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COMUNE DI MONTE DI PROCIDA

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Academic year: 2022

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COMUNE DI MONTE DI PROCIDA

CITTA‟ METROPOLITANA DI NAPOLI

COPIA DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

___________________________________________________________

N. 33 del Reg.

Data 15/3/2021

L‟anno duemilaventuno, il giorno quindici, del mese di marzo, alle ore 13,50 nella sala delle adunanze del Comune suddetto, la Giunta Comunale si è riunita nella persona dei signori:

Giuseppe Pugliese Sindaco Presente

Teresa Coppola Vice Sindaco Presente

Gennaro Di Mare Tobia Massa Gerarda Stella Sergio Turazzo

Assessore Assessore

Assessore Assessore

Presente Presente Presente Assente

Partecipa all‟adunanza il Segretario Comunale D.ssa Laura Simioli. il quale provvede alla redazione del presente verbale.

Essendo legale il numero degli intervenuti, il Sindaco Dr. Giuseppe Pugliese – assume la Presidenza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell‟oggetto sopra indicato.

Oggetto: Riconoscimento della Costa, della breccia-museo e del paesaggio di Monte di Procida come patrimonio culturale. Indirizzi per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale locale.

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Assessorato alla Cultura, Turismo, Lotta ai cambiamenti climatici, Politiche Giovanili, Protezione Civile, Fondi Europei, Biblioteca.

Introduzione

Questo atto di indirizzo nasce da timori, ragionamenti e visioni inerenti la salvaguardia e la valorizzazione della “Breccia Museo” e dei costoni, ma anche dal pensiero di guardare al patrimonio culturale come materia “viva”, immergendosi nel racconto diretto e indiretto che ne fa il territorio e la gente che lo abita, entrambi custodi del passato e responsabili della trasmissione di questo sapere alle generazioni future.

Premesso che

Con Patrimonio Culturale intendiamo tutto ciò che di tangibile ed intangibile ereditiamo dal passato e che rappresenta l‟identità di un popolo: siti archeologici, complessi monumentali, paesaggio e collezioni nei musei, ma anche tradizioni e tecniche di costruzione.

I Beni Culturali sono una risorsa non rinnovabile da trasmettere alle generazioni future.

Il “Codice dei beni culturali e paesaggistici” approvato nel 2004, precisa che il Paesaggio viene tutelato in quanto “rappresentazione materiale e visibile dell‟identità nazionale” (d.lgs. 42/2004, art.

131).

La Convenzione europea del paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, attribuisce per la prima volta rilevanza giuridica autonoma al bene “paesaggio” che nei precedenti trattati internazionali aveva ricevuto una tutela indiretta e quasi riflessa dalla protezione del patrimonio culturale (nella Convenzione Unesco del 1972), ovvero era stato attratto nell‟orbita della tutela dell‟ambiente come nella Convenzione di Ramsar del 1971 sulle zone umide.

Dal 2018, anno europeo del Patrimonio Culturale (EYCH 2018), la salvaguardia dei beni culturali e la protezione nei confronti del rischio ha acquistato particolare rilevanza attraverso studi mirati alla messa a punto di strumenti per la quantificazione del danno da eventi climatici estremi, l‟identificazione di indicatori di vulnerabilità, la produzione di scenari a breve e lungo termine e la messa a punto di strategie di protezione specifiche tra cui il recupero delle buone pratiche del passato.

La Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici Italiana propone raccomandazioni ed azioni mirate alla protezione dei materiali impiegati nel Patrimonio Culturale, strategie di gestione sostenibile del patrimonio costruito ed azioni di adattamento e misure di salvaguardia per i beni paesaggistici. Rapidi cambiamenti del clima sono stati osservati dagli scienziati sin dalla metà del secolo scorso. Il clima terrestre è soggetto a fluttuazioni stagionali, decadali e secolari che dipendono da cause naturali come l'orbita terreste, la radiazione solare, la circolazione degli oceani e le eruzioni vulcaniche (variabilità climatica). Nel corso degli ultimi anni tuttavia mutamenti più profondi e rapidi del sistema clima sono stati determinati dall'uomo, principalmente tramite la crescente emissione di gas serra in atmosfera. Con la prima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici del 1979 gli scienziati hanno cominciato a interrogarsi su come prevedere e prevenire potenziali cambiamenti di natura antropica e che potrebbero avere un effetto negativo sul benessere dell'umanità. I cambiamenti climatici comportano non solo un riscaldamento del clima globale (global warming) ma anche un'intensificazione del ciclo idrogeologico. A livello globale questo comporta un aumento dell'evaporazione e della precipitazione. A livello regionale, gli impatti dipendono dalla regione. Il bacino del Mediterraneo è ritenuta un'area particolarmente vulnerabile (hot spot) ai cambiamenti climatici.

La Convenzione quadro sui cambiamenti climatici entrata in vigore il 21 marzo 1994, è un accordo ambientale internazionale prodotto dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development), informalmente conosciuta come Summit della Terra, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992.

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Il Protocollo di Kyoto è stato adottato a dicembre 1997, stabilendo degli obiettivi di riduzione delle emissioni per i paesi (Annex B). In Italia il Protocollo di Kyoto è stato ratificato con la legge 120 del 2002, in cui veniva prescritta la preparazione di un Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni.

Il Libro Verde “L'adattamento ai cambiamenti climatici in Europa – quali possibilità di intervento per l'UE” pubblicato dalla Commissione Europea nel 2007 viene visto come il primo passo verso l‟inserimento della dimensione dell‟adattamento tra le politiche europee (EC, 2007). A questo è seguito, nel 2009, il Libro Bianco intitolato “L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo”, che fornisce una lista di azioni concrete di adattamento possibili nel contesto delle politiche chiave dell'UE. Con questo documento la Commissione pone le basi per costruire una Strategia europea di adattamento mirata a ridurre la vulnerabilità agli impatti presenti e futuri e rafforzare la resilienza dell‟Europa (EC, 2009). Il Libro Bianco espone il concetto fondamentale su cui si impernia una Strategia europea di adattamento: l'assegnazione di responsabilità per l'azione di adattamento ai governi nazionali, regionali e locali. Ciò è supportato dall‟evidenza scientifica secondo cui le varie regioni d'Europa verranno interessate dagli impatti dei cambiamenti climatici in maniera differenziata, a causa di una vulnerabilità dei sistemi naturali e di una capacità adattiva delle popolazioni e dei settori socio-economici distribuita in maniera non uniforme all'interno dell'UE (EEA, 2012a).

Il nuovo Codice di Protezione Civile (D.Lgs. 1/2018) fa espresso riferimento al concetto di

“resilienza delle comunità”, che viene introdotto nell‟articolo 2, esplicitato e approfondito nell‟art.

31, e più volte richiamato nell‟intero corpo normativo. Il concetto di resilienza si riflette nella capacità di una comunità di comprendere i rischi che può trovarsi a fronteggiare, di mitigarli e di rispondere ai disastri in modo da minimizzare, sia nell‟immediato che a lungo termine, la perdite di vite umane e i danni ai beni tangibili e intangibili, dall‟ambiente a ciò che costituisce il patrimonio culturale di una collettività. La formula tradizionale del rischio - utilizzata per la prima volta nel 1979 nel documento Natural disasters and vulnerabiliy analysis in report of expert group meeting dell‟UNDRO - si arricchisce quindi di un ulteriore elemento che è quello della capacità di risposta della comunità, misurabile soprattutto attraverso le azioni messe in campo per accrescerla: dal risk assessment alla pianificazione, dalla diffusione delle buone pratiche al coinvolgimento dei cittadini per un rafforzamento del senso di comunità.

La promozione delle tecniche agricole e architettoniche tradizionali che fanno parte del patrimonio culturale come mezzo per combattere i disastri naturali, l'importanza dei media nella diffusione di questa conoscenza locale e la cooperazione tra le autorità e tutte le parti interessate nella prevenzione e gestione dei rischi rappresentano temi al centro del dibattito sulla protezione dei paesaggi culturali come prevenzione contro i disastri naturali (fonte: “Rivisitazione della conoscenza e dei media locali per combattere i disastri naturali IKMeFiND” - CUEBC, 2018,

“Cultura contro i disastri: proteggere i paesaggi culturali come prevenzione contro i disastri naturali” Ravello, 28 e 29 settembre 2018).

La Regione Campania ha avviato il percorso per il riconoscimento con legge regionale degli ecomusei campani (un ecomuseo è un museo incentrato sull'identità di un luogo, in gran parte basato sulla partecipazione locale e volto a migliorare il benessere e lo sviluppo delle comunità locali): istituti culturali senza scopo di lucro, pubblico o privato, che curano le attività di ricerca, conservazione e valorizzazione di un insieme di beni culturali, materiali e immateriali, rappresentativi di un determinato territorio, del suo ambiente e dei suoi stili di vita, anche con la partecipazione delle popolazioni che ne accompagnano lo sviluppo. La legge regionale persegue le seguenti finalità:

a) conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile di un determinato territorio regionale;

b) memoria storica e conoscenza degli ambienti di vita tradizionali, con particolare riferimento alle abitudini di vita e di lavoro delle popolazioni locali, delle tradizioni culturali e delle modalità per tramandare le testimonianze e le trasformazioni di tali ambienti;

c) la facilitazione della creazione di percorsi turistici e culturali.

Gli ecomusei sono nati in Francia , il concetto è stato sviluppato da Georges Henri Rivière e Hugues de Varine , che hanno coniato il termine "ecomusée" nel 1971. Il termine, per

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Hugues de Varine, descrive una nuova tipologia museale dedicata al territorio nel suo complesso:

“Un qualcosa che rappresenta ciò che un territorio è, e ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura viva delle persone, dal loro ambiente, da ciò che hanno ereditato dal passato, da quello che amano e che desiderano mostrate ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli”. Mentre per il museologo Georges Henri Rivière "L'ecomuseo è il museo del tempo e dello spazio in un territorio dato, è un'istituzione che si occupa di studiare, conservare, valorizzare e presentare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita, delineando linee coerenti per lo sviluppo futuro, è il frutto del rapporto costruttivo tra una popolazione, la sua amministrazione e un equipe pluridisciplinare di esperti, è un organismo che, pur rivolgendosi anche ad un pubblico esterno, ha come interlocutori principali gli abitanti della comunità i quali, amiche visitatori passivi, vogliono diventare fruitori attivi, è un museo del tempo, dove le conoscenze si estendono e diramano attraverso il passato vissuto dalla comunità per giungere nel presente, con un'apertura sul futuro, è un museo dello spazio: spazi significativi dove sostare e camminare. "

Richiamate

La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale intangibile, Parigi, 17 Ottobre 2003. La Convenzione è entrata in vigore a livello internazionale il 20 gennaio 2006 (ratificata dall‟Italia nel 2007) e conta oggi 163 Stati Parte. In particolare l‟articolo 2.3 recita: Per

„salvaguardia‟ si intendono le misure volte a garantire la vitalità del patrimonio culturale immateriale, ivi compresa l‟identificazione, la documentazione, la ricerca, la preservazione, la protezione, la promozione, la valorizzazione, la trasmissione, in particolare attraverso un‟educazione formale e informale, come pure il ravvivamento di vari aspetti di tale patrimonio culturale.

La Convenzione europea del paesaggio, Firenze, 20 ottobre 2000, CETS n. 177 (CEP), entrata in vigore a livello internazionale il primo marzo 2004, che conta oggi 35 Stati Parte.

La Carta di Roma sul Capitale Naturale e Culturale promossa dall’Italia nel 2014, nell‟ambito del semestre di Presidenza del Consiglio dell‟Unione. Il documento condiviso dagli Stati Membri mette in evidenza le connessioni tra Capitale Naturale e Culturale, intese come miglioramento della conoscenza e della divulgazione, come promozione di una fruizione e gestione sostenibile dei patrimoni naturali e culturali, come opportunità di sviluppo di lavori “green”, come realizzazione di investimenti integrati. Sviluppare e divulgare la conoscenza del patrimonio culturale nelle aree protette può contribuire ad arricchire e diversificare l‟offerta turistica, migliorare la percezione e quindi l‟apprezzamento e l‟affezione dei turisti per quei territori e anche ad intercettare nuovi e maggiori flussi di visitatori. In sintesi l‟attenzione è posta sulle seguenti tematiche:

- migliorare le conoscenze sul Capitale Naturale;

- investire sul Capitale Naturale;

- garantire la funzionalità degli ecosistemi naturali e integri;

- legare il Capitale Naturale e quello Culturale

- creare sinergie tra le infrastrutture verdi, le zone rurali e urbane.

La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, e in particolare le categorie della Lista del Patrimonio Mondiale:

patrimonio culturale:

- monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall‟aspetto storico, artistico o scientifico,

- agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall‟aspetto storico, artistico o scientifico,

- siti: opere dell‟uomo o opere coniugate dell‟uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall‟aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.

patrimonio naturale:

- i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall‟aspetto estetico o scientifico,

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- le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l‟habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall‟aspetto scientifico o conservativo,

- i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall‟aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale

Le Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione definiscono come Patrimonio misto (culturale e naturale) i beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale.

paesaggio culturale (dal 1992):

- paesaggi che rappresentano “creazioni congiunte dell'uomo e della natura”, così come definiti all‟articolo 1 della Convenzione, e che illustrano l‟evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l‟influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all‟interno e all‟esterno, dall‟ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica

La Convenzione di Faro - “Convenzione quadro del Consiglio d‟Europa sul valore dell‟eredità culturale per la società”, del 27 ottobre 2005, entrata in vigore in Italia il 24 ottobre 2020. (GU Serie Generale n.263 del 23-10-2020) e in particolare:

Articolo 1 - Obiettivi della Convenzione Le Parti della presente Convenzione convengono nel:

a. riconoscere che il diritto all’eredità culturale è inerente al diritto a partecipare alla vita culturale, così come definito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo;

b. riconoscere una responsabilità individuale e collettiva nei confronti dell’eredità culturale;

c. sottolineare che la conservazione dell’eredità culturale, ed il suo uso sostenibile, hanno come obiettivo lo sviluppo umano e la qualità della vita;

d. prendere le misure necessarie per applicare le disposizioni di questa Convenzione riguardo:

- al ruolo dell’eredità culturale nella costruzione di una società pacifica e democratica, nei processi di sviluppo sostenibile e nella promozione della diversità culturale;

- a una maggiore sinergia di competenze fra tutti gli attori pubblici, istituzionali e privati coinvolti.

Articolo 2 - Definizioni Per gli scopi di questa Convenzione,

a. l’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato del l’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi;

b. una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.

Articolo 3 - Eredità comune dell’Europa

Le Parti convengono nel promuovere la comprensione dell’eredità comune dell’Europa, che consiste in:

a. tutte le forme di eredità culturale in Europa che costituiscono, nel loro insieme, una fonte condivisa di ricordo, comprensione, identità, coesione e creatività; e,

b. gli ideali, i principi e i valori, derivati dall’esperienza ottenuta grazie al progresso e facendo tesoro dei conflitti passati, che promuovono lo sviluppo di una società pacifica e stabile, fondata sul rispetto per i diritti dell’uomo, la democrazia e lo Stato di diritto.

Articolo 4 - Diritti e responsabilità concernenti l’eredità culturale Le Parti riconoscono che:

a. chiunque, da solo o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dall’eredità culturale e a contribuire al suo arricchimento;

b. chiunque, da solo o collettivamente, ha la responsabilità di rispettare parimenti la propria e l’altrui eredità culturale e, di conseguenza, l’eredità comune dell’Europa;

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c. l’esercizio del diritto all’eredità culturale può essere soggetto soltanto a quelle limitazioni che sono necessarie in una società democratica, per la protezione dell’interesse pubblico e degli altrui diritti e libertà.

Articolo 5 - Leggi e politiche sull’eredità culturale Le Parti si impegnano a:

a. riconoscere l’interesse pubblico associato agli elementi dell’eredità culturale, in conformità con la loro importanza per la società;

b. mettere in luce il valore dell’eredità culturale attraverso la sua identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione;

c. assicurare che, nel contesto dell’ordinamento giuridico specifico di ogni Parte, esistano le disposizioni legislative per esercitare il diritto all’eredità culturale, come definito nell’articolo 4;

d. favorire un clima economico e sociale che sostenga la partecipazione alle attività inerenti l’eredità culturale;

e. promuovere la protezione dell’eredità culturale, quale elemento centrale di obiettivi che si rafforzano reciprocamente: lo sviluppo sostenibile, la diversità culturale e la creatività contemporanea;

f. riconoscere il valore dell’eredità culturale sita nei territori che ricadono sotto la propria giurisdizione, indipendentemente dalla sua origine;

g. formulare strategie integrate per facilitare l’esecuzione delle disposizioni della presente Convenzione.

Articolo 8 - Ambiente, eredità e qualità della vita

Le Parti si impegnano a utilizzare tutte le dimensioni dell’eredità culturale nell’ambiente culturale per:

a. arricchire i processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale e di pianificazione dell’uso del territorio, ricorrendo, ove necessario, a valutazioni di impatto sull’eredità culturale e adottando strategie di mitigazione dei danni;

b. promuovere un approccio integrato alle politiche che riguardano la diversità culturale, biologica, geologica e paesaggistica al fine di ottenere un equilibrio fra questi elementi;

c. rafforzare la coesione sociale promuovendo il senso di responsabilità condivisa nei confronti dei luoghi di vita delle popolazioni;

d. promuovere l’obiettivo della qualità nelle modificazioni contemporanee dell’ambiente senza mettere in pericolo i suoi valori culturali.

Considerato che

il Comune individua, ai sensi dell'atto 3 del T.U. delle leggi sugli Enti Locali approvato con D.Lgs.

18.08.2000 n. 267 ed ai sensi dello Statuto, tra i propri fini istituzionali anche, in particolare, l'assunzione di adeguate iniziative dirette a sostenere ogni forma d'intervento a tutela, conservazione e promozione delle risorse naturali, paesaggistiche, storiche, architettoniche e delle tradizioni culturali presenti sul proprio territorio, nonché alla valorizzazione dello sviluppo economico e sociale della comunità, promuovendo la partecipazione dell‟iniziativa imprenditoriale dei privati alla realizzazione del bene comune. Il Comune, a questo riguardo, assume attività che, nel rispetto della legge:

tutelano, preservano e valorizzano il paesaggio come la risultante delle stratificazioni storiche di un territorio, delle intersezioni tra paesaggio culturale e paesaggio naturale, come un continuum nel quale il totale è maggiore della somma delle sue parti;

comportano l’affermazione sostanziale del principio di valorizzazione del patrimonio di tradizioni, cognizioni ed esperienze afferente al vissuto della comunità, con particolare riferimento a quelle che contenuti e valore storico rivestono particolare interesse pubblico e, come tali, sono meritevoli di valorizzazione.

Valutato che

il territorio di Monte di Procida possiede un notevole patrimonio naturale ed identitario, dove la bellezza del paesaggio e del panorama sono cornice ed essenza di esperienze turistiche e culturali che spaziano dalla geologia, all‟archeologia, all‟enogastronomia, alla marineria ed alle tradizioni;

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il “panorama” rappresenta uno dei valori culturali più importanti di Monte di Procida. La “terrazza dei Campi Flegrei” si affaccia su Ischia - Pithecusa, il più antico avamposto greco in occidente, su Cuma degli Opici (poi Kymé nel 730 a.C.), e su Procida, avamposto miceneo, e proietta il viaggiatore di oggi sulle orme dei viaggiatori di ieri. Il porto di Miseno ed il suo “Monte Cumano”, che dominava l‟unica via marittima delle antiche navi a remi, consentirono alla Repubblica Cumana di conquistare il monopolio del commercio dei metalli;

Monte di Procida ricade nel perimetro del Parco regionale dei Campi Flegrei - un'area naturale protetta di natura vulcanica che testimonia la complessa storia geologica dei Campi Flegrei, una delle più studiate al mondo - e si distingue per avere in località Torrefumo la più estesa falesia di

“Breccia Museo”. Una estesa colata piroclastica attribuita all'ignimbrite Campana la cui particolare ed evidente stratificazione descrive bene anche ad occhi non esperti, l'evoluzione geologica del territorio: in una successione stratigrafica continua è visibile la dinamica che in circa 40.000 anni ha portato alla formazione del paesaggio così come appare oggi. Lungo le Coste di Monte di Procida nel tratto Miliscola - Torregaveta affiorano i depositi più antichi del vulcanismo flegreo che, dal basso verso l'alto, raccontano i principali eventi eruttivi che hanno caratterizzato l'intera area flegrea. La conformazione è tanto singolare da ispirare nel 1889 il geologo Henry James Johnston- Lavis che osservandola dalla vicina Procida la battezzò appunto Breccia Museo. La Breccia Museo ogni anno è oggetto di visite studio sia da parte di amatori e appassionati sia di studenti di geologia provenienti da Università Italiane e straniere;

tra il 1978 ed il 1985 in località Bellavista, all'estremità sud-orientale del promontorio, sono stati rinvenuti grazie al geologo Porcelli reperti che testimoniano la presenza di insediamenti neolitici (3500-3000 a.C.). I rinvenimenti appartengono ad una facies del tutto analoga a quella presente ad Ischia nel paleosuolo della località Cilento;

le coste di Monte di Procida sono particolarmente fragili ed esposte per loro conformazione all‟azione erosiva dei venti e del mare;

negli ultimi anni, i cambiamenti climatici stanno esponendo particolarmente i versanti al rischio idrogeologico e al dissesto.

Considerato pertanto che

a partire dal mandato amministrativo 2015-2020 e nell‟attuale mandato 2020-2025 uno degli obiettivi è stato accrescere l‟apprezzamento per Monte di Procida, a partire dalla costruzione di una maggiore consapevolezza delle sue bellezze e risorse culturali, attraverso sinergie con l‟intera filiera turistica e culturale, con una intensa ed effettiva collaborazione con le altre istituzioni, le imprese, le associazioni, i cittadini, per consolidare nella comunità montese e nei visitatori la consapevolezza del notevole patrimonio naturale ed identitario di Monte di Procida. Grazie alle iniziative e agli eventi realizzati e puntando in particolare sulle risorse “paesaggio - panorama - tramonti” si è avviata la costruzione dell‟immagine e del posizionamento di Monte di Procida come “Luogo del Cuore”, dove vivere intense esperienze turistiche e culturali. Sono state, dunque, poste in essere una serie di azioni volte a riconoscere e valorizzare le risorse culturali del territorio:

- a partire dal 2015, nell‟ambito di progetti realizzati a cadenza annuale anche grazie al reperimento di risorse finanziarie di Città Metropolitana e Regione Campania, quali in particolare le diverse edizioni di “Arte e musica nella Terra del Mito”, “Nostoi”, ecc…, i temi dell‟identità culturale, del mito, delle tradizioni marinare sono stati declinati attraverso diverse forme d‟arte (arti figurative, danza, musica, poesia, proiezioni luminose, video e filmati) nonché attraverso momenti di incontro e confronto tra diversi attori del territorio e soggetti autorevoli provenienti dall‟esterno, raggiungendo così cittadini, studenti, associazioni, membri di altre comunità, artisti, imprenditori, scuole, università, stakeholder, politici, turisti e visitatori, giornalisti, opinion leader;

- a luglio del 2020, su iniziativa dell‟Amministrazione e dell‟Associazione Vela Latina, è stato iscritto a Patrimonio Immateriale campano (PIC) il “sapere” collettivo legato alle tradizionali imbarcazioni in legno dette “gozzi”, spesso armati a vela latina, con riferimento alla filiera della costruzione, manutenzione e conduzione, per la valorizzazione e la tutela della piccola marineria tradizionale montese, eredità delle maestranze della Classis Misenensis.

- è stato avviato il riconoscimento De. Co. – Denominazione Comunale - del Casatiello Dolce Montese e della Cistecca, prodotti della gastronomia locale tradizione antica e recente, legati al

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vissuto della marineria e delle esperienze negli Stati Uniti.

Richiamati

il DOS – Documento di Orientamento strategico e piano di azioni per il governo del territorio del Comune di Monte di Procida illustrato nel Consiglio comunale dell‟11 febbraio 2016 dall‟Assessore Arch. Francesco Escalona, che declina le principali azioni volte alla valorizzazione delle risorse di Monte di Procida.

le linee programmatiche dell'Ente di cui alla delibera CC n 31 del 6/11/2020 e il DUP 2020/2022 sezione strategica approvato con delibera CC n 42 del 27/11/2020

Considerato inoltre che

il 14 marzo 2021 si celebra la giornata nazionale del paesaggio istituita, con Decreto ministeriale 7 ottobre 2016 n. 457, con l‟obiettivo di “promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati, attraverso specifiche attività da compiersi sull‟intero territorio nazionale mediante il concorso e la collaborazione delle Amministrazioni e delle Istituzioni, pubbliche e private”.

Ritenuto pertanto

di adottare ogni azione volta a rafforzare la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali locali, in linea con il programma di mandato, con il quadro normativo e regolamentare nazionale ed internazionale nonché nell‟interesse della comunità locale.

Propone di

richiamare la premessa narrativa a far parte integrante e sostanziale del dispositivo;

esprimere le seguenti linee di indirizzo:

- riconoscere i costoni tufacei con la Breccia museo, le coste digradanti con i vigneti, il panorama sulle rotte dell’antichità e sulla caldera vulcanica dei Campi Flegrei, le conoscenze, esperienze, tradizioni e pratiche locali come patrimonio culturale comunale e pertanto meritevole di azioni di salvaguardia e di promozione.

- adottare ogni azione finalizzata a:

favorire il sentimento - nonché azioni - di cura e tutela del territorio, spesso evocato in relazione agli argomenti dello sviluppo sostenibile, attraverso il riconoscimento delle diverse storie, conoscenze, saperi e pratiche che lo abitano.

Sviluppare il concetto di “paesaggio narrativo” anche nella forma dell’ecomuseo, per una fruizione dei beni culturali in un continuum nel quale il fruitore contemporaneo - cittadino, turista, visitatore, studioso - possa arricchirsi di un’esperienza estetica, culturale ed umana, rafforzandone l’efficacia grazie all’uso delle nuove tecnologie.

Promuovere la salvaguardia e la protezione del paesaggio nei confronti degli eventi climatici estremi.

Dare mandato all‟Assessore delegato di esporre i contenuti del presente atto al Consiglio comunale.

D.ssa Gerarda Stella

Ai sensi dell‟art. 49 del D. lgs 267/00, in merito alla regolarità tecnica si esprime parere:

FAVOREVOLE

f.to Bibiana Schiano di Cola

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LA GIUNTA COMUNALE Vista la sopra riportata proposta;

Dato atto che in ordine alla stessa è stato espresso il parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica, ai sensi dell‟art.49 Tuel;

Ritenuta la stessa meritevole di approvazione;

Visto il D.Lgs. 267/2000;

Visto lo Statuto Comunale;

Ad unanimità dei voti legalmente resi,

DELIBERA

Di approvare integralmente la soprariportata proposta di deliberazione avente ad oggetto:

Riconoscimento della Costa della breccia museo e del paesaggio di Monte di Procida come patrimonio culturale. Indirizzi per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale locale.

e con successiva e unanime votazione,

DELIBERA

Di dichiarare il presente atto immediatamente esecutivo a norma dell‟art. 134 comma 4° del DLgs 267/2000.

IL SEGRETARIO COMUNALE IL PRESIDENTE

f.to d.ssa Laura Simioli f.to Dr. Giuseppe Pugliese

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ESEGUIBILITA’

Il sottoscritto Segretario Comunale certifica che la presente deliberazione è stata dichiarata immediatamente eseguibile (art. 134, Co. 4, D.L.gs. 267/2000).

Dalla Residenza Municipale, lì 15/3/2021

IL SEGRETARIO COMUNALE F.TO Dr.ssa Laura Simioli

CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE

Reg. Aff. n° __372 del 18/3/2021

Copia della presente deliberazione è stata affissa all’Albo Pretorio Comunale on line il giorno 18/3/2021 e vi rimarrà pubblicata fino al 2/4/2021 per quindici giorni consecutivi.

Dalla Residenza Municipale, lì 18/3/2021

IL Messo Comunale Vincenzo Illiano

Il sottoscritto attesta che la presente delibera è stata trasmessa in elenco ai capigruppo consiliari, ai sensi dell’art. 125, t.u.e.l. n° 267/00, con nota prot.n° 4535 del 18/3/2021

IL SEGRETARIO COMUNALE F.TO Dr.ssa Laura Simioli

La presente copia è conforme all’originale

Dalla Residenza Municipale, li 18/3/2021

IL SEGRETARIO COMUNALE f.to Dr.ssa Laura Simioli

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