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Nel dopoguerra poco si conosceva in merito alla possibilità di sfruttare reattori nucleari per la produzione di energia

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(1)

QUALE FUTURO QUALE FUTURO

Conversazione a cura del Dr. Ing. Andrea Borio di Tigliole Laboratorio Energia Nucleare Applicata (L.E.N.A.)

Università degli Studi di Pavia

Pavia - Aula del 400 - Lunedì 7 Aprile 2008

(2)

Atomo

Energia di Legame del Nucleo

(3)

Prompt Energy (MeV) 187

Fission Products kinetic energy 167 Fission Neutrons kinetic energy 5

Fission γ-ray energy 5

Capture γ-ray energy 10

Delayed Energy (MeV) 23

Fission Product β-decay energy 7 Fission Product γ-decay energy 6

Neutrinos 10

TOTAL (MeV) 210

La Reazione di Fissione Nucleare

(4)

Schema di un impianto nucleare di potenza

(5)
(6)
(7)

Dove: Oklo nel Gabon

Quando: 1.7 Miliardi di anni fa

Quanti reattori: almeno 17

Per quanto tempo: > 1 Milione di anni di funzionamento intermittente

Potenza: circa 20 kWth

Burn-up: almeno 6 ton di U-235

Energia Termica prodotta: circa 100 TWh prodotti (~ 12 anni di produzione di un impianto nucleare da 1000 MWe)

Arricchimento combustibile: circa 3.7% di U-235

Prodotti di Fissione: 5.4 ton + 1.5 ton di Pu (mobilità dei FP non volatili di pochi cm in 1.5 MLD di anni!!)

Requisiti per un reattore nucleare naturale:

– Bassa concentrazione di materiali assorbitori di neutroni – Alta concentrazione di materiali moderatori: acqua

– Massa critica per sostenere la catena di fissione

(8)

Nel dopoguerra poco si conosceva in merito alla possibilità di sfruttare reattori nucleari per la produzione di energia

elettrica. Poichè non vi erano informazioni precise riguardo

alle scorte di uranio, la NRC decise di verificare se un reattore poteva “autoalimentarsi” e contemporaneamente produrre

energia elettrica. Questa domanda portò alla costruzione del

EBR-1 a 18 km dalla città di Arco nello Idaho (USA).

(9)

La costruzione è iniziata nel 1949. Il 20 Dicembre 1951 il reattore EBR-1 ha alimentato 4 lampadine da 200 Watt ciascuna!

Era un reattore veloce a sodio liquido che utilizzava come combustibile Pu.

(10)

• I reattori attualmente in esercizio nel Mondo sono 439 in 30 Stati e

producono circa il 15% dell’energia elettrica mondiale

• In Europa, distribuiti in 15 Stati su 27, sono in esercizio 146 reattori che

producono circa il 34% del totale

dell’energia elettrica

(11)

Stato No. di Unità Totale MWe

ARGENTINA 2 935

ARMENIA 1 376

BELGIUM 7 5824

BRAZIL 2 1795

BULGARIA 2 1906

CANADA 18 12589

CHINA 11 8572

CZECH REP. 6 3538

FINLAND 4 2696

FRANCE 59 63260

GERMANY 17 20430

HUNGARY 4 1829

INDIA 17 3779

JAPAN 55 47587

KOREA, REP. 20 17454

Stato No. di Unità Totale

MWe

LITHUANIA, REP. 1 1185

MEXICO 2 1360

NETHERLANDS 1 482

PAKISTAN 2 425

ROMANIA 2 1300

RUSSIAN FED. 31 21743

SLOVAK REP. 5 2034

SLOVENIA 1 666

SOUTH AFRICA 2 1800

SPAIN 8 7450

SWEDEN 10 8974

SWITZERLAND 5 3220

TAIWAN, CHINA 6 4921

UKRAINE 15 13107

UNITED KINGDOM 19 10222

USA 104 100356

Totale:

Totale: 439439 371815371815

(12)
(13)

Età N. Unità Potenza MWe

1 3 1852

2 2 1490

3 4 3852

4 5 4785

5 2 1644

6 6 5059

7 3 2733

8 6 3111

9 4 2787

10 4 3074

11 3 3679

12 6 7028

13 4 3328

14 5 4251

15 9 9023

16 6 4806

17 4 3668

18 10 10632

19 11 10284

20 14 13867

Età N. Unità Potenza MWe

21 22 22260

22 24 24088

23 32 31263

24 33 31814

25 21 16972

26 18 15202

27 22 19664

28 20 15111

29 7 6537

30 14 13007

31 14 10471

32 16 12629

33 11 8200

34 23 15795

35 15 9932

36 10 5975

37 12 5855

38 5 2848

39 7 2805

40 1 217

41 1 217

Totale:

Totale: 439439 371815371815 39

72 111

(25%)

(14)

• La potenza elettronucleare installata nel mondo all’epoca del disastro di

Chernobyl (1986) era di 249.001 MWe,

al 08.02.2008 è di 371.815 MWe, con

un incremento del 49.3%!

(15)

• La maggior parte degli Stati nuclearizzati non

costruiscono nuovi impianti da diversi anni non per mancanza di fiducia nei confronti della fonte nucleare ma per almeno tre ragioni oggettive:

1. perché, salvo casi particolari come la Francia, gli

Stati che posseggono un serio piano energetico una volta raggiunto un mix produttivo ottimale (nucleare, fonti fossili, idroelettrico e fonti rinnovabili) non

devono realizzare nuovi impianti nucleari, almeno fino alla fine della loro vita tecnologica;

2. perché gli impianti attualmente in esercizio si stanno

dimostrando ben più longevi del previsto in quanto

sono in grado di funzionare per circa 60 anni contro i

30-35 preventivati;

(16)

3. perché un tale allungamento della vita tecnologica, unitamente ad una ottimizzazione della gestione

dell’esercizio degli impianti, equivale ad un raddoppio virtuale degli impianti nucleari installati (gli USA, ad esempio, con le loro 104 centrali nucleari soddisfano il 19.4% del fabbisogno elettrico nazionale e non

costruiscono nuove centrali da 20 anni perché hanno aggiunto una centrale nucleare “virtuale” all’anno

grazie ad una ottimizzazione della gestione e

all’aumento della potenza di esercizio di quelle

esistenti).

(17)

Year

MWe

(18)

Stato N. Unità Potenza MWe

ARGENTINA 1 692

BULGARIA 2 1906

CHINA 5 4220

FINLAND 1 1600

FRANCE 1 1600

TAIWAN, CHINA 2 2600

UKRAINE 2 1900

INDIA 6 2910

IRAN, ISLAMIC REPUBLIC 1 915

JAPAN 1 866

KOREA, REPUBLIC OF 3 2880

PAKISTAN 1 300

RUSSIAN FEDERATION 7 4585

Reattori in costruzione alla data 08.02.2008 (Fonte IAEA)

(19)

• La Svezia avrebbe dovuto abbandonare il nucleare a partire dal 1982 (Referendum del 1980): dei 12 reattori svedesi 2 sono stati

fermati mentre i rimanenti 10 impianti

continuano il loro esercizio producendo il 48% dell’energia elettrica.

• La Germania avrebbe dovuto abbandonare il nucleare entro il 2020 stabilendo di limitare a 35 anni la vita tecnologica degli impianti. Per ora solo 1 impianto su 18 è stato chiuso e i

17 reattori attualmente in esercizio producono

il 31,8% dell’energia elettrica.

(20)

• La Svizzera ha bocciato nel 2004 un

Referendum che chiedeva l’arresto delle 5 centrali nucleari in esercizio e la messa in mora della costruzione di nuovi impianti

• La Finlandia ha ritrattato la decisione di

abbandonare il programma nucleare e ha

avviato la costruzione di una quinta centrale

nucleare del tipo EPR da 1600 MWe.

(21)

REACTORS PLANNED Sept 2006

REACTORS PROPOSED

Sept 2006

No. MWe No. MWe

Argentina 0 0 1 1000

Armenia 0 0 1 1000

Brazil 1 1245 0 0

Bulgaria 2 1900 0 0

Canada 2 2000 0 0

China 13 12920 50 35880

Czech Rep. 0 0 2 1900

Egypt 0 0 1 600

France 1 1630 1 1600

India 4 2800 20 10360

Indonesia 0 0 4 4000

Iran 2 1900 3 2850

Israel 0 0 1 1200

Japan 11 14945 1 1100

Kazakhstan 0 0 1 300

REACTORS PROPOSED

Sept 2006 REACTORS

PLANNED Sept 2006

MWe No.

MWe No.

0 0

950 1

Korea DPR (North)

0 0

8250 7

Korea RO (South)

118,825 118,825 160160

68,021 68,021 6262

WORLD WORLD

2000 2

0 0

Vietnam

24000 21

2716 2

USA

0 0

1900 2

Ukraine

0 0

4500 3

Turkey

4000 24

165 1

South Africa

840 2

0 0

Slovakia

21600 18

9600 8

Russia

1995 3

0 0

Romania

1200 2

600 2

Pakistan

2000 2

0 0

Mexico

1000 1

0 0

Lithuania

(22)
(23)

• Il fabbisogno mondiale di energia primaria

(WTPES) è aumentato dal 1973 al 2005 del +86.6%

Fonte IEA – Key World Enegy Statistics (KWES) 2007

(24)

• Con un significativo

incremento in China (+8.1%), Asia (+5.6%), Medio Oriente (+3.3%), Africa (+1.8%),

America Latina (+0.7%)

Fonte IEA – KWES 2007

(25)

• La IEA (KWES 2007) stima che nel 2030 il fabbisogno mondiale di energia primaria (WTPES) aumenterà del

+49.5% o del +34.6% (a seconda dello scenario di previsione) rispetto al 2005

China +4.7% ÷ +4.3%

Asia +2.8% ÷ +2.5%

M.O. +1.6% ÷ +1.2%

Africa +0.3%

Am. Lat. +0.5% ÷ +0.4%

(26)

• Per far fronte a tale

necessità la IEA (KWES 2007) prevede (a seconda dello scenario di previsione):

Carbone +0.7% ÷ -2.5%

Gas +1.9% ÷ +1.2%

Olio comb. -2.4% ÷ -2.8%

Nucleare -1.3% ÷ +0.6%

Idroelettrico +0.2% ÷ +0.5%

Rinnovabili +0.9% ÷ +3.0%

(27)

2005 Mtoe

2030 RS Mtoe

Produzione

%

230 APS Mtoe

Produzione

%

IDROELETTRICO 251.6 410.4

+63.1%

415.8

+65.3%

NUCLEARE 720.4 855.0

+18.7%

1 062.6

+47.5%

GAS NATURALE 2367.0 3 864.6

+63.3%

3 372.6

+42.5%

OLIO COMB. 4002.3 5 574.6

+39.3%

4 958.8

+23.9%

CARBONE 2893.0 4 446.0

+53.7%

3 511.2

+21.4%

ALTERNATIVE + COMBUSTIBILE RINN. & WASTE

1200.7 1 949.4

+62.3%

2 079.0

+73.1%

TOTALE (TPES)

TOTALE (TPES) 11 43511 435 17 10017 100 +49.5%+49.5% 15 40015 400 +34.6%+34.6%

Fonte IEA – KWES 2007

(28)

• La produzione mondiale di energia elettrica (EG) è aumentata dal 1973 al

2005 del +298.1%

Fonte IEA – KWES 2007

(29)

• Con un significativo incremento in China

(+11.1%), Asia (+6.2%), Medio Oriente (+2.9%), Africa (+1.3%), America Latina (+2.4%)

Fonte IEA – KWES 2007

(30)

• Secondo la U.S. Energy Information Administration (US EIA EO 2007) la

domanda di energia elettrica aumenterà del +85%, da 16 424 TWh nel 2004 a 22 289 TWh nel 2015 a 30 364 TWh nel 2030, con un incremento annuo medio di +3.5% negli Stati non-OECD e del +1.3% negli Stati

OECD.

(31)

• Secondo lo Scenario di Riferimento (RF) della IEA (KWES 2007) la potenza elettrica

mondiale installata da fonte nucleare

aumenterà da 368 GWe nel 2005 fino ad

arrivare a 417 GWe nel 2030 (+13.3% rispetto al 2005) con una produzione stimata di 3 289 TWh (+18.7% rispetto al 2005 - circa il 11.5%

del fabbisogno di energia elettrica mondiale)

• Nello Scenario Alternativo (APS) dell’IEA la potenza elettrica nucleare mondiale installata nel 2030 dovrebbe arrivare a 519 GWe

(+41.0% rispetto al 2005) con una produzione stimata di 4 088 TWh (+47.6% rispetto al 2005 - circa il 14.2% del fabbisogno di energia

elettrica mondiale)

(32)

Le Fonti CONVENZIONALI

• Le riserve di greggio sono stimate in circa 1 300 miliardi di barili (IEA 2005) a fronte di un consumo giornaliero di 80 milioni di barili, poco meno di trenta miliardi di barili

all’anno. La durata di tali riserve è stimata inferiore ai 50 anni.

• Lo stesso discorso vale per il gas naturale, le cui riserve sono stimate in 176 000 miliardi di Nm

3

(IEA 2005), circa 160 Gtep, per un periodo di autonomia stimato inferiore ai 70 anni.

• Quanto alle riserve carbone sono stimate in circa 900

Gton (IEA 2005), per un periodo di autonomia di circa 200 anni, ma con problemi evidenti di impiego relativi

all’inquinamento ambientale

(33)

• La FONTE NUCLEARE (Fonte OECD NEA & IAEA, Uranium 2005) - le riserve di uranio convenzionali già identificate per le quali il

minerale è estraibile ad un costo < 130 $/kg U sono 4.74 milioni di tonnellate

- le riserve di uranio convenzionali ipotizzate per le quali il minerale è estraibile ad un costo < 130 $/kg U sono 7.70 milioni di tonnellate - le riserve di uranio convenzionali ipotizzate per le quali il minerale è

estraibile ad un costo non definito sono 2.98 milioni di tonnellate - le riserve di uranio non convenzionali (ad es. miniere di minerali

fosfatici) per le quali il minerale è estraibile ad un costo 60 ÷ 100 $/kg U (come sottoprodotto della produzione di acido fosforico) sono

stimate in 22 milioni di tonnellate

- il consumo annuo mondiale di uranio nel 2004 è stato di circa 67,000 ton, quindi centinaia di anni di autonomia

- al costo di 1000 $/kg U si potrebbero recuperare 20 miliardi di

tonnellate dall’acqua del mare! (Nel terreno ci sono 4 o 5 milligrammi per chilo di terreno; nel mare 3 o 4 milligrammi di uranio per tonnellata d’acqua

- Tutto questo senza considerare l’impiego dei reattori “autofertilizzanti”

(34)

tonnes U percentage of world

Australia 1,143,000 24%

Kazakhstan 816,000 17%

Canada 444,000 9%

USA 342,000 7%

South Africa 341,000 7%

Namibia 282,000 6%

Brazil 279,000 6%

Niger 225,000 5%

Russian Fed. 172,000 4%

Uzbekistan 116,000 2%

Ukraine 90,000 2%

Jordan 79,000 2%

India 67,000 1%

China 60,000 1%

Other 287,000 6%

Distribuzione geografica delle riserve di uranio convenzionali identificate estraibili ad un

costo < US$ 130/kg U,

Fonte: OECD NEA & IAEA, Uranium 2005

(35)

Le fonti rinnovabili 1. Idroelettrica

2. Biomasse e Rifiuti

3. Fonti “Alternative”: solare, eolico, geotermoelettrico, maree

Le Fonti “Alternative” potranno offrire in futuro un contributo significativo ma mai sostitutivo delle fonti convenzionali. Per

questo motivo bisognerebbe denominarle più

correttamente Fonti “INTEGRATIVE”.

(36)
(37)

Fonte IEA – RGES 2007

(38)

Fonte IEA – RGES 2007

(39)

Fonte IEA – RGES 2007

(40)
(41)

Fonte IEA – RGES 2007

(42)

Fonte IEA – RGES 2007

(43)

• Oltre ad un limite dovuto alla disponibilità delle fonti alternative, esiste anche un limite tecnico di immissione nella rete elettrica dell’energia da esse prodotta.

• Infatti, per ragioni legate alla flessibilità della

gestione della rete elettrica, il contributo delle

fonti energetiche intermittenti (come solare,

eolico, maree) dovrebbe essere limitato tra il

10% e il 20% della potenza elettrica totale

allacciata alla rete.

(44)
(45)

FONTE: U.S. National Climatic Data Center 2005

(46)

Fonte IEA – KWES 2007

• Le emissioni mondiali di CO

2

legate alla

produzione di energia

sono aumentate dal 1973

al 2005 del +73.3%

(47)

• Con un significativo incremento in China

(+13.1%), Asia (+6.5%), Medio Oriente (+3.6%), Africa (+1.2%), America Latina (+0.8%)

Fonte IEA – KWES 2007

(48)

Fonte IEA – WEO 2007

• Nello Scenario di Riferimento IEA le emissioni mondiali di CO

2

legate al consumo di energia aumenteranno di circa il 48% tra il 2005 e il 2030, raggiungendo i 40 MDL di tonnellate.

• Nello Advanced Policy Scenario dell’IEA le

emissioni mondiali di CO

2

legate al consumo di energia aumenteranno di circa il 25% tra il 2005 e il 2030, raggiungendo i 33,4 MDL di

tonnellate.

(49)

• Una centrale a carbone da 1000 MWe rilascia in un anno nell’atmosfera circa 7 milioni di ton di CO

2

, una centrale a olio combustibile ne rilascia circa 6 milioni e una centrale a gas metano ne rilascia circa 4 milioni.

• Per quanto riguarda le emissioni di SO

2

e di NOx le centrali a carbone rilasciano circa

60.000 ton all’anno e 22.000 ton all’anno

rispettivamente, seguite dalle centrali ad olio combustibile (circa 43.000 ton e 10.000 ton

all’anno rispettivamente) e a gas (circa 12.000

ton all’anno di NOx).

(50)
(51)
(52)

Nuclear generation 2005

OPERABLE at May 2006

Approx CO2 avoided per year

billion kWh % e No. MWe million tonnes

Argentina 6.4 6.9 2 935 6

Armenia 2.5 43 1 376 6

Belgium 45.3 56 7 5728 45

Brazil 9.9 2.5 2 1901 9

Bulgaria 17.3 44 4 2722 17

Canada 86.8 15 18 12595 85

China 50.3 2 10 7587 50

Taiwan 38.4 20 6 4884 36

Czech Rep. 23.3 31 6 3472 23

Finland 22.3 33 4 2676 22

France 430.9 79 59 63473 430

Germany 154.6 31 17 20303 154

Hungary 13 37 4 1755 13

FONTE WNA 2006

(53)

2005 2006 year

billion kWh % e No. MWe million tonnes

Korea RO (S) 139.3 45 20 16840 139

Lithuania 10.3 70 1 1185 10

Mexico 10.8 5 2 1310 10

Netherlands 3.8 3.9 1 452 3

Pakistan 2.4 2.8 2 425 2

Romania 5.1 8.6 1 655 5

Russia 137.3 16 31 21743 130

Slovakia 16.3 56 6 2472 16

Slovenia 5.6 42 1 676 5

South Africa 12.2 5.5 2 1842 12

Spain 54.7 20 8 7442 50

Sweden 69.5 45 10 8938 69

Switzerland 22.1 32 5 3220 22

Ukraine 83.3 49 15 13168 83

UK 75.2 20 23 11852 75

USA 780.5 19 103 98054 780

(54)

• La Germania è il paese in Europa che fa il più largo impiego di energia eolica. Nel 2005 la potenza eolica installata era di 18.428 MW che ha generato 27.2 TWh di energia

elettrica pari al 4.6% del fabbisogno

nazionale di energia elettrica (586 TWh).

• Nello stesso anno la potenza nucleare

installata era di 20.339 MW che ha prodotto 163.0 TWh di energia elettrica pari al 27.8%

del fabbisogno nazionale di energia elettrica .

(55)

• L’energia elettrica prodotta da tutto il parco eolico della Germania equivale all’energia elettrica prodotta da 3 impianti termoelelettrici da ~ 1000 MWe (costo di

costruzione ~ 3 MLD €) o da 2 impianti nucleari da ~1600 MWe (EPR - costo di costruzione ~ 6 MLD €).

• Quindi, la Germania ha investito circa 20 MLD € per ridurre il consumo di combustibile fossile del 7% per la produzione di energia elettrica e di poco più del 2% per la produzione di energia totale. In questo modo ha ridotto l’emissione di CO

2

in atmosfera di circa 26 milioni di ton equivalenti.

• Se lo stesso investimento fosse stato utilizzato per la costruzione di 7 impianti nucleari da 1600 MWe la Germania avrebbe ridotto il consumo di combustibile

fossile del 22% e ridotto le emissioni di CO

2

in atmosfera di circa 85 milioni di ton equivalenti producendo il triplo

dell’energia elettrica a un terzo del costo!

(56)
(57)

• Sebbene il costo di costruzione di un impianto nucleare sia piuttosto elevato rispetto a quello di altri impianti di produzione di energia

elettrica (2.000 – 2.500 $/kWe), il costo del kilowattora da fonte nucleare è spesso il più economico e comunque sempre

estremamente competitivo se confrontato con

quello prodotto dalle altre fonti convenzionali

(carbone, olio combustibile e gas naturale).

(58)

US 2003 cents/kWh, Discount rate 5%, 40 year lifetime, 85% load factor.

country nuclear coal gas

Finland 2.76 3.64 -

France 2.54 3.33 3.92

Germany 2.86 3.52 4.90

Switzerland 2.88 - 4.36

Netherlands 3.58 - 6.04

Czech Rep 2.30 2.94 4.97

Slovakia 3.13 4.78 5.59

Romania 3.06 4.55 -

Japan 4.80 4.95 5.21

Korea 2.34 2.16 4.65

USA 3.01 2.71 4.67

Canada 2.60 3.11 4.00

(59)

Voci di Costo della fonte Nucleare Valore cent

€/kWh (*)

%

Investimento Capitale (**) 1.27

0.42

1.11 0.16 0.19 3.153.15

40 Approvvigionamento e

fabbricazione combustibile

14

Esercizio e Manutenzione (O&M) 35

Gestione delle scorie (***) 5

Smantellamento Impianto (****) 6

TOTALE costo di produzione

TOTALE costo di produzione 100100

(*) Cambio1 € = 1.15 $

(**) Tasso 5% annuo – ammortamento in 30 anni – Investimento iniziale 1,5 MLD € (***) 5% del costo di produzione del kWh

(****) 15% del costo capitale iniziale

Calcolo sulla base dei dati ricavati da Fonte OECD/IEA NEA 2005

(60)

Fase di Produzione del combustibile nucleare

Costo

Totale %

US$ 722 US$ 85 US$ 586 US$ 240 US$ US$ 1633 1633

Acquisto U

3

O

8

8 kg x $90.20 44

Conversione 7 kg U x $12 5

Arricchimento 4.8 SWU x $122 36

Fabbricazione per kg 15

TOTALE per kg di combustibile:

TOTALE per kg di combustibile: 100 100

(61)

• Se l’uranio grezzo costasse 1000 $/kg il kilowattora nucleare sarebbe ancora

competitivo!

• Questo perchè il costo dell’uranio grezzo

incide solo per il 4% - 6 % sul costo finale del kilowattora da fonte nucleare.

• Se il costo dell’uranio grezzo raddoppiasse il

prezzo del kilowattora aumenterebbe solo del

4% - 6 %; un analogo aumento del prezzo del

gas comporterebbe un aggravio di costo del

kilowattora del 50 - 60 %.

(62)
(63)

• L’Italia importa l’84,6% del suo fabbisogno

energetico globale (~190 Mtep) e l’84,7% del

fabbisogno di energia elettrica (~330 TWh) che è così coperto ( dati società TERNA 2004 ): 37.3%

gas naturale,16.4% fonti rinnovabili (di cui 14.3% idroelettrico, 1.6% geotermoelettrico, 0.5% eolico e solare ),13.6% derivati petroliferi, 13.0% carbone, 13.1% importazione diretta di energia elettrica (principalmente dalla Francia dove ben 6 centrali nucleari delle dimensioni

dell’impianto di Caorso lavorano per noi), 6.6%

“altri combustibili” (1.6% biomasse e rifiuti).

(64)

• Risultato: per produrre energia elettrica l’Italia brucia più petrolio di qualunque altro Paese

europeo e il costo di produzione del nostro

kilowattora risulta il più caro d’Europa (circa 5,7 centesimi di euro), il 60% sopra la media

europea, il doppio della Francia e il triplo della

Svezia.

(65)

4.2%4.2%

(66)

8.87%

8.87%

(67)

3.05%

3.05%

(68)

3.91%

3.91% 4.14%4.14%

(69)

• Nello Scenario di Riferimento (RF) della IEA

(World Energy Outlook 2007) l a domanda

mondiale di petrolio dagli 84 milioni di

barili al giorno del 2005 raggiungerà i

99 milioni di barili al giorno nel 2015 e i

116 milioni nel 2030 (+38%)

(70)

+27%+27%

(71)

Dati TERNA s.p.a. 2006

+26%+26%

(72)

lorda richiesta giornaliera

(dicembre 2005)

(73)

8.17%

8.17%

(74)

• Secondo il Rapporto Annuale Energia e Ambiente 2005 dell’ENEA, solamente per quanto riguarda il settore energetico, dal 1990 al 2003 le emissioni annue di CO

2

equivalente in Italia sono

aumentate di 54 milioni di ton, ossia, del +13.4%. Nel 2004 l’Italia ha riversato

nell’ambiente complessivamente 583 milioni di ton di CO

2

equivalente, ben 96 milioni di ton in eccedenza rispetto a quanto previsto

dall’applicazione del Protocollo di Kyoto.

(75)

• Si stima che, in assenza di immediati interventi correttivi, per poter ottemperare all’impegno di tagliare le emissioni di gas serra (biossido di

carbonio, metano, protossido di azoto,

idrofluorocarburi, perfluorocarburi e esafluoro di zolfo) del 6,5% rispetto ai livelli del 1990, l'Italia dovrà ridurre nel 2012 le emissioni di CO

2

equivalente di circa 129 milioni di

tonnellate/anno, ossia di ~ 21%!

(76)

• Sulla base delle valutazioni della Banca

Mondiale, il raggiungimento di tale obbiettivo

costerà al nostro Paese diverse decine di miliardi

di euro. Per confronto è bene notare che, grazie

alle sue 59 centrali nucleari, la Francia evita di

rilasciare nell’ambiente ogni anno ben 430

milioni di tonnellate di CO

2

equivalente e che,

proprio per questo motivo, il costo che dovrà

sostenere per l’applicazione del Protocollo di

Kyoto sarà decine di volte inferiore a quello che

dovrà sostenere l’Italia.

(77)

• Supponiamo di installare in Italia nei prossimi anni 10 GWe di impianti eolici (~ 14% della potenza

elettrica totale installata) con una spesa di circa 11 MLD €.

• In questo modo potremmo produrre circa 15 TWh di energia elettrica da fonte eolica, pari a 4,5% del fabbisogno nazionale di energia elettrica riducendo il consumo di combustibile fossile del 7% per la

produzione di energia elettrica e di poco più del 2%

per la produzione di energia totale

• In questo modo potremmo ridurre l’emissione di CO 2 in atmosfera di circa 15 milioni di ton

equivalenti, ossia del 2,6%.

(78)

• Se lo stesso investimento fosse utilizzato per la costruzione di 4 impianti nucleari da 1600 MWe potremmo ridurre il consumo di combustibile fossile del 24% e le emissioni di CO 2 in

atmosfera di circa 50 milioni di ton equivalenti (ossia del 8,6%) producendo il 15% del

fabbisogno nazionale di energia elettrica (50 TWh) a un terzo del costo!

• Con la costruzione di 10 impianti nucleari da

1600 MWe (30 MLD €), l’Italia sarebbe in grado

di soddisfare il protocollo di Kyoto!

(79)

• Il Giappone è uno Stato povero di materie prime simile all’Italia che soddisfa il suo fabbisogno di energia primaria con (Fonte IEA 2005) :

Carbone 21.1%

Oil 47.4%

Nucleare 15.0%

Gas Naturale 13.3%

Idroelettrico 1.3%

Combustibili rinnovabili & Waste 1.2%

Geotermico, Eolico, Solare 0.7%

(80)

• Il Giappone soddisfa il fabbisogno di energia elettrica con (Fonte IEA 2005) :

Carbone 28.1%

Nucleare 27.6 %

Gas Naturale 21.0%

Oil 13.2%

Idroelettrico 7.8%

Combustibili rinnovabili & Waste 1.8%

Geotermico 0.3%

Eolico 0.2%

(81)

• L’energia nucleare da fissione è attualmente l’unica fonte disponibile che è contemporaneamente abbondante,

economicamente ed energeticamente conveniente ed eco- compatibile (in particolare per quanto riguarda l’effetto serra)

• I reattori di nuova generazione, alcuni dei quali sono già in fase di costruzione (GEN III), sono caratterizzati da livelli di sicurezza più elevati, da una migliore capacità di gestione delle scorie e del combustibile e da una maggior economicità

• Almeno per i prossimi 100 anni l’energia nucleare sarà

una fonte energetica indispensabile e, probabilmente, lo

sarà per molto più a lungo

(82)

• A livello mondiale tale prospettiva è ampiamente condivisa: dimostrazione ne è la ripresa massiccia della costruzione di nuovi impianti nucleari di

potenza e l’intensa attività di ricerca e sviluppo nell’ambito degli impianti di nuova generazione.

• In questo panorama internazionale l’Italia ha mostrato un timido cambiamento di rotta:

- l’ENEL ha acquistato il 66% della Slovenske Elektrame, ex società energetica di stato della Slovacchia che possiede due reattori nucleari in esercizio

- Sempre l’ENEL, ha siglato un’importante accordo

con la francese EDF per partecipare al programma

per la realizzazione del nuovo reattore nucleare EPR

(83)

• Queste iniziative sono certamente un passo avanti rispetto al passato ma non sono minimante sufficienti.

• Infatti, se si vorrà garantire all’Italia un futuro competitivo e agli Italiani una elevata qualità della vita sarà necessario predisporre un serio Piano Energetico Nazionale che non potrà certamente prescindere dall’impiego dell’energia nucleare.

• Per sostenere tale nuova politica energetica sarà

necessario anche un progetto di rilancio della cultura

nucleare in Italia nel quale le Università italiane avranno il ruolo (e il dovere) fondamentale di preservare e

promuovere la cultura scientifica nucleare e di garantire

una formazione tecnica adeguata a coloro che saranno

chiamati a gestire tale sistema produttivo in Italia.

(84)

• Tenendo presente che, data la situazione, la domanda alla quale siamo chiamati a rispondere non è SE l’Italia

dovrà realizzare nuovi impianti nucleari, ma QUANDO?

• … e prima sarà … meglio sarà!

(85)
(86)

• Nonostante gli avanzati sistemi di

abbattimento, anche le polveri rilasciate in

atmosfera sono tutt’altro che trascurabili: 100 ton all’anno per le centrali a gas, 1.300 ton all’anno per quelle a carbone e 1.600 ton all’anno per le centrali a olio combustibile.

• Vale anche la pena ricordare che una centrale

a carbone da 1.000 MWe rilascia in atmosfera

ogni anno, sotto forma di polveri che ricadono

nelle immediate vicinanze dell’impianto, da 13

a 39 chili di uranio e da 32 a 96 chili di torio

(87)

Una centrale elettronucleare da 1000 MW elettrici (in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa un milione di persone) produce ogni anno circa 100 metri cubi

(equivalenti al volume di una stanza quadrata di 5 metri di lato e 4 metri di altezza) di rifiuti solidi e liquidi così ripartiti:

- 3 m

3

di rifiuti a alta attività

- 7 m

3

di rifiuti a media attività

- 90 m

3

di rifiuti a bassa attività

(88)

Le SCORIE nucleari si possono suddividere in tre categorie:

Low-level Wastes (LLW): Comprendono carta, oggetti vari, vestiti, filtri, etc. che contengono piccoli quantitativi di radioisotopi prevalentemente a breve vita media. Non richiedono schermature per la manipolazione né per il trasporto e possono essere collocate in depositi superficiali senza problemi. Spesso, per ridurne il volume, vengono compattate o

incenerite prima di essere collocate nei depositi. Rappresentano il 90%

del volume totale delle scorie ma solamente il 1% di inventario di radioattività.

Intermediate-level Wastes (ILW): Contengono un maggior quantitativo di radioattività ed alcune richiedo di essere schermate. Comprendono

tipicamente resine, fanghi, camicie del combustibile, materiali e

componenti contaminati che provengono dall’impianto. Gli oggetti più piccoli e i materiali non-solidi possono essere inglobati nel cemento o nel bitume prima di essere collocati nei depositi. Rappresentano il 7%

del volume totale delle scorie e il 4% di inventario di radioattività

High-level Wastes (HLW): Derivano dall’impiego del combustibile nucleare. Contengono prodotti di fissione e elementi transuranici generati durante il funzionamento dell’impianto. Sono altamente radioattive e calde, quindi necessitano di pesanti schermature e di sistemi di raffreddamento. Possono essere considerate le “ceneri” dell bruciamento del combustibile nucleare. Rappresentano il 3% del volume

(89)

• I rifiuti a media e bassa attività sono confezionati in fusti in acciaio e temporaneamente stoccati in depositi di

superficie presso l’impianto o inceneriti in appositi impianti di trattamento.

• I rifiuti ad alta attività sono condizionati mediante

cementazione, vetrificazione, ceramizzazione, ed altri processi di trattamento e sono custoditi

temporaneamente in depositi localizzati presso gli impianti (Interim Site Repository) in attesa di essere

trasferiti nei depositi per lunga giacenza (2.4 ha per un impianto PWR). In queste condizioni di deposito, il

materiale all’interno dei fusti non è suscettibile di

essere vaporizzato o diffuso su vaste estensioni.

(90)

• I depositi “definitivi”, verranno costruiti all’interno di formazioni geologiche particolarmente stabili quali formazioni saline o di rocce granitiche

• Negli USA esistono già due depositi definitivi:

quello di Carlsbad, nel New Mexico, e quello di Savannah River, nella Carolina del Sud, che ospitano all’interno di una formazione salina scorie nucleari militari. Sempre gli USA stanno iniziando la costruzione di un altro deposito

definitivo a Yucca Mountain, nel Nevada

• Il Belgio, la Finlandia, la Svizzera, la Svezia, il Canada e il Giappone stanno approntando

depositi definitivi. La Francia, nella regione della

Meuse, a 445 metri di profondità, sta scavando

gallerie sperimentali in una formazione di argille

(91)

• La localizzazione delle scorie in tali depositi,

congiuntamente alla realizzazione di adeguati contenitori, può garantire il confinamento per tempi molto lunghi senza rischi significativi per l’ambiente e per la salute delle

popolazioni.

• il confinamento delle scorie nucleari è una attività

certamente migliorabile ma già oggi tecnicamente gestibile e i depositi in costruzione nel mondo dimostrano che con una adeguata informazione della popolazione tale

soluzione risulta accettabile anche da un punto di vista sociale.

• Le nuove tecnologie per il riprocessamento (o riciclaggio) del combustibile nucleare esausto e l’impiego futuro di

reattori autofertilizzanti con ciclo del combustibile chiuso e di sistemi di bruciamento delle scorie contribuiranno in

maniera determinante ad ottimizzare la gestione dei rifiuti

nucleari ad alta attività e a migliorare l'accettabilità sociale

della produzione di energia elettrica da fonte nucleare.

(92)

Plutonium recycling

Spent Fuel Direct disposal

Uranium Ore (mine)

Time (years)

R el at iv e ra di o to xi ci ty

P&T of MA

Pu + MA + FP MA +

FP

FP

(93)

• In 50 anni di storia e in 12.000 anni cumulativi di esercizio si sono verificati solamente 2 incidenti importanti in impianti nucleari ad uso civile per la produzione di energia elettrica:

- Three Miles Island (USA 1979) livello INES 5 - Chernobyl (UKR 1986) livello INES 7

• Grazie alla presenza del contenitore esterno, qualunque tipologia di incidente nucleare in una moderna centrale occidentale già oggi non può superare il livello 5 della scala INES (parziale attivazione delle misure protettive di emergenza).

• Nel caso dell’EPR non viene superato il livello 4

(incidente senza rischi esterni al sito). Quindi, nel caso dell’EPR nessun incidente può comportare conseguenze rilevanti né per la salute delle popolazioni residenti

nell’intorno del sito né per l’ambiente.

(94)

Nel 2006 è stato pubblicato dall’WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) il rapporto “Heath Effects of the

Chernobyl Accident and Special Heathcare Programmes”. Il Rapporto stabilisce che allo stato attuale delle conoscenze la valutazione delle conseguenze dell'incidente di Chernobyl è la seguente:

(95)

FONTE WHO 2006

(96)

FONTE WHO 2006

(97)

~ 933,000 ~ 9,000 < +1%

FONTE WHO 2006

(98)

Place year number killed comments Machhu II, India 1979 2500 hydro-electric dam failure Hirakud, India 1980 1000 hydro-electric dam failure Ortuella, Spain 1980 70 gas explosion

Donbass, Ukraine 1980 68 coal mine methane explosion

Israel 1982 89 gas explosion

Guavio, Colombia 1983 160 hydro-electric dam failure Nile R, Egypt 1983 317 LPG explosion

Cubatao, Brazil 1984 508 oil fire

Mexico City 1984 498 LPG explosion

Tbilisi, Russia 1984 100 gas explosion

northern Taiwan 1984 314 3 coal mine accidents

Piper Alpha, North Sea 1988 167 explosion of offshore oil platform Asha-ufa, Siberia 1989 600 LPG pipeline leak and fire

Dobrnja, Yugoslavia 1990 178 coal mine Hongton, Shanxi, China 1991 147 coal mine

Belci, Romania 1991 116 hydro-electric dam failure Kozlu, Turkey 1992 272 coal mine methane explosion

(99)

Durunkha, Egypt 1994 580 fuel depot hit by lightning Seoul, S.Korea 1994 500 oil fire

Minanao, Philippines 1994 90 coal mine Dhanbad, India 1995 70 coal mine

Taegu, S.Korea 1995 100 oil & gas explosion Spitsbergen, Russia 1996 141 coal mine

Henan, China 1996 84 coal mine methane explosion Datong, China 1996 114 coal mine methane explosion Henan, China 1997 89 coal mine methane explosion Fushun, China 1997 68 coal mine methane explosion Kuzbass, Russia/Siberia 1997 67 coal mine methane explosion Huainan, China 1997 89 coal mine methane explosion Huainan, China 1997 45 coal mine methane explosion Guizhou, China 1997 43 coal mine methane explosion Donbass, Ukraine 1998 63 coal mine methane explosion Liaoning, China 1998 71 coal mine methane explosion Warri, Nigeria 1998 500+ oil pipeline leak and fire Donbass, Ukraine 1999 50+ coal mine methane explosion Donbass, Ukraine 2000 80 coal mine methane explosion Shanxi, China 2000 40 coal mine methane explosion Guizhou, China 2000 150 coal mine methane explosion Shanxi, China 2001 38 coal mine methane explosion Sichuan, China 2002 23 coal mine methane explosion Jixi, China 2002 115 coal mine methane explosion Gaoqiao, SW China 2003 234 gas well blowout with H2S Kuzbass, Russia 2004 44 coal mine methane explosion

A. Borio – Pavia 07.04.2008

(100)

• In Cina, nel 2000 sono deceduti 5300 minatori nelle miniere di carbone; nel 2001 i decessi sono stati 5670!

• A seguito degli incidenti alle petroliere, ogni anno, a ridosso delle coste, vengono riversati in mare circa 270.000 barili di petrolio!

I cinque incidenti più importanti:

- Ixtoc-I oil Well, Gulf of Mexico, 1979: 500,000 tons - Atlantic Express, Caribbean, 1979 : 300,000 tons - Castillo de Beliver, South Africa, 1983: 250,000 tons - Amoco Cadiz, coast of NW France, 1978: 223,000 tons

- Torrey Canyon, coast of SW Englan, 1967: 119,000

tons

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