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PROVE COMPARATIVE DI PROVENIENZE PIEMONTESI DI FARNIA Parte II - Risultati di confronti precoci

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– I.F.M. n. 6 anno 2008

PROVE COMPARATIVE DI PROVENIENZE PIEMONTESI DI FARNIA

Parte II - Risultati di confronti precoci

In questo lavoro si riportano i risultati, a 4 anni dalla messa a dimora, di una prova comparativa di provenienze di Quercus robur realizzata con 5 popolamenti iscritti nel Registro dei Boschi da Seme del Piemonte (La Mandria, Mercurago, Racconigi, Stupinigi e Trino Vercellese). Dopo avere valutato la qualità del seme di ogni provenienza si è pro- ceduto all’allevamento in vivaio dei semenzali da destinare alla costituzione, nella prima- vera del 2003, degli impianti comparativi di Prato Sesia (VC) e Verolengo (TO). I rilievi sulle piante, condotti al termine dell’allevamento in vivaio e dopo 1, 2 e 4 stagioni vegeta- tive in campo, hanno riguardato: percento di levata e sopravvivenza, accrescimento longi- tudinale e radiale e grado di dominanza apicale. I risultati ottenuti da questi test precoci evidenziano differenze tra le provenienze ma richiedono di essere corroborati con ulteriori indagini.

Parole chiave: Quercus robur; prove di provenienza.

Keywords: Quercus robur; provenance trial.

P

REMESSA

Nonostante sia abbondantemente documentata l’importanza delle caratteristiche genetiche del materiale forestale di propagazione nei con- fronti dell’esito delle piantagioni (M

ALTONI

e T

ANI

2000), ancora oggi, in Italia, il postime è spesso scelto in base alle disponibilità vivaistiche invece che per le sue possibilità di adattamento all’ambiente di impianto. Questa tendenza è conseguente alla carenza, in linea generale, di conoscenze sugli aspetti genetici delle popolazioni italiane. Per tali motivi, in Piemonte, a

(*) Professore Associato. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali (DISTAF), Università degli Studi di Firenze. Via S. Bonaventura 13 - 50145 Firenze; andrea.tani@unifi.it (**) Ricercatore. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali (DISTAF), Uni- versità degli Studi di Firenze. Via S. Bonaventura 13, 50145 Firenze; alberto.maltoni@unifi.it

(***) Dottore di Ricerca. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali (DISTAF), Università degli Studi di Firenze. Via S. Bonaventura 13 - 50145 Firenze; barbara.mariotti@unifi.it

(2)

partire dal 1999, è stato promosso il progetto finanziato dalla Regione:

«Organizzazione e miglioramento della raccolta e della produzione di mate- riali di propagazione forestale in Piemonte e valorizzazione delle provenien- ze di specie autoctone». Il DISTAF dell’Università di Firenze ha collabora- to a tale progetto con azioni volte al miglioramento della produzione vivai- stica e alla realizzazione di prove comparative di provenienze di farnia, rovere e frassino maggiore. Questo contributo riporta i primi risultati relati- vi al confronto precoce di provenienze di Quercus robur L.

In Europa già da tempo sono state avviate prove di provenienze per questa specie che, come altre appartenenti al genere Quercus, presenta una notevole variabilità sia tra popolazioni sia all’interno di esse (H

ERZOG

et al., 1996; D

UCOUSSO

et al., 1997). I confronti precoci, condotti su giovani indi- vidui, possono già evidenziare differenze tra le provenienze (B

OVRE

, 1985;

F

OBER

, 1999; J

OVANCEVIC

, 1968; K

RAHL

-U

RBAN

, 1957; S

TEINHOFF

, 1999;

utili informazioni sul comportamento di queste nelle prime fasi di impian- to. Inoltre il rilievo periodico dei dati, per un arco di anni comparabile a quello del ciclo produttivo, permette di individuare parametri particolar- mente efficaci nella diagnosi precoce di peculiarità a livello raziale.

M

ATERIALI E METODI

A - Caratteristiche del seme

Il seme è stato raccolto nell’autunno 2001 in 5 popolamenti di farnia iscritti nel Registro dei Boschi da Seme del Piemonte (C

AMERANO

et al., 2004): La Mandria, TO; Mercurago, NO; Racconigi, CN; Stupinigi, TO;

Trino Vercellese, VC.

I semi sono stati conservati stratificandoli all’aperto presso il vivaio

«Fenale» di Albano Vercellese (VC), gestito dalla Regione Piemonte. Nel- l’inverno 2001-2002, nel Laboratorio Semi Forestali del DISTAF, sono state valutate le caratteristiche del seme. Per ogni provenienza è stata calcolata la percentuale di semi guasti (% guasti) e su campioni di seme sano è stato calcolato il peso di 1000 semi (P1000). Si è poi proceduto alle prove di ger- minazione utilizzando 180 semi per provenienza ripartiti in 4 ripetizioni, di 45 semi ciascuna. Le procedure ISTA (1999) sono state seguite per quanto riguarda le condizioni di illuminazione, temperatura, umidità e durata.

Sono stati calcolati il tempo medio di germinazione (TMG) e la percentuale di germinazione (% germ).

B – Allevamento in vivaio

La prova di vivaio è stata condotta nel vivaio forestale «Fenale». La

semina è stata effettuata nel febbraio del 2002 in contenitori ISSAPOT

(3)

(brev. n° 1236/A 87) alti 21 cm e con diametro 11 cm ponendo una sola ghianda per vaso. Allo scopo di ottenere un quantitativo di postime suffi- ciente per la realizzazione degli impianti durante la semina si è tenuto conto del disegno sperimentale progettato, dei risultati delle prove condotte sul seme nonché della predazione da parte di roditori che, nel vivaio Fenale, viene solitamente stimata pari al 10%. Il substrato di coltivazione utilizzato è un miscuglio composto da: 50% terriccio di vivaio, 50% torba «Contai- nersubstrat Klasmann» con aggiunta di un quantitativo pari a 3-5% di per- lite espansa a grossa granulometria «Peralit 25» (Perlite Italiana s.r.l.). I contenitori sono stati sistemati in aiuole sotto tunnel.

Sono stati effettuati 2 rilievi (a maggio e luglio) della levata delle plan- tule e uno finale del numero di semenzali S1 ottenuti. Quest’ultimo caratte- re è stato sottoposto al test del χ

2

calcolato con i valori assoluti. A fine sta- gione vegetativa si è proceduto anche alle misurazioni sui semenzali dello sviluppo in altezza (H 2002) e della dominanza apicale (presenza-assenza).

Per H 2002 è stata eseguita l’analisi della varianza considerando come fonti di variazione le provenienze; per dominanza apicale il confronto è stato effettuato ricorrendo al test del χ

2

calcolato con i valori assoluti.

C - Impianti comparativi

Nella primavera 2003 gli S1 prodotti sono stati posti a dimora per la realizzazione di 2 impianti comparativi, uno a Prato Sesia (VC) e l’altro a Verolengo (TO). Le caratteristiche stazionali delle località sono riportate nella Parte I del presente lavoro.

Il postime di ognuna delle provenienze era stato precedentemente suddiviso in 2 lotti omogenei per caratteristiche dimensionali, da destinarsi ai diversi impianti, in modo da ridurre per quanto possibile le differenze fra i materiali di partenza. L’omogeneità dei lotti, per le singole provenienze, è stata confermata da un’analisi della varianza (qui non riportata) condotta sul carattere H 2002 che non ha fatto registrare differenze significative.

Impianto di Prato Sesia

A Prato Sesia l’impianto sperimentale è stato realizzato secondo un disegno a blocchi randomizzati: 3 blocchi con parcelle elementari di 16 S1.

L’impianto risulta costituito in totale da 240 piante (80 per blocco, 48 per

provenienza). Per la provenienza Racconigi non è stato possibile ottenere

un numero di piantine sufficiente, sono quindi state messe a dimora solo

30 piante, 10 per parcella elementare. Per mantenere omogenee le condi-

zioni di densità nell’impianto sono stati introdotti S1 di farnia, provenienza

Bosco Merlino (CN), non considerate poi nella comparazione. Il margine

della piantagione è stato realizzato con S1 di farnia, provenienza Lame del

(4)

Sesia. Si è adottato è un sesto di impianto in quadro a 3x3 m. Prima di pro- cedere con la piantagione è stato disposto, lungo le file, un film plastico pacciamante di 1 m di larghezza. Le cure colturali apportate all’impianto sono state limitate alla sola fresatura nell’interfila. Nel corso del rilievo relativo alla stagione 2006 sono stati riscontrati, frequentemente, gravi danni al fusto delle farnie, presumibilmente imputabili al non corretto impiego dei macchinari; le piante danneggiate sono state escluse dalle ela- borazioni.

Impianto di Verolengo

Il disegno sperimentale adottato prevede la costituzione di 4 blocchi randomizzati con parcelle elementari di 16 S1. In totale sono state poste a dimora 320 farnie (80 per blocco, 64 per provenienza). Anche a Vero- lengo è stata disposta attorno alla piantagione una fila di margine di far- nie (di varie provenienze) e si è fatto impiego di pacciamatura con film plastico.

Le piantine sono state protette con shelter (tubi di materiale plastico sezione quadrata) alti 60 cm. In alcune parti dell’area sperimentale, nelle interfile, si è sviluppata una rigogliosa vegetazione infestante, che è stata eliminata in un solo intervento a fine stagione vegetativa (a mano attorno al colletto delle piantine e con lavorazione meccanizzata tra le file). Negli anni successivi le operazioni di diserbo sono state effettuate in maggio e a fine agosto con le stesse modalità. L’impianto non è mai stato irrigato.

Rilievo dati ed elaborazioni

In entrambi gli impianti il rilievo dei dati sperimentali è stato effet-

tuato dopo il termine della prima (novembre 2003), della seconda

(marzo 2005) e della quarta (gennaio 2007) stagione vegetativa in

campo. I caratteri rilevati hanno riguardato la sopravvivenza, l’accresci-

mento (altezza - Htot, diametro al colletto - Dcoll, rapporto ipsodiametri-

co - H/D) e la frequenza di piante con dominanza apicale. Per ogni

impianto, i caratteri relativi all’accrescimento, dopo avere verificato la nor-

malità della distribuzione, sono stati sottoposti ad ANOVA considerando

come fonti di variazione i blocchi, le provenienze e la loro interazione. Per

i caratteri che hanno dato luogo a valori di F almeno significativi si è

applicato il test di Duncan. Eventuali disomogeneità tra provenienze per

quanto riguarda la sopravvivenza delle piante e la dominanza del getto

apicale sono state evidenziate ricorrendo al test del χ

2

calcolato con i valo-

ri assoluti.

(5)

R

ISULTATI

A - Caratteristiche del seme

I risultati delle indagini preliminari sulle caratteristiche del seme sono riportati in Tab. 1. La provenienza che si caratterizza per la più bassa per- centuale di ghiande guaste è Trino V. (10,0%), Mercurago per la più alta (20,6%). Nei test di laboratorio Trino V. e Racconigi fanno registrare i valo- ri più elevati per il carattere P1000 (5,23 e 5,07 rispettivamente), tutte le altre provenienze si attestano su valori inferiori a 4,6. Per quanto riguarda la percentuale di germinazione e TMG, le provenienze Mercurago, Racco- nigi e Trino V. si mostrano nettamente migliori (%germ > 90 contro 70,9 di La Mandria e 72,2 di Stupinigi; TMG < 11,8 giorni contro 14,4 di La Man- dria e 14,5 di Stupinigi).

Tabella 1 – Qualità del seme impiegato: risultati dei test di laboratorio e di vivaio.

Test di laboratorio Semina in vivaio

Provenienza % P1000 TMG % Semi Plantule Plantule Piante

guasti kg germ utilizzati al 21-05 al 17-07 prodotte

La Mandria 18,1 4,29 14,4 70,9 305 19,7% 43,0% 42,6%

Mercurago 20,4 4,48 11,8 90,6 242 54,4% 58,7% 58,7%

Racconigi 19,6 5,07 11,1 93,3 233 24,5% 36,8% 40,3%

Stupinigi 16,2 4,58 14,5 72,2 305 24,3% 39,0% 42,6%

Trino V. 10,0 5,23 11,1 95,0 233 45,9% 75,5% 76,4%

χ2= 49,63** χ2= 28,02**

B - Allevamento in vivaio

Le provenienze che presentano levata più precoce (Tab. 1), ad entram- bi i rilievi, sono Mercurago e Trino V., con una netta prevalenza di quest’ul- tima al rilievo di luglio (75,5% di plantule rilevate). Al termine della stagio- ne vegetativa Trino V. si caratterizza, inoltre, per il maggior numero di semenzali prodotti (76,4%); Racconigi, con il 40,3% di piante prodotte, è la provenienza che fa registrare i risultati peggiori. Il test del χ

2

mette in luce una disomogeneità molto significativa tra provenienze (Tab. 1).

Al termine della stagione vegetativa in vivaio le provenienze che fanno

registrare il maggiore sviluppo in altezza (Tab. 2) sono Racconigi e Marcu-

rago (32,3 e 35,5 cm rispettivamente), distinguendosi molto significativa-

mente da La Mandria e Stupinigi (27 cm). La Mandria presenta la percen-

tuale più elevata di semenzali con getto apicale dominante. Per questo

carattere il valore di χ

2

evidenzia una significativa disomogeneità tra prove-

nienze; se si esclude dall’analisi La Mandria le altre provenienze si dimo-

strano omogenee (con valori > 85%).

(6)

C - Impianti comparativi Prato Sesia

La mortalità registrata nell’impianto di Prato Sesia è stata irrilevante sia nel 2003 sia nel 2004 (1 pianta durante il primo, 4 al termine del secon- do). Al termine della stagione 2006 (Tab. 3) si nota invece una più rilevante percentuale di mortalità distribuita uniformemente tra le provenienze, come dimostra il valore di χ

2

.

I risultati dei caratteri relativi all’accrescimento sono riportati in Tab. 4. L’analisi della varianza mette in luce che non vi sono differenze significative tra le provenienze per tutti i caratteri esaminati e che, per le stagioni 2003 e 2004, l’interazione blocchi provenienza è sempre almeno significativa per i caratteri Htot e H/D.

Al termine di tutte le stagioni vegetative considerate, Mercurago risul- ta essere sempre la provenienza con i valori di altezza più elevati. Al contra- rio alla provenienza La Mandria spettano sempre i valori medi più bassi.

Per quanto riguarda il diametro al colletto si osserva una grande omoge- neità tra i valori medi delle provenienze poste a confronto.

Il test del χ

2

applicato alla presenza di apice del fusto dominante, al termine della prima e della quarta stagione vegetativa, indica che le prove- nienze mostrano modalità di crescita omogenee (Tab. 5); la provenienza con minore percentuale di piante con presenza di dominanza apicale è, in entrambi i rilievi, Trino V. (71,4% e 18,4% rispettivamente). Per tutte le provenienze si assiste, alla quarta stagione vegetativa in campo, una notevo- le riduzione di piante con apice del fusto dominante.

Verolengo

A Verolengo la mortalità (Tab. 3) registrata alla fine della prima stagione vegetativa in campo è stata globalmente pari al 10%; Racconigi fa registrare il valore più basso (4,7%), La Mandria e Stupinigi quelli più alti (rispettiva-

Tabella 2 – Altezza dei semenzali (risultati dell’ANOVA e test di Duncan) e dominanza del getto api- cale (risultati del test del χ2) al termine della stagione vegetativa in vivaio.

N oss. H 2002 S1 con S1 senza

cm dominanza apicale dominanza apicale

La Mandria 130 27,0 A 96,1% 3,9%

Stupinigi 130 27,0 A 86,6% 13,4%

Trino V. 178 29,9 AB 93,6% 6,4%

Racconigi 94 32,3 B 90,0% 10,0%

Mercurago 142 35,5 B 88,2% 11,8%

Tra prov. F= 9,612** χ2provenienze = 9,517*

χ2esclusa La Mandria = 3,143 n.s

(7)

mente 12,5% e 15,6%). Il test del χ

2

non evidenzia disomogeneità tra prove- nienze, al contrario da luogo a risultati molto significativi se applicato ai bloc- chi. Al termine della stagione vegetativa 2006 la mortalità cumulata registrata è pari al 17,8%; a livello di provenienze il test del χ

2

fornisce un valore molto significativo, tale significatività si perde se si escludono dal test Racconigi e Trino V. che presentano le più alte percentuali di sopravvivenza.

Nelle prime due stagioni vegetative, in questo impianto (Tab. 6) emer- gono differenze almeno significative tra le provenienze per tutti i caratteri saggiati ad eccezione di H/D 2004; al termine della stagione 2006 le diffe- renze tra le provenienze, per H, Dcoll e H/D, si riducono e risultano non più significative. L’ANOVA ha messo in luce differenze molto significative tra i blocchi per tutti i caratteri analizzati ad esclusione di Dcoll 2003, H/D 2004 e H/D 2006. Al termine delle prime due stagioni vegetative in campo

Tabella 3 – Mortalità registrata negli impianti.

STAGIONE VEGETATIVA2003

Provenienza blocco 1 blocco 2 blocco 3 blocco 4 Totale per provenienza

La Mandria 5 2 0 1 8 (12,5%)

Mercurago 4 2 0 1 7 (10,9%)

Racconigi 2 1 0 0 3 (4,7%)

Stupinigi 3 4 2 1 10 (15,6%)

Trino V. 2 1 0 1 4 (10,0%)

Totale x bl. 16 10 2 4

χ2blocchi = 16,67** χ2provenienze = 5,764 n.s.

STAGIONE VEGETATIVA2006

Provenienza blocco 1 blocco 2 blocco 3 blocco 4 Totale per provenienza

La Mandria 7 2 5 3 17 (26,6%)

Mercurago 5 3 0 5 13 (20,3%)

Racconigi 2 1 2 0 5 (7,8%)

Stupinigi 4 5 3 4 16 (25,0%)

Trino V. 3 1 0 2 6 (9,4%)

Totale x bl. 21 12 10 14

χ2blocchi = 5,87 n.s. χ2provenienze= 13,36**

χ2escl Ra. e Tr.= 0,74 n.s.

STAGIONE VEGETATIVA2006

Provenienza blocco 1 blocco 2 blocco 3 Totale per provenienza

La Mandria 3 2 1 6 (12,5%)

Mercurago 1 3 1 5 (10,4%)

Racconigi 3 1 2 6 (20,0%)

Stupinigi 4 3 0 7 (14,6%)

Trino V. 5 2 0 7 (14,6%)

Totale x bl. 16 11 4

χ2blocchi = 8,174* χ2provenienze = 1,529 n.s.

VEROLENGOPRATOSESIA

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La Mandria e Stupinigi sono le provenienze che si distinguono dalle altre per i valori significativamente più bassi, sia in altezza sia in diametro. Al contrario Racconigi, a fine 2004, è l’unica provenienza che si distingue dalle altre per i valori dimensionali superiori. Al termine del 2006 le differenze non risultano più statisticamente significative ma le provenienze mantengo- no i ranghi acquisiti in precedenza.

Per quanto riguarda la presenza di dominanza apicale sul fusto, il test del χ

2

, non fa emergere disomogeneità tra le provenienze (Tab. 5). Analoga- mente a quanto osservato a Prato Sesia, anche in questo impianto si assiste

Tabella 4 – Impianto di Prato Sesia. Risultati dell’analisi della varianza (F e livello di significatività), valori medi e test di Duncan (in corsivo) per i caratteri diametro al colletto, altezza totale e rapporto ipsodiametrico.

Altezza totale Diametro colletto Rapporto H/D

2003 2004 2006 2003 2004 2006 2003 2004 2006

F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv.

Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign.

Tra blocchi (A) 0,02 0,38 0,77 3,77 3,72 0,17 0,99 0,10 0,28

n.s. n.s. n.s. * * n.s. n.s. n.s. n.s.

Tra provenienze (B) 0,97 1,35 1,22 0,82 0,75 0,92 1,36 2,30 0,89

n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

Interazione AxB 2,63 2,53 1,91 1,22 1,84 0,94 2,74 1,99 0,70

** * n.s. n.s. n.s. n.s. ** * n.s.

Htot Htot Htot Dcoll Dcoll Dcoll H/D H/D H/D

2003 2004 2006 2003 2004 2006 2003 2004 2006

cm cm cm cm cm cm

La Mandria 77,4 125,0 199,6 1,5 2,4 4,7 50,7 52,7 47,6

Mercurago 89,9 152,3 240,4 1,6 2,5 4,7 58,4 62,2 51,7

Racconigi 80,7 126,8 230,1 1,5 2,3 4,7 53,2 54,0 50,9

Stupinigi 87,1 137,9 228,1 1,5 2,3 4,6 60,6 59,3 72,0

Tabella 5 – Risultati del test del χ2per la dominanza apicale. Si riportano le percentuali di piante con dominanza apicale per le stagioni vegetative 2003 e 2006.

Prato Sesia Verolengo

Provenienza 2003 2006 2003 2006

La Mandria 85,1% 23,7% 80,6% 20,8%

Mercurago 87,2% 30,2% 81,3% 23,1%

Racconigi 86,7% 31,6% 68,3% 23,7%

Stupinigi 89,6% 31,6% 77,8% 33,3%

Trino V. 71,4% 18,4% 65,1% 35,6%

χ2provenienze χ2provenienze χ2provenienze χ2provenienze

7,322 n.s. 2,475 n.s. 7,378 n.s. 4,809 n.s.

(9)

ad una progressiva e rilevante perdita di dominanza apicale. Trino V. e Stu- pinigi sono quelle che presentano, nel 2006, le percentuali più alte di piante ben conformate (35,6% e 33,3% rispettivamente).

D

ISCUSSIONE

A - Caratteristiche del seme

La partita di seme, nel suo insieme, è caratterizzata da una percentua- le di semi guasti piuttosto alta (17%) e superiore a quanto generalmente osservato nelle statistiche, relative ai semi di farnia, del Laboratorio Semi Forestali del DISTAF dell’Università di Firenze.

I semi di miglior qualità, per P1000, TMG e % germ, si sono dimo- strati quelli delle provenienze Trino V. e Racconigi; il popolamento del Parco di Racconigi, composto da buoni fenotipi, viene ad oggi considerato il migliore per la raccolta del seme di farnia in Piemonte (AA.VV., op. cit.) ed è l’unico tra quelli presi qui in considerazione ad essere iscritto nel Libro Nazionale dei Boschi da Seme. La Mandria e Stupinigi, al contrario, si sono caratterizzate per i risultati peggiori per molti dei parametri considerati.

L’anno di raccolta del seme è stata un’annata di pasciona per i popola-

Tabella 6 – Impianto di Verolengo. Risultati dell’analisi della varianza (F e livello di significatività), valori medi e test di Duncan (in corsivo) per i caratteri diametro al colletto, altezza totale e rapporto ipsodiametrico.

Altezza totale Diametro colletto Rapporto H/D

2003 2004 2006 2003 2004 2006 2003 2004 2006

F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv. F e Liv.

Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign. Sign.

Tra blocchi (A) 13,70 10,16 10,34 1,90 6,80 6,38 10,18 0,73 0,42

** ** ** n.s. ** ** ** n.s. n.s.

Tra provenienze (B) 6,58 4,37 2,61 3,31 3,32 2,03 3,11 0,24 2,70

** ** n.s. * * n.s. * n.s. n.s.

Interazione AxB 0,76 1,57 2,65 0,96 1,37 3,23 1,47 2,19 1,93

n.s. n.s. ** n.s. n.s. ** n.s. * *

Htot Htot Htot Dcoll Dcoll Dcoll H/D H/D H/D

2003 2004 2006 2003 2004 2006 2003 2004 2006

cm cm cm cm cm cm

La Mandria 50,5 A 83,2 A 157,5 0,8 A 1,0 A 3,4 67,9 A 84,5 48,2 Mercurago 65,0 B 94,5 AB 201,5 0,8 AB 1,2 AB 4,0 80,1 B 83,2 53,7 Racconigi 67,2 B 107,0 B 226,5 0,9 B 1,3 B 5,0 79,5 B 88,2 50,0 Stupinigi 57,0 AB 88,7 A 196,0 0,8 A 1,0 A 4,0 77,6 AB 86,3 53,9 Trino V. 59,1 AB 98,4 AB 197,5 0,7 A 1,2 AB 4,4 80,1 B 86,8 46,3

(10)

menti di Stupinigi e Racconigi. I risultati qui riportati, che devono essere considerati validi solo per l’anno silvano di riferimento e non generalizzabi- li, sono in contrasto con quanto comunemente riportato in letteratura, e cioè che quando la produzione di seme è abbondante anche la sua qualità è migliore.

B - Sviluppo dei semenzali in vivaio

In vivaio Mercurago e Trino V. sono le provenienze con levata dei semenzali più precoce; al termine della stagione vegetativa quest’ultima è la provenienza che presenta, differenziandosi dalle altre, la percentuale più alta di piantine prodotte ed è quella che meno si discosta dai valori di ger- minazione ottenuti in laboratorio. Racconigi, al contrario, non conferma i buoni risultati emersi nelle prove di laboratorio producendo una quantità di semenzali pari al 53% in meno; questo risultato inatteso, non imputabile esclusivamente alla percentuale piuttosto elevata di semi guasti, ha impedi- to di ottenere un numero sufficiente di piantine e per tale motivo nell’im- pianto di Prato Sesia le parcelle non sono complete. Le piantine di questa provenienza, seconde solo a quelle di Mercurago, risultano comunque tra le più sviluppate in altezza al termine dell’allevamento in vivaio. La scarsa per- centuale di nascite non può essere quindi attribuita con certezza ad una insoddisfacente qualità del seme. La Mandria e Stupinigi si confermano essere le provenienze con le performance peggiori.

C - Gli impianti comparativi

La mortalità iniziale più elevata e l’accrescimento più limitato che

caratterizza, in generale, le piante di Verolengo è probabilmente imputabile

ad una concomitanza di fattori sfavorevoli. L’anno della messa a dimora è

stato caratterizzato da una piovosità molto ridotta e da temperature medie

massime superiori rispetto al decennio precedente (100 mm di pioggia in

meno; T media > di 0,7 °C, T max > 1,4 °C). Inoltre a Verolengo, nella

prima stagione vegetativa, non sono stati eseguiti tempestivamente ripulitu-

re e diserbi a carico della rigogliosa vegetazione erbacea sviluppatasi su

gran parte dell’impianto. Questo, se da un lato ha protetto le piantine dalle

condizioni di eccessivo calore e ne ha favorito la sopravvivenza, ha comun-

que contribuito a determinare accrescimenti più ridotti. È presumibile che

le differenze significative che si osservano in questo impianto per i caratteri

relativi allo sviluppo delle piante nel 2003 e nel 2004 siano da imputare alle

condizioni ambientali iniziali più difficili; la perdita di significatività delle

differenze registrata nel 2006 sembrerebbe confermare questa ipotesi. Va

considerato che nelle condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli

(almeno nella prima stagione vegetativa) di Verolengo, Trino V. e Racconigi

(11)

risultano le provenienze con la più elevata percentuale di sopravvivenza al 2006. In particolare Racconigi, che qui fa registrare i migliori risultati anche in termini di accrescimento, sembra dimostrarsi la provenienza che meglio si è adattata a condizioni difficili. Le differenze significative registrate tra i blocchi in questo impianto sono da imputare alla elevata disformità delle caratteristiche del terreno, in cui la presenza irregolare di ghiaioni e la profondità della falda condizionano lo spessore del suolo esplorabile dagli apparati radicali.

A Prato Sesia le condizioni ambientali sono risultate più omogenee e meno severe.

Nell’impianto di Verolengo la provenienza che presenta accrescimenti superiori (significativamente maggiori nelle stagioni 2003 e 2004) è Racco- nigi, mentre a Prato Sesia è Mercurago quella che da luogo alla performance migliore. Considerando lo sviluppo in altezza, al 2006, in entrambi gli impianti i primi tre posti sono occupati da Racconigi, Mercurago e Trino V., e ciò risulta in linea con quanto si era verificato in vivaio. Sia a Prato Sesia sia a Verolengo, La Mandria è la provenienza caratterizzata dai peggiori risultati, confermando quanto osservato in laboratorio, sul seme, e in vivaio, sul postime.

La generale maggiore omogeneità tra le provenienze osservata in entrambi gli impianti al termine della quarta stagione vegetativa in campo, rispetto alle stagioni precedenti, fa ipotizzare che le piante siano ancora nella fase di attecchimento, periodo in cui viene penalizzato lo sviluppo della parte area. Le manifestazioni che confermerebbero tale ipotesi sono la generale perdita di dominanza apicale osservata nel 2006, le alternanze delle provenienze nei ranghi di accrescimento per le diverse stagioni vegeta- tive considerate e il generale appiattimento delle differenze diametriche al 2006. Queste considerazioni unite alla forte variabilità imputabile ai blocchi contribuisce a mettere in guardia sulla attendibilità di valutazioni precoci delle provenienze messe a confronto negli impianti presi in esame.

I risultati confermano quanto sovente osservato dagli arboricoltori in piantagioni di specie del genere Quercus, e cioè che le querce hanno un lungo periodo di adattamento post-impianto prima di formare un asse prin- cipale ben sviluppato e definito (B

URESTI

e M

ORI

, 2004; S

TEINHOFF

, op. cit.).

La moderata diversità che emerge, allo stato attuale, tra le provenien-

ze potrebbe essere frutto di una certa omogeneità genetica dei popolamenti

e delle località di raccolta. Dalle analisi genetiche condotte sui boschi da

seme di farnia del Piemonte, che comprendono tra gli altri quelli di Stupi-

nigi, Trino V. e La Mandria, emergono livelli di distanza genetica assai

modesti e portano ad escludere l’esistenza di processi di differenziazione in

corso (C

AMERANO

et al., op. cit.).

(12)

Dallo studio preliminare condotto per l’individuazione delle provenien- ze da sottoporre a prova comparativa emerge che, per le farnie piemontesi, il fenotipo degli individui del popolamento presenta una più stretta relazione con le caratteristiche pedologiche della stazione che con il differente patrimo- nio genetico (vedi Parte I del presente lavoro). Le peculiarità osservate per Racconigi, così come l’elevato grado di omozigosi, potrebbero essere dovute all’isolamento favorito dalla sua particolare localizzazione, all’interno del parco del bosco del Castello di Racconigi; indagini di tipo storico potrebbero contribuire a chiarirne l’origine e l’attuale profilo genetico.

C

ONCLUSIONI

È noto che gli studi sulle provenienze richiedono, per produrre risul- tati attendibili, osservazioni ripetute per periodi di tempo piuttosto lunghi;

generalmente si assumono come risultati definitivi quelli raggiunti ad un’età non inferiore al terzo del turno previsto. Le osservazioni condotte in questo studio possono essere considerate il risultato di test precoci e quindi la loro interpretazione non può essere considerata valida sul lungo periodo; le par- celle comparative realizzate consentiranno solo in futuro di ottenere risulta- ti definitivi.

Dopo 4 anni dall’impianto sono comunque già emerse utili indicazioni almeno per quanto riguarda le provenienze Racconigi (buoni risultati in ter- mini di sopravvivenza e accrescimento in condizioni ambientali più difficili) e La Mandria (con performance scadenti).

La generale omogeneità riscontrata tra le provenienze piemontesi da noi esaminate è confermata da quanto emerso dagli studi sulla loro diffe- renziazione genetica e porta a supporre che spesso a fini pratici, nel consi- derare le caratteristiche genetiche delle specie forestali, sia sufficiente fare riferimento alle regioni di provenienza senza scendere al livello di singoli popolamenti da seme.

SUMMARY

First results of Quercus robur provenance trial in Piemonte (Northern Italy) This research consists of a provenance trial on five population of Quercus robur from Piemonte (Northern Italy). The study includes the analysis of seeds characteristics and seedlings growth in the nursery. On march 2003 two experimental plots were realized in the provinces of Vercelli and Torino. After the first four vegetative seasons data about survival, growth and leading shoot characteristics were collected. Differences among the five provenances for most of the considered characters were observed.

(13)

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