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Il contributo degli strumenti finanziari nell’ambito dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali nel fronteggiare gli effetti economici della crisi pandemica da Covid-19

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Academic year: 2022

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Il contributo degli strumenti finanziari nell’ambito dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali nel fronteggiare gli effetti economici della crisi pandemica da Covid-19

La strategia di contrasto agli effetti economici del Covid-19 si è, fra l’altro, sostanziata in una serie di azioni volte a supportare le imprese evitando le crisi di liquidità innescate dal rallentamento, imprevedibile e intenso, dell’attività economica. Le principali misure funzionali a questa strategia sono state le moratorie (cioè la sospensione –per un’ampia platea di imprese- degli obblighi di restituzione dei prestiti già in essere) e le garanzie pubbliche volte a stimolare l’offerta di credito da parte del sistema bancario. Questo è avvenuto non solo introducendo nuovi interventi ma anche potenziando alcuni dispositivi già operativi che avevano il vantaggio di poter contare su un impianto regolatorio e organizzativo già strutturato e “pronto all’uso”. Non c’è dubbio che il principale strumento di questo tipo sia stato il Fondo di Garanzia per le PMI che, nel periodo dal 17 marzo 2020 al 31 maggio 2021, ha garantito nuovi prestiti per 152,2 miliardi di euro.

L’Agenzia per la Coesione Territoriale - che ha funzioni di monitoraggio, orientamento e supporto alle Amministrazioni titolari dei Programmi Operativi cofinanziati dai fondi strutturali FESR ed FSE- ha condotto un’analisi concernente l’apporto delle risorse per la politica di coesione (relative al ciclo 2014-2020, che si conclude effettivamente nel 2023) destinate agli strumenti finanziari alla strategia nazionale di mitigazione degli effetti economici e sociali della crisi. In estrema sintesi: le Amministrazioni italiane hanno riprogrammato le risorse disponibili con una loro significativa riallocazione a vantaggio degli strumenti finanziari (cioè degli interventi pubblici in forma di prestito, garanzia e capitale di rischio) il cui budget è passato dai 4,3 miliardi di euro complessivamente previsti al 31 dicembre 2019, ai 6,2 miliardi di euro (+46 per cento) risultanti al 31 dicembre 2020.

Le risorse effettivamente utilizzate al livello dei destinatari finali (cioè i finanziamenti erogati alle imprese o, nel caso delle garanzie, gli accantonamenti a fronte dei rischi assunti), che nel 2019 risultavano pari a 820 milioni di euro, al 31 dicembre 2020 hanno raggiunto quota 2.682 milioni di euro, con una variazione del 227 per cento. La spesa, ovviamente, ha continuato a progredire nel 2021.

Queste accelerazioni hanno riguardato sia gli strumenti già attivi prima della crisi, sia (in modo più marcato) una serie di nuovi interventi posti in essere proprio per reagire all’emergenza pandemica.

Una sezione dell’analisi, redatta insieme al Ministero dello Sviluppo Economico (DGIAI), si focalizza sull’apporto di risorse europee fornito al Fondo di garanzia per le PMI, dal Programma Operativo

“Imprese e competitività” e da altri dieci Programmi. Ricorrendo a una modalità già sperimentata, quella delle “sezioni speciali”, queste Amministrazioni hanno preferito convergere sul Fondo di garanzia per le PMI, ben noto alle imprese e alle banche, con grande rapidità ed economia amministrativa. Questo modus operandi è stato di grande impatto, soprattutto nel Mezzogiorno dove –tra il marzo 2020 e il maggio 2021- su 467.781 operazioni garantite (per un importo di 28,3 miliardi di euro e finanziamenti sottostanti per 32 miliardi) il 60 per cento (cioè 280.352 operazioni, per un importo garantito di 12,4 miliardi di euro e un sottostante finanziato di 13,7 miliardi) è stato posto in essere anche grazie al contributo dei Fondi strutturali.

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