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Ordinario di Statistica Economica nell'Università ''La Sapienza" - volume è stato redatto dal

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(1)

60

censimento generale dell'industria,

del commercio, dei servizi e

dell'artigianato

26 ottobre 1981

Volume IV

relazione generale

sul censimento

Al!ital:

(2)

Prof. Renato Guarini

Ordinario di Statistica Economica nell'Università ''La Sapienza" - Roma

Al fine di favorire la diffusione e l'utilizzazione dei dati e delle informazioni, /'/STA T autorizza la riproduzione parziale o totale del contenuto del presente volume con la citazione della fonte.

(3)

INDICE

INTRODUZIONE . . • . . . . • . . • . . . • . . . . • . . . Pag. 13

PARTE PRIMA

ASPETTI GENERALI

CAPITOLO 1 • l CENSIMENTI INDUSTRIALI E COMMERCIALI IN ITALIA 1. 1. Dall'unificazione nazionale ala fine del secolo

1.2. La prima metà del novecento • . . • . . . . 1.3. Gli anni dello svt1uppo • • • • • • . . • • . . .

CAPITOLO 2 • LE ESPERIENZE DEGLI ALTRI PAESI E LE INDICAZIONI DELLE ORGANIZZAZIONI INTER-NAZIONALI

2. 1. Le prime indagini

2.2. Lo sviluppo delle attività industriali 2.3. Le classificazioni suggerite ed adottate 2.4. La periodicità dele rilevazioni . . • . . 2.5. Il campo di osservazione . . . . 2.6. Le unità rilevate ed i questionari utilizzati 2. 7. La situazione attuale: confronti e considerazioni

CAPITOLO 3 • IL CENSIMENTO DELL'INDUSTRIA E COMMERCIO DEL 1981 3.1. Il contenuto e gli aspetti generali e nonnativi . . . .

3.2. La qualità dei dati e la congruità delle procedure seguite 3.3. Il grado di copertura dei dati censuari . . . . 3.4. AnaHsi di incompatibilità . . . . 3.5. Confronti con i censimenti precedenti e con altre fonti statistiche

(4)

ANALISI DEl RISULTATI

CAPITOLO 4- LINEAMENTI METODOLOGICI PER L'ANALISI DEl RISULTATI

4. 1. Generalità . . . . _. . . . 4.2. Misure statistiche per l'analisi del censimento 4.2.1. Dimensione e concentrazione . . .

4.2.2. Industrializzazione e localizzazione . • • • . • • . . . . • • • . . . • • 4.2.3. Specializzazione • • • • • • . . . .

4.2.4. Terziarizzazione • . . . • • • . . . • . • . . • . • . . 4.2.5. Componenti dello sviluppo settoriale territoriale (Shift-8hare Analysis)

CAPITOLO 5- ANALISI STATICHE: PRINCIPALI RISULTATI • . . . 5.1. La struttura del sistema economico italiano al 26 ottobre 1981 5.2. La dimensione delle imprese e delle unità locaH

5.3. La localizzazione delle attività produttive . . . . • . • . . • • . . . • • . . . . . . 5.4. La specializzazione produttiva • . • . . . • . • . . • . . . . • . • • • • • 5.5. La classificazione delle attività economiche in base ad elementi strutturai e tecnologici 5.6. L'apertura verso l'estero

5. 7. Il processo di terziarizzazione 5.8. l centri decisionali . . . .

CAPITOLO 6 - l RISULTATI DELLE ANALISI STORICHE Premessa . . . .

6.1. L'evoluzione della struttura settoriale 6.2. l cambiamenti dimensionali

6.3. Le modifiche localizzative • • . • . . 6.4. l mutamenti della specializzazione . .

6.5. Un'interpretazione in base all'analisi shift-share . . . . . 6.6. 'Un'interpretazione in base alla riclassiflcazione delle attività economiche 6. 7. Le modificazioni nel settore terziario

BIBLIOGRAFIA . . . • . . . .

QUADRI SINOmCI DEl CENSIMENTI INDUSTRIALI E COMMERCIALI DI ALCUNI PAESI APPENDICE 1: Criteri per la costruzione di una base statistica omogenea . . • . . • .

APPENDICE 2: Riclassificazione delle classi e sottoclassi di attività economica in base ad elementi struttu-rali e tecnologici

APPENDICE 3: Tavole Statistiche

(5)

INDICE DELLE TABELLE E DEl QUADRI SINOTTICI

Tab. 2.1. Confronto tra le classificazioni intemazionali N.A.C.E. e C.I.T.I. Tab. 2.2. Perlodicità dei censimenti industriai e commerciali in alcuni Paesi

Tab. 2.3. Campo di osservazione nei censimenti industriaH e commerciali in alcuni Paesi Tab. 2.4. Caratteristiche dei censimenti industriali e commerciai in alcuni Paesi . . . . Tab. 2.5. Esempi di Paesi che eseguono due o più censimenti delle attività produttive Tab. 2.6. Unità di rilevazione nei censimenti industriali e commerciali di alcuni Paesi

T ab. 2. 7. Tipo di questionario utHizzato nei censimenti industriali e commerciali di alcuni Paesi Tab. 2.8. Caratteri rilevati nei censimenti industriali e commerciali di alcuni Paesi

Tab. 2.9. Raccomandazioni deii'ONU . . . . Tab. 2.10. Programma dei'ONU per un sistema integrato di statistiche industriali T ab. 3. 1. Articolazione dei rami di attività economica . . . .

Tab. 3.2. Variazioni assolute delle unità locali e degli addetti tra le varie fasi dela rilevazione censuaria . Tab. 3.3. Numeri inclci (1° dato prowisorio = 100) dei secondi dati prowisori e di queli definitivi delle

uni-tà locali e degli addetti . . . • . . . . Tab. 3.4. Incidenza percentuale degli aggiustamenti effettuati per tipo di quesiti ed intervento (per regio-ne) • • • . . . • . • . . . Tab. 3.5. Unità locali e relatM addetti: confronti tra il CIC '81 e il CIC '71 a parità di campo di osservazione

e con campo di osservazione diverso . . . . T ab. 3.6. Occupati per branca di attività economica e regione. Confronti tra i dati di Contabilità Nazionale e i dati di Censimento . . • . . • . • . . . . Tab. 5. 1. Distribuzione dele imprese, delle unità locali e dei rispettM addetti per ramo di attività economi-ca - 1981 - valori assoluti e percentuali . . . . Tab. 5.2. Imprese, unità locali e addetti alle unità locali per ripartizione territoriale e ramo di attMtà econo-ca - 1981 - valori percentuali . . . • . . . . Tab. 5.3. Struttura settoriale delle imprese, delle unità locali e degli addetti alle unità locali per ripartizione

territoriale - 1981 - valori percentuali . . . . Tab. 5.4. Distribuzione percentuale delle unità locali per ramo e classe di attività economica e per numero

di addetti - 1981 . . . • • . . . . Tab. 5.5. Distribuzione percentuale degli addetti alle unità locali per ramo e classe di attività economica

e per numero di addetti - 1981 Tab. 5.6. Indicatori di dimensione 1981

Tab. 5.7. Distribuzione delle classi di attività industriale secondo l'ampiezza prevalente degli impianti -1981 . . . • . . . Tab. 5.8. Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica industriale

1981 . • . . • . . . • • . . . • . . . • . . . . Tab. 5.9. Quozienti regionali di localizzazione per ramo di attMtà economica industriale (con riferimento

(6)

alla distribuzione nazionale della popolazione presente) - 1981 . • . • . • • . . . Pag. 117

T ab. 5.11 .. Coefficienti regionali di specializzazione industriale - 1981 118

Tab. 5.12. Addetti e unità locali classificati secondo la destinazione economica dei beni- 1981 » 122 Tab. 5.13. Addetti e unità locali classificati secondo il contenuto energetico della produzione - 1981 » 126 Tab. 5.14. Addetti e unità locali classificati secondo il contenuto tecnologico-innovativo della

produzione-1981 . . . • . • . . . • . . . • . • . • . • . . . • . . )) 133 Tab. 5.15. Addetti e unità locali classificati secondo le filiere delle attività economiche- 1981 134 T ab. 5. 16. Imprese e addetti che hanno rapporti diretti e sistematici con l'estero: valori percentuali per

ri-partizione territoriale e ramo di attività economica - 1981 . . • . . . • . . . • • . . ,, 138 Tab. 5.17. Imprese e addetti che hanno rapporti diretti e sistematici con l'estero per: importazioni,

espor-tazioni, importazioni ed esportazioni- 1981 -composizione percentuale per ripartizione

territo-riale . . . • . . . • . . . • . . . • . )) 139

Tab. 5.18. Indici generici di terziarizzazione, regionali e nazionale- 1981 » 141

Tab. 5.19. Rapporti specifici di terziarizzazione, regionali e nazionale, per tipo di destinazione dei

servizi-1981 . . . • . . . • . . . • • • . . . • . . . • . . . )) 142 Tab. 5.20. Rapporti specifici di terziarizzazione, regionali e nazionale, per ramo e classe di attività

econo-mica terziaria - Italia Settentrionale - 1981 . . . • . . . • • • • . • • • . . ,, 144 Tab. 5.21. Rapporti specifici di terziarizzazione, regionali e nazionale, per ramo e classe di attività

economi-ca terziaria - Italia Centrale - 1981 • • . . • . . . • . . . • . . . ,, 147 Tab. 5.22. Rapporti specifici di terziarizzazione, regionali e nazionale, per ramo e classe di attività

economi-ca terziaria - Italia Meridionale e Insulare - 1981 . . . • . . . • . . . • . • . . . . ,, 151 Tab. 5.23. Quozienti regionali di localizzazione per tipo di destinazione dei servizi- 1981 )) 155 Tab. 5.24. Coefficienti regionali di specializzazione delle attività economiche terziarie- 1981 » 159 Tab. 5.25. Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo di attività economica terziaria con

riferi-mento alla distribuzione nazionale degli addetti e della popolazione presente - 1981 » 159 Tab. 5.26. Indici regionali di terziarizzazione implicHa- 1981 • . . . • . • . . . • » 160 Tab. 5.27. Indici di terziarizzazione implicHa, regionali e nazionale, per ramo di attività economica industriale

- 1981 . . . • • . . . • . • . . . )) 160 T ab. 5.28. Indici di terziarizzazione implièita, regionali e nazionale per classi di attività economica industriale

• Italia Settentrionale - 1981 . • . . • . . . • . • . • • • • • . • • . • • • . . • . • . ,, 164 T ab. 5.29. Indici di terziarizzazione implicita, regionali e nazionale per classi di attività economica industriale

• Italia Centrale - 1981 • . . . • . . . • . . . . • . • . • . . . • . . . . • ,, 165 T ab. 5.30. Indici di terziarizzazione implicita, regionali e nazionale per classi di attività economica industriale

- Halia Meridionale e Insulare - 1981 . . . • . . . • . • ,, 166

Tab. 5.31. Terziario implicito: quozienti di localizzazione - 1981 167

Tab. 5.32. Indici specifici di terziarizzazione, regionali - 1981 )) 168

Tab. 5.33. Terziario avanzato: contributo delle singole regioni al totale- 1981 )) 168 Tab. 5.34. Terziario avanzato: contributo in termini di occupazione ai totali regionali e al totale

(7)

Tab. 5.35. Terziario avanzato: quozienti di localizzazione - 1981 . .

Tab. 5.36. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nela stessa regione- 1981 compo-sizione percentuale per regione e per ripartizione territoriale • . . . • • . . . • . . . . . Tab. 5.37. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione: Italia-1981

composizione percentuale per ramo di attività economica • • . . . • . . • . . . .

Tab. 5.38. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione: Italia Nord-occidentale -1981 -composizione percentuale per ramo di attività economica . . . • . . . Tab. 5.39. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione: Italia Nord-orientale -1981 -composizione percentuale per ramo di attività economica . . . . Tab. 5.40. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione: Italia Centra-le • 1981 • composizione percentuale per ramo di attività economica . . • . . . • . . . . . Tab. 5.41. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione: Italia Meri-dionale • 1981 -composizione percentuale per ramo di attività economica . . . . Tab. 5.42. Unità locali e addetti dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione: Italia Insulare

- 1981 -composizione percentuale per ramo di attività economica • • . . . . Tab. 5.43. Addetti alle imprese per tipo di diffusione territoriale-1981 -composizione percentuale per re-gione e per ripartizione territoriale . . . • . . . • . • . . . . • . . . . Tab. 5.44. Addetti alle imprese per tipo di diffusione territoriale-1981 -composizione percentuale per

ra-mo di attività economica e per ripartizione territoriale . . . • . . . . Tab. 6.1. Struttura settoriale degli addetti negli anni 1971 e 1981 -valori assoluti e percentuali Tab. 6.2. Addetti alle unità locali per ripartizione territoriale e ramo di attività economica- confronti

1971-1981 . . . .

Tab. 6.3. Indicatori di dimensione- confronti 1971-1981

Tab. 6.4. Distribuzione delle classi di attività industriali secondo l'ampiezza prevalente degli impianti -confronti 1971-1981 • valori assoluti . . . . • . . . • . . • . . . Tab. 6.5. Distribuzione degli addetti per classe dimensionale delle unità locali- confronti 1971-1981 -va-lori percentuali . . • . . . • . . . .. . . . Tab. 6.6. Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica industriale -confronti 1971-1981 . . . .

Tab. 6.7. Quozienti regionaH di localizzazione per ramo di attività economica industriale (con riferimento alla distribuzione nazionale degli addetti)- confronti 1971-1981 . . . .

Tab. 6.8. Quozienti regionali di localizzazione per ramo di attività economica industriale (con riferimento alla distribuzione nazionale della popolazione presente) -confronti 1971-1981

Tab. 6.9. Coefficienti regionali di specializzazione industriale- confronti 1971-1981

Tab. 6.10. Analisi Shift.Share: valori delle componenti per il periodo 1971-1981 -tassi percentuaH di varia-zione . . . • • . . . . • . . . • . . . Tab. 6.11. Analisi Shift.Share: coefficienti settoriali per il periodo 1971-1981: ltaHa Settentrionale Tab. 6.12. Analisi Shift.Share: coefficienti settoriali per il periodo 1971-1981: Italia Centrale Tab. 6.13. Analisi Shift-Share: coefficienti settoriali per il periodo 1971-1981: Italia Meridionale

(8)

economica dei beni- confronti 1971-1981 • • . • • . • • . • • . • . . . • . . • • . . Tab. 6.16. Addetti e unità locali classificati secondo il contenuto energetico della produzione - confronti 1971-1981 • . • . . • . . . . • . . . • • • • . . . • . . . • . • . . • T ab. 6.17. Composizione percentuale degli addetti e delle unità locaH classificati secondo il contenuto

energetico deHa produzione- confronti 1971-1981 . . . • . • . • . • • Tab. 6.18. Addetti e unità locali classificati secondo H contenuto tecnologico-innovativo della produzione

-confronti 1971-1981 . . . • . . . . • . • . . . • . . • . . . • . . . Tab. 6.19. Composizione percentuale degli addetti e deUe unità local dassificati secondo il contenuto

tecnologico- innovativo della produzione- confronti 1971-1981 . . . . • . . . . • . • . • . Tab. 6.20. Addetti e unità locali classificati secondo le filiere delle attività economiche - confronti

1971-1981 . . . • • . . . • . . . • . • . . • . • . Tab. 6.21. Composizione percentuale degli addetti e delle unità locali classificati secondo le filiere delle

attività economiche· confronti 1971-1981 • . . . • . . . • . • . Tab. 6.22. Addetti al terziario: confronti tra i campi di osservaziOne del 1981 e del 1971

Tab. 6.23. Addetti al settore terziario per tipo di destinazione dei servizi: confronti tra i campi di osserva-zione del 1981 e del 1971 . . • . . . .

Tab. 6.24. Addetti al terziario- confronti 1971-1981

Tab. 6.25. Indici generici di terziarizzazione, regionali e nazionale- confronti 1971-1981 Tab. 6.26. Addetti al settore terziario per tipo di destinazione dei servizi- confronti 1971·1981

Tab. 6.27. Rapporti specifici di terziarizzazione, regionali e nazionale, per tipo di destinazione dei servizi· confronti 1971-1981 . . . • . . . • . . . Tab. 6.28. Quozienti di localizzazione regionali per tipo di destinazione dei servizi- confronti 1971-1981 . Tab. 6.29. Analisi Shift-5hare: valori dei coefficienti per il periodo 1971-1981

Quadro sinottico 1: Canada Quadro sinottico 2: Francia

Quadro sinottico 3: Germania Federale Quadro sinottico 4: Giappone

Quadro sinottico 5: Regno Unito Quadro sinottico 6: Stati Uniti

(9)

INDICE DEl GRAFICI

GRAFICO 1 • Addetti alle unità locali per regione e ramo di attività economica ... . GRAFICO 2 - Unità locali per regione e ramo di attività economica ... . GRAFICO 3 - Imprese per regione e ramo di attività economica ... . GRAFICO 4 - Imprese, unità locali, addetti e popolazione residente per ripartizione territoriale

(composizione percentuale) .•...•.•...•...•...•...•...•••... GRAFICO 5 - Addetti alle unità locali per ripartizione e ramo di attività economica - anaHsi territoriale: valori percentuali ...•...•...•...••...•...•.•...•...••...•... GRAFICO 6 - Unità locali per ripartizione e ramo di attività economica - analisi territoriale: valori percen-tuali ....•...•...•...••...•.•...••...•.•...•...•...•...•... GRAFICO 7 - Imprese per ripartizione e ramo di attività economica - analisi territoriale: valori percentua-li ···•···•···•···•···•···••···•····••···•• GRAFICO 8 - Addetti alle unità locali per ripartizione e ramo di attività economica - analisi settoriale: va-lori percentuali ... . GRAFICO 9 - Unità locaH per ripartizioni e ramo di attività economica- analisi settoriale: valori percen-tuali ... . GRAFICO 1 O - Imprese per ripartizione e ramo di attività economica - analisi settoriale: valori percen-tuali ... . GRAFICO 11 - Quozienti regionali di localizzazione per ramo di attività economica industriale ... . GRAFICO 12 - Coefficienti regionali di specializzazione industriale ... . GRAFICO 13 - Unità locali e addetti classificati secondo la destinazione economica dei beni ... . GRAFICO 14 - Unità locali e addetti classificati secondo il contenuto energetico della produzione ...• GRAFICO 15 - Unità locali e addetti classificati secondo il contenuto tecnologico-innovativo della

produzione ... . GRAFICO 16 - Unità locali e addetti classificati secondo le filiere delle attività economiche ... . GRAFICO 17 - Rapporti specifici di terziarizzazione per tipo di destinazione di servizi - Italia Setten-trionale ... . GRAFICO 18 - Rapporti specifici di terziarizzazione per tipo di destinazione di servizi - Italia Centra-le ... . GRAFICO 19 - Rapporti specifici di terziarizzazione per tipo di destinazione di -servizi - Italia Meridio-nale ... . GRAFICO 20 - Quozienti regionali di localizzazione per tipo di destinazione di servizi ... . GRAFICO 21 - Grado di terziarizzazione nei singoli rami di attività industriale ...•... GRAFICO 22 - Struttura settoriale degli addetti - confronti temporali ... .. GRAFICO 23 - Coefficienti regionali di specializzazione industriale: confronti temporali ... . GRAFICO 24 Addetti al settore terziario per tipo di destinazione dei servizi confronti temporali -servizi per il consumo privato ... . GRAFICO 25 Addetti al settore terziario per tipo di destinazione dei servizi confronti temporali -servizi per le imprese ... . GRAFICO 26 Addetti al settore terziario per tipo di destinazione dei servizi confronti temporali -servizi per il consumo collettivo ... ..

(10)

TAVOLA 1: Unità locali e addetti per ramo e classe di attività economica agli anni 1961, 1971 e 1981 -va-lori assoluti . . . • . . • • . . . • . . • . • • . • . . TAVOLA 2: Unità locali e addetti per ramo e classe di attività economica agli anni 1961, 1971 e 1981 -va-lori percentuali : . . . • . . . • . . . • . . • . . . . • • TAVOLA 3: Addetti alle unità locali per ramo di attività economica e per regione agU anni 1961, 1971 e 1981 . . • . • • . . . • . . • . . • . . . • . • . . TAVOLA 4: Unità locali per numero di addetti e per ramo e classe di attività economica agli anni 1961,

1971 e 1981 -distribuzione percentuale . . . • . • • . . . • . . . TAVOLA 5: Quozienti di localizzazione per ramo e classe di attività economica industriale e per regione

agli anni 1961, 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degli addetti) . . . • TAVOLA 6: Quozienti di localizzazione per ramo e classe di attività economica industriale e per regione

agli anni 1961, 1971 e 1981 (con rHerimento alla distribuzione della popolazione presente) . TAVOLA 7: Coefficienti di specializzazione industriale per regione agli anni 1961, 1971 e 1981 TAVOLA 8: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica industriale e

per regione agli anni 1961, 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degH addetti) .•. TAVOLA 9: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica industriale e

per regione agli anni 1961, 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione della popolazione

Pag. 311 » 312 » 313 » 316 » 322 » 325 » 328 )) 329 presente) . . . • . . . • . . . • . . . >> 333

TAVOLA 10: Quozienti di localizzazione per ramo e classe di attività economica industriale e per provincia

agli anni 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degli addetti) . . . • . . . >> 337

TAVOLA 11: Quozienti di localizzazione per ramo e classe di attività economica industriale e per provincia

agli anni 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione della popolazione presente) >> 347

TAVOLA 12: Coefficienti di specializzazione industriale per provincia agli anni 1971 e 1981 >> 357

TAVOLA 13: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica

industria-le e per provincia agli anni 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degli addetti) . » 358 TAVOLA 14: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica

industria-le e per provincia agli anni 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione della popolazione

presente) . . . • . . . • . . . » 368 TAVOLA 15: Quozienti di localizzazione per ramo di attività economica terziaria e per regione agli anni

1961, 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degli addetti) . . . • • . . » 378 TAVOLA 16: Quozienti di localizzazione per ramo di attività economica terziaria e per regione agli anni

1961, 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione della popolazione presente) • . • . » 379 TAVOLA 17: Coefficienti di specializzazione delle attività economiche terziarie per regione agli anni 1961,

1971 e 1981 . • • . . . • . . • . • . . . • . . • . . • . • . . » 380 TAVOLA 18: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo di attività economica terziaria e per

regio-ne agU anni 1961, 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzioregio-ne degli addetti) . • . . • » 381 TAVOLA 19: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo di attività economica terziaria e per

regio-ne agli anni 1961, 1971 e 1981 (con rHerimento alla distribuzioregio-ne della popolazioregio-ne

presen-te) . . . • . • . . . • • . . . • . . . » 382 TAVOLA 20: Quozienti di localizzazione per ramo di attività economica terziaria e per provincia agti anni

1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degli addetti) • . . . . • . . . • . • . • . » 383 TAVOLA 21: Quozienti di localizzazione per ramo di attività economica terziaria e per provincia agli anni

1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione della popolazione presente) . • . . . » 385 TAVOLA 22: Coefficienti di specializzazione deHe attività economiche terziarie per provincia agli anni 1971

(11)

TAVOLA 23: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo di·attività economica terziaria e per pro-vincia agU anni 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione degli addetti) . . . • TAVOLA 24: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo di attività economica terziaria e per

provin-cia agli anni 1971 e 1981 (con riferimento alla distribuzione della popolazione presente) . TAVOLA 25: Addetti alle unità locali per categoria posizionale, sesso e per ramo e classe di attività econo-mica- anno 1981 • . . . • . . . • . . . • TAVOLA 26: Addetti alle imprese a diffusione territoriale e per ramo e classe di attività economica - anno

1981 . . . . • . • . • . . . • . • . . . • . . . • . . . • TAVOLA 27: Addetti alle imprese per diffusione territoriale, per regione e per ramo e classe di attività

eco-nomica - anno 1981 • . . . • . . . • . • . . . . . TAVOLA 28: Addetti alle imprese per numero di attività esercitate e per ramo e classe di attività economi-ca, per ripartizione territoriale - anno 1981 . . . • . . . . TAVOLA 29: Unità locali e addetti, dipendenti da imprese con sede fuori o nella stessa regione, per ramo

di attività economica e per regione - anno 1981 . . . . TAVOLA 30: Imprese aventi interscambio con l'estero per ramo e classe di attività economica e per riparti-zione territoriale - anno 1981 . • . . . . TAVOLA 31: Addetti alle imprese aventi interscambio con l'estero per ramo e classe di attività economica

e per ripartizione territoriale - anno 1981 • . . . • . . . . . TAVOLA 32: Indici di specializzazione per tipo di rapporto con l'estero e per provincia- anno 1981 TAVOLA 33: Coefficienti di concentrazione territoriale per ramo e classe di attività economica e per tipo di

rapporto con l'estero . . . . TAVOLA 34: Indicatori di dimensione per ramo e classe di attività economica

(12)
(13)

INTRODUZIONE (1)

PREMESSA

La presente relazione sul Censimento dell'industria e commercio (Cl C 81 ), che rinnova una tradi-zione di analisi dei risultati censuari in atto fino a prima del Censimento del 1991, si propone di:

- sviluppare le tematiche generali dei Censimenti dell'industria e commercio;

- fornire lineamenti teorici per l'analisi dei dati;

- illustrare le principali caratteristiche del Cl C '81;

- analizzare ed interpretare i principali risultati dell'azione censuaria del 1981.

L'AZIONE CENSUARIA E LA SUA ORGANIZZAZIONE

La scansione delle varie fasi di svolgimento dei Censimenti del 1981 è stata sottolineata dai

nu-merosi interrogativi che gli addetti ai lavori e non si sono posti sulla validità ed attualità dei Censimenti tradizionali. Alcuni, con giudizi forse affrettati ed un po' superficiali, hanno ritenuto i Censimenti superati dall'era dell'informatica, altri, forse più cauti e prudenti, hanno considerato ancora valide tali rilevazioni pur sottolineando la necessità di snellire le procedure, di migliorare le informazioni e di finalizzare i ri-sultati delle rilevazioni alle esigenze conoscitive emerse negli ultimi anni. l dubbi e le perplessità hanno riguardato soprattutto il Censimento dell'industria e commercio.

( 1 ) Relazione di Renato Guarini, professore ordinario di statistica economica nella Università "La Sapienza" di Roma.

L'autore ringrazia per le collaborazioni:

- la d.ssa Olga Crescenzi e la d.ssa Susanna Mantegazza per la preparazione del materiale dei capitoli 5 e 6; - il dott. Franco Lorenzini (ISTAT) per le ricerche sulla documentazione storica dell'azione censuaria in Italia e negli altri Paesi;

- il dott. Roberto Mezzenga (ISTAT) per la ricostruzione delle classificazioni delle attività economiche; - il sig. Loris Giusto (ISTAT) per l'elaborazione dati;

- il dott. Alberto Fanelli (ISTAT) ed il sig. Paolo Astorri, (ISTAT) per la grafica computerizzata;

- il dott. Silvio Gabriele (ISTAT) ed il sig. Marco Anelli (ISTAT) per la predisposizione e il coordinamento dei lavori di stam-p a.

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Il Presidente deii'ISTAT recependo queste problematiche, a conclusione della fase di rilevazione

di censimenti, ha costituito - con. deliberazione del 26 giugno 1982 - una commissione (1) di studio,

presieduta dal Prof. Massimo Livi Bacci, alla quale è stato affidato l'incarico di eseguire l'analisi e la

valutazione dei risultati dei Censimenti generali del 1981, nonché di formulare proposte per indagini e

studi integrativi dei Censimenti stessi. Nel contempo due membri della stessa commissione - i Proff.

Or'nello Vitali e Renato Guarini -furono designati quali redattori delle relazioni di base, rispettivamente, sul Censimento della popolazione e su quello dell'industria e commercio.

La presente relazione sul Censimento dell'industria e commercio (Cl C '81) il cui schema è 'stato

di-scusso nell'ambito della citata commissione, riflette quanto a contenuti ed opinioni esclusivamente il pensiero del suo redattore e vuole dare alcune risposte ai diversi problemi organizzativi, metodologici, interpretativi posti da produttori ed utilizzatori dei dati del CIC.

LE RILEVAZIONI CENSUARIE

In primo luogo, ritenendo che il significato, il ruolo, il grado di validità del CIC possano risultare più chiari ed evidenti se tale indagine si inquadra nelle linee dello sviluppo storico della statistica econo-mica italiana e particolarmente nel contesto dell'attuale situazione nazionale ed internazionale delle

co-noscenze statistiche, è stata effettuata una breve rassegna sulle origini e l'evoluzione delle rilevazioni

censuarie delle attività produttive (capitolo 1). Ciò dovrebbe inoltre favorire una migliore comprensione dei risultati del Censimento del 1981 e fornire elementi di riflessione per tracciare i lineamenti dei futuri Censimenti.

L'esigenza di conoscere e di indagare sulle attività produttive della nazione fu avvertita fin dal 1861; i primi programmi di inchieste sull'attività produttiva vennero formulati appunto nella seconda metà del secolo scorso. Le indagini previste da questi primi programmi e dai successivi non presen-tavano il necessario carattere di simultaneità; di conseguenza si incontrarono numerose difficoltà quando si tentò di riassumere in quadri generali dati che si riferivano ad universi modifìcatisi nel corso del tempo sia nella consistenza delle unità rilevate sia nelle relative caratteristiche strutturali. Un Cen-simento più completo, ma sempre limitato alle sole attività industriali, fu effettuato nel 1891, e soltanto nel 1927 venne svolto il primo Censimento "industriale e commerciale" con l'estensione del campo di indagine alle attività del commercio; ebbe così inizio quella serie di ampliamenti del campo di rileva-zìone che ha portato a comprendere praticamente tutte le attività produttive nello svolgimento del Cen-simento del 1981 (VI della serie).

Le rìlevazioni condotte, infatti, nel corso di questi Censimenti, come è illustrato nei diversi paragrafi

del cap. 1, sono caratterizzate da un progressivo e costante perfezionamento delle modalità di esecu-zione e delle tecniche di elaboraesecu-zione, nonché dall'aesecu-zione di armonizzaesecu-zione con le similari indagini a

livello internazionale. L'attenzione è stata posta, in particolare per i Censimenti del 1971 e 1981, per

inserirli in quel processo dì integrazione che mira ad armonizzare le statistiche dei vari Paesi della Co-munità Economica Europea tenendo anche conto, soprattutto per quanto concerne il campo e l'oggetto della rilevazione, delle raccomandazioni e delle indicazioni espresse dai vari organismi internazionali (ONU, OCDE, FAO).

Nonostante gli sforzi di tali organismi, le modalità di svolgimento dei Censimenti industriali e com-merciali nei vari Paesi, come dettagliatamente illustrato nel cap. 2, sono legate alle situazioni delle sta-tistiche correnti ed all'efficienza delle strutture amministrative.

Pertanto, a differenza del Censimento della popolazione che presenta schemi standardizzati di ri-levazione, si osservano notevoli difformità nei Censimenti delle attività produttive dei vari Paesi.

L'illustrazione per ciascun Paese degli scopi, del grado di copertura, delle caratteristiche tecniche (classificazione delle attività economiche, campo ed unità di rilevazione, modelli di rilevazìone) non ha soltanto finalità conoscitive, ma rappresenta un insieme di informazioni fondamentali per inquadrare il CIC 81, per fornire orientamenti e per formulare suggerimenti per i prossimi Censimenti.

(1) La Commissione, nominata dal Presidente deii'ISTAT con delibera del 26 giugno 1982, ~isultava così composta:

Presidente: Prof. Massimo Livi Bacci - Membro Consiglio Superiore di Statistica

Esperti: Prof. Renato Guarini, Prof. Ornello Vitali

Funzionari ISTAT: Dott.ssa Amelia Faticoni in Capodiferro, Dott. Antonio Cortese, Dott. Mauro Masselli

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INTRODUZIONE 15

IL CIC 1981

Il CIC 1981, come viene dettagliatamente illustrato nel cap. 3, ha le stesse caratteristiche dei Cen-simenti precedenti per quanto attiene alle definizioni e alle modalità di rilevazione, mentre si differenzia per la classificazione delle attività economiche e per l'allargamento del campo di osservazione.

Nella impostazione del CIC 81 tuttavia si individua, attraverso l'esame comparato dei quesiti inseriti nei modelli e delle modalità tecniche ed organizzative dell'indagine, il contrasto tra l'esigenza di assi-curare continuità nei criteri di rilevazione rispetto alla classificazione delle attività economiche e quella

di cercare di adeguarsi alle nuove realtà. È prevalso sostanzialmente il principio di rifarsi al passato per

assicurare e garantire il "continuum" delle analisi temporali e gli sforzi innovativi (relativi all'introduzione o eliminazione di alcuni quesiti, ed ai criteri di una diffusione dei dati) non hanno determinato quel salto

di qualità che avrebbe reso il Censimento più attuale e rispondente alle nuove esigenze conoscitive.

Si poteva, ad esempio, alleggerire il modello di rilevazione per lasciare a successive indagini cam-pionarie il compito di rilevare in profondità aspetti particolari e contingenti della struttura produttiva.

l quesiti censuari risultano, da un lato, troppo generici ed elementari per le unità produttive di una certa consistenza e, dall'altro, abbastanza complessi, pesanti e di difficile interpretazione e, in gene-rale, inadatti per una rilevazione condotta con le modalità del censimento, cioè estesa alle unità pro-duttive di tutte le dimensioni ed a tutte le attività propro-duttive.

Per quanto concerne il campo di osservazione, con il CIC/81 si è attuata una estensione della ri-levazione a tutte le attività economiche, sia pubbliche sia private (con la sola eccezione di alcuni servizi della difesa e della sicurezza pubblica); i precedenti Censimenti coprivano, invece, soltanto una parte delle attività dei "servizi" ed escludevano tutto il settore della P.A. Queste due caratteristiche del CIC/81 permettono un confronto più corretto tra dati censuari e dati di altre fonti; ciò può rappresentare, uni-tamente alla possibilità di utilizzare adeguati supporti informatici, il punto di partenza per cercare di col-mare quel solco tra rilevazioni censuarie ed indagini còrrenti che si è determinato a partire dal 1950.

Il ruolo di strumento di conoscenza insostituibile ed indispensabile per l'analisi della complessa realtà produttiva del nostro Paese, che spetta al CIC, non è intaccato dal fatto che il questionario uti-lizzato tende più a fornire una fotografia dei fattori tradizionali di classificazione dell'industria (attività economica, occupati, localizzazione) che non ad approfondire aspetti specifici di politica aziendale o ad evidenziare aspetti dinamici delle unità produttive. In mancanza di adeguate strutture amministrative che possono fornire elementi di conoscenza quantitativi delle realtà economiche, il Censimento è, in-fatti, la sola rilevazione valida ed attuale ai fini della conoscenza economica e delle analisi di base alle decisioni nel campo delle politiche e degli investimenti nei settori produttivi.

Al fine di rendere più agevole, consapevole e corretta l'utilizzazione dei dati censuari I'ISTAT ha ritenuto di fornire, in occasione del CIC 81 un quadro il più possibile esauriente sul grado di attendibilità qualitativo e quantitativo del Censimento.

Dei vari elementi di errore si era cercato di tener conto nei precedenti Censimenti, si erano anche effettuati controlli per eliminare, nei limiti del possibile, incongruenze ed incompatibilità, ma le azioni svolte non erano state sempre esplicitate ed illustrate.

Per il CIC/81 sono state organizzate ed espletate varie analisi relative alla stima del grado di co-pertura nelle singole fasi dell'indagine censuaria, alla revisione dei questionari, alle verifiche di incom-patibilità.

È da sottolineare che con riferimento alla valutazione del grado di copertura, per la prima volta

nella storia dei Censimenti italiani,

è

stata organizzata un'indagine ad hoc, effettuata nel marzo 1982.

Nonostante le obiettive difficoltà ambientali, la scarsa sensibilità alle problematiche statistiche ed il malessere o mal sottile che attanaglia la nostra società, l'operazione censuaria, pur risultando oltre-modo faticosa ed impegnativa, ha fornito risultati definitivi congrui e con un grado di attendibilità molto soddisfacente, come illustrato con numerosi confronti ed analisi nei paragrafi del cap. 3.

L'ANALISI DEl RISULTATI

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Le applicazioni di alcune metodologie di analisi statistica ed economica sono infatti possibili sol-tanto disponendo dei dati disaggregati settorialmente e territorialmente, come previsto dai piani di spo-glio censuari.

l dati del CIC, elaborati con le metodologie illustrate nel cap. 3, hanno consentito una interpreta-zione dello sviluppo settoriale e territoriale delle attività produttive in funinterpreta-zione del dibattito sviluppatosi negli anni '70, ed ancora in atto, sulla politica industriale e sulle trasformazioni produttive del nostro Paese e di alcune pàrticolari zone.

l dati settoriali hanno permesso di analizzare e verificare la direzione e l'intensità del processo di aggiustamento del sistema produttivo italiano con riferimento agli ipotizzati processi di "redistribuzione" e "deverticalizzazione". l dati territoriali hanno invece offerto la possibilità, unica rispetto a quella offerta da altre fonti statistiche, di spingersi ad analisi a livello subprovinciale per verificare varie ipotesi di svi-luppo territoriale e, in particolare nelle regioni nord occidentali, l'inizio di quel processo di deindustria-lizzazione segnalato da una più intensa dinamica dell'industria via via che si passa dalle regioni

set-tentrionali a quelle meridionali. Inoltre è stato interessante individuare alcuni aspetti quali le

specializ-zazioni produttive delle singole aree, le dotazioni dei servizi, le strozzature delle reti di comunicazione.

Nel cap. 5 è stata effettuata un'analisi delle strutture del sistema economico, sulla base di numerosi

elementi rilevati dal CIC '81. Di volta in volta sono stati considerati gli aspetti salienti della realtà eco-nomica del Paese: la struttura .settoriale, a livello nazionale e nelle sue articolazioni territoriali, la strut-tura dimensionale dell'apparato produttivo e, congiuntamente, il grado di concentrazione tecnico e ter-ritoriale dell'industria, ed ancora, di riflesso, la localizzazione delle attività produttive e la specializza-zione industriale delle regioni.

L'analisi, svolta dapprima in maniera tradizionale quanto ad impiego di metodologie (illustrate con

dettaglio nel cap. 4} e per le tematiche affrontate,

è

stata successivamente integrata mediante la

ricon-siderazione dei dati censuari secondo altre chiavi di lettura. Si è infatti proceduto ad una

riclassifica-zione delle attività in base ad elementi strutturali e tecnologici quali la concentrariclassifica-zione economica dei prodotti, il loro contenuto energetico e tecnologico-innovativo, le filiere di produzione, al fine di eviden-ziare, a livello regionale, il carattere più o meno "avanzato" ed il grado di integrazione dei settori pro-duttivi. Questo al di là dei consueti parametri in uso per lo studio del sistema economico.

È stato anche possibile effettuare ulteriori analisi, utilizzando i quesiti, per la prima volta introdotti

nei questionari del CIC/81, sul grado di apertura verso l'estero delle imprese, con riferimento alle sin-gole regioni e sulla dislocazione dei centri decisionali rispetto alle unità produttive che operano nelle singole regioni.

Ed ancora, i dati del CIC/81 hanno costituito una fonte preziosa e quasi inaspettata per analizzare il settore terziario e cercare di verificare empiricamente -a livello regionale- le caratteristiche di quel processo di terziarizzazione che, manifestatosi nelle economie post-industriali ed anche nel nostro Pae-se, ha richiamato l'attenzione di numerosi e qualificati studiosi.

Nella convinzione che il processo di terziarizzazione debba essere necessariamente studiato at-traverso fasi successive che permettano di mettere in luce le diverse caratteristiche di un fenomeno così composito e segmentato, i risultati del CIC si sono rivelati come l'unica. fonte statistica in grado di fornire informazioni per svolgere un'analisi della terziarizzazione completa e nello stesso tempo seg-mentata.

Nel paragrafo 5. 7. per ciascuna delle regioni italiane sono stati analizzati vari aspetti, quali:

a) il terziario tradizionale;

b) la specializzazione e la concentrazione territoriale; c) il terziario implicito;

d) il terziario avanzato.

A conclusione del capitolo 5, i dati censuari sono stati utilizzati per analizzare il ruolo dei centri

de-cisionali nei processi di sviluppo territoriale. Come

è

noto gli indicatori tradizionali, basati sui sistemi

standardizzati dei conti economici, risultano insufficienti per individuare i fattori che sono alla base dello sviluppo economico regionale ed, in particolare, per evidenziare le sorgenti o centri direzionali che hanno messo in moto tale sviluppo. Anche se nel questionario del CIC non sono state richieste nptizie di rilievo relative alla consistenza, all'utilizzazione ed al titolo di possesso dei capitali ed alla detenzione effettiva dei poteri decisionali, opportune elaborazioni sulla diffusione territoriale delle imprese -

infor-mazione che soltanto il CIC fornisce - hanno permesso di costruire un quadro di riferimento di tale

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INTRODUZIONE 17

Un limite, talvolta trascurato dagli utilizzatori, si evidenzia, quando si vogliono effettuare analisi sto-riche mediante i Censimenti. Questi anche se consecutivi, come quelli del 1971, possono presentare differenze classificatorie, diversi campi di osservazione, dissimili errori di rilevazione.

l dati di Censimenti successivi possono differire anche per altri motivi (l'organizzazione degli uffici, la preparazione dei rilevatori, ecc.), fattori tutti che determinano un differente grado di attendibilità dei dati stessi.

Con riferimento al 1981, per effettuare le analisi storiche, riportate nel cap. 6 e basate in prevalenza

sul confronto con il CIC/71, si è tenuto conto delle circostanze relative alle differenze di classificazione

economica ed a quelle inerenti al campo di osservazione.

Nel suddetto capitolo è stata infatti analizzata l'evoluzione del sistema produttivo italiano, tra i due

Censimenti del 1971 e 1981, con particolare riferimento ai mutamenti strutturali, dimensionali, localiz-zativi e di specializzazione del sistema stesso attraverso il confronto dei risultati ottenuti, per i due anni in esame, elaborati secondo i principali indicatori descritti nel cap. 4.

Allo scopo di comprendere meglio la portata e le caratteristiche di tale evoluzione, a questa prima analisi più tradizionale sono state affiancate altre due di carattere interpretativo che consentono di vi-sualizzare il fenomeno da differenti angolazioni e di arricchire, quindi, le informazioni disponibili: la

prima è stata effettuata in base all'analisi shift-share e la seconda in base al confronto fra i dati relativi

agli addetti ed alle unità locali, riclassificati secondo elementi tecnologici ed innovativi. l confronti sono stati, ovviamente, effettuati soltanto per i fenomeni rilevati in entrambi i censimenti; mancano quindi ri-ferimenti all'evoluzione dei rapporti con l'estero dei settori industriali e dei centri decisionali. La diffe-renza del campo di osservazione ha tuttavia ostacolato l'interpretazione dell'evoluzione dei settori dei servizi per i quali, operando confronti a parità di campo di osservazione del 1971, le analisi sono state necessariamente limitate ad un più ristretto numero di rami di attività.

Pur nella consapevolezza dei limiti della presente relazione dovuti alla complessità che caratterizza ogni azione finalizzata all'acquisizione di informazioni, ci si augura di essere riusciti a mettere in evi-denza luci ed ombre del Censimento, a fornire una guida per una corretta analisi del CIC, a tracciare un solco che possa essere di orientamento a chi dovrà organizzare, gestire e interpretare i futuri Cen-simenti delle attività produttive.

Questa azione censuaria rappresenta ancora uno strumento attuale, necessario ed insostituibile per la conoscenza delle realtà settoriali e locali, ma per meglio finalizzarla a nuove esigenze occorre introdurre modifiche nei contenuti e nell'organizzazione, come indirettamente, talvolta, nel corso delle

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PARTE PRIMA

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CAPITOLO 1

l CENSIMENTI INDUSTRIALI E COMMERCIALI IN ITALIA

1.1. DALL'UNIFICAZIONE NAZIONALE ALLA FINE DEL SECOLO

Quando, nel 1861, il Parlamento italiano proclamò il Regno di Italia, esistevano nelle province del nuovo regno numerosi uffici statistici, con strutture diverse e difformi ordinamenti, che effettuavano ri-levazioni prevalentemente di fenomeni di particolare e circoscritto interesse. Apparve urgente ed evi-dente l'esigenza di uniformare criteri metodologici, unità di rilevazione e operazioni di elaborazioni, af-finché allo Stato fossero dati "tutti gli elementi e tutti i mezzi (per) un buon andamento di governo". Così con il R.D. 9 ottobre 1861 fu attuato il nuovo ordinamento statistico dello Stato italiano ed istituita una Direzione Centrale della statistica italiana, dalla quale dipendevano operativamente gli uffici periferici provinciali.

Il primo impegno della neo-costituita Direzione della Statistica italiana fu di "fotografare" la popo-lazione italiana, nella sua distribuzione territoriale, nei suoi elementi demografici e nelle sue attività

pro-duttive, ma il primo Annuario Statistico Italiano, edito nel 1864 e che riportava i risultati del 1°

Censi-mento della popolazione del 1861 conteneva scarse e frammentarie notizie sugli opifici e sulle attività produttive.

-Nè migliore sorte ebbero le rilevazioni successive. Nei primi 15 anni di vita del nuovo regno, le in-dagini tendenti ad acquisire elementi di conoscenza sulle unità produttive e sulle attività lavorative non sortirono gli effetti sperati: nonostante che la statistica ufficiale italiana si avvalesse dell'opera di uomini di grande prestigio come L. Bodio, R. Benini, F. Caletti, l'arretratezza del contesto sociale, la scarsità di mezzi, la diffidenza degli intervistati, le rivalità politiche non consentirono di pervenire a rilevazioni soddisfacenti.

La prima indagine ufficiale sulle condizioni dell'industria italiana fu programmata nel 1876 {1) e

li-mitata agli stabilimenti appartenenti a 15 gruppi di industrie - in particolare le tessili __,. a cui si

ag-giunsero le lavorazioni industriali, effettuate dagli stabilimenti di pena e dalle imprese industriali dello Stato.

l gruppi considerati furono: seta, lana, cotone, lino e canapa, materie miste, cordami, cappelli di feltro, concerie di pelli, candele steariche, estrazione dell'olio da semi, saponi, carta, officine ferroviarie, manifatture dei tabacchi, saline ed infine lavorazioni di carattere industriale eseguite negli stabilimenti di pena ed altre imprese industriali mantenute dallo Stato.

Di ciascun tipo di attività si intendeva rilevare: la forza in cavalli - vapore o idraulica, il numero

degli operai adulti (con età superiore ai 14 anni) distinti in maschi e femmine; il numero dei fanciulli (di 14 anni e meno) senza indicazione del sesso; il numero ed il tipo delle macchine usate in modo da po-ter dedurre la potenza della produzione.

Vennero pertanto predisposti questionari diversificati per i vari tipi di industria al fine di renderne più agevole la compilazione e consentire la rilevazione di aspetti particolari delle singole industrie.

Il programma dell'indagine escludeva quindi le "piccole arti ed i mestieri" per i quali si riconosceva che non sarebbe stato possibile ottenere risultati attendibili, a causa delle difficoltà di individuazione. Nonostante la limitatezza del campo di osservazione anche questa indagine si rilevò insoddisfacente, anche se contribuì a migliorare i criteri ed il programma della successiva rilevazione. statistica, che ebbe una lunga gestazione e si protrasse per circa un ventennio.

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Nel novembre 1882, infatti, il Consiglio Superiore di Statistica discusse ed approvò un ambizioso programma di statistiche pluriennali le cui rilevazioni iniziarono praticamente 1 O anni più tardi e che si potè ritenere concluso soltanto nel 1903.

Anche se vi fu, rispetto alle indagini precedenti, un notevole ampliamento del campo di rilevazione, l'indagine, come risulta dalla relazione generale redatta da Ellena (1 ), aveva lo scopo precipuo di "stu-diare soltanto le grandi industrie, perocchè si ha di mira di misurare la forza industriale del Paese, piut-tosto che di giungere ad un risultato complessivo statistico di tutte le sue manifestazioni produttive( ... ). Sapere quante centinaia di fusi, quante decine di migliaia di telai, quante centinaia di macchine senza fine per la fabbricazione della carta possiede un paese, indica con quali forze esso si presenti nella lotta generale della concorrenza contro le altre nazioni industriali".

Le industrie furono ripartite in quattro grandi gruppi: a) industrie minerarie, meccaniche, chimiche; b) industrie alimentari; c) industrie tessili; d) industrie varie (legno, cartarie, poligrafiche, conciarie} non-ché alcuni settori dell'abbigliamento.

Game le precedenti, anche questa rilevazione si basò su questionari compilati a mezzo intervista dei capi di azienda. Le notizie richieste non furono uguali per tutte le industrie "e si era preparato un questionario speciale per ciascuna di esse, il quale tenesse conto delle loro peculiari condizioni. Così le domande poterono essere ridotte a poche, si potè dare a tutte un carattere precipuamente tecnico, e si sfuggì il pericolo di chiedere cose che insospettissero troppo il fabbricante" (2).

Inoltre, per alcune attività affini furono adottati questionari comuni per cui mentre l'elenco delle in-dustrie considerate nell'indagine comprendeva 49 classi i questionari predisposti furono soltanto 27. La carenza più vistosa di questo programma di indagine (3) fu la mancanza della simultaneità, ca-ratteristica indispensabile per ogni rilevazione censuale (4). Ne seguì infatti che quando si cercò di rias-sumere i risultati in un quadro generale e coerente fu necessario procedere ad una revisione delle varie indagini per tener conto delle variazioni intervenute, nel corso del tempo, sia per quanto riguardava la consistenza numerica delle unità censite sia per le mutate caratteristiche strutturali.

1.2. LA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO

Con il nuovo secolo ebbe inizio la consuetudine di abbinare il censimento delle attività produttive a quello della popolazione ed il primo concreto esempio di questa innovazione lo si ebbe nel 1911 quando in occasione del Censimento della popolazione venne eseguito il Censimento degli "opifici e le imprese industriali" (5).

In questo Censimento vennero utilizzati questionari di rilevazione distinti per gli esercizi con non più di dieci addetti e per quelli con oltre dieci addetti ed oggetto di indagine furono fenomeni di stato riguardanti prevalentemente il personale occupato e la forza motrice.

Quest'ultimo quesito suscitò in seguito qualche dubbio circa la duplicazione tra la potenza dei mo-tori primari e quella dei momo-tori elettrici azionati a mezzo dei primi.

Anche il campo di rilevazione determinò qualche dubbio di interpretazione: erano infatti da censire tutti gli esercizi delle attivittà manifatturiere, esercitate da imprese di trasporti (ad es. laboratori o can-tieri e costruzione o riparazione macchinari, navi, locomotive); da imprese commerciali (ad es. labora-tori per la confezione di manufatti di abiti, lavorazione mobili); da imprese agricole (lavorazione burro, latticini, distillerie) con l'esclusione di tutte le attività del commercio e dei servizi.

Come è evidente, i confini del campo di rileva:zione restarono piuttosto imprecisi, con la conse-guenza che si ebbe una copertura della rilevazione abbastanza differenziata nelle diverse zone del re-gno.

Ma la più rilevante fonte di ambiguità di questo Censimento - e del successivo del 1927, dopo

la lunga parentesi della prima guerra mondiale - fu l'unità statistica di rilevazione, l"'unità tecnica".

Ed infatti alcuni decenni dopo, fu autorevolmente rilevato che il Censimento del 1911 ebbe "il

difet-(1) Cfr. Ellena V., Atti del Consiglio di statistica, Relazione tenuta i/2511111882, Annali di statistica, Serie Il, Vol. 7 (pag. 13), Roma, 1883.

(2) Cfr. Ellena V., op. cit.

(3) l risultati dell'indagine furono pubblicati tra il 1885 ed il 1903 nella serie lV degli Annali di Statistica, in 69 monografia provinciali ed in 5 monografia speciali per le industrie della macinazione dei cereali, della carta, della seta, della lana e del co-tone.

(4) Cfr. Barberi B., "//nuovo censimento industriale del 1951", in L'industria n. 2, Milano, 1952.

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1.2. LA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO 23

to di una non esplicita definizione e distinzione di quelle che nel linguaggio statistico sono dette le unità statistiche di rilevazione, per cui dai loro dati non sempre risulta chiaro che cosa si voglia intendere con le denominazioni di 'esercizi' con cui le unità stesse vennero genericamente designate" (1 ).

Il Censimento del 1927 (2), anche se conservò molte incertezze della precedente rilevazione, in-trodusse tuttavia alcune interessanti novità.

Anzitutto esso fu predisposto e coordinato dal nuovo Istituto Centrale di Statistica, costituito nel-l'anno precedente, il 1926. Poi il campo di osservazione fu allargato alle attività commerciali (ed infatti esso fu il primo Censimento ad assumere ufficialmente la denominazione di "Censimento dell'Industria e del-Commercio"). Infine - e soprattutto- si delineò per la prima volta la tendenza, successivamente consolidata, che scopo principale di un censimento industriale e commerciale fosse quello di accertare la consistenza numerica, la dislocazione territoriale e la struttura e potenzialità produttiva delle imprese e delle unità locali di un universo produttivo il più ampio possibile.

Furono pertanto inclusi nella rilevazione gli esercizi attivi ed aperti, anche con un solo addetto; al-cune speciali forme di attività commerciali (rappresentanti di commercio, agenti di cambio, albergatori e simili); attività corrispondenti ai bisogni collettivi e generali (trasporti pubblici, stabilimenti balneari, la-vanderie, ecc.); le aziende statali e parastatali; le attività svolte a domicilio da artigiani e piccoli mercianti per la propria clientela diretta (sarti, calzolai, ecc.); le attività a carattere industriale e com-merciale esercitate da aziende agrarie (caseifici, cantine, oleifici o simili).

Furono viceversa escluse dal Censimento: le aziende agricole e forestali; le libere professioni; le lavorazioni svolte a domicilio per conto di industriali e commercianti, gli esercizi chiusi per causa sta-gionale alla data del Censimento.

Restarono tuttavia - come si è accennato - numerose imperfezioni di carattere concettuale e

tec-nico e fra esse la mancanza di chiarezza su cosa dovesse intendersi per "unità tecnica". Secondo la definizione, per unità tecnica doveva intendersi ogni forma di attività, esercitata nella sede dell'unità lo-cale, avente caratteristiche proprie e tale da non costituire una "funzione accessoria della principale" in modo da poter essere svolta in modo autonomo.

È evidente che una tale definizione non permise una adeguata ed univoca individuazione dell'unità di rilevazione; in alcuni casi si determinò una sopravvalutazione dell'importanza relativa delle varie at-tività svolte nella "unità locale". l dati raccolti non ebbero una base di riferimento univoca ed oggettiva e ciò alterò il grado di attendibilità dei risultati.

Su tale tema ritornò ancora Benedetto Barberi, il quale osservò che l'unità tecnica "avulsa dal

si-stema di cui essa è elemento costitutivo, l'impresa, se per un verso consente indubbiamente, di

co-gliere il fenomeno, per così dire, bruto della produzione, per altro verso, spogliando questo delle ca-ratteristiche tecniche e delle modalità economico-amministrative, attraverso le quali il fenomeno stesso si svolge, riduce la portata e l'utilità della rilevazione, ad una mera constatazione di fatto" (3).

La scelta dell'unità tecnica come unità di rilevazione non consentiva inoltre di estendere la rileva-zione a fenomeni di flusso (produrileva-zione, fatturato, ecc.), in quanto la disponibilità dei dati era limitata a livello di impresa. Pertanto, come per il Censimento del 1911, furono rilevati soltanto fenomeni di stato riguardanti le caratteristiche generali dell'attività svolta, il personale occupato (in categoria professio-nale, sesso, stato civile e classi di età), la quantità e tipo della forza motrice installata, i mezzi di tra-sporto impiegati.

Tenuto conto che in quegli anni non esistevano altre rilevazioni sui fenomeni di flusso, l'impossi-bilità di ottenere dati sulla produzione fu particolarmente criticata dagli studiosi ed utilizzatori ed anche nella relazione dell'1ST A T, ove si afferma che "senza i dati, relativi alla produzione, costituenti il fine ul-timo e fondamentale di questo tipo di rilevazioni, le notizie raccolte non poterono lumeggiare le carat-teristiche strutturali e dinamiche delle varie imprese nei singoli rami di attività" (4).

Anche il quesito sulla quantità e il tipo di forza motrice istallata suscitò molte polemiche e lacunosi furono i risultati degli spogli effettuati. Si osservò che i quesiti richiedevano "la potenza normalmente

utilizzata per il funzionamento del macchinario e quella normalmente impiegata per azionare i

genera-tori di energia elettrica" facendo quindi riferimento non alla potenza nominale ma a quella effettiva la cui determinazione era di gran lunga più soggettiva ed arbitraria; di conseguenza i risultati "sulla

po-tenza dei motori primari e di quelli elettrici furono viziati da errori e duplicazioni dei quali è impossibile

(1) Cfr. Barberi B., "Il nuovo censimento industriale del 1951", op. cit.

(2) l risultati del Censimento Industriale e Commerciale del 1927 furono pubblicati in 8 volumi dettagliatamente elencati nella bibliografia di questo capitolo.

(3) Barberi B., "Linee di un Censimento della produzione industriale italiana" da Rivista italiana di statistica economia e

fi-nanza. Anno VI, n. 6, dic. 1934, Bologna.

(4) ISTAT: Relazione per la Commissione generale. Criteri, metodi e norme per l'esecuzione del censimento industriale.

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stabilire la portata".

Infine la stessa classificazione degli "esercizi" secondo il numero degli addetti, se consentiva di

valutare la concentrazione produttiva per ramo di attività economica - cioè sul numero delle imprese

che producevano beni tecnologicamente diversi - non forniva elementi di conoscenza nè

sull'am-piezza delle imprese all'interno di ciascun ramo, nè sulla loro organizzazione verticale.

Mentre i censimenti demografici, di più antica tradizione avevano raggiunto un buon grado di ef-ficienza, quelli economici ed in particolare quelli industriali e commerciali facevano quindi fatica a de-collare, a compiere quel salto di qualità indispensabile per soddisfare le istanze del mondo politico, economico e sociale, che si andavano affermando nell'epoca.

Le esigenze emergenti e le critiche formulate furono tenute presenti allorché venne costruita la complessa struttura del successivo Censimento del 1937-39, che è considerato il più notevole tentativo effettuato in Italia per approfondire la conoscenza strutturale ed economica dei settori produttivi.

L'impostazione del Censimento risentì anzitutto sia delle esperienze di altri Paesi sia delle iniziative di organismi internazionali. Infatti la "convenzione per le statistiche economiche", firmata a Ginevra il 14 dicembre 1928, fu resa esecutiva in Italia dalla legge del 9 gennaio 1931 (n. 153) e dalla successiva legge del 18 gennaio 1934 (n. 120) nota come "legge sul calendario dei Censimenti" (1).

Inoltre la statistica ufficiale italiana dell'epoca era guidata da Corrado Gini, si avvaleva dell'opera di Giorgio Mortara e poteva contare sull'intelligente attività di giovani funzionari come Luigi Amoroso e Benedetto Barberi, che posero le basi di quelle che poi sarebbero stati i contenuti sia del Censimento sia delle rilevazioni sulle produzioni.

Fu infatti disposto di dar corso ad un duplice ordine di rilevazioni volte a fornire, in una visione glo-bale del fenomeno economico, le caratteristiche sia delle imprese sia delle dinamiche dell'attività

indu-striale. ·

In altri termini, le rilevazioni previste nel Censimento del 1937 miravano a registrare i due grandi gruppi di fenomeni relativi alle attività produttive:

a) quelli relativi alle imprese da accertare con riferimento ad una data prestabilita; b) quelli relativi alle produzioni da accertare con riferimento ad un ciclo annuo di attività.

Nel primo gruppo, oltre alle caratteristiche generali dell'esercizio, comprendenti l'attività economica esercitata e la natura giuridica della ditta, rientravano la determinazione del numero degli addetti, di-stinto per sesso e qualifica professionale, con l'inclusione fra essi dei lavoratori a domicilio. Per l'indi-viduazione di questi ultimi, venivano utilizzati come strumento di ausilio e insieme di controllo, gli elenchi dei censiti dell'ultimo Censimento demografico, che si erano dichiarati artigiani, o lavoratori a domicilio.

Sempre in questo gruppo di notizie, venivano rilevati il numero, il tipo e la potenza dei mezzi di tra-sporto impiegati; il numero e il tipo delle macchine operatrici ed utensili più importanti; la potenza no-minale dei motori primari ed elettrici installati e, per particolari industrie, la potenza complessivamente installata, in modo che si potesse desumere con semplici elaborazioni l'utilizzazione come ·lavoro mec-canico senza incorrere in errori e duplicazioni che avevano caratterizzato gli analoghi dati del prece-dente Censimento del 1927.

Infine veniva rilevata la consistenza delle giacenze dei prodotti fabbricati, in considerazione del-l'intrinseco valore economico di questa variabile.

In ordine al secondo gruppo di fenomeni, sulle caratteristiche di "flusso", venivano richieste notizie sulla fluttuazione mensile dell'occupazione operaia; l'ammontare dei salari lordi (2) ed il consumo an-nuale delle materie prime e delle principali materie ausiliarie, espresso in termini di quantità e, a volte, di valore. Questa ultima rilevazione, sollecitata da motivazioni politiche contingenti, al fine di poter

di-(1) l principali punti della Convenzione di Ginevra del 1928 furono:

1) esecuzione almeno decennale del Censimento degli esercizi industriali con l'indicazione: a) delle persone occupate, distinte per sesso, per età (adulte e giovani) e categorie professionali, b) motori primari installati (con opportune distinzioni dei tipi) e in riserva; motori elettrici installati e in riserva;

2) riferimento dei dati all'anno civile o al ciclo produttivo;

3) impiego dell'unità statistica locale (stabilimento) con rilevazione, in casi determinati, delle unità tecniche;

4) indicazione del valore dei prodotti fabbricati; delle quantità e dei valori delle materie prime impiegate; quantità o valore dei combustibili, energia elettrica, materie ausiliarie;

5) indicazione del numero medio del personale occupato a date abbastanza vicine per permettere il calcolo di una media soddisfacente;

6) per ogni industria, indicazione dei tipi dì macchine che la caratterizzano; 7) ammontare dei salari e degli stipendi pagati durante l'anno dì censimento. Cfr. Barberi 8., "Linee di un Censimento della produzione industriale in Italia", op. cit.

(2) Comprendenti le ritenute effettuate dal datore di lavoro per quote dì assicurazione obbligatoria, fondo di previdenza, !3CC.

Riferimenti

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