochi su
semplificazione normativa autotrasporto merci e logistica
(FERPRESS) Roma, 22 GEN Apprendiamo dai media che il Cnel ha avviato un ciclo di audizioni con le principali associazioni di categoria dell'autotrasporto merci e logistica, a l l o s c o p o d i e l a b o r a r e u n t e s t o p e r l a semplificazione normativa del settore. Con stupore constatiamo che come sindacato non siamo stati coinvolti, così dichiara Maurizio Diamante, Segretario nazionale Fit-Cisl. La logistica ha numerosi problemi prosegue Diamante e certamente il groviglio di norme è uno di questi. Il labirinto normativo, come si può facilmente intuire, ha conseguenze dirette anche sul lavoro, per esempio perché rende più difficili i controlli e le sanzioni in un settore p a r t i c o l a r m e n t e f u n e s t a t o d a f e n o m e n i perversi come forme di caporalato. Non si c o n t a n o g l i i n c i d e n t i , s p e s s o c o n e s i t i drammatici, che si sono susseguiti negli ultimi anni ed è evidente che le norme attuali, così come sono strutturate, non sono efficaci a sufficienza. Per questo come Fit-Cisl ci sembra assolutamente assurdo che il Cnel non ci ascolti. Con l'occasione torniamo a sollecitare il Ministro dei Trasporti perché riapra il tavolo per la legalità nella logistica: la situazione del settore è seria e richiede di agire su più fronti e a più livelli istituzionali.
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Primo Piano
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Informazioni Marittime: Verso una legge quadro della logistica. Audizioni al Cnel
Il Cnel, il consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, avvia un ciclo di audizioni con le p r i n c i p a l i a s s o c i a z i o n i d i c a t e g o r i a d e l trasporto, della movimentazione merci e più in generale della logistica, con l'obiettivo di e l a b o r a r e u n t e s t o o r g a n i c o p e r l a s e m p l i f i c a z i o n e n o r m a t i v a d e l s e t t o r e ,
«attualmente frammentata», riferisce una nota.
L ' i n i z i a t i v a n a s c e s u l l a b a s e d i i s t a n z e avanzate da Confetra, la confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica.
L'uniformità normativa è una necessità.
Facendo una media degli studi di settore, la logistica incide per il 10 per cento sul Pil i t a l i a n o m e n t r e i l g a p d e r i v a n t e d a l l a m a n c a n z a d i u n i f o r m i t à l e g i s l a t i v a e regolamentare è pari ogni anno a circa 42 miliardi di euro. Le audizioni sono convocate d a l p r e s i d e n t e d e l C n e l , T i z i a n o T r e u . Inizieranno mercoledì 23 gennaio, alle ore 11.30 nella sala gialla del Consiglio, con:
Stefano Zunarelli, coordinatore del progetto per Confetra; Mauro Pacella, segretario generale Assoferr; Luigi Robba, segretario generale Assiterminal. L'audizione successiva sarà il 31 gennaio. «Ci sono 133 procedimenti standard in capo a 13 diverse pubbliche amministrazioni. Poi ci sono le normative
specifiche che riguardano il cargo ferroviario, quello aereo, l'autotrasporto e i trasporti eccezionali», commenta Nereo Marcucci, presidente Confetra e consigliere del Cnel. È fondamentale - continua - semplificare, esternalizzare, coinvolgere maggiormente laboratori, soggetti e competenze private attraverso meccanismi convenzionali, estendere gli ambiti di autocertificazione, cassare operazioni di verifica ridondanti e superate grazie alla tecnologia». «L'attuazione dello sportello unico doganale e dei controlli, istituito per legge nel 2017 ma rimasto ad oggi solo su carta, rappresenterebbe un importante passo in avanti. Ma avvertiamo l'esigenza di un provvedimento quadro sulla materia e siamo disponibili a fornire tutto il supporto tecnico del caso», conclude Marcucci.
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Porti: al Cnel audizioni su semplificazioni nella logistica
Stupore della Fit-Cisl per il mancato coinvolgimento
ROMA Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) avvia un ciclo di audizioni con le principali associazioni di categoria del trasporto e della movimentazione merci e della logistica con l'obiettivo di elaborare un testo organico per la semplificazione normativa del settore, attualmente frammentata. L'iniziativa trae origine da formale istanza avanzata nel Consiglio dalla Confetra. La logistica incide per il 10% sul Pil italiano mentre il gap derivante dalla mancanza di uniformità legislativa e regolamentare è pari ogni anno a circa 42 mld di euro. Le audizioni, convocate dal presidente Cnel, Tiziano Treu, inizieranno domani alle ore 11.30 nella Sala Gialla di Villa Lubin (nella foto), con il professor Stefano Zunarelli, coordinatore del progetto per Confetra; Mauro Pacella, segretario generale Assoferr; Luigi Robba, segretario generale Assiterminal. La prossima audizione, invece, è in programma il 31 Gennaio. Nereo Marcucci, nella doppia veste di presidente Confetra e consigliere del Cnel ha dichiarato che E' necessario giungere a un testo unitario in m a t e r i a d i c o n t r o l l i e p r o c e d i m e n t i amministrativi che incidono sulla merce e sulle attività di trasporto collegate. Esistono 133 procedimenti standard in capo a 13 diverse
Pubbliche amministrazioni, poi ci sono le normative specifiche che riguardano il cargo ferroviario, quello aereo, l'autotrasporto e i trasporti eccezionali. E' fondamentale semplificare, esternalizzare, coinvolgere maggiormente laboratori, soggetti e competenze private attraverso meccanismi convenzionali, estendere gli ambiti di autocertificazione, cassare operazioni di verifica ridondanti e superate grazie alla tecnologia. L'attuazione dello sportello unico doganale e dei controlli, istituito per Legge nel 2017 ma rimasto ad oggi solo su carta, rappresenterebbe un importante passo in avanti. Ma avvertiamo l'esigenza di un provvedimento quadro sulla materia e siamo disponibili a fornire tutto il supporto tecnico del caso ha aggiunto Marcucci, concludendo ringraziando il presidente Treu per l'enorme sensibilità dimostrata sull'argomento, nell'aver voluto adottare l'iniziativa. Appreso dalla stampa l'iniziativa del Cnel, Maurizio Diamante, segretario nazionale Fit-Cisl, in una nota ha espresso il proprio stupore per il mancato coinvolgimento del sindacato che rappresenta. La logistica ha numerosi problemi scrive Diamante e certamente il groviglio di norme è uno di questi. Il labirinto normativo, come
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si può facilmente intuire, ha conseguenze dirette anche sul lavoro, per esempio perché rende più difficili i controlli e le sanzioni in un settore particolarmente funestato da fenomeni perversi come forme di caporalato. Non si contano gli incidenti, spesso con esiti drammatici, che si sono susseguiti negli ultimi anni ed è evidente che le norme attuali, così come sono strutturate, non sono efficaci a sufficienza. Per questo come Fit-Cisl ci sembra assolutamente assurdo che il Cnel non ci ascolti. Con l'occasione torniamo a sollecitare il ministro dei Trasporti perché riapra il tavolo per la legalità nella logistica: la situazione del settore è seria e richiede di agire su più fronti e a più livelli istituzionali, conclude il segretario nazionale Fit-Cisl.
Massimo Belli
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Privatizzazione. L' intenzione del Carroccio è di trasformare le Autorità portuali in Spa in mano agli enti locali. Che potranno attirare nuovi capitali, come in Grecia
Porti Spa, con l' idea leghista di aprire ai privati si rischia una svendita in stile Pireo
Andrea Moizo - porti italiani rischiano di essere privatizzati, almeno stando alle parole degli esponenti leghisti di governo, arrivate proprio nelle ore seguenti la formalizzazione dell' indagine sul regime fiscale delle Autorità portuali italiane da parte della Commissione europea. Oltre a chiudere i porti, insomma, la Lega vorrebbe prenderseli.
Un progetto che sicuramente non piacerà al Movimento 5Stelle, finora poco attento a un dossier che invece ha un peso notevole.
Primo su tutti, a ventilare la possibilità di una riforma per trasformare le Autorità portuali in Spa a controllo pubblico, è Edoardo Rixi, il viceministro leghista alle Infrastrutture con delega ai porti. Il tema è un vecchio pallino federal-leghista: togliere la fiscalità portuale a Roma e affidarla agli enti locali, ed è stato recentemente rilanciato dal presidente forzista della Liguria, Giovanni Toti, in vista delle Regionali 2020, forte di sostenitori anche nel Pd e oggetto proprio oggi di una riunione al ministero dei Trasporti per convincere l' alleato di governo.
Dopo la riforma Delrio, nel 2016, le Autorità Portuali (Ap), gli enti pubblici che regolano le attività economiche nei porti, sono 15 (la sedicesima, quella dello Stretto, è in via di costituzione). Attraverso i 58 porti amministrati
nel 2017 sono passati circa 500 milioni di tonnellate di merci e 51 milioni di passeggeri. La Commissione europea, concedendo due mesi per rispondere, ha messo nel mirino la fiscalità delle Autorità portuali italiane assimilandole. nel percepire i canoni per il rilascio di concessioni sui terminal, a soggetti economici tenuti quindi a pagare le relative imposte allo Stato.
Malgrado i bizantinismi del nostro ordinamento, un evidente paradosso. Le Autorità portuali sono lo Stato. Stato che, come avviene per le autostrade o gli aeroporti, incamera per l' uso dei terminal portuali canoni non soggetti a imposizione fiscale: che senso ha che uno Stato paghi tasse a se stesso? La preoccupazione è che l' identificazione delle Ap come attori economici renderebbe poi soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato ogni finanziamento statale sulle infrastrutture portuali. Per questo il dialogo con Bruxelles è aperto da anni.
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Il Fatto Quotidiano
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Il nuovo governo ha però ammorbidito la difesa dello status quo (l' infrastruttura è statale e lo Stato deve poterne disporre), ipotizzando un avvicinamento alle posizioni della Commissione con la trasformazione in soggetti economici (Spa) degli enti.
Difficile dire se e come si possa risolvere l' aporia dell' obiettivo di fondo: assegnare agli enti locali soci delle Spa le risorse oggi incamerate dalle Autorità portuali: quelle trattenute per le proprie esigenze (canoni di concessione, tasse d' ancoraggio e imbarco/sbarco) e, la vera 'ciccia', quelle consegnate all' erario (Iva sulle importazioni: 10-12 miliardi di euro l' anno). Come potrebbe una Spa trattenere un' imposta, per giunta slegata dalla propria attività?
Quel che è certo è che la riforma avrebbe il senso dichiarato (alleggerire il presunto eccesso di burocrazia che affligge le Ap) solo patrimonializzando le Spa col conferimento delle aree portuali, prima sdemanializzate. Operazione complessa. Innanzitutto perché sarebbe un aiuto di Stato, da vedere se compatibile con le norme Ue. A quel punto, poi, ogni scelta su infrastrutture e concessioni sarebbe presa non nell' interesse dello Stato (come oggi, almeno in teoria) ma in quello di una Spa. Il controllo pubblico non necessariamente coincide con l' interesse pubblico.
Esempio: qualora il 'mercato' non lo reputi conveniente, un intervento infrastrutturale, anche di banale mantenimento come un dragaggio, sarebbe arduo. Interi porti rischierebbero l' abbandono e fra gli altri si aprirebbe una feroce concorrenza.
Non solo. A prescindere dall' eventuale adozione di golden share o altre garanzie sulla proprietà pubblica dei moli, è evidente che un tale assetto si presterebbe molto di più dell' attuale a una loro alienazione, come avvenuto ad esempio in Grecia, dove il Pireo è ormai quasi un' enclave cinese.
Infatti, senza coperture erariali, come potrebbero le Spa finanziare i propri necessari investimenti se non cartolarizzando/vendendo il loro patrimonio?
Ammesso che la Lega sia consapevole degli effetti extra federalistici, che ne diranno M5S e il ministro Danilo Toninelli? Finora i 5Stelle non sembrano aver compreso la portata dell' iniziativa, anche perché è assai in contrasto con la tutela dei "beni comuni" che da sempre è il tratto distintivo del Movimento.
Poche sono tuttavia le voci (finora solo Uil e Cgil) levatesi contro l' uscita di Rixi. Questo nonostante il settore marittimo sia sempre più caratterizzato da fenomeni di concentrazione nelle mani di pochi potentissimi soggetti (parastatali, come i conglomerati asiatici, o privati come le multinazionali occidentali) in grado di orientare a proprio piacimento le scelte infrastrutturali e le politiche del lavoro di interi Stati.
A contrastare tale disegno non saranno quindi i grandi gruppi dei terminal, che oggi godono di concessioni pluridecennali, utili stellari e ricchi Roe (i ritorni sul capitale investito anche per manutenere infrastrutture pubbliche), come rivelato da uno studio di Fedespedi sui primi 10 player nazionali, tutti controllati da multinazionali estere. Una volta proprietari, infatti, sparirebbe quasi del tutto il pur remoto rischio che l' attuale concedente si risvegli dal torpore e metta mano al settore, magari diradando la giungla normativa, aprendolo a forme di maggiore concorrenza e attivandosi per una nuova distribuzione delle grandi rendite garantite.
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Marina mercantile: aggiornata la Convenzione sul lavoro marittimo
22 Gennaio 2019 - Varato il Decreto, a firma del Direttore Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per vie d'acqua interne del Mit, che implementa gli emendamenti 2014 e 2016 alla Convenzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro MLC 2006. Con questo decreto vengono implementati gli e m e n d a m e n t i c h e h a n n o c o m p o r t a t o l'aggiornamento della legislazione nazionale vigente inserita nel Modello di Dichiarazio ne di Conformità del Lavoro Marittimo Parte I e del Modello di Certificato del Lavoro Marittimo.
Alcune modifiche sono state apportate anche sul Modello di Rapporto di Ispezione per la conformità alle Agenzie Italiane per il Lavoro Marittimo che si occupano di reclutamento della Gente di Mare e alle relative Linee Guida per gli Ispettori. La Convenzione MLC 2006 è il testo unico delle Convenzioni sul lavoro marittimo emanato per garantire il diritto per i marittimi ad un impiego dignitoso.
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Le AdSP ora possono migliorare la sostenibilità ambientale
Roma-In attuazione all'articolo 4bis della L.84/94, sulla Gazzetta Ufficiale 301/2018 è stato pubblicato l'avviso di adozione delle Linee
Roma-In attuazione all'articolo 4bis della L.84/94, sulla Gazzetta Ufficiale 301/2018 è stato pubblicato l'avviso di adozione delle Linee Guida per l'elaborazione del Documento Energetico Ambientale dei Sistemi Portuali (DEASP), come da decreto 408/2018. I sistemi portuali dispongono ora di un riferimento importante per migliorare la sostenibilità ambientale. Il documento fornisce gli indirizzi u t i l i a l l a r e d a z i o n e d e i d o c u m e n t i d i pianificazione energetico ambientali dei sistemi portuali. L'obiettivo è di ridurre i consumi di energia fossile e le emissioni di CO2, migliorando la qualità ambientale dei porti e delle aree limitrofe, contribuendo a salvaguardare la salute e il benessere dei lavoratori e della popolazione, e contribuendo ad aumentare la competitività dei sistemi portuali. Tale documento sarà vagliato ed eventualmente aggiornato ogni tre anni per g a r a n t i r e l a c o e r e n z a c o n l ' e v o l u z i o n e tecnologica e normativa. La sua attuazione rimane in linea con la raccomandazione della Commissione Ue sulle strategie europee per ridurre le emissioni atmosferiche delle navi marittime e finalizzata a promuovere l'utilizzo di elettricità erogata da reti elettriche terrestri per le navi ormeggiate nei porti comunitari.
Punti chiave. Le AdSP promuovono la redazione del documento di pianificazione energetica e ambientale del sistema portuale. Il documento, sostanzialmente, non è un piano, ma un supporto tecnico che l'AdSP promuove, indipendentemente dal sistema della Pianificazione Portuale; ne rispetta i principi e ne prevede l'adozione da parte degli organi della stessa Autorità, senza la necessità di sottoporlo ad approvazioni di livello superiore. Infatti, il DEASP fotografa la reale situazione dei porti del sistema, mentre il Piano Regolatore di Sistema Portuale (PRdSP) ne prevede lo sviluppo futuro ed eventuali modifiche di destinazione d'uso di aree e d'immobili. Obiettivi. Il documento DEASP dovrà impegnarsi a: individuare gli obiettivi di sostenibilità energetico ambientale del porto; individuare interventi e misure da attuare; dichiarare una valutazione preventiva di fattibilità tecnico-economica, anche mediante analisi costi-benefici; programmare gli interventi, anche parziali, in un arco temporale prefissato; stabilire gli obiettivi di monitoraggio dei risultati degli interventi utilizzati e verifica. Relazione.
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La relazione generale del DEASP dovrà contenere: una descrizione sintetica dello stato di fatto sotto il profilo sia fisico morfologico/funzionale (naturale, ambientale, infrastrutturale, funzionale, ecc. ) sia istituzionale e programmatorio (soggetti, proprietà, concessioni, vincoli preordinati, stato della pianificazione e attuazione ), con riferimento alle distinte aree portuali del sistema; descrivere i contenuti del DEASP (interventi e misure previsti), con riferimento sia al sistema portuale che ai distinti porti facenti parte del sistema; indicare le fasi attuative degli investimenti e delle misure previste e la stima di massima dei relativi costi.
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Porti: Marsilio, parità ad Ancona o Abruzzo cambia strategia
(ANSA) - PESCARA, 22 GEN - "O l' Abruzzo può difendersi in condizioni di parità o cambia strategia per avere peso". Così il candidato di centrodestra alla presidenza della Regione Abruzzo alle elezioni del prossimo 10 febbraio, Marco Marsilio, durante il forum che si è tenuto nella sede ANSA di Pescara, in merito alla questione dell' adesione, sotto la Giunta dell' ex presidente Luciano D' Alfonso, all' Autorità di Sistema Portuale dell' Adriatico centrale di Ancona. "L' Abruzzo - dice Marsilio - è la porta di accesso verso i Balcani. Noi vogliamo mettere a sistema questo corridoio e costruire l' asse strategico Roma-Civitavecchia".
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Spirito: «A giugno il primo step»
Studio francese: porto elettrificato, si eviterebbero 500 morti
NAPOLI Uno studio commissionato dal ministero dell' Ambiente francese accende di nuovo i riflettori sull' inquinamento provocato dal porto di Napoli.
Emerge, infatti, che la metropoli partenopea è tra quelle che guadagnerebbero di più in termini di salute e risparmio sulle spese sanitarie dalla nascita di un' Area a Controllo delle Emissioni navali (Eca), insieme a Genova, Venezia e Palermo.
Limiti di emissioni stringenti su zolfo, ossidi di azoto e particolato derivanti dal passaggio a combustibili navali di migliore qualità e l' utilizzo di sistemi di abbattimento degli inquinanti, secondo la ricerca, eviterebbero 500 morti ogni anno nelle città portuali italiane (6000 in tutto il Mediterraneo) con un risparmio tra gli 1,2 e i 2,5 miliardi di euro in termini di costi sociali.
Non è certo la prima volta che la questione delle emissioni inquinanti dello scalo marittimo partenopeo fa discutere e suscita preoccupazioni. Ora c' è finalmente una novità positiva.
«A giugno - annuncia Pietro Spirito, il presidente dell' Autorità Portuale d e l M a r T i r r e n o C e n t r a l e - s a r à u l t i m a t a l ' elettrificazione della banchina di Calata Porta di Massa. I traghetti per Ischia e Capri all' ormeggio durante la notte potranno spegnere i motori perché i servizi saranno garantiti dalla corrente elettrica».
Un primo passo. Sarebbe importante, però, che l' elettrificazione fosse estesa progressivamente a tutto lo scalo portuale. «Vero - replica Spirito - ma c' è un tema ineludibile e riguarda i costi. L' alimentazione notturna con l' elettricità è sostenibile perché in quelle ore la corrente elettrica costa molto meno che di giorno.
Alle attuali tariffe non è pensabile che siano alimentate elettricamente anche le navi da crociera ed i grandi traghetti diretti in Sicilia ed in Sardegna, che viaggiano di notte e in giornata stanno all' ormeggio. È auspicabile, dunque, che l' autorità per l' energia introduca l' applicazione di tariffe ridotte per favorire l' alimentazione elettrica delle navi nel porto».
Così come, aggiunge Spirito, «sarebbe importante la celere realizzazione anche nel porto di Napoli del deposito per gas naturale liquefatto(Gnl). È meno inquinante degli attuali carburanti e nel futuro sarà il propellente di tutte le navi da crociera». Sullo sfondo resta la domanda cruciale: che aria si
respira oggi nel porto di Napoli? «Finora - conclude il presidente del porto - si è parlato del nulla perché
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non c' erano dati frutto di un costante monitoraggio. Ora l' Arpac ha installato varie centraline e tra un anno potremo trarre conclusioni attendibili».
Fabrizio Geremicca
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Corriere del
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Ravenna, crociere alla deriva
Il porto è a rischio insabbiamento: navi e turisti cambiano rotta
RAVENNA L' INSABBIAMENTO del terminal dove attraccano le navi da crociera, avvenuto all' inizio della scorsa estate, presenta un conto salatissimo: a causa delle disdette di importanti compagnie, nel 2018 sono arrivati soltanto 18mila passeggeri anziché i 50mila previsti e quest' anno attraccheranno soltanto 14 navi con 13 mila croceristi. I contratti sono saltati tutti dopo la brutta esperienza dello scorso anno. Il rischio che il terminal torni a insabbiarsi è più che reale, quindi meglio non rischiare.
P o c h e l e n a v i d i g r a n d i d i m e n s i o n i e , soprattutto, niente viaggi della compagnia Pullmantur che avrebbe dovuto utilizzare il terminal di Ravenna per imbarcare e sbarcare croceristi in quattro occasioni, con vantaggi per alberghi, ristoranti e attività varie. Niente p i ù T u i , n i e n t e p i ù A i d a A u r a s e m p r e affezionata a Porto Corsini, niente Arethusa e niente Artemis.
Per fortuna è rimasta la Msc, che porterà al terminal di Porto Corsini sia la 'Lirica' che la 'Opera'. La prima crociera di quest' anno
arriverà l' 8 febbraio. Si tratta della Viking Jupiter. Chiuderà la stagione, il 20 novembre, la Pacific Princess.
«Cercheremo di mettere in atto un minimo di attività di manutenzione, ma non possiamo fare di più»
commenta il presidente dell' Autorità di sistema portuale, Daniele Rossi. «Senza l' avvio dell' escavo dei fondali inserito nel progetto hub portuale non possiamo intervenire». Detto questo, Rossi annuncia di non far venir meno il sostegno verso le crociere. «Siamo impegnati - aggiunge - a non perdere altre quote di traffico, e andiamo avanti con tutti i progetti previsti.
Nel terminal sono state investite molte risorse e quindi dobbiamo fare di tutto per rilanciarlo». Il prossimo anno scadrà la concessione per la gestione del terminal, attualmente in capo al gruppo turco Global Port. «Come tutte le concessioni che scadono anche e quella del terminal crociere sarà oggetto di un bando di gara. Visto che la programmazione delle crociere ha cadenza biennale, anticiperemo il bando a quest' anno, per essere subito operativi».
Il bando di gara potrebbe contenere un chiaro riferimento alla costruzione della stazione marittima.
«La certezza è che intendiamo dotare il terminal crociere di un' adeguata stazione» spiega il presidente dell' Adsp. «Il progetto è in fase di studio ma non abbiamo ancora deciso come procedere. Potremmo costruire noi la stazione oppure inserirla nel bando di gara. Sono valutazioni che ci porteranno in tempi ragionevoli a prendere una decisione». E' invece in fase più avanzata il progetto per realizzare a Porto Corsini un parco nell' area oggi incolta proprio davanti al terminal: «Il progetto è alla conferenza dei
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Il Resto del Carlino
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servizi e vogliamo avviarlo quanto prima. Parliamo di un intervento notevole a conferma che crediamo nelle crociere».
Intanto le categorie economiche sono preoccupate. «La prima cosa da fare - dice Mauro Tagiuri, presidente comunale di Confesercenti - è lavorare sulle condizioni di ripristino degli attracchi, per poi investire in termini di promozione. Le due cose vanno di pari passo». «La situazione è molto grave»
aggiunge Mauro Mambelli presidente di Confcommercio Ravenna». Stiamo uscendo dal giro in cui, con tanta fatica, eravamo riusciti a inserirci. Dopo aver investito in un Hub Portuale e aver persino sognato un imbarco a Ravenna città, al primo problema ci siamo impantanati e ora pagheremo per almeno 4/5 anni».
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Lorenzo Tazzari
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Il Resto del Carlino
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Porto, i cinesi vanno di corsa Nuove assunzioni entro il 2019
RAVENNA Si intensifica l' investimento (per ora in termini di risorse umane) di China Merchants Group nel porto d i R a v e n n a . Rispettato l' obiettivo di breve termine di assunzione di 50 dipendenti (in pochi mesi raddoppiati rispetto al primo nucleo di 25), la controllata Cmit Europe- sotto la guida di Stefano Schiavo nella sede che fu della Ferruzzi - raddoppierà nuovamente il proprio personale.
Entro il 2019 Cmit raggiungerà in fattile 100 unità, nellagranparte ingegneri specializzati nel ramo dell' oil and gas e della nautica di lusso.
A scriverne è il Sole24ore, che individua in Ravenna «il porto principale per la Cina, g r a z i e a g l i i m m i n e n t i 2 3 5 m i l i o n i d i investimenti dati dal progetto Hub». Se per a d e s s o , p e r ò , i l g r u p p o d i H o n g K o n g controllato dallo stato cinese sta investendo in know how domani sembrerebbe improntato a stabilire nel capoluogo bizantino la propria stazione della nuova via della Seta. Aldilà dei 10 milioni di euro già messi su Ravenna ed i 1.800 metri quadri impegnati nell' edificio fra via Guerrini e via Gardini (storica sede del Gruppo Ferruzzi), appare chiaro l' interesse di Cmit nella ricerca di aree portuali, soprattutto dopo la missione istituzionale che ha visto Comune, Autorità di sistema portuale, Sapir,
Regione e Università visitare la sede del gruppo ad Hong Kong e attivare contatti con le istituzioni economiche cinesi.
Se, infatti, all' interno del progetto Hub portuale sarebbero 200 gli ettari di nuova realizzazione di aree nel bacino commerciale e industriale, è chiaro che Cmit (che fa parte di un gruppo che controlla 36 porti in 18 Paesied è uno dei più grandi player a livello mondiale) avrebbe tutte le caratteristiche per attivare investimenti anche in senso strutturale. E al momento Ravenna appare preferita rispetto alle altre realtà portuali italiane per attuare questo disegno.
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna-Imola)
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Le autorità convocate oggi da Rixi Ma l' obiettivo è la riforma Delrio
Il 'caso-Livorno' accelerà la volontà di mettere mano alle regole
E A QUESTO punto il preannunciato summit di oggi a Roma convocato dal viceministro Edoardo Rixi con tutti i presidenti delle Autorità portuali di sistema, si è allargato non solo alle delicate tematiche del 'caso Livorno', ma anche a una prima pianificazione di interventi per riformare la riforma della riforma portuale.
Sembra un gioco di parole: ma è evidente che il governo considera la riforma Delrio solo un passo, e non quello definitivo, per dare ai s i s t e m i p o r t u a l i u n a s s e t t o o r g a n i c o e finalmente definitivo.
Il "caso Livorno" a questo punto ha solo accelerato le cose, con l' evidente necessità di chiarire - Rixi ha parlato di circolare esplicativa sulle concessioni temporanee, ma si potrebbe anche andare su qualcosa di più organico - anche altri argomenti, come le tariffe dei porti, d o v e a n c o r a v i g e u n r e g i m e a l t a m e n t e discrezionale tra sistema e sistema, e la natura delle Autorità di sistema, a fronte dell' offensiva della Ue che le vorrebbe tassate come spa. Difficile credere che tutto possa essere deciso nell' incontro di oggi. Tra l' altro
su suggerimento della Confetra, la confederazione delle aziende dei trasporti e della logistica, anche il Cnel ha cominciato una serie di audizioni per studiare semplificazioni normative e procedurali sia per i porti sia per le varie modalità di trasporto (marittimo, ferroviario e su gomma).
E' logico che in questo divenire delle regole anche la Procura di Livorno, investita del "caso" delle metodologie delle concessioni, abbia scelto di approfondire il dossier difensivo presentato dall' AdSP di Stefano Coirsini e Massimo Provinciali.
IN CHIAVE locale c' è attesa per il comitato di gestione di domani pomeriggio. Oltre a un' informativa sulla scadenza della concessione provvisoria a Grimaldi per i ro/pax, sono all' ordine del giorno la relazione tecnica sugli organici del porto e una ventina di interventi - concentrati in particolare sui porti minori nelle isole - che consentiranno in alcuni casi di potenziare le strutture ricettive, con accordi intervenuti grazie a ripetuti incontri con i sindaci.
A.F.
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La Nazione (ed. Livorno)
- Il Telegrafo
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Il contrasto AdSp-Capitaneria sta facendo il suo corso
Il caso approderà nell'aula di Montecitorio venerdi prossimo
LIVORNO Il contrasto che a Livorno aveva opposto o sembrava avere opposto qualche settimana fa l'Autorità di Sistema portuale alla Capitaneria di porto, sopra tutto a motivo di taluni provvedimenti adottati da quest'ultima riguardo all'ormeggio di unità Grimaldi e al sequestro di una tensostruttura realizzata con il consenso dell'Authority, era sfociato in una dura interpellanza parlamentare presentata dal deputato di Forza Italia Giorgio Mulè e da altri trentaquattro colleghi. Un fatto abbastanza atipico, quello di un conflitto fra le due autorità che, da posizioni e con competenze diverse, governano i porti Italiani, tanto atipico da avere indotto nei giorni scorsi il vice ministro dei Trasporti con delega ai porti Edoardo Rixi a convocare a Roma le due campane per ascoltarne le rispettive ragioni. Intanto l'iniziativa parlamentare dell'onorevole Mulè sta facendo il suo corso e il caso approderà il prossimo venerdì 25 nell'aula di Montecitorio per la discussione relativa all'interpellanza.
Renato Roffi
Messaggero Marittimo
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Rixi, sopralluogo alla piattaforma di Vado:
«Accelerare i lavori»
Genova - Visita del viceministro Edoardo Rixi questa mattina a Vado Ligure (Savona) presso il cantiere della piattaforma contenitori Maersk, che dovrebbe diventare operativa nella seconda metà del 2019. Nel corso di un vertice con il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti ha tracciato il cronoprogramma rassicurando il sindaco, Monica Giuliano, e il presidente della provincia Pierangelo Olivieri. «Prevediamo di rendere operative le infrastrutture che collegheranno l'autostrada alla piattaforma entro il 2020 - ha spiegato - certo è indispensabile una forte accelerazione per superare le difficoltà burocratiche. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno: questi interventi sono fondamentali per assicurare l'operatività dell'area e per l'intera comunità». L'opera, ha spiegato Signorini, «farà uscire Vado Ligure dalla crisi industriale ed economica di questi anni».
di Giorgio Carozzi
The Meditelegraph
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Gli interlocutori
Pronti al dialogo e tutti Sì Ponte «Ma ora si cominci a lavorare»
Catania. Numerosi gli stakeholder - come si dice nei convegni - presenti al tavolo di un serrato confronto, soprattutto (ma non soltanto) sulle infrastrutture in Sicilia. «Sono una pre- condizione per lo sviluppo», dice il sindaco di Catania rivolgendosi ad Antonio Tajani, del quale ricorda «quando si è subito attivato a Bruxelles perché si sbloccassero i lavori della metropolitana interrotti per le perplessità di qualche burocrate che avrebbero impedito la r e a l i z z a z i o n e d e l c o l l e g a m e n t o c o n l ' aeroporto di Fontanarossa».
Il filo rosso che unisce tutti gli interventi è la disponibilità a lavorare. Tutti assieme, a partire dal sostegno - ribadito da tutti - al governatore Nello Musumeci. «L' idea che il Sud sia condannato all' arretratezza è inaccettabile», dice il pro rettore vicario dell' Università, Giancarlo Magnano di San Lio. «Noi ci siamo, mettiamoci al lavoro. Per scongiurare che le intelligenze formate qui vadano altrove».
A n c h e A l e s s a n d r o A l b a n e s e , p r i m a d i ascoltare gli strali anti-confindustriali del governatore, è piuttosto collaborativo: «Mi piace questo approccio, la politica si riappropri del suo ruolo sovrano. Non si fa politica con i tweet, ma riaprendo il dialogo con le forze di
rappresentanza». Ovvio l' endorsemente pro-Ponte: «Non è un' opera di Messina, ma dell' Europa».
Le notizie le porta Nico Torrisi, amministratore delegato della Sac. Il quale dà il suo placet al progetto di Musumeci: «Via libera, per quanto ci riguarda, alla società aeroportuale unica della Sicilia orientale.
Comiso non toglie passeggeri a Catania, siamo in sinergia». La seconda novità: l' avvio dei lavori per il raddoppio delle corsie d' accesso all' asse dei servizi per l' aeroporto. Dai cieli ai mari, con Andrea Annunziata (presidente Autorità portuale Sicilia Orientale), che rilancia con forza la necessità delle Zes e chiede «poteri commissariali per velocizzare la burocrazia».
Un «grido d' allarme dei costruttori siciliani» è lanciato da Santo Cutrone, presidente regionale Ance, che ricorda «le 268 opere bloccate, che valgono 4,7 miliardi» e plaude alla riforma degli appalti proposta dal governo regionale. Si torna a Bruxelles, con Matteo Maggiore (direttore della comunicazione Banca Europea Investimenti) che certifica «l' efficacia del Piano Junker».
Si definisce «uno che s' è formato a Catania e che poi è andato fuori», Salvatore Lombardo, direttore di Infratel, che fa il punto sugli ingenti investimenti in fibra ottica di ultima generazione nell' Isola: 192
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La Sicilia
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milioni fino al 2020 per 6.300 chilometri di rete, allo scopo di arrivare al 39,5% di internet a 1 giga nei comuni siciliani. Rosario Torrisi Rigano (Società degli Interporti Siciliani) ricorda infine l' importanza di una realtà «misconosciuta», che invece è «strategica», anche perché «l' unica società italiana di interporti che coincide con il territorio regionale e ha capitale totalmente pubblico».
m. b.
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Sotto il Vulcano gli industriali etnei chiedono la Zes.
La sponda di Turano
«Misure per l' attrattività del territorio e lo s v i l u p p o d e l l e i m p r e s e ; i m m e d i a t a riqualificazione dell' area industriale di Catania; avvio della Zona economica speciale del Sudest per il rilancio degli investimenti».
Queste per gli imprenditori catanesi le azioni che il Governo regionale deve «mettere in campo subito per non condannare il territorio al depauperamento industriale a vantaggio di aree più concorrenziali». Questo l' appello di C o n f i n d u s t r i a C a t a n i a e d e l p r e s i d e n t e Antonello Biriaco nel corso di un incontro con l' assessore regionale alle Attività produttive G i r o l a m o T u r a n o , c h e h a a s s i c u r a t o l a
« m a s s i m a c o l l a b o r a z i o n e d e l G o v e r n o regionale» dicendosi «convinto che sia giunto il momento di costruire un percorso condiviso per fare quelle scelte importanti e non più rinviabili per lo sviluppo della nostra regione».
«Alla Sicilia», ha detto Biriaco, «serve una terapia d' urto con interventi forti e urgenti, a cominciare proprio dalle zone industriali, cuore dello sviluppo produttivo dell' Isola.
Solo nell' area di Pantano d' Arci oltre 400 imprese, che danno lavoro a circa 15 mila persone, producono il maggior valore aggiunto per l' economia catanese e contribuiscono a generare una quota rilevante del gettito fiscale.
Un patrimonio questo messo in forte discussione dal degrado della nostra area industriale che rischia di far fuggire investitori e far sfumare migliaia di posti di lavoro». Biriaco ha detto che le imprese chiedono
«un immediato cambio di rotta sulla governance delle ex Asi per superare il garbuglio di competenze e contenziosi che intrappolano sviluppo e investimenti». «Non pensiamo alla Zes solo in funzione dello sviluppo portuale», ha aggiunto Biriaco, «perché, come è stato già fatto in Campania, le aree oggetto di agevolazione possono estendersi all' aeroporto, all' interporto, all' area industriale.
Non cogliere subito l' opportunità offerta da questo strumento significa rinunciare a riequilibrare lo svantaggio strutturale della Sicilia. Bisogna lavorare in sinergia e varare al più presto un piano strategico».
«Ritengo sia fondamentale una accelerazione e il presidente Musumeci si sta già attivando: laddove infatti sono state realizzate, come in Polonia, hanno prodotto eccezionali benefici per i territori, ha ricordato, invece, nel corso del convegno al quale ha partecipato Tajani (vedi articolo di apertura) il sindaco di Catania, Salvo Pogliese». (riproduzione riservata)
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ANTONIO GIORDANO
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L' INTERVISTA Il presidente dell' Autorità di sistema portuale Patroni Griffi dà la disponibilità dell' ente ad aiutare concretamente
«Corso in Blue economy: si va a tappe forzate Le lezioni al via nel 2021»
C' è un grande interesse da parte della politica A partire dal sindaco Rossi e dal consigliere Bozzetti Il territorio deve chiarire qual è la sua vocazione economica ed orientarsi di conseguenza
Università per laurea magistrale in economia del mare: non una chimera, ma un progetto concreto e fattibile, magari non ancora per il prossimo anno accademico ma per il 2021 Brindisi potrebbe avere già i primi corsi. Il presidente dell' Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi è molto ottimista in tal senso.
Presidente, che possibilità ci sono che a Brindisi, città di mare, l' Università di Bari attivi corsi di laurea in blue economy?
«Non solo ci sono ottime possibilità, ma direi che la cosa è realistica, concreta e anche imminente. Forse non dal prossimo anno, ma da quello successivo sì. Si parla di corsi di laurea magistrale. È un progetto concreto e fattibile, va certamente contestualizzato, ma stiamo parlando di una corso magistrale quindi di una laurea specialistica e bisogna programmare bene le basi. Il tema generale è chiaramente quello della blue economy, ma specificatamente incentrato sull' economia dei trasporti, e relativo diritto. Blue economy, intesa come metodologia e filosofia economica di eco sostenibilità nel settore del mare e della portualità».
Cosa può fare l' Autorità portuale i n t a l senso?
«Noi siamo ampiamente disponibili a sostenerlo. In tutte le forme consentite dalla legge, e anche sotto il profilo della disponibilità degli spazi. Infatti, a me piacerebbe che nel tempo la stazione marittima, oggi sede dell' autorità portuale di Brindisi diventasse un luogo polifunzionale, votato ad ospitare iniziative culturali, tra cui appunto i corsi di laurea specifici».
Cosa c' è da fare per trasformare i saloni della stazione marittima in aule universitarie?
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Quotidiano di Puglia (ed.
Brindisi)
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«C' è già un comitato che il rettore ha insediato e che sta approfondendo la questione.
In questo comitato ci sono alcuni docenti che seguono con attenzione il progetto universitario a Brindisi a iniziare dal direttore del dipartimento di Economia, Management e Diritto dell' Impresa Giovanni Lagioia. E poi il professor Selicato, che da brindisino tiene moltissimo allo sviluppo del polo universitario nella sua città. E poi abbiamo coinvolto docenti della materia come la professoressa Bergantino e altri suoi colleghi».
E la città come risponde?
«Devo dire che c' è un grande interesse politico in città. Il sindaco Riccardo Rossi ha sempre partecipato a questi incontri, qualche consigliere regionale è molto attento a questa opportunità, come Gianluca Bozzetti, che è stato addirittura promotore di questa iniziativa. Mi sembra ci siano tutti gli ingredienti affinché un programma formativo possa essere redatto e presentato in tempi brevi».
Quanto brevi?
«Non so se ci riusciremo già per il prossimo anno accademico ma al più presto metteremo a punto tutto quanto utile e indispensabile per farlo partire».
Quanti iscritti potrà contare?
«Le lauree magistrali non hanno numero chiuso, quindi dipenderà dal bacino di utenza. Non ci sono molti altri corsi simili in Italia, quindi potrebbe essere attrattivo anche per studenti provenienti da altre province e regioni del nostro Paese. È un corso che ha la possibilità, dato anche il contesto di evoluzione della città di Brindisi, di essere molto pratico e avere una ricaduta immediata, e anche utilizzare il territorio come una sorta di living lab, con le politiche di riqualificazione riconversione industriale».
Qualche tempo lei disse che formare i giovani nel settore della blue economy per poi farli andare a lavorare altrove sarebbe un peccato. Cosa si può fare per evitarlo?
«Sarebbe un saldo zero, una perdita di valore, se lasciassimo andare via i ragazzi che abbiamo formato, investendo tempo, denaro e qualità, perché non abbiamo contestualmente creato le condizioni necessarie a trasformare il settore in bacino di occupazione. La città deve chiarire qual è la sua vocazione economica ed orientarsi di conseguenza, sia in termini di formazione che di attività di sviluppo. Noi dobbiamo formare gente che possa dare un contributo al territorio, ma perché ciò avvenga dobbiamo anche ancorare il progetto formativo alle finalità economiche della città».
CARMEN VESCO
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Quotidiano di Puglia (ed.
Brindisi)
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Porto, palla al Tar E c' è chi teme la fuga dei turchi
Il futuro del porto passa dall' aula delle u d i e n z e d e l T a r d i L e c c e . È l ì c h e o g g i approderà il ricorso presentato dal Consorzio Set contro la sospensione della procedura di confronto e di riflesso contro la concessione del molo polisettoriale alla multinazionale turba Yilport.
Un passaggio importante, che potrebbe finire per allungare i tempi per la chiusura dell' assegnazione.
In città è nato un fronte spontaneo che chiede a gran voce di evitare l' allungamento dei tempi perché si teme che una tale eventualità possa indurre Yilport ad abbandonare il progetto-Taranto.
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Taranto)
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Porto, attesa la decisione del Tar
L' udienza è prevista oggi: il consorzio Southgate Europe Terminal ha chiesto la sospensiva
Dovrebbe essere la giornata giusta per conoscere il futuro del porto di Taranto. Il condizionale non è solo esercizio di prudenza ma si basa su quanto successo nelle ultime puntate: oggi è prevista l' udienza al Tar di Lecce che dovrà esprimersi sull' istanza di sospensiva presentata dal consorzio Set avverso la sospensione della procedura di confronto avviata con lo strumento del dialogo competitivo sulle istanze per la concessione della banchina del Molo Polisettoriale.
A meno, appunto, di rinvii o differimenti. È forse il rischio maggiore. Ossia quello di prolungare ulteriormente i tempi di un limbo che non giova a nessuno. L' auspicio è che si arrivi a una decisione che possa schiarire, in una maniera o nell' altra, il percorso da prendere.
Non è detto che sia così perché la storia insegna e proprio ieri è arrivata una nota presagio da parte del consorzio Set. Si legge testualmente: Il consorzio Set rende noto che il Tar dovrà rinviare l' udienza del 23 gennaio stante il ritardo con cui l' AdSP ha evaso l' istanza di accesso agli atti richiesta da Set in d a t a 2 3 n o v e m b r e 2 0 1 8 , a v e n d o r e s o disponibile la documentazione il 28 dicembre 2018. Dall' esame della documentazione in questione sono emersi ulteriori elementi di
gravità tali da essere oggetto di nuovi motivi di ricorso.
Al di là delle scelte legittime di ciascuno, è abbastanza singolare come nella nota il consorzio dia per assodata la decisione che comunque spetterà al giudice oggi. Da parte del consorzio potrà essere richiesta una proroga ma sarà comunque il Tar a decidere se accettare o meno il rinvio.
È bene allora fare alcuni passi indietro per ripercorrere tutta la storia. Tutto nasce dal ricorso promosso dal consorzio locale Southgate Europe Terminal: la richiesta di sospensiva e il relativo ricorso del consorzio Set riguardano la revoca del primo bando quando a concorrere c' erano quattro consorzi locali che avevano fatto richiesta per la banchina del Molo. Il Comitato di gestione dell' AdSP del Mar Ionio, il 4 luglio 2018, aveva deliberato su proposta del presidente dell' Autorità medesima la sospensione di quella procedura di confronto avviata con lo strumento del dialogo competitivo tra i quattro soggetti in lista. Tra di loro, figurava appunto il consorzio Southgate Europe Terminal. La scelta era dettata dal pubblico interesse in quanto si era palesato l' interesse della multinazionale turca Yilport.
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Una disposizione avvenuta in seguito a confronti con Avvocatura dello Stato e ministero dei Trasporti che sostanzialmente avevano avallato l' annullamento della vecchia procedura in quanto era stato riconosciuto l' interesse pubblico derivante dalla nuova offerta turca considerata più vantaggiosa.
Per quanto riguarda la seconda procedura in cui concorreva Yilport, non ci furono domande concorrenti ma solo osservazioni da parte della Italcave Spa e osservazioni/opposizione da parte di Set che poi ha deciso di ricorrere al Tar. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere il 24 ottobre ma fu rinviata in un primo momento al 21 novembre a causa di un difetto di notifica. Intanto parallelamente proseguiva l' istruttoria per l' insediamento di Yilport tant' è che il 20 novembre il Comitato di Gestione portuale deliberava la concessione del Molo Polisettoriale alla multinazionale turca Yilport: dopo aver incassato l' ok all' unanimità dalla commissione consultiva, il via libera del Comitato per la concessione della durata di 49 anni arrivava a poche ore dalla nuova udienza al Tribunale amministrativo. L' Authority rimarcava la rilevanza del proponente e della portata operativa e di mercato della richiesta concessoria tale da far emergere, sotto vari punti di vista, l' evidente concreta opportunità di perseguimento degli interessi pubblici tesi a garantire la più ampia e proficua utilizzazione del Molo Polisettoriale, il rilancio occupazionale, l' incremento dei traffici portuali e della logistica, nonché la valorizzazione delle infrastrutture realizzate e realizzande, nonché del ruolo del porto di Taranto e del sistema portuale italiano nello scenario del Mediterraneo e internazionale.
Il 21 novembre, un altro nulla di fatto al Tar. Era lo stesso ricorrente a chiedere un differimento in quanto la delibera di concessione dall' AdSP «ha introdotto nel giudizio pendente presso il Tar di Lecce un nuovo atto oggetto di prevedibile impugnazione da parte dei legali di Set, con conseguente richiesta di rinvio dell' udienza» accolta e concessa per il 23 gennaio 2019.
E oggi cosa succederà? L' interrogativo che aleggia è proprio questo. Un' altra proroga avrebbe l' effetto di procrastinare i tempi e paralizzare ancora una ripresa delle attività portuali rimandata ormai da anni.
Se invece il giudice dovesse esprimersi, si capirà se la sospensiva sarà accolta o meno. Ma attenzione:
il Tar si esprimerà sul ricorso di Set contro la revoca del primo bando in cui era in lizza con altri consorzi locali. In quello successivo, l' unica domanda è stata avanzata da Yilport.
Una sospensiva determinerebbe sì uno stallo ma il presidente dell' Authority Prete ha chiarito che non significherebbe l' assegnazione della concessione. Si riaprirebbe la procedura e l' Autorità portuale la richiuderebbe con una motivazione diversa. Insomma, la scelta è stata fatta.
ALESSIO PIGNATELLI
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LA CONCORRENZA
I cinesi investono 235 milioni ma scelgono Ravenna
La Cina punta sul porto di Ravenna con 235 milioni di investimenti. È questo quanto riporta un articolo de Il Sole24ore a proposito di un progetto della China Merchants Group che nello scalo ravennate vorrebbe realizzare un investimento per un hub di ingegneria navale e dell' oil&gas. Ovviamente non si tratta di programmare interventi di transhpment come quelli che sulla via della Seta invece sono i traffici in cui è egemone la vicina Trieste.
Tuttavia il programma dei lavori dovrebbe prevedere un aumento della profondità dei fondali nel porto di Ravenna, proprio come si è già fatto per il molo polisettoriale di Taranto. A Ravenna il fondale dovrebbe passare dagli attuali 11,5 metri ai 14,5 metri, al termine dei lavori. Trieste ha fondali profondi 16,5 per consentire di entrare e uscire dal porto alle navi di ultima generazione. Con lo stesso p e s c a g g i o l e p o r t a c o n t a i n e r p o t r a n n o attraccare anche nello scalo jonico. Tuttavia, già attualmente, sulle banchine di Ravenna vengono movimentate 27 milioni di tonnellate l' a n n o d i m e r c i . E l e p r o s p e t t i v e s o n o d i ulteriore crescita.
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LE REAZIONI
Tutti con la multinazionale per paura della grande fuga
Yilport ha confermato la proposta ma si teme un disimpegno
«Senza entrare nel merito della diatriba giudiziaria, è del tutto evidente che bisogna scongiurare in tutti i modi lo spostamento di investimenti e traffici del gruppo turco dal porto di Taranto su altri porti italiani. Cosa che a v r e b b e c o n s e g u e n z e n e g a t i v e p e r l ' economia dell' intera comunità tarantina».
Gianni Liviano, consigliere regionale del Gruppo Misto, è solo l' ultimo in ordine cronologico a intervenire sulla vicenda della c o n c e s s i o n e d e l l a b a n c h i n a d e l M o l o Polisettoriale alla multinazionale turca Yilport e s u l c o n t e n z i o s o a p e r t o d a l c o n s o r z i o Southgate Europe Terminal. Nell' intervento del consigliere regionale si ricorda che la compagnia turca ha presentato un progetto ambizioso dell' utilizzo dello scalo ionico che dovrebbe consentire a Taranto di entrare in m a n i e r a i m p o r t a n t e n e l m e r c a t o internazionale. A fronte di ciò, fa presente il consigliere regionale tarantino, la necessità di ottimizzare a pieno regime l' utilizzo del porto di Taranto, come motore imprescindibile dell' economia del territorio e come fonte di nuova occupazione, «oltre ad essere rallentata dai ritardi diffusi, che hanno più protagonisti, è sempre più offuscata dal continuo ricorso all' autorità giudiziaria». Liviano, inoltre, ricorda come non va dimenticato come il porto di
Taranto, a differenza di altri scali nazionali, ha la possibilità di gestire traffici sia via mare, sia su gomma.
Per cui, «senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie, i cui esiti ovviamente sono di competenza delle autorità competenti e, nel caso specifico, del Tar di Lecce, risulta del tutto evidente che le stesse hanno l' effetto, ormai da tempo e per motivazioni differenti, di rallentare il pieno sviluppo del porto e, quindi, dell' intera economia del territorio».
Parole che sostanzialmente ricalcano tanti e diversi interventi di istituzioni, politica, forze economiche e rappresentative del territorio. Negli ultimi giorni, infatti, è stato unanime l' appello a scongiurare ulteriori perdite di tempo e a contrastare il ricorso a carte bollate. Per esempio, il presidente della Provincia Giovanni Gugliotti ha sottolineato le differenze in «una contesa che non avrebbe ragion d' essere, a guardare i numeri delle due realtà: un capitale consortile di 4mila euro contro un capitale sociale di 443
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milioni di dollari. L' Autorità Portuale di Taranto, con il conforto dei numeri è orientata ad affidarle la concessione demaniale con una prospettiva cinquantennale che farebbe bene al porto e all' intero territorio. Siamo convinti che tale scelta sarebbe oculata, ponderata, soprattutto di fronte alle alternative che dal 2016 sono state prospettate all' Autorità. Nessuno tra i quattro soggetti che hanno presentato domanda di concessione, nemmeno l' ultimo in ordine di tempo, il consorzio Southgate Europe Terminal (Set), è in grado di offrire le medesime garanzie di Yilport».
Un endorsement per Yilport anche dall' assessore regionale allo Sviluppo economico, Mino Borraccino, per il quale «ci sono le condizioni per un concreto rilancio del porto di Taranto. Tra l' altro è notizia recente che la Yilport Holding si è aggiudicata il premio Llooyd' s List Global Awards 2018. Questo premio internazionale riconosce l' azienda, l' autorità portuale o il terminal che ha mantenuto i più alti standard di efficienza operativa e dei servizi verso i clienti».
All' inizio dell' istruttoria, si era schierato anche il sindaco di Taranto Melucci dichiarando di avere «molta fiducia nell' operato del presidente Prete, finora ha sempre dimostrato di saper tutelare al meglio l' interesse pubblico, anche nei momenti più foschi ha avuto la capacità di aprire nuovi interessanti scenari per il nostro porto, so per certo che anche questa volta farà la scelta giusta e il Comune di Taranto seguirà da vicino la questione e fornirà tutto il supporto possibile».
Da registrare anche la posizione dei consiglieri comunali Bitetti, Cotugno e Mele contro «le battaglie legali che si fanno a colpi di ricorsi e contro ricorsi rischiano di produrre il poco brillante risultato di ostacolare o rallentare lo sviluppo delle comunità locali».
Una voglia di ricominciare palesata anche e soprattutto dai sindacati di categoria. Le sigle dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil hanno sempre auspicato il riavvio di un motore nell' ottica di rioccupare i quasi 500 ex dipendenti Tct. Nell' ultimo intervento la Cgil ha paventato il rischio di «frenare lo sviluppo di un' infrastruttura logistica come il Porto, dopo anni di desertificazione, con ricorsi che potrebbero produrre la fuga della holding turca e lo spostamento di investimenti e traffici su altri porti italiani».
A.Pig.
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