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Funzioni in C

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Academic year: 2021

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(1)

Elementi di Informatica 1 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Sottoprogrammi in C

• Un sottoprogramma in C viene definito nel seguente modo:

Esempio:

float Calcola ([<lista parametri formali>]) { <parte dichiarativa>

<corpo del sottoprogramma>

[return <espressione>;]

}

Un sottoprogramma può avere o meno una lista di argomenti (parametri)

<tipo> <nome_sottoprogramma >([<lista parametri formali>]) { sezione dichiarativa

corpo del sottoprogramma [return <espressione>;]

}

Elementi di Informatica 2 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

• Ogni funzione presenta un valore di ritorno che può essere di un qualsiasi tipo predefinito dal linguaggio o definito

dall’utente.

• Se nella dichiarazione viene omesso il tipo ritornato, esso viene considerato automaticamente un intero.

Funzioni in C

Procedure in C

• In C non esistono le procedure

• Essa è definita come una funzione con il tipo predefinito void

come valore di ritorno; ovvero non è ritornato alcun valore

associato al nome di quella funzione (ma solo ai parametri

passati per riferimento).

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Elementi di Informatica 3 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Controllo dell’esecuzione

• All’atto della chiamata di una funzione, il controllo

dell’esecuzione viene passato alla prima istruzione del corpo della funzione stessa.

• Esistono due modi per restituire il controllo al programma chiamante:

– termine dell’esecuzione della funzione (quando si incontra la “}” finale)

– attraverso l’istruzione: return [<espressione>];

• E’ opportuno controllare sempre che la chiamata di una funzione ed il suo valore di ritorno siano consistenti.

Lista dei parametri formali

• La lista dei parametri è usata per scambiare dati tra una funzione chiamante e quella chiamata. La lista può essere anche vuota.

• I parametri devono essere specificati tra parentesi e separati da virgole, dopo il nome della funzione.

• Per ciascun parametro deve essere dichiarato il suo tipo.

• Esempio:

float Calcola (int x, float y , char z) {

<parte dichiarativa>

<corpo della funzione >

[return <espressione>;]

}

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Elementi di Informatica 5 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Parametri di una funzione

• Il metodo di passaggio dei parametri, per default, è per valore (la funzione chiamata opererà su una copia locale dei parametri attuali passati e non ne modifica il loro valore nel chiamante)

• è possibile passare i parametri per riferimento, utilizzando variabili di tipo puntatore

• E’ responsabilità del programmatore controllare che il numero ed il tipo degli argomenti passati ad una funzione corrisponda con quanto specificato nella dichiarazione della funzione stessa.

Elementi di Informatica 6 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Notazione per lo scambio di parametri per riferimento

• Il meccanismo di scambio dei parametri per riferimento (per indirizzo) avviene tramite l’uso di variabili di tipo puntatore;

in tal caso la funzione chiamata sarà in grado di modificare direttamente il valore del parametro effettivo che riceve.

• Notazione nella dichiarazione di una funzione C di un argomento passato per riferimento:

<tipo> <nome_funzione> (

*

<nome_parametro>)

Es:

void proc1(int * A, int B)

passato per riferimento passato per valore

(4)

Elementi di Informatica 7 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

• Anche i parametri effettivi nella chiamata alla funzione avranno una forma diversa se passati per valore o riferimento

• Passaggio per indirizzo:

<nome_funzione_chiamata> (&<nome_parametro>) Es.:

pippo(&numero); // chiamata della funzione pippo con parametro // effettivo numero passato per riferimento riferendosi all’esempio precedente: void proc1(int *A, int B) int x, y;

proc1(&y, x); // chiamata della funzione proc1 con parametro effettivo // y passato per riferimento al parametro formale A // e x passato per valore al parametro formale B

Notazione per scambio di parametri per riferimento

[<direttive di inclusione>]

[<dichiarazioni sottoprogrammi>]

main ( ) {

<corpo del programma>

}

Struttura di un programma con sottoprogrammi in linguaggio C

Le dichiarazioni dei sottoprogrammi vanno fatte prima del main

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Elementi di Informatica 9 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Struttura di un programma con sottoprogrammi in C

#include <stdio.h>

float Area_Tr(int W, int Y) { float Area_triangolo;

Area_triangolo = (W*Y)/2;

return Area_triangolo;

}

main ( )

{ float base, altezza;

printf (“Immetti valore base\n”);

scanf (“%f”, &base);

printf (“Immetti valore altezza\n”);

scanf (“%f”, &altezza);

if ((base>0)&&(altezza>0))

printf(“Area Triangolo = %f \n”, Area_Tr(base,altezza));

else

printf(“Errore: valore base e/o altezza non maggiori di zero !! \n”);

}

Esempio:

Elementi di Informatica 10 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Esempio di funzione

#include <stdio.h>

// funzione che calcola il cubo di una variabile int cube(int x)

{ int a = x*x*x;

return a; // il valore di a è associato al nome ‘cube’

// della funzione e ‘ritornato’ al main

}

main () {

int I;

printf("Immetti numero per calcolarne il cubo ”);

scanf(“%d”, &I);

printf("Cubo = %d \n”, cube(I));

}

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Elementi di Informatica 11 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Esempio di procedure

#include <stdio.h>

// procedure che calcola il cubo di una variabile // il valore del cubo calcolato è associato al // parametro formale a passato per riferimento

void cube(int x, int *a) {*a = x*x*x; }

main ()

{ int I, I_al_cubo;

printf("Immetti numero per calcolarne il cubo\n ");

scanf("%d", &I);

cube (I, &I_al_cubo);

printf("Cubo di I= %d \n", I_al_cubo);

}

… notare la differente modalità di chiamata e di ‘uso’ del risultato …

Conseguenze di errato uso del meccanismo di scambio parametri

#include <stdio.h>

void swap(int x, int y) { int temp;

temp = x;

x = y;

y = temp;

}

main() { int a = 3;

int b = 5;

swap(a, b);

printf(“a= %d b= %d\n”,a,b);

}

… un programma che attiva un sottoprogramma per effettuare lo scambio (swap) dei valori di due variabili

Essendo, a = 3 e b = 5 il risultato atteso è: a = 5 e b = 3

All’attivazione della funzione si ha ax = 3 , b y = 5

L’esecuzione del sottoprogramma produce x = 5 , y = 3

L’output del programma è:

a = 3 b = 5 ovvero nessuno scambio

Motivo: i parametri sono scambiati per valori per cui swap agisce su x e y, una ‘copia’ delle variabili a e b i cui valori restano immutati nel main

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Elementi di Informatica 13 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Esempio con il corretto scambio per riferimento

#include <stdio.h>

void swap(int *x, int *y) { int temp;

temp = *x;

*x = *y;

*y = temp;

} main() { int a = 3;

int b = 5;

swap(&a, &b);

printf(“a= %d b= %d\n”,a,b);

}

… e l’output del programma è:

a=5 b=3

… scambio dei valori tra le variabili correttamente effettuato !!

la funzione deve agire direttamente sulle variabili stesse e quindi occorre passare gli indirizzi delle variabili, ovvero usare scambio per riferimento.

Ora x e y sono parametri formali passati per riferimento

Elementi di Informatica 14 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Prototipo di una funzione

Il prototipo di una funzione rappresenta una dichiarazione di funzione (indicandone la sola intestazione) che precede la sua completa definizione.

Es. : int functionPluto(int x, char c);

L’uso dei prototipi è obbligatorio quando la definzione completa di una funzione avviene successivamente al suo utilizzo nel codice del chiamante.

Il prototipo agevola la decomposizione tramite l’astrazione funzionale: si indica che ci sarà una funzione (sottoprogramma) per svolgere una certa elaborazione, senza dover subito specificare come essa è implementata.

Lo scopo dei prototipi delle funzioni è quello di permettere al compilatore di compiere il controllo sui nomi della funzione e dei tipi degli argomenti che vengono passati ad una funzione quando essa viene chiamata.

In un prototipo può essere indicato il solo tipo dei parametri formali:

int functionPluto (int,char); // indicati solo i tipi // dei parametri formali

(8)

Elementi di Informatica 15 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Esempio uso prototipo

#include <stdio.h>

int cube(int x); //PROTOTIPO della funzione

main () {int I;

printf(" Immetti numero per calcolarne il cubo ”);

scanf(“%d”, &I);

printf("Cubo = %d \n”, cube(I));

}

// definizione della funzione int cube(int x)

{ int a=x*x*x;

return a;

}

Prototipi di funzione

• L’inserimento dei prototipi prima della definizione di una funzione, permette al compilatore, quando incontra la dichiarazione del prototipo di conoscere e controllare il numero ed i tipi degli argomenti.

• La dichiarazione e la successiva definizione di una funzione devono essere consistenti sia nel numero che nel tipo dei parametri.

• Attenzione: se prototipo e definizione di funzione si trovano nello stesso file sorgente eventuali non corrispondenze nei tipi degli argomenti saranno rilevati dal compilatore, in caso contrario al più ci sarà un warning.

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Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 17

Esercizio

Analisi e Specifica

Definizione del problema: dati due numeri interi NON negativi ed un segno di un’operazione aritmetica (+, -, *, /) calcolare e visualizzare il risultato

dell’operazione indicata dal segno applicato ai due numeri, secondo l’ordine di immissione (ovvero l’operatore è applicato tra il primo ed il secondo numero immesso); per la divisione visualizzare anche il resto.

N.B. Nel calcolo di ciascuna operazione aritmetica usare solo le operazioni di somma e differenza (anche per moltiplicazione e divisione).

Sviluppare il programma definendo due opportuni sottoprogrammi per le operazioni di moltiplicazione e di divisione.

Definizione dei dati del problema:

I: due numeri interi; il segno dell’operazione aritmetica Pi: i due operandi sono NON negativi

U: il risultato dell’operazione di tipo intero Pu: nessuna

Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 18

Esempio

Nome variabile Descrizione Tipo

OP1, OP2 i due operandi INT Segno segno dell’operazione CHAR

Nome variabile Descrizione Tipo

Risultato risultato dell’operazione INT

Resto resto della divisione INT

Tabella delle variabili di ingresso

Tabella delle variabili di uscita

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Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 19

Progettazione

Descrizione del metodo di elaborazione:

E’ letto il segno dell’operazione, se esso è diverso da ‘+’, ‘-’, ‘*’, ‘/’ si richiede la ripetizione dell’immissione.

Sono letti i valori dei due operandi e si verifica che essi siano NON negativi, altrimenti si richiede la ripetizione dell’immissione

Quando segno e operandi sono validi si analizza il segno dell’operazione e:

• nel caso il segno è ‘+’ fare la somma dei due operandi;

• nel caso il segno è ‘-’ fare la differenza dei due operandi;

• nel caso il segno è ‘*’ calcolare il prodotto con somme successive;

• nel caso il segno è ‘/’ calcolare il quoziente intero con differenze successive:

Si sottrae al primo operando (dividendo) il valore del secondo operando immesso (divisore), il risultato della sottrazione è ancora diminuito del dividendo e si continua così fin quando si avrà un risultato della sottrazione minore del divisore; il quoziente è pari al numero di sottrazioni effettuate Calcolare il resto applicando l’operatore modulo ai due operandi

Si stampa il valore del Risultato, e del Resto nel caso della divisione, e si termina il programma

#include <stdio.h>

// prototipi delle funzioni

int moltiplicazione (int O1, int O2);

void divisione(int O1, int O2, int *Ris, int *resto);

main ()

{ // programma scegli operazione e calcola int OP1, OP2, Risultato, I, Resto;

char Segno;

do

{ printf ("immetti segno operazione \n");

scanf(“\n%c", &Segno);}

while((Segno!='+')&& (Segno!='-')&& (Segno!='*')

&& (Segno!='/'));

Esempio

“scegli operazione e calcola”

con sottoprogrammi

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Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 21

do {

printf("immetti i due operandi \n");

printf(" operando 1 \n");

scanf ("%d", &OP1);

printf (" operando 2 \n");

scanf ("%d", &OP2);

}

while ((OP1<0)||(OP2<0));

Esempio - con sottoprogrammi

Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 22

switch (Segno)

{case '+' : Risultato = OP1 + OP2; break;

case '-' : Risultato = OP1 - OP2; break;

case '*' : { Risultato = moltiplicazione(OP1, OP2);

break;

}

case '/':{divisione(OP1, OP2, &Risultato, &Resto);

break;

}

} // fine switch - case

Esempio - con sottoprogrammi

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Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 23

if ((Segno == '/')&& (OP2==0))

printf("\n Divisione IMPOSSIBILE \n

Immesso zero come divisore \n");

else

{ printf("risultato = %d \n", Risultato);

if (Segno == '/')

printf("Resto = %d \n", Resto);

}

system("Pause");

} // fine programma principale

Esempio con sottoprogrammi

Esempio con sottoprogrammi int moltiplicazione (int O1, int O2)

{ int Risultato, I;

Risultato=0;

for (I=1; I <= O2; I++)

Risultato=Risultato + O1;

return Risultato;

}

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Elementi di Informatica

Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio 25

void divisione(int O1, int O2, int *Ris, int *resto) {int TEMP = O1;

*Ris=0;

if (O2!=0)

{ while (O2 <= O1)

{ O1 = O1 - O2;

*Ris = *Ris + 1;}

*resto = TEMP – (*Ris * O2) ; }

}

Esempio con sottoprogrammi

Elementi di Informatica 26 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Sottoprogrammi in file separati

• I sottoprogrammi possono essere inseriti in file sorgenti separati/differenti da quello con il main( ); i file dei sorgenti dei sottoprogrammi possono essere compilati separatamente

• nel main, o nei sottoprogrammi che ne chiamano altri memorizzati in file differenti, dovrà essere indicata una

direttiva di inclusione (#include) che indica il file sorgente da includere contenente il/i sottoprogramma/i chiamato/i.

• Il file che contiene il codice sorgente del sottoprogramma ha

tipicamente .h come estensione. Un file .h può contenere più

sottoprogrammi, formando in tal modo una libreria di

sottoprogrammi

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Elementi di Informatica 27 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Sottoprogrammi in file separati

#include <stdio.h>

#include <C:\cube.h> /* include il file cube.h, registrato sul disco C:

contenente il codice della funzione cube */

main () {

int I;

printf("Immetti numero per calcolarne il cubo

”);

scanf(“%d”, &I);

printf("Cubo = %d \n”, cube(I));

}

Sottoprogrammi in file separati

int cube(int x) {

int a=x*x*x;

return a;

}

La funzione cube è memorizzata nel file sorgente cube.h

Attenzione: i file inclusi vanno memorizzati nella libreria di default dei file di inclusione altrimenti va indicato per intero il path di memorizzazione

per DevC++ la libreria di inclusione di default è la cartella include

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Elementi di Informatica 29 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Sottoprogrammi in file separati

#include <stdio.h>

#include <cube.h> /* include il file cube.h, registrato nella cartella include di Dev-C++ */

main () {

int I;

printf("Immetti numero per calcolarne il cubo

”);

scanf(“%d”, &I);

printf("Cubo = %d \n”, cube(I));

}

Elementi di Informatica 30 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Lo studente modifichi il programma del gioco Master Mind con massimo 5, o più, tentativi strutturandolo con dei sottoprogrammi.

In particolare sia definito:

• Un sottoprogramma per generare i valori del codificatore

• Un sottoprogramma per leggere un valore del decodificatore controllando che sia compreso tra 0 e 9 (estremi inclusi)

• Un sottoprogramma per verificare i valori immessi dal decodificatore rispetto a quelli del codice da indovinare

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Elementi di Informatica 31 Prof. G. A. Di Lucca - Univ. del Sannio

Esempio Mastermind

- il programma in C con sottoprogrammi -

#include <stdio.h>

#include <stdlib.h>

#include <time.h>

//prototipi delle funzioni

// Genera i valori del codificatore

void leggi_Indovina(int *indovina1,int *indovina2,int

*indovina3);

// legge un valore del decodificatore int leggi_indovinato(int i);

// verifica i valori immessi dal decodificatore rispetto // a quelli del codice

void verifica(int indovinatoX, int indovinaX, int indovinaW, int indovinaY, char *pos);

… lo studente potrebbe far riferimento ai prototipi di funzione indicati per definire i

sottoprogrammi …

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