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Il “Reise-Album, 1839-1840” di Fanny e Wilhelm Hensel

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Academic year: 2021

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DOI 10.1285/i20380313v21p21

http://siba-ese.unisalento.it, © 2015 Università del Salento

Il “Reise-Album, 1839-1840” di Fanny e Wilhelm Hensel

Maria Teresa Arfini*

Abstract. Fanny Hensel Mendelssohn travelled in Italy with her husband Wilhelm

and son Sebastian between 1839 and 1840. She wrote a kind of music diary on the feelings and the emotions she felt during the trip. Her husband sketched the incipit of each song, describing the most important steps of the trip: this work is included in the Reise-Album kept at the Berlin Staatsbibliothek.

This paper compares the iconographic and musical reception of some topoi characterizing Italy and shown in the Reise-Album. It particularly concerns popular dances and genre paintings and analyzes the links between the clichées consolidated in North European imaginary and the real outcomes of direct experience.

Riassunto. Fanny Hensel, nata Mendelssohn, viaggiò in Italia col marito Wilhelm ed il figlioletto Sebastian nel 1839 e 1840; tenne una sorta di diario musicale delle impressioni avute e delle emozioni provate nel viaggio. Si tratta del Reise-Album conservato presso la Staatsbibliothek di Berlino, in cui il marito pittore illustrò con vignette l’inizio di ogni brano, descrivendo le principali tappe dell’itinerario.

Il contributo propone un confronto tra la ricezione iconografica e musicale di alcuni topoi caratterizzanti l’Italia presenti nel Reise-Album, dalle danze popolari ai quadretti di genere, con un’analisi sulle corrispondenze tra i clichées radicati nell’immaginario nord europeo e l’effettivo risultato di esperienza diretta.

Oggetto del mio contributo è un quaderno manoscritto in bella copia conservato presso la Staatsbibliothek di Berlino (Preussischer Kulturbesitz MA_Ms_163), redatto a quattro mani dai coniugi Wilhelm e Fanny Hensel, nata Mendelssohn. Il frontespizio reca il titolo e la data del viaggio di cui il quaderno vuole essere un ricordo: Reise-Album, 1839-1840, Deutschland – Italien1. [Fig. 1]

*Università della Valle d’Aosta – Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, arfinimt@alice.it 1 Nell’ampia casistica dei diari di viaggio redatti in particolar modo dai viaggiatori nord europei che visitavano l’Italia (Grand Tour) non vi sono quaderni con testi, iconografia e musica come questo, almeno per quanto ne so attualmente. Invece, il Voyage en Allemagne di Jean-Joseph Bonaventure Laurens, pittore e musicista francese (ritrattista di Schumann e Brahms), potrebbe costituire un caso analogo, con disegni, testi e composizioni musicali. Cfr. J.J.EIGELDINGER, ‘Voyage

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La Germania e l’Italia sono rappresentate simbolicamente da due donne: quella a sinistra, la Germania, mostra all’altra un libro, verosimilmente l’album di ricordi che indissolubilmente le lega. Il modello iconografico del disegno è con ogni probabilità il quadro di Friederich Overbeck, Italia und Germania (Roma, 1828), che Wilhelm Hensel aveva potuto ammirare già nel suo primo soggiorno romano del 1825-1828. In esso l’Italia è raffigurata come una donna bruna, coronata di alloro, con alle spalle un paesaggio e un edificio genericamente italiani; seduta al suo fianco, in atteggiamento di affettuosa conversazione mano nella mano, la Germania, bionda e coronata di fiori: il paesaggio dietro di lei mostra invece un borgo tedesco con campanile gotico. Nel quadro, ispirato ad alcune opere dell’amico Franz Pforr, morto ad Albano a soli ventiquattro anni, come la Allegorie

der Freundschaft (1808), il Nazareno Overbeck volle simboleggiare il legame tra la

cultura italiana e quella tedesca, nonché il proficuo scambio tra le due aree geografiche, che ancora erano ben lungi dall’essere entità nazionali. [Fig. 2]

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Il quaderno consta di 116 pagine complessive in carta di diversi colori, contenenti diciotto composizioni originali di Fanny Hensel, ciascuna ornata nella prima pagina da un disegno del marito Wilhelm raffigurante una scena associata alla composizione.

Vi troviamo composizioni vocali, per voce sola o duetto con pianoforte, oppure per quartetto vocale a cappella, e composizioni per pianoforte solo, per lo più ascrivibili al genere del Lied ohne Worte. Gli incipit dei brani, con tutte le indicazioni ad essi pertinenti, come date e luoghi di composizione, sono disponibili in fac-simile nel volume “O glückliche, reiche, einzige Tage” curato da Hans-Günter Klein2.

Il primo pezzo, Nach Süden (“Verso il Sud”), è un Lied per voce e pianoforte, su testo di Wilhelm Hensel, e fu composto a Berlino tra il 26 marzo e il 31 maggio

2 H.G. KLEIN, ed. by,“O glückliche, reiche, einzige Tage”. Fanny und Wilhelm Hensels italienische Reise, Wiesbaden, Reichert, 2006.

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1841; sarà pubblicato come op. 10 n. 1. La vignetta raffigura un treno (la prima tappa del viaggio fu in treno) e un albero perennemente in fiore dell’Italia centro meridionale. Il secondo, Gondelfahrt (“Viaggio in gondola”), per pianoforte solo, fu composto a Venezia il 26 ottobre 1839. La vignetta rappresenta una gondola nel Bacino di San Marco davanti alla Riva degli Schiavoni, sullo sfondo s’intravvede Santa Maria della Salute. Il terzo, Gondellied (“Barcarola”) per voce e pianoforte, testo di Emanuel Geibel, fu composto a Berlino il 4 giugno 1841 e pubblicato come op. 1 n. 6. La vignetta raffigura un uomo in gondola che canta una serenata.

Il brano successivo è un quartetto vocale maschile a cappella, su testo di Goethe:

Lasst fahren hin das Allzuflüchtige (“Lasciate andare ciò che sfugge troppo in fretta”);

fu composto probabilmente all’inizio del soggiorno romano, nel novembre-dicembre 1839; la vignetta rappresenta un pittore intento a schizzare rovine nel Foro Romano, sullo sfondo il Colosseo. Segue Villa Medicis (“Villa Medici”) per pianoforte, composto a Roma tra il 3 e l’11 maggio 1840 e corredato di una vignetta raffigurante i giardini di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, in Roma; in centro è visibile la statua della Dea Roma, datata nel periodo adrianeo. Il successivo Capriccio per pianoforte, composto a Roma il 19 marzo 1840, ha una vignetta raffigurante i giochi d’acqua della Fontana degli amorini (o dei pupazzi) nei giardini di Villa Borghese. Il pezzo per pianoforte Villa Mills, composto a Roma poco dopo il 3 aprile 1840 e pubblicato come op. 2 n. 3, reca una vignetta raffigurante i giardini di Villa Mills in Roma, sullo sfondo vi sono le rovine del colle Palatino e la Piramide Cestia3.

Das holde Tal (“La valle ridente”), duetto per soprano, tenore e pianoforte, su

testo di Goethe, fu scritto a Roma il 10 e 11 aprile 1840 – e pubblicato come op. 1 n. 6 – ma non rinvia a nessuna ambientazione romana. La vignetta raffigura una scena campestre in primavera e rievoca il testo intonato. Anche L’âme triste (“L’animo triste”), nuovamente un duetto per soprano, tenore e pianoforte, su testo di Alphonse de Lamartine dalla raccolta Harmonies poétiques et religieuses, del 1830, fu scritto a Roma il 20 maggio 1840. Il testo è una accorata meditazione cosmica e mistica4, di ambientazione notturna, mentre la vignetta raffigura una

marina desolata e un pellegrino, senza neppure un aggancio col testo. Questo è il numero, a mio avviso, meno riuscito della raccolta: Fanny non coglie lo spunto poetico e scrive un Lied tripartito con andamento da barcarola; parimenti Wilhelm non si sforza di raffigurare il contenuto del testo.

L’ambientazione romana è invece di nuovo presente in Abschied (“Commiato”), per pianoforte, composto a Roma il 22 aprile 1840: la vignetta ritrae la famiglia Hensel in abito da pellegrini che lascia Roma attraverso la Porta San Giovanni; si vedono anche le Mura Aureliane e la torre orientale della Porta Asinaria.

3 Siamo di fronte a un caso di montaggio irrealistico di elementi architettonici: gli edifici e i monumenti raffigurati nella realtà non sono in questa posizione.

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La Tarantella per pianoforte, composta a Berlino il 26 marzo 1841 e pubblicata come op. 6 n. 4, ora col titolo Saltarello romano, ci conduce alla tappa napoletana del viaggio: la vignetta raffigura una coppia danzante in costume napoletano, sullo sfondo il Vesuvio e il golfo di Napoli. Il successivo pezzo per pianoforte, composto a Napoli nel luglio 1840 e pubblicato come op. 6 n. 2, è associato a un disegno del Vesuvio e del monte Somma visti da Castellamare di Stabia.

Anche il duetto per due soprani e pianoforte, Mein Liebchen wir saßen

beisammen (“Amore mio, sedevamo insieme”), su testo di Heine dal Buch der Lieder, si rifà al soggiorno napoletano: composto a Napoli nel luglio 1840, ha una

vignetta che raffigura due persone in barca al chiaro di luna, sullo sfondo l’isola di Capri, lo Scoglio del Monacone e i faraglioni.

Meno stringente la caratterizzazione geografica del quartetto vocale misto a cappella, sempre su testo di Heine, Dämmernd liegt der Sommerabend (“Sera d’estate al crepuscolo”): seppure composto a Napoli nel luglio 1840, reca una vignetta raffigurante un paesaggio boscoso al chiaro di luna, in una valle con un edificio porticato, in stile italiano, forse situato nell’entroterra ligure. La poesia di Heine evoca un paesaggio probabilmente tedesco, senz’altro non dell’Italia meridionale, e la scelta iconografica di Wilhelm cerca di conciliare il testo con l’evocazione del viaggio di rientro, scegliendo probabilmente un bozzetto disegnato nel nord Italia.

Del terzo Lied per voce e pianoforte su testo di Heine, Schwanenlied (“Canto del cigno”), pubblicato come op. 1 n. 1, non conosciamo la data di composizione. Il disegno ritrae un uomo seduto presso uno specchio d’acqua ove nuota un cigno; si vede una stella cadente nel cielo notturno alle sue spalle. Come nel caso di Das

holde Tal l’elemento pittorico è conforme al contenuto del testo intonato, ma non

rimanda a nessun luogo specifico del viaggio. Diversamente, il Lied Der Fürst vom

Berge (“Il Principe dei monti”), su testo dello stesso Wilhelm Hensel, si può

collocare nel viaggio di rientro: la vignetta raffigura un vecchio barbuto e coronato seduto su una cima; al suo fianco un otre versa un impetuoso fiume montano, per rappresentare forse la sorgente del Reno al San Gottardo. Parimenti il duetto per soprano, tenore e pianoforte, Die Sennin (“La pastorella”) su testo di Nikolaus Lenau, composto a Berlino l’11 agosto 1841, evoca una tappa del viaggio di rientro: il suo disegno ritrae una pastorella delle Alpi.

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Il quaderno chiaramente costituisce un ricordo a uso privato del viaggio in Italia intrapreso dalla coppia con il figlio Sebastian dalla fine dell’agosto 1839 al settembre 1840. Fanny annotò diligentemente tutte le tappe nel suo diario5 e da

questo possiamo avere una ricostruzione precisa del viaggio, testimoniato pure nella copiosa corrispondenza coi familiari rimasti a Berlino6.

Il viaggio di andata da Berlino a Roma si svolse nell’autunno del 1839, con la consueta tappa a Venezia (tabella 1):

27 agosto 1839 da Berlino a Lipsia 4 settembre da Lipsia a Rudolstadt 5 settembre da Rudolstadt a Bamberga 6 settembre da Bamberga a Norimberga 8 settembre da Norimberga a Ratisbona 10 settembre da Ratisbona a Monaco di Baviera 24 settembre da Monaco a Peiting

25 settembre da Peiting a Imst

26 settembre da Imst al passo Finstermünz 27 settembre dal passo a Bormio

28 settembre da Bormio a Morbegno 29 settembre da Morbegno a Monza 30 settembre da Monza a Milano

7 ottobre da Milano a Chiari

8 ottobre da Chiari a Desenzano

9 ottobre da Desenzano a Verona

10 ottobre da Verona a Vicenza 11 ottobre da Vicenza a Padova 12 ottobre da Padova a Venezia dal 12 ottobre al 3 novembre soggiorno a Venezia 4 novembre da Venezia a Padova

5 novembre da Padova a Rovigo (e foce del Po) 7 novembre da Rovigo a Ferrara

8 novembre da Ferrara a Bologna 9 novembre da Bologna a Cavigliaia 10 novembre da Cavigliaia a Firenze 21 novembre da Firenze a Siena 23 novembre da Siena a Ricorsi

5 Si vedano: E.WEISSWEILER, ed. by, F.HENSEL, Italienisches Tagebuch, Frankfurt, Societats-Verlag, 1982; H.G. KLEIN, R. ELVERS, ed. by, EAD., Tagebücher, Wiesbaden – Leipzig – Paris, Breitkopf & Hӓrtel, 2002.

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24 novembre da Ricorsi a Bolsena

25 novembre da Bolsena a Viterbo (e Orvieto) 26 novembre da Viterbo a Roma

Sono descritte nel dettaglio anche tutte le visite e le escursioni compiute durante il soggiorno a Roma (tabella 2):

1 dicembre 1839 prima visita in Vaticano 4 dicembre prima visita Galleria Borghese 3 marzo 1840 fine del Carnevale

15 marzo gita alle grotte di Egeria

3 aprile gita a Villa Mills

11 aprile gita a Villa Celimontana

19 aprile Pasqua – San Pietro

21 aprile gita alle grotte di Cervara

23 aprile gita a Monte Mario

26 aprile gita al Ponte Salario

7 maggio gita a Tivoli

20 maggio festa in Villa Wolkonsky 22 maggio due visite a Villa Mills 28 maggio visita al Laterano

31 maggio festa di commiato a Villa Medici 1 giugno gita a Villa Doria Pamphili

2 giugno partenza da Roma

Dopo Roma, la famiglia si recò a Napoli, seguendo quest’itinerario (tabella 3):

2 giugno 1840 da Roma ad Albano

4 giugno da Albano a Terracina

5 giugno da Terracina a Napoli

8 giugno Festa della Madonna dell’Arco

14 giugno gita a Ischia

16 giugno escursione sul Vesuvio

24-29 giugno Sorrento, Amalfi, Salerno, Paestum, Castellamare di Stabia, Pompei

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Indi, il viaggio di ritorno (tabella 4):

11-14 agosto 1840 viaggio in nave da Napoli a Genova

17 agosto da Genova a Voghera

18 agosto da Voghera a Milano

20 agosto da Milano a Como

22 agosto da Como a Bellinzona

24 agosto da Bellinzona a Hospental (passo del San Gottardo) 25 agosto da Hospental ad Arth

26 agosto da Arth a Zurigo

27 agosto da Zurigo a Sciaffusa 28 agosto da Sciaffusa a Biberach 29 agosto da Biberach a Karlsruhe 30 agosto da Karlsruhe a Francoforte 3-4 settembre da Francoforte a Gotha 5 settembre da Gotha a Lipsia 11 settembre da Lipsia a Berlino

Il viaggio degli Hensel seguì l’itinerario classico del Grand Tour dalla Germania, anzi seguì passo dopo passo la Italienische Reise (“Viaggio in Italia”) di Goethe, svoltasi dal 1786 al 1788, ripercorrendone quasi tutte le tappe7. Anche il

più celebre fratello di Fanny, Felix Mendelssohn, ricalcò le orme di Goethe, amico e mentore che aveva salutato a Weimar per l’ultima volta nel viaggio di andata nel 1830. Fanny sognò a lungo di poter compiere lo stesso viaggio del fratello e quando finalmente lo poté fare, si dedicò con entusiasmo a ricavarne imperitura memoria.

Nel diario di Fanny dei primi mesi del 1841 vi sono molte attestazioni della nostalgia per l’Italia provata dalla coppia e dell’intenzione di sublimarla artisticamente mediante questo lavoro a quattro mani, prontamente realizzato. Dopo la visita a Berlino di Ange-Georges Bousquet, il giovane compositore francese che la coppia aveva conosciuto a Roma nel maggio del 1841, i due si misero al lavoro. Dapprima Fanny dispose in ordine cronologico le composizioni scritte durante il viaggio, indi completò i vari “capitoli” con ulteriori brani scritti appositamente per l’album: il Lied Nach Süden, il Gondellied, la Tarantella per pianoforte; l’ultimo fu il Lied Die Sennin, dell’11 agosto 1841; di un paio non si riesce a reperire la data di composizione (Schwanenlied e Der Fürst vom Berge).

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Wilhelm dal canto suo, durante il viaggio aveva fatto moltissimi disegni, conservati presso la Staatsbibliothek di Berlino, e da essi, nonché da svariati abbozzi, ricavò il materiale per le vignette che disegnò in forma di moderne miniature nella bella copia dei diciotto pezzi della moglie.

Ciò che mi interessa descrivere è la struttura del Reise-Album nel suo status di oggetto multi-artistico (o multimediale), testimone dell’estetica allora in gran voga della corrispondenza e dell’interscambiabilità delle arti. Non si tratta di un album musicale illustrato, né di una raccolta di disegni con allusioni alla musica, ma di un diario che vuole rendere la memoria “sentimentale” (nel senso schilleriano) del viaggio attraverso tutti i media artistici coltivati dalla coppia, ovvero la poesia e la pittura per Wilhelm, la musica per Fanny. Presenterò ora alcuni esempi, scelti soprattutto tra quelli riferiti all’Italia centro-meridionale, la più lontana e diversa per i viaggiatori tedeschi.

In taluni casi la corrispondenza è semplice: Fanny compone un brano, preferibilmente per pianoforte solo, come espressione in generale di un’esperienza vissuta o rappresentazione di un luogo visitato e Wilhelm disegna quel particolare luogo o quella particolare scena. Un esempio può essere il pezzo pianistico senza titolo che si trova alle pp. 75-81 del manoscritto, Allegro molto in Si maggiore, corredato nell’incipit di una vignetta che rappresenta il Vesuvio e il monte Somma

visti da Castellamare di Stabia, con in primo piano la fortezza sullo scoglio di Rovigliano e a sinistra la località di Torre Annunziata (con alcune imprecisioni nella collocazione degli elementi). [Fig. 3]

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La composizione di Fanny è un Lied per pianoforte in forma tripartita, scritto nella tipologia dello studio con un perpetuum mobile in semicrome nelle parti interne.

[Es. mus. 1 – FANNY HENSEL, Lied per pianoforte op. 6 n. 2 (batt. 1-4)]

Sappiamo che il 16 giugno 1840 gli Hensel salirono sul Vesuvio con una lunga e faticosa escursione, testimoniata nei diari. Il pezzo potrebbe, molto vagamente, rappresentarne la fatica col suo moto inesauribile.

Parimenti, Gondelfahrt è una tipica barcarola veneziana, un Allegretto in 6/8 dal carattere cullante scritto appena dopo l’arrivo a Venezia. [Fig. 4]

Di analoga impostazione è la Tarantella che Fanny compose espressamente per l’Album, quando era già rientrata a Berlino. [Fig. 5]

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Fu pubblicata, con alcune piccole varianti, come op. 6 n. 4, ma col nome di

Saltarello romano, e questo la dice lunga sulla sua concezione: la tarantella e il

saltarello sono due danze differenti, sia per impostazione coreutica, sia per materiale melodico, ma a Fanny la loro designazione appariva interscambiabile8.

[Es. mus. 2 – FANNY HENSEL, Lied per pianoforte op. 6 n. 4 (batt. 1-6)]

8 Si veda anche: M.T.ARFINI, L’immagine dell’Italia nella pittura e nella musica dei viaggiatori transalpini del XIX secolo, in «Imago Musicae», 26, 2013, pp. 79-97, pp. 81-82.

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Infatti, il pezzo caratteristico abbandona in fretta l’impiego di materiale desunto dalla musica popolare (chissà se appreso per ascolto diretto) per sfoggiare una gestualità virtuosistica tipicamente pianistica.

[Es. mus. 3 – FANNY HENSEL, Lied per pianoforte op. 6 n. 4 (batt. 38-45)]

In altri casi la relazione tra esperienza vissuta, disegno e musica è più profonda. Per restare ancora nell’ambito delle composizioni per pianoforte, è interessante il caso di Villa Medicis. Strutturato a pannelli, con un breve ritorno della sezione iniziale con funzione di coda, il brano presenta un sostanziale incremento della quantità di moto: dalla classica compostezza dell’inizio va verso una sempre maggiore concitazione, culminante con un accelerando nella penultima pagina. Dai diari sappiamo che a Villa Medici (sede dell’Accademia di Francia) gli Hensel, e Fanny in particolare, intrattennero le relazioni più interessanti del loro soggiorno romano. Qui Fanny suonò più volte, compose, partecipò a feste ed ebbe modo di fare la conoscenza di giovani compositori quali Charles Gounod e Ange-Georges Bousquet. Il brano, con la sua struttura agogicamente particolare, potrebbe voler evocare l’incremento di vita sociale e l’esperienza affettiva di Villa Medici ed avere quindi un carattere narrativo, come una sorta di diario musicale9. [Figg. 6-7]

Nel caso delle composizioni vocali le corrispondenze sono invece da cercarsi tra la scena rappresentata, il testo prescelto (spesso di famosi poeti come Goethe e Heine) e la musica che lo intona: il sistema di relazioni quindi diventa più complesso e mediato.

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Fig. 6. Wilhelm e Fanny Hensel, Reise-Album, 1839-1840, p. 27.

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Per esempio, nel quartetto maschile Lasst fahren hin das Allzuflüchtige10, il testo di

Goethe, una meditazione sul rapporto dell’uomo moderno col passato classico, è associato all’illustrazione di un pittore intento a schizzare le rovine di Roma imperiale.

Goethe invita a lasciar andare ciò che è fatuo e a considerare ciò che vive di vita immortale e l’intonazione musicale per due tenori e due bassi a cappella evoca la solenne compostezza della polifonia classica di Palestrina. [fig. 8]

[Es. mus. 4 – FANNY HENSEL, Lasst fahren hin das Allzuflüchtige, Quartetto vocale maschile a cappella (batt. 1-15)]

Senza addentrarmi nell’interpretazione del testo goethiano, mi limito a osservare come gli Hensel sentano l’esigenza di filtrare attraverso il proprio retaggio culturale l’esperienza massima del Grand Tour, ovvero il confronto con l’antichità, modello condiviso di civiltà.

Soltanto in pochi casi (Nach Süden e Der Fürst vom Berge) il testo è dello stesso Wilhelm, e si limita a descrivere la scena che si vuol ricordare, come nel caso del Lied che apre la raccolta e descrive le emozioni e le aspettative della partenza11. [fig. 9]

10 «Laßt fahren hin das allzu Flüchtige! / Ihr sucht bei ihm vergebens Rat; / In dem Vergangnen lebt das Tüchtige, / Verewigt sich in schöner Tat. / Und so gewinnt sich das Lebendige / Durch Folg aus Folge neue Kraft; / Denn die Gesinnung, die beständige, / Sie macht allein den Menschen dauerhaft. / So löst sich jene große Frage / Nach unserm zweiten Vaterland; / Denn das Beständige der irdschen Tage / Verbürgt uns ewigen Bestand», Zwischengesang da Zur Logenfeier des 3.September 1825. J.W. GOETHE, Werke Kommentare und Register, Hamburger Ausgabe in 14 Bänden, I, Gedichte und Epen I, Hamburg, Wegner, 1984, p. 341.

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