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Coop, la regola della trasparenza

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il mensile dei soci coop

consumatori

4 Intervista di fi ne anno a Mario Zucchelli

Il presidente di Coop Estense: "Ripresa economica e recupero della legalità le priorità del Paese"

dicembreN° 8 2013coop estense edizione puglia e basilicata

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delle materie prime di 1.400 prodotti a marchio

Coop, la regola

della trasparenza

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"È ora di un ricambio"

Massimo Gramellini parla dell'Italia di oggi: "Siamo un paese rassegnato e che ha paura del futuro. Ma possiamo farcela se..."

Materie prima senza segreti

Coop sceglie la trasparenza: su 1.400 prodotti a marchio è ora possibile vedere su Internet da dove vengono i componenti

14 Assistenza sanitaria, una necessità

Coop Estense e Musa lanciano un piano sanitario per i soci che offre specialistica e assistenza domiciliare a prezzi convenienti

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s o m m a r i o

Coop Estense

numero verde 800 85 00 00 seguici su facebook e su www.consumatori.e-coop.it

Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 redazione@consumatori.coop.it Reg.Trib. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040 Copia singola euro 0,34 Abbonamento annuo euro 3,10

Direttore responsabile Dario Guidi Redazione Daniele Moltrasio (vicedirettore) Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Alberto Martignone, Alessandro Medici, Paola Minoliti, Andrea Pertegato, Silvia Pizzorno, Silvia Sacchetti, Anna Somenzi, Claudio Strano. Progetto grafico Glifo associati/Plumdesign Impaginazione e grafica Ilde Ianigro Responsabile della pubblicità Gabriella Zerbini Stampa Coptip (Modena)

Coop Editrice Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908

C. F., P. IVA e Iscrizione al Registro delle Imprese di Bologna n. 03722150376 Iscrizione all’albo delle Cooperative a mutualità prevalente n. A108296 Coop Editrice Consumatori Consiglio di amministrazione: Massimo Bongiovanni (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente)

Gianna Brunelli, Mauro Bruzzone, Edwin Ferrari, Marco Gaiba, Alberto Martignone, Alessandro Medici, Daniele Moltrasio.

Consegnato alle poste a partire dal 05/12/2013. Il numero di giugno è stato stampato in 1.690.755 copie Associato USPI, Unione stampa periodica italiana

Questo prodotto è stampato su carta certificata Fsc come pure tutta la catena di lavorazione

in primo piano in primo piano

4 Intervista

a Mario Zucchelli

di Alessandro medici

6 Materie prime senza segreti

di Dario Guidi

18 Assemblee a più voci, piace la novità

di Marco Ungaro

20 La birra degli studenti è entrata alla Coop

26 Tuttinrete, i protagonisti si raccontano

30 Fior Fiore Coop

di Anna Somenzi

32 I "piatti" forti del Natale

di Claudio Strano

38 I prodotti del territorio

IN PRIMO PIANO VIVERE BENE

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"Ripresa economica

e recupero della legalità le priorità del Paese"

P residente, ci

avviciniamo al nuovo anno ma i problemi sono quelli vecchi collegati alla crisi economica e dei consumi. Come la vede lei?

Stiamo vivendo anni duri, sempre più duri. Solo oggi si registrano timidissimi segnali di ripresa che riguardano, però, settori che poco o nulla hanno a che fare con i consumi, come le esportazioni. Reddito da lavoro, pensioni, piccoli imprenditori, di A lessa ndro M edici

Il presidente di Coop Estense, Mario Zucchelli, solleva il velo sul fenomeno della concorrenza sleale. Che dal 2007 è in costante aumento: dalle frodi alimentari ai beni rubati e poi rimessi in commercio, fino ai trattamenti lavorativi fuori contratto: "Le conseguenze sulle capacità competitive della nostra cooperativa sono drammatiche – denuncia Zucchelli – e non è più soltanto un problema del Sud del Paese"

cooperativa di rispondere ai bisogni delle persone realizzando, laddove possibile, occasioni di redditività per l’impresa. Allo stesso modo la cooperativa è impegnata, non senza sforzi e con uno straordinario im- pegno, a ricercare ogni occasione utile a rafforzare la sua presenza sul territorio. Lo dimostrano le pos- sibilità realizzate con l’apertura del nuovo supermercato di Carpi e gli altri progetti di sviluppo che Coop Estense ha in corso.

Se la cooperativa si impegna a fa- re tutto questo, per contribuire a contenere l’impatto delle condizio- ni prima richiamate, la sua opera è purtroppo fortemente contenuta, se non addirittura annullata, da una grave e preoccupante situazio- ne esterna. Da una parte la man- canza di politiche di sviluppo che il Paese sta scontando da troppo tempo, dall’altra il preoccupante fenomeno della concorrenza sleale che sta assumendo livelli sempre più alti.

Le cronache nazionali, anche ne- gli ultimi mesi, hanno abbondan-

Mario Zucchelli,

presidente di Coop Estense

artigiani, commercianti, sono in una condizione limite di capacità di tenuta, a volte anche esistenziale.

Modelli di vita che sembravano intangibili, raggiunti attraverso il lavoro, la fatica e la crescita delle nostre imprese e del tessuto sociale, sono oggi fortemente compromessi e in tanti casi in situazioni di non recupero.

In questo contesto Coop Estense non è stata, comunque, immobile.

Senza fare un passo indietro rispetto agli elementi che la nostra missione ci impone di rispettare ogni giorno, a partire dalla tutela dei redditi e della salute dei nostri soci e dei consumatori, ci siamo impegnati in azioni importanti per estenderne l'azione anche in campi nuovi.

Può farci qualche esempio?

Lo sviluppo della rete di distributo- ri di carburanti, così come l’esten- sione della nostra offerta nel campo della salute e la continua ricerca di innovazioni e soluzioni nuove per migliorare il nostro servizio, sono esempi concreti della capacità della

IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

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temente evidenziato quest’ultimo aspetto, che per la cooperativa ri- sulta estremamente nocivo.

A che cosa si riferisce quando parla di concorrenza sleale?

A due situazioni in particolare. La prima è la convenienza del prezzo ricavata sempre più spesso da frodi alimentari e circuiti commercia- li illegali, compresi beni rubati poi rimessi in commercio. È recente, solo per fare alcuni esempi, la no- tizia diffusa dal Ministero per le Politiche Agricole di oltre 77.000 kg di prodotti sequestrati in pochi giorni il mese scorso, insieme a ol- tre 600.000 etichette denunciate come irregolari, che portano a 2 milioni le componenti di packaging ingannevoli scoperte dall'inizio del 2013. Dai dati messi a disposizione dal Ministero della Salute scopria- mo che lo scorso anno il 23,5% degli operatori controllati in Italia, per quanto riguarda i servizi di igiene degli alimenti, registra infrazioni;

e si tratta di una percentuale in co- stante aumento dal 2007.

Il secondo aspetto, non meno cri- tico e drammatico per la capacità competitiva della cooperativa, è la distorsione sempre più frequente di un fattore determinante per il com- mercio, e cioè il lavoro, attraverso il ricorso a preoccupanti forme di irregolarità. Trattamenti e con- dizioni di lavoro fuori da norme e da regole contrattuali (negli orari, negli straordinari non pagati, nel- le differenze tra i salari denunciati e quelli effettivamente riversati in busta paga) che anni fa erano un problema di quel Sud che non vole- va rinnovarsi e crescere, oggi sono diventati, purtroppo, fenomeni dif- fusi e presenti anche al Nord. Se a questo poi aggiungiamo condizio- ni contrattuali per la cooperativa

più onerose di altri concorrenti nel mercato, ne consegue una pesan- te difficoltà che tutti i nostri sfor- zi cercano di colmare, ma che non sempre riusciamo a recuperare.

Il modello cooperativo è un limite o un vantaggio per un'impresa che naviga nelle tempeste della crisi?

La cooperazione è una forma di impresa che sa vivere le difficoltà e superarle, come dimostra ampia- mente la storia del nostro Paese.

In questi anni difficili, le imprese cooperative hanno contribuito a sostenere e diffondere, per quanto possibile, principi di equità e soli- darietà in un sistema economico pesantemente in crisi anche, come detto, sotto il profilo etico e valoria- le. Non solo. Le imprese cooperative registrano andamenti, in termini di sviluppo e di difesa dell’occupazio- ne, certamente migliori rispetto a quanto sta accadendo al resto del sistema economico. Una maggiore crescita, negli ultimi cinque anni, del numero di cooperative (+8,6%) rispetto ad altre forme d'impresa

(+1,3%), così come un incremen- to del giro di affari (+23,5%) mag- giore rispetto alle imprese private (+7,9%). Secondo una recente inda- gine di Nomisma, poi, è da rilevare che i costi del personale nelle coo- perative sono aumentati tra il 2007 e il 2012 del 23,4%, in maniera pro- porzionale quindi rispetto all'incre- mento dei fatturati: segno che tali aumenti hanno quindi determinato un aumento dell'occupazione.

Che messaggio si sente di lanciare ai nostri lettori?

Deve essere chiaro a tutti, a partire dai soci di Coop Estense, che anche la nostra cooperativa, pur metten- docela tutta e ottenendo risultati, non potrà fare miracoli se il Paese non riuscirà a ritrovare una nuova fase di ripresa economica affian- cata anche da un forte recupero in termini di rispetto delle regole e della legalità.

La speranza che quella ripartenza ve- da fra poco il suo inizio diventa anche l'augurio per tutti noi per il 2014: la cooperativa sarà sempre e comunque impegnata a contribuire, pur nei suoi limiti, a quella prospettiva.

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oop torna all’attacco sul fronte della tutela dei di- ritti dei consumatori. E lo fa sulla base di una parola chiave che è trasparenza, cioè garan- tendo una informazione il più possi- bile chiara e completa e andando ben oltre quelli che sono gli obblighi fissa- ti dalle normative. Il tema cui quest’i- dea di trasparenza viene applicata è quello dell’origine delle materie pri- me di cui sono fatti i prodotti alimen- tari che acquistiamo e mangiamo. Su un apposito sito internet (www.coo- porigini.it più una mail per ulteriori quesiti tmp@coopitalia.coop.it) sa- ranno disponibili le informazioni su più di 1.400 prodotti alimentari con- fezionati a marchio Coop (con l’indi- cazione di almeno i due principali in- gredienti presenti in etichetta e del paese dove è situato lo stabilimento di produzione). La questione dell’origi- ne delle materie prime è complessa e delicata e più che mai al centro dell’at- tenzione. Questo perché incrocia di- versi aspetti: il primo è sicuramente quello di una crescente attenzione dei di Da r io Guidi

continua a pagina 8 >

consumatori, che oltre alla trasparen- za delle informazioni sono sempre più sensibili, anche a causa della crisi eco- nomica, all’italianità dei prodotti. E qui le cose iniziano a complicarsi, per- ché come vedremo approfondendo il discorso, in molti casi, anche prodotti tipicamente italiani (la pasta per tutti) non è detto che siano fatti con materia prima (il grano o il frumento) italiani.

Perché? Le risposte possibili seguono due sentieri ben distinti. Se da un lato, come i tanti scandali tristemente ri- cordano, non mancano i furbetti che hanno solo in mente di guadagnare a scapito di una corretta informazione (e a volte anche del rispetto delle rego- le igienico sanitarie). Ma l’altro corno del problema è che in molte situazioni le materie prime made in Italy non so- no sufficienti a coprire il fabbisogno.

Cioè l’Italia non produce (del tutto o solo in parte) la quantità di quel pro- dotto necessaria per le esigenze del mercato. E, su questo secondo punto, ovviamente, è piuttosto complicato in- dividuare “colpe” che spesso mescola- no scelte politiche, ruolo dell’Unione

Europea ed altri fattori.

“Questo dell’origine delle materie pri- me è un progetto a cui lavoriamo da anni, con rigore e determinazione

– spiega

il presidente di Coop Italia Marco Pedroni – Ovviamente il no- stro punto di partenza è il consumato- re, con le sue esigenze di avere una in- formazione completa e corretta. E per questo abbiamo lavorato per far sì che Coop sia, anche in questo, una casa trasparente. Ma essendo la materia complessa, non basta certo limitarsi a dire se il latte o una bistecca sono ita- liani o vengono dall’estero. Il proble- ma è anche cercare di fare in modo che la gente capisca il perché. Coop da sempre privilegia, a parità di qualità e sostenibilità economica, i prodotti ita- liani. Il 64% dei nostri prodotti ali- mentari sono fatti con materie prime di origine italiana. Una percentuale che sale considerevolmente se si esclu- dono prodotti (tipo caffè e cacao) per le quali la materia prima è obbligato- riamente estera perché non disponibi- le nel nostro paese. Ma l’informazione che spesso manca a tante persone è

IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

MATERIE PRIME SENZA SEGRETI

Coop sceglie la trasparenza

Su un apposito sito internet (www.cooporigini.it) tutte le informazioni sui principali componenti di 1.400 prodotti a marchio. Pedroni: "Vogliamo andare incontro alla domanda dei consumatori su un tema delicato e complesso.

Privilegiamo i prodotti italiani, ma l'autosufficienza non esiste"

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I prodotti alimentari confezionati a marchio Coop sono 1.301 e di questi

432 sono realizzati con materie pri- me d’importazione. Una parte im- portante di questi 432 sono prodotti le cui materie prime (tipo caffè o ca- cao) sono reperibili solo all’estero. Al lordo di questi, il 64% delle materie prime è italiano. Ovviamente ci sono anche alcuni casi in cui pur essendo la materia prima disponibile anche in Italia, sul prodotto Coop si scopre invece una provenienza straniera. Un caso relativamente semplice è il latte a lunga conservazione che viene dall’Austria (mentre tutti i tipi di latte fresco Coop sono al 100% italiani). La spie- gazione dipende dal fatto che l’Italia, a causa dei vincoli euro- pei (si ricorderà la scandalosa vicenda delle quote latte con- cordate in sede Ue e poi non rispettate. Cosa per cui il nostro paese sta pagando salate multe) con la sua produzione arriva a coprire solo il 44% delle necessità di mercato e dunque deve far arrivare latte dall’estero.

Un altro caso ben rappresentativo è quello dei legumi secchi a marchio vivi verde per i quali non si usa materia prima ita- liana, ma in alcuni casi proveniente dalla Cina. Vediamo il perché di quello che sembra un piccolo sacrilegio. Dalla fine degli anni ’50, in Italia si è assistito ad una progressiva dra-

stica riduzione (pari al 90%!!), delle superfici destinate alla coltivazione dei legumi (fagioli, borlotti, cannellini, ceci, len- ticchie, ecc.). Le motivazioni vanno certamente ricercate nel- la bassa produttività per ettaro di questi prodotti che non garantivano al produttore un’adeguata remunerazione.

Questo ha reso necessaria l’importazione delle quantità mancanti dai grandi paesi produttori, come Stati Uniti, Cana- da, Messico, Argentina (va ricordato che il fagiolo è originario dell’America), ma anche da Turchia e altri paesi del Medio Oriente e Cina, in particolare per quanto riguarda le lentic- chie, i ceci e i cannellini.

La linea vivi verde si è sempre approvvigionata dall’Argenti- na; nel corso del 2013, però, l’enorme siccità nel nord dell’Ar- gentina ha provocato la perdita dell’80% del raccolto su fa- gioli cannellini e borlotti da agricoltura biologica e non. Ciò ha determinato la necessità di spostare gli approvvigionamenti presso altri paesi tra cui spicca per volumi disponibili la Cina.

Nonostante questa scelta obbligata, Coop ha ovviamente at- tivato tutti i meccanismi di controllo e verifica necessari a garantire la qualità che la linea vivi verde offre abitualmente ai consumatori. In particolare si è deciso di potenziare le ana- lisi su ciascun arrivo di materia prima (con controlli che verifi- cano la presenza di fitofarmaci, micotossine ed eventuali tracce di radioattività).

Prodotti Coop, italiani al 64% (e più)

E quando non è così c'è una spiegazione

Ma le garanzie di sicurezza e qualità restano le stesse

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che, comunque per tanti altri prodotti, che pure sarebbe possibile coltivare o produrre nel nostro paese, non siamo autosufficienti". Basti dire che in Italia produciamo solo il 38% del grano te- nero di cui avremmo bisogno, col gra- no duro arriviamo al 65%, con le carni bovine siamo al 76%, e pure per il latte alimentare arriviamo ad appena il 44%. Ribaltando il punto di osserva- zione, le uniche filiere in cui siamo au- tosufficienti sono quelle del riso, del vino, della frutta fresca, del pomodoro e del pollo. Del resto dal 1970 ad oggi gli ettari di superficie coltivabile nel nostro paese si sono ridotti di 1/3, scendendo da 18 milioni a 13, mentre la popolazione, salita a 60 milioni, è cre- sciuta del 10%. Dunque dobbiamo im- portare per riuscire a soddisfare le esi- genze (vedi l’intervista al professor

Zuppiroli nelle pagine seguenti ndr) e questa è cosa che non tanti sanno an- che se poi si scandalizzano quando ve- dono sulla confezione un paese di pro- venienza diverso dall’Italia. Una delle altre sorprese che un discorso di tra- sparenza si porta dietro, è quello di scoprire che anche prodotti Igp (Indi- cazione geografica protetta), cioè par- liamo delle eccellenze gastronomiche del paese, pur se realizzati nel pieno rispetto di tutte le regole, sono fatti con materie prime non italiane. Un esempio evidente è la bresaola della Valtellina, il cui ingrediente è la fesa, un taglio di carne di manzo che è poco più del 2% dell’intero animale. Se la Valtellina offre un ambiente ottimo per la stagionatura e la lavorazione del prodotto, non ha però una quantità di bestiame sufficiente a sostenere l’inte-

ra produzione (che è di 17 mila tonnel- late all’anno di cui 11 mila di prodotti Igp). E così, anche i migliori prodotti Igp, possono avere materia prima non italiana. Lo stesso dicasi per l’altret- tanto celebre mortadella di Bologna, dato che i maiali da cui è ricavata può ben capitare siano col passaporto te- desco od olandese. E, anche qui, sem- pre parlando di una mortadella che risponde a tutti i requisiti dell’Igp.

“È importante ribadire – spiega il di- rettore generale di Coop Italia, Maura Latini – che nel nostro lavoro su tutti i prodotti a marchio Coop noi partiamo sempre da alcune priorità che sono la garanzia del rispetto degli standard di qualità e di scurezza, esi- genze che si incrociano con il poter proporre un prezzo equo e conve- niente alle famiglie. Lavoriamo su In termini di approccio al problema della tutela dell’italianità

dei prodotti, va comunque ricordato che questa tutela, in cer- ta misura importante e condivisibile, non può diventare una bandiera ideologica e autarchica che pretende di cancellare o ignorare il costante scambio e la curiosità di provare soluzioni diverse che ha animato l’uomo nel corso dei secoli. Per questo è sempre bene ricordare che, cose che oggi difendiamo come simboli di italianità, sono in realtà arrivati in Europa da altri continenti.

Qualche esempio? Se dall’America non fosse arrivato il pomo- doro, la dieta mediterranea non sarebbe diventata quell’e-

sempio di alimentazione buona e sana che è. E se non fosse arrivato il mais un piatto secolare, che ha sfamato intere gene- razioni di contadini del nord, come la polenta non esisterebbe.

Lo stesso dicasi per la patata, tubero cui tanto deve la nostra cucina e che è pure arrivato dal sud America alla fine del '500.

Ribaltando il ragionamento, c’è anche da ricordare come, tanti prodotti che ora dall’Italia partono per l’estero perché apprez- zati nel mondo, se anche altrove prevalesse una idea di autar- chia e che bisogna “fare con quel che c’è in casa” se ne reste- rebbero qui con un evidente danno per una gran parte dell’agricoltura e dell’industria italiane.

LE UNICHE FILIERE AUTOSUFFICIENTI IN ITALIA SONO QUELLE...

In tutte le altre filiere vengono usate del tutto o in parte materie prime importate da altri paesi

del riso del vino della frutta fresca del pomodoro

e suoi derivati delle uova e del pollo

Italianità, un valore. Ma l'autarchia non ha senso

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9 Prodotto per prodotto, ecco dove siamo autosufficienti e dove no

100%

Prodotti Consumo Produzione Importazioni interno su consumo interno in %

Formaggi duri 256 134% 25

Vini spumanti 56 414% 11 Vini DOP (ex VQPRD) 1.002 153% 61 Vini da tavola 1.511 197% 107 Pasta 1.483 220% 44 Frutta trasformata 508 193% 390

Frutta fresca 5.427 128% 479

Uva da tavola 886 149% 23 Pomodoro trasformato 1.273 227% 213 Riso 287 3 28% 97

Uova 809 100% 33

Carne di pollame 1.131 108% 74

Agrumi 3.906 98% 361

Patate 2.040 80% 565

Mais 10.408 81% 2.074

Orzo 1.702 56% 750

Carni bovine 1.360 76% 445

Frumento duro 5.766 65% 2.323

Olio di oliva e sansa 786 74% 578

Latte alimentare 6.025 44% 3.587

Frumento tenero 7.557 38% 4.718

Zucchero 1.711 24% 1.578

Pesce lavorato 109 16% 124

Pesce congelato 104 41% 92

La tabella indica, per ogni prodotto, se la capacità produttiva in Italia è superiore al consumo interno (che è posto pari a 100%).

Le altre colonne (consumo interno e importazioni) esprimono quantità i migliaia di tonnellate (migliaia di ettolitri per il vino).

Anche per i prodotti con produzione superiore al consumo esiste una importazione

queste cose da anni, abbiamo l’85% dei nostri fornitori che è italiano, il 94%

delle carni a marchio Coop è italiana, l’80% dell’ortofrutta. Abbiamo, per primi, certificato origine e tracciabili- tà di diverse filiere, dagli oli alle con- serve di pomodoro, dalle uova al latte.

Sono sforzi importanti che proseguo- no anche in una fase di crisi economi- ca, perché siamo più che mai convinti che anche in un momento come que- sto, il percorso di garanzie sulla quali- tà va tutelato e anzi deve fare ulteriori passi in avanti. E di questo percorso fa parte anche questo progetto sull’origi- ne delle materie prime che oggi met- tiamo a disposizione dei consumatori e delle famiglie”.

IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

Coop Estense informa i soci e i consumatori che possiedono una Coopcard che, entro il primo febbraio 2014, entrerà in vigore un nuovo sistema per l’addebito dei paga- menti su conto corrente. Il nuovo sistema, denominato SEPA DIRECT DEBIT (SDD), è imposto per legge dall’Unione Europea e ha lo scopo di creare un mercato integrato per i pagamenti in euro sul territorio europeo, senza distinzione tra pagamenti nazio- nali e transfrontalieri. Pertanto, dai prossimi mesi tutti i pagamenti effettuati con la Coopcard saranno addebitati sul conto corrente bancario, come da contratto, non più con l’attuale servizio RID, ma con il nuovo servizio di Addebito Diretto SEPA, secondo lo schema “CORE”. Coop Estense utilizzerà quindi nei prossimi mesi i nuovi strumen- ti di addebito diretto SEPA CORE per i pagamenti effettuati con la Coopcard, senza nessuna interruzione di servizio per i clienti. In sostanza non cambia nulla per l’inte- statario di Coopcard: le condizioni contrattuali, così come le modalità di pagamento, resteranno quelle attualmente praticate e non subiranno alcuna variazione. Il passag- gio al nuovo sistema di addebito europeo non comporterà costi.

Comunicazione per i titolari di Coopcard

La tabella indica, per ogni prodotto, se la capacità produttiva in Italia è superiore al consumo interno (che è posto pari a 100%).

Le altre colonne (consumo interno e importazioni) esprimono quantità i migliaia di tonnellate (migliaia di ettolitri per il vino).

Anche per i prodotti con produzione superiore al consumo esiste una importazione

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ella nuova campagna Co- op sull'origine delle ma- terie prime, campagna che mira a garantire la massima trasparenza ai consumato- ri, abbiamo parlato con Paolo De Ca- stro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo.

Onorevole De Castro, che valore può avere una iniziativa come questa, anche fuori dall'Italia?

L'iniziativa di Coop che, prima in Eu- ropa, ha deciso di fornire ai propri consumatori informazioni dettaglia- te e facilmente reperibili sull'origine dei prodotti e sui luoghi e le modalità di produzione, è certamente di gran-

dissimo valore. Diffondere e difende- re la cultura della trasparenza e dell’indicazione dell'origine dei pro- dotti agricoli è un atto oserei dire “do- vuto”, una priorità che da oltre vent’anni orienta e caratterizza le scelte della politica agricola comuni- taria. Per questa fondamentale carat- teristica, dunque, mi auguro che l’ini- ziativa di Coop possa fare da modello ed essere replicata con successo in Italia e in Europa.

La preoccupazione per tutelare l’i- talianità dei prodotti è molto senti- ta dai consumatori. In un mondo sempre più globalizzato in cui le paure sembrano spingere qualcu-

no verso chiusure autarchiche, quale è secondo lei una corretta impostazione rispetto a questo te- ma?La tutela dei prodotti agroalimentari italiani di qualità è da garantire in ogni forma e con ogni strumento pos- sibile. La preoccupazione dei consu- matori nasce da una consapevolezza ormai acquisita del valore dei prodotti di eccellenza riconosciuto anche all’e- stero e per questo emulato. Il famoso

“italian sounding” (prodotti che per nome e simboli grafici sulla confezio- ne richiamano prodotti italiani) è cer- tamente il fenomeno più dibattuto di questi tempi, fenomeno che all’inter-

"Materie prime,

Coop modello da seguire in Europa"

L’onorevole Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura

del Parlamento europeo, commenta positivamente la campagna sull’origine

delle materie prime promossa da Coop e spiega come è possibile difendere

la qualità delle nostre produzioni a livello Ue e nel resto del mondo

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IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

continua a pagina 13 >

no dell’Unione europea è possibile de- bellare grazie a disposizioni mirate, mentre fuori dai confini europei il quadro è più complesso. Ciò non vuol dire che dobbiamo subire questo ge- nere di usurpazioni in maniera passi- va. Dobbiamo invece puntare di più sull’organizzazione e sulla presenza in quei mercati internazionali che chiedono a gran voce le eccellenze del made in Italy agroalimentare. Penso al Canada, con il quale l’Ue ha stretto proprio di recente un accordo di libe- ro scambio che permetterà l’ingresso di numerosissimi prodotti a indica- zione geografica italiani e garantirà la loro tutela dalle contraffazioni. Un ac- cordo di grande portata che mi augu- ro possa fare da esempio ai negoziati tra Unione europea e Stati Uniti at- tualmente in corso.

Anche grazie alla campagna Coop molti consumatori scoprono che l’I- talia non è autosufficiente sul piano

delle produzioni agroalimentari e che la superficie destinata all’agri- coltura è calata considerevolmente nel corso degli anni. Se e come si può invertire questa tendenza?

La non autosufficienza dell’Italia per quanto riguarda le produzioni agroa- limentari ha un’origine geografica, legata alla prevalenza di zone collina- ri e montuose, caratteristica del no- stro paese, e un’origine socio-econo- mica che, nel tempo, ha visto passare i processi di urbanizzazione - e il relati- vo consumo di suolo - da necessità a eccesso. La sottrazione di aree all’a- gricoltura è oggi un fenomeno da li- mitare e regolare con attenzione, ga- rantendo il fondamentale ruolo di questo settore nell’economia generale del nostro Paese. Se allarghiamo il ra- gionamento e usciamo dai confini na- zionali, la terra sta infatti diventando una risorsa sempre più scarsa, da tu- telare sul fronte ambientale, agricolo

e idrogeologico. Oggi l’agricoltura e il cibo sono questioni strategiche sulle quali è necessario aprire un confronto di portata internazionale. Mi auguro che il prestigioso appuntamento di Expo 2015 possa essere il luogo depu- tato a questa riflessione non ulterior- mente procrastinabile.

La nostra agricoltura è caratteriz- zata da molte produzioni di qualità (Dop e Igp) con una forte vocazio- ne per l’export. Come difendere questa qualità sia sul piano delle politiche di sostegno ma anche co- me controlli rispetto a truffe e imi- tazioni?

Come anticipavo prima, da oltre vent’anni l’Europa mette in campo politiche rivolte alla tutela e alla valo- rizzazione dei prodotti agroalimenta- ri di qualità. Oltre ai marchi Dop e Igp, è stato approvato il nuovo regola- mento sulle informazioni ai consuma- tori, estendendo l'obbligo di etichetta-

Per l'Italia una bilancia commerciale agroalimentare in perdita dal 1970

(Valori in milioni di euro) 45.000

40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000

0 1970 1972

1974 1976 1978

1980 1982 1984

1986 1988

1990 1992 1994

1996 1998 2000 2002

2004 2006 2008 2010 esportazioni agro-alimentari importazioni agro-alimentari

La tabella indica l'andamento delle importazioni e delle esportazioni agroalimentari del nostro paese. I valori delle importazioni/esportazioni sono riportati nella colonna di sinistra, la linea tratteggiata, invece, indica la loro differenza (export meno import)

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tura di origine a tutti i prodotti

13

zootecnici freschi. Misure rivolte alla tutela delle produzioni tipiche di qua- lità, distintive dei diversi territori, che garantiscono protezione a produttori e consumatori, oggi sempre più con- sapevoli e attenti ai valori materiali e immateriali dei prodotti che portano in tavola. Sul fronte dei controlli, all’interno dei paesi dell’Unione val- gono regole ferree di tutela e salva- guardia che prevedono l’immediato ritiro di prodotti contraffatti o usur- pazioni di marchi. Fuori dall’Unione bisogna puntare sulla presenza sui mercati e sulla promozione della qua- lità distintiva delle nostre eccellenze.

Dalle quote latte al tema della pro- duzione di zucchero l’Unione euro- pea è stata vista in molti casi come chi ha posto limiti e vincoli pesanti alla nostra agricoltura. È stato davvero così? Con la definizione di una nuova Pac (politica agricola comunitaria) quali novità deve aspettarsi il nostro paese?

Non dobbiamo dimenticare da dove derivano le quote produttive di latte e zucchero. Tali strumenti di conteni- mento della produzione nascono con lo scopo di gestire l’offerta e di regola- re un mercato caratterizzato da sur- plus produttivi. Oggi, in un’epoca di scarsità di risorse in cui torna a ripro- porsi lo spettro della food security, intesa come sicurezza degli approvvi- gionamenti alimentari, la politica agricola deve rispondere a nuove esi- genze e prefiggersi nuovi obiettivi. In tale ambito, con la riforma che abbia- mo approvato, la Pac continuerà a so- stenere in maniera importante l’agri- coltura di 28 paesi, destinando al settore quasi il 40% del budget plu- riennale disponibile dell’Unione. È chiaro che in un quadro così diversifi- cato certe specifiche misure possano trovare più o meno favore, ma è ne- cessario trovare nuove soluzioni e pianificare politiche in grado di ren- dere più moderna la stessa agricoltura e più competitive le sue imprese. In questo senso il Parlamento europeo ha migliorato sensibilmente una pro- posta di riforma (della Commissione Ue, ndr) molto lontana dalle reali esi- genze degli agricoltori europei.

cibo e cultura

«L

a quercia nasce dalla ghianda. Ma questa diviene e resta quer- cia soltanto mediante condizioni ambientali favorevoli, le quali non dipendono più dall’embriologia».

Questa semplice rifl essione è contenuta nell’Apologia della storia (sottotitolo:

Il mestiere di storico) di Marc Bloch, il più grande storico del Novecento. La metafora della quercia e della ghianda serve a Bloch per introdurre lo spino- sissimo tema delle “origini”, che ovviamente interessano molto allo storico: si direbbe quasi che siano il nocciolo del suo mestiere. E invece no, dice Bloch.

Lo storico sa bene che le origini sono importanti, che nessuna quercia esiste- rebbe senza la ghianda da cui è nata. Ma allo storico interessa soprattutto il percorso di crescita, interessa capire come e perché la quercia si sia svilup- pata, quale terreno, quali condizioni ambientali e climatiche abbiano con- sentito all’embrione di diventare e restare albero. In una parola, allo storico interessa la storia. Le origini, che nell’immaginario collettivo sono spesso chiamate in causa come spiegazione e motivazione dell’esistente (Bloch lo defi nisce «idolo delle origini»), in realtà allo storico importano pochissimo.

Queste considerazioni valgono anche quando si parla di cibo. Le “origini” di un prodotto (geografi che e storiche) sono oggi diventate un vero mito. Quan- te volte il concetto viene speso per “proteggere” i prodotti sul piano legislati- vo e commerciale? Tutto lecito, s’intende. A patto di non scambiare la ghian- da con la quercia, l’origine del prodotto con i motivi della sua durata nel tempo. Un prodotto alimentare interessa allo storico soprattutto per i modi con cui è stato impiegato, interagendo con altri prodotti in accostamenti gastro- nomici o ricette che ne hanno decretato il successo. Facciamo un esempio: gli spaghetti al pomodoro, simbolo della cucina italiana.

Le origini dei nostri spaghetti risalgono agli arabi, che nel Medioevo portaro- no in Sicilia la pratica della pasta essiccata. Questo “embrione” si acclimatò perfettamente nel nostro paese, diventando, per via di successive trasforma- zioni economiche, sociali, tecnologiche, un tratto tipico della gastronomia italiana. Nel XIX secolo gli spaghetti incontrarono la salsa di pomodoro, che fi no a un secolo prima si chiamava “spagnola” perché gli spagnoli, per primi, l’avevano introdotta negli usi di cucina; ma gli indigeni d’America (da dove il pomodoro proveniva) la usavano da secoli. Quali “origini” hanno dunque gli spaghetti al pomodoro? Allo storico, questa domanda interessa poco. Di più gli interessa evidenziare il circuito di scambi che ha consentito l’apparire, la crescita e lo sviluppo di questo piatto nella tradizione italiana, a partire da elementi di altre culture. Le origini non spiegano nulla, e nulla hanno a che fare – in cucina e altrove – con la costruzione delle identità

La ghianda e la quercia

di Massimo Montanari

Docente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione, Università di Bologna

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Assistenza sanitaria,

per i soci è una necessità

Oltre il 60 per cento utilizza entrambe le forme di assistenza, pubblica e privata. Lo dice un'indagine commissionata da Coop Estense che evidenzia anche ciò che i soci si aspettano da una proposta Coop: "Un piano sanitario conveniente e competitivo". E la cooperativa, assieme a Musa, ora lo lancia avviando anche per Puglia e Buslicata le convenzioni sanitarie dirette

L

a salute è un "nuovo onere"

che pesa e non poco sui bi- lanci familiari. Specie quan- do la popolazione, come in Italia, progressivamente invecchia.

Secondo l'annuario statistico "Noi Italia", nel 2010 la quota di spesa sani- taria privata nel nostro paese era del 20,4%. Molte persone, dunque, si cau- telano privatamente di fronte all'ince- dere degli anni ma anche quando le necessità di cura o le scelte personali suggeriscono tale strada. Sempre di più, a fronte della riduzione della ca- pacità di intervento del pubblico e an- di M a rco Unga ro

che dell’allungamento dei tempi di at- tesa sulle prestazioni specialistiche o sull’alta diagnostica, la spesa sanitaria rappresenta un problema e si registra così il ricorso a strutture private e al nascere di offerte e promozioni anche in campo sanitario.

Una strada che però costa ed è costel- lata di qualche insidia.

Le assicurazioni sanitarie private e le società di mutuo soccorso nascono per tendere una rete di protezione ad integrazione del servizio sanitario pubblico e sono spesso proposte alle aziende, ma c'era comunque spazio

per qualcosa di diverso come dimo- stra un'indagine di mercato effettua- ta a settembre da Coop Estense. Una proposta in altri termini che prove- nisse da Coop e che fosse rivolta ai suoi soci.

Coop Estense ha ormai all'attivo un ventaglio di offerte, articolate e all'in- segna della trasparenza e della conve- nienza, indirizzate ai propri soci. Ma ora è in grado di lanciare assieme a Musa – il consorzio delle mutue sani- tarie aderenti a Legacoop – un vero e proprio piano sanitario di specialisti- ca e assistenza sanitaria domiciliare

COSA TI ASPETTI DA UN PIANO SANITARIO PROPOSTO DA COOP ESTENSE?

IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

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15

venendo incontro in questo modo alle attese dei soci. Un piano rivolto a per- sone con un'età fino a 65 anni, e non 60 come di solito avviene per i nuovi contratti stiupulati dalle assicurazio- ni private.

Del resto la tutela della salute è da sempre uno degli impegni primari di Coop Estense. Un impegno che va dall'offerta di prodotti alla scelta dei fornitori, dai farmaci da banco ai buo- ni per celiaci, fino al lavoro di preven- zione destinato in primo luogo all’in- fanzia. Da alcuni anni, inoltre, Coop Estense ha proposto ai soci alcune forme di aiuto rispetto ai costi della salute che passano attraverso le con- venzioni con Musa (per info consulta- re www.estense.e-coop.it, alla sezio- ne Vantaggi soci). E sta sviluppando una serie di convenzioni riservate ai soci non per promuovere l’utilizzo delle strutture private a scapito delle pubbliche, quanto per offrire, nel caso in cui le prime debbano essere scelte, alcuni punti di riferimento di qualità e di maggiore convenienza.

L'indagine di settembre

Ma cosa ci ha detto l'indagine realiz- zata da Coop Estense attraverso più di 200 interviste ai soci modenesi? In- tanto che i soci, di età non superiore ai 60 anni (il 65,2% dei quali lavoratori dipendenti), si comportano già a se- conda delle necessità. Ha risposto così il 61,4% degli intervistati, che inter- pella normalmente sia strutture pub- bliche che private per eseguire esami, terapie, visite e interventi chirurgici.

Quasi l’80% conosce le assicurazioni sanitarie e sa che coprono o riducono i costi di eventuali spese mediche. Un 33,7% ne ha già sottoscritta una e, una volta su quattro, l'ha avuta all’interno del contratto di lavoro. Una metà circa invece non ne ha mai stipulata nessu- na e pochissimi l'avevano e l’hanno poi disdetta. Quelli che il problema non se lo pongono, spesso è perché hanno spese mediche tutto sommato con- tenute (47,7%). Interessante si fa poi il discorso quando si chiede ai soci se

conoscono le attività che Coop Esten- se svolge in collaborazione con Musa in materia di piani di assistenza sani- taria. Quasi una metà infatti (45,2%) dichiara di conoscerle, ma non solo:

ha le idee chiare su ciò che si aspetta da Coop. Ovvero "un piano assicura- tivo che abbia soprattutto un premio della polizza basso e competitivo". Ri- sponde così il 66,9% del campione. Il 49,4% vorrebbe inoltre che la polizza

coprisse anche i familiari dell'assicu- rato e un 45,8% sottolinea l'importan- za di un’ampia copertura. Ampia a tal punto da divenire un'assistenza domi- ciliare a tutto campo che comprenda sorveglianza, cura della persona, spe- sa e somministrazione di pasti (ipotesi valutata positivamente da oltre il 61%

dei soci). La copertura più apprezzata è quella delle visite specialistiche: ben l’82% delle risposte.

l

QUANDO HAI BISOGNO DI FARE ESAMI, VISITE E TERAPIE, INTERVENTI CHIRURGICI

ATTUALMENTE TI RIVOLGI A?

Sulla base dell’indagine Coop Estense ha costruito un piano di assistenza integrativa in primo luogo mantenendo il partner Musa, con il quale Coop condivide l’origine mutuali- stica, in secondo luogo prendendo come riferimento il nucleo familiare, alzando a 65 anni l’età massima per i componenti che vogliano aderire. Il piano intende coprire oltre al rimborso dei ticket, anche le spese sostenute direttamente in strutture sanitarie pri- vate, mettendo in rete le convenzioni sanitarie già esistenti. Il socio che le utilizza potrà, attraverso il nuovo piano, godere di una ulteriore riduzione del costo medesimo.

Le strutture convenzionate sono riportate nel sito www.estense.e-coop.it (e pubblicate anche su Consumatori di marzo) per quanto riguarda Coop Estense e quelle convenzio- nate con Sma Modena (Emilia) e Cesare Pozzo (Puglia), che sono le mutue aderenti al Consorzio Musa competenti per territorio (www.fimiv.it). Sempre l’indagine ha sugge- rito i capitoli del nuovo piano sanitario denominato “Specialistica e assistenza domici- liare". Ovvero: assistenza domiciliare sanitaria e non; cicli di terapie successive a rico- vero ospedaliero per malattia o infortunio; visite specialistiche; esami diagnostici e di laboratorio; alta diagnostica e specializzazione; assistenza in caso di emergenza.

Alle pagine seguenti riportiamo in sintesi sia le condizioni economiche e i massima- li che sono meglio specificati nel regolamento del piano (disponibile ai numeri indi- cati oltre che sul sito Coop Estense), sia nuove convenzioni sanitarie di Coop Esten- se per i soci pugliesi.

Il piano proposto da Coop Estense

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è consultabile sui siti www.estense.e-coop.it e www.teatrokoreia.it

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Dal sito www.fimiv.it nella sezione “Mu.Sa. Open” è possibile consultare e scaricare il materiale informativo, i regolamenti completi: il modello di adesione, una volta compilato, deve essere spedito allegando la ricevuta di versamento

al seguente indirizzo:

Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo mail: adesioni@mutuacesarpozzo.it • fax: 041-5387659

posta: S.N.M.S. Cesare Pozzo Ufficio Adesioni Via Ulloa 5 - 30175 Marghera (VE)

INFO

Per maggiori informazioni, dettagli e modalità di adesione è possibile

contattare:

Consorzio MU.SA.

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(da cellulare 06.844.393.65)

Dalle 9.30 alle 13.00 dal lunedì al venerdì musaopen@fimiv.it

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l’adesione è consentita per i Soci Coop Estense e i loro familiari fino al 65° anno di età

per il solo socio:

144€

per il coniuge/convivente:

144€

per il figlio:

108€ 1. Assistenza domiciliare sanitaria 50% del documento fiscale fino a € 1.000,00 per anno per prestazioni effettuate da personale

sanitario o medico di strutture convenzionate.

2. Assistenza domiciliare non sanitaria € 12,00 l’ora fino ad un massimo di € 300,00 per evento e di € 600,00 per anno per prestazioni rese da strutture convenzionate.

3. Cicli di terapie massimo € 50,00 per ticket o spesa privata per ciclo di terapia successivi a malattia e/o infortunio con ricovero ospedaliero effettuata in strutture convenzionate (massimo 3 cicli).

4. Visite specialistiche 50% della spesa per ticket

50% della spesa sostenuta nelle strutture convenzionate fino ad un massimo di € 40,00 per visita per massimo due visite per specializzazione.

5. Esami diagnostici e di laboratorio 50% del ticket

6. Alta diagnostica e specializzazione 100% del ticket

50% della spesa privata fino a massimo € 100,00 per alta diagnostica effettuata in strutture convenzionate.

50% della spesa privata fino a massimo e di € 40,00 per alta specializzazione effettuata in strutture convenzionate.

7. Tessera associativa Con la tessera associativa è possibile accedere alla rete dei centri sanitari convenzionati.

Consulta l’elenco su: www.fimiv.it • www.estense.e-coop.it • www.mutuacesarepozzo.org

8. Assistenza in caso di emergenza Assistenza da Centrale Telefonica 24 ore su 24

per un massimo annuo di € 500,00

complessivo

per un massimo annuo di

€ 2000,00

Quote di adesione annuali e fiscalmente detraibili _______________________________________________________________________________

Quota di ammissione di euro 10,00, solo per il primo anno ________________________________________________________________________

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Assemblee a più voci,

una novità che piace ai soci

C

resce la partecipazione dei soci (un dato nient'af- fatto scontato), che non si sono fatti sorprendere né spaventare dal periodo anticipato, l'autunno, in cui si sono svolte per la prima volta quest'anno le assemblee di preventivo di Coop Estense, tradi- zionalmente programmate a febbra- io. E piace la nuova modalità orga- nizzativa, molto apprezzata dai soci, ovvero l'alternarsi in ognuna delle 30 assemblee di interventi di invitati esterni (onlus, volontari, fornitori di prodotti, amministratori locali) che hanno dato il senso delle ricadute so- ciali delle attività promosse dalla co- operativa, elevando al tempo stesso il tono e la qualità degli interventi.

Questo in estrema sintesi il "succo"

delle assemblee sul bilancio preven- tivo tenutesi in 27 tra città e comuni dell'Emilia e della Puglia, totaliz- zando circa 5.900 presenze con un leggero incremento di soci rispetto di M a rco Unga ro

al triennio precedente. La crescita è guidata dall’Emilia e in particolare dalle assemblee di Carpi, Formigine e Vignola. Buoni anche i risultati di Puglia Sud e Puglia Nord con qual- che sofferenza nel distretto Puglia Centro e una flessione nella provin- cia di Ferrara, più accentuata nel ca- poluogo. Ma in 17 assemblee su 30 va rimarcato che il segno è stato decisa- mente il "più".

Lo spettro degli interventi

Oltre 200 gli interventi dei soci che, come si diceva, accanto a esplicite con- divisoni, suggerimenti, osservazioni critiche, richieste d'informazione, hanno mostrato di apprezzare la novi- tà delle assemblee "a più voci", facen- do registrare interventi di tenore più alto: accanto all'importanza del punto vendita (con l'enfasi di volta in volta su prezzi, sconti e fidelizzazioni in rap- porto alla difesa del potere d'acquisto, e singole segnalazioni riguardanti rot-

Un centinaio di invitati esterni alle assemblee di preventivo (rappresentanti di associazioni, fornitori di prodotti locali, amministratori pubblici) hanno portato le testimonianze dirette del lavoro svolto con Coop Estense. E i soci hanno apprezzato: quasi 6.000, tra Emilia e Puglia

ture di stock e code), è stato più volte sottolineato il valore delle attività sociali e della partecipazione ai tanti progetti sul territorio, come la scuola o i Brutti ma buoni, riconosciuti dalla comunità e dai suoi rappresentanti.

Le voci di un centinaio di invitati esterni hanno fornito la prova mi- gliore di ciò, ovvero testimonianza diretta. Tra questi i rappresentanti di 49 onlus che partecipano al progetto Brutti ma buoni, i quali hanno mani- festato l’importanza, a volte vitale, del riutilizzo a fini solidali dei prodotti invenduti ma ancora buoni. E poi la presenza di 24 fornitori di prodotti locali che lavorano con Coop Estense all'accorciamento della filiera e al mi- glioramento della qualità dell'offerta.

E ancora i volontari di 15 associazioni che hanno partecipato alla raccolta di materiale didattico per le scuole, più una decina di amministratori locali che hanno in Coop Estense un part- ner prezioso delle loro iniziative.

IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

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Partecipare sì, ma con chi?

Le assemblee hanno confermato che c'è voglia di partecipazione, una vo- glia che va però interpretata e incana- lata. Una chiave di lettura la fornisce una recente indagine del Censis sui

“Valori degli italiani 2013”. L'indagine evidenzia come la crisi antropologica, accanto a quella economica, è vero che ha segnato il tessuto sociale pre- miando comportamenti negativi co- me l’egoismo diffuso, la passività, l’ir- responsabilità, ma non in tutti e non irreversibilmente: l'Italia dimostra di avere, anche se in forme potenziali e da attivare, le energie necessarie per una inversione di rotta.

La spinta altruistica e la ricerca di un nuovo sistema di valori s'infrangono però contro la sfiducia verso le istitu- zioni pubbliche e soprattutto i partiti politici, la cui reputazione è ai minimi storici. Da qui il disorientamento di un buon 67% di italiani che non si sen- te rappresentato da nessuno.

"Partendo da questa considerazione – è l'analisi fatta in cooperativa – si comprende il bisogno di socialità e la voglia di andare incontro agli altri che anima tanti cittadini tra cui certa- mente i soci Coop. I soci vedono nella cooperativa un punto di riferimento:

in Coop ci si può conoscere, confron- tare, dialogare, Coop non è solo una grande realtà commerciale ma un'op- portunità per fare insieme cultura,

educazione al consumo, solidarietà".

Doveroso in questo senso è il ringra- ziamento indirizzato ai soci volontari

"per il grosso lavoro svolto per l'orga- nizzazione delle assemblee". Lo stesso piano di lavoro che guiderà i distretti sociali da qui alle assemblee di con- suntivo del maggio prossimo traccia un percorso teso a rafforzare il legame tra i soci e la cooperativa. Tre i punti salienti del piano: la crescita del sen- so di appartenenza; lo sviluppo della partecipazione attiva alle iniziative di solidarietà della cooperativa; le rela-

Soci riuniti in assemblea. A fianco, due scorci relativi agli incontri di Bari e Molfetta

Buona la prima di Matteo Massari, 29 anni, ispettore per gli ipermercati di Coop Estense, che ha relazionato per la prima volta all’assemblea del distretto di Modena Est. Le nuove generazioni avanzano con responsabilità. "Per me è stato un onore rappresentare la cooperativa in un momento così significativo e importante per l’a- zienda", dice Matteo. "Esporre le linee di preventivo per il 2014 è un incarico impor- tante e delicato, ero decisamente emozionato, in quel momento davanti ai soci ero io la voce della cooperativa. Un’esperienza molto bella, che mi ha dato modo di vedere l’azienda sotto aspetti diversi che prima non conoscevo in modo così approfondito.

Entrare nel merito di tutte le iniziative per poterle esporre ai soci, mi ha permesso di avere una visione a 360 gradi su quel mondo variegato di progetti, persone e relazio- ni che è la nostra cooperativa. Conoscere poi di persona i rappresentanti delle onlus sul territorio con cui collaboriamo, e parlare direttamente ai nostri soci mi ha tra- smesso un rinnovato senso di appartenenza alla cooperativa e alla comunità. In quel momento ho vissuto fino in fondo cosa vuol dire essere socio e cooperatore all’inter- no della comunità in cui vivo e lavoro".

SPAZIO AI GIOVANI

FACCE NUOVE TRA I RELATORI

zioni interpersonali e le dinamiche di gruppo per rafforzare il senso di comunità, lo spirito d'inclusione e di accoglienza e, non ultima, la fiducia.

Intanto prosegue e si sta concretiz- zando il progetto scuole che troverà rendicontazione sempre a maggio.

Con questi obiettivi i distretti sociali si scambieranno modelli partecipa- tivi, buone pratiche o semplicemen- te iniziative in grado di stimolare la partecipazione e il coinvolgimento di tanti. Perché dalla crisi si possa usci- re meglio e più uniti di prima.

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La birra degli studenti

è entrata alla Coop

tuto scolastico e la cooperativa, di grande valore poiché offre ai giovani studenti un’opportunità di crescita professionale e personale, mettendo al centro la valorizzazione del terri- torio e dei suoi prodotti tipici. Un vero e proprio "tutoraggio imprenditoria- le" teso a valutare posizionamento di mercato, abitudini di consumo, target di riferimento. Un aspetto che è stato sottolineato anche da Franco Inglese, direttore generale dell'Ufficio Scola- stico Regionale per la Puglia, nel corso della presentazione del progetto il 16 novembre all’ipercoop di Bari Santa Caterina. “Una importante iniziativa – è stato il commento di Inglese – a cui rivolgo il pieno consenso, perché va nella giusta direzione di incoraggia- re sempre di più l’idea di alternanza scuola-lavoro”. La cooperativa ha de- finito un piano formativo completo,

La bionda Majorana prende il nome dall'istituto alberghiero barese, i cui allievi prima ne hanno appreso e condiviso i criteri di produzione, poi ne hanno studiato il posizionamento commerciale negli ipercoop. La birra messa in vendita è il primo risultato di un grande progetto formativo e di valorizzazione del territorio avviato da Coop Estense d'intesa con gli istituti superiori

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na bionda speciale: ar- tigianale, biologica, ma soprattutto giovane e...

colta. È la birra chiara Majorana, "prodotta" dalla A alla Zeta dagli studenti dell'istituto d'istruzione superiore alberghiero Ettore Majo- rana di Bari. I ragazzi hanno seguito fase per fase la gestazione della birra, dalla iniziale indagine di mercato, fino alla definizione finale del prezzo e alla collocazione delle bottiglie sugli scaf- fali del punto vendita.

A metà novembre la birra “Majora- na” ha fatto finalmente il suo ingres- so negli ipercoop di Bari. È stato un risultato importante, il frutto di una collaborazione d’eccellenza tra l’isti- tuto alberghiero e Coop Estense. Gli studenti hanno così portato a termi- ne un percorso didattico che li ha visti protagonisti nella produzione di una

birra artigianale biologica di qualità.

I proventi dell’iniziativa saranno de- dicati integralmente a qualificare l’of- ferta formativa dell’istituto Majorana.

Scuola & impresa

Una collaborazione, quella tra l’isti-

Alla conferenza stampa anche il direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale della Puglia Franco Inglese (foto a destra). Sotto, l'allestimento all'ipercoop Santa Caterina

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in cui sono intervenuti i ragazzi che hanno imparato i criteri di produzione e allo stesso tempo studiato il posizio- namento del prodotto. "Siamo molto soddisfatti di questa collaborazione – ha detto Antonio Bonucci, direttore degli ipercoop pugliesi – che offre ai ragazzi un’opportunità di crescita pro- fessionale e personale straordinaria, e conferma al contempo il forte orien- tamento di Coop Estense alla valoriz- zazione del territorio, delle sue radici storiche e dei suoi prodotti tipici".

Com'è nata la birra

"Quando i vertici Coop mi hanno con- tattata – ha ricordato Paola Petruzzel- li, dirgente dell'istituto Majorana – ho proposto loro una collaborazione nella commercializzazione della birra che stavamo producendo. I ragazzi del Majorana hanno elaborato la ricetta seguendo quello che è il dettato peda- gogico dell'istituto relativo alla produ- zione di ricette con prodotti biologici e naturali. Un'esperienza riuscita in tut- to, che mi ha dato modo di apprezzare la collaborazione con Coop".

I ragazzzi sono stati supportati dai responsabili dei settori marketing e commerciale di Coop Estense che li hanno accompagnati come prima ta ppa nella realizzazione di un’indagine di mercato: sono stati gli studenti stes- si a costruire il questionario per l’in- tervista, somministrarlo poi in punto vendita a un campione casuale di soci e consumatori di Coop Estense e ana- lizzarne insieme i risultati, per defini- re infine con insegnanti e funzionari della cooperativa il nome del prodotto, il posizionamento di prezzo, le conno- tazioni comunicative e gli aspetti ge- stionali della fornitura delal birra.

Questo percorso ha consentito agli studenti del Majorana di entrare da protagonisti non solo nella fase di pro- gettazione e produzione, ma anche nel processo e nelle tecniche di com- mercializzazione, sperimentando in prima persona un’esperienza impren- ditoriale capace di valorizzare le loro competenze e al contempo concentra-

Se l’approdo della “Birra Majorana” alla Coop è un punto di arrivo dell’importante pro- getto che Coop Estense sta avviando con gli istituti del territorio, altre collaborazioni sono in partenza in queste settimane. Come quella che vede coinvolti gli studenti dell’I- stituto Tecnico Agrario Umberto I di Andria. Anche per loro si prospetta un interessan- te percorso insieme a diverse figure professionali di Coop Estense, al centro del quale vengono posti temi come la sicurezza, la qualità, i controlli sugli alimenti e la valorizza- zione dei prodotti locali. I ragazzi dell'antica e prestigiosa scuola agraria, insieme ad altri istituti alberghieri e agrari pugliesi diventano docenti, tutor, illustratori in momenti di incontro/animazione con soci e consumatori nei punti vendita della cooperativa.

"Una pagina importante delle loro storie formative – tiene a sottolineare il coordinatore didattico della scuola di Andria, il professor Riccardo Liso – che da un lato li istruisce, dall’altro offre ai giovani chance lavorative".

ANDRIA

AL VIA ANCHE IL PROGETTO DELL’ISTITUTO TECNICO AGRARIO UMBERTO I

re l’attenzione su un prodotto locale e biologico, che con Coop raggiungerà il grande pubblico. Saranno ancora loro, i ragazzi, i protagonisti del proget- to anche nel punto vendita, pronti ad illustrare le caratteristiche peculiari della loro birra “Majorana”. Una birra prodotta con le materie prime del ter- ritorio, gradevole al palato e ricca di profumi all’olfatto.

Tipicità del territorio

L’Istituto Majorana conferma anche con questa collaborazione il forte ra- dicamento su territorio, il recupero

delle tradizioni e delle tipicità gastro- nomiche. Le stesse politiche che Coop Estense riesce a coniugare con le pro- prie offerte commerciali, sempre più attente ai prodotti e alle produzioni locali, al sostegno dei produttori locali e alle giovani generazioni.

Su questa stessa linea la cooperativa sta realizzando altri progetti al fianco di oltre 20 istituti di istruzione supe- riore in Puglia e in Emilia, mettendo al centro la collaborazione con im- portanti istituzioni locali, la crescita dei ragazzi e la valorizzazione delle eccellenze del territorio.

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IN PRIMO PIANO DICEMBRE 2013

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