possano essere corretti.
Premessa. Nel compito potrebbero essere richieste “varianti minori” di quanto segue. Un esempio: potrebbero essere richiesti gli analoghi dei Teoremi 11, 12 e 13 per funzioni integrabili in senso improprio in (a, b] con −∞ ≤ a < b < +∞ (in altre parole: quando la “singolarit` a” ` e in a invece che in b).
1. INTEGRALI
Definizione 1 (Somme superiori, inferiori e integrabilit` a).
Sia f : [a, b] → R una funzione limitata e D una suddivisione di [a, b], ovvero un insieme finito D = {x
0, x
1, . . . , x
n} ⊂ [a, b] di punti di [a, b] tali che
a = x
0< x
1< x
2< · · · < x
n= b.
La somma inferiore s( D, f) e la somma superiore di f relative a D sono definite, rispettivamente, da
s( D, f) := P
ni=1(x
i− x
i−1) inf
[xi−1,xi]f S( D, f) := P
ni=1(x
i− x
i−1) sup
[xi−1,xi]f .
La funzione f ` e detta integrabile secondo Riemann (in breve: integrabile) su [a, b] se vale l’uguaglianza
sup s( D, f) : D suddivisione di [a, b] = inf S(D, f) : D suddivisione di [a, b] . Teorema 2 (Funzioni continue sono integrabili).
Sia f : [a, b] → R una funzione continua sull’intervallo chiuso e limitato [a, b]; allora f ` e integrabile secondo Riemann su [a, b].
Teorema 3 (Funzioni monotone sono integrabili).
Sia f : [a, b] → R una funzione monotona sull’intervallo chiuso e limitato [a, b]; allora f ` e integrabile secondo Riemann su [a, b].
Teorema 4 (Funzioni con un numero finito di discontinuit` a sono integrabili).
Sia f : [a, b] → R una funzione limitata sull’intervallo chiuso e limitato [a, b] e con una quantit` a finita di punti di discontinuit` a; allora f ` e integrabile secondo Riemann su [a, b].
Teorema 5 (Teorema fondamentale del calcolo integrale).
Sia f : [a, b] → R una funzione integrabile secondo Riemann su [a, b] e sia c ∈ [a, b].
Se f ` e continua nel punto x
0∈ [a, b], allora la funzione integrale F
c: [a, b] → R definita da F
c(x) := R
xc
f (t)dt risulta derivabile in x
0e F
c0(x
0) = f (x
0).
In particolare, se f ` e continua su [a, b] la funzione F
crisulta di classe C
1su [a, b] e F
c0= f .
1
Definizione 6 (Primitive e funzioni integrali).
Siano I ⊂ R e f : I → R. Una funzione F : I → R si dice primitiva di f su I se F
`
e derivabile su I e F
0(x) = f (x) per ogni x ∈ I.
Teorema 7 (Calcolo di integrali definiti).
Sia f : [a, b] → R una funzione continua sull’intervallo chiuso e limitato [a, b], e sia F : [a, b] → R una primitiva di f . Allora R
ba
f (x)dx = F (b) − F (a).
Teorema 8 (Formula di integrazione per parti).
Siano f, g : [a, b] → R due funzioni di classe C
1sull’intervallo chiuso e limitato [a, b];
allora Z
ba
f
0(x)g(x) dx = f (x)g(x)
b a
− Z
ba
f (x)g
0(x) dx . Teorema 9 (Formula di integrazione per sostituzione).
Siano ϕ : [a, b] → I (dove I ⊂ R `e un intervallo) una funzione di classe C
1sull’intervallo chiuso e limitato [a, b] e f : I → R una funzione continua su I;
allora Z
ba
f (ϕ(t))ϕ
0(t) dt =
Z
ϕ(b)=β ϕ(a)=αf (x) dx.
Se ϕ risulta invertibile su [a, b], allora vale anche Z
βα
f (x) dx =
Z
ϕ−1(β) ϕ−1(α)f (ϕ(t))ϕ
0(t) dt.
Definizione 10 (Integrabilit` a in senso improprio).
Sia f : [a, b) (−∞ < a < b ≤ +∞) una funzione integrabile secondo Riemann su [a, ω] per ogni ω ∈ (a, b). La funzione f si dice integrabile in senso improprio (o generalizzato) su [a, b) se esiste il limite
(1) lim
ω→b−
Z
ω af (t)dt ed esso risulta finito. Tale limite viene denotato con R
ba
f (t)dt e si dice che l’integrale improprio R
ba
f (t)dt ` e convergente.
Se il limite (1) esiste ma non ` e finito si dice che l’integrale improprio R
ba
f (t)dt ` e divergente (a +∞ o −∞, a seconda del valore del limite (1)).
Teorema 11 (Criterio del confronto per integrali impropri).
Siano f, g : [a, b) → R (−∞ < a < b ≤ +∞) due funzioni tali che 0 ≤ f (x) ≤ g(x) ∀x ∈ [a, b)
f, g sono integrabili secondo Riemann su [a, ω] per ogni ω ∈ (a, b).
Allora:
• se R
ba
g(x) dx ` e convergente, anche R
ba
f (x) dx ` e convergente;
• se R
ba
f (x) dx ` e divergente, anche R
ba
g(x) dx ` e divergente.
Teorema 12 (Confronto asintotico per integrali impropri, limite finito e non nullo).
Siano f, g : [a, b) → R (−∞ < a < b ≤ +∞) due funzioni tali che f (x) ≥ 0 e g(x) > 0 ∀x ∈ [a, b)
f, g sono integrabili secondo Riemann su [a, ω] per ogni ω ∈ (a, b).
Supponiamo che esista lim
x→b− f (x)g(x)= k ∈ (0, +∞); allora valgono le implicazioni R
ba
f (x)dx ` e convergente ⇐⇒ R
ba
g(x)dx ` e convergente R
ba
f (x)dx ` e divergente ⇐⇒ R
ba
g(x)dx ` e divergente.
Teorema 13 (Confronto asintotico per integrali impropri, limite nullo o infinito).
Nelle stesse ipotesi del Teorema 12: se lim
x→b− f (x)g(x)= 0 allora valgono le implicazioni
• se R
ba
g(x) dx ` e convergente, anche R
ba
f (x) dx ` e convergente;
• se R
ba
f (x) dx ` e divergente, anche R
ba
g(x) dx ` e divergente.
Se lim
x→b− f (x)g(x)= +∞ allora valgono le implicazioni
• se R
ba
f (x) dx ` e convergente, anche R
ba
g(x) dx ` e convergente;
• se R
ba
g(x) dx ` e divergente, anche R
ba
f (x) dx ` e divergente.
Definizione 14 (Assoluta integrabilit` a).
Sia I ⊂ R un intervallo e f : I → R una funzione. Diremo che f `e assoluta- mente integrabile in senso improprio su I se l’integrale improprio R
I
|f (t)|dt risulta convergente.
Teorema 15 (Criterio di assoluta integrabilit` a per integrali impropri).
Sia I ⊂ R un intervallo. Se f : I → R `e assolutamente integrabile in senso improprio su I, allora f ` e anche integrabile in senso improprio su I e vale la disuguaglianza
Z
I
f (x) dx
≤ Z
I
|f (x)| dx . 2. SERIE
Definizione 16 (Serie convergenti/divergenti/irregolari).
Sia {a
k}
k∈Nuna successione di numeri reali; per ogni n ∈ N definiamo le somme parziali s
n:= a
0+ a
1+ · · · + a
n. Diremo che la serie P
∞k=0
a
k` e convergente se esiste lim
n→+∞s
ne quest’ultimo ` e finito.
Se lim
n→+∞s
n= ±∞ diremo che la serie P
∞k=0
a
k` e divergente (a +∞ o −∞) e scriveremo P
∞k=0
a
k= +∞ (o −∞).
Se il limite lim
n→+∞s
nnon esiste, la serie P
∞k=0
a
kviene detta irregolare.
Teorema 17 (Serie convergenti e code).
La serie P
∞k=0
a
k` e convergente/divergente/irregolare se e soltanto se una sua qual- siasi coda P
∞k=N
a
k` e convergente/divergente/irregolare.
Teorema 18 (Condizione necessaria per la convergenza di una serie).
Se la serie P
∞k=0
a
k` e convergente, allora lim
k→+∞a
k= 0.
Teorema 19 (Criterio di Cauchy per la convergenza di una serie).
La serie P
∞k=0
a
k` e convergente se e solo se per ogni > 0 esiste N ∈ N tale che
m
X
k=n
a
k=
a
n+ a
n+1+ · · · + a
m< per ogni m > n ≥ N . Teorema 20 (Serie a termini positivi).
Se P
∞k=0
a
k` e a termini positivi, allora o ` e convergente o ` e divergente a +∞. In particolare, risulta convergente se e solo se le somme parziali s
n= a
0+ a
1+ · · · + a
nsono limitate.
Teorema 21 (Criterio del confronto integrale per serie a termini positivi).
Sia f : (0, +∞) → R una funzione decrescente e tale che f (x) ≥ 0 per ogni x ∈ (0, +∞). Allora la serie P
∞k=1
f (k) risulta convergente (risp. divergente) se e soltanto se l’integrale improprio R
+∞1
f (x)dx ` e convergente (divergente).
Teorema 22 (Criterio del confronto per serie a termini positivi).
Se esiste N ∈ N tale che 0 ≤ a
k≤ b
kper ogni k ≥ N , allora valgono le seguenti implicazioni:
• se P
∞k=0
b
k` e convergente, allora P
∞k=0
a
k` e convergente;
• se P
∞k=0
a
k= +∞, allora P
∞k=0
b
k= +∞.
Teorema 23 (Confronto asintotico per serie a termini positivi, limite finito e non nullo).
Supponiamo che esista N ∈ N tale che a
k≥ 0 e b
k> 0 per ogni k ≥ N , e che inoltre esista il limite lim
k→+∞ abkk
= l con l 6= 0, l 6= +∞. Allora
∞
X
k=0
a
k` e convergente ⇐⇒
∞
X
k=0
b
k` e convergente
∞
X
k=0
a
k` e divergente ⇐⇒
∞
X
k=0
b
k` e divergente.
Teorema 24 (Confronto asintotico per serie a termini positivi, limite nullo o infi- nito).
Nelle stesse ipotesi del Teorema 23: se lim
k→+∞ abkk
= 0 valgono le implicazioni
• se P
∞k=0
b
k` e convergente, anche P
∞k=0
a
k` e convergente;
• se P
∞k=0
a
k` e divergente (a +∞), anche P
∞k=0
b
k` e divergente (a +∞).
Se lim
k→+∞ akbk
= +∞ valgono le implicazioni
• se P
∞k=0
a
k` e convergente, anche P
∞k=0
b
k` e convergente;
• se P
∞k=0
b
k` e divergente (a +∞), anche P
∞k=0
a
k` e divergente (a +∞).
Definizione 25 (Serie assolutamente convergenti).
La serie P
∞k=0
a
ksi dice assolutamente convergente se la serie dei valori assoluti P
∞k=0
|a
k| `e convergente.
Teorema 26 (Criterio di assoluta convergenza per serie).
Se la serie P
∞k=0
a
k` e assolutamente convergente, allora risulta anche convergente e vale la disuguaglianza
∞
X
k=0
a
k≤
∞
X
k=0
|a
k| . Teorema 27 (Criterio di Leibnitz).
Supponiamo che esista N ∈ N tale che
• a
k≥ 0 per ogni k ≥ N ;
• lim
k→∞a
k= 0;
• a
k+1≤ a
kper ogni k ≥ N . Allora la serie P
∞k=0
(−1)
ka
k` e convergente. Se le ipotesi precedenti valgono con N = 0, allora si hanno le disuguaglianze
0 ≤ a
0− a
1≤
∞
X
k=0
(−1)
ka
k≤ a
0Teorema 28 (Criterio del rapporto).
Supponiamo che esista lim
k→+∞ak+1 ak
= r. Allora
• se 0 ≤ r < 1 la serie P
∞k=0
a
k` e assolutamente convergente (in particolare ` e convergente);
• se r > 1 la serie P
∞k=0
a
knon ` e convergente e anzi lim
k→+∞|a
k| = +∞.
Se r > 1 e la serie ` e a termini positivi, allora P
∞k=0
a
k= +∞.
Teorema 29 (Criterio della radice).
Supponiamo che esista lim
k→+∞p|a
k k| = r. Allora
• se 0 ≤ r < 1 la serie P
∞k=0
a
k` e assolutamente convergente (in particolare ` e convergente);
• se r > 1 la serie P
∞k=0
a
knon ` e convergente e anzi lim
k→+∞|a
k| = +∞.
Se r > 1 e la serie ` e a termini positivi, allora P
∞k=0
a
k= +∞.
3. FUNZIONI DI DUE VARIABILI REALI Definizione 30 (Nozioni base di topologia in R
2).
Sia D ⊂ R
2; un punto (x
0, y
0) ∈ R
2si dice
• interno a D se esiste r > 0 tale che B((x
0, y
0), r) ⊂ D;
• esterno a D se `e interno a R
2\ D, cio`e se esiste r > 0 tale che B((x
0, y
0), r) ⊂
R
2\ D;
• di frontiera per D se non `e n´e interno n´e esterno a D, cio`e se per ogni r > 0 si ha che D ∩ B((x
0, y
0), r) 6= ∅ e D \ B((x
0, y
0), r) 6= ∅.
I simboli ˚ D, ∂D indicano, rispettivamente, l’insieme dei punti interni (parte interna) e l’insieme dei punti di frontiera (frontiera o bordo) di D. Il simbolo D (chiusura di D) denota l’insieme dei punti interni o di frontiera, cio` e l’unione ˚ D ∪ ∂D. E’
evidente che ˚ D ⊂ D ⊂ D.
L’insieme D si dice aperto se ogni suo punto ` e interno, cio` e se D = ˚ D. L’insieme D si dice chiuso se D = D; in maniera equivalente, se il complementare R
2\ D `e aperto.
Il punto (x
0, y
0) ` e detto di accumulazione per D se per ogni r > 0 esiste (x, y) 6=
(x
0, y
0) tale che (x, y) ∈ D ∩ B((x
0, y
0), r) (cio` e se esistono punti di D diver- si da (x
0, y
0) arbitrariamente vicini a (x
0, y
0)). Equivalentemente: se esiste una successione {(x
n, y
n)}
n⊂ D di punti di D diversi da (x
0, y
0) che converge ad (x
0, y
0).
Il punto (x
0, y
0) ` e detto isolato se esiste r > 0 tale che D ∩B((x
0, y
0), r) = {(x
0, y
0)}.
Definizione 31 (Limiti di funzioni in due variabili).
Siano f : D → R una funzione definita su D ⊂ R
2, (x
0, y
0) ∈ R
2un punto di accumulazione per D e l ∈ R. Si dice che
lim
(x,y)→(x0,y0)
f (x, y) = l se per ogni > 0 esiste r > 0 tale che
|f (x, y) − l| < per ogni (x, y) ∈ D ∩ B((x
0, y
0), r), (x, y) 6= (x
0, y
0).
Si dice che lim
(x,y)→(x0,y0)f (x, y) = +∞ (risp. −∞) se per ogni M > 0 esiste r > 0 tale che f (x, y) > M (risp. f (x, y) < −M ) per ogni (x, y) ∈ D ∩ B((x
0, y
0), r) con (x, y) 6= (x
0, y
0).
Teorema 32 (Teorema “ponte” per limiti di funzioni di due variabili).
Siano f : D → R una funzione definita su D ⊂ R
2e (x
0, y
0) ∈ R
2un punto di accumulazione per D. Allora lim
(x,y)→(x0,y0)f (x, y) = l se e solo se, per ogni successione (x
n, y
n) di punti di D \ {(x
0, y
0)} tale che lim
n→∞(x
n, y
n) = (x
0, y
0), si ha lim
n→∞f (x
n, y
n) = l.
Teorema 33 (Condizioni sufficienti per avere insiemi aperti/chiusi).
Supponiamo che f, g : R
2→ R siano funzioni continue ed s, t ∈ R. Allora gli insiemi {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) < t}, {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) > t}, {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) 6= t}, {(x, y) ∈ R
2: s < f (x, y) < t}, {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) < t e g(x, y) < s}
sono aperti, mentre gli insiemi
{(x, y) ∈ R
2: f (x, y) ≤ t}, {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) ≥ t}, {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) = t}, {(x, y) ∈ R
2: s ≤ f (x, y) ≤ t}, {(x, y) ∈ R
2: f (x, y) ≤ t e g(x, y) ≤ s}
sono chiusi.
Teorema 34 (Limiti nell’origine in coordinate polari).
Sia f : D → R una funzione definita su D ⊂ R
2tale che (0, 0) ` e interno a D. Allora lim
(x,y)→(0,0)f (x, y) = l ∈ R se e solo se
lim
ρ→0+
sup
ϕ∈[0,2π]
f (ρ cos ϕ, ρ sin ϕ) − l
!
= 0.
Teorema 35 (Bolzano-Weierstrass per funzioni di due variabili).
Sia f : D → R una funzione continua su un dominio D ⊂ R
2chiuso e limitato.
Allora f assume massimo e minimo in D.
Definizione 36 (Derivate parziali, gradiente e differenziabilit` a).
Sia f : D → R una funzione continua su un dominio D ⊂ R
2, e sia (x
0, y
0) un punto interno a D. Le derivate parziali di f in (x
0, y
0) rispetto ad x e y sono definite, rispettivamente, dai limiti (se esistono)
f
x0(x
0, y
0) = ∂f
∂x (x
0, y
0) := lim
t→0
f (x
0+ t, y
0) − f (x
0, y
0) t
e
f
y0(x
0, y
0) = ∂f
∂y (x
0, y
0) := lim
t→0
f (x
0, y
0+ t) − f (x
0, y
0)
t .
Il gradiente di f in (x
0, y
0) ` e il vettore
∇f (x
0, y
0) := f
x0(x
0, y
0), f
y0(x
0, y
0).
La funzione f si dice differenziabile in (x
0, y
0) se esistono entrambe le derivate parziali f
x0(x
0, y
0), f
y0(x
0, y
0) e vale
lim
(x,y)→(x0,y0)
f (x, y) − f (x
0, y
0) − f
x0(x
0, y
0)(x − x
0) − f
y0(x
0, y
0)(y − y
0) p|x − x
0|
2+ |y − y
0|
2= 0 . Teorema 37 (del differenziale totale).
Sia f : D → R una funzione definita su un dominio aperto D ⊂ R
2e sia (x
0, y
0) ∈ D.
Supponiamo che le derivate f
x0, f
y0esistano su tutto D e che siano continue in (x
0, y
0).
Allora f ` e differenziabile in (x
0, y
0).
In particolare, se f
x0, f
y0esistono e sono continue su tutto D (si usa dire che f ` e di Questa ` e una definizione!
classe C
1su D), allora f ` e differenziabile su tutto D.
Definizione 38 (Punti critici, estremi assoluti/relativi, punti di sella).
Sia f : D → R una funzione definita su un dominio aperto D ⊂ R
2. Diremo che (x
0, y
0) ∈ D ` e un
• punto critico (o stazionario) se f ammette derivate parziali in (x
0, y
0) e
∇f (x
0, y
0) = (0, 0);
• massimo (minimo) assoluto se f (x
0, y
0)
(≤)
≥ f (x, y) per ogni (x, y) ∈ D;
• massimo (minimo) relativo se esiste r > 0 tale che f (x
0, y
0)
(≤)