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La Moneta
(cap. VIII del libro Corsi-Roncaglia. Cap. 2 del mio libro, facoltativo)
Perché l’essere umano ha creato la moneta? Qual è la funzione sociale della moneta?
10.000 A.C.: Baratto tra Sapiens.
Ho raccolto della frutta e vedo che hai catturato un cinghiale: ne scambiamo un po’?
Poco tempo dopo: la Moneta.
uno dei beni (es. una conchiglia) inizia ad essere scambiato contro tutti gli altri. Perché?
Per la doppia coincidenza dei bisogni:
ognuno dei Sapiens deve aver bisogno esattamente di ciò che l’altro vuole e può offrire.
Se ho una mela e desidero una bistecca, devo trovare qualcuno che desidera proprio una mela e vuole scambiare proprio una bistecca. Se si scambia in euro è tutto molto più facile, specie se si domandano molti beni.
L’insaziabilità e genialità del Sapiens ha creato un nuovo strumento: la “moneta”.
La definizione di Moneta è funzionale.
Uno strumento è moneta se funge da:
1. Mezzo di scambio. Questa funzione è importante: la moneta agevola gli scambi e gli scambi, come già detto, sono molto importanti per la prosperità del Sistema e di chi ci vive (ci si specializza => bisogna scambiare).
2. Unità di conto. I prezzi di tutte le merci, i conti delle imprese, i debiti e i crediti, vengono tutti misurati in termini di moneta: in euro in Italia, in dollari negli Stati Uniti. Anche ciò facilita gli scambi:
o la moneta come unità di conto riduce la quantità di informazioni che acquirenti e venditori devono raccogliere per fare le loro scelte libere e consapevoli.
o La moneta come unità di conto aiuta a calcolare i prezzi relativi che sono cruciali per scelte che max felicità/profitti: se un orologio costa 50 euro, e una penna 5 euro, vediamo subito che un orologio equivale a 10 penne.
Questa funzione indica uno dei costi dell’inflazione:
l’inflazione rende meno stabile l’unità di conto => più difficili i suddetti calcoli.
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3. Riserva di valore. La moneta permette di risparmiare una parte del reddito corrente, lasciando aperta la possibilità di utilizzarlo per l’acquisto di beni o servizi in un secondo momento.
Esempio. Stiamo risparmiando per comprarci casa. Ovviamente è molto meglio tenere i risparmi in “moneta” piuttosto che in altri tipi di beni. Ecco perché in passato la moneta era fatta con metalli preziosi: facili da custodire (tanto valore in poco spazio) e inossidabili.
Altrettanto ovviamente, si risparmia moneta solo nella misura in cui si ha fiducia che il suo valore, il suo potere d’acquisto, rimanga inalterato nel tempo. Altro costo dell’inflazione.
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Le Banche Perché l’essere umano ha creato le banche?
Qual è la funzione sociale delle banche?
Un po’ di storia la trovate nel libro.
Nei Sistemi moderni ci sono settori istituzionali che, strutturalmente, domandano denaro, altri che offrono denaro, altri ancora che “intermediano”
Lo abbiamo già visto guardando la tabella a doppia entrata “Strumenti vs Settori”
Le cifre evidenziate mostrano che:
le AA.PP. domandano denaro => passività > attività le Imprese domandano denaro => passività > attività le Famiglie offrono denaro => passività < attività
le Società Finanziarie “intermediano” => passività ~ attività
La tabella suggerisce anche che c’è domanda(debitori) e offerta(creditori) di “moneta” =>
c’è mercato e un prezzo che li mette d’accordo (invero, molti mercati => molti prezzi)
Due annotazioni sui prezzi dei “beni” (=attività) scambiati nei mercati finanziari/creditizi 1) Il prezzo di un’obbligazione è inversamente proporzionale al suo tasso d’interesse Es. Titolo irredimibile: esso paga una cedola fissa per sempre (rendita perpetua)
P = prezzo del titolo (es. 100) C = cedola annuale (es. 10) i = rendimento del titolo
Matematicamente, si ha che i = C / P = 10/100 => ▲P ▼i => QED E se è prevista una scadenza => il rimborso?
Se rimborso alla pari (cioè 1 a 1) esso va aggiunto al flusso di interessi => 1+i = C / P Ma la relazione inversa ovviamente rimane.
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2) Oltre a prezzi e tassi d’interesse, i beni scambiati in mercati finanziari hanno rendimenti.
Di solito, tasso di rendimento ≠ tasso d’interesse Questo accade quando il
P di mercato è ≠ 100 e il rimborso del valore nominale a scadenza è, come tipico, 100 Esempio. Mercato “secondario” dei BTP decennali (secondario=tratta titoli già emessi) Scadenza = Marzo 2030 (=> già emesso da 2 anni)
Valore nominale = 100: a scadenza ti daranno certamente 100 (o quasi: l’Italia può fallire) Tasso d’interesse annuo (cedola) = 10%: ogni anno ti danno 10 ogni 100 euro investiti Prezzo di mercato = 200: paghi 200 per avere un titolo che a scadenza ti darà 100
Perché sei disposto a pagare oggi 200 per avere un titolo che tra 8 anni ti darà 100?
Se paghi 200 vuol dire che i tassi dei titoli di nuova emissione, cioè i tassi correnti di mercato, sono il 5%:
con tassi correnti di mercato al 5%, nessuno vende a 100 un titolo che offre il 10%.
Se lo vuoi devi pagare 200. E, razionalmente, il mercato calcola esattamente P=200:
Se paghi 200 e ti danno 10, infatti, il rendimento annuo del BTP “già emesso” è in linea con i tassi dei BTP appena emessi: 10/200 = 5%. In mercati ben funzionanti con operatori marginalisti non possono esserci “beni” identici con prezzi diversi: nessuno comprerebbe i beni con prezzi più alti.
Morale: Tasso d’interesse del BTP (10%) > Tasso di rendimento del BTP (5%)
Detto ciò, anche nei mercati finanziari-creditizi il prezzo è un segnale:
Chi domanda paga interessi bassi? Vuol dire che il creditore/offerente lo ritiene affidabile Es. Il Prime rate è il prezzo/costo (basso) del denaro ottenuto dai debitori più affidabili Questo vale anche per i Paesi e il mercato dei titoli del loro debito pubblico. Es. Ita vs Ger:
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Il fatto è che scambiare denaro è una compravendita diversa dalle altre.
Es. da vari anni il rendimento nominale dei titoli di stato di alcuni paesi è negativo:
si è disposti a pagare oggi addirittura più di quanto si riceverà in futuro!
Es., A luglio 2019 comprando un titolo tedesco con scadenza 11/09/2020 non solo non avevi interessi ma, in più, dovevi pagare 100,85 euro per averne, a scadenza, solo 100
Ciò perché, come detto,
nei mercati finanziari-creditizi contano Affidabilità, Rischio, Fiducia, Aspettative:
chi offre denaro (i creditori) è soggetto a molti rischi. I creditori:
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1. Assumono parte del rischio del debitore:
le imprese ottengono fondi oggi, => certi, dai risparmiatori a fronte di una promessa di distribuire un reddito futuro incerto.
2. Necessitano di informazioni corrette ma:
selezione avversa (informazione nascosta): Es. il debitore può nascondere le sue difficoltà economiche al creditore => i creditori potrebbero dover trattare specialmente con debitori poco affidabili => selezione avversa
rischio morale (azione nascosta): Es. dopo aver ottenuto il credito, il debitore utilizza il prestito per attività più rischiose rispetto a quelle dichiarate: nasconde le sue intenzioni.
3. Preferirebbero scadenze brevi ma:
i debitori (le imprese) preferiscono scadenze lunghe: i progetti imprenditoriali necessitano tempi lunghi per risultare profittevoli (avviamento, marketing,…).
Morale:
in questi mercati pochi individui sono in grado di ottenere tutte le informazioni e assumersi tutti i rischi di prestare soldi a lungo termine.
Ecco perché l’Uomo ha creato le banche,
ecco qual è l’utilità sociale degli intermediari finanziari:
• facilitano il raccordo tra creditori (famiglie che preferiscono rischiare poco e per poco tempo) e debitori (imprese che preferiscono crediti a lungo termine)
• facilitano l’individuazione della controparte (↓costi di ricerca)
• sfruttano le economie di scala => ↓ i costi fissi
• sono gli operatori più efficienti nell’allocare il credito delle famiglie verso le imprese che hanno i migliori rapporti “costo/probabilità di successo” del progetto industriale
• aumentano la liquidità/negoziabilità dei titoli e, quindi, la loro accettabilità da parte dei creditori.
Insomma: nei sistemi capitalistici,
le banche sono tra le “imprese private” indicate come un ingrediente essenziale poiché esse, come le imprese non finanziarie, ↓ i costi di transazione presenti nel Mercato.
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Una banca speciale: La Banca Centrale (BC)
La BC NON presta soldi alle imprese e NON raccoglie fondi dalle famiglie. Essa
1) È la banca di emissione: le sue banconote hanno corso legale=sono utilizzabili e accettate da tutti per soddisfare legalmente qualsiasi obbligo di pagamento (debiti, stipendi,…).
2) È la banca delle banche: se una banca ordinaria ha bisogno di soldi li può chiedere alla banca centrale. Se una banca ordinaria ha un eccesso di liquidità può depositare il proprio denaro presso la banca centrale.
3) È l’organo di vigilanza delle banche: controlla la regolarità dell’attività delle banche commerciali e degli intermediari creditizi in generale e la loro solidità.
4) Gestisce le riserve valutarie - cioè le valute estere che derivano dagli scambi col resto del mondo - e interviene nel mercato valutario per controllare il tasso di cambio (che, ovviamente, incide sugli scambi con l’estero ma, anche, sull’inflazione).
5) È la principale autorità di politica monetaria: gestendo l’offerta di moneta (può stampare banconote e/o comprare titoli di stato immettendo moneta nel Sistema) e i tassi d’interesse ufficiali, tiene sotto controllo l’inflazione e mantiene la stabilità dei mercati finanziari e dei cambi.
Sito BCE: Il nostro obiettivo principale è mantenere la stabilità dei prezzi, ossia salvaguardare il valore dell’euro. La stabilità dei prezzi è essenziale per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Contribuiamo inoltre alla sicurezza e alla solidità del sistema bancario nonché alla stabilità del sistema finanziario.
La moneta è troppo importante per il Sistema per lasciarla completamente al solo settore privato o pubblico => Stato & Mercato.
Di seguito qualche accenno al
moltiplicatore dei depositi bancari = meccanismo di creazione di moneta bancaria (=>
privata) basata su moneta legale (=> Stato lato sensu)
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La creazione di moneta bancaria e il moltiplicatore dei depositi bancari La BC emette banconote=moneta legale.
Ma la quantità di moneta in circolazione nel Sistema è molto maggiore:
quantità totale di moneta nel Sistema = moneta legale + moneta bancaria.
Come si crea la moneta bancaria? Tramite il moltiplicatore dei depositi bancari.
Esempio: la banca
raccoglie 100€ dai depositanti (correntisti) concede prestiti per 80€ alle imprese
tiene a riserva 20€
Perché tenere 20€ di riserva? Perché i correntisti potrebbero prelevare tutti i 100€. Perché solo 20€? Perché i correntisti non prelevano (quasi) mai i 100€ tutti in una volta.
NB: mercati finanziari-creditizi basati su fiducia e aspettative => rischiosi. Infatti
la BC impone una % di riserva obbligatoria sotto la quale le banche non possono scendere.
Ottenuti gli 80€ di credito, le imprese li spendono per pagare fornitori, lavoratori,…
I fornitori, lavoratori,…prendono parte di questi soldi e li depositano nelle varie banche.
Le banche prestano l’80% di questi soldi alle imprese che li usano per pagare fornitori,…:
È chiara la somiglianza col moltiplicatore keynesiano
Definiamo:
cr=coefficiente riserva (20%) R=riserve
B=depositi iniziali (100€) D=nuovi depositi
Quando finisce il processo di creazione di moneta bancaria?
Quando i 100€ euro inizialmente depositati saranno tutti tenuti a riserva (legale o libera):
per legge o per calcolo dei rischi, le riserve non possono essere prestate =>
il processo finisce quando B=R.
Quanta moneta bancaria sarà generata alla fine del processo?
Dato che alla fine del processo B=R e dato che R=Dcr (poiché una parte cr di ogni nuovo deposito D è messo a R) => B=R=Dcr => D = B/cr => moltiplicatore dei depositi = 1/cr Nell’esempio: D = B/cr => 500 = 100/0,2 => 400 euro di depositi derivati dai B=100 È il sistema bancario nella sua totalità, non una singola banca, a creare moneta bancaria
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Da quanto detto emergono strette connessioni tra moneta legale, moneta bancaria e credito, ovvero tra banca centrale, sistema bancario e imprese.
L’importanza per la BC di
1. controllare l’offerta di moneta, 2. mantenere solide le banche
3. mantenere stabili i mercati finanziari e creditizi
e il fatto che esistono vari tipi di moneta che sono più o meno collegati a questi 3 elementi, ha portato a classificare la moneta secondo il grado di liquidità:
Base monetaria = circolante + riserve bancarie (base: è da essa che si “moltiplica” la moneta)
M1 = base monetaria + depositi bancari e postali in c/corrente + assegni circolari + depositi in conto corrente presso il Tesoro
M2 = M1 + certificati di deposito delle banche con scadenza inferiore a 18 mesi + conti correnti vincolati (nel prelievo) + depositi a risparmio presso le banche + libretti postali M3 = M2 + Bot + accettazioni bancarie + raccolta bancaria pronti contro termine
Cti = credito totale interno (al paese) = valore dei finanziamenti ottenuti dal settore privato dell’economia (specie imprese) + debito AA.PP.
Dirò un po’ di più quando parlerò di velocità di circolazione e di politica monetaria.
Qui proseguiamo con le teorie della moneta e ci domandiamo:
quanto influisce la moneta sulla parte reale (Y, C, I, occupazione) del Sistema?
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Teoria Quantitativa della Moneta: i “monetaristi”
Ipotesi: la moneta serve solo per gli scambi, NON svolge il ruolo di riserva di valore, Definizioni (in un dato periodo):
M = quantità di moneta in circolazione nel Sistema
V = velocità di circolazione di M = numero di volte che M passa di mano per scambi Q = quantità di beni nel Sistema
P = prezzi dei beni nel Sistema
=>
MV è il valore nominale di quanto è stato acquistato in un certo periodo PQ è il valore nominale di quanto è stato venduto in quel periodo
Identità contabile (relazione consuntiva, verificata per definizione):
[1] MV ≡ PQ In altre parole:
il flusso delle transazioni monetarie (MV) deve corrispondere al valore monetario del flusso dei beni e servizi scambiati (PQ).
Infatti, la [1] è anche detta equazione degli scambi.
Esempio: Sistema Economico “giocattolo” con
✓ due soli agenti: un venditore e un compratore
✓ un totale di 10 euro in circolazione (M=10)
✓ un solo bene: una mela (Q = 1)
✓ un solo prezzo: 10 euro (P=10)
✓ un solo scambio (V=1)
MV = 10*1; PQ = 10*1 L’equazione degli scambi è verificata: MV = 10 = PQ
Se M serve solo a comprare l’unico bene (=> Q=1; V=1) non può essere altrimenti:
se ceteris paribus fosse M = 15 => P sarebbe 15.
Per maggior realismo, si può immaginare che
Q = un “unico” bene chiamato PIL, P = deflatore PIL.
Fin qui mera identità contabile.
Ma gli economisti studiano i comportamenti e il Sistema =>
aggiungiamo tre ipotesi comportamentali e di Sistema per
mostrare che la quantità di moneta M nel Sistema determina il livello generale dei prezzi P:
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1. Definiamo v = 1/V = quantità di M che il settore privato desidera/preferisce detenere per unità di prodotto: bassa V => alta v. Ipotizziamo che v sia costante 2. Ipotizziamo che la quantità prodotta nel Sistema (Q) si determini in maniera
indipendente dalle condizioni monetarie
3. Ipotizziamo che l’offerta di moneta (Ms) nel Sistema è controllata dalle Autorità monetarie.
Se valgono queste ipotesi => l’identità [1] diventa la teoria quantitativa della moneta:
[2] Md = vPQ = 𝑀̅ = Ms Essa afferma che Ms determina il livello generale dei prezzi P Studiamo più in dettaglio le 3 ipotesi che determinano Ms=>P
v è stabile: quanta M desidero detenere dipende dalla frequenza dei pagamenti (stipendi, tasse,..), e questa frequenza non cambia molto né si modifica velocemente.
Q è indipendente dal lato monetario del Sistema. Perché?
Perché Q è determinato dall’equilibrio di domanda e offerta nei vari mercati e l’equilibrio è sempre assicurato da prezzi perfettamente flessibili. Cioè, Q è sempre fisso al livello di pieno impiego dei fattori.
La terza ipotesi è la meno contestata a livello teorico. Essa implica che Ms sia indipendente dalle altre tre variabili (V, P, Q) => implica che si può modificare Ms senza influenzare la domanda di moneta che dipende da V, P, Q.
Dire che Ms determina il livello generale dei prezzi P implica dire che
la moneta è neutrale: M è un velo che altera i valori nominali (PQ) ma non quelli reali (Q).
Il tutto si vede meglio scrivendo l’equazione [2] in tassi di variazione (le moltiplicazioni diventano somme):
𝒗̇ + 𝑴̇ = 𝑷̇ + 𝑸̇
dato che
✓ v è costante (o molto stabile) => 𝒗̇ = 0
✓ prezzi flex tengono fermo Q al pieno impiego (almeno nel medio-lungo periodo) =>
𝑸̇ = 0
𝑀̇ = 𝑃̇ => l’inflazione è un fenomeno puramente monetario.
Ci sono delle evidenze su ciò (110 paesi negli anni 1960-1990):
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Fonte: McCandless, G., and W. Weber. 1995. Some monetary facts. Federal Reserve Bank of Minneapolis Quarterly Review 19(3):2–11.
Morale:
per la teoria quantitativa della moneta, la moneta 1. è neutrale
2. come altri beni è soggetta alla legge della domanda e dell’offerta:
data la stabilità di Md,
quando
↑
la quantità offerta di M (i.e., quando↑
Ms)Ms > Md =>
↓
il valore(prezzo) di M doveil valore(prezzo) di M è misurato dal suo potere d’acquisto
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Le critiche di Keynes alla teoria quantitativa
Keynes: M influenza sia Q sia V => la moneta non è neutrale, non è un velo.
Dipendenza di V da M
Keynes: V non è stabile, è influenzata da quanto accade nei mercati monetari e finanziari.
I dati dicono che talvolta hanno ragione i monetaristi, altre volte Keynes.
Dopo anni di relativa stabilità, dai primi anni ’80 V divenne sempre più volatile
Perché V è calata negli anni “80?
I mercati finanziari-creditizi hanno introdotto molte innovazioni tecnologiche e di
“marketing” che hanno reso V molto più collegata a questi mercati. Esempi:
✓ i depositi in c/corrente hanno cominciato a offrire interessi => detengo meno banconote,
✓ carte di credito e debito, bancomat, ecc. sono divenuti sempre più diffusi => detengo meno banconote.
Perché V è divenuta ancora più instabile da metà anni “90?
V era ormai legata ai mercati finanziari-creditizi e questi mercati,
causa innovazioni e globalizzazione che hanno ↑concorrenza e ↑interdipendenza, sono diventati più volatili
Insomma: è sempre più labile il confine tra M transattiva => V=cost e
M come riserva di valore => fz. del tasso d’interesse nei mercati monetari => V=instabile Dipendenza di Q da M
Per Keynes è possibile equilibrio di sottoccupazione => anche nel breve ↑M => ↑Q. Come?
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Causa prezzi rigidi e/o aspettative negative il Sistema potrebbe trovarsi in equilibrio di sottoccupazione, cioè, I=S determina una domanda aggregata≡AD<Q≡domanda effettiva =>
se ↑M => (come vedremo) ↑AD => ↑Q (come detto, invece, P=costanti)
Logica di base: M ha effetti reali (fa variare Q) nella misura in cui P non reagisce =>
è l’inclinazione dell’AS (=offerta aggregata) a determinare se politiche che ↑AD (tipo ↑Ms) hanno effetti reali. In estrema sintesi grafica, la differenza tra monetaristi vs keynesiani è:
P AS
Fase monetarista:
AD
prezzi perfettamente flexFase ibrida
Fase Keynes: p fissi
Q di pieno impiego
Q
Crisi 1929 è “fase Keynes”:problema è il basso Q, non alti P => politiche espansive per ↑AD e ↑Q PROBLEMA PRATICO DELLE POLITICHE KEYNESIANE:
In crisi profonde e diffuse (crollo di Wall Street o pandemia COVID) è relativamente facile vedere che siamo in “fase Keynes” => politiche macroeconomiche espansive.
Ma, ovviamente, sarebbe meglio agire prima di vedere moltissime famiglie disperate.
Ma il Sistema è complesso e incerto: come fanno i politici (seppur onesti e capaci) ad avere info tempestive e corrette? E i calcoli? Agire in anticipo o ai primi segnali vuol dire aver fede che il modello teorico (ipotesi, equazioni e parametri) è proprio quello corretto.
Ma purtroppo c’è anche un
PROBLEMA TEORICO DELLA TEORIA KEYNESIANA:
Negli anni ”70-80 ci fu la stagflazione: ↑P con Q=cost. Ma per la teoria “generale” ciò non può realizzarsi: ↑P può aversi solo a causa di ↑AD (la quale ↑Q).
Graficamente, stagflazione implica AS verticale e per Keynes la AS non è verticale.
La AS verticale è invece coerente col monetarismo.
Ne riparlerò nelle prossime dispense (la AS dipende dal mercato del lavoro)
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Morale. Il Sistema Economico è complesso e lo diventa ogni giorno di più:
- Tutti gli ingredienti del capitalismo evolvono incessantemente
- Tuttora non conosciamo il Sistema così bene da avere una “teoria del tutto” (se esiste) - Non c’è un modello economico che spiega tutto in tutte le occasioni. Però ci sono
modelli più adeguati di altri in certe situazioni => è richiesta flessibilità mentale.
I più curiosi possono trovare elementi utili nel mio libro (facoltativo) Ma torniamo a Keynes. Vediamo meglio
la sua teoria che spiega perché V non è costante (da cui la non neutralità di M).
Per farlo egli propose una nuova teoria della domanda di moneta.
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La teoria keynesiana della domanda di moneta (NB da qui in poi Y≡Q) Monetaristi:
la moneta serve, per cui si domanda, solo per acquistare beni e servizi.
Md stabile e scollegata dai mercati finanziari => scollegata dai tassi d’interesse.
Keynes:
la moneta serve, per cui si domanda, 1) per acquistare beni e servizi:
Domanda di moneta transattiva (Ly): per Keynes, come per i monetaristi, Ly dipende da come e quanto incasso e come e quanto spendo, ovvero dipende dal reddito Y≡Q:
Ly = kY
Dove k, come anche per i monetaristi, è una quota che dipende dalla frequenza degli incassi e spese (salari, stipendi, fitti, tasse, ecc.)
Insomma: Ly stabile e scollegata dai mercati finanziari e dai tassi d’interesse.
2) moneta come riserva di valore => si domanda per motivi speculativi:
Qui “speculare” vuol dire fare calcoli per conservare il valore dei (molti o pochi) risparmi.
Anche chi ha basso reddito è uno speculatore: ha deciso quanto Y consumare => ha dei S
=> “specula” confrontando pro e contro di detenerli come moneta piuttosto che in titoli.
Domanda di moneta speculativa (Li): Si confrontano pro e contro di detenere M piuttosto che titoli per conservare il valore dei propri S
Pro e contro della Moneta:
1) È già liquida: non si deve perdere tempo/denaro per trasformarla in contanti 2) Non dà interessi
3) Mantiene il proprio valore nominale: un biglietto da 100 euro vale sempre 100 nominali
Pro e contro dei Titoli:
1) Sono meno liquidi della moneta e costa tempo/denaro trasformarli in contanti;
2) Fruttano più interessi della moneta;
3) Hanno un prezzo di mercato (pm) variabile. Nel bene e nel male: pm può sia ↓ sia ↑.
NB i prezzi dei beni, invece, qui sono fissi Keynes concentra l’attenzione sul punto 3):
quali fattori determinano variazioni del prezzo di mercato dei titoli?
Soprattutto il tasso d’interesse (i) che, come detto, si muove in direzione inversa a pm =>
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se i è molto alto, molti si aspettano un suo ↓ =>
molti si aspettano un ↑ di pm =>
molti sono indotti a comprare obbligazioni, i.e, preferiscono i titoli alla moneta =>
Li è bassa quando il tasso d’interesse è alto e viceversa:
Dato che Li dipende dalle aspettative circa i, e le aspettative sono volatili,
allora anche la domanda di moneta speculativa è instabile. Per Keynes, infatti, se si vuole capire la Md e la non neutralità della M, è più importante studiare Li che (la stabile) Ly Importanza delle aspettative: la trappola della liquidità.
Perché c’è un tasso d’interesse minimo (ic)?
Perché i potrebbe essere così basso, ovvero pm potrebbe essere così alto, che
tutti sono “ribassisti”, cioè tutti si aspettano un ↓ di pm =>
nessuno è disposto a comprare obbligazioni il cui prezzo è atteso in calo =>
tutti preferiscono rimanere liquidi =>
tutti preferiscono moneta a titoli:
il tratto orizzontale della Li è noto come trappola della liquidità.
Analizzata la domanda di moneta,
Keynes fa un’ipotesi sull’offerta di moneta per “chiudere” il mercato. Vediamo
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L’equilibrio del mercato monetario
Keynes considera l’offerta di moneta Ms esogena e decisa dalla banca centrale Ms = 𝑴̅ Al solito, la condizione di equilibrio è data da domanda (Md) = offerta (Ms) di moneta:
Ly + Li = Ms = 𝑴̅ Md = (Ly + Li)
Volendoci concentrare su i e Li (Li è la domanda di moneta che ci interessa) =>
possiamo considerare Ly esogena: dipende solo da Y ma non da i =>
nello spazio “M; i” Ly è un semplice numero, una costante => la porto a dx => 𝑴̅ - Ly
Entrambi i termini sono indipendenti rispetto a i (𝑴̅ dipende da BC) => retta verticale Li, invece, varia inversamente rispetto a i => curva inclinata negativamente:
Equilibrio:
Li (i.e., dom. di moneta) = 𝑴̅ - Ly (i.e., off. di moneta che rimane una volta soddisfatta Ly) ie = tasso di equilibrio = tasso al quale Li = 𝑴̅ - Ly
Statica comparata:
Che cosa succede se ↑𝑴̅ (con Y => Ly costanti)?
Succede che Ms>Md => il nuovo equilibrio impone ↑Md cioè ↑Li (Ly costante) il che, a sua volta, impone che ↓i: bisogna convincere gli speculatori a detenere più moneta (speculativa) e ↓i rende i titoli meno convenienti.
Che cosa succede se ↑Y (a parità di 𝑴̅ )?
↑Y => ↑Ly => meccanicamente, ↓ (𝑴̅ - Ly) => per equilibrio deve ↓Li => deve ↑i
Ricordiamolo (pro LM): a parità di 𝑴̅ (stessa LM), Y e i si muovono con lo stesso segno
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La moneta ha effetti su reddito e occupazione: qual è il meccanismo di trasmissione?
Meccanismo di trasmissione monetario = il modo in cui M influenza Q
Secondo Keynes il meccanismo di trasmissione monetario dipende anche dalle aspettative.
Le aspettative sono cruciali anche per i neoclassici moderni: aspettative razionali Secondo Keynes
l’offerta di moneta (=> la BC) e Li (=> le aspettative degli speculatori) determinano i.
A sua volta
i e le aspettative delle imprese determinano gli investimenti aggregati (I).
A loro volta gli
I, tramite il moltiplicatore, influenzano reddito e occupazione =>
la moneta non è un velo, ha effetti reali:
Effetti di retroazione: dato che varia Y => varia Ly => varia i
Secondo Keynes questi effetti impattano meno sul Sistema rispetto a 𝑴̅ =>
morale di politica monetaria keynesiana: controllando 𝑴̅ posso controllare Y≡Q
Tutto questo si capisce meglio modellizzando il mercato monetario con la curva LM.
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Equilibrio del mercato monetario: La curva LM (=Liquidità-Moneta) Quattro grafici interconnessi per costruire la LM=coppie Y;i per le quali Md=Ms
Grafico 6) già visto: Ly = kY
Grafico 7) [è una sorta di vincolo di bilancio]:
Retta è l’insieme di punti di equilibrio. Perché?
Perché sono tutte le coppie Li; Ly la cui somma è pari a 𝑴̅ =>
è equilibrio poiché in equilibrio offerta (𝑴̅ ) = domanda (Li + Ly).
Retta inclinata negativamente: a parità di 𝑴̅ , se aumenta Li deve calare Ly e viceversa Retta a 45°. Perché?
𝑴̅ = (Li + Ly) => Ly = 𝑴̅ - Li => coefficiente angolare -1 => 45°
Intercetta asse Li = 𝑴̅ poiché se Li = 𝑴̅ => Ly = 0. Stesso dicasi per intercetta su asse Ly
Grafico 8) già visto: Li decresce con i Grafico 9). Costruzione della LM:
nel grafico 9), partiamo da un livello del reddito Y’
nel grafico 6) troviamo il corrispondente L’y
riportiamo L’y nel grafico 7) e troviamo la corrispondente L’i riportiamo L’i nel grafico 8) e troviamo il corrispondente tasso i’.
riportiamo nel grafico 9) Y’ e i’ e abbiamo il punto P’.
Ripetendo partendo da un altro livello del reddito (Y”) possiamo tracciare la retta LM LM=coppie Y;i per le quali domanda moneta=offerta moneta:
quel livello di Y genera una Ly che, sommata a Li generata da quel livello di i, è tale da verificare l’uguaglianza 𝑴̅ = Li + Ly
LM=inclinazione positiva. La sequenza ipotizzata è:
data 𝑴̅ , se ↑Y => deve ↑Ly => deve ↓Li => deve ↑i