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Linfoistiocitosi emofagocitica, tubercolosi e immunodeficienza primitiva

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Academic year: 2021

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Lodi L, Cupone R. Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2020;23(1):20 https://www.medicoebambino.com/?id=PSR2001_30.html

20

MeB - Pagine Elettroniche

Volume XXIII

Gennaio 2020

numero 1

I POSTER DEGLI SPECIALIZZANDI

LINFOISTIOCITOSI EMOFAGOCITICA, TUBERCOLOSI

E IMMUNODEFICIENZA PRIMITIVA

Lorenzo Lodi, Roberta Cupone

Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Firenze Indirizzo per corrispondenza: lorenzolodi90@gmail.com

Bambina di 4 anni ricoverata per febbre persistente, in-nalzamento significativo degli indici di flogosi, leucocito-si neutrofila, riscontro all’Rx torace di una massa media-stinica di verosimile significato linfoadenopatico e di un addensamento parenchimale a focolaio all’apice polmona-re destro.

Durante la degenza si assisteva alla comparsa di epato-splenomegalia, anemia, neutropenia, trombocitopenia, iper-trigliceridemia e iperferritinemia. Nel corso ricovero veniva documentata un’infezione da EBV mentre l’intradermo-reazione di Mantoux e il test Quantiferon davano rispetti-vamente esito negativo e indeterminato con livelli plasma-tici di IFN-γ costitutivamente elevati e senza incremento dopo stimolazione con mitogeni o antigeni tubercolari.

Nonostante l’aspirato midollare negativo per emofago-citosi, in 2 occasioni erano presenti 5 dei 6 criteri per la diagnosi di linfoistiocitosi emofagocitica (HLH); veniva pertanto intrapresa terapia con desametasone, rituximab, ciclofosfamide e ganciclovir con remissione parziale e controllo dell’infezione.

Due settimane dopo, la paziente manifestava una riatti-vazione del quadro infiammatorio sistemico (ferritina 395.644 ng/ml) e nonostante la risposta parziale alla tera-pia a base di immunoglobuline anti-timocita, si documen-tava la progressiva comparsa di sintomatologia oculare e neurologica.

Veniva quindi diagnostica un’infezione disseminata da

Mycobacterium tuberculosis, mediante il riscontro con

metodica PCR del genoma batterico a livello ematico,

li-quorale e oculare. Tale riscontro, successivamente con-fermato tramite coltura, indicava la somministrazione di terapia antitubercolare a base di 5 farmaci che portava inizialmente a un parziale controllo dell’infezione, ma successivamente a un drammatico peggioramento del quadro e quindi all’exitus per insufficienza multiorgano nonostante il supporto intensivistico.

Le indagini immunologiche e genetiche eseguite per la ricerca di forme familiari di HLH avevano dato tutte esito negativo, complicando notevolmente l’inquadramento diagnostico. Il riscontro di livelli plasmatici di IFN-γ estremamente elevati e l’infezione diffusa da M.

tubercu-losis hanno poi indirizzato l’iter diagnostico verso una

forma di MSMD (Mendelian Susceptibility to

Mycobacte-rial Diseases) che si concludeva con il riscontro in

cito-fluorimetria di un deficit di fosforilazione a livello di STAT1 e quindi di una nuova mutazione a livello del ge-ne IFNGR1.

Conclusioni

Di fronte a una HLH non bisogna circoscrivere le in-dagini alle sole forme familiari, ma ricercare potenziali

trigger infettivologici, immunologici, reumatologici

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