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Due sigilli genovesi

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Academic year: 2021

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(1)

. V i sa re b b e un altro tratto da rilevare in onore delle antiche

istitu z io n i m onacali. Dappertutto ove era un pericolo si tro­

v a v a u n m on aco alla custodia. Cosi vediamo il Monastero di

L a t r o n o r io presso V ara zze , cominciato da un Frate cisterciense

co n C h ie s a , O spedale e Pon te; così al Ponte di San Barto­

lo m e o d e lla S c riv ia , una dipendenza della Badia Cisterciense

d i R iv a lt a . A ltri ponti erano custoditi da monaci in Polcevera;

d u e o s p e d a li erano situati ai due punti estremi del Genovesato,

u n o a p o n en te e sul confine dell’ antica diocesi tortonese,

ch e fu

1

’ O sp edale di R esta presso

1

’ attuale passo della Boc­

c h e tta tra Pontedecim o e V oltaggio; l’ altro sul confine di

le v a n te c o lla Lunigiana che fu

1

’ Ospedale di Pietra Colice

v e r s o V e l v a o C astiglione di Sestri-Levante; colà appunto ove

t r o v a m m o il term ine dell’ Abbazia ed ora diocesi di Brugnato.

M a m i av ve d o che m i allontano troppo dal mio soggetto ;

o n d e r a c c o lg o le vele congratulandomi col ch. P. Janauschek

d el r e g a lo fattoci colla pubblicazione del primo volume dell 0-

p era s u a , ed auguro a lui e a me di veder compiuto il colos­

sale la v o r o che sa rà , a non

d u b i t a r n e , u n

monumento degno

d e lla gran d ezza dell’ O rdine Cisterciense.

C.

De s i m o n i.

D U E S I G I L L I G E N O V E S I

H o 1’ o n o re di sottoporre alla benevola attenzione dei lettori

du e a n tic h i sigilli ( 1 ) , i quali varranno ad aumentare alcun

I l c o lle g a c a v . Belgrano applicò felicemente questo mio criterio alla solu­ z io n e d e l co n so rzio e alla divisione delle Case Viscontili di Genova (li- lustrazione d e l Registro Arcivescovile negli Atti della Società, vol. II, parte I, sp ecie n e l fascico lo d’ Appendice).

(2)

poco la

Sfragistica

di cui il

Giornale Ligustico

o ffre tra tto tratto un qualche saggio.

Mi pose sulle tracce del più antico un a rtic o lo d e lla

Revue

Historique

, laddove si richiama questa nota d e l B o u r q u e lo t : « On a trouvé récemment dans la Seine p rès d e M e lu n la matrice en cuivre d’un sceau du C on sulat d e s G é n o is en hrance. Sur le champ on voit un g riffo n , e t, a u t o u r , la lé­ gende: S. CONSVLLATVS: 1ANVENSIVM . IN . FR A N CIA *. — C ’est une pièce du X I I I .' siècle ( i ) .

Segnalai codesta nota all’ eruditissim o sign o r C o n t e R ia n t, e m 'ebbi dalla sperimentata sua cortesia una d ilig e n tis s im a impronta in iscagliola, nonché un altra rip ro d u z io n e m e n o pcrletta in cera di Spagna, sotto cui però le g g e s i q u e s t’ a v ­ venenza che in parte rettifica il B o u rq u elo t: a T r o u v é d an s la Seine près de V a lv in , Seine et M a rn e , e t d é p o s é au Musée de Cluny depuis 1865 ».

Intorno all’ età cui si attribuisce il s ig illo , n o n m i p a re che possa elevarsi alcun dubbio ; e perciò Γ im a g in e d el griio alato passante a sinistra, fatta ragione d e l te m p o a cu i appartiene, mi sembra doversi rigu ard are c o m e u n la v o r o non ispregcvole sotto P aspetto artistico.

Il primo Consolato genovese di cui ho n o tizia r is p e t t o a lla Francia è quello di Sant’ E g id io , perocché nel tr a tta t o d ’ a m i­ cizia stipulato con codesta C om un ità dai g e n o v e s i Γ r 1 g iu ­ gno 1 23 2 i rappresentanti di S a n t’ E g id io c o si p r o m e t t o n o :

Si aliquem ianuensem vel de districtu inori contingent in villa

Sancii Egidii ve’, districtu, testatum vel intestatum, qui non di­

sposuisseI vel ordinasse! aliquem qui res suas deberet deferre

Januam vel in districtu

, . . . .

si Consules Janue ibi f ue r i nt .

,

( l ) B o i t r q u e l o t , Etudes sur Us Foires Je la Champagne ; n e l l e Siémoires préirnüti par divers savant i a Γ Académie des inscriptions etc. Serie II: AmujuiUs de la Frante, tome V, partie I et II, a. 186$. — Ved. par. I, P*g. «68.

(3)

permittent ipsa bona defuncti capere et accipere Consuli vel Con­

sulibus Jan u e

( 1 ) .

M a qu i si tratta più che altro di un rappresentante politico

d el n o s tr o C o m u n e , com e ve ne aveva altrove, e come erano

i V is c o n ti n ella Soria. F o rse il sigillo appartiene invece al

C o n s o la to dei m ercan ti, il quale per privilegio del re Fi­

lip p o I I I a v e v a sede in N im es (2). Si fatto privilegio reca

la d ata del 1 2 7 7 ; e due

a n n i

appresso troviamo che i consoli

A n d r e a B o ccu ccio e O berto Dattilo acquistavano ivi da un

G iu g lie lm o Burgundio a 'nom e del Comune di Genova un

e d ifiz io , il quale non v i ha dubbio che doveva servire all’ uopo

di casa c o n so la re (3 ).

L ’ uffizio di C onsole de’ mercanti genovesi doveva poi

e sse re d i g ran d e im portanza, segnatamente per Γ attivissimo

c o n c o r s o d e ’ nostri alle celebri fiere della Sciampagna; si

co m e lo attestano non pochi rogiti notarili dell’ Archivio

g e n o v e s e , p e r non dire di quella immensa raccolta delle per­

g a m e n e C o u r t o is , sulla cui genuinità pende ancora incerto il

g iu d iz io dei paleografi.

D e l re s to l ’ imagine del grifo basterebbe di per sè a farci

a sse g n a re al secolo X I I I l ’ età del sigillo, giacché sembra

ch e q u esto fantastico animale sia stato assunto come divisa

del C o m u n e in un periodo di tempo che può press a poco

d e te rm in a rs i fra il 1 2 1 6 e il 12 2 2 . Difatti siamo accertati per

d o c u m e n ti, ch e nel prim o di tali anni continuava ancora ad

u sa rsi

1

’ a n tic o suggello co ll’ effigie di san Siro da una parte

e il c a ste llo dall’ altra ( 4 ) ; e al 1 222 appartiene un atto,

il q u ale d ich iara gli obblighi addossatisi dall Opera del

D u o m o v e r s o un m aestro Oberto , incaricato per

1

ap-( 1 ) L ib . J u r iu m , I. 909. ( 2 ) I d . , I. 1 4 5 1. ( ? ) I d ., I. i

(4)

punto di gittare in bronzo un grifon e da c o llo c a re n e lla C a t­ tedrale ( i ) .

Allorché nel

1257

al go vern o del P o d e stà fu so stitu ito quello del Capitano del popolo in persona d i G u g lie lm o Boccanegra, nel sigillo genovese al posto d el g r ifo fu s o sti­ tuito P agnello. Ma è mestieri credere che, c a d u to il B o c c a ­ negra, si tornasse alla prisca rapp resen tazion e d e l sim b o lic o animale. Lo argomento da quanto scrive Γ illu s t r e A m a r i nella

Guerra del Vespro Siciliano,

laddove cita u n a le tte ra di Genova al Re di Francia, priva di' d ata, m a c h e p e r la n a­ tura de’ fatti onde vi si parla dee porsi in d u b b ia m e n te tra gli anni 1282 e 1284 . « È un lungo ru o lo d i p e r g a m e n a (egli dice) scritto in carattere del secolo X I I I , c o n s u g g e llo in cera verde, pendente da una stretta striscia di p e r g a m e n a e impresso da un lato solam ente. V ’ ha un g r if o n e a l a t o , chiuso in un poligono ad angoli salienti e r ie n tr a n ti a fo rm a di stella, e fuori il poligono la leg gen d a:

Sigillum Cotnunis

et Populi Jattue

( 2 ) ». L a pergam ena si c u s to d is c e n e ll’ A r ­ chivio Nazionale di P a rig i; e il sig illo m e rite re b b e di v e n ir riprodotto per la variante che presenta n e lla fo g g ia del campo.

Sarei per credere inoltre che tale su g gello d u r a s s e in v ig o r e sino al cadere del secolo X I V , allorquando fu s o s titu it o dal- P altro colla croce nel centro e i sim boli d e g li e v a n g e lis ti all’intorno (3 ) ; ma se anche non si stim asse di a m m e t t e r n e una cosi lunga esistenza, niuno potrebbe d isco n o sc ere c h e P e ffig ie del grifo continuava ad esprim ere l ’ insegna d i G e n o v a in ­ torno al 1320 alm en o, leggendo sotto q u est’ a n n o re g is tr a ta da Giorgio Stella la coniazione delle m on ete d i b a ss a leg a

(1) Vcd. Giornale Ligustico, 1874, pag. 475.

(2) Amari, La Guerra del Vespro Siciliano, Firenze 1 8 7 6 ; v o l. I, p. 2 7 5 . (}) Vcd. B e lg r a n o , I sigilli del Comune di Genova ; n e lla R iv is ta della Numismatica antica e moderna, vol. I, pag. 74.

(5)

dette

g riffon i,

appunto per ciò che sovr’ esse

ab una parte

crux erat et griffus ab alia

( 1 ) .

D e ll’ a ltro sigillo possiede oggidì Γ originale in rame Γ e-

g r e g io a v v . cav. A ntonio Samengo. Appartenne al Collegio

d ei G iu d ic i, il quale tra noi fu antico assai; anzi l’ Isnardi,

tra tta n d o n e am piam ente nella Storia della nostra Università,

n o n c re d e soverch io il farne risalire le origini al comin-

c ia m e n to d e l secolo X I I I . Un decreto emanato nel 1307

d al C a p ita n o del popolo Opizzino Spinola, riconoscendo ai

G iu d ic i d i m atricola ed ai Collegio dei Giudici le immu­

n ità ed i p riv ileg i

que habent et habere consueverunt

, accenna

p u re ch e

il C ollegio era numeroso e fiorente, e grandi

s e r v ig i p re sta v a alla Repubblica. Ora, conclude il citato sto­

r i c o , « p e r giungere a tanto e conseguire sì splendide ri­

m u n e ra z io n i , ordinariam ente è necessario un lungo periodo

di o n o ra te fatiche ( 2 ) ».

I

G iu d ic i adunavansi annualmente il giorno di san Giovanni

n e l c h io s tro di san D om en ico, per eleggere il Rettore e i

c o n s ig lie ri del C ollegio. D el quale niuno poteva far parte se

n o n e ra addottorato o licenziato in diritto civile, 0 se pure non

s i fo s s e sottoposto ad un esame avendo prima frequentato

p e r c in q u e anni interi un qualche studio generale.

G l i statu ti del C o lle g io , che furono raccolti in una nuova

r e d a z io n e e riform ati nel 1 4 4 6 , non fanno alcuna menzione

d el s ig illo . M a bene lo rammentano le Leggi genovesi del 1403,

la d d o v e stabiliscon o :

Collegium

J u d i c u m

Janue habeat sigillum....

tu cuius circulo.... littere:

S ig illv m C o l le g ii Jvdicvm ,

et in

ipso sigillo facta sit imago hominis veste et habitu ad modum

indicis decorati sedentis in cathedra et ante se habentis librum

( 1 )

Annal. Gcnuen.,

apud M u r a t o r i,

S. R. I·,

H· 104°·

(6)

apertum; quo sigillo sigillari debeant omnia consilia que dantur

per ipsum Collegium

( 1 ) .

Però questo sigillo venne più tard i so stitu ito d a u n a l t r o , che ò quello appunto serbato dal cav. S a m e n g o . R a p p r e s e n ta una figura d uomo stante di f r o n t e , v estito d i tu n ic a c o l mantello sovrapposto e la m o z z e tta , e in c a p o il c ap ­ puccio alla foggia antica de’ cardinali ; nella s in is tr a tie n e un libro chiuso, ed è finto dentro una specie di n ic c h ia s o rr e tta da due colonne sulle quali è v o ltato un a rc h e tto a t r i f o g li o , donde s innalzano due specie di g u g lie ed al c e n tr o il tr ir e g n o . Nel campo si legge s a n c tv s j v o ; ciòè sant* I v o n e v e s c o v o di Chartres, che fiori nella seconda m età del s e c o lo X I , ed è considerato il patrono de’ g iu r is p e r iti, sic c o m e q u e g li ch e avendo coltivato lo studio dei canon i ne c o m p ilò la fa m o s a raccolta conosciuta col nome di Decreto. C h ’ e i fo s s e c a r d i­ nale non è certo; ma sì vede che l’ autore del s i g i l l o , o più \eramente i Giudici com m ittenti, erano di q u e s ta o p in io n e , che in tondo in fondo non gu astava n u lla , ed in n a lz a n d o il protettore cresceva lustro anche ai protetti.

I.a leggenda poi che rinserra il c a m p o , ed è c ir c o s c r it t a da due file di globetti o p e rlin e , d ic e : s ig l. v e n. c o l l e g y mm. ivris consvl. JVDICVM. g e n v æ. I caratteri d e ll’ is c r iz io n e

accennano alla fine del secolo X V I , od an ch e ad e p o c a più tarda; ma la parte figurativa e o rn ativa m al r is p o n d e a lla coltura artistica di codesto tem po. A ccu serei s e n z ’ a lt r o l ’ im ­ perizia dcll’ incisorc, se la foggia d ella n icchia c o n q u e ll’ a r ­ chetto tanto usitato nelle decorazioni e n e lle m o n e te d el secolo X \ non mi inducesse in so spetto , che a l l ’ a r tis ta p o tè essere imposto di riprodurre senza m od ificazio n i s o s ta n z ia li un vetusto esemplare. L . T . Be l g r a n o.

il) Poch,

Miscellanee

di storia genovese; Mss. della C iv ic o -B c ria n a , vol. IV, rcg. VI, pag. 22.

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