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Giacomo Leopardi

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Academic year: 2021

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Giacomo Leopardi rappresenta un modello per la lirica italiana. Leopardi fu un animo sensibile e inquieto. Quello che maggiormente stupisce in lui è la straordinaria capacità di riflettere e di ragionare in versi, tanto che gli è stata attribuita l’espressione “pensiero poetante”.

Leopardi fu così grande che è difficile definirlo: egli fu un “classicista”, nel senso che preferì la tradizione della poesia antica, ma fu anche il nostro poeta più

“romantico.

La vita e il pensiero

Leopardi nacque nel 1789 a Recanati, un piccolo paese delle Marche, da una famiglia aristocratica. Il paese di campagna e la vita che vi svolgono i suoi abitanti, ritmata dal lavoro nei campi e dalle occupazioni semplici e abituali, ben presto lo fanno sentire un incompreso. L’ambiente familiare, conservatore e chiuso, non lo mette a suo agio. Trascorre così gli anni della giovinezza in piena solitudine, immergendosi negli studi, circondato soltanto dagli innumerevoli libri della biblioteca del padre: impara il greco, l’ebraico, il latino e alcune lingue moderne.

La sua meditazione filosofica lo porta così a elaborare una teoria del pessimismo, che va nel tempo modificandosi

Il pensiero di Leopardi può così essere diviso in quattro fasi:

1. Fase del pessimismo individuale. Il poeta ritiene di essere destinato all’angoscia e all’infelicità

e di poter godere, come unica fonte di consolazione, della contemplazione della natura. Un esempio di questa fase è L’infinito

2. Fase del pessimismo storico. Il poeta ritiene che non sia il destino, ma l’uomo stesso la causa della propria infelicità, poiché ha scelto di allontanarsi dallo stato di natura primitivo, fantasioso

e ingenuo, e di fare un uso eccessivo della ragione. Soltanto durante la fanciullezza, l’uomo può recuperare un poco la spontaneità Appartengono a questo periodo le liriche Il sabato del villaggio e La sera del dì di festa

3. Fase del pessimismo cosmico. Leopardi giunge a ritenere che la ragione dell’infelicità dell’uomo

sia la natura stessa, che lo spinge a provare desiderio e gli nega costantemente il suo esaudirsi.

Quindi anche la natura, nella quale egli aveva riposto tanta speranza, si rivela una matrigna.

4. Fase del pessimismo eroico. Nella fase finale del suo pensiero, Leopardi in qualche modo rivaluta la ragione, come strumento in mano all’uomo per svelare l’inganno della natura, ma soprattutto per permettergli di vivere, rifiutando false illusioni e consolazioni, nella consapevolezza che si possono condividere con gli altri il dolore e la morte.

Leopardi trascorse gli ultimi anni della sua vita a Napoli dove morì nel 1837

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