MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA
I~
COMMERCIO.
DIREZIONE DELLA STATISTICA GENERALE.
STATISTICA
DELLE
CAUSE DELLE
MC)liTI
J VYENUTE IN
~81 CO~IUNI
CAPOLUOllIII
lJl
PIWVlNll\, DI
CIRCO~DAHlO
O DI llISTHETTO.
-,-~1l1l0
1881.
R O
~l
1-\
TIPOGHAFIA BODONIANA
AVVERTENZE.
Il Comune di Gerace (provincia di Reggio Calabria) ha cominciato a spedire le schede
ne,)ro-logiche solo dallo aprile, per cio le notizie ad esso relative non poterono far parte di questa
pubblicazione_ I comuni di' Agordo e di Fonzaso (provincia di Belluno) cessarono di essere
capo-luoghi di distretto nei rapporti amministrativi, e quindi non potè estendersi ad essi l'obbligo di
mc-cogliere le schede necrologiche. Le maggiori difficoltà ad ottenere dai medici curanti le schede
ne-erologiehe s'incontrarono nel comune di Firenze. Ivi per 897 casi di morte i mcdi ci si l'ifintarono
di redigere la scheda. Confidiamo che nel corrente anno questa cifra sia notevolmente ridotta_
Pei comuni di Lucca, Pavia, Bobbio, Tortona e Tempio Pausania, la statistica riguarda la sola
popolazione accentrata, non quella sparsa per la campagna, e per il comune di Campobasso,
ri-mane esclusa una fmzione di circa 850 abitanti. Pertanto, riguardo ai suddetti comuni, nella
ta-vola L di questa statistica,
è indicata solo quella parte di popolazione in cui avvennero le morti,
e non la totale popolazione presente, la quale è data dal censimento 31 dicembre 188t nelle seguenti
cifre:
Lucca
Pavia
Bobbio
68.063
29.941
4.515
Tortona
Tempio Pausania
Campobasso .
14.4<101
11.188
14.824
Nella stessa tavola, che fu tirata prima che si avessero
i
risultati definitivi del censimento,
figurano cifre approssimative pei comuni di Acqui, Portogruaro, Pesaro, Barletta, Paola, Piazza
Armerina, Terranova di Sicilia e Castroreale.
Ecco il parallelo tra le cifre provvisorie e i risultati definitivi del censimento per questi
me-desimi comuni:
cifre provvisorie cifre definitive
Acqui
11.285
11-283
Portogruaro
9.382
9.396
Pesaro.
20.869
20.909
Barletta
33J20
33.179
Paola
8.419
8.465
Piazza Armerina
19.587
19.591
Terranova di Sicilia
17.11)7
17.173
Castroreale
9.031
8.810
STATISTICA DELLE
CAUS~j DKLLE MOHTI
AVVEXUTE NELL' ANèìO
1081
m
281
comuni calloltwghi eli provincia, di circondario o
di distretto.
INT'HODUZIONE.
Il
R.
Decreto 18 novembre 1880 ha prescritto che per ogni (Ienunci<1 di morte
a cominciare dallo gennaio 1881, debba essere compilata una tlcheda necrologica.
Questa scheda, oltre le notizie concernenti lo stato individuale del dcfunto, fornite
dall' ufficiale di tltato ci vile, indica la causa della morto secondo la (lichiaraziono
fatta dal medico o chirurgo, che ebbe in cura il defunto.
Su codeste dichiarazioni
è fondata la statistica delle oauso di morte cho pu
b-blichiamo, limitata per ora ai comuni capoluoghi di provincia, di circondario o di
distretto (noI Veneto), nei quali soltanto ha effetto, fino a nuova disposizione, il
H.
Decreto accennato.
IV
La classificazione delle cause di morte comprende 142 forme, distinte in 15 classi,
secondo l'elenco sistematico seguente:
Elenco sistematico delle cause di morte.
CLASSE
1.
Vizi congeniti o di conformazione.
1. Idrocefalo.
2. Ernie cerebrali - Spina bifida.
3.
Cianosi.
4.
Atresia (delle narici, dell'esofago, dell'ano,
ecc.).
5.
Labbro leporino complicato (gola lupina).
6.
Mostruosità.
7.
Altrc (immaturità, atelectasia poltnonarc).
Malattie infettive, miasmatiche
e contagiose.
1.
Vaiuolo e varicella.
2.
Morbillo.
3.
Scarlattina.
4. Risipola.
5.
Febbre migliare.
6.
Febbre tifoide (ileotifo e pneumotifo).
7.
Tifo
petecchiale (tifo esantematico).
8. Tifo ccrebro-spinale (meningite
cerebro-spi-nale epidemica).
9.
Difterite.
10.
Crup.
11.
Ipertosse (tosse convulsa).
12.
Grippe o influenza.
13.
Febbri da malaria.
14.
Dissenteria.
15.
Colèra asiatico.
16. Sifilide.
17.
Pioemia.
18.
Dremia.
19.
Gangi'ena nosocomiale.
20. Pustola maligna, carbonchio.
21. Moccio (farcbo, cimurro).
22. Setticoemia spontanea; da inoculazione.
23. Altre (malattia o febbre infet., blenorragia).
CLASSE
III.
Malattie costituzionali.
1. Debolezza congenita.
2. Scrofola.
3.
Rachitide.
4. Osteomalacia.
5. Oligoemia (anemia, clorosi, leucocitemia,
idrcmia, anasarca).
6.
Scorbuto.
7. Porpora emorragica.
8.
Tubercolosi (tubercolosi miliare aC1lta, tisi,
consunzione).
9.
Tabe mesenterica.
10.
Marasmo senile.
11.
Cachessia palustre.
12.
Pellagra.
13.
Reumatismo articolarc acuto.
14. Gotta, artrite cronica.
15.
Diabete mellito (glicosuria).
16. Tumori maligni (cancro, sarcoma, ecc.).
17.
Lebbra (mal di Comacchio, elefantiasi dei
Greci).
18.
Alcoolismo cronico, delirio dei bevitori.
CLASSE
IV.
Malattie del sistema nervoso
e degli organi dei sensi.
1. Congestione ed emorragia cerebrale
(apo-plessia).
2. Meningite, encefalite.
3.
Rammollimento cerebrale.
4.
Idrocefalo.
5.
Mielite e meningite spinale.
6. Tabe dorsale (atassia locomotrice
progres-siva).
7. Tumori cerebrali ed intracranici (1).
8. Tumori spinali ed intrarachidei.
(1) Fra questi tumori, come in tutte le voci successive che riguardano malattic localizzate, non
sono compresI
ltumori ritenuti generalmente di carattere ma.ligno, come cancro, larcoma, ecc.,
9. Epilessia.
lO.
Corea.
11. Tetano e trisma (traumatico-reumatico).
12. Eclampsia (convulsioni essenziali dei
bam-bini).
13. Successioni della pazzia (demenza
parali-tica, ecc.\.
14. Malattie degli occhi.
15. Otite.
16. Altre (anemia e atI'ona cerebrale, isterismo,
paralisi, emorragia spinale).
CLASSE
V.
Malattie dell'apparato respiratorio.
1.
Delle fosse nasali (tumori, polipi, ozena,
epistassi, ecc.).
2. Della trachea e laringe (spasmo e edema della
glottide, laringite,
asc~ssodella laringe,
tumori, ecc.).
3. Dei bronchi (bronchite, bronchiectaeia,
bron-chite capìI1are, ecc.).
4. Della pleura e del
me1ias~ino(pleurite,
idroto-l'ace, pneumotorace, empiema, tumori, ec ).
Dei polmoni:
5.
a)
Pneumonite cruposa e catarrale - acuta.
6.
b) Pneumonite cronica, congestione,
apI)-plessia, edema, catarro polmonare.
7. Del diaframma (paralisi, ernia ecc., ascesso,
enfisema, gangrenll, ecc.).
8. Della tiroide (gozzo, ascesso).
9. Asma.
IO. Altre (adenite toracica, ecc.).
CLASSE
VI.
Malattie dell'a.pparato circolatorio.
1.
Dei vasi, arterie, vene, linfatici (aneurisma,
flebite, emorragia, linfangioite,
cndoar-terite, ateromasia delle arterie, embolo,
varici, tumori teleanglectasici).
2. Del Cllore (endocardite, rottura, vizio
orga-nico, ecc.).
3. Del pericardio (pericardite, idrocardio, ec.).
4. Angina pectol'is.
5. Sincope.
6. Altre.
v
CLASSE
VII.
Malattie deU'
app~ratodigerente.
1.
Bocca; -
(mughetto, afte, gangrena, noma,
dentizione difficile).
2. Lingua (glossite, ecc.).
3. Parotide (p aro
ti
te, tumori, ecc.).
4. Faringe, tonsille, esofago (tumori, ascesso,
restringimento, ecc.).
5. Stomaco (gastrite, ulcera rotonda, tumori, ec.).
6. Fegato e condotti biliari (epatite, cirrosi,
echinococchi, calcoli biliari, atrofia gialla
acuta, ecc.).
7. Milza (splenite, rottura, tumori, ecc.).
8. Pancreas (tumori, ecc.).
Intestini:
9.
a)
Enterite, diarrea, cholera indigeno, tn·
mori, occlusione, restringimento, enteror·
ragia, ecc.).
lO. b) Ernie.
11.
c) Vermi, pamssiti intestinali, anemia del
Gottardo.
12.
a)
Idrope·ascite.
13. b)
Peritonite.
14. Ittero gl'ave.
15. Altre (tllmore addominale, affezione addo·
minale).
CLASSE
VIII.
Malattie dell'apparato uropoietico
e genitale.
1.
Reni e capsule soprarrenali (nefrite, albu·
minuria, ascesso, calcoli, tumori, morbo
d'Addison ecc.).
2. Vescica (cistite, catarro, calcoli, tumori,
fistola, paralisi, ascesso, ecc.).
3. Uretra e prostata (fistola, ascesso, ipertrofia
della prostata, ecr.).
4. Testicoli (tumori, orchite, ecc.).
5. Ovaia (ovarite, cisti, idrope, tumori, ecc.).
6. Utero e vagina (malattie non puerperali,
metrite, ematocele, metrorragia, tumori,
vulvite, vaginite, ecc.).
7. Mammella (ascesso, tumori).
VI
CLASSE
IX.
Malattie di gra.vidanza, parto e puerperio.
1.
Metrol'1'agia.
2. Eclampsia puerperale.
3. Febbre puerperale.
4. Pelvi e metro-peritollite.
5. Altre (taglio cesareo, e altre operazioni
oste-ti'iche, sincope nel parto).
CLASSE
X.
Malattie della pelle
e tessuto sotto cutaneo.
1. Flemmone e ascesso.
~.
Gangrena.
3. Favo.
4. Pemfigo. eczema, erpete, psoriasi,
elefan-tiasi degli Arabi, ectim
q"crosta lattea.
5. Sclerema.
CLASSE
XI.
Malattie dell'apparato locomotore.
1. Ossa (periostite, osteite, csteomielite, carie,
necrosi, ccc.).
2. Articolazioni (tumori bianchi, art l'oca ce,
sinovite fungosa).
3. Male di l'otto
4. Muscoli (psoite, aseesso della fossa iliaca,
atrofia progressiva).
5. Altre.
CLASSE
XII.
Morti accidentali.
1.
Abuso di bevande spiritose.
2. Annegamento.
3. Assideramento.
4. Caduta.
5.
E~plosionedi polvere o dinamite, di armi
da fuoco, di mine, ferite accidentali.
G. Estenllazionc.
7.
Idrofobi~.8. Introduzione di sostanze venefiche.
9. Insolazione.
lO.
Lesioni per macchine agrarie e industriali.
11. Morsi di vipera, o di altri animali velenosi.
12. Schiacciamento: per fralle entro cave o mi·
niere; per al tre frane, o per valanghe
di neve; per caduta di alberi o di altri
corpi; sotto veicoli o cavalli; sotto
con-vogli ferroviari.
13. Scoppio. di fllimine.
Soffocamento e asfissia:
14.
a)
per parto laborioso.
15.
b)
per altre cause.
16. Violenze di animali.
17. Ustioni.
18. Cause ignote e diverse.
CL.\SSE
XIII.
Suicidi.
1.
Annegamento.
2. Avvelenamento.
3. Asfissia.
4. Con armi da fuoco.
5. Con armi da taglio.
6. Impiccamento.
7. Precipitazione dall'alto.
8. Schiacciamento sotto convogli ferroviari.
9. Mezzi ignoti c diversi.
:CLASSE
XIV.
1.
Omicidi.
CLASSE
XV.
1.
Esecuzioni capitali.
CLASSE
XVI.
1.
Cause ignote o non specificate.
La popolazione complessiva dei 281 Comuni capoluoghi, secondo i dati
dell'ul-timo censimento (31 dicembre 1881),
è di 7,000,883 abitanti (1). Il numero delle
morti avvenute nell'anno fu di HJ9,050 (28.4 per 1000 abitanti); ne venne
determi-(1) In questa cifra non
è
compresa la popolazione di quelle fl'azioni di comune le quali, come
Vll
nata la caUsa per 196,365, restò ignota la caUsa per 1204 morti, e per 1491 non
fu dichiarata.
Popolazione stabile e popolazione avventizia. -
Poichè nelle città, alle quali
SIriferisce la nostra statistica, è continuo l'afflusso di gente avventizia, sia sana, per
affari, o per diporto o in cerca di lavoro meglio rimunerato, sia ammalata, perchè
più facilmente vi può trovare e cura e ricovero, inporta tener distinti i casi di
morte avvenuti in persone aventi residenza nel comune, da quelli avvenuti in
per-sone avventizie. Secondo i risultati dell'ultimo censimento, la popolazione dei
sud-detti comuni capoluoghi si distingue in 6,783,418 aventi dimora stabile, e 217,465
con dimora occasionale, e dei 197,559 casi di morte pei quali venne presentato il
certificato medico, 176,752 appartengono alla prima categoria, e 20,807 alla seconda.
Tenendo conto elei soli pl'esenti con dimom stabile, e ron del totale dei 1'esùZenti, cÌoè
escludendo gli assenti, per mettere a fondamento dci nostri calcoli una cifra che
rappre-senti, per quanto è possibile, la meclia pTesenza degli aventi dimora abituale nel comune,
troviamo che la mortalità nella popolazione residente si sarebbe verificata nel rapporto
di 26,1 per mille, e nella popolazione avventizia nel rapporto di 95,6 per mille.
L'altezza di quest'ultima proporzione non è tale <la sorprendere, ove si consideri che
gli ospe<1ali ricevono molti individui, provenienti, già ammalati, dai comuni finitimi,
e che la popolazione avventizia si rinnova rapidamente, essendo costituita, per gran
parte, di persone che dimorano nel comune meno di un anno. A costituire una
presenza di 365 giorni concorrono più individui, cosicchè non sarebbe impossibile di
trovare più di cento morti nell'anno, per una media presenza giornalieria di cento
individui nel comune. Siccome però la divisione dei morti, fra coloro che erano
residenti c quelli della popolazione avventizia,
è
fatta :lelle schede necrologiche
con riferimento ai registri comunali di anagrafe, e questi registri non sono
te-nuti con metodo uniforme in tutti i comuni, cosÌ per questa parte il confronto non
potrebbe dare che risultati grossolanamente approssimativi, ed anche falsi, ove si
scenda a considerare i singoli comuni. Desiderando paragonare tra loro le maggiori
città del Regno per la mortaliHt, ci conviene calcolare le proporzioni sulla
po-polazione complessiva delle medesime, senza distinguere la' residente dalla
oecasio-naIe. Pertanto nelle maggiori città il grado di mortalità sulla popolazione
comples-siva è indicata nella tavola seguente.
V'li!
POPOLAZIONE MORTI MORTI
COM U NI presente esclusi i nati-morti per 1000 abitanti (1) _ .. _---~~---~ Napoli • 49i 314 15635 31. 6 Milano. 321 839 9153 28.4 Roma 300467 8225 27.4 'l'orino. 252832 7079 28. O Palerlllo . 244991 5639 23. O Genova 179515 4829 26.9 }-'irenze 16U 001 4 7~8 28.0 Venezia 132826 3580 27. O Messina 126407 3372 26.7 Bologna 123274 3726 30.2 Catania 100417 3190 31. 8 Livorno 07 615 2421 24.8 Cagliari. 38598 1084 28.1
Aggruppando
come segue:
281 comuni per compartimenti, 10,000 casi di morte
SIdividono
CO~!PARTIMENTI
nei rluali si tl'ovano i comuni
MORTI esclusi i nati-morti nella I nella popolazione I popolazione residente avventizia
- - - -
-Piemonte 8.765 l. 235 Liguria 9.283 717 Lombardia. 8.015 1.985 Veneto. 8.799 1.201 Emilia. 9.071 929 Umbria U.344 656 Marche 9.259 741 Toscana. 8.865 1.135 Roma 7.812 2.188 COMPARTIMENTI lIIORTI esclusi i nati-morti nei quali si trovano i comuni nella nellapopolazione popola7.ione residente avventizia Abruzzi e l\f olise 9. 646 354 Campania. 9.458 542 Puglie 9.526 4H Basilicata. 9.535 465 Calabrie S. 34~ 1. 658 Sicilia 9.642 358 Sardegna. 9.033 967
TOTALE DEI COMUNI. 8·9+7 1·°53
Morti
et
domicilio, ovvero
m pttbblici istituti, m cetl'cere, o all' ((per'to. -
Dci
197,559 casi di morte contcmplati nella nostra statistica, 148,20G avvennero a
domi-cilio, 46,814 in ospedali, ospizi, brefotrofi o manicomi, 1,262 nelle carceri e 1,277 in
IX
luogo aperto (1) . .Fatti
i
rapporti a 10,000 morti per Ciascun compartimento, SI
ot-tengono i risultati seguenti:
COMPARTIMENTI nei quali si trovano i comuni
Piemonte. Liguria . . Lombardia Veneto . . Emilia. Umbria. Marche. Toscana. Homa . . A bruzzi e Molise Campania Puglie . . . Easilicata . Calabrie (3) • Sicilia . . ~ardegua . •
'rOTAI.E. DEI COMUNI.
.~ MORTO a domicilio " - - - -- ----~-(;.553 7.447 6.264 7.280 7.375 7.D45 7.805 6.787 6.216 8.830 8.389 9.2% 9.356 7.720 8.680 8.548 , . )01 MORTI MOR'l'I in
pllblJlici istituti in altro luogo (~) ---3.28& 152 2.387 166 3.67" 60 2.632 88 2.527 D8 1 854 201 1. 800 30" 3.096 117 3.550 234 1. 028 142 1. 4V5 116 580 124 425 219 2.135 145 1. 217 103 941 511 2·3"jO 12&
Circa un quarto delle persone venute a morte trovarono assistenza in ospedali,
soccorSI dalla pubblica carità; anzi nelle maggiori città del Hegno la proporzione
si eleva ad oltre un terzo, come si può vedere
dalla,
tavola seguente:
MORTI MORTI
(Cifre assolute) (proporzioni a 1000) COMUNI
a domicilio in ospedale in a domicilio in ospedale in
altro luogo altro luogo
Napoli 12855 2675 105 822 171 7 Milano i,621 3496 36 614 382 4 Roma. 4953 3124 146 60~ 380 18 Torino H86 2609 84 620 368 12 Palermo. 4660 915 64 827 162 11 Genova.
a
272 14065 92 G78 303 19 Venezia. 2161 1365 53 604 381 15 Messina. 2794 561 17 829 1~6 5 Bologna. 2450 1255 15 6,,9 337 <1 Catania. 2582 575 33 809 181 lO Livorno. 1853 551 17 765 228 7 Cagliari. 864 110 76 800 130 70(1) Oltre un migliaio delle morti avvenute in luogo aperto sono dovute a cause accidentali o a
suicidi.
(2)
Vale a dire, in carcere, o sulla pubblica via, in un fiume ecc.
(31
Ad elevare la cifra dei morti nei pubblici istit.uti delle Calabrie, concorse in buona parte
l~
grave moralitù, sofferta dal brefotrofio di Cosenza. Oltrecciò le Calabrie contano 20 ospedali e
x
Proporzioni alquanto inferiori
SI
incontrano generalmente nelle grandi citta o
negli Stati esteri) dove il sistema dei soccorsi a domicilio
è
più esteso che in Italia.
ANNO TOTALE MORTI MORTI
CJITTÀ O STATI in ospedali
di osservazione dei morti in ospedal i o ricoveri Su 1000 morti in g10erale
1880 rarigi . (I) 5746r. Iii 346 267
1878 Vienua. (2) 21643 7601 351 1879 I~ondra (3) 8ii 540 15999 187 1877 Impero Germanico . (4) 1 152 53;) 37000 32 1878 AU':Itria Cisleitana (2) 683661 20353 4:1 187~) Inghilterra e Galh-s (fl) 526255 52982 101
----~----Venendo ora alle cause delle morti, queste sono studiate in l'apporto alla
situa-zione geografica dei comuni, alla vicenda delle stagioni, al sesso) all' età, allo stato
eivile ed alla professione esercitata dai defunti, e i risultati di queste ricerche figurano
III
cinque tavole.
Nella prima delle tavole analitiche di questo volume
è
indicato per ciascun
co-mune il numero delle morti causate durante l'anno da undici malattie d'infezione,
da sei malattie localizzate predominanti, ùalle cause accidentali e dai suicidi.
Nella seconda tavola le notizie non si riferiscono più ad un solo comune, ma
alla popolazione complessiva dei comuni situati in una stessa provincia. La
clas-ilificazione delle cause di morte
è
quella più estesa, data a pagina
IV,
e le morti
avvenute per ciascuna causa sono ripartite per mesi.
Distinguendo le morti avvenute in ciascun compartimento nelle
1n
classi delle
quali si compone l'elenco sistematico (escluse quelle per causa ignota), si hanno
per 10,000 casi le proporzioni indicate nella tavola seguente
(A).
Indi notiamo in
cifre assolute e
IIIcifre proporzionali quelle cause di morte, che per la loro
mag-giore frequenza, o per altri motivi, servono meglio a delineare la nosografia ùei
comuni esaminati (tavole
B, C, D).
(1) 41,717 casi di morte avvennero a domicilio, 15,346 in pubblici istituti, 53 in carcere e 350
morti furono portati alla Morgue. (Annuarie statistique de la ville de Paris; allnée 1881. Paris,
imprimo nationale).
(2) Statistik des SanÌtiitswesens del' im Reichsrate vertretenen Konigreiche und Lander, nach den
fiir das Jahr 1878 vorgelegten Berichten bearbeitet von A. Killiches. Wien 1882.
(3) Comprese 9,946 morti avvenute nelle
case
di
lavoro
(workhouses).
(4) La cifra esatta dei morti negli ospedali, pubblicata dall'Ufficio di sanità dell' Impero
Germa-nico (Veroffcntlichungen t1es Kaiserlich Deutschen Gesundheitsamts)
è
di 36,692; però per gli ospe·
dali oftalmici,
è dato solo il numero degli infermi curati, non quello dei morti.
TAVOI,A A.
CO)[PARTIMENT[
ai quali appartengono i comuni
Piemonte. Liguria . • Lombardia. Veneto Emilia Umuria. Marche. Toscana. Roma . . Abruzzi e Molise Campania Puglie • . • Basilicata. Calabrie. Sicilia . . Sardegna
TOTALE DEI COMUNI.
Cause di Morte distinte per classi. -
(Cifre proporzionali a 10,000 morti).
Xll
XlII
Classificazione delle morti avvenute nei comuni capoluoghi compresi nei singoli oompartimenti. ( Cifre
assolute ).
'l'AVOLA B,
OAUSE
D IMORTE
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MAI,ATTIE INFETTIVE MALATTIE PREDOMINANTI~
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XIV
XV
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394.1 18.1 8Z0.l 20.0 290.6 2898.6 45. b 171.3 119.01 Umbria 153.7 101.6 104.1 337. l 69.4 76.8 207.7 22.3 151. 2 119. o 1\1.8 4\).6 59.5 669.1 52. o 180.9 86.7 877.2 431.2 651.8 267.7 205.7 1.4 2.5 577.5 31.2 651. 8 24.8 11. 9 3241.6 54.5 257. 7 Marche. 333.7 57. O 11.4 315.4 8D.2 50.3 214.9 11. 4 43.4 52.6 146.3 20.6 41.1 75.41
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Numero dei morti per ciascuna causa paragonato a 10,000 abitanti censiti nei comuni capoluoghi
compresi nei singoli compartimenti.
TAVOI,A D COMPARTIMENTI ai quali apparten;ono i comuni Piemonte Liguria. . Lombardia Veneto Emilia Umbria. Marche. Toscana (1) Roma • . • Abruz.z.i e Molise Campania. Fuglie • . Basilicata. Calabrie Sicilia . • Sardegna
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1.21.44.00.61.12.120.92.0 5.14.833.412.614.612.5631.6.0.113.50.921.10.1 1.475.90.6 2.8~.4
8.8 5.84.51.611.10.3 3.72.22.60.61.31.728.83.5 7.60.522.612.5 W.5 7.77.5 OGI
0.1 t3.0 0.617.62.0 1.0134.41.1 4.7 2.93.3 4..72.31.4 5.20.318.70.54.71.41.01.931.71.7 5.71131.810.1 9.2 4.35.80.3, Il 111.70.018.13.6 0.171.90.4 0.9 4.33.3 8.32.41.5 8.40.910.95.92.50.42.01.414.41.4 7.81.13,.111.910.3 7.6 :l. 6 0.1 0.1 1:l.1 0.632.81.4 .... 182.10.6 3.6 25.31.~1
6.2 t 6 2.410.11.2 3.b 3.1 2.6!0.5 1.8 1.8 23.6 2. ti 11.8 1.1 H.4 16.6 4.6 6.24.;; 0.1 0.18.~
0.729.00.8 .... 82.00.5 0.611.55.010.4. 5.31.512.40.2 7.92.21.70.93.0 1• 8 15.7 l.iJ 10.90.8 ,H. 3 9.2 7.2 1 3.72.70.2 1 ' . . . . 6.50.4 ;)3.6 3.1 .... 58.2, .. . 0.4 3.86.714.40.60.6 7.40.219.97.81.50.2,.42.5 9.50.9 3.2 ... 4.0.4 8.4 7.4' ~.813.0 . . . u.7 0.8 43.30.9 .... 53.9 .. . 2.8 2.90.7 1:.12.215.~
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1 4.9 1 287.8 7.2219.5~)1275.1
6. 2 ~75.1 7.71 269.75.91
280 . 0 G. 81313. H 4)257.3 1 5 • 5.7 2 6.3 5.41821.7I
4.5 2~7. 5 7. 5I
2 !l. 32.GIG·T·S/'·TT·6/
9
·T,/4·rrrT·TT'·T'
16·lTO·l3·l
I
.41
6·T·T·51
o.II"·fT7·T·31
4·T7'9I
I
.
o
!
'·T80.(1) Pel compartimento della Toscana furono esclusi da questi rapporti
i
qUl\ttro comuni capoluoghi appartenenti alla provincia dì
l<'ìrenze~perché per quest'ultima città mancano le schede necrologiche di S:H casi di morte.
~
xv
IllnJllwnza della sitnazione geogmfica. -
Da queste tavole si rileva un fatto di
molta importanza per la geografia nosologiea d'Italia, cioè che in tutti i comuni
dei compartimenti posti al nord di Roma il massimo delle morti è causato dalle
malattie costituzionali, mentre in quelli dei compartimenti posti al sud di Roma il
massimo è dato dalle malattie d'infezione.
Senza che si possa dire che vi sia stata nell'anno una estesa epidemia di morbo
infettivo o contagioso, questi furono causa di
3
L1,004,
cioè di oltre un sesto delle
morti
(1).
Fra le malattie d'infezione, tiene
il
primo posto la febbre tifoide (6,700);
ven-gono quindi, in ordine decrescente, la difterite (;),321), il morbillo (4,470), la febbre
malarica
(3,435),
il crup
(2,490),
la scarlattina
(1,U4G),
la dissenteria (1,807), la tosse
convulsiva (1,847), il vajuolo (1,811) e la sifilide (l,Bei!)).
Per le febbri da malaria soprattutto apparisce chiara la distribuzione geografica
delle malattie d'infezione, dianzi accennata. Il triste primato della malaria
appar-tiene alla Basilicata; viene seconda e a breve distanza la provincia nella quale si
trova la capitale del Regno. Prima di trarre da questo dato statistico un giudizio
sulla salubrità dei luoghi, fa d'uopo por mente ai numerosi ospedali di c'.li è dotata
la città di Roma, dove trovano ricovero in gran numero le genti del contado
i
giacchc) il lavoro dci campi richiede un maggior numero di braccia appunto in
quei mesi, nei quali maggiormente iniierisce la malaria. Il quadro seguente varrà
a porre in miglior luce questo fatto.
Morti per infezione malarica nel comune di Roma
I
I
I
a !Iomitili,} 1----! t'ebbri da malariaI
297 Cachessia palustrir 'l'O'l'AI,E • • 1_ 22 3'9---POPOLAZIONE RJ<JSIDEN'l'E POPOL.\ZIONE A VVEN'l'lZIA
'" 0"
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1-",,,,, " .. ",,:' '" ;, ",,,,,,,
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14
li...
3G 51I.
bO" !H.:
."L",I~_2
_ I-=-Per tal modo la proporzione elei morti per infer.ione malarica nel comune eli
Roma si riduce da 2,2 a 1,3 per mille abitanti c scenderebbe anche più basso, se
iii
potesse tener distinto
il
centro elel comune dal largo tratto di campagna romana,
posto sotto la medesima amministrazione comunale. E non solo nel comune di
Roma, ma anche negli altri,
la
popolazione avventizia concorre per molta parte
XVIIl
a renrlere elevata la mortalità per febbri da malaria. Difatti
SIha nel ::!i:)1
eomum:
I
MOltTI MORTI
(popolazione residente) (popolazione av ventizia)
in I
a domil'ilio in osprdali in careno luogo apl'rto 'l'O'l'Al~E iL domicilio in ospedali in carcere
- - - -
- - - . _ - -
-in
I
_ _ _ luogo aperto TO'l'A~Febbri da malaria 2684 242 14 7 2947 148 296 37 488
Cachessia palustre 509 113 4 3 629 31 227 14 274
rrOTAL}~ • 3 '93 3\\ ,& 10 3 \7 6 'i9 ,2;
I
S'La dissenteria prevale nell' Italia meridionale
i
la sifilide invece nel eomum
dell' Umbria, clellc Marche, della Toscana e di Roma, posti nell'Italia centrale.
Quantunque nei comnni da noi esaminati si trovino quasi tutti i brefotrofi del
Regno, nei quali con maggiore frequenza si osservano i casi di sifilide congenita,
pure la popolazione avventizia ha poca parte nella mortalità per quesi' ultima
causa. Infatti si ha:
Mortalità per sifilide congenita ed acquisita.
POPOLAZIONE RESIDENTE POPOLAZIONE AVVENTIZIA
a domicilio in ospedali in altro luogo TOTALE a domicilio in ospedali in altro 1 uogo TOTALE
- - -
-465 781
...
1246I
11 111 1 123
Fra le malattie costituzionali, le più frequenti furono la tisi polmonare e
la
tubercolosi (16,477), la tabe senile (4,484), la tabe mesenterica (4,240), le neoplasie
maligne (4,143), la pellagra (3,393) e la scrofola (1,578)
i
nella stessa classe
figu-rano ancora 7,985 casi di debolezza congenita, sotto la quale denominazione
è
celata una diagnosi imperfetta di malattie diverse. Meritano pure di essere qui
particolarmente ricordate la cachessia palustre (003),
il
reumatismo articolare
acuto (528) e 1'alcoolismo cronico (336).
XIX
La ruhrica
tnbc/'colosi
c
tisi
è
molto va1ita, e comprende forme morbm;e
al-quanto diversc, sia per sede, sia per natura eziologiea. Stando alle denunzie dei
medici cllranti, le lG,477 morti ascritte a que:::ta causa
SIpossono ripartire nel
modo seguente:
Tubercolosi polmonare,
7,06i:l
Ripor/v.
8,650
Id.
laringea e hronchialc
194
Tubercolosi delle
o~~a•
2
Id.
miliare aeuta
240
Id.
del rene
1
Id.
meningea .
677
Id.
del testieolo
1
Id.
intestinale.
281
Id.
disseminata
1,284
Id.
periton. e mesenterica
168
} (1.
cerebro-spinale
19
Id.
della pelle.
13
TOTALI>.!J,93D
Da riportarsi.
8,'j50
Polmonite easeosa e tisi polmonare 6,5139
i\cllc 4-,lJJ morti per neoplasie maligne sono compresi 8 caSI <li lupo
depa-scente,
13,871
di cancro e di epitelioma, e 2G4 di sarcoma () di mixoma.
Distin-gllemlo i casi di cancro e <li sarcoma secondo la sede del tumore, si ha la
ripar-tizione seguente:
_ . _ _ . _ _ . _-'"
"
s
~'"
s
"
"
LoeALlZZAZIO~E~
.03g
i:
.Ss
2
Ee
~ LoeALIZIIAZIO;\E"
2
s
e
o ~"
"
1> E l TUMORI MALIGNI o: 'D."
's
DE I 'rUMORI MA. L !GN l"
'D. o:"8
O'"
rf.) O'"
rf.} 'O'"
'O"
'"
---'----_.---~----'---U tel'O e vagina Ovaia. Mammella.Viso (uaso, Jabbra, orccehi) #
Bocca (lingua, palato, glandole sottollla-scellal"i). Oechio e orbita Parotide. Fariuge c tonsille. Esofago. Stomaco. Intestini. 111t. rctto r'critoueo c mescntcrc . Pene
Testicoli c LI,rdune spermatico t::"retra c l'rostata Fegato. IOUO 14 383 141 128
2"
7B 811 65 88 G2 12 15 418 15 13 8 11 8 4 8 3 16 11 7 Milza. Vescica. Rene. Pancreas. Polmone. LaringeCervello e Midollo spinale Mascellal'i Ossa
Altre Collo c ghianùo]a tiroiùe Keopl,v;;llla del torace.
Id ",cella"e Id.
Id Id
xx
L'utero e la vagina e quindi lo stomaco, il fegato e le mammelle sono le sedi
preferite dal cancro
ì
le ossa e soprattutto le mandibole quelle preferite dai
sarcomi.
La mortalità maSSlIna per alcoolismo :'ii è verificata nel comuni delle Marche,
del Veneto, <tella Liguria e della Lombardia
ì
la minima in quelli della Campania,
degli Abruzzi, della Sicilia, e della Calabria. Questa causa di morte in certe
re-glOl1l d'Italia raggiunge quasi l'importanza che ha nO! paesi settentrionali d'Europa,
e tutto aecenna ad un rapido ineremento del vizio (1).
U nitamente alle morti per alcoolismo vanno accennati i 35 casi di morte
ac-cidentale avvenuta in persone ubbriache c<t i 5 suicidi che si presume siano stati
determinati dall' abuso del bere.
Una malattia quasi esclusiva all'Italia settentrionale e centrale
è
la pellagra. I
co-muni del Veneto, della Lombardia e dell' Emilia furono quelli più travagliati
ì
se
ne osservarono però due casi di morte nei comuni della Campania ed uno in
Si-cilia, infausti forieri di un' endemia che minaccia di estendersi (2). La pellagra
è
malattia diffusa specialmente fra i contadini, e la cifra trovata nella nostra
sta-tistica, che si riferisce solo ai comuni maggiori, è ingrossata di molto dagli avventizi
che affluiscono l1al contado negli ospedali, come si può vedere dalla tavola
seguente:
MORTI PER PELLAGRA MORTI PER PELLAGR.\
(Popolazione residente) (Popolazione a.vventizia)
a. dOl:1ici!io in ospedale in altro luogo TOTALE a domicilio in ospedale I in altro luogo TOTALI'~
607 6!I8 1306 12 2071 4 2087
~.~-'---'-_.-._---..
(1) Nella sola provincia di Padova il numero degli esercizi pubblici, di osterie e di bettole
aumentò dal 1870 al 1880 nelle proporzioni seguenti (Atti della Giunta per la inchiesta agraria.
Parte prima della relazione del commissario cOlllm.
E. Morpurgo sulla
Xlcircoacrizione):
Anno N. di esercizi Anno N di esercizi
1870 .
m3
1876 .
1151
1871 .
983
1877 .
1091
1872 .
1081
1878 .
1169
1873 .
1077
1879
1170
1874 .
1127
1880 .
1205
1875 .
1140
Il numero degli ubriachi raccolti per le vie e portati negli uffizi di p;:bblica sicurezza nei
primi
novemesi dell'anno 1881 per tutto
il
ReO'no fu di 5792, e
il
numero delle licenze concesse
dal
}Oluglio 1880 al 30 giugno 1881 per
tratt~rie,
osterie e vendite di vino fll di 105,510, per
birrerie e vendite di liquori di 21,512. (Relazione BuI bilancio di
l'
previsione del Ministero
dell'In-terno per l'anno 1882.
(2)
Secondo le notizie raceolte dalla Direzione de]]' Agricoltura nelle provineie di Caserta e di
XX!
Seconcto le notizie raccolte dalla Direzione di Agricoitura, per mezzo elci
me-dici conùotti, dei direttori di manicomi e elei sinelaci, il numero elei pellagrosi
esistenti in Italia alla fine elel primo semestre
1881
era eli
104,048
elei quali
15,164
appartenevano alla popolazione
re~ielente
nei
281
capoluoghi. Siccome in
questa popolazione si verificarono elurante lo
stes~o
anno
1,306
casi ai morte per
pellagra, risulta per essa una mortalitit di
8.6
per
100
ammalati.
Le malattie del sistema nervoso cagionarono un maggior numero eli morti nel
comuni posti al norel di Roma che in quelli più a mezzogiorno. Il maSSllno di
queste avvenne nel Veneto e nelle Marche, soprattutto per la gran<le quantità di
bambini morti in conseguenza eli eclampsia.
La causa di morte più frequente in questa classe è la congestione ed
apo-plessia cerebrale (7,757), massime nell' Italia settentrionale c centrale. Giova a
v-vertire che sotto
qu~sto
titolo sono comprese solamente le morii attribuite alla
apoplessia cerebrale, senza altra specificazione. I casi nei quali l'apoplessia era
ritenuta successione morbosa di un' vizio eli cuore, figurano tra le malattie
car-diache; quelli invece dichiarati successione morbosa di ateromasia cerebrale o di
embolo figurano tra le malattie <lei vasi sanguigni.
Quanto alle malattie elell'apparato respiratorio, in generale si può (lire che quelle
a decorso acuto occorsero con maggiorc frequenza nei comuni dell'Italia centrale e
meridionale, quelle a decorso cronico nei comuni dell'Italia scttentrionale. I comuni
delle grandi isole furono più risparmiati.
Le morti per malattie dell' apparato circolatorio sono più frequenti nell' Italia
settentrionale, mentre l'opposto si clcve dirc pcr lc malattie dell'apparato digerente.
Nella Basilicata e nelle Calabrie, il numcro di queste è relativamente doppio di
quello osservato nel Veneto, neH' Dm bria e in Roma.
L'atto dcl parto esige pur troppo un numero ragguardevole di vittime, siano madri
a cui fu tolto di accarezzare il frutto delle viscere loro, siano bambini che, soffocati
nel travaglio del parto, videro solo per pochi istanti balenare
la
luce del sole.
1,618
sono le madri e 720 i bambini morti in consegucnza di parto anormale.
È
degno di nota
il
fatto, che nei comuni dell' Italia settcntrionale e centrale il
numero di donne e di bambini morti nel parto
l~
relativamente superiore alla media
del Regno, mentre il contrario avvenne nei comuni dell' Italia meridionale. Ciò
XXlI
mortalitil di bambini per asfissia noll'atto del parto. Nei comuni del Veneto
la
meùia dei morti per rachititle
è
quasi ùoppia della mr(lia generale.
I suicidi furono in numero di
G82
con un maSSImo nei comuni del Piemonte c
della Lombanlia, un minimo nella Basilicata e nelle Calabrie. Nel
187})
si contarono
in tutto
il
Hegno
1,22;)
suicidi, e nel
1880, 1,2Gl
i supponendo che nel 1881
Iv,
cifÌ':.t
sia poco divena da quella del biennio antecedente, nei soli 281 comulli capoluoghi
avverrebbe più della metà <lei suicidi (leI Hegno.
Pra i
G82
suicidi ve ne sono 40 che meno degli altri meritano il nome di atto
volontario, porchi) compiutisi sotto l'influenza di un grave stato morbosoi vale a dire
so ne hanllo 19 causati da pellagra. 14 c1a paz%ia,
!)
(In.
alcoolismo c 2 da delirio
in :1lnmalati di febbro tifoideo
Nei comuni dell'Itaha settentrionale e centrale se ne verificò un numero
rela-tivamente maggiore che nell' Italia meridionale, mentre il contrario avvenne per
gli omicidi. Il minimo (li questi si
è
osservato nel Veneto, il massimo nella Sardegna.
Diamo in ultimo per le maggiori città il numero delle morti causate da sette
malattie, dalle cause accidentali e dai suicidi, in rapporto alla popolazione.
lIlORTI PER 10000 ABITANTI