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Aprile 2017 MASTER

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Aprile 2017

Il sistema informativo. Fabbisogni formativi.

L’organizzazione dei dati, le modalità di elaborazione.

Dati informativi di supporto alle decisioni in ambito ospedaliero e territoriale

Dott.ssa R. Baroni

Controllo di Gestione

Sistema Informativo Aziendale Azienda Ospedaliero Universitaria

Policlinico S.Orsola-Malpighi

MASTER

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IL SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

La finalità di un sistema informativo in sanità è la gestione di informazioni utili alla misura ed alla valutazione dei processi gestionali e clinici al fine di ottimizzare le risorse impiegate nel conseguimento degli obiettivi istituzionali e ottimizzare le modalità di comunicazione.

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IL SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

Lo sviluppo e l’organizzazione dei Sistemi Informativi Sanitari ha avuto un forte impulso a seguito dell’affermarsi dei processi di rinnovamento del sistema sanitario nazionale. Il servizio sanitario nazionale (SSN) è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, senza distinzioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’uguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio stesso.

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IL SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

Il servizio sanitario nazionale (SSN) nasce nel 1978, dalla legge n.833 con la quale lo Stato esprime l’esigenza di garantire in modo gratuito la salute a tutti i cittadini. Con questa legge, inoltre, si voleva assicurare il massimo coordinamento tra le attività di prevenzione e quelle di cura di tutti gli organi, centri, istituzioni e servizi che operano nel settore sociale e che fino a quel momento erano tra loro slegati.

A tal fine furono create le Unità Sanitarie Locali (U.S.L)

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IL SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

I successivi decreti 502 del 1992 e 517 del 1993 hanno definito un riordino del SSN basato sull’introduzione di tre nuovi ed importanti concetti:

Regionalizzazione

• Aziendalizzazione

• Finanziamento a prestazione

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REGIONALIZZAZIONE

Ha l’obiettivo di affidare alle singole Regioni il compito di strutturare un proprio Servizio Sanitario Regionale in termini di:

• Tutela della salute

• Criteri di finanziamento

• Attività di controllo della gestione e della qualità

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REGIONALIZZAZIONE

Scopo principale era quello di assicurare un Livello Assistenziale Uniforme valido su tutto il territorio nazionale.

Le Regioni gestiscono la spesa sanitaria e ne esercitano il controllo; devono pertanto disporre di tutte le informazioni relative agli atti sanitari (ricoveri, day hospital, esami, visite) erogati alla popolazione residente nel proprio territorio.

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AZIENDALIZZAZIONE

Si intende il processo di trasformazione delle U.S.L. in A.S.L. (Aziende Sanitarie Locali) e di trasformazione degli ospedali in Aziende Ospedaliere.

Questo processo tende inoltre ad evidenziare la distinzione tra quelli che sono i produttori di assistenza sanitaria (Aziende Ospedaliere ed Istituti privati) e quelli che invece sono gli acquirenti della stessa (A.S.L.)

(9)

FINANZIAMENTO

Nazionale Regionale

Locale

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FINANZIAMENTO

A livello nazionale viene determinato il fabbisogno annuale del Servizio Sanitario Nazionale, denominato Fondo

Sanitario Nazionale;

Il Fondo Nazionale viene ripartito tra le Regioni dando vita, in ogni Regione, ai Fondi sanitari Regionali;

I Fondi Regionali devono a loro volta essere assegnati, in base a determinati parametri alle Aziende sanitarie.

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FINANZIAMENTO NAZIONALE

Fondo Sanitario Nazionale alimentato dal Bilancio dello Stato ed in secondo luogo dagli utenti per effetto dell’applicazione della logica contributiva del ticket

Fondo Sanitario Nazionale ripartito dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) in base alla quota capitaria

1) Popolazione residente 2) Mobilità sanitaria

3) Consistenza e stato di conservazione delle strutture, impianti tecnologici e strumentali

La quota del Fondo Sanitario Nazionale dato alle regioni deve essere usata e esclusivamente per il finanziamento di attività sanitarie

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FINANZIAMENTO NAZIONALE

1. Fondo Sanitario Regionale è dato dalla quota del Fondo Sanitario Nazionale + i contributi assistenziali versati dai datori di lavoro e dai lavoratori dipendenti ed autonomi

2. Livelli assistenziali superiori ---> risorse proprie

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SISTEMI DI FINANZIAMENTO

Vengono stabiliti due principali criteri di finanziamento:

• La quota capitaria: ovvero un importo prestabilito assegnato dalle regioni alle ASL in rapporto al numero di residenti nel proprio territorio

• La retribuzione per prestazioni erogate: ricoveri, prestazioni ambulatoriali, farmaci ad erogazione diretta, etc.

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AUSL - QUOTA CAPITARIA

 La quota capitaria di finanziamento esplicita il valore pro capite medio nazionale necessario per assicurare la copertura del fabbisogno finanziario dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA).

 Il valore è calcolato, tenuto conto delle condizioni demografiche, epidemiologiche ed organizzative, osservate sull’intera realtà nazionale e con riferimento alla totalità della popolazione italiana.

 La quota capitaria è definita sulla base di parametri volti a sintetizzare, relativamente agli specifici livelli di assistenza, la quantità di risorse necessarie per assicurare l’organizzazione e l’erogazione degli interventi garantiti dai LEA.

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AUSL - QUOTA CAPITARIA

 La quota capitaria rappresenta, quindi, l’unità di misura mediante la quale, in rapporto ai livelli essenziali di assistenza da garantire, viene determinato il fabbisogno del SSN e costituito il Fondo Sanitario Nazionale.

 Essa rappresenta, inoltre, la principale modalità con la quale i fondi vengono destinati dallo Stato alle Regioni e dalle Regioni alle Aziende Unità Sanitarie Locali.

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IL MODELLO DELLA QUOTA CAPITARIA

Infatti, il modello adottato dalla quasi totalità delle Regioni italiane è quello in cui le AUSL sono, allo stesso tempo, acquirenti e produttori di servizi sanitari.

In effetti, ogni AUSL riceve un finanziamento per assicurare i livelli di assistenza essenziali tramite:

In questo caso le Ausl sono acquirenti di servizi sanitari che pagano attraverso il meccanismo

tariffario, cioè, l’acquisto delle prestazioni avviene dietro pagamento delle stesse in base a tariffari regionali.

Le proprie strutture ospedaliere

(uno o più presidi ospedalieri dell’Ausl)

Le proprie strutture distrettuali

Le altre aziende

sanitarie pubbliche e private del Servizio

Sanitario Regionale con le quali stipula accordi contrattuali e

convenzionali

(definendo, per le prestazioni di cui intende avvalersi, tipologie, volumi e tariffe).

Le proprie strutture distrettuali

Le proprie strutture

di prevenzione (dip. di

prevenzione)

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AOSP - FINANZIAMENTO

1) Attribuzione di una quota del Fondo Sanitario Regionale (80%)

2) L’azienda deve predisporre un piano annuale

Contrattato

Regione AUSL

Aziende Ospedaliere AUSL

Verifiche a consuntivo finanziamento anno successivo

Remunerazione a tariffa

Chiudere in pareggio

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AUSL - AOSP

Con tali fondi le ASL retribuiscono le Aziende Ospedaliere e gli istituti privati.

Deve pertanto attivarsi un sistema in base al quale ogni Azienda Ospedaliera deve registrare tutta la propria attività sanitaria per poterla “fatturare” alla AUSL.

(19)

CONTROLLI AUSL - AOSP

L’AUSL deve essere in grado di pagare le prestazioni che gli vengono fatturate esercitando anche gli opportuni controlli sulla base dei principali archivi di riferimento:

anagrafe assistiti

medici di base

strutture pubbliche e private

codifica diagnosi

etc.

(20)

ECCO IL PERCHE’ DEI

SISTEMI INFORMATIVI SANITARI

Questo processo ha introdotto la necessità di adottare anche nelle strutture sanitarie adeguati sistemi informativi, tipici nelle realtà industriali, che permettessero una gestione ottimale delle attività e delle informazioni

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ECCO IL PERCHE’ DEI

SISTEMI INFORMATIVI SANITARI

Ciò per:

1. Rispondere alle necessità di gestire adeguatamente i flussi informativi interni ed esterni all’Azienda;

2. Permettere una gestione manageriale sia al vertice aziendale (Direzione Generale, Sanitaria ed Amministrativa) sia ai vertici dei reparti (Direttori di Dipartimento, Direttori di Unità Operativa e Responsabili di Programma) che devono controllare il rispetto dei budget prefissati.

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SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

Ha al proprio interno la gestione amministrativa delle prestazioni sanitarie (anagrafe, accettazione, prenotazioni) finalizzata alla registrazione delle attività sanitarie da remunerare.

Raccoglie tutte le informazioni sanitarie (cartella clinica, referti, etc.) per un corretto trattamento terapeutico del paziente.

(23)

AL CENTRO IL PAZIENTE

Il sistema informativo sanitario si basa su un modello che vede al centro del sistema il PAZIENTE.

Pensiamo al processo di ricovero di un paziente

Dal momento dell'accettazione, in cui il paziente accede alla struttura sanitaria, fino al momento della dimissione, il sistema informativo deve tenere traccia di ogni accadimento, per motivi medico/legali/amministrativi.

In questo contesto il fattore centrale di tutto il sistema informativo è la cartella clinica, sia essa cartacea o elettronica

(24)

SISTEMA INFORMATIVO AMMINISTRATIVO

E’ costituito da diversi moduli quali:

Contabilità: ordini, fatture, bilanci

Gestione consumi e magazzini

Gestione del personale (presenze, stipendi)

Servizi di assistenza e manutenzione

Patrimonio immobiliare e mobiliare

Contabilità per centro di costo

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OTTIMIZZARE

In tale sistema le informazioni devono essere registrate in maniera univoca ed ottimizzata in modo che la singola registrazione venga utilizzata dall’insieme dei moduli.

Ad esempio il dato anagrafico del paziente controllato in un unico database serve sia per scopi amministrativi che per scopi sanitari.

(26)

PRINCIPALI FLUSSI INFORMATIVI

Anagrafe

pazienti Codifiche:

diagnosi, procedure, tariffe

Dati sanitari:

Anamnesi, Referti, Terapie, Interventi, Immagini, procedure,

tariffe

Dossier clinico Evento

(ricovero, dh, ambulatorio)

Flussi Amministrativi

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CODIFICHE COMUNI

Vi sono diverse informazioni che sono registrate trasversalmente e che risultano comuni nella registrazione dei dati, tra le principali:

Identificazione Paziente

Anagrafe centralizzata Anagrafe regionale Codice fiscale

Codifica prestazioni Modalità di erogazione Valorizzazione

Drg

Nomenclatore Tariffario

Chi esegue

Codifica reparti Centri di costo Codifica enti

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CENTRI DI RESPONSABILITA’

La struttura organizzativa formale di aggregazione dei dati è definita in termini di centri di responsabilità

concetto di controllabilità ovvero di responsabilizzazione

Che consente di identificare chi controlla determinate variabili gestionali

Per ogni decisione relativa all’impiego di risorse esiste almeno un attore con possibilità di controllo

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CODIFICHE COMUNI

(30)

CRITERI DI REMUNERAZIONE

Le prestazioni sanitarie sono remunerate sulla base di diversi criteri:

Tipologia di prestazione Pagamento

Prestazioni ambulatoriali Tariffa per prestazione Ricoveri ordinari e in DH Tariffa DRG

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ATTIVITA’ AMBULATORIALE

Ogni prestazione (esame, visita) è retribuita sulla base di un valore indicato nel nomenclatore tariffario.

Il sistema informativo ambulatoriale, per la retribuzione, si compone anche della codifica delle prestazioni, delle regole per il pagamento, della quota a carico del paziente, etc.

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RICOVERI ORDINARI E IN DAY HOSPITAL

Sono pagati con il sistema del DRG, Diagnosis Related Groups, ovvero ogni ricovero è classificato sulla base di alcuni parametri e valorizzato con una tariffa media.

Il ricovero è “certificato” dalla compilazione della scheda di dimissione ospedaliera (SDO).

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LA REGIONE EMILIA ROMAGNA

COSA RICHIEDE ALLE AZIENDE?

(34)

SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)

Dal 1 Gennaio 2017, la scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO), regolamentata dal DM n.380/2000 è stata modificata sostanzialmente nei contenuti dal Decreto del Ministero della Salute per adeguare il contenuto informativo della SDO alle esigenze di monitoraggio, valutazione e pianificazione della programmazione sanitaria.

Il confronto delle performance sanitarie delle diverse Regioni e la valutazione degli esiti, con l'aiuto di indicatori condivisi a livello nazionale ed europeo, è possibile solo attraverso una profonda revisione della SDO.

(35)

SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)

La SDO, parte integrante della cartella clinica, di cui costituisce una rappresentazione sintetica e fedele, finalizzata a consentire la raccolta sistematica e di qualità controllabile delle principali informazioni contenute nella cartella stessa, costituisce una sintesi del percorso dei pazienti ricoverati sia da un punto di vista clinico sia rispetto all'organizzazione dell'assistenza.

Alla luce anche di queste motivazioni il Decreto sulla SDO introduce novità importanti sia in termini di nuove informazioni cliniche, sia rispetto ad elementi di valutazione del processo di cura.

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SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)

I nuovi contenuti della SDO che riguardano in sintesi i seguenti obblighi:

compilazione di una SDO per i Ricoveri Acuti e di una SDO per i Ricoveri Post-acuti

compilazione del codice fiscale del chirurgo e dell'anestesista

compilazione del campo check list di sala operatoria

compilazione dei campi per le procedure erogate in service

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SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)

• segnalazione della presenza o meno delle diagnosi al momento dell'ammissione al fine di distinguere le comorbidità dalle complicanze insorte durante il ricovero

• stadiazione dei tumori;

• rilevazione di alcuni parametri clinici (es: PA sistolica per l'infarto;creatinina serica per gli interventi di by-pass aortocoronarico, valvole cardiache, frattura del femore).

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SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)

Le informazioni di carattere clinico contenute nella SDO devono essere codificate, utilizzando la Classificazione internazionale delle malattie, dei traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche, versione italiana 2007 della Internation of Diseases - 9 th revision - Clinical Modification (ICD9CM) a partire dai dimessi del 1 gennaio 2009. Ai fini della remunerazione è adottata la versione 24 del sistema di classificazione delle prestazioni ospedaliere Diagnosis Related Groups (DRG)

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AREA CONTROLLI SANITARI

Con la D.G.R. n. 354 del 26 marzo 2012 la Regione Emilia-Romagna ha emanato le linee di indirizzo dei controlli interni ed esterni sui produttori pubblici e privati di prestazioni sanitarie, stabilendone l’architettura di sistema, ruoli e livelli di responsabilità, ambiti, contenuti, modalità operative e tempistica.

In seguito, il Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali con Determinazioni annuali adotta il Piano Annuale dei Controlli, predisposto dal Nucleo Regionale di Controllo, con il quale si definiscono volume e tipo di controlli che devono obbligatoriamente essere espletati da tutti i produttori di prestazioni sanitarie pubblici e privati.

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ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE

Con la Delibera Giunta Regionale n. 1296/1998 "Linee guida per la rimodulazione dell'attività specialistica ambulatoriale e per l'istituzione del sistema informativo" è stato istituito il Sistema informativo Assistenza Specialistica Ambulatoriale, quale strumento fondamentale per la rilevazione sistematica delle informazioni anagrafico- amministrative e sanitarie inerenti le prestazioni erogate.

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ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE

Successivamente la Regione Emilia-Romagna ha fissato lo schema di riferimento per tutte le Aziende sanitarie della Regione ed ha attivato un flusso di dati aggregati dell'attività erogata in ambito ambulatoriale.

Oggetto della rilevazione, con periodicità mensile, è l'assistenza specialistica ambulatoriale (ASA) resa ai singoli pazienti esterni, in ambito ospedaliero e territoriale, dagli erogatori pubblici e privati accreditati.

L'identificazione delle prestazioni si effettua secondo il Nomenclatore Tariffario Regionale con Delibere di Giunta Regionale.

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EMERGENZA URGENZA – PRONTO SOCCORSO

Oggetto della rilevazione, con periodicità mensile, è l'attività di Pronto Soccorso resa ai singoli pazienti siano essi ricoverati, trasferiti in altre strutture, dimessi al curante.

La casistica di prestazioni rese a pazienti dimessi al curante vengono tariffate secondo il Nomenclatore Tariffario Regionale con Delibere di Giunta Regionale, mentre le prestazioni effettuate per paziente ricoverati sono comprese all’interno del ricovero e quindi tariffate con la tariffa del DRG.

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FARMACEUTICA

FLUSSO AFT

A partire dal 1° gennaio 2002, la Regione Emilia-Romagna ha riorganizzato il sistema informativo Assistenza Farmaceutica Territoriale (AFT) sia rispetto ai contenuti informativi che alle caratteristiche del flusso.

La rilevazione vuole rispondere all'esigenza di disporre di dati analitici e completi riguardo alle prescrizioni farmaceutiche territoriali, per l'individuazione di interventi e per il monitoraggio sulle caratteristiche dei consumi farmaceutici.

Il flusso è attivato dal 1° gennaio 2002 con periodicità mensile.

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FARMACEUTICA

FLUSSO AFO

Con il 2002 nella Regione Emilia-Romagna viene attivata la sistematica rilevazione dei consumi farmaceutici ospedalieri (denominata AFO, Assistenza Farmaceutica Ospedaliera), dopo una sperimentazione sui dati del 2001. La rilevazione è finalizzata alla conoscenza analitica, qualitativa e quantitativa dei farmaci distribuiti da parte della farmacia ospedaliera/aziendale ed utilizzati nelle attività ospedaliere e nelle strutture

distrettuali.

Il flusso è attivato a partire dai farmaci distribuiti dal 1° gennaio 2002 e la rilevazione è mensile.

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FARMACEUTICA

FLUSSO FED

Dal 1° luglio 2006 è istituito il flusso informativo dei farmaci a erogazione diretta (FED) che nasce a completamento dell’articolato sistema informativo che la Regione Emilia- Romagna ha sviluppato a supporto delle azioni intraprese per il governo dell’assistenza farmaceutica e che, dal 2002, comprende l’assistenza farmaceutica territoriale (flusso AFT) e l’assistenza farmaceutica ospedaliera (AFO).

Il flusso ha come oggetto principale la rilevazione di farmaci erogati a pazienti ovvero riguarda

Farmaci alla Dimissione

Farmaci somministrati in occasione di prestazione ambulatoriale (quando il costo della prestazione non prevede la rimborsabilità del farmaco)

Farmaci Oncologici Innovativi in regime di Day service, Ricovero, Day Hospital Farmaci ad erogazione diretta (Piani terapeutici, Emofilici, etc.)

La rilevazione viene usata anche ai fini della compensazione della mobilità sanitaria.

L’invio dei dati ha periodicità mensile

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SCREENING COLON RETTO

Da luglio 2004, la Regione Emilia-Romagna ha promosso la realizzazione del programma di screening dei tumori del colon-retto su tutto il territorio regionale, indicandone le modalità protocollari di svolgimento.

Il 23 marzo 2005 è stato avviato il programma in tutte le Aziende Usl.

Con la Circolare n. 21 del 21 Dicembre 2005 "Specifiche tecniche relative alla trasmissione e ritorno informativo del flusso informativo regionale relativo al programma di screening per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori del colon-retto" è stato istituito il Flusso informativo Screening Colon-Retto , quale strumento fondamentale per la rilevazione sistematica delle informazioni anagrafiche e sanitarie inerenti al programma.

Oggetto della rilevazione del flusso è lo screening di tumori del colon retto reso ai singoli pazienti inseriti nella popolazione bersaglio, residenti e domiciliati di età compresa tra i 50 e i 69 anni.

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CERTIFICATO DI ASSISTENZA AL PARTO

Il Certificato di Assistenza al Parto (CedAP) fornisce informazioni di carattere sanitario, epidemiologico e socio-demografico attraverso la rilevazione degli eventi di nascita, di nati-mortalità e di nati affetti da malformazioni, dati rilevanti ai fini della sanità pubblica, necessari per la programmazione sanitaria nazionale e regionale.

A livello nazionale, i criteri generali sono dettati dal Ministero della Salute con Decreto 16 luglio 2001 n.° 349 e le modalità di attuazione sono indicate dalla Circolare ministeriale n.° 15 del 19/12/2001 del Ministero della Salute.

La Regione Emilia-Romagna ha definito le specifiche tecniche del flusso informativo con la Circolare n° 1 del 27/02/2004, integrando il tracciato previsto dal decreto ministeriale con alcune informazioni ritenute indispensabili ai fini della programmazione regionale e prevedendo una periodicità semestrale di trasmissione dei dati dalle Aziende Sanitarie.

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MOBILITA’ SANITARIA

Il decreto legislativo 502/92 e successive modificazioni attribuisce al cittadino la piena libertà di scelta delle strutture, pubbliche o private, presso le quali soddisfare i propri bisogni assistenziali, per cui egli può rivolgersi a quelle che più incontrano il suo favore.

Ciò comporta la necessità di conciliare il meccanismo di remunerazione a tariffa delle prestazioni eseguite dalle strutture sanitarie (di ricovero ordinario, day hospital e specialistica ambulatoriale, consumo di farmaci) con il meccanismo di finanziamento delle AUSL, in base alla quota capitaria che segue il principio della popolazione residente.

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MOBILITA’ SANITARIA

Infatti, si possono creare, sia a livello regionale che a livello di singola AUSL, evenienze di cittadini residenti in un ambito territoriale che usufruiscono di prestazioni in una diversa zona geografica.

Tali situazioni possono comportare proventi o oneri a carico dell’Azienda Sanitaria Locale e della Regione, a seconda se si tratta di mobilità attiva o passiva.

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MOBILITA’ SANITARIA

Un paziente assistito dalla ASL 1 si rivolge alla ASL 2 per ricevere una prestazione sanitaria; il valore economico della prestazione erogata dalla ASL 2 deve essere rimborsato dalla ASL 1, perché è questa che ha in carico l'assistenza della persona.

Nel caso in cui le due ASL appartengano alla stessa regione questo flusso di capitali prenderà corpo a livello regionale; viceversa, se l'utente ha cambiato regione dove ricevere i servizi sanitari, il flusso si attuerà a livello nazionale destinando i fondi ad un'altra regione piuttosto che a quella della sua residenza, tramite un sistema di compensazioni sanitarie interregionali.

(51)

MOBILITA’ ATTIVA E PASSIVA

Pertanto le aziende USL hanno

Mobilità attiva: quando alla AUSL arrivano fondi per le prestazioni effettuate verso utenti di AUSL estranee.

Mobilità passiva: quando i fondi destinati ad una AUSL vengono dirottati verso l'AUSL che ha effettuato le prestazioni in vece sua.

Mentre le Aziende Ospedaliere

Non avendo propri assistiti hanno solo mobilità attiva

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MOBILITA’ INTERREGIONALE

Il sistema informativo della mobilità interregionale è finalizzato alla compensazione finanziaria delle prestazioni sanitarie usufruite dai cittadini in una regione diversa da quella di residenza, in ambito nazionale.

Le regole che presiedono ai flussi dei dati sono frutto di specifico accordo tra Regioni.

Ogni regione garantisce la comunicazione con le proprie aziende, raccogliendo i dati relativi alle prestazioni erogate per i residenti in altre regioni (mobilità attiva) e trasmettendo quelli relativi ai consumi dei propri residenti in altre regioni (mobilità passiva).

A seguito di un processo di controllo, contestazione, accordo conclusivo, si giunge al riconoscimento definitivo dei debiti/crediti, che trova riscontro al tavolo nazionale di riparto

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RIASSUMENDO

Mobilità passiva extra-regionale

Quando un cittadino utente, residente nella regione in oggetto, riceve una prestazione presso una struttura sanitaria avente sede in una regione differente;

Mobilità attiva extra-regionale

Quando un cittadino utente, residente in una regione diversa, riceve una prestazione presso una struttura della regione in oggetto;

Mobilità passiva intra-regionale

Quando un cittadino utente, con residenza nel territorio dell’ASL in oggetto, riceve una prestazione presso una struttura sanitaria di una ASL differente della stessa regione;

Mobilità attiva intra-regionale

Quando un cittadino utente, residente in un’ASL diversa da quella in oggetto ma all’interno della stessa regione, riceve una prestazione presso una struttura dell’ASL in oggetto.

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LA REMUNERAZIONE DEI PRODUTTORI Regione

AUSL

Con presidi a gestione diretta

Altre AUSL

Con presidi a gestione diretta

DRG

Mobilità attiva e passiva

Case di cura private AOSP

Medici di Medicina Generale (MMG)

Finanziamento diretto per funzioni specifiche

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SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO

Meccanismo operativo con il quale l’azienda formula e articola gli obiettivi aziendali e crea le condizioni informative per garantirne il perseguimento.

• Orientare i comportamenti degli operatori verso il perseguimento degli obiettivi (efficacia gestionale)

• Ottimizzare l’impiego delle risorse (efficienza gestionale)

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PIRAMIDE DI ANTHONY

Anthony propone una classificazione del sistema direzionale. Il sistema è concepito come una serie di cicli di pianificazione e di controllo, in cui si definiscono gli obiettivi da raggiungere, si verificano i risultati e si decidono le eventuali azioni correttive.

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IL CICLO DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO

Budget

Svolgimento e misurazione

dell’attività

Reporting e valutazione Programmazione

strategica

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PROGRAMMAZIONE STRATEGICA

Processo decisionale attraverso il quale si definiscono

le finalità e gli obiettivi dell’organizzazione;

il loro impatto sui mezzi da utilizzare e sulle politiche che debbono informare l’acquisizione;

l’uso e allocazione delle risorse.

Processo NON SISTEMATICO

(non si svolge secondo modelli predefiniti e ricorrenti)

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PROGRAMMAZIONE STRATEGICA

Pianificazione strategica di mandato

Piano Direttore decennale

Piano attuativo locale triennale

Piano di rientro (equilibrio di bilancio)

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CONTROLLO DIREZIONALE

guidare la gestione al conseguimento degli obiettivi aziendali

verificare gli scostamenti ed individuare azioni correttive

valutare l’impatto economico delle scelte gestionali ed operative

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FASI DEL CONTROLLO DIREZIONALE

1.Programmazione e Budget

Sulla base delle linee strategiche aziendali vengono definiti i tipi di servizi che l’organizzazione intende realizzare e le risorse necessarie.

Il budget definisce esplicitamente gli output che ciascun Centro di Responsabilità si impegna a realizzare con le risorse assegnate (processo negoziale, impegno reciproco)

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FASI DEL CONTROLLO DIREZIONALE

2. Svolgimento e misurazione delle attività

Durante il periodo considerato vengono rilevati i dati relativi alle risorse effettivamente impiegate e ai risultati ottenuti;

3. Reporting e valutazione

Sistema di informazioni che consente ai responsabili di Centri di Responsabilità ed ai responsabili della gestione complessiva di confrontare input e output attesi con quelli effettivi (analisi scostamenti)

(63)

FASI DEL CONTROLLO DIREZIONALE

(64)

BUDGET

Il processo di budget rappresenta l’espressione formalizzata di un complesso processo organizzativo-contabile avente come scopo, in fase preventiva, quello di allocare in modo ottimale le risorse disponibili in relazione al piano strategico, e di costituire, in fase consuntiva, un indispensabile parametro di riferimento per verificare l’andamento della gestione e il grado di perseguimento degli obiettivi prefissati.

(65)

BUDGET

Linee di indirizzo per la programmazione Regione Emilia-Romagna

Accordo di collaborazione con le Aziende Usl della provincia

Linee guida e Budget aziendale

(66)

STRUMENTI DI BUDGET

1. Coerente traduzione delle linee guida in obiettivi dei servizi trasversali, di Dipartimento e di Unità Operativa

2. Obiettivi ed indicatori numerici, significativi e chiari destinati ad essere comprensibili sia per gli interlocutori interni sia per gli interlocutori esterni

3. Le rendicontazioni risultano più complesse e carenti se

obiettivi ed indicatori sono esplicitati in modo non completo

Linee guida di budget Schede budget UO e Dip Schede progetto

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CONTROLLO OPERATIVO

Processo di controllo utilizzato nello svolgimento delle attività e degli specifici compiti aziendali.

Ha contenuto specifico in funzione della natura dell’attività svolta (es. controllo scorte beni sanitari; controllo presenze personale; controllo procedura terapeutica).

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SISTEMA INFORMATIVO

Un sistema informativo è un sistema che organizza e gestisce in modo efficace ed efficiente le informazioni necessarie per perseguire uno o più scopi conoscitivi.

Una delle maggiori difficoltà che si possono incontrare nell’organizzare il sistema informativo è, non tanto procurarsi le informazioni, quanto la loro gestione e interpretazione.

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SISTEMA INFORMATIVO

Occorre, infatti, tenere conto che i sistemi di produzione e controllo delle informazioni sono sempre più veloci e in grado di produrre masse di dati sempre più grandi.

Occorre evitare il cosiddetto infoglut, cioè l'ingolfamento a causa dell'abbondanza di informazioni: è necessario puntare essenzialmente sulla loro qualità ed organizzazione, affinché esse siano veramente in grado di produrre valore aggiunto.

(70)

SISTEMA INFORMATIVO

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IL SISTEMA INFORMATIVO

SDO DRG

CUP RIS LIS

Cartella

Clinica Anatomia

Patologica Contabilità Personale Sistema

Informativo Sanitario

Sistema Informativo Amministrativo Sistema

Direzionale

SDO DRG

CUP RIS LIS

Cartella

Clinica Anatomia

Patologica Contabilità Personale Sistema

Informativo Sanitario

Sistema Informativo Amministrativo Sistema

Direzionale

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IL SISTEMA INFORMATIVO

Il modello a piramide è classicamente usato per rappresentare i sistemi informativi per descrivere come dalla registrazione di dati di dettaglio, molto specifici, si arrivi, per sintesi successive, a degli indicatori molto sintetici che danno il quadro dell’azienda che si sta gestendo.

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SISTEMA DIREZIONALE

Fornisce alla Direzione lo strumento operativo per monitorare gli eventi significativi aziendali.

Vengono utilizzate rappresentazioni grafiche per monitorare l’andamento dei principali valori che esprimono l’attività (ricavi) e i costi aziendali attraverso opportuni indicatori.

In un sistema efficiente le informazioni sono raccolte automaticamente dai sistemi informativi amministrativo e sanitario.

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SISTEMA DI REPORTING

Un efficace sistema di reporting DEVE:

riportare gli indicatori e i parametri che monitorizzano gli aspetti più rilevanti della gestione (Variabili CRITICHE);

essere progettato con gli utilizzatori cioè con i responsabili della gestione e i dirigenti che, sulla base delle informazioni ricevute, devono assumere decisioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di budget;

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SISTEMA DI REPORTING

Un efficace sistema di reporting DEVE:

• essere sintetico e selettivo nel contenuto (evitare confusione e perdita di attenzione su variabili critiche);

• prevedere frequenze di divulgazione delle informazioni correlate alla criticità dei dati e degli indicatori;

chiaramente leggibile dagli utilizzatori;

tempestivo.

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SISTEMA DIREZIONALE

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Scopo principale di un sistema informativo sanitario orientato al paziente è sostenere le decisioni cliniche che permettono di migliorare la qualità dell’assistenza.

Lo strumento fondamentale di questo sistema informativo sanitario è la cartella clinica:

In essa devono essere presenti i dati che permettono di condurre attività di revisione, dell’appropriatezza nell’assistenza e negli interventi erogati ai pazienti e di monitorare la frequenza di eventi critici come le infezioni nosocomiali o i cosiddetti eventi sentinella che rappresentano cadute verticali nella qualità dell’assistenza.

SCOPI E STRUMENTI DI UN

SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

(78)

Un altro scopo è quello di assicurare attività di revisione della casistica che permettono di mettere in relazione la quantità delle risorse utilizzate con la severità dei casi clinici.

Gli strumenti che tendono, per esempio, a sondare il grado di soddisfazione degli utenti rispetto alle prestazioni ricevute e risultati conseguiti.

SCOPI E STRUMENTI DI UN

SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

(79)

Un sistema di indicatori per un’azienda sanitaria deve rispondere a tre criteri:

Essenzialità: le informazioni non devono essere ridondanti, bisogna evitare qualsiasi sperpero

Significatività: impatto sulla salute degli interventi sanitari, performance qualitativa (appropriatezza delle decisioni, accessibilità ai servizi, rapporto tra accettabilità degli interventi e grado di soddisfazione degli utenti/operatori), performance economica

Tempestività: connesso agli aspetti tecnologici e al tenore di informatizzazione

SCOPI E STRUMENTI DI UN

SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

(80)

E’ indubbio che per avere un buon sistema informativo deve esserci un elevato grado di informatizzazione.

Ciò contrasta con quanto è disponibile sul mercato, in quanto bisognerebbe ottenere un sistema con un elevato grado di integrazione e quindi un elevato grado di standardizzazione, deve essere inseribile in ogni anfratto del sistema, ogni strumento deve essere diffuso, utilizzato e quindi facilmente utilizzabile.

SCOPI E STRUMENTI DI UN

SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO

(81)

Tra i compiti dei responsabili dei sistemi informativi vi è quello di assicurarsi che le risorse dei dati della loro azienda vengano trasformate in intelligenza, ovvero devono formarsi un’idea chiara del panorama informatico della loro azienda.

IL SOVRACCARICO DEI DATI

(82)

Alcune domande chiave da porsi sono:

IL SOVRACCARICO DEI DATI ALCUNE DOMANDE

2) Cosa possiamo fare perché questi dati siano puliti e coerenti?

1) Quali dati abbiamo e in quali database e applicazioni si trovano?

4) Che genere di analisi possiamo condurre?

3) Cosa dovremmo fare per renderli facilmente accessibili a manager e subordinati?

5) In che modo queste analisi aggiungono valore?

6) Come possiamo estendere ulteriormente il valore della nostra analisi dei dati?

(83)

Individuate le richieste giuste dell’utente:

Intervistando la comunità degli utenti

Formandovi un’idea chiara delle informazioni di cui hanno bisogno e in quale formato.

Quindi assicuratevi che siano soddisfatti del sistema in particolare dello strumento di interfaccia.

Addestrare gli utenti è ovviamente indispensabile ma l’uso dello strumento deve essere tanto semplice da richiedere una preparazione minima.

SVILUPPARE IL SISTEMA INFORMATIVO

AVENDO IN MENTE L’UTENTE

(84)

Nonostante tutto il tempo, il denaro e la fatica investiti nella costruzione del datawarehouse, la cartina di tornasole del valore aggiunto prodotto è lo strumento di front-end che centinaia di utenti utilizzeranno ogni giorno.

In pratica se questo strumento è talmente articolato e complesso da far perdere agli utenti giorni interi solo per capirne la terminologia usata per chiamare le informazioni non ne saranno certo soddisfatti, si lamenteranno, non lo useranno.

Per trarre il massimo valore da un sistema di business intelligence deriva spesso da questo genere di dettagli.

SCEGLIERE LA SOLUZIONE GIUSTA PER L’UTENTE

(85)

Nel selezionare e personalizzare lo strumento per il front-end dell’utente(in generale con una formazione non tecnica), occorre fare ogni sforzo perché:

LO STRUMENTO PER IL FRONT-END DELL’UTENTE

1. Abbia un’invitante interfaccia grafica 2. Sia facile da usare

3. Offra flessibilità per confezionare report e porre domande/query

4. Isoli l’utente dalla complessità del sistema gestionale che sta interrogando

(86)

Piattaforme di e-business intelligence basate sul Web permettono agli utenti di consultare, analizzare e condividere informazioni tramite un browser.

INTERNET COME BASE

Queste piattaforme:

1. Permettono ai dipendenti di accedere al sistema da qualsiasi postazione (anche da casa)

2. Usano un’interfaccia browser familiare alla maggioranza degli utenti

3. Risparmiano al reparto IT i costi di installazione, manutenzione

4. Allargano la disponibilità d’uso

(87)

Un obiettivo generale dell’e-business intelligence è quello di mettere a disposizione degli utenti business le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni.

INFORMAZIONI DISPONIBILI

La maggioranza delle aziende si sta accorgendo che è auspicabile e competitivamente necessario appiattire le gerarchie decisionali per accelerare tempi e processi.

Questa compressione dei tempi nel ciclo delle decisioni richiede l’allargamento del potere decisionale ad un maggiore numero di dipendenti.

(88)

IL PUNTO DI VISTA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA-UNIVERSITARIA

DI BOLOGNA

POLICLINICO S.ORSOLA - MALPIGHI

(89)

Infrastruttura tecnologica di base: RETE

Vantaggi dal suo utilizzo

Grazie alla rete non esistono oggi più vincoli tecnici di spazio e di tempo nella realizzazione dei SIO

Lo sviluppo avanzato delle LAN permette di fornire prestazioni elevate adatte, fra l’altro, alla trasmissione di immagini digitali e allo scambio di grossi volumi di dati

COMPONENTI DI UN SIO

(90)

• Continuità di servizio, problema tanto più critico quanto più si appoggiano servizi sulla rete

• Sicurezza della trasmissione del dato soprattutto sulle reti geografiche in Internet o comunque non dedicate

• Costi ancora elevati per le reti geografiche ad alta capacità trasmissiva.

SOLUZIONI

• Ridondanza, organizzazione dei servizi di manutenzione, trasmissione criptate

.

PROBLEMATICHE CONNESSE ALLA RETE

(91)

Hardware centrale e periferico: Server, PC, Stampanti CARATTERISTICHE

• Tecnologia avanzata, grandi capacità di memoria e di calcolo, dimensioni ridotte

PROBLEMI

• Continuità di servizio dei server, problema tanto più critico quanto più il server ospita procedure/applicativi che devono erogare servizi 24/24 o a utenti critici (Laboratori, Pronto Soccorso)

• Salvaguardia dei dati sensibili e del patrimonio informatico dell’Azienda

ATTREZZATURE

(92)

Ridondanza dei server (costi maggiori)

Sicurezza della Sala macchine

Contratti di assistenza adeguati

Predisposizione di procedure di emergenza anche manuali

Organizzazione di accurati back-up

Personale informatico specializzato

SOLUZIONI

(93)

CARATTERISTICHE

Usabilità, semplicità, completezza

PROBLEMI

Fornitori rivenditori del software, tecnologie utilizzate, caratteristiche del software, etc.

SOLUZIONI

Proviamo a cercarle qui…

SOTTOSISTEMI INFORMATIVI

SOFTWARE/APPLICATIVI/PROCEDURE

(94)

LA SPESA ICT PER LA SANITÀ

(95)

EUROPA E ITALIA A CONFRONTO

(96)

Una valutazione grossolana dei costi di realizzazione permette di individuare in euro 7.500 - 10.000 il costo complessivo comprensivo di Hardware, Rete, Software, servizi (progetto, formazione, avviamento) sommato nel corso degli anni di attuazione del progetto per ogni stazione di lavoro attivata con funzioni Software complesse e multiple (il costo dei servizi incide per i 2/3 soprattutto per gli ERP).

COSTI E TEMPI: ALCUNE OSSERVAZIONI

(97)

Allo stato attuale non esiste metodologia in grado di valutare l’efficacia anche clinica e non solo economica della realizzazione di un sistema informativo ospedaliero

I tempi di realizzazione anche per strutture piccole ma complete sono lunghi, spesso superiori ai mandati dei Direttori Generali…

CONSIDERAZIONI

(98)

Il SIO non è un processo informatico, ma un processo organizzativo in cui l’informatica rende disponibile la tecnologia, la sua realizzazione coinvolge pertanto non solo gli informatici, ma anche…

La Direzione Generale garantisce il supporto all’avanzamento del progetto SIO in Azienda…

La Direzione medica e Infermieristica garantiscono l’affiancamento agli informatici nell’opera di penetrazione nei Reparti e nell’invito all’uso da parte del personale…

RIFLESSIONI E DOMANDE PRIMA DELLA SCELTA

PER LA REALIZZAZIONE DI UN SIO

(99)

C’è la volontà Aziendale di rivedere i processi organizzativi, di descriverli migliorandoli, di indurre e imporre i cambiamenti operativi?

Si è quindi disponibili ad eseguire un Business process reingeneering (BPR) ?

Viceversa si vuole applicare il sistema informatizzato all’organizzazione esistente?

ALTRE DOMANDE FONDAMENTALI

(100)

Il processo di informatizzazione dei sistemi informativi ospedalieri si è storicamente realizzato, per tutte le tipologie di Aziende, a ISOLE.

Nella stessa area amministrativa contabile per la gestione del personale, per la contabilità generale e analitica e altre, sono in uso procedure diverse, di produttori diversi.

Nell’area clinica sanitaria poi la diversificazione è amplificata per tre fondamentali motivi.

LA SITUAZIONE NELLA REALTÀ ATTUALE

(101)

Diversi momenti di maturazione degli strumenti informatici delle singole branche ( Laboratorio, Cup..)

Apparente o reale diversità dei processi interni da supportarsi

Assoluta autonomia di ciascun Primario nella individuazione delle informazioni cliniche da gestirsi e delle modalità di rappresentazione ed elaborazione delle stesse.

MOTIVI DI DIVERSIFICAZIONE

(102)

L’informatizzazione a isole ha finito per essere l’ostacolo alla ricomposizione delle informazioni contenute nei data base al fine di:

Eliminare attività duplicate di input delle informazioni con diminuzione degli errori

• Individuare tutte le informazioni concernenti un singolo cittadino/cliente

• Supportare con un solo sistema informatico non più le singole funzioni, ma tutti i processi trasversali dell’Azienda

CONSEGUENZE

(103)

La soluzione a tale problema può avere due approcci diametralmente opposti

1. Realizzazione di sistemi informatici “monolitici”, ovvero basati su un unico data base con la possibilità di personalizzare più o meno flessibilmente le funzioni applicative disponibili a seconda del contesto operativo delle singole U.O.

Sul mercato: MEDTRAK, proposte ERP (Enterprise Resource Planning) amministrativo/sanitario, sino al recente rilascio della piattaforma HTB di Oracle

SOLUZIONI

(104)

2. La ricerca di piattaforme di integrazione o di standard condivisi per lo meno a livello di messaggistica e di moduli software di sincronizzazione in grado di allineare le informazioni gestite da applicativi diversi.

Sono stati proposti nel tempo gli standard tecnologici, gli ambienti middleware di integrazione, sino alla proposta dei paradigmi della “cooperazione applicativa”

SOLUZIONI

(105)

Svantaggi

Limitata possibilità di personalizzazioni applicative

Dipendenza da un unico fornitore e impossibilità di sostituzione

Limitata evoluzione delle funzionalità specifiche per utenti

SISTEMI MONOLITICI

Vantaggi

Riduzione delle duplicazioni dei dati e del disallineamento tra le informazioni trattate dai vari utenti

Condivisione delle informazioni grazie al data base unico

(106)

Vantaggi

• Consentono di costruire il sistema informativo secondo un modello “best of breed”, ovvero la soluzione migliore per ogni specifica esigenza

• Non creano dipendenza da un singolo fornitore

• Facilitano la sostituzione anche di una sola parte così come l’acquisizione di nuovi prodotti

PIATTAFORME DI INTEGRAZIONE

Svantaggi

• Sono complesse da realizzare e gestire

• Implicano il coordinamento di n fornitori

• Gestiscono, ma non eliminano la duplicazione delle informazioni

(107)

E’ possibile con la soluzione di integrazione.

Ciò spiega perché la cooperazione applicativa sia uno dei piani fondamentali del piano di e-government, ed anche la recente decisione (dicembre 2003) del Ministero della Salute di sponsorizzare il progetto IHE Italia.

IHE fissa le “linee guida” e le regole per la corretta gestione delle transazioni che coinvolgono sistemi cooperanti e utilizza gli standard tecnologici più aggiornati proposti dal mercato

INTEROPERABILITÀ TRA SISTEMI INFORMATICI

DI AZIENDE DIVERSE

(108)

L’ESPERIENZA IN INFORMATIZZAZIONE DELL’AZIENDA

OSPEDALIERA-UNIVERSITARIA

POLICLINICO S.ORSOLA-MALPIGHI:

(109)

Personale assunto 33

Numero punti rete 4000

Numero PC gestiti 2500

Numero server in Sala

Macchine 85

Numero interventi

manutentivi 3500

Numero utenti 3000

ALCUNI INDICATORI SULLA STRUTTURA DELLA DIREZIONE PER LA GESTIONE DELLE

TECNOLOGIE INFORMATICHE E DEL

SERVIZIO INFORMATIVO AZIENDALE

(110)

Tutti i flussi di lavoro delle Direzioni Amministrative/Tecniche sono ampiamente informatizzati da anni:

Personale

Bilancio

Contabilità

Provveditorato

Servizio Tecnico

Economato, Magazzini e Farmacia

Tecnologie Biomediche

……e sono sempre in corso le integrazioni tra i vari ambienti informatizzati al fine di ottimizzare gli scambi.

INFORMATIZZAZIONE AREA AMMINISTRATIVA

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