Sembrava una normalissima giornata di Settembre, una giornata qualunque a Pompei.
Nessuno immaginava che poco distante, nelle profondità del Vesuvio, si stesse preparando una tragedia tra le più famose dell’epoca antica.
Inaspettatamente la terra cominciò a tramare, scosse di terremoto scossero tutta la città. La gente si spaventò, ma non più di tanto, visto che già 17 anni prima c’era stato un terremoto del genere. Di sicuro nessuno si aspettava che di lì a poco dal vulcano non molto lontano si sarebbe levata una nuvola di polvere che avrebbe completamente oscurato il cielo come se fosse notte. Una cosa del genere non poteva prevederla nessuno! Nella città si scatenò il terrore, soprattutto perché dal cielo cominciò ben presto a scendere una pioggia di polvere sottile ma insistente, che molto velocemente ricopriva le strade e le case. Insieme alla polvere piovevano anche lapilli sempre più grossi. Era pericoloso stare ovunque: in casa perché i tetti e le pareti stavano pian piano cedendo sotto il peso della cenere che si andava accumulando, fuori perché si era sottoposti al vero e proprio bombardamento di lapilli. Intanto dalle pendici del Vesuvio scendevano fiumi di lava e di fango, uno dei quali avrebbe completamente sommerso la vicina città di Ercolano.
A Pompei le persone cercavano di proteggersi il capo con cuscini e, una volta raccolti i loro beni più preziosi, scappavano per allontanarsi il più possibile. Ma l’aria era diventata irrespirabile, le strade erano ormai impraticabili perché completamente sommerse dalla cenere, i tetti di alcune case cominciavano a crollare sulla folla.
Moltissimi rimasero sepolti sotto la pioggia solida che scendeva dal cielo, ad altri mancò l’aria e morirono di asfissia, altri ancora, accortisi di non potersi salvare, semplicemente restarono nelle proprie case in attesa della inevitabile fine.