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Insiemi di punti di uno spazio euclideo

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Academic year: 2021

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Capitolo

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Insiemi di punti di uno spazio euclideo

2.1 Spazi euclidei a due e tre dimensioni

Sappiamo che un insieme di numeri reali si pu`o pensare come un insieme di punti su una retta, cio`e di uno spazio ad una dimensione.

Si pu`o considerare la naturale estensione di insiemi di punti di un piano (spazio a due dimensioni) cio`e, riferendo il piano a due assi cartesiani ortogonali, insiemi di coppie ordinate (x, y) di numeri reali; o anche considerare insiemi di punti dello spazio ordinario (spazio a tre dimensioni) cio`e, riferendo tale spazio a tre assi cartesiani ortogonali, insiemi di terne ordinate (x, y, z) di numeri reali. Si pu`o ovviamente andare oltre e ragionare per n > 3, pur mancando una rappresentazione geometrica di tali casi.

In quanto segue ci riferiremo sempre ad esempi relativi a spazi a due o tre dimensioni.

Diremo che la coppia ordinata (x1, x2) [ovvero (x, y)] rappresenta il punto di coordinate x1, x2 dello spazio euclideo a 2 dimensioni, che indicheremo con R2. Analogamente, la coppia ordinata (x1, x2, x3) [ovvero (x, y, z)] rappresenta il punto di coordinate x1, x2, x3 dello spazio euclideo a 3 dimensioni, che indicheremo con R3. Nei due casi, un punto sar`a indicato da una lettera maiuscola eventualmente seguita dalle coordinate: P ≡ (x1, x2) in R2, P ≡ (x1, x2, x3) in R3.

Ricordiamo che, dati due punti A ≡ (a1), B ≡ (b1) di una retta (cio`e di R1), la loro distanza AB `e data da |b1 − a1| = [(b1 − a1)2]1/2; dati due punti A ≡ (a1, a2), B ≡ (b1, b2) di un piano (cio`e di R2), la loro distanza AB `e data da [(b1− a1)2+ (b2− a2)2]1/2; dati due punti A ≡ (a1, a2, a3), B ≡ (b1, b2, b3) dello spazio ordinario (cio`e di R3), la loro distanza AB `e data da [(b1− a1)2+ (b2− a2)2+ (b3− a3)2]1/2.

Dato in R3 un punto C ≡ (c1, c2, c3) e fissato un numero positivo ρ, chiameremo dominio circolare di centro C e raggio ρ l’insieme dei punti P ≡ (x1, x2, x3) per i quali vale la relazione (x1 − c1)2+ (x2 − c2)2+ (x3− c3)26 ρ2. (2.1) che identifica una sfera. Con analoga definizione il dominio circolare identifica in R2 un cerchio, e in R1 l’intervallo chiuso [c1− ρ, c1+ ρ].

Dati in R3 due punti A ≡ (a1, a2, a3), B ≡ (b1, b2, b3) le cui coordinate siano tali da aversi a1 < b1, a2 < b2, a3 < b3, chiameremo intervallo chiuso (o dominio rettangolare) di punti estremi A, B l’insieme dei punti P ≡ (x1, x2, x3) le cui coordinate verificano le relazioni a1 6 x1 6 b1, a2 6 x2 6 b2, a3 6 x3 6 b3, (2.2) cio`e un parallelepipedo con gli spigoli paralleli agli assi coordinati. Con analoga definizione il

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Capitolo 2. Insiemi di punti di uno spazio euclideo

dominio rettangolare identifica in R2un rettangolo con gli spigoli paralleli agli assi coordinati e in R1 l’intervallo chiuso [a, b].

Quando si considera un insieme E di punti P ≡ (x1, x2, x3) ∈ R3, restano ad esso associati i 3 insiemi di numeri reali E1, E2, E3 che sono formati, rispettivamente, da tutti i valori assunti dalla coordinata x1, dalla coordinata x2, dalla coordinata x3 al variare del punto P in E. Diremo che Ei (i = 1, 2, 3) `e l’insieme proiezione di E sull’asse xi.

L’insieme E si dice limitato se `e limitato ciascuno dei suoi insieme proiezione E1, E2, E3. In tal caso, se [ai, bi] ⊇ Ei, (i = 1, 2, 3), l’insieme E risulta contenuto nell’intervallo chiuso di punti estremi (a1, a2, a3), (b1, b2, b3); viceversa, se E `e contenuto in un intervallo chiuso,

`e chiaro che gli insiemi E1, E2, E3 risultano limitati. Ne segue che si pu`o dare la definizione di insieme limitato anche sotto questa forma: un insieme di punti di R3 si dice limitato se esiste un intervallo chiuso che lo contiene.

Tutto quanto detto sopra si applica, con le opportune modifiche, agli insiemi di R2. Chiameremo illimitato un insieme E che non sia limitato; in tal caso per uno almeno degli insiemi proiezione si ha inf Ei = −∞, oppure sup Ei = +∞.

Dato un insieme E, si considerino in esso due punti arbitrari P, Q e la loro distanza P Q;

al variare di P, Q indipendentemente l’uno dall’altro in E, tale distanza descrive un insieme numerico il cui estremo superiore si chiama il diametro dell’insieme E. Risulta evidente il seguente risultato.

2.1.I Condizione necessaria e sufficiente affinch´e un insieme sia limitato `e che abbia di- ametro finito.

Definiamo ora la distanza di due insiemi E, F . Sia P un punto qualunque di E, Q un punto qualunque di F e consideriamo la distanza P Q. Al variare di P ∈ E e di Q ∈ F , il numero P Q descrive un insieme di numeri non negativi, il quale ha un estremo inferiore d > 0. Tale numero d `e la distanza dei due insiemi E, F . Se due insiemi hanno punti comuni la loro distanza risulta uguale a zero. Non sussiste per`o la propriet`a inversa: la distanza di due insiemi pu`o essere nulla senza che i due insiemi abbiano punti comuni. Come caso particolare resta definita la distanza di un punto P da un insieme E come la distanza dei due insiemi {P }, E cio`e come l’estremo inferiore dell’insieme numerico descritto dalla distanza di P dai vari punti di E.

2.2 Punti interni, esterni, di frontiera. Insiemi chiusi e insiemi aperti

Sia E un insieme di punti di R3 [R2]. Un punto P ∈ R3 [P ∈ R2] si dice interno all’insieme E se esiste un dominio circolare di centro P il quale sia tutto costituito da punti di E. Risulta evidente che un punto P interno ad E appartiene ad E stesso.

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2.3. Campi connessi. Intorni di un punto

Un punto P ∈ R3 [P ∈ R2] si dice esterno all’insieme E se esiste un dominio circolare di centro P il quale non contenga alcun punto di E, vale a dire sia tutto costituito da punti dell’insieme complementareC E = R3− E [C E = R2− E]. Un punto P esterno ad E risulta interno aC E ed appartiene a C E.

Un punto P ∈ R3 [P ∈ R2] si dice punto di frontiera per l’insieme E se non `e n´e interno n´e esterno ad E, vale a dire se in ogni dominio circolare di centro P cadono sia punti di E sia punti diC E.

Dato un insieme E, il sottoinsieme costituito dai suoi punti interni sar`a indicato con

E (si legge: interno di E).

Si chiama frontiera di un insieme E l’insieme formato da tutti i suoi punti di frontiera;

essa si indica con il simbolo ∂E. Si ha evidentemente

E = E − ∂E . (2.3)

Un insieme E si dice chiuso quando contiene tutti i suoi punti di frontiera (cio`e quando

∂E ⊆ E); si dice aperto quando non contiene alcun punto della sua frontiera (E ∩ ∂E = ∅) cio`e quando tutti i suoi punti sono interni (

E = E). In luogo della locuzione insieme aperto useremo anche semplicemente la parola campo.

2.3 Campi connessi. Intorni di un punto

Fra gli insiemi aperti o campi hanno particolare importanza quelli che sono costituiti da un’unica porzione di spazio, tali cio`e che ci si possa spostare da un punto qualsiasi del campo ad un altro senza uscire dal campo. Tali campi si dicono connessi. In altre parole, un campo E si dice connesso quando, comunque si fissino due punti P, Q ∈ E, `e sempre possibile congiungerli con una poligonale tutta contenuta in E.

Dato un qualsiasi punto P di uno spazio, chiameremo intorno del punto P ogni campo connesso e limitato contenente P . Si pu`o, ad esempio, prendere un campo circolare di centro P ed allora si parla di intorno circolare del punto P ; oppure un intervallo aperto di centro P ed allora si parla di intorno rettangolare del punto P . Risulta evidente che in R1 un campo connesso e limitato `e necessariamente un intervallo aperto (a, b).

2.4 Punti di accumulazione. Chiusura di un insieme

Estendiamo ora agli insiemi E di uno spazio R3 [R2] il concetto di punto di accumulazione gi`a noto per gli insiemi di punti di R1. Dato un insieme E ⊆ R3 [E ⊆ R2], un punto P ∈ R3 [P ∈ R2] si dice punto d’accumulazione (o punto limite) dell’insieme E quando, in ogni intorno di P , esiste almeno un punto di E diverso da P .

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Capitolo 2. Insiemi di punti di uno spazio euclideo

Si vede subito che un punto di accumulazione di E pu`o appartenere oppure no all’insieme stesso. Un punto P ∈ E pu`o essere o non essere punto di accumulazione; nel secondo caso esso si chiama punto isolato di E. Ogni punto P ∈

E `e evidentemente punto di accumulazione di E.

Sussistono i seguenti risultati.

2.4.I Se P `e un punto di accumulazione dell’insieme E, in ogni intorno di P esistono infiniti punti di E.

2.4.II Un insieme limitato, contenente infiniti punti, ammette almeno un punto di accu- mulazione.

2.4.III Qualunque sia l’insieme E, l’insieme E ∪ ∂E risulta essere chiuso.

Dunque, ad ogni insieme E si pu`o associare l’insieme chiuso E ∪ ∂E; esso si chiama la chiusura di E e lo si indica col simbolo ¯E. Si ha dunque, per definizione

E = E ∪ ∂E¯ (2.4)

2.5 Domini

L’operazione di chiusura applicata ad un insieme chiuso riproduce l’insieme stesso. Se la stessa operazione `e applicata ad un insieme aperto (o campo), essa conduce a certi particolari insiemi che si chiamano domini.

Poniamo intanto la seguente definizione: si chiama dominio ogni insieme che sia la chiusura di un campo. Per un tale insieme vale il seguente risultato.

2.5.I Ogni dominio `e un insieme perfetto (cio`e un insieme che coincide con l’insieme dei suoi punti di accumulazione) ed ogni suo punto `e di accumulazione di punti interni.

Come nel caso dei campi, hanno particolare interesse quei domini che sono formati da un unico blocco (chiuso) di punti. Poniamo perci`o la seguente definizione: un dominio D si dice internamente connesso quando `e connesso il campo

D costituito dai suoi punti interni.

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Questa caratteristica deve sempre permetterci di decidere se un dato elemento appartiene o no all’insieme.. Si scrive: 4 