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(1)(2)(3)Rivista del Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi”, Bergamo, vol

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Rivista del Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi”, Bergamo, vol. 32, 2020, pp. 5-14 ISSN 0393-8700 Melania MASSARO, Giovanni MARCHESE

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI LEPIDOTTERI (INSECTA, LEPIDOPTERA) DELLA PROVINCIA DI BERGAMO (LOMBARDIA)

RIASSUNTO ‒ Vengono forniti dati inediti sulla distribuzione, nel territorio di Bergamo, di 20 specie di Lepidotteri riferibili a 12 famiglie, 7 (Micropterigidae, Psychidae, Gracillariidae, Scythrididae, Gelechiidae, Tortricidae, Crambidae) appartenenti ai cosiddetti Microlepidotteri, e 5 (Hepialidae, Drepanidae, Geometridae, Notodontidae e Erebidae) ai Lepidotteri Eteroceri. Per ciascuna specie vengono riportati la distribuzione in Italia, la distribuzione generale e un commento sulla sistematica, la biogeografia, l'ecologia e la biologia per molte di esse ancora poco note.

ABSTRACT ‒ Contribution to the knowledge of the lepidoptera (Insecta, Lepidoptera) of Bergamo district (Lombardia).

Unpublished data are provided about the distribution, in the district of Bergamo, of 20 species of Lepidoptera belonging to 12 families, 7 of which (Micropterigidae, Psychidae, Gracillariidae, Scythrididae, Gelechiidae, Tortricidae, Crambidae) belong to the so- called Microlepidoptera, and the remaining 5 (Hepialidae, Drepanidae, Geometridae, Notodontidae and Erebidae) to the Heterocera Lepidoptera. For each of these 20 species are reported their distribution in Italy and general distribution with observations on the systematics, biogeography, ecology and biology for many that are still little known.

KEY WORDS: biodiversity, microlepidoptera, new reports.

INTRODUZIONE

Il territorio della provincia di Bergamo è molto peculiare dal punto di vista faunistico come testimoniato dalla presenza di oltre 140 specie di invertebrati endemiche (Pantini & Valle 2006). Le Prealpi centrali ed in particolare le Orobie rappresentano un’area di notevole interesse per quanto riguarda la ricchezza di specie e la presenza di specie rare o a distribuzione ristretta e costituiscono un “hot spot” di biodiversità. Le Orobie si trovano, infatti, all’interno della fascia montuosa al margine meridionale delle Alpi centro orientali che presenta dal punto di vista biogeografico, come evidenziano Casale e Vigna Taglianti (2005), importanti caratteristiche che hanno creato i presupposti per la presenza di un’elevata diversità biologica.

Numerosi sono stati gli entomologi che hanno concentrato, nel corso del tempo, l'attenzione sui Lepidotteri di questa regione. Risale al 1865 la pubblicazione del “Catalogo dei Lepidotteri della Lombardia” di Antonio e Giovan Battista Villa, primo elenco di specie senza dati di località, con generiche indicazioni di ambiente (pianura, collina, monti e alpi comprendendo quest’ultima le regioni nivale e glaciale).

Nel 1879 Emilio Turati contribuì ad arricchire le conoscenze, assieme al cugino Gianfranco Turati, pubblicando il "Contributo alla fauna lepidotterologica lombarda" dove sono riportate indicazioni generiche dei luoghi di raccolta principalmente nelle province di

Milano, Como, Lecco, la Brianza e la Valtellina. Un notevole incremento delle conoscenze è dovuto al

“Saggio di un catalogo dei Lepidotteri d’Italia” di Antonio Curò (1874-1880) con numerose segnalazioni riferite anche all'ambito territoriale bergamasco.

Significativo anche il contributo di Renato Perlini che nel 1912 pubblicò “Lepidotteri della Lombardia”, uno studio realizzato con lo scopo di raccogliere ed integrare le conoscenze fino ad allora note sui lepidotteri della regione. Di fondamentale importanza sono i dati custoditi nelle collezioni storiche lepidotterologiche conservate presso il Museo civico di Scienze Naturali

“E. Caffi” di Bergamo. Gli esemplari presenti nelle collezioni, quando muniti di indicazioni di provenienza, documentano la lepidotterofauna bergamasca di più di un secolo fa. La collezione di Curò, donata al Museo nel 1918, comprende circa 12.000 lepidotteri (Valle, 1984) appartenenti a 4827 specie provenienti da tutto il mondo. La collezione di Renato Perlini, allievo di Curò, donata al Museo nel 1968, conserva interessanti esemplari raccolti in gran parte sulle Alpi Orobie (Massaro, 2001). Alla luce dei dati delle collezioni storiche il Museo di Scienze Naturali, dalla fine degli anni '80, ha proseguito l'opera di Curò e Perlini organizzando campagne di raccolta nel territorio bergamasco. Dal 2003 al 2017 sono state intraprese nuove ricerche mirate alla cattura dei lepidotteri con particolare attenzione alla fauna microlepidotterologica

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fino ad allora rinvenuta in modo sporadico. La lepidotterofauna della bergamasca è piuttosto ben delineata benché di recente siano state descritte, nelle Alpi Orobie, diverse specie nuove appartenenti a varie famiglie come nel caso di una nuova specie di Gelechiidae del genere Kessleria (Huemer & Mutanen, 2015) e una nuova sottospecie di Geometridae appartenente al genere Colostygia (Huemer & Mayr, 2015). In questo lavoro vengono riportati dati inediti relativi alla distribuzione di 20 specie di lepidotteri raccolti in provincia di Bergamo.

MATERIALI E METODI

Gli esemplari sono stati prelevati sia mediante cattura diretta con retino falciando i prati, battendo i rami o le fronde di cespugli e alberi, nelle ore più idonee per il volo, in pieno giorno o al crepuscolo sia con l’ausilio di trappole luminose (lux). La preparazione e l'identificazione delle specie sono state condotte in laboratorio; quando necessario si è proceduto all'esame degli apparati genitali. Gli esemplari, se non diversamente specificato, sono stati determinati dagli autori e sono conservati nelle collezioni del Museo Civico di Scienze Naturali "E. Caffi" di Bergamo.

ELENCO DELLE SPECIE

L’elenco segue l'ordinamento sistematico e la nomenclatura utilizzata in Karsholt et al. (2013). Per ogni specie si riportano i dati inediti della provincia di Bergamo (comune, località, quota, coordinate geografiche, data di cattura, nomi dei raccoglitori, numero di individui e il loro sesso), la distribuzione in Italia sensu Parenzan & Porcelli (2007) salvo diversa indicazione, la distribuzione generale come indicato in Karsholt & Razowski (1996) salvo diversa indicazione.

Nelle note vengono riportate osservazioni di interesse faunistico ed ecologico. Per quanto riguarda le citazioni storiche vengono riportati i dati originali come indicati sui cartellini della collezione di appartenenza, mantenendo le abbreviazioni originali e indicando tra parentesi quadra […] la parola per esteso per facilitarne la lettura e comprensione. Per alcune specie vengono inoltre riportate le località che Perlini scrisse a margine sulla sua copia del lavoro di Curò (1885) sui lepidotteri italiani.

Famiglia MICROPTERIGIDAE Micropterix gaudiella Zeller & Huemer, 2015

Colere: bosco sotto rifugio Albani 1600 m, 45,971° N 10,059° E, 11.VII.2016, leg. Massaro M., Mazzoleni F.

1♀; Mare in Burrasca 1190 m, 45,965° N 10,059° E, 11.VII.2016, leg. Massaro M., Mazzoleni F., 1♂.

DISTRIBUZIONE: fino ad oggi nota solo della località tipica: Lombardia, Bergamo, Monte Arera, dintorni rifugio S.A.B.A. (Zeller & Huemer, 2015).

NOTE: gli stadi di sviluppo di questa nuova specie sono sconosciuti. L'adulto è stato osservato dalla fine di giugno a metà luglio in un habitat caratterizzato dal

margine di una faggeta subalpina con vegetazione erbacea alta e cespugli, raggruppati su un fiore di Rosa spp. intenti a nutrirsi di polline. Diversi esemplari della stessa specie sono stati osservati all'interno dei fiori di Helianthemum spp. in una prateria su substrato calcareo esposto a sud. I Micropterigidae in Europa sono rappresentati da 49 specie tutte appartenenti al solo genere Micropterix (Zeller-Lukashort et al., 2014). In Italia sono presenti 29 specie di cui il 40 % sono endemiche (Karsholt et al., 1995). Oltre a M. gaudiella endemica delle Prealpi Orobie, sulle Alpi è presente anche M. rablensis con un' ampia distribuzione nella parte nord delle Alpi orientali (Zeller & Huemer, 2015).

Famiglia HEPIALIDAE Pharmacis lupulina (Linnaeus, 1758) Fig. 4a

Alzano Lombardo: 300 m, 45,733° N 9,729° E, 18.V.2009, leg. Marchese G., 1♂; Bergamo: Città Alta 365 m, 45,705° N 9,659° E, 3.V.2012, leg. Marchese G., 1♂; San Pellegrino Terme: 350 m, 45,840° N 9,668° E, 22.V.2009, leg. Galizzi F. 1♀.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Venezia Giulia, Liguria, Emilia, Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Europa settentrionale e centrale, Penisola Balcanica, Asia centrale, Caucaso e Asia Minore.

NOTE: le segnalazioni in Lombardia si riferiscono a Valsolda e Esino Lario (CO), Piani Resinelli (LC) e, come annotato da Perlini, Bremb. [Brembate] in provincia di Bergamo. Ciò conferma che la specie, pur vivendo in svariati ambienti fino a 1500 m di quota (Baldizzone et al., 2013), è molto localizzata (Wolfsberger, 1971). Bertaccini et al. (1997) segnalano con presenza molto sporadica la specie in diverse regioni dell'Italia centro meridionale.

Pharmacis fusconebulosa (DeGeer, 1778)

Ardesio: Valcanale, 1000 m, 45,95° N 9,86° E, VIII.2011, leg. Zucchelli W., 1 ♀; Colere: rifugio Albani, 1940 m, 45,966° N 10,055° E, 21.VII.1990, leg. C.A.I. Bergamo, lux, 1♀; Premolo: sorgenti torrente Parina, 1750 m, 45,924° N 9,823° E, 21.VII.1990, leg. Museo Bergamo, lux, 1♀.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria.

DISTRIBUZIONE GENERALE: presente nella parte settentrionale della regione paleartica, dalle Isole britanniche fino al Bacino dell'Amur ed al Caucaso, nord-ovest della Cina, Giappone, in Europa a sud fino ai Pirenei, alle Alpi ed ai monti della Macedonia.

NOTE: specie tipicamente alpina, crepuscolare. Nelle località riportate, lungamente indagate con trappola a luce UV, pare essere alquanto rara. In Lombardia è nota del Passo dello Stelvio (SO), del Passo del Tonale (BS) e del Passo Croce Domini (BS) (Bertaccini et al., 1997).

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CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI LEPIDOTTERI 7 Pharmacis carna (Denis & Schiffermüller, 1775)

Averara: Cà San Marco, 1830 m, 46,0434° N 9,6261° E, 2.VIII.1988, leg. C.A.I. BG, lux, 1 es.; Branzi: Rifugio Laghi Gemelli, 1950 m, 45,994° N 9,803° E, 20.VII.1983, 7 es., 3.VIII.1984, 4 es., 11.VIII.1989 1 es., tutti leg.

C.A.I. BG, lux, 17.VI.2002, 9 es., 18.VII.2002, 1 es., tutti leg. Calandrina R., lux; Colere: Rifugio Albani 1940 m, 45,966° N 10,055° E, 20 e 25.VII.1988, 25 es., 3 e 9.VIII.1988, 4 es., 19, 27 e 31.VII.1989, 4 es., 3.VIII.1989 3 es., 12, 21 e 26.VII.1990, 4 es., 1.VIII.1990 1 es., tutti leg. C.A.I. BG, lux; 7.VII.2015, leg. Lodovici O., Massaro M., Mazzoleni F., Oneto C., 1 es.; Mare in Burrasca 1990 m, 45,965° N 10,059° E, 7.VII.2015, leg. Lodovici O., Massaro M., Mazzoleni F., Oneto C., 1 es.; verso malga Conchetta, 1800 m, 45,982° N 10,042° E, 7.VII.2015, leg.

Lodovici O., Massaro M., Mazzoleni F., Oneto C., 1 es.;

Oltre il Colle: rifugio Capanna 2000, 2073 m, 45,554° N 9,482° E, 18 e 30.VIII.2014, 7 es., 20.IX.2014 1 es., 30.VI.2017 1 es., tutti leg. Rizzi A., lux; 22.VII.2017, leg.

Massaro M., Valle M., 1 es.; Premolo: sorgenti Torrente Parina, 1750 m, 45,9262° N 9,8267° E, 19.VI.2003, 2 es;

sopra Baita Valmora, 1750 m, 45,9235° N 9,8354° E, 22.VII.2003, 4 es., 19.VI.2003, 5 es.; Costa Bruciata, 1069 m, 45,906° N 9,843° E, 6.VII.2004, 1 es.; Cima Golla 1760 m, 45,9° N 9,83° E, 21.VII.2005, leg. Museo Bergamo, lux, 2 es.; Schilpario: emissario Lago del Venerocolo 2283 m, 46,055° N 10,154° E, 28.VII.2005, 1 es.; sotto Passo del Gatto 2400 m, 46,0514° N 10,177° E, 29.VII.2005, 1 es.; Valbondione: Rifugio Curò 1900 m, 46,061° N 10,047° E 26.VII.1988, 3 es., 3 e 6.VIII.1988, 3, 21, 22, 28, 29 e 31.VII.1989 32 es., 17.VII.1990 2 es., 17, 19, 20, 21, 23, 24, 25 e 30.VII.1990 15 es., tutti leg.

C.A.I. BG, lux; Rifugio Curò 1900 m, 46,061° N 10,047°

E, 6.VII.2017, leg. Pantini P., Valle M., 1 es.; Valgoglio:

Rifugio Baita Cernello 1950 m, 46,002° N 9,8869° E, 3.VIII.1988, leg.Valle M., lux, 18 es..

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Regioni alpine e Balcani (monti Carpazi e Tatra), monti Urali, penisola di Kola e Siberia settentrionale (Russia) fino alle regioni polari.

NOTE: in Lombardia è segnalata della Valsassina (CO), della Valle Troggia (BS), di San Glisente (BS) (Turati, 1914) e del Passo Croce Domini (BS) (Föhst, 1991).

Perlini riporta la sua presenza anche sul Massiccio della Presolana in provincia di Bergamo. Nella zona d'indagine è risultata essere particolarmente attratta dalla luce, è stata infatti campionata utilizzando una trappola luminosa con lampade a luce UV e LED e, contrariamente a quanto riportato in letteratura (Hellmann et al., 1999; Hellmann & Parenzan, 2010;

Timossi, 2018), quasi sempre con un numero cospicuo di esemplari.

Famiglia PSYCHIDAE Leptopterix turatii (Hartig, 1936) Fig. 1, Fig. 3h.

Valbondione: sentiero per rifugio Curò 1700 m, 45,054° N 10,043° E, 6.VII.2017, leg. Pantini P., Valle M., 1♂.

DISTRIBUZIONE: specie endemica Alpina nota di Valle d'Aosta, Champocher dintorni rifugio Dondena 2300 m;

Piemonte, Valle di Susa Mompantero (TO); Lombardia, Valle Brembana Branzi (BG); Trentino-Alto Adige, Adamello Lago di Malga Bussina (TN) (Baldizzone, 2008).

NOTE: conosciuta di poche località delle Alpi Leptopterix turatii in Lombardia era nota solo della valle Brembana dintorni di Branzi 600 m 7.VII.1969 leg. Meier. L'esemplare adulto citato in questo lavoro è stato colto in volo sulla vegetazione riparia di un ruscello alpino (Eucrenon area delle sorgenti, o Hypocrenon tratto sorgivo del corso d'acqua caratterizzati da un'ampia zona vegetata rispetto all'ampiezza dell'alveo bagnato). L'esemplare adulto è stato campionato in pieno giorno; non sono stati trovati astucci larvali.

Typhonia ciliaris (Ochsenheimer, 1810) Fig. 3d.

Foppolo: tra Montebello e lago Moro 2230-2235 m, 46,05° N 9,79° E, 12.VIII.2011, leg. Pantini P. 1 es.;

Valbondione: presso lago d'Avert 2300 m, 46,047° N 9,983° E, 11.VIII.2010, leg. Zucchelli W., 1 es.;

Valgoglio: sotto pizzo Salina m 2250, 7.VIII.2010, 45,9833° N 9,8566° E, leg. Massaro M., Zucchelli W., 1 es..

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Liguria, Emilia, Toscana, Marche.

DISTRIBUZIONE GENERALE: distribuita dal Portogallo Fig.1. Leptoterix turatii genitale maschile, prep. 6237, scala 1 millimetro.

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attraverso i rilievi montuosi più consistenti sino alla Bulgaria, a nord sino alla Finlandia (Bertaccini, 2005).

NOTE: la distribuzione di T. Ciliaris è molto più localizzata di quanto si supponga. Arnscheid &

Weidlich (2017) ritengono che Typhonia ciliaris sia un relitto glaciale, sopravvissuta rifugiandosi, in Europa centrale, sulle catene montuose alpine.

Tutte le popolazioni del sud e del sud-est Europa appartengono a T. melana. Gli esemplari della Turchia e della Georgia appartengono probabilmente a T.

punctata (Arnscheid & Weidlich, 2017). In Italia è diffusa soprattutto sull'arco alpino, lungo la penisola è presente in stazioni isolate, attualmente le popolazioni dei Monti Sibillini e nell'Appennino Umbro- Marchigiano costituiscono il limite meridionale di diffusione della specie in Italia (Bertaccini, 2005).

L’unica segnalazione per la Lombardia riguarda alcuni esemplari osservati e catturati in provincia di Brescia nei dintorni del Passo di Croce Domini (Föhst, 1998).

Oltre ai dati inediti sopra riportati segnaliamo anche tre esemplari conservati nella collezione Curò, due riportano sui cartellini località della provincia di Sondrio: "Masino VII.1891"; "Valtell." [Valtellina]

"Lugl." [luglio] "74" [1874], e un esemplare della provincia di Bergamo: Colere ("V". [Valle] "di Scalve")

"Agosto" "93" [1893].

Gli adulti volano dall'inizio di luglio fino ad agosto in base all'altitudine e alle condizioni climatiche (Arnscheid & Weidlich, 2017). Gli esemplari adulti sono stati raccolti in pieno giorno; non sono stati trovati astucci larvali.

Famiglia GRACILLARIIDAE Callisto coffeella (Zetterstedt, 1839)

Colere: sentiero tra baita Nido Aquila e rifugio Albani 2000 m, 45,9661° N 10,0534° E, 28.VII.2013, leg.

Massaro M., Mazzoleni F., 1 es..

DISTRIBUZIONEINITALIA: Valle d'Aosta, Veneto, Friuli, Venezia Giulia.

DISTRIBUZIONE GENERALE: La specie vive in aree montane ad altitudini elevate ed è limitata a poche località nella parte centrale e settentrionale della Scandinavia, della Scozia occidentale e delle Alpi orientali, settentrionali e centrali (Huemer, 2015).

Famiglia SCYTHRIDIDAE Scythris arerai Huemer, 2000

Fig. 3f.

Oltre il Colle: Monte Arera, dintorni rifugio S.A.B.A.

1600 m, 45,91° N 9,81° E, 25.VI.2013, leg. Massaro M., 1♂; Monte Arera, presso rifugio Capanna 2000 1960 m, 45,554° N 9,482° E, 24.VI.2014, leg. Massaro M., 3♂.

DISTRIBUZIONE: endemita Alpino noto solo della località tipica: Lombardia, Bergamo, val d'Arera 2100 m (Huemer, 2000).

NOTE: dell'ecologia di questa specie si sa ancora pochissimo. I primi stadi di sviluppo della larva

dovrebbero essere legati ad Helianthemum spp.. Gli adulti sono stati campionati mentre volavano in pieno giorno.

Famiglia GELECHIIDAE Sattleria karsholti Huemer & Hebert, 2011 Fig. 3b.

Valbondione: presso Bocchetta dei Camosci 2650 m, 46,069° N 10,013° E, 17.VIII.2009, leg. Zucchelli W., 1♂, det. Huemer P. 2014.

DISTRIBUZIONE: endemita Alpino. La specie è nota di poche località delle Alpi Orobie: val d'Arera 2100 m (BG); dell’Adamello: rifugio Mandron 2800 m (TN) e del Monte Baldo: Telegrafo 2150 m, Cima Valdritta 2200 m, Longino 2200 m (VR).

NOTE: il genere Sattleria ha una distribuzione ristretta ai più alti massicci montuosi europei. S. karsholti, in particolare, predilige habitat caratterizzati da detrito di versante e formazioni rocciose con rari ciuffi di vegetazione preferibilmente su substrato calcareo, raramente su siliceo. Gli stadi larvali sono stati osservati su Silene spp., Moehringia spp. e Saxifraga spp., spermatofite altamente specializzate che si sono adattate a vivere su substrati rocciosi particolarmente instabili (Huemer & Hebert, 2011).

Famiglia TORTRICIDAE Epiblema grandaevana (Lienig & Zeller, 1846)

Valgoglio: Colarete 750 m, 45,96° N 9,91° E, 16.VII.1993, leg. Gusmini C., lux, 1 es..

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Friuli, Venezia Giulia.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Europa (non segnalata per Penisola Iberica e Grecia), Kazakistan e Siberia.

NOTE: non erano note segnalazioni certe per la Lombardia (Trematerra, 2003). In Gran Bretagna è segnalata come specie rara. L'adulto ha una singola generazione tra giugno e luglio (Sterling & Parsons, 2012) e la larva si nutre su Tussillago farfara L., Petasites hybridus (L.), P. albus (L.) e P. niveus (Vill.) (Bradley et. al, 1979). La specie è stata campionata con l'ausilio di una trappola luminosa con lampade a luce di Wood.

Famiglia CRAMBIDAE Catoptria orobiella Huemer & Tarmann, 1993 Fig. 2, Fig. 3g.

Averara: Cà San Marco 1830 m, 46,0434° N 9,6261° E, 20.VII.1990, leg. C.A.I. Bergamo, lux, 1♂; Carenno:

Forcella Alta, laghetto Pertus, 1100 m, 45,80° N 9,49° E, 29.VIII.1990, leg. Rossi P., lux, 1 es.; Colere: rifugio Albani, 1940 m, 45,966° N 10,055° E, 29.VIII.1990, leg.

C.A.I. Bergamo, lux, 1♂; Oltre il Colle: rifugio Capanna 2000, 1960 m, 45,554° N 9,482° E, 18.VII.2015, leg.

Massaro M., 1♂; Monte Arera dintorni cascina Coppi, 1800 m, 45,552° N 9,481° E, 26.VII.2013, leg. Massaro M., 1♂; Taleggio: I Serrati, m 500, 12.VII.1994, leg. Valle M., lux, 1 es.; Zogno: Valfosca, m 600, 45,77° N 9,69° E,

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CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI LEPIDOTTERI 9 17.VIII.1993, leg. Valle M., 1 es..

DISTRIBUZIONE: endemita delle Prealpi Orobie.

NOTE: i dati riportati ampliano l’areale della specie anche alla fascia montana inferiore delle Orobie. Ciò farebbe supporre che nelle Prealpi Bergamasche C.

orobiella vicari C. pyramidella (Bassi 2019, comunicazione personale). Rimane tuttora sconosciuta la biologia, non si conosce la larva che si pensa viva sui muschi. La specie è stata campionata con l'ausilio di una trappola luminosa con lampade a luce di Wood e a luce LED.

Catoptria luctiferella meridialpina Burmann, 1975 Colere: Mare in Burrasca 1990 m, 45,965° N 10,059° E, 7.VII.2015, leg. Lodovici O., Massaro M., Mazzoleni F., Oneto C., lux, 1♂; Schilpario: presso rifugio Tagliaferri 2330 m, 46,0553° N 10,1144° E, 18.VII.2007, leg. C.A.I.

Bergamo, lux, 1♂; Valbondione: dintorni rifugio Baroni 2274 m, 46,0632° N 9,9586° E, 20.VII.2017, leg. Massaro M., lux, 1♀.

DISTRIBUZIONE: sottospecie endemica alpina nota solo di Lombardia e Veneto (Huemer & Tarmann, 1993).

NOTE: gli esemplari sono stati campionati con l'ausilio di trappola luminosa con lampade a luce di Wood e a luce LED. La variabilità individuale e geografica di C.

luctiferella è così marcata ed evidente che esistono tre sottospecie descritte: C. l. luctiferella (Hübner, 1813), C. l. luctuella (Herrich-Schäffer, 1855) e C. l.

meridialpina Burmann, 1975.

Segnaliamo la presenza nella collezione Curò di due esemplari da Curò indicati come [Catoptria l."?" ssp.

luctuella (Herrich-Schäffer, 1855)] cartellinate “Stelvio Luglio” e nella collezione generale di tre esemplari maschi di C. luctiferella (Hübner, 1813) campionati a San Vigilio di Marebbe (BZ), dintorni rifugio Pederù 1700 m, 46,638° N 12.041° E, 31.VII.1994, leg. Becci B., Pisoni R., lux, (det. Giomi F. 1995).

Catharia simplonialis (Heydenreich, 1851)

Valbondione: sentiero per rifugio Coca 2577 m, 46,0578°

N 9,9757° E, 25.VIII.2017, leg. Massaro M., 1♂.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: [Alpi Cozie] Colle di Fenestre [Finestre] (TO), dal Sig. R. Zeller (rarissima) [Catharia pyrenaealis (Duponchel, 1843)] (Curò, 1885); sud Tirolo 3000 m circa (Slamka, 2006).

DISTRIBUZIONE GENERALE: ad altitudini elevate delle Alpi di Francia, Svizzera, Italia e Austria (Slamka, 2006).

NOTE: C. simplonialis è una specie alpina che vola tra i 2000 e i 2800 m in habitat rocciosi e praterie con presenza di Silene spp., (menzionata S. alpestris Jacq.

unicamente nel caso delle Alpi orientali), cariofillacea apprezzata dalla larva che vi costruisce involucri di seta.

Nel caso della segnalazione sulle Orobie bergamasche nell'area di rinvenimento dell'esemplare, sono presenti pulvini di Silene acaulis (L.) Jacq. su substrato roccioso.

Metaxmeste phrygialis (Hübner, 1796) Fig. 3c.

Averara: Alpe Cul 1825 m, 45,952° N 9,848° E, 22.V.2003, leg. Lodovici O., Pantini P., 1 es., 29.V.2017, leg. Lodovici O., Massaro M., 1 es.; Camerata Cornello:

presso passo Grialeggio 1750 m, 45,9212° N 9,6172° E, 4.VI.2009, leg. Massaro M., Pantini P., Zucchelli W., 2 es.; Carona: dintorni lago del Prato 1700 m, 46,0286° N 9,8374° E, 16.IV.2017, leg. Pantini P., 1 es.. Colere:

sentiero tra baita Nido Aquila e rifugio Albani 2000 m, 45,966° N 10,053° E, 28.VII. 2013, leg. Massaro M., Mazzoleni F., 3 es.; Gorno: torrente Parina 1597 m, 45,91°

N 9,81° E, 6.VII.2004, leg. Museo BG, 1 es.; Oltre il Colle: Monte Arera, dintorni rifugio S.A.B.A. 1600 m, 45,91° N 9,81° E, 25.VI.2013, leg. Marchese G., Massaro M., 1 es.; presso rifugio Capanna 2000 1960 m, 45,554° N 9,482° E, 24.VI.2014, leg. Massaro M., 1 es.; Parre: sotto Monte Secco 2000 m, 45,93°N 9,88°E, 6.VII.2004, leg.

Museo BG, 1 es.; Premolo: torrente sopra baita Camplano 1850 m, 22.VII.2003, leg. Museo BG, 3 es.; Schilpario: tra passo Vivione e passo Gatto 1827-2416 m, 8.VII.2004, leg. Lodovici O., Massaro M., Pantini P., 1 es..

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: nota per il territorio continentale (Bassi et al., 1995); Piemonte (Alpi Marittime) (Baldizzone, 2004); Alpi Carniche (Slamka, 2006).

DISTRIBUZIONE GENERALE: Europa settentrionale e centrale, in Europa meridionale sulle cime tra i 1500- 2900 m e Monti Urali (Slamka, 2006).

NOTE: alle altitudini più basse si può trovare in habitat con boschetti di betulle con Betula nana L.. La larva vive su diversi tipi di piante, probabilmente polifaga.

Fig. 2. Catoptria orobiella, genitale maschile prep. 80, scala 1 millimetro.

(8)

Fig. 3. a) Pharmacis lupulinus, b) Sattleria karsholti, c) Metaxmeste phrygialis, d) Tiphonia ciliaris, e) Glacies bente- lii perlinii, f) Scytris arerai, g) Catoptria orobiella, h) Leptopteryx turatii..

(9)

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI LEPIDOTTERI 11 Famiglia DREPANIDAE

Sabra harpagula (Esper, 1786)

Caprino Bergamasco: Sant'Antonio d'Adda, Perlupario 480 m, 45,75° N 9,48° E, 3.VIII.1989, 1 es., 14.IX.1989, 1 es., tutti leg. Rossi P., lux; Carenno: Forcella Alta, Laghetto del Pertus 1100 m, 45,80° N 9,49° E, 26.VI.1990, 1 es., leg. Rossi P., lux; Gazzaniga: Valle Platz 850 m, 45,7998° N 9,8009° E, 16.V.1990, 1 es., 4.VI.1988, 1 es., 13.VI.1989, 2 es., 20.VI.1989, 1 es., 16.VIII.1988, 1 es., 9.VIII.1989, 9 es., 12.VIII.1989, 3 es., tutti leg. Gusmini C., lux; Nembro: Salmezza 1008 m, 45,7811° N 9,7275° E, 6.VIII.1989, 1 es., 22.VIII.1989, 1 es., tutti leg. Magoni M., lux; Taleggio: Peghera 850 m, 45,8744° N, 9,5653° E, 8.VIII.1988, 3 es., 14.VIII.1989, 1 es., tutti leg. Consonni P., lux; Villa d'Almè: Valle del Giongo 450 m, 45,76° N 9,63° E., 14.V.1988, 1 es., 23.VII.1988, 1 es.; Zandobbio: Selva 530 m, 45,68° N 9,88° E, 26.V.1988, 3 es., 2.VIII.1988, 2 es., 12.VIII.1988, 1 es., tutti leg. Cuni Berzi A., lux.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria, Toscana.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Europa continentale; Asia temperata fino al Giappone.

NOTE: in Lombardia ad oggi è segnalata sporadicamente in provincia di Como e Brescia (Bertaccini et al., 1997) e in provincia di Bergamo a Gorno (Marini & Trentini, 1982) e Colle San Fermo (Föhst, 1991). La specie è stata campionata con l'ausilio di una trappola luminosa con lampade a luce di Wood, a luce LED.

Famiglia GEOMETRIDAE Glacies alpinata (Scopoli, 1763)

Colere: Mare in Burrasca m 1990, 45,965° N 10,059° E, 19.VI.2015, leg. Massaro M., Oneto C., Pantini P., 1♂;

sentiero tra baita Nido Aquila e rifugio Albani m 2000, 45,966° N 10,053° E, 28.VII.2013, leg. Massaro M., Mazzoleni F., 1♂.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Massiccio Centrale, Vosgi, Giura, Alpi, Sudeti, Carpazi.

NOTE: in Lombardia la specie è nota solo della val d'Arera 2000 m (BG), Santa Caterina Valfurva 2100 m e Passo dello Stelvio 2500 m (SO) (Flamigni et al., 2016). Nelle collezioni del Museo è presente solo un esemplare campionato da Perlini sul Pizzo del Diavolo nel 1911. Lo stesso Perlini in una nota manoscritta riporta la sua presenza anche in un'altra località nelle Orobie bergamasche: Foppolo 2000 [m] l. [luglio] a.

[agosto].

Glacies bentelii perlinii Turati, 1914 Fig. 3e, Fig. 4.

Valbondione: presso lago d'Avert m 2300, 46,047° N 9,983° E, 11.VIII.2010, leg. Zucchelli W., 1♂.

DISTRIBUZIONE: specie endemica alpina nota di Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige e

Veneto (Flamigni et al., 2016).

NOTE: specie nota solo di poche località di alta quota sopra i 2000 metri. Piante alimentari e stadi di sviluppo sono ancora ignoti. Il periodo di volo è fra l'inizio di luglio e la metà di agosto. Gli habitat di elezione sono rupi, pietraie e aree di accumulo di detriti con presenza di cuscinetti erbosi e licheni.

Lycia alpina (Sulzer, 1176)

Averara: rododendreto 1985 m, 46,0461° N 9,6262° E, 29.V.2017, leg. Lodovici O., Massaro M., lux, 45♂; Alpe Cul sorgente 1850 m, 46,0440° N 9,6153° E, 29.V.2017, leg. Lodovici O., Massaro M., lux, 4♂; Alpe Cul torrente 1825 m, 46,0444° N 9,6153° E, 29.V.2017, leg. Lodovici O., Massaro M., lux, 30♂; Mezzoldo: Alpe Ancogno 1800 m, 46,0381° N 9,6359° E, 29.V.2017, leg. Lodovici O., Massaro M., lux, 18♂.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli (Flamigni et al.

2007).

DISTRIBUZIONE GENERALE: Francia, Italia, Germania, Svizzera, Austria, Slovenia.

NOTE: la specie si trova in alta montagna a partire da 1100 m raramente a quote più basse; localmente è specie comune (Flamigni et al. 2007), gli adulti compaiono subito dopo lo scioglimento della neve e sono visibili dall'inizio di maggio. Lo stadio di crisalide può durare quasi due anni (Curò, 1885). Nella notte del 29.V.2017, durante campionamenti eseguiti in alcune stazioni nei dintorni di Passo San Marco, è stato osservato un cospicuo sfarfallamento con oltre un centinaio di esemplari maschi, attratti dalla trappola luminosa.

Famiglia NOTODONTIDAE Pheosia gnoma (Fabricius, 1777)

Averara: Cà San Marco 1830 m, 46,0434° N 9,6261° E, 11.VII.1990, 1♂, 19.VII.1990, 1♂, tutti leg. C.A.I. BG, Fig. 4. Glacies bentelii perlinii, genitale maschile prep.

79, scala 1 millimetro.

(10)

lux; Branzi: Rifugio Laghi Gemelli 1950 m, 45,994° N 9,803° E, 17.VII.1984, 1♂, 1.VIII.1984 1♂, 10.VIII.1984 2♂, tutti leg. C.A.I. BG, lux; Carenno: Forcella Alta, Laghetto del Pertus 1100 m, 45,80° N 9,49° E, 3.VIII.1990, leg. Rossi P., lux, 1♂; Colere: Rifugio Albani, 1940 m, 45,966° N 10,055° E, 17.VII.1990, leg.

C.A.I. BG, lux, 1♂; Gazzaniga: Valle Platz, 850 m, 45,7998° N 9,8009° E, 29.IV.1990, 1♂, 6.V.1989 1♂, 29.VII.1989 1♂, 5.VIII.1988 1♂; 9.VIII.1989, 1♂, 12.VIII.1989, 1♂, 16.VIII.1989, 1♂, tutti leg. Gusmini C., lux; Nembro: Salmezza 1008 m, 45,7811° N 9,7275° E, 29.VII.1989, 1♂, 6.VIII.1989, 1♂, tutti leg. Magoni M., lux; Premolo: sopra Baita Valmora 1750 m, 45,9235° N 9,8354° E, 5.VII.2004, 1♀; Schilpario: Passo del Vivione 1828 m 46,0352° N 10,1962° E, 28.VII.2005, leg. Ciocca S., Ferrario E., Pelizzoli E., Valle M., lux, 1♂;

Valbondione: Rifugio Curò, 1900 m, 46,061° N 10,047°

E, 21.VII.1989, 1♂, 19.VII.1990, 1♂, tutti leg. C.A.I. BG, lux.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Europa, incluse le regioni boreali; Asia temperata fino alla Cina ed all'Amur.

NOTE: specie rara in Italia e limitata all’arco alpino. In Lombardia è conosciuta di Consiglio Rumo (CO) (Bertaccini et al., 1997), Paspardo (BS) (Turati, 1914) e lago d'Iseo (BS) (Föhst, 1991). La specie è stata campionata con l'ausilio di una trappola luminosa con lampade a luce di Wood.

Famiglia EREBIDAE Diaphora sordida (Hübner, 1803)

Schilpario: Passo del Gatto, 2416 m, 46,0514° N 10,177°

E, 26.VII.2007, leg. Museo di Bergamo, 1♂.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Friuli, Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo.

DISTRIBUZIONE GENERALE: Pirenei, Alpi, Appennino centrale.

NOTE: specie montana che raggiunge nelle Alpi i 2500 m scarsa e localizzata in tutto l'arco alpino e con colonie isolate nell'Appennino centrale (Bertaccini et al.,1994).

In provincia di Bergamo Föhst (1991) riporta l'osservazione della specie a Parzanica. L’esemplare è stato catturato in pieno giorno con retino entomologico e nel corso di successive indagini non sono stati rinvenuti altri esemplari della specie.

RINGRAZIAMENTI

Desideriamo ringraziare ed esprimere la più sincera riconoscenza a Marco Valle, Rossana Pisoni, Paolo Pantini e Omar Lodovici del Museo di Scienze Naturali di Bergamo per avere promosso, organizzato e partecipato alle campagne di ricerca, ma soprattutto per l’incentivo a perseguire gli studi sulla lepidotterofauna del territorio bergamasco. Ai gestori dei rifugi che hanno fornito il loro fondamentale ed insostituibile supporto, non solo logistico, nelle raccolte in quota:

Marco Brignoli rifugio Baroni al Brunone, Patrizia e Attilio Rizzi rifugio Capanna 2000, Chicco Zani rifugio Albani. Un grazie particolare a coloro che hanno contribuito con passione e vivo interesse alla raccolta del materiale: Flavio Galizzi, Federico Mazzoleni, Caterina Oneto e William Zucchelli.

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Indirizzo degli autori:

Melania Massaro, Giovanni Marchese

c/o Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi”

Piazza Cittadella, 10. I-24129 Bergamo e-mail: melagia@libero.it

marchese.giovanni80@tiscali.it

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