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Analisi della biodiversita’ vegetale e cartografia della vegetazione, degli habitat e dell’uso del suolo della Riserva Naturale Statale “Le Cesine” (Lecce - Puglia)

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I ntroduzIone

La Riserva Naturale Statale “Le Cesine”, situata in territorio comunale di Vernole in provincia di Lecce, rappresenta una delle più rilevanti aree umide costiere della Penisola Salentina e uno dei più importanti biotopi costieri della Puglia, sia dal punto di vista floristico-vegetazionale che faunistico. Nonostante le alterazioni di origine antropica avvenute in passato, specialmente durante tentativi di bonifica, conserva ancora oggi un prezioso patrimonio naturalistico. Infatti il sito “Le Cesine” è stato riconosciuto come Sito Ramsar, Riserva Naturale Statale, Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) e Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.).

In letteratura non si riscontra alcuna analisi completa della flora e della vegetazione ad eccezione di parziali contributi (C alì , 1971; M edaglI , 1981; B IanCo & al., 1985; B IanCo &

al., 1986; d’a ndrea & al., 1991; M edaglI , 1991).

Pertanto, allo scopo di evidenziarne le peculiarità e le emergenze naturali in maniera più esaustiva, è stato avviato uno studio volto ad un approfondimento delle conoscenze floristico-vegetazionali, corredato da una carta della vegetazione reale, da una carta degli habitat (relativi all’area SIC) e da mappe di distribuzione delle specie vegetali rare e/o a rischio, ciò anche nell’ottica di fornire all’Ente Gestore un documento utile alla pianificazione ed alla conservazione del sito. Lavoro realizzato grazie ai finanziamenti del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e della Regione Puglia.

Quad. Bot. Amb. Appl., 24 (2013): 55-76. Pubblicato online il 29.05.2015

Analisi della biodiversita’ vegetale e cartografia della vegetazione, degli habitat e dell’uso del suolo della Riserva Naturale Statale “Le Cesine” (Lecce - Puglia)

M edaglI P. 1 , S CIandrello S. 2 , M ele C. 1 , d I P Ietro r. 3 , W agenSoMMer r.P. 2 , u rBano M. 4 , t oMaSellI V. 4

1

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Ecotekne, Università del Salento, via Provinciale Lecce- Monteroni, 73100, Lecce

2

Dipartimento di Scienze Biologiche, geologiche e ambientali, Università di Catania, via A. Longo 19, 95125, Catania

3

Dipartimento ITACA, Università di Roma “La Sapienza”, via Flaminia 70, I-00196 Roma

4

CNR, Istituto di Bioscienze e BioRisorse (CNR-IBBR), via G. Amendola 165/A 70126, Bari

a BStraCt – Plant biodiversity analysis and vegetation, habitats and land use mapping of “Le Cesine” State Natural Reserve (Lecce, Apulia). - The results of an INTERREG project (III A Greece-Italy 2000-2006) concerning the biodiversity moni- toring of “Le Cesine” State Natural Reserve are here presented. The knowledge on vegetation, communitary habitats, flora and distribution of threatened species has been updated. The agricultural areas have been monitored, taking a census of each agrarian cultivation. The collected data have been organized in a GIS and the following thematic maps have been produced:

land use map (according to the CORINE Land Cover legend), vegetation map, Habitats map (according to the 92/43/EEC Directive). The maps of the distribution of the threatened plant species have been implemented.

Key words: Apulia, CORINE land cover, Habitats Directive, Salento, thematic maps, threatened species, vegetation.

a rea dI StudIo

La Riserva Naturale Statale “Le Cesine” è situata sul litorale adriatico pugliese meridionale, in provincia di Lecce (Fig. 1), tra S. Cataldo e Torre Specchia Ruggeri, in territorio comunale di Vernole. L’area è caratterizzata da un sistema di bacini costieri salmastri separati dal mare da un cordone dunale, mantenutisi fino ad oggi nonostante le opere di bonifica effettuate nei secoli passati. Attualmente i bacini principali sono Pantano Grande e Salàpi; sono inoltre presenti numerosi canali di drenaggio, di origine artificiale, che dalle aree agricole circostanti l’area naturale portano al mare. In particolare il canale Campolitrano, che delimita tutta l’area umida delle Cesine, è stato concepito per intercettare le acque di falda superficiali, un tempo destinate a fluire nella Riserva, portandole a sfociare a mare tramite due distinte foci.

Nel 1977 “Le Cesine” vengono dichiarate zona umida di interesse internazionale secondo la Convenzione di Ramsar (Iran). E’ una delle aree protette di più vecchia istituzione in Puglia e parte di essa, per una superficie di 348,60 ha, è stata istituita come “Riserva Naturale Statale di popolamento animale” con D.M. del 13.08.80 ed è gestita dal WWF Italia.

Nell’ambito del programma comunitario “Natura 2000”

e del relativo programma italiano “Bioitaly”, la Regione

Puglia, ai sensi della Dir. 92/43 CEE “Habitat” e della

Dir. 79/409 CEE “Uccelli”, propone l’area come Sito di

Importanza Comunitaria (pSIC, con codice IT9150032)

e come Zona di Protezione Speciale (ZPS, con codice

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IT9150014). Le aree SIC e ZPS ricoprono, rispettivamente, circa 897 ha e 647 ha.

L’area ospita una ricca avifauna di passo e stanziale (P anzera , 1983; d’a ndrea & al., 1991), oltre ad una interessante malacofauna (F errerI , 1994). Per quanto riguarda gli aspetti botanici sono noti in letteratura parziali contributi (C alì , 1971; M edaglI , 1981; B IanCo & al., 1985;

B IanCo & al., 1986; d’a ndrea & al., 1991; M edaglI , 1991) che hanno comunque evidenziato le elevate peculiarità floristico-vegetazionali dell’area.

Tra i problemi di conservazione più urgenti vi è quello dell’erosione costiera che causa una progressiva riduzione del cordone dunale che separa i due bacini salmastri dal mare, determinando così un progressivo aumento della salinità dei corpi idrici. Un altro problema è rappresentato dagli incendi, purtroppo dolosi, che periodicamente colpiscono l’area protetta.

M aterIalI e MetodI

Lo studio fitosociologico è stato effettuato secondo l’approccio classico della scuola di Zurigo-Montpellier (Braun-Blanquet, 1964). Sono stati effettuati oltre 60 rilievi fitosociologici, ciascuno dei quali è stato georeferito con GPS. Attraverso la costituzione di un GIS che implementa carte topografiche e ortofoto georeferite, sono state elaborate la carta della vegetazione e la carta degli habitat della Direttiva europea CEE 92/43 (C onSIglIo della C oMunItà

e uroPea , 1992; e uroPean C oMMISSIon dg e nVIronMent

n ature and B IodIVerSIty , 2007) del SIC “Le Cesine”.

Sulla base del programma CORINE Land Cover (e uroPean e nVIronMent a genCy , 1995; 2000; AA.VV., 2005) è stata realizzata la carta dell’uso del suolo. Le carte ottenute dal lavoro di fotointerpretazione sono state sottoposte a verifiche di campo.

Le carte tematiche sono state realizzate in scala 1:5.000 attraverso la fotointerpretazione di foto ortorettificate (CGR - aprile 2005) utilizzando un software G.I.S. della ESRI, ARCMAP 9.2.

Sulla base del Libro Rosso delle Piante d’Italia (C ontI &

al., 1992), delle Liste Rosse Regionali (C ontI & al.,1997) e del loro aggiornamento (W agenSoMMer & al., 2013), è stato individuato un elenco di specie a rischio dell’area di studio.

Per ciascuna di esse, sulla base di periodiche ricognizioni in campo, è stata realizzata una carta di distribuzione sulla base di un reticolo geografico in coordinate UTM Datum ED50, con maglie di 200 x 200 m, ridimensionate a 100 x 100 m in corrispondenza della linea di costa. La nomenclatura dei taxa segue C ontI & al. (2005) e C ontI & al. (2007) tranne che per i seguenti taxa: Bolboschoenus maritimus (L.) Palla var.

compactus (Hoffm.) Hejný in Dostál, Dianthus tarentinus Lacaita, Sarcocornia perennis (Mill.) A.J. Schott subsp.

alpini (Lag.) Castrov., Elytrigia scirpea (C. Presl) Holub.

Per quest’ultima specie, già nota per la Sicilia (g IardIna &

al., 2007), si tratta della prima segnalazione in Puglia. Per

la determinazione dei campioni è stato fatto riferimento ai

caratteri diagnostici indicati in Jarvie (1992). Sarcocornia

perennis (Mill.) A.J. Schott subsp. alpini (Lag.) Castrov.,

Fig. 1 - Area di studio.

(3)

invece, è stata già indicata per le aree salmastre della Puglia (S CIandrello & t oMaSellI , 2014).

Per lo studio dei suoli agricoli sono stati effettuati una serie di sopralluoghi in pieno campo. Con l’ausilio di ortofoto digitali, sono stati individuati i singoli appezzamenti di terreno ed i rispettivi punti geografici sono stati rilevati e registrati mediante GPS (Global Positioning System).

Per i terreni coltivati sono stati annotati tipo di coltura, consociazioni colturali, presenza/assenza di impianto irriguo. Quando possibile, sono stati intervistati gli operatori agricoli per ottenere informazioni inerenti al tipo di varietà, rotazione colturale, uso di fertilizzanti/fitofarmaci e livello di meccanizzazione.

r ISultatI e d ISCuSSIone

l a VegetazIone

Le indagini fitosociologiche hanno permesso di individuare numerose associazioni vegetali ben differenziate sotto il profilo floristico, ecologico e fisionomico-strutturale, che vengono riportate nel seguente schema sintassonomico:

POTAMETEA Klika in Klika & Novak 1941 POTAMETALIA Koch 1926

POTAMION (Koch 1926) Libbert 1931 Potametum pectinati Cartensen 1955 NYMPHAEION ALBAE Oberd. 1957 Potametum coloratiAllorge 1921 RUPPIETEA J.Tx.1960

RUPPIETALIA J.Tx.1960

ruPPIon MarItIMae Br.-Bl. ex Westhoff in Bennema, Sissingh & Westhoff 1943

Ruppietum spiralis Hocquette 1927 corr. Iversen 1934 PHRAGMITO-MAGNOCARICETEA Klika in Klika &

Novák 1941

PHRAGMITETALIA Koch 1926 PHRAGMITION Koch 1926

Phragmitetum communis (Koch 1926) Schmale 1939 Iridetum pseudoacori Krzywanski 1974

Soncho-Cladietum marisci (Br.-Bl.& O.Bolòs 1958) Cirujano 1980

NASTURTIO-GLYCERIETALIA Pign. 1954

GLYCERIO-SPARGANION Br.-Bl. & Sissing in Boer 1942 Sparganietum erecti Philippi 1973

SCIRPETALIA COMPACTI Hejny in Holub et al. 1967 corr. Rivas et al. 1980

SCIRPION COMPACTI Dahl & Hadac 1941 corr.

Rivas-Martínez et al.1980

Scirpetum compacti Van Langendonck 1931 corr.

Bueno & F. Prieto in Bueno 1997

Scirpetum compacto-littoralis (Br.-Bl. in Br.-Bl. et al.

1952) O. Bolòs 1962 corr. Rivas-Martinez et al. 1980 AMMOPHILETEA Br.-Bl. & R.Tx. ex Westhoff et al. 1946

AMMOPHILETALIA Br.-Bl. 1933

AGROPYRENION FARCTI Rivas-Martínez, Costa, Castroviejo & Valdes Bermajo 1980

Cypero capitati-Agropyretum juncei Kühnholtz-Lordat (1923) Br.-Bl. 1933

CAKILETEA MARITIMAE R.Tx. & Preising in Br.-Bl. &

R.Tx.1952

CAKILETALIA INTEGRIFOLIAE R.Tx. ex Oberd. 1949 corr. Rivas-Martínez, Costa & Loidi 1992

CAKILION MARITIMAE Pignatti 1953

Salsolo-Cakiletum maritimae Costa & Mansanet 1981 corr. Rivas-Martínez et al. 1992

JUNCETEA MARITIMI Br.Bl. in Br.-Bl., Roussine &

Nègre 1952

JUNCETALIA MARITIMI Br.Bl. ex Horvatic 1934 JUNCION MARITIMI Br.Bl. ex Horvatic 1934

Spartino-Juncetum maritimi O. Bolòs 1962

Inulo-Juncetum maritimi Brullo in Brullo et al.1988 PLANTAGINION CRASSIFOLIAE Br.-Bl.(1931) 1952

Schoeno-Plantaginetum crassifoliae Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Negre 1952

Schoeno-Erianthetum ravennae Pignatti 1953

SARCOCORNIETEA FRUTICOSAE Br.-Bl. & R.Tx. ex A.

& O. Bolòs 1950

SARCOCORNIETALIA FRUTICOSAE Br.-Bl.1933 SARCOCORNION ALPINI (Rivas-Martínez et al.

1990) Brullo et al. 2002

Sarcocornietum alpini Br.-Bl. 1933 corr. Rivas- Martínez, Lousa, T.E. Díaz, Fernández-González &

Costa 1990

INULION CRITHMOIDIS Brullo & Furnari 1988 Agropyro scirpei-Inuletum crithmoidis Brullo in Brullo et al.1988

MOLINIO-ARRHENATHERETEA R.Tx.1937

PASPALO-HELEOCHLOETALIA Br.-Bl. in Br.-Bl. et al.

1952 PASPALO-POLYPOGONION VIRIDIS Br.-Bl. in Br.- Bl. et al.1952

Loto tenuis-Paspaletum paspaloidis Biondi, Casavecchia & Radetic 2002

SAGINETEA MARITIMAE Westhoff, Van Leeuwen &

Adriani 1962

FRANKENIETALIA PULVERULENTAE Rivas-

Martínez ex Castroviejo & Porta 1976

FRANKENION PULVERULENTAE Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976

Parapholidetum filiformis Brullo, Scelsi & Siracusa 1994 Isolepido-Saginetum maritimae Brullo 1988

THERO-SUAEDETEA Rivas-Martínez 1972

THERO-SALICORNIETALIA R.Tx. ex Géhu & Géhu- Franck 1984

SALICORNION PATULAE Géhu & Géhu-Franck 1984 Suaedo-Salicornietum patulae Brullo & Furnari ex Géhu & Géhu-Franck 1984

Suaedo maritimae-Bassietum hirtae Br.-Bl. 1928 Suaedetum maritimae (Conard 1935) Pignatti 1953 TUBERARIETEA GUTTATAE (Br.-Bl. in Br.-Bl. et al.

1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963

TUBERARIETALIA GUTTATAE Br.-Bl. in Br.-Bl. &

Wagner 1940

TUBERARION GUTTATAE Br.-Bl. in Br.-Bl. &

Wagner 1940

Trifolio bocconei-Tuberarietum guttatae Brullo et al.1998

CISTO-MICROMERIETEA Oberd. 1954 CISTO-ERICETALIA Horvatic 1958

CISto-erICIon Horvatic 1958

Saturejo-Ericetum manipuliflorae Brullo, Minissale,

Signorello, Spampinato1986

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QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1947 PISTACIO-RHAMNETALIA ALATERNI Rivas- Martínez 1975

JUNIPERION TURBINATAE Rivas-Martínez (1975) 1987 Pistacio-Juniperetum macrocarpae Bartolo, Brullo &

Marcenò 1982

OLEO SYLVESTRIS-CERATONION SILIQUAE Br.- Bl. ex Guinochet e Drouineau 1944 em. Rivas-Martinez 1975 Myrto communi-Pistacietum lentisci (Molinier 1954

em. O.Bolòs 1962) Rivas-Martinez 1975

Potametum pectinati Cartensen 1955 Specie caratteristica: Stuckenia pectinata

Stuttura ed ecologia: i canali di bonifica ed i chiari d’acqua debolmente salmastri più o meno profondi con fondali melmoso-limosi, con acqua fluente, che non subiscono il disseccamento estivo sono interessati da densi popolamenti monofitici a dominanza di Stuckenia pectinata. Per la sua struttura ed ecologia questa associazione rientra nel Potamion, alleanza ad ampia distribuzione euromediterranea (V enanzonI & g Igante , 2000; B rullo & S CIandrello , 2006;

C eSChIn & S alerno , 2008). Il Potametum pectinati è una delle comunità acquatiche che meglio tollera acque poco ossigenate ricche in sostanze azotate e fosfati, pertanto il suo rinvenimento è indicatore di situazioni di inquinamento organico (B aldonI & B IondI , 1993; P aSSarge , 1996; C eSChIn

& S alerno , 2008). Inoltre alcuni autori, vista la sua capacità di svilupparsi in acque ad elevata conducibilità e salinità, collegano la presenza di questa comunità ad alti valori di cloruri (a Vena & al., 1980).

Potametum colorati Allorge 1921

Specie caratteristica: Potamogeton coloratus

Stuttura ed ecologia: i canali scavati nella roccia con acque perenni e fondali melmoso-limosi, sono interessati da densi popolamenti monofitici a dominanza di Potamogeton coloratus. Per la sua ecologia questa associazione rientra nel Nymphaeion albae, alleanza distribuita in Francia nord- orientale, Germania meridionale e Italia (g éhu & B IondI , 1988; B uChWald & al., 2000; S BurlIno & al., 2008).

Ruppietum spiralis Hocquette 1927 corr. Iversen 1934 Specie caratteristica: Ruppia cirrhosa

Struttura ed ecologia: questa associazione sostituisce

l’Enteromorpho-Ruppietum maritimae nei tratti con acque poco profonde normalmente soggette a disseccamento estivo. Anche in questo caso si tratta una vegetazione monofitica dominata da Ruppia cirrhosa (Fig. 2), che mostra una maggiore termofilia rispetto a Ruppia maritima (t oMaSellI & al., 2011).

Phragmitetum communis (Koch 1926) Schmale 1939 (=PHRAGMITETUM VULGARIS Soó 1927)

Specie caratteristica: Phragmites australis

Struttura ed ecologia: questa comunità elofitica, legata a stazioni umide sommerse per buona parte dell’anno, è stata osservata nella parte occidentale della riserva nei tratti permanentemente sommersi. Fisionomicamente essa si differenzia per la dominanza di Phragmites australis che tende a formare popolamenti quasi monospecifici che interessano superfici piuttosto estese. Nel sito Le Cesine il Phragmitetum communis è piuttosto diffuso sia per via dei pregressi incendi che hanno favorito la diffusione della cannuccia di palude a spese delle formazioni a Cladium mariscus che per la presenza assai localizzata di ambienti di risorgiva idonei alla diffusione del Cladium. Il Phragmitetum australis, a larga diffusione sia in ambito europeo che italiano, è tra le associazioni che maggiormente concorrono all’interramento dei corpi idrici, svolgendo un ruolo chiave nell’evoluzione naturale degli ecosistemi acquatici (C eSChIn

& S alerno , 2008).

Iridetum pseudoacori Krzywanski 1974 Specie caratteristica: Iris pseudoacorus

Struttura ed ecologia: vegetazione erbacea perenne (Fig. 3) che predilige suoli limosi periodicamente sommersi. Sotto il profilo strutturale queste comunità igrofile si presentano caratterizzate da numerose specie dei Phragmito-Magnocaricetea, come Cladium mariscus, Alisma lanceolatum, Carex hispida, Schoenoplectus tabernaemontani, Pulicaria dysenterica, ecc. In Italia

Fig. 2 - Ruppietum spiralis. Fig. 3 - Iris pseudacorus.

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l’associazione risulta abbastanza diffusa (B rullo & al., 1994; P edrottI , 1995; P Irone & al., 1998; P roSSer & S arzo , 2003; M aIorCa & al., 2005).

Soncho-Cladietum marisci (Br.-Bl.& O.Bolòs 1958) Cirujano 1980

Specie caratteristiche: Cladium mariscus e Sonchus maritimus

Struttura ed ecologia: questa associazione occupa normalmente la porzione centrale di stagni periodicamente sommersi da acque debolmente salmastre. Sotto il profilo litologico i substrati sono in genere di natura limoso- argillosa, mantenendosi umidi per buona parte dell’anno.

Significativa è in questa vegetazione la presenza di specie molto peculiari, come Cladium mariscus (Fig. 4), Sonchus maritimus, Cynanchum acutum, ecc. Nel sito Le Cesine il Soncho-Cladietum marisci è piuttosto diffuso, specialmente in corrispondenza di siti di risorgiva, sia in stazioni retrodunali che in stazioni più interne (Fig. 5).

Sparganietum erecti Philippi 1973

Specie caratteristica: Sparganium erectum

Struttura ed ecologia: associazione elofitica semi- sommersa caratterizzata dalla dominanza di Sparganium erectum che in genere predilige acque basse e fluenti. Nel sito Le Cesine si localizza principalmente lungo i canali di drenaggio in aree ben soleggiate e su suoli frequentemente inondati. In Italia lo Sparganietum erecti è abbastanza localizzato (B rullo & al., 1994; V enanzonI & g Igante , 2000; C eSChIn & S alerno , 2008).

Scirpetum compacti Van Langendonck 1931 corr. Bueno

& F. Prieto in Bueno 1997

Specie caratteristica: Bolboschoenus maritimus var.

compactus

Struttura ed ecologia: l’associazione si rinviene su superfici palustri sommerse da acque salmastre poco profonde con suoli argilloso-limosi. Le stazioni da essa interessate sono soggette anche a lunghi periodi di disseccamento estivo pur mantenendosi i suoli sempre abbastanza umidi. L’assocazione è caratterizzata dalla dominanza di Bolboschoenus martimus var. compactus, che forma spesso popolamenti Fig. 4 - Cladium mariscus.

Fig. 5 - Soncho-Cladietum marisci (S-Cm), in stazioni retrodunali (a) e in corrispondenza di siti di risorgiva in stazioni più interne (b).

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quasi monofitici (Fig. 6). Associazione da includere nello Scirpion compacti, alleanza segnalata in varie località di Italia (B artolo & al., 1982; B rullo & S CIandrello , 2006;

M InISSale & S CIandrello , 2010; t oMaSellI & al., 2011).

Scirpetum compacto-littoralis (Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1952) O. Bolòs 1962 corr. Rivas-Martínez et al. 1980

Specie caratteristica: Schoenoplectus litoralis

Struttura ed ecologia: questa associazione vicaria lo Scirpetum compacti nei tratti con acque abbastanza profonde e non soggette a disseccamento estivo. Si tratta di una vegetazione abbastanza rara, localizzata soprattutto in prossimità di polle freatiche superficiali debolmente salate che occupano in genere la parte centrale di alcuni pantani. Significativa è qui la presenza di Schoenoplectus litoralis che assume un ruolo fisionomicamente dominante.

Si tratta di una associazione da includere nello Scirpion compacti, alleanza marcatamente termofila dei Phragmito- Magnocaricetea. Essa è stata segnalata in varie località del Mediterraneo occidentale da B raun -B lanquet & al. (1952), B olòS (1962), r IVaS -M artInez & al. (2001); B artolo & al.

(1982) e B rullo & S CIandrello (2006) è stata osservata per la Sicilia meridionale, mentre è stata osservata per la Puglia da t oMaSellI & al. (2011).

Cypero capitati-Agropyretum juncei Kühnholtz-Lordat (1923) Br.-Bl. 1933

Specie caratteristica: Elytrigia juncea

Struttura ed ecologia: sulle dune embrionali si insedia una vegetazione pioniera caratterizzata da specie perenni con un notevole sviluppo dell’apparato stolonifero che, trattenendo la sabbia, contribuisce a stabilizzare le dune.

Fisionomicamente l’associazione si caratterizza per la dominanza di Elytrigia juncea (= Elymus farctus subsp.

farctus, =Agropyron junceum) cui si associa Sporobolus virginicus e numerose altre specie psammofile perenni dell’Ammophiletea. Dal punto di vista ecologico-strutturale, il Cypero capitati-Agropyretum juncei rappresenta la prima forma di vegetazione perenne che riesce a colonizzare i litorali sabbiosi del Mediterraneo.

Salsolo-Cakiletum maritimae Costa & Mansanet 1981 corr.

Rivas-Martínez et al. 1992

Specie caratteristica: Cakile maritima.

Struttura ed ecologia: in prossimità della battigia, nei tratti interessati dalle forti mareggiate dove si ha un certo accumulo di materiale organico spiaggiato, si localizza una vegetazione terofitica con esigenze subalofile appartenente alla classe Cakiletea maritimae. Dal punto di vista floristico, essa si caratterizzata per la presenza di alcune specie annuali ad habitus succulento, come Salsola kali s.l. e Cakile maritima, il cui optimum vegetativo si ha nel periodo estivo- autunnale (Fig. 7). Per le sue caratteristiche ecologiche questa formazione è riferibile al Salsolo-Cakiletum maritimae, associazione ampiamente diffusa lungo le coste del Mediterraneo.

Spartino-Juncetum maritimi O. Bolòs 1962 Specie caratteristica: Spartina versicolor.

Struttura ed ecologia: l’associazione si localizza nei tratti più esterni dei pantani salmastri a contatto con i cordoni dunali, dove forma delle fasce di vegetazione fisionomicamente molto peculiari (Fig. 8). Essa predilige suoli prettamente sabbiosi, abbastanza umidi, eccezionalmente sommersi costituendo delle dense praterie a dominanza di Spartinia versicolor, che si accompagna normalmente a Juncus maritimus. Si può considerare come un’associazione di transizione tra le associazioni alo-igrofile dello Juncion maritimi e quelle prettamente psammofile degli Ammophiletea (t oMaSellI & al., 2011).

Inulo-Juncetum maritimi Brullo in Brullo et al.1988 Specie caratteristica: Limbarda crithmoides

Struttura ed ecologia: l’associazione si localizza nei tratti con suoli compatti argillosi inondati per buona parte dell’anno, si tratta di densi popolamenti a dominanza di Juncus maritimus cui si accompagnano altre alofite fra cui in particolare Inula crithmoides, Limonium narbonense, che ne evidenziano il carattere alofilo. L’Inulo-Juncetum maritimi si può considerare una vicariante termofila del Puccinellio-Juncetum maritimi e del Elymo elongati- Juncetum maritimi; associazioni queste del mediterraneo settentrionale interessate da un clima più umido. Infatti Inulo-

Fig. 6 - Scirpetum compacti. Fig. 7 - Salsolo-Cakiletum.

(7)

Juncetum maritimi è circoscritta a stazioni del mediterraneo meridionale caratterizzati da un clima più caldo e arido.

Schoeno-Plantaginetum crassifoliae Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Negre 1952

Specie caratteristiche: Schoenus nigricans, Plantago crassifolia.

Struttura ed ecologia: l’associazione si localizza su superfici pianeggianti con suoli umidi prettamente sabbiosi frammisti con una certa componente limosa soggetti raramente a periodi di sommersione. Si tratta di una vegetazione con debole esigenze alo-igofile caratterizzata dalla dominanza di Schoenus nigricans e Plantago crassifolia. Essa in genere si sviluppa nelle parti periferiche dei pantani salmastri in prossimità di estesi cordoni dunali e rappresenta il termine di passaggio tra le associazioni arbustive alofile dei Salicornietea e quelle più prettamente igro-psammofile degli Juncetea maritimi (t oMaSellI & al., 2011; S CIandrello & al., 2014).

Schoeno nigricantis-Erianthetum ravennae Pignatti 1953 Specie caratteristiche: Tripidium ravennae, Schoenus nigricans

Struttura ed ecologia: l’associazione si localizza in stazioni limoso-argillose sottoposte a brevi periodi sommersione.

Fisionomicamente si distingue per la presenza di Tripidium ravennae, grossa graminacee a densa copertura che si accompagna ad altre elofite rientranti nei Juncetea maritimi, come Schoenus nigricans, Cladium mariscus, Carex extensa,

ecc. Nel sito Le Cesine questa comunità erbacea è piuttosto localizzata limitatamente alla parte più meridionale della riserva.

Sarcocornietum alpini Br.-Bl. 1933 corr. Rivas-Martínez, Lousa, T.E. Díaz, Fernández-González & Costa 1990 Specie caratteristica: Sarcocornia perennis subsp. alpini Struttura ed ecologia: sulle superfici ricche in cloruri e soggette a prolungate sommersioni si rinviene una vegetazione alofila molto specializzata, costituita dalla dominanza di Sarcocornia perennis subsp. alpini, chenopodiacea succulenta ad habitus prostrato. Questa vegetazione alofila arbustiva per le sue caratteristiche ecologiche viene inquadrata nel Sarcocornietum alpinii, associazione monospecifica diffusa nel settore est ed ovest del bacino Mediterraneo (S CIandrello & t oMaSellI , 2014).

Tale vegetazione risultava un tempo molto meno diffusa ed è stata favorita dalla parziale salinizzazione dei pantani a seguito di fenomeni di erosione marina. Nel sito Le Cesine questa vegetazione è molto localizzata.

Agropyro scirpei-Inuletum crithmoidis Brullo in Brullo et al.1988

Specie caratteristiche: Limbarda crithmoides, Elytrigia scirpea

Struttura ed ecologia: questa associazione rappresenta uno degli aspetti più maturi ed evoluti legati all’ambiente palustre salmastro. Essa infatti occupa le stazioni più elevate e periferiche in genere non soggette a sommersione.

Fig. 8 - Spartino-Juncetum maritimi (S-Jm), tra il Cypero- Agropyretum juncei (C-Aj) ed il Phragmitetum communis (Pc).

Fig. 10 - Suaedo-Bassietum hirsutae (S-Bh) e Suaedo-Salicornie-

tum patulae (S-Sp). Dietro, lo Spartino-Juncetum maritimi. Fig. 9 - Salicornia patula.

(8)

Fisionomicamente si differenzia per la dominanza di Limbarda crithmoides che si accompagna sempre a Elytrigia scirpea (specie nuova per la Puglia) e a numerose altre alofite. In situazioni più mature non più condizionate dalla salinità edafica l’associazione in oggetto viene sostituita da aspetti di macchia dell’Oleo-Ceratonion.

Loto tenuis-Pasapletum paspaloidis Biondi, Casavecchia &

Radetic 2002

Specie caratteristica: Paspalum distichum

Struttura ed ecologia: si tratta di un’associazione estiva con esigenze igrofile legata ad ambienti palustri periodicamente sommersi. Predilige suoli argillosi o argilloso-limosi molto umidi nel periodo primaverile dove forma densi tappeti a dominanza di specie prostrate. In particolare significativa è qui la presenza di alcune specie molto specializzate, come Paspalum distichum e Lotus tenuis, che evidenziano il carattere marcatamente igrofilo dell’associazione (B IondI

& al., 2002). Specie guida è Paspalum distichum, che si accompagna a diverse altre igrofite, come Lythrum junceum, Juncus articulatus, Rumex conglomeratus, Phyla nodiflora, Pulicaria dysenterica, Epilobium tetragonum, Plantago major, Kickxia commutata, Trifolium fragiferum, Alisma lanceolatum, Samolus valerandi, Ranunculus sardous, Ranunculus ophioglossifolius, ecc.

Parapholidetum filiformis Brullo, Scelsi & Siracusa 1994 Specie caratteristica: Parapholis filiformis.

Struttura ed ecologia: questa associazione risulta abbastanza diffusa e ben rappresentata nelle aree umide costiere della Puglia. Essa si localizza su suoli limoso- sabbiosi più o meno pianeggianti, soggetti a brevi periodi di sommersione. Fisionomicamente si differenzia per la dominanza di Parapholis filiformis, che normalmente si accompagna a numerose altre terofite con esigenze alofite o tendenzialmente alo-subnitrofile, come Polypogon maritimus, P. monspeliensis, Juncus hybridus, Plantago coronopus, Spergularia salina, ecc.

Isolepido-Saginetum maritimae Brullo 1988 Specie caratteristica: Isolepis cernua.

Struttura ed ecologia: l’associazione normalmente si localizza su piccole superfici ben ombreggiate e periodicamente inondate durante il periodo invernale. Si tratta di una vegetazione a microfite poco appariscenti legata a suoli umidi sabbioso-limosi ed è caratterizzata dalla dominanza di Isolepis cernua e Sagina maritima. Essa occupa piccole schiarite in mezzo ai cespi dei giunchi che partecipano alla formazione di associazioni elofitiche degli Juncetalia maritimae.

Suaedo-Salicornietum patulae Brullo & Furnari ex Géhu &

Géhu-Franck 1984

Specie caratteristica: Salicornia patula.

Struttura ed ecologia: l’associazione si localizza nella parte centrale dei pantani salmastri soggetta a lunghi periodi di sommersione. Essa comincia a svilupparsi all’inizio dell’estate quando le superfici sono già disseccate ma il suolo si mantiene ancora umido in profondità e raggiunge il massimo sviluppo nel periodo estivo-autunnale. Si tratta di un aspetto termo-xerofilo dominato da Salicornia patula (Fig. 9), che mostra esigenze ecologiche marcatamente

xeriche. Essa tende ad accompagnarsi ad altre terofite succulente, come Suaeda maritima, Salsola soda, ecc.

Suaedo maritimae-Bassietum hirtae Br.-Bl. 1928 Specie caratteristica: Spirobassia hirsuta

Struttura ed ecologia: anche questa associazione, come la precedente, si insedia nella parte centrale dei pantani salmastri, dove tende a collocarsi in una fascia adiacente ed immediatamente interna al Suaedo maritimae-Salicornietum patulae (Fig. 10). Essa si differenzia da quest’ultima oltre che per la dominanza di Spirobassia hirsuta anche per l’ecologia, in quanto è legata a suoli più umidi e melmosi anche durante il periodo estivo.

Suaedetum maritimae (Conard 1935) Pignatti 1953 Specie caratteristica: Suaeda maritima

Struttura ed ecologia: questa associazione si rinviene in stazioni con suoli molto umidi e ben nitrificati. Essa ha il suo optimum dalla fine dell’estate all’autunno e risulta fisionomicamente caratterizzata da Suaeda maritima (Fig.

11), che spesso forma degli estesi tappeti. Si tratta di una associazione alo-nitrofila con una distribuzione frammentata su piccole e sparse superfici.

Trifolio bocconei-Tuberarietum guttatae Brullo et al.1998 Specie caratteristica: Tuberaria guttata

Struttura ed ecologia: nelle schiarite in mezzo alle garighe a dominanza di Erica forskalii sono frequenti praticelli effimeri riferibili ai Tuberarietea guttatae. Queste formazioni primaverili a ciclo annuale prediligono suoli sabbiosi (suoli rossi). Sotto il profilo strutturale si presentano caratterizzati da numerose psammofite, come Tuberaria guttata, Trifolium bocconei, Medicago litoralis, Aira cupaniana, Corynephorus divaricatus, Ornithopus compressus, Trifolium arvense subsp. arvense, Vulpia ciliata, Tolpis umbellata, ecc..

Saturejo-Ericetum manipuliflorae Brullo, Minissale, Signorello, Spampinato1986

Specie caratteristica: Erica forskalii

Struttura ed ecologia: questa associazione colonizza suoli poco profondi più o meno pianeggianti di natura calcarenitica frammisti a rocce affioranti. Di particolare rilievo è la presenza e dominanza di Erica forskalii che partecipa attivamente alla formazione di queste estese garighe. Inoltre ricco si presenta il contingente di camefite, come Satureja cuneifolia, Rosmarinus officinalis, Fumana thymifolia s.l., Cistus salvifolius, Micromeria graeca, Cistus creticus subsp. eriocephalus, Teucrium capitatum subsp. capitatum, Helianthemum jonium, ecc. Nel sito Le Cesine le garighe ad Erica forskalii sono piuttosto estese, rappresentando un aspetto di degradazione della macchia.

Myrto communi-Pistacietum lentisci (R.Mol. 1954) Riv.- Mart. 1975

Specie caratteristica: Pistacia lentiscus

Struttura ed ecologia: nei tratti più interni su suoli di natura

prevalentemente calcarenitica, risparmiati dalle attività

agricole che interessano i terreni circostanti, ma spesso

percorsi dal fuoco, si rinvengono lembi di macchia, spesso

diradata dai fattori di disturbo, in cui la specie dominate

è Pistacia lentiscus, a cui si accompagnano altre specie

arbustive dei Quercetea ilicis, come Phillyrea latifolia, Rubia

(9)

peregrina, Rhamnus alaternus, Lonicera implexa, Smilax aspera, Myrtus communis, Asparagus acutifolius, Prasium majus, Daphne gnidium, ecc. L’associazione fa riferimento al Myrto-Pistacietum lentisci. Questa vegetazione si sviluppa anche in corrispondenza dei vecchi impianti a Pinus sp pl., dove forma uno strato arbustivo denso ed variamente esteso (Fig. 12).

Pistacio-Juniperetum macrocarpae Bartolo, Brullo &

Marcenò 1982

Specie caratteristica: Juniperus oxycedrus subsp.

macrocarpa

Struttura ed ecologia: lungo la costa sabbiosa si rinvengono angusti lembi di vegetazione arbustiva, nella quale le specie più frequenti ed abbondanti sono Juniperus oxycedrus subsp.

macrocarpa e Pistacia lentiscus. Il ginepreto rappresenta la vegetazione naturale più evoluta delle dune costiere. Quando questa vegetazione si presenta integra, forma una fitta fascia di arbusti che contribuisce notevolmente alla stabilità e alla protezione dall’erosione eolica delle dune. Dal punto di vista strutturale si presenta caratterizzata, oltre dalle sopra citate specie, da Phillyrea latifolia, Rubia peregrina, Rhamnus alaternus, Lonicera implexa, Smilax aspera, Asparagus acutifolius, Prasium majus, Daphne gnidium, ecc.

Questa vegetazione un tempo molto diffusa lungo la costa è in gran parte scomparsa, per fare posto ad attività agricole, industriali, urbanistiche, ecc. Nell’area di studio questa associazione è fortemente a rischio a causa dell’arretramento della linea di costa.

C

onsiderazionisullafloraedemergenzefloristiChe

L’ aggiornamento sulle conoscenze floristiche dell’Oasi delle Cesine ha portato ad evidenziare 576 taxa specifici e sottospecifici, suddivisi in 85 famiglie e 340 generi, comprendenti sia le specie autoctone che quelle alloctone. Il contingente alloctono è fondamentalmente rappresentato da entità utilizzate per rimboschimenti o da specie ornamentali spontaneizzate.

La famiglia meglio rappresentata è quella delle Gramineae con 78 entità, seguono le Compositae con 68 taxa e le Leguminosae con 67 taxa. Le specie maggiormente presenti appartengono ai generi Trifolium (16 taxa), Juncus (12) e Ophrys (11) e Lotus (10), Plantago e Vicia con 8 taxa.

Nel complesso l’area delle Cesine possiede una buona ricchezza floristica, se si considera che la flora di tutto il Salento è di 1340 Taxa (M ele & al., 2006).

Lo spettro biologico evidenzia una netta prevalenza delle terofite (41,8%) dovuta allo spiccato clima Mediterraneo, seguono le emicriptofite (24,1%) e le geofite (16,1%), mentre relativamente bassa è la percentuale di fanerofite (7,3%), camefite (5,9%), idrofite (2,3%) seguono quindi le nanofanerofite. Dal punto di vista corologico le entità maggiormente presenti sono le eurimediterranee e le stenomediterranee (30 e 28%), seguono le eurasiatiche (18%) e le specie ad ampia distribuzione (12%) meno rappresentative sono le atlantiche, le esotiche e le endemiche.

Il notevole valore naturalistico dell’area delle Cesine è contrassegnato non solo dalla presenza di habitat prioritari e di interesse comunitario, ma anche dal numero di specie rare o interessanti dal punto di vista fitogeografico. Tra le entità

di maggiore interesse conservazionistico e fitogeografico riportiamo:

Quercus ithaburensis Decne. subsp. macrolepis (Kotschy) Hedge & Yalt.

Questa specie mediterraneo-orientale è esclusiva, allo stato spontaneo, di una ristretta area del Salento meridionale (dintorni di Tricase). In un recente studio (a CCoglI & al., 2008) viene assegnato a questa specie lo status “Critically endangered, CR”. La sua presenza nell’area delle Cesine è, comunque, dovuta ad interventi di rimboschimento (M edaglI , 1981).

Spirobassia hirsuta (L.) Freitag & G. Kadereit (Fig. 13) E’ una terofita scaposa legata all’ambiente delle lagune. In Puglia è segnalata per Lesina e Varano (Corbetta, 1970) e per le Cesine e le Saline di Brindisi da V InCentI & al. (1999).

Erica forskalii Vitm. (Fig. 14)

E’ specie termofila e xerofila che partecipa alla formazione di garighe costiere dominate da camefite e nanofanerofite.

Ha corologia E-Stenomediterranea con areale che si estende nella parte orientale del bacino del Mediterraneo, comprendendo Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia, Cipro e Turchia. Recentemente è stata collocata nella categoria a rischio “Endangered, EN” (M ele & al., 2008)

Ipomoea sagittata Poiret

E’ specie a corologia anfiatlantica-subtropicale, tipica delle

paludi salmastre retrodunali. In Italia è nota solo per il Lazio,

Fig. 11 - Suaeda maritima.

(10)

la Sicilia e la Puglia. In Puglia è presente solo nel Salento dove è segnalata alla Palude di Rauccio, Le Cesine, Palude Li Foggi di Gallipoli, Litorale di Ugento e alla Palude del Conte (B IanCo & al., 1986).

Periploca graeca L. (Fig. 15)

E’ una rara liana a diffusione nord-est mediterranea. E’ tipica di boschi e cespuglieti igrofili. In Italia è presente in Liguria, Toscana, Lazio e Puglia (C ontI & al., 2005). Una stazione calabra riferita al Bosco di Rosarno è da ritenere scomparsa (Cesca, in verbis). Negli anni scorsi è stato effettuato alle Cesine un intervento di reintroduzione “in situ” di Periploca graeca per ricostituire una stazione distrutta da un incendio (a CCoglI & al., 2006).

Anacamptis palustris (Jacq.) R.M. Bateman, Pridgeon &

M.W. Chase (Fig. 16)

E’ specie accertata in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia, Campania, e scomparsa in Lombardia, Liguria, Marche, Calabria, Sicilia, Abruzzo e Molise. Le stazioni italiane più significative sono presenti lungo le coste di Emilia Romagna, Veneto, Puglia. Le stazioni pugliesi più significative come numero di esemplari sono quelle della Palude di Rauccio e delle Cesine (a leSSandrInI & M edaglI , 2008)

Cicendia filiformis (L.) Delarbre

Specie submediterraneo-atlantica nota in Italia secondo

C ontI & al. (2005) per Toscana, Lazio, Umbria, Puglia, Sicilia e Sardegna, mentre risulta dubbia per il Piemonte ed è da riconfermare per la Campania. Nell’area di studio la specie è stata segnalata da B eCCarISI & al (2007). Oltre la stazione suddetta sono note in Puglia altre due località di presenza della specie: Bosco del Compare e Bosco Preti presso Brindisi (e rnadeS & al., 2007). Una stazione segnalata in passato da V aCCarI (1920) presso la Masseria Marfeo (Brindisi) non è stata successivamente riconfermata.

Linum maritimum L.

E’ specie a corologia W-Medit molto raro nel meridione della Penisola, dove è noto solo in Puglia. Nel Salento è noto per le località: Laghi Alimini, Palude di Rauccio e Le Cesine (B IanCo & al., 1985).

Lythrum thymifolia L.

Entità a corologia Steno-Mediterranea. Presente in Italia, secondo P IgnattI (1982) nel Lazio (Paludi Pontine), in Basilicata (Nova Siri), in Sardegna ed in Puglia a Gallipoli.

Pertanto la stazione delle Cesine è da considerare di nuova segnalazione.

Lysimachia minima (L.) U. Manns & Anderb.

E’ specie a corologia Eurasiatico-temperata, ritenuta rara ed in via di scomparsa nell’Italia settentrionale e centrale. Al sud è riportata solo per la Calabria (C ontI & al., 2005).

La stazione dell’area di studio rappresenta l’unica località

Fig. 12 - Vecchi impianti a Pinus sp pl., con un denso ed esteso

strato arbustivo. Fig. 13 - Spirobassia hirsuta.

(11)

di presenza certa di questa specie in Puglia, segnalata da B eCCarISI & al. (2007).

d IStrIBuzIone deglI haBItat

L’interpretazione delle ortofoto digitali a colori, combinata con i dati raccolti attraverso numerosi sopralluoghi sul campo, ha permesso di realizzare la carta degli habitat all’interno della delimitazione del SIC.

Ad ogni formazione naturale perimetrata è stata attribuita la codifica Natura 2000, ai sensi dell’Allegato I della direttiva 92/43 CEE o “Habitat”.

Si sono verificati casi in cui non è stato possibile associare una codifica Natura 2000 ad aree di vegetazione naturale o semi-naturale, anche se di notevole pregio ambientale. Infatti, alcune cenosi tipiche delle zone umide (es. “Bolboscenetum compacti” o “Phragmitetum communis”) non sono annoverate nell’Allegato I della Direttiva “Habitat” e quindi tali unità ambientali sono state omesse dalla “Carta degli Habitat”.

Nella tabella 1 vengono riportati, per ciascuna delle categorie cartografate nell’area in esame, la superficie assoluta e relativa e la corrispondenza alla classificazione fitosociologica (syntaxon).

a ree agrICole

La conoscenza della realtà agricola del territorio è importante ai fini della tutela e della valorizzazione delle aree protette. Nel caso dell’area umida “Le Cesine” la superficie destinata ad uso agricolo è piuttosto esigua rispetto all’area naturalistica e corrisponde circa al 17% della superficie totale.

Le indagini svolte in pieno campo hanno permesso di accertare che l’olivo costituisce la coltura più rappresentativa del paesaggio agricolo (come del resto dell’intero Salento). Le altre specie arboree quali mandorlo, fico, susino, albicocco e pesco sono molto poco rappresentate e localizzate in prossimità delle abitazioni in quanto destinate al solo consumo familiare.

La percentuale dei campi investiti a colture erbacee oscilla tra il 2% e l’8%: la presenza di una falda acquifera molto superficiale, unitamente alle precipitazioni, causa allagamenti importanti che rendono i terreni non coltivabili nel periodo autunno-vernino. La maggior parte delle specie orticole sono tuttavia presenti e coltivate alternate in piccoli filari. Sono anche presenti esigui appezzamenti di terreno investiti a carciofo, pomodoro e frumento sia duro sia tenero.

Dalle indagini effettuate in pieno campo è emerso che circa il 46% del suolo di uso agricolo è costituito da campi

Fig. 14 - Erica forskalii.

Fig. 15 - Periploca graeca. Fig. 16 - Anacamptis palustris.

(12)

66

incolti. Le testimonianze dei pochissimi agricoltori incontrati hanno confermato che tale preoccupante fenomeno è in costante aumento.

u So del Suolo

La carta dell’uso del suolo è stata realizzata su tutta l’area SIC, secondo la legenda CORINE Land Cover (CLC).

Nella tabella 2 vengono riportati l’elenco delle tipologie CLC (3° livello) individuate e, per ciascuna delle tipologie individuate, la superficie assoluta (in mq) e la superficie relativa (valore percentuale rispetto alla superficie totale della Riserva).

Per l’interpretazione della legenda CORINE sono stati seguiti il manuale tenico della e uroPean e nVIronMental

a genCy (2000) ed il rapporto APAT (AA.VV., 2005) sulla realizzazione del progetto CORINE land cover in Italia.

La classificazione del territorio è stata effettuata al 3°

livello della legenda CLC. In alcuni casi, è stato effettuato un approfondimento al 4° livello.

Le tipologie di uso del suolo CLC con maggiore estensione sono 4.2.1 “Paludi salmastre” (che copre circa il 24,4% della superficie della Riserva e comprende le diverse tipologie di vegetazione alofila e subalofila riferibile alle classi Phragmito-Magnocaricetea, Juncetea maritimi, Sarcocornietea fruticosae, Saginetea maritimae e Thero- Suaedetea), 5.2.1 “Lagune” (che copre il 14% e comprende i corpi idrici retrodunali e la vegetazione idrofitica delle classi Potametea e Ruppietea) e 3.2.3 “Aree a vegetazione sclerofilla” che ricopre circa il 18,6% della superficie della Riserva (Tab. 2).

Per quanto riguarda le aree coltivate, che hanno scarsa estensione, la tipologia più rappresentata è la 2.2.3 “Oliveti”

(7% circa).

C onCluSIonI

Dalle analisi effettuate, sia in campo che sui prodotti cartografici, risulta un elevato livello di biodiversità vegetale all’interno della Riserva Naturale Statale “Le Cesine”, sia a livello di specie (numero complessivo delle specie botaniche rilevate ed incidenza di specie rare e/o a rischio) che di comunità vegetali e di habitat (sensu Allegato I della Direttiva “Habitat”), specialmente in considerazione dell’estensione piuttosto limitata della Riserva. Tale biodiversità è tuttavia minacciata da vari fattori di origine naturale e soprattutto antropica. L’erosione marina, negli ultimi decenni, ha provocato una progressiva riduzione del cordone dunale che separa il mare dalle aree umide retrodunali, ed ha portato anche ad episodiche fratture del cordone dunale stesso, determinando così un progressivo aumento della salinità delle lagune costiere. Questo ha causato una progressiva diffusione di vegetazione arbustiva alofila, soprattutto a scapito delle comunità a Cladium mariscus (habitat prioritario 7210). Un’ulteriore minaccia alla biodiversità delle aree umide è rappresentata dallo sviluppo e dalla diffusione di Phragmites australis, che tende a formare popolamenti monospecifici estromettendo altre specie meno competitive ma di maggior interesse floristico.

La progressiva erosione del cordone dunale ha portato alla riduzione e quindi alla frammentazione di alcuni habitat tipici delle dune (t oMaSellI & al., 2012), in particolare delle comunità vegetali a Juniperus oxycedrus subsp.

macrocarpa (habitat prioritario 2250). Nel recente passato l’area è stata spesso oggetto di incendi e le formazioni boschive a Pinus halepensis e le comunità elofitiche sono tra gli habitat più colpiti dal fuoco. In questi ultimi anni è stata osservata anche una progressiva diffusione di Pinus halepensis negli ambienti di macchia mediterranea e gariga.

Tab. 1 - Habitat di Direttiva rilevati nella Riserva Naturale Statale “Le Cesine”.

Codice

Habitat Descrizione Syntaxon Superficie

assoluta (mq) Superficie relativa (%)

1150* Lagune costiere Potametea

Ruppietea 1.124.115 13,87

1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine

Salsolo-Cakiletum maritimae

147.569 1,82

1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose

Saginetea maritimae

Thero-Suaedetea 15.932 0,20

1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

Juncion maritimi

Plantaginion crassifoliae 185.280 2,29

1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo- atlantici (Sarcocornetea fruticosi)

Sarcocornion alpini

Inulion crithmoidis 1.538 0,02

2110 Dune mobili embrionali Cypero capitati-Agropyretum juncei 111.580 1,38

6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

Tuberarietea guttatae

5.261 0,06

2250* Dune costiere con Juniperus spp. Pistacio-Juniperetum macrocarpae 27.598 0,34

3170* Stagni temporanei mediterranei Isoëtetalia 13.840 0,17

5420 Phrygane di Sarcopoterium spinosum Saturejo-Ericetum manipuliflorae 644.811 7,95 7210* Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie

del Caricion davallianae

Soncho maritimi-Cladietum marisci

1.065.945 13,15

totale 3. 343.469 41,25

Tab. 2 - Elenco delle tipologie CLC (3° livello) individuate nella Riserva Naturale Statale “Le Cesine”.

Codice

CLC 3 Descrizione Superficie

assoluta (mq) Superficie relativa (%)

1.1.2. Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 25.224 0,31

1.2.2. Reti stradali, ferroviarie, opere d’arte e infrastrutture tecniche 94.694 1,17

2.1.2. Seminativi in aree irrigue 45.376 0,56

2.2.3. Oliveti 588.099 7,19

2.3.1. Prati e prati-pascoli avvicendati 728.757 9

3.1.2. Boschi di conifere 1.624.393 20

3.2.2. Brughiere e cespuglieti 67745 0,8

3.2.3. Aree a vegetazione sclerofilla 1.499.414 18,6

3.3.1. Spiaggia, sabbie, dune, 232.380 2,9

3.3.3. Aree con vegetazione rada 8.959 0,1

4.2.1. Paludi salmastre 1.973.500 24,4

5.1.1. Corsi d’acqua, canali, idrovie 80.667 1

5.2.1. Lagune 1.126.538 14

totale 8.095.746 100

(13)

Questa diffusione delle giovani piante di pino sembra essere favorita dai ripetuti incendi e dal progressivo cambiamento climatico.

Per quanto riguarda invece le aree agricole, l’abbandono dei campi coltivati è un aspetto che deve essere attentamente valutato in quanto comporta importanti ripercussioni sull’economia locale e sull’assetto della vegetazione. Tale fenomeno, se da un lato aumenta il rischio di perdere prezioso germoplasma vegetale in quanto diventa sempre più difficile salvaguardare e preservare le poche antiche varietà locali coltivate e ben adattate al territorio, dall’altro rappresenta un fattore di riduzione di fitofarmaci legati all’agricoltura.

Andrebbe attentamente valutato inoltre il ruolo che questi seminativi oggi incolti svolgono in quanto aree trofiche riferite all’avifauna e sulla possibilità che vengano sottoposte ad eventuali interventi di rinaturalizzazione.

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Codice

Habitat Descrizione Syntaxon Superficie

assoluta (mq) Superficie relativa (%)

1150* Lagune costiere Potametea

Ruppietea 1.124.115 13,87

1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine

Salsolo-Cakiletum maritimae

147.569 1,82

1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose

Saginetea maritimae

Thero-Suaedetea 15.932 0,20

1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

Juncion maritimi

Plantaginion crassifoliae 185.280 2,29

1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo- atlantici (Sarcocornetea fruticosi)

Sarcocornion alpini

Inulion crithmoidis 1.538 0,02

2110 Dune mobili embrionali Cypero capitati-Agropyretum juncei 111.580 1,38

6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

Tuberarietea guttatae

5.261 0,06

2250* Dune costiere con Juniperus spp. Pistacio-Juniperetum macrocarpae 27.598 0,34

3170* Stagni temporanei mediterranei Isoëtetalia 13.840 0,17

5420 Phrygane di Sarcopoterium spinosum Saturejo-Ericetum manipuliflorae 644.811 7,95 7210* Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie

del Caricion davallianae

Soncho maritimi-Cladietum marisci

1.065.945 13,15

totale 3. 343.469 41,25

Tab. 2 - Elenco delle tipologie CLC (3° livello) individuate nella Riserva Naturale Statale “Le Cesine”.

Codice

CLC 3 Descrizione Superficie

assoluta (mq) Superficie relativa (%)

1.1.2. Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 25.224 0,31

1.2.2. Reti stradali, ferroviarie, opere d’arte e infrastrutture tecniche 94.694 1,17

2.1.2. Seminativi in aree irrigue 45.376 0,56

2.2.3. Oliveti 588.099 7,19

2.3.1. Prati e prati-pascoli avvicendati 728.757 9

3.1.2. Boschi di conifere 1.624.393 20

3.2.2. Brughiere e cespuglieti 67745 0,8

3.2.3. Aree a vegetazione sclerofilla 1.499.414 18,6

3.3.1. Spiaggia, sabbie, dune, 232.380 2,9

3.3.3. Aree con vegetazione rada 8.959 0,1

4.2.1. Paludi salmastre 1.973.500 24,4

5.1.1. Corsi d’acqua, canali, idrovie 80.667 1

5.2.1. Lagune 1.126.538 14

totale 8.095.746 100

(14)

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