Divieto di riammissione in magistratura a seguito dell’avvenuto transito nell’Avvocatura dello Stato.
(Risposta a quesito del 6 ottobre 2010)
Il Consiglio superiore della magistratura, nella seduta del 6 ottobre 2010, ha adottato la seguente delibera:
“- vista la nota in data 31 agosto 2010 con cui il dott. …, giudice del Tribunale di …, chiede di conoscere "se il transito del magistrato ordinario nell'Avvocatura dello Stato possa considerarsi come transito che consenta il rientro nella magistratura ordinaria, ai sensi dell'art. 211 Ordinamento giudiziario";
- rilevato che, quantunque l'art. 211 O.g. preveda, come unica condizione per la deroga al divieto di riammissione in magistratura a seguito della cessazione, a domanda, dall'Ordine giudiziario, l'essere transitato nelle magistrature speciali, si è registrato un orientamento consiliare favorevole ad annoverare tra le magistrature speciali “non soltanto la magistratura amministrativa, ma anche quegli uffici che presentano caratteri similari sia alla magistratura amministrativa che a quella ordinaria, per la peculiarità e tipicità dell'attività svolta e per la ricorrenza di analogie e caratteristiche comuni in alcuni aspetti del rispettivo stato giuridico” (così, tra le tante, delibera plenaria del 12 marzo 1985, e nello stesso senso il Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria del 16 dicembre 1983, n. 27);
- osservato, nondimeno, che la portata dei suddetti precedenti favorevoli deve ritenersi superata alla luce delle recenti pronunce con cui questo Consiglio (cfr. delibere del 18 luglio 2001 e 10 ottobre 2001) - nell'occuparsi della valutabilità del servizio prestato presso l'Avvocatura dello Stato ai fini della progressione in carriera in magistratura - ha escluso l'interpretazione estensiva della disposizione dell'art. 1, quarto comma, L. 570/1966, reputando “non giustificabile alcuna assimilazione funzionale tra gli appartenenti all'Avvocatura dello Stato ed i magistrati”;
- rilevato che il principio sotteso al nuovo orientamento nella materia de qua appare confortato dalla più recente giurisprudenza del Consiglio di Stato (cfr. sez. IV, dep. il 13 febbraio 2009), che ha richiamato il principio secondo cui l'Avvocatura dello Stato non appartiene al novero delle magistrature e non comporta esercizio di funzioni giurisdizionali (così Ad. Pl. n. 27/83), circoscrivendo ai soli profili del trattamento economico l'equiparazione prevista dall'art. 23 del R.D.
n. 1611/1933;
- ritenuto, dunque, che tale mutato approccio interpretativo - recepito dal Consiglio superiore della magistratura nelle più recenti pronunce (cfr. delibera dell'8 aprile 2009 e del 26 maggio 2010) - impone di interpretare restrittivamente la previsione dell'art. 211 O.g. che è applicabile ai soli casi di riammissione nell'Ordine giudiziario per transito nelle magistrature speciali, conseguenza che deve darsi risposta negativa al quesito posto dal dott. …;
delibera
di rispondere nel senso che la previsione dell'art. 211 O.g. è applicabile nei soli casi di riammissione nell'Ordine giudiziario per transito nelle magistrature speciali, nel cui novero non rientra l’Avvocatura dello Stato.
