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Relazione sull esperienza. e disponibile a farsi valutare. Nel corso degli anni mi sono sempre occupata di questa materia

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Academic year: 2022

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Liceo Scientifico Statale “LUCA DA PENNE “ – Penne (Pe) Relazione sull’ esperienza

La motivazione forte che mi ha spinto a partecipare alla rete Modus è stato il mio interesse per l‟autovalutazione dell‟Istituzione Scolastica. Una scuola di qualità è quella in grado di autovalutarsi e disponibile a farsi valutare . Nel corso degli anni mi sono sempre occupata di questa materia rivestendo dal 1996 la funzione strumentale n° 1, partecipando a corsi di formazione specifici e a sperimentazioni nei vari istituti scolastici in cui ho svolto i miei insegnamenti .

Sono stata sempre alla ricerca di modelli valutativi e soprattutto di strumenti che permettessero di osservare da un punto di vista sistemico l‟organizzazione scolastica analizzandone e verificandone il funzionamento complessivo e individuandone i punti di forza e di debolezza (criticità) su cui lavorare in un‟ottica di miglioramento continuo, operando con strumenti rispettosi delle dimensioni pedagogiche della Scuola.

All‟interno della rete Modus mi sono confrontata con esperti ed altre realtà scolastiche arricchendo le mie conoscenze e soddisfacendo le mie curiosità.

Ho partecipato a gruppi di ricerca producendo materiali. (All.n°1) e sperimentando ciò che la rete ha prodotto.

Nella prima fase del progetto si sono definite quattro macroaree indicate e descritte attraverso componenti estrapolate dai modelli che sono stati oggetto di studio e di approfondimento : modello trentino,modello CAF, modello olandese, manuale diametro ecc…

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MACROAREE:

1. LEADERSHIP 2. PROCESSI

3. ANALISI DI EFFICACIA E DI EFFICIENZA 4. ANALISI DELLA SODDISFAZIONE

All‟interno di queste macroaree sono stati poi individuati i fattori di qualità.

Per quanto riguarda la macroarea PROCESSI i fattori di qualità riguardano:

1. ORGANIZZAZIONE INTERNA 2. QUALITA‟ DEL CURRICOLO

3. PROGETTUALITA‟(Capacità di realizzare l‟autonomia, Innovazione) 4. FORMAZIONE E SVILUPPO PROFESSIONALITA‟ DOCENTI 5. DIVERSIFICAZIONE DELLE STRATEGIE

DELL‟APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO

Nella mia scuola mi sono occupata degli ultimi due fattori sperimentandone gli strumenti per analizzarli e valutarli.

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FORMAZIONE E SVILUPPO PROFESSIONALITA’ DOCENTI

Nell‟ ambito dei processi di riforma e di innovazione, la formazione costituisce una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale dei docenti, per il necessario sostegno agli obiettivi di cambiamento, per una efficace politica di sviluppo delle risorse umane attraverso qualificate iniziative di prima formazione e di formazione in servizio, di mobilità, riqualificazione e riconversione professionale, nonché di interventi formativi finalizzati a specifiche esigenze.

Gli obiettivi formativi assunti come prioritari porranno particolare attenzione:

- ai processi di innovazione;

- al potenziamento e al miglioramento della qualità professionale;

- al potenziamento dell‟offerta formativa sul territorio, con particolare riguardo alla prevenzione dell‟ insuccesso scolastico e al recupero degli abbandoni, nonché alla esigenza di formazione continua degli adulti;

- ai supporti dei processi di riqualificazione dei docenti ;

- all‟ introduzione e alla valorizzazione dell‟ autoaggiornamento»

La formazione iniziale è solo la premessa per “essere” insegnanti. Per diventarlo pienamente occorre percorrere una pluralità di esperienze formative e professionali (il “normale” insegnamento, la progettazione dell‟offerta formativa, la ricerca didattica, le attività di aggiornamento e formazione in servizio, ecc.). Decisiva appare, però, la capacità di riorganizzare e migliorare le proprie esperienze di insegnamento attraverso un approccio cognitivo-riflessivo, che rimette in gioco le risorse cognitive ed emozionali.

L‟insegnante, dunque, non è un bricoleur, perché non si limita ad utilizzare repertori e tecniche senza capitalizzarle, ma riflette sulle pratiche con strumenti concettuali sempre più affinati. Quello del docente è un lavoro ad ampio spettro. Le sue dimensioni sono definite da saperi (le competenze

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culturali e didattiche), valori (le responsabilità educative), riflessività (la consapevolezza professionale).

Al centro della professione docente c‟è una responsabilità pubblica, che si esplica nell‟etica del lavoro ben fatto, nell‟impegno educativo verso i ragazzi, nella formazione di persone e cittadini consapevoli ed attivi.

La dimensione culturale della professione docente comprende senza dubbio la padronanza dei nuclei fondamentali delle discipline oggetto di insegnamento, cioè delle conoscenze essenziali, dei quadri concettuali, della connessione di informazioni e nozioni riferibili a specifici contenuti disciplinari. Tale padronanza si estende alle conoscenze di tipo procedurale, di tipo immaginativo, di tipo rappresentativo, assai ricche sotto il profilo formativo ed indispensabili sul piano professionale. E‟ giusto chiedere ai docenti una maggiore competenza culturale e disciplinare (come sembra emergere dai lavori della commissione ministeriale incaricata di studiare i nuovi percorsi formativi che portano alla docenza), se però si interpreta questo “sapere” come già proiettato verso la sua insegnabilità.

L‟insegnante non si limita ad utilizzare repertori di strumentazioni utili a gestire l‟insegnamento, ma ritorna sulle esperienze quotidiane in termini di riflessività. Inoltre è orientato da una spiccata sensibilità clinico-pedagogica, che gli consente, ad esempio, di “vedere” come il contesto implicito della classe condizioni la dinamica insegnamento-apprendimento e di interrogarsi sulle trasformazioni degli allievi che ha di fronte (il loro universo comunicativo, l‟immaginario massmediologico, gli stili di vita) e sulle loro differenziate esigenze.

Le competenze didattiche comportano la focalizzazione sulla organizzazione della classe, sull‟uso del tempo, sulle forme di raggruppamento dei ragazzi, sulle dinamiche relazionali, sugli stili comunicativi. L‟insegnante dovrà padroneggiare le tecniche della trasmissione culturale, della comunicazione, della relazione educativa (da come si gestiscono i materiali didattici a come si lavora sul testo del manuale, a come si migliora il clima nella classe).

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E‟ giusto che il docente abbia un rapporto alto con la disciplina, con i saperi organizzati, mantenendo con esse un rapporto “adulto”, curando relazioni costanti con i centri di ricerca, le università, le riviste specializzate, le frequentazioni culturali. Questa partecipazione ad un ambiente culturale stimolante si impara all‟Università, ma si alimenta nel corso degli anni vivendo la propria professione in termini ricchi e stimolanti.

Per valutare nella mia scuola questo processo chiave si sono usati i seguenti :

INDICATORI

1. PROMOZIONE DI ATTIVITA‟ DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO ORGANIZZATE DA ENTI QUALIFICATI ED ACCREDITATI

2. ATTIVAZIONE DI ACCORDI DI RETE, CONVENZIONI CONSORZI

3. ESISTENZA NELLA SCUOLA DI UN CURRICULUM PROFESSIONALE AGGIORNATO DEI DOCENTI

4. MODALITA‟ DI AFFIDAMENTO DEGLI INCARICHI (VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE)

5. DISPONIBILITA‟ DELLA SCUOLA AD INVESTIRE RISORSE E A SUPERARE EVENTUALI OSTACOLI NELL‟INNOVAZIONE E NELLO SVILUPPO PROFESSIONALE

6. VERIFICA DELLA RICADUTA DELLE ATTIVITA‟ DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO NELLA PRATICA DIDATTICA

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QUESTIONARIO DOCENTI

SONDAGGIO DELLE AREE DI ATTIVITA’

La Scuola rileva i bisogni formativi dei docenti prima di pianificare le attività di aggiornamento e formazione?

La scuola dispone di un elenco aggiornato e verificato di esperti cui ricorrere per le attività di formazione e aggiornamento dei docenti?

Si è attuata una politica di rapporti con altre scuole (reti ,convenzioni) o con soggetti istituzionali per ottimizzare le risorse finanziarie e/o umane?

Esiste nella scuola un curriculum professionale aggiornato dei docenti (titoli, attestati,esperienze….)?

L‟assegnazione di ruoli di responsabilità ai docenti è documentata e fatta in base a competenze accertate?

Oltre a prevedere un budget destinato all‟aggiornamento e alla formazione dei docenti,la dirigenza ne verifica l‟adeguatezza e l‟efficacia?

Esiste una modalità di verifica e valutazione dell‟efficacia della formazione ricevuta al termine di un‟attività? (ricaduta nella didattica)

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DIVERSIFICAZIONE DELLE STRATEGIE DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO

“Non c’è peggiore ingiustizia del dare cose uguali a persone che uguali non sono”

Don Lorenzo Milani

Una scuola moderna realmente rispondente ai bisogni educativi e culturali dei suoi studenti è quella che prevede che differenti approcci pedagogici si rivolgano, in modo diverso, a differenti gruppi di allievi, per cui i docenti hanno bisogno di un repertorio flessibile di strategie di insegnamento/ap- prendimento.

E‟ ormai convinzione consolidata che, nell‟insegnamento, non si possa parlare di un metodo capace di imporsi come ‘il’ metodo migliore; gli insegnanti hanno a disposizione una molteplicità di metodi didattici, che vanno intesi un po‟ come gli „attrezzi‟ del proprio repertorio professionale, tra i quali scegliere, a seconda non solo dei propri convincimenti didattici, ma anche delle condizioni di contesto, del tipo di obiettivi che intende perseguire, ecc.

La varietà dei metodi di insegnamento viene spesso riportata a tentativi di classificazione, che forniscono un repertorio organizzato entro il quale operare le proprie scelte. Esempio:

- METODO DIRETTIVO O FUNZIONALE - METODO NON DIRETTIVO

- METODO SKINNERIANO

- METODO DI ANIMAZIONE (GROUPWORK) (v. Lewin, Moreno) - TEAM TEACHING

- MASTERY LEARNING - METODI AFFERMATIVI - METODI INTERROGATIVI - METODI ATTIVI

- METODI PERMISSIVI

Quelli riportati non sono gli unici esempi, ma sono sufficienti ad esemplificare la varietà dei metodi disponibili. E‟, però, diffusa, una certa confusione nell‟utilizzo di espressioni quali „metodi‟,

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tecniche‟, „strategie‟, per cui può essere utile una distinzione convenzionale, come quella proposta di seguito:

1. le strategie riguardano l‟orientamento complessivo che l‟insegnante assume in quanto facilitatore dei processi di apprendimento;

2. i metodi riguardano l‟insieme di procedure che l‟insegnante attiva nella realizzazione delle singole unità didattiche che ha progettato;

3. le tecniche riguardano aspetti specifici, finalizzati alla realizzazione di particolari momenti dell‟azione didattica, richiesti dal progetto che si sta realizzando e collocati all‟interno del metodo che si sta utilizzando.

Le strategie sono essenzialmente due (Fiorin,‟97; Alessandrini, ‟98) che indichiamo con le espressioni: strategia espositiva e strategia euristica.

La differenza fondamentale riguarda la diversa focalizzazione che guida l‟azione dell‟insegnante:

nella scelta della strategia: privilegia il ricorso a quella espositiva quando il centro della sua attenzione è posto sugli aspetti contenutistici dell‟insegnamento; privilegia la strategia di tipo euristico quando l‟attenzione è, invece, centrata sui modi di apprendere dell‟alunno.

I metodi di insegnamento sono molteplici, ma possiamo farli rientrare nell‟una o nell‟altra delle strategie che abbiamo richiamato, anche se si tratta, pur sempre, di una classificazione di massima, che non va interpretata con rigidità. All‟interno di ogni metodo didattico, infatti, è possibile

rintracciare riferimenti ad entrambe le strategie sopra richiamate. Le tecniche didattiche

rappresentano l‟aspetto più „tattico‟ dell‟azione didattica, non sono esclusive di un metodo piuttosto che di un altro, e meno che mai di una strategia.

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Per valutare nella mia scuola questo processo chiave si sono usati i seguenti :

INDICATORI

1. UTILIZZO DELLE NUOVE TECNOLOGIE A SUPPORTO DI MODELLI INNOVATIVI NELLA PRATICA DIDATTICA

2.UTILIZZO DI METODOLOGIE PER PERCORSI INDIVIDUALIZZATI

3 CURA DELLE ECCELLENZE

4.UTILIZZO DI VARIE STRATEGIE IN RELAZIONE AL MODULO DIDATTICO

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QUESTIONARIO DOCENTI

SONDAGGIO DELLE AREE DI ATTIVITA’

Nella pratica didattica sono programmate attività che utilizzino software e materiali multimediali?

Ai fini di un apprendimento individualizzato sono previste strategie specifiche (laboratori,gruppi di livello ,uso di materiale strutturato…..)?

La programmazione didattica prevede strategie diversificate per alunni non di madrelingua italiana, in situazione di disagio etc…?

La programmazione didattica prevede strategie diversificate per alunni dal profilo eccellente?

Viene adeguata l‟attività didattica in presenza di situazioni particolari o di emergenza?

Sono previste strategie e modalità diversificate nella realizzazione di particolari moduli didattici (stage,alternanza scuola-lavoro, laboratori etc…)?

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Per valutare questi due processi chiave sono stati utilizzati i due questionari somministrati a ciascun docente ma le risposte sono state quasi tutte affermative e quindi non proprio attendibili ed

indicative.

Una attenta riflessione è stata perciò necessaria a proposito dell‟uso degli strumenti di autovalutazione.

Per quanto riguarda i due processi chiave esaminati, certamente, il focus group e l‟intervista faccia a faccia si sono rivelati più idonei nella conduzione dell‟indagine e nell‟individuazione dei punti di forza e di debolezza.

FOCUS GROUP O INTERVISTA FACCIA A FACCIA (FORMAZIONE E SVILUPPO PROFESSIONALITA‟ DOCENTE)

TRACCIA PER LA CONDUZIONE DEL FOCUS GROUP Tematiche da sondare:

PERCEZIONE CHE I DOCENTI HANNO DELLE ATTIVITA’ DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO SVOLTE NELLA SCUOLA:

-Quali sono i tuoi bisogni formativi?

-Quali sono le modalità con cui è stata scelta la tematica oggetto delle attività di formazione e aggiornamento?

ASPETTATIVE INIZIALI

- Cosa ti aspettavi da questa iniziativa?

- Per quali aspetti l’idea che ne hai adesso è diversa da quella iniziale?

GIUDIZI SU ALCUNI ASPETTI “FONDANTI” DELL’OFFERTA DELLA SCUOLA:

-Come giudichi il tema che è stato scelto per le attività oggetto della formazione?

-Cosa pensi dell’organizzazione delle varie attività di formazione?

-Come giudichi gli interventi degli esperti?

-Come pensi di utilizzare i materiali elaborati nel corso dell’attività nella tua classe?

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FOCUS GROUP O INTERVISTA FACCIA A FACCIA

(DIVERSIFICAZIONE DELLE STRATEGIE DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO)

TRACCIA PER LA CONDUZIONE DEL FOCUS GROUP Tematiche da sondare:

PERCEZIONE CHE I DOCENTI HANNO DELLE STRATEGIE DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO

-Pensi sia giusto diversificare le strategie di insegnamento/apprendimento?

-Quali sono le motivazioni che ti spingono a diversificare le metodologie?

-In cosa consiste la diversificazione?

ASPETTATIVE INIZIALI

- Cosa ti aspetti quando utilizzi una strategia piuttosto che un’altra?

- Metti a confronto le varie strategie utilizzate?

GIUDIZI SU ALCUNI ASPETTI METODOLOGICI:

-Come giudichi le modalità di lavoro laboratoriale ?Le utilizzi?

-Come giudichi le modalità di lavoro : stage,alternanza scuola-lavoro? Le utilizzi?

-Come ti rapporti,a livello didattico, con gli alunni non di madre lingua italiana o in situazioni di disagio culturale?

-In che modo le nuove tecnologie possono supportare la didattica? Le utilizzi?

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