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RECENSIONI 486

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Academic year: 2021

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NOTIZIARIO

FURIOBIANCO, ANTONIOLAZZARINI(2003) – Forestali, mer- canti di legname e boschi pubblici. Candido Morassi e i progetti di riforma boschiva nelle Alpi Carniche tra sette- cento e ottocento.Udine, Forum - Editrice Universitaria Udinese. 239 pagine. Prezzo € 26.

Due storici, studiosi delle vicende alpine e delle società che vi si svilupparono, analizzano l’evoluzione della gestione forestale dei boschi pubblici delle Alpi Carniche a cavallo tra la fine del ‘700 e i primi decenni del ‘800. Un periodo di grandi sconvolgimenti per l’Europa, nel quale anche il mondo forestale - pur arroccato sulle montagne - subì gli influssi delle nuove idee. La nascente selvicoltura, segnata- mente quella legata alla scuola tedesca, la necessità di ali- mentare le richieste delle città e dell’incipiente industrializzazione si ripercossero sul modo di vedere e di gestire i boschi. La società locale, basata su antiche e conso- lidate tradizioni e con una secolare pratica forestale, venne chiamata a rispondere alle mutate esigenze, cui le produzioni tipiche dei boschi non erano più funzionali. Si impostò per- tanto un ampio progetto di sostituzione di specie, dal faggio verso le conifere, abete rosso e larice, più richieste dal mer- cato della pianura. Nel contempo la sostituzione implicava ampie utilizzazioni che potevano fornire combustibile per le nascenti industrie. Ma anche allora vi erano problemi di burocrazia, di dimensione e capacità delle imprese, di orga- nizzazione del trasporto, che condizionarono l’effettiva ese- cuzione dei progetti. Il mondo forestale era già gravato da questi problemi, peraltro molto attuali.

Il volume contiene due contributi diversi, amalgamati da un continuo logico, corredati da numerosi allegati, tabelle, carteggi personali e pubblici e tavole cartografiche dell’epoca, che costituiscono anche un ricco repertorio com- mentato di fonti dettagliate.

Ne esce un quadro articolato e dettagliato anche da spunti di vita quotidiana, che guida il lettore, tramite la storia personale di un tecnico forestale e della sua famiglia, alla ricostruzione delle vicende che segnarono le profonde trasformazioni nella gestione forestale e dei boschi dell’area Carnica, in un periodo di grandi cambiamenti storici, dalla Repubblica di Venezia fino all’Impero Asburgico. Uno spac- cato di vita forestale ma anche delle comunità di questi monti, delle loro strutture economiche e tradizioni sociali.

FEDERICOMAETZKE

RECENSIONI

monitorata e utilizzata come rapido indicatore di possibili cambiamenti della biodiversità su ampia scala;

- l’analisi dell’evoluzione storica e i valori colturali assu- mono una importanza rilevante quando si cerca di valutare e di interpretare la diversità del paesaggio su scala europea;

- gli obiettivi politici e gli interessi della società per le foreste si sono modificati negli anni e si modificheranno ancora: i sistemi di monitoraggio dovranno pertanto essere capaci di far fronte a tali futuri cambiamenti;

- a fini gestionali, l’influenza che la biodiversità esercita sulla funzionalità degli ecosistemi forestali deve essere ana- lizzata esaminando processi che agiscono su scala multi- temporale e multispaziale: le foreste devono essere percepite come un sistema biologico complesso, adattativo e resiliente;

- è necessario avviare attività che integrino dati esistenti su differenti livelli di scala e di differente contenuto informa- tivo, al fine di ottenere un armonizzato sistema di monito- raggio della biodiversità;

- è necessario individuare idonei indicatori capaci di descri- vere il grado di biodiversità dei popolamenti a supporto della gestione forestale;

- considerati gli scarsi budgets a disposizione, gli schemi di monitoraggio esistenti dovrebbero essere estensivamente utilizzati (a esempio, NFIs – National Forest Inventories, ICP Forests): a tal fine, un aspetto cruciale è rappresen- tato dal loro coordinamento (a esempio, ForestBIOTA);

- nel complesso si registra una eccessiva frammentarietà tra le esperienze di lavoro fino a ora realizzate: é necessario avviare a tal fine una specifica linea di azione di sintesi e guida per i decisori e i gestori che operano nel settore forestale.

DAVIDETRAVAGLINI

SIENA

PRIMO CASO DI PROVINCIA INTERAMENTE CERTIFICATA AMBIENTE Partito nel 2001, il Progetto SPIn-Eco Sostenibilità in Provincia di Siena mediante Indicatori Ecodinamici, ha rag- giunto una tappa importante: la certificazione ISO 14001. Il 6 dicembre 2003 il Presidente della Provincia di Siena Fabio Ceccherini ha ricevuto dall’Ente certificatore, l’ambito bol- lino verde.

La certificazione secondo lo standard internazionale ISO 14001 testimonia l’impegno profuso in questi tre anni per migliorare l’impatto ambientale dell’insieme di tutte le infrastrutture e dei servizi della Provincia.

Per il progetto SPIn-Eco, la Provincia di Siena si è avvalsa del sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della collaborazione del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi dell’Università degli Studi di Siena, che ha condotto un’analisi scientifica del ter- ritorio senese con indicatori di sostenibilità ambientale foto- grafando lo stato del sistema ambiente e delle risorse naturali.

Per il conseguimento della certificazione, la Provincia di Siena ha messo a punto un complesso sistema di gestione ambientale, che ha fissato obiettivi e modalità di gestione da

adottare per conseguire gli obiettivi di sostenibilità prestabi- liti. L’esperienza acquisita servirà come apripista per un pro- cesso ancora più lungo e impegnativo che prevede la certificazione di tutti i 36 comuni senesi.

Alcuni Enti locali italiani certificati o che stanno per esserlo si sono riuniti nell’Associazione Qualitambiente con sede proprio a Siena, che si è data l’obiettivo di promuovere la certificazione come strumento capace di sostenere le Amministrazioni soprattutto di piccole e medie dimensioni, nei loro progetti di sviluppo di qualità sul piano ambientale, culturale e turistico.

GIOVANNAPUCCIONI

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RECENSIONI

MARCOPACI, LIVIOBIANCHI, ALBERTOMALTONI, BARBARA

MARIOTTI(2003) – I castagneti da frutto abbandonati della Toscana. Tipologia evolutiva e indirizzi gestionali.

Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali. Tipografia Coppini, Firenze. 79 pagine.

Questo lavoro, svolto con contributo INRM (Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica sulla Montagna) e pubblicato nel Giugno del 2003, presenta uno studio sulle caratteristiche dei castagneti da frutto della Toscana abbandonati in epoca più o meno recente, e in cui è in atto un processo di successione secondaria.

La prima parte del volume costituisce uno studio di carattere estensivo sul fenomeno dell’abbandono e dell’evolu- zione post-coltura. La ricerca è stata realizzata sulla base di 63 aree di studio, distribuite nelle varie province della Toscana in modo da campionare differenti geomorfologie, substrati, fasce di vegetazione, epoche di abbandono, stati fitosanitari e forme gestionali. Le aree analizzate non hanno infatti riguar- dato solo i castagneti da frutto, ma anche alcuni cedui abban- donati, in modo tale da mettere a confronto le differenti forme di gestione in relazione ai modelli di evoluzione dei soprassuoli abbandonati. Lo studio ha portato alla identifica- zione di tipi evolutivi su base fitoclimatica, vegetazionale (valutando sia la componente legnosa sia quella erbacea) e strutturale, con riferimenti fitosanitari.

Dopo l’analisi di alcuni tra i più importanti contributi scientifici già pubblicati (con un’ampia serie di riferimenti bibliografici), il libro presenta un capitolo in cui vengono descritte in maniera generale le principali proposte gestionali per i castagneti abbandonati: ripristino delle selve castanili, interventi di rinaturalizzazione, abbandono all’evoluzione naturale.

Nella seconda parte del volume è riportato lo studio di dettaglio, con la descrizione di nove particolari castagneti da frutto, presi come modello per le principali tipologie evolutive precedentemente individuate nella ricerca. Per ogni modello vengono presentati in maniera generale i caratteri peculiari (fisionomia e facies, localizzazione, esposizione, geomorfologia, substrato, clima, dinamismo osservato, diversità floristica, aspetti paesaggistici, aspetti gestionali) e una “scheda modello” che, partendo dai dati stazionali, attraverso la descrizione dei para- metri del soprassuolo (piano arboreo e piano di rinnovazione), arriva a una indicizzazione dei dati. Tale approccio metodo- logico ha consentito di quantificare alcuni parametri descrit- tivi della biodiversità: la rinnovazione, la diversità (sia strutturale-floristica che paesaggistica), la complessità della struttura spaziale (a sua volta legata al dinamismo sotto coper- tura), il grado di diversità paesaggistica, il grado di fruibilità (legato a viabilità e geomorfologia).

L’ultima parte del volume contiene la rappresentazione cartografica delle aree occupate in Toscana dai diversi tipi evolutivi, oltre a una serie di strutture spaziali verticali e di fotografie relative ai popolamenti-modello.

Questo studio risulta ampliamente innovativo nella descrizione delle tipologie evolutive di castagneti abbando- nati, in quanto tenta di proporre un metodo di scelta gestio- nale che, basato sull’indicizzazione dei principali parametri descrittivi, sia il piu oggettivo possibile. Tenendo presente, tuttavia, come sottolinenano gli Autori, che data l’estrema complessità delle tipologie evolutive - variabili in base a fat- tori bio-ecologici, culturali, paesaggistici e ecologici - è impossibile proporre dei modelli gestionali generali per ognuna di esse; questi andranno stabiliti situazione per situazione, a scala locale.

CATERINAMOROSI 05 notiziario- recensioni 27-01-2004 15:08 Pagina 487

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