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View of PREVALENZA DELLE PROTOZOOSI INTESTINALI IN PAZIENTI RICOVERATI PRESSO IL POLICLINICO UNIVERSITARIO FEDERICO II DI NAPOLI DAL 2001 AL 2006

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PREVALENZA DELLE PROTOZOOSI INTESTINALI IN PAZIENTI RICOVERATI PRESSO IL POLICLINICO UNIVERSITARIO FEDERICO II DI NAPOLI DAL 2001 AL 2006 Piccoli S., Avagliano G., Grisolia V., Maio F., Fiorentino I., Raiola R., Salza F., Lubritto G., Lamberti V., Piemonte M., Rossano F.

Dipartimento assistenziale di Patologia Clinica, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Federico II, Napoli

Introduzione. Le parassitosi intestinali rappresentano un rilevante problema di salute nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi industrializzati come l’Italia la loro epi-demiologia è poco nota. In questo studio riportiamo i dati relativi agli anni 2001-2006 riguardanti le protozoosi inte-stinali di pazienti ricoverati presso il Policlinico della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli

Metodi. Sono stati analizzati complessivamente per i 6 anni (2001-2006) 7.629 campioni di feci di pazienti perve-nuti presso il laboratorio di Microbiologia. Ciascun cam-pione è stato sottoposto ad esame macroscopico per evi-denziare consistenza, presenza di sangue, muco e, ad esame microscopico a fresco e dopo arricchimento con metodo di Ritchie, per la ricerca di cisti e/o trofozoiti di protozoi.

Risultati. Dai campioni analizzati sono stati diagnosticati 375 (4.9%) casi di infezioni da protozoi intestinali sul tota-le di 7.629, di cui: 237 Enteromonas hominis (3%) 55 Giardia intestinalis (0.7%) 36 Blastocystis hominis(0.5%) 16 Cryptosporidium (0.2%) 4 Entamoeba histolytica (0.05%) 4 Entamoeba coli (0.05%) 23 Dientamoeba fragilis (0.3%)

Conclusioni. Va sottolineato che i risultati ottenuti sono riferiti ad esami parassitologici eseguiti routinariamente nella pratica clinica su tutti i pazienti ricoverati per patolo-gie non strettamente legate ad infezioni da protozoi presso l’Università Federico II. In tal modo è stato possibile evi-denziare la realtà epidemiologica degli ultimi sei anni nella area Universitaria di nostra competenza.

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USO COMBINATO DI AFFIGENE CMV TRENDER E BIOROBOT MDX PER LA DETERMINAZIONE QUANTITATIVA DI CMV DNA

Abbate I.1, Finnstrom N.2, Garbuglia A.1, Solmone M.C.1,

Zaniratti S., Bennici E.1, Neri S.1, Brega .C1, Paterno M.1

and Capobianchi M.R.1

1INMI L.Spallanzani, Rome, Italy, 2Sangtec, Bromma, Sweden

Introduzione. La determinazione quantitativa di CMV DNA nel sangue è di fondamentale importanza nella pre-venzione della malattia da CMV nei soggetti con immuno-soppressione. Scopo dello studio è stata la valutazione del-l’uso combinato di un kit commerciale per la determina-zione quantitativa di CMV DNA (CMV Affigene Trender, Sangtec) associata ad un sistema generico di estrazione degli acidi nucleici automatizzato (BioRobot MDx Workstation, Qiagen).

Materiali e Metodi. Per la valutazione è stato utilizzato il pannello CMV QCMD 2005 e campioni clinici di sangue intero, su cui è stata eseguita la PCR quantitativa con CMV Affigene Trender, una in house Nested PCR ed il test dell’antigenemia pp65.

Risultati. La media dei risultati quantitativi del CMV DNA, ottenuti per ciascun membro del pannello QCMD, non si discostava di più di 0.25 log dalla media riportata nel report, tranne che per 2 campioni i cui valori rimane-vano comunque nel range dell’errore standard. I negativi sono risultati tutti negativi. I risultati ottenuti utilizzando Affigene CMV Trender si sono dimostrati in ottima con-cordanza con quelli ottenuti con la Nested PCR (0.97 di concordanza, k=0,914; IC 95% 0.818-1, p<0.001). La PCR quantitativa Affigene si è dimostrata anche in buon acdo con i dati dell’antigenemia pp65, r=0.62 p<0.0001, cor-relazione di Spearman. E’ da sottolineare che circa l’8% dei campioni con antigenemia assente sono risultati posi-tivi con la PCR Affigene.

Conclusioni. L’uso combinato dell’estrazione automatica con BioRobot MDx Workstation e di affigene CMV tren-der ha dato buoni risultati sia con il pannello del QCMD, sia sui campioni clinici. I risultati forniti dall’uso del CMV Affigene trender si sono ritrovati in buona concordanza sia con quelli ottenuti con la Nested PCR che con i risultati dell’antigenemia pp65, aprendo la possibilità di una velo-ce ed accurata determinazione anche in condizioni in cui è richiesta una elevata processività dei campioni.

volume 22, numero 3, 2007 POSTER

Microbiologia

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