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L importanza del Private Equity per l economia reale. L impatto digitale del Private Equity in Italia

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1 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Indice

Introduzione L’opinione comune

L’importanza del Private Equity per l’economia reale

Il Private Equity in Europa

Il Private Equity italiano

L’impatto digitale del Private Equity in Italia

Impatto Digitale e Regioni

Impatto Digitale e stage di investimento I Lead Investor dell’impatto Digitale Andamento dell’Impatto Digitale

Le sfide da superare per lo sviluppo del Private Equity

Glossario

Organizzazioni intervistate

Bibliografia e sitografia

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2 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Casaleggio Associati

Casaleggio Associati offre servizi di consulenza strategica per la presenza in Rete in base alle esigenze e al settore di riferimento dei propri clienti, con l’obiettivo di indirizzare le aziende nelle scelte in ambito digitale e nella definizione degli obiettivi misurabili in termini di ritorno economico.

Consulenza strategica e ricerche di settore

La Rete rende necessaria, per ogni organizzazione, una strategia di medio-lungo termine in cui definire priorità, fattibilità, attuazione e valutazione del ritorno degli investimenti. Una strategia di Rete presuppone una visione di insieme in cui modelli di business, comunicazione e web marketing siano valutati congiuntamente. Casaleggio Associati sviluppa consulenza strategica di Rete per le aziende, attraverso le competenze specifiche di soci, affiliati e partner, e realizza rapporti sull’economia digitale per comprendere i diversi contesti in cui le aziende operano. Casaleggio Associati studia le applicazioni dell'intelligenza artificiale per poterla applicare ai contesti di business dei propri clienti.

Aree di Attività

Una strategia on line prevede la valutazione di più fattori come, ad esempio, l’identità percepita in Rete, il modello di business da implementare, la valutazione del ritorno degli investimenti ROI.

Le principali aree di attività di consulenza di Casaleggio Associati sono le seguenti:

✓ Definizione Strategia on line

✓ Competitive Analysis e Best Practice

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✓ Social Media Marketing

✓ Advertising on line

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4 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Introduzione

L’opinione comune

L’innovazione e la crescita delle aziende italiane passa anche dal loro finanziamento. Il Private Equity è uno degli strumenti principali per riuscire a far competere le medie e grandi aziende italiane a livello globale.

In Italia il mercato del Private Equity è presente da oltre 20 anni, ma stenta a decollare del tutto ed è ancora distante dai livelli raggiunti in Francia, Germania e Spagna. Infatti, il numero di operazioni nel nostro Paese nel corso degli anni è rimasto quasi invariato: circa 284 operazioni annue.

La crescita del Private Equity è stata limitata da alcune peculiarità del mercato italiano. L’opinione comune e condivisa dai principali operatori del settore, vede alla base del mancato sviluppo del Private Equity in Italia una serie di punti critici, sui cui è necessario lavorare e su cui è importante agire a breve e nel lungo termine, per consentire a questo mercato di avvicinarsi agli standard Europei.

Nonostante il mercato del Private Equity nel nostro Paese sia ancora di piccole dimensioni, la convinzione comune è quella che l’Italia sia un Paese con buone potenzialità e un terreno fertile per lo sviluppo del sistema dei finanziamenti all’innovazione perché dotato di un Know-how produttivo e industriale che ha dato vita a tante eccellenze medio/grandi che fanno gola a molti investitori nazionali e stranieri.

Il principale ostacolo alla crescita del Private Equity nel nostro Paese è dato da un ecosistema arretrato, in cui alla base risiede una grande problematica culturale delle aziende Italiane in termini di mentalità, ma anche di conoscenza del mercato del Private Equity stesso, che con difficoltà viene percepito anche come una forma di supporto alle società. Un supporto che non si limita soltanto all’apporto di capitale ma che introduce anche conoscenze, esperienze, managerialità e innovazione.

Un’altra grande criticità consiste nella difficoltà di raccogliere capitale per il sostentamento e la vita dei fondi che vengono creati. L’incapacità di raccolta di capitale deriva da una mancanza di investimenti da parte dei fondi statali italiani:

casse e fondi previdenziali, fondi assicurativi e fondazioni bancarie che guardano al nostro mercato come troppo rischioso, in cui il principale rischio percepito è quello di uno scarso ritorno in termini di liquidità, in questo modo si affidano ad

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advisor esteri e di conseguenza non sono motivati e spinti a versare capitale in attività locali.

Altra problematica che blocca i grandi investitori esteri è l’incertezza e la complessità dei sistemi regolamentari che causano una dilatazione dei tempi delle operazioni di finanziamento.

Le basi per costruire un mercato del Private Equity Italiano fertile sono già state poste, ma le sfide da affrontare affinché possa spiccare il volo non sono poche:

tra queste sicuramente c’è la necessità di creare un ecosistema di contorno che possieda la conoscenza, le competenze e la managerialità per apportare l’innovazione che fino ad oggi è mancata.

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Metodologia Obiettivo della ricerca.

La ricerca ha l’obiettivo di fotografare l’ecosistema del Private Equity italiano in termini numerici e prospettici, identificando le ragioni della situazione attuale e il gap esistente con i Paesi dell’Unione Europea.

Ambito di riferimento.

Il Private Equity è il termine con cui si fa riferimento all’attività degli investitori nel capitale di rischio. Il Private Equity è una forma di finanziamento mediante la quale investitori internazionali rilevano quote di società apportando liquidità.

A differenza del Venture Capital, i cui fondi sono rivolti principalmente ad aziende giovani, innovative e ad alto rischio, i fondi di Private Equity si rivolgono a società mature che, generalmente, non sono quotate in borsa, con la capacità di generare flussi di cassa costanti e con importanti possibilità di crescita.

Nello specifico, gli operatori di Private Equity intervengono nel flusso di vita di queste società apportando, non soltanto capitale finanziario, ma fornendo supporto al management e offrendo un aiuto in termini di modernizzazione del tessuto aziendale. Cercano inoltre di superare ostacoli derivanti da tematiche come quella del cambio generazionale, di cui soffrono, come vedremo nel caso specifico dell'Italia, ancora tante aziende.

Si possono distinguere diverse tipologie di operazioni di Private Equity che dipendono dagli obiettivi di investimento: Expansion, Replacement, Buy out e Turnaround.

Il primo è un tipo di investimento finalizzato all’espansione di un’azienda, infatti agisce nelle fasi di sviluppo dell’azienda stessa. Il Replacement è invece finalizzato alla riorganizzazione societaria, in cui l’investitore si sostituisce temporaneamente a uno o più soci che non sono più interessati a proseguire la gestione della società. Il Buy out è quella operazione finanziaria con cui gli investitori acquisiscono un’azienda mediante capitale di debito, che verrà poi rimborsato tramite i flussi di cassa positivi generati dall’azienda stessa1. Infine l’operazione di Turnaround consiste nell’acquisizione di un’impresa in dissesto finanziario, con lo scopo di ristrutturarla e renderla nuovamente profittevole.2 Nel 2016 in Italia sono stati finalizzati 106 investimenti di Private Equity contro i 97 del 2015 e il 48% degli operatori che hanno investito nel 2016 nel nostro Paese sono internazionali.3

1 Fonte: Private equity in Italia: caratteristiche del mercato e ruolo per le imprese, Barbara Fidanza

2 Fonte: AIFI - Glossario

3 Fonte: AIFI 2017

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7 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Metodologia di riferimento per la ricerca.

Sono state condotte delle interviste ai principali operatori di Private Equity nel nostro paese, con lo scopo di identificare le criticità di questo mercato, i suoi potenziali sviluppi futuri e il suo impatto sull’innovazione delle aziende italiane con focus sullo sviluppo digitale.

Campione di riferimento e informazioni di contesto.

Sono stati identificati i principali operatori del Private Equity in Italia e sono state condotte interviste conoscitive al fine di raccogliere informazioni e dati a supporto dell’analisi, con lo scopo di comprendere dall’esperienza diretta di questi attori criticità attuali e possibili scenari di sviluppo. Dieci di questi hanno partecipato direttamente allo studio fornendo informazioni e materiali.

Sugli altri operatori sono state acquisite informazioni pubbliche disponibili.

Per le informazioni di contesto sono stati acquisiti studi in Rete relativi alle analisi già effettuate sul tema.

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8 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

L’importanza del Private Equity per l’economia reale

Il Private Equity come sistema di finanziamento, non soltanto supporta le aziende mediante l’apporto di capitale, ma la sua azione ha impatti diretti sull’economia reale dei Paesi in cui opera, contribuendo, alla generazione di nuovi posti di lavoro e alla crescita dei ricavi delle società acquisite, in termini di produttività, di investimenti e EBITDA. Una recente ricerca di PwC (2017) ha stimato che Il Private Equity ha inciso in modo diretto sulle performance delle aziende da esso possedute, determinando differenze di crescita nette rispetto alle società non partecipate da Private Equity: dal 2005 al 2015 la crescita dei ricavi di queste società risulta significativamente più alta rispetto al tasso di crescita del PIL italiano (+4%). Anche il tasso di crescita occupazionale è superiore rispetto a quello occupazionale delle aziende italiane (società partecipate da PE tasso 4,9%

- Crescita occupazionale in Italia tasso 0,5%). Inoltre, tra il 2005 e il 2015 si evidenza come il Private Equity abbia contribuito all’aumento dei posti di lavoro, ben 12.000 soltanto tra il 2012 e 2015 nonostante il suo sviluppo ancora limitato in Italia. Le aziende oggetto di Buy-out registrano sempre nel periodo 2005-2015 ricavi superiori (2,8%) e una marginalità EBITDA superiore al 7,7%.4

Gli investimenti di somme di capitale dimostrano di essere un volano per lo sviluppo innovativo delle aziende. Tra i principali obiettivi del Private Equity rientra proprio quello di contribuire allo sviluppo aziendale apportando know- how e risorse manageriali con esperienze internazionali e innovative.

4 Fonte: “L’impatto economico del Private Equity e del Venture Capital in Italia”, PwC, 2017

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9 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Il Private Equity in Europa

Per avere un benchmark di confronto per la situazione italiana sono state analizzate le operazioni svolte su alcuni dei principali Paesi Europei negli ultimi 10 anni, al fine di avere un’idea su come il Private Equity si sia evoluto e sviluppato.

Le operazioni degli ultimi dieci anni in Private Equity effettuate nei principali Paesi (Francia, Germania, Regno Unito e Italia) mantengono un andamento stabile.5 La lieve crescita degli altri Paesi tuttavia corrisponde all’intero nostro mercato.

Per esempio, in Francia si è passati da 1.558 operazioni del 2007 per un valore di mercato di € 12.554 mln, a 1.893 nel 2016 per un valore di mercato di € 12.395 mln. In Italia al contrario, la crescita del numero di operazioni degli ultimi 10 anni non hai mai ricevuto una grande scossa. Nel 2007 si registrano 207 operazioni, per passare lentamente a 322 operazioni nel 2016. Se in media le operazioni in Italia sono circa 284 all’anno, in Francia se ne contano 1.589.

Le operazioni di Private Equity in Italia corrispondono a circa ⅕ di quelle della Francia, ¼ di quelle di Germania e Regno Unito e ½ di quelle delle Spagna, Paese quest’ultimo in cui il Private Equity ha visto uno sviluppo più accelerato rispetto a quello italiano, con circa 684 operazioni annue.

5 Fonte: AIFI

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10 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Il Private Equity italiano

Il Private Equity nel nostro Paese non è un mercato poi così recente, si è infatti sviluppato all’inizio degli anni 90, eppure non è ancora maturato rispetto agli altri paesi Europei e ancora meno rispetto agli Stati Uniti.

I fattori critici per lo sviluppo del Private Equity in Italia, individuati dagli stessi operatori sono: la raccolta di capitale, la piccola dimensione delle aziende italiane, l’assenza di una cultura del Private Equity, la struttura parentale delle aziende e l’ecosistema non integrato.

Per quanto riguarda la raccolta di capitali, gli operatori concordano sul fatto che le risorse per investire nelle imprese italiane sono già presenti in Italia, la problematica emersa è però relativa alla distanza del mercato italiano dal finanziamento alle imprese italiane da parte dei fondi istituzionali come fondi pensioni, fondi bancari e assicurazioni.

I fondi istituzionali, infatti, scelgono nella maggior parte dei casi di finalizzare i loro investimenti verso imprese estere, per una maggiore sicurezza di investimento o anche in seguito alle consulenze che gli vengono fornite da parte degli advisor quasi sempre esteri, o infine per la mancanza di un track record importante per gli investimenti condotti in Italia.

La piccola dimensione delle imprese italiane e la loro struttura parentale rappresentano altri due punti critici, in particolare perché gli operatori esteri

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solitamente investono in target con fatturati superiori (50-100 mln) a quelli delle PMI italiane che difficilmente superano i 10 mln.

La struttura parentale che caratterizza la maggior parte delle società del nostro Paese comporta due tipologie di problemi, uno di tipo di generazionale: nel senso che spesso chi eredita l’azienda non possiede la stessa spinta innovativa dell’imprenditore che l’ha fondata; il secondo riguarda invece il carattere tradizionalista dei proprietari delle piccole medie imprese italiane, che spesso tendono ad essere molto radicati rispetto alle loro origini e tradizioni, mostrandosi più diffidenti nell’accettare il supporto di società come quelle che operano nel Private Equity. Gli imprenditori italiani, infine, non vedono sempre di buon occhio l’inserimento di nuove risorse manageriali, mostrandosi meno elastici e più chiusi anche ad una prospettiva di internazionalizzazione.

Emerge dunque l’assenza nel nostro Paese di una cultura del Private Equity e la mancanza di un ecosistema integrato tra le varie parti: fondi, operatori e aziende.

Nonostante i punti critici individuati, il mercato italiano rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo di una cultura finanziaria del Private Equity e, nonostante le difficoltà di accesso e il carattere frammentato del mercato che presenta costi elevati da gestire, negli ultimi anni il nostro Paese, proprio grazie alle sue eccellenze, ha attirato l’attenzione di alcuni operatori stranieri, che hanno ricoperto un ruolo non indifferente nelle operazioni di Private Equity e all’interno dell’economia reale Italiana.

Il ruolo degli operatori internazionali nel mercato italiano.

Le eccellenze che caratterizzano il mercato italiano hanno attratto diversi operatori stranieri. Nel decennio tra il 2010-2016, sono stati infatti 101 gli operatori internazionali ad operare nel nostro Paese, realizzando 182 investimenti: dimostrazione di un trend in crescita che ha visto le 15 operazioni realizzate nel 2010 diventare 41 nel 2016, registrando una crescita degli operatori complessiva del 20% . 6

L’origine geografica degli investitori che hanno guardato all’Italia nel periodo 2010-2016 è così distribuita:

- 32% ha sede negli Stati Uniti - 28% ha sede in Germania - 18% ha sede in Francia

6 Fonte: Gli investimenti dei fondi di private equity internazionali e il ruolo dell’Italia, Nicola Emanuele, Anna Gervasoni, AIFI, 2017

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12 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Negli ultimi anni, anche gli operatori cinesi stanno guardando con molto interesse al nostro Paese, tanto che diversi di loro, attivi nel mercato del Private Equity hanno già finalizzato operazioni in Italia, come per esempio la recente acquisizione nel 2017 del 30% da parte del cinese Hony Capital, del brand Mr&Mrs Italy di cui è proprietaria l’azienda Duemmei venduto dalla Holding company Magnolia.7 Esempio che ciò che più attrae i cinesi e in generale gli operatori stranieri è proprio il Made In Italy. L’arrivo di Honey Capital servirà a spingere il brand e a posizionarsi nel mercato asiatico, questo è un chiaro esempio di come il Private Equity agisca in termini di innovazione delle strutture aziendali accompagnandole nel processo di crescita e sviluppo quando sono pronte ad esporsi e aprirsi ai mercati internazionali.

Origine geografica degli investitori e settori di investimento.

A dimostrazione dell’importanza che ricoprono l’esperienza e le conoscenze delle aziende italiane in termini produttivi, il comparto dei beni e servizi industriali è stato quello che nel 2010 - 2016 ha ricevuto da parte degli investitori esteri il maggior numero di investimenti: si parla nello specifico di 39 deal. Seguono a questo il settore manifatturiero della moda con 30 operazioni, 19 operazioni per l’ICT, 17 per il medicale: questi due settori sono quelli che si sono sviluppati di più nel corso dell’ultimo periodo, infatti nel 2016 hanno rappresentato i settori principali, rispettivamente con 9 e 7 operazioni. Infine 16 sono state le operazioni che hanno coinvolto il settore dei beni e servizi di consumo nel periodo 2010 - 2016, altri comparti del mercato: finanziario e assicurativo, energia e ambiente manifatturiero - ambientale e retail, hanno invece attirato un numero meno rilevante di operazioni nel corso del decennio analizzato da AIFI (2017).8

7 Fonte: Bebeez, 2017

8 Fonte: Gli investimenti dei fondi di private equity internazionali e il ruolo dell’Italia, Nicola Emanuele, Anna Gervasoni, AIFI, 2017

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13 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

L’impatto digitale del Private Equity in Italia

Al fine di cogliere la portata dell’impatto che i sistemi di finanziamento hanno sull’economia reale e sull’innovazione aziendale, il focus della ricerca si è posizionato nello specifico sull’impatto digitale che questi finanziamenti hanno apportato alle aziende possedute da Private Equity nel periodo 2010-2016.

La base dati circa le aziende Italiane acquisite da Private Equity è stata ricavata dai rapporti PEM9 (Private Equity Monitor, Liuc Università Cattaneo). Per misurare il peso dell’impatto digitale sono stati analizzati i dati di traffico10 ai siti web di queste aziende con vista a due anni dal primo finanziamento; il campione di aziende analizzato ha coinvolto quelle che partivano da una base di traffico di almeno 500 visite mensili al sito web di partenza (dati PEM 2010 - 2016).

Impatto digitale e regioni

Le principali regioni italiane, sede delle società oggetto di finanziamento da parte degli operatori di Private Equity negli anni 2007-2016, in cui si registra il maggiore impatto digitale sono localizzate principalmente al nord e centro Italia.

Seppur il sud Italia, rispetto alle regioni del Nord, non abbia mai registrato un grande numero di operazioni di Private Equity, da questa analisi emerge che la

9 Fonte: Private Equity Monitor - PEM®, rapporti 2007-2016

10 Fonte: Semrush www.semrush.com

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Campania è la regione del campione in oggetto che registra la più alta percentuale di impatto digitale (+160%) con 21 operazioni.

Tra le regioni che registrano un’alta percentuale di impatto digitale: Veneto +156% con 95 operazioni, Emilia Romagna +121% con 123 operazioni.

La Lombardia, che invece negli anni è sempre stata la regione che ha visto all’attivo il maggior numero di operazioni di Private Equity, 353 nel periodo 2007- 2016, ha avuto un incremento dell’impatto digitale inferiore rispetto alle altre (+59%).

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15 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Impatto digitale e stage di investimento

Per valutare l’impatto delle operazioni di Private Equity sulla crescita digitale delle aziende possedute, sono stati analizzati gli stage di investimento in linea con le quote di acquisizione sia di maggioranza sia di minoranza.

Le aziende acquisite tra il 2010 - 2016, periodo in cui si registra il maggiore incremento di impatto digitale, sono state quelle acquisite in fase di Buy-out con quote di acquisizione di maggioranza e in fase di Expansion con quote di minoranza.

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I Lead Investor dell’impatto digitale

Nel descrivere come il Private Equity ha contribuito allo sviluppo innovativo delle aziende italiane, sono stati individuati i principali Lead Investor che hanno inciso di più sull’impatto digitale delle società finanziate nel periodo 2010-2016.

Quadrivio SGR, società di gestione del risparmio italiana con all’attivo 12 fondi di investimento, si posiziona al primo posto tra i Lead Investor che hanno inciso maggiormente, infatti le società possedute da Quadrivio risultano quelle con maggiore impatto digitale (+1.030%) in termini di traffico ai loro siti web a due anni di distanza dal primo finanziamento. A seguire Ersel Investment Club, società di gestione di fondi chiusi con +404% e Alpha Private Equity fondo Paneuropeo di Private Equity, che si posiziona al terzo posto con con un’incidenza digitale del +360%.

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17 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Andamento dell’impatto digitale

Nel periodo 2010-2016 le operazioni di Private Equity hanno influito in maniera altalenante sullo sviluppo del digitale per le aziende finanziate.

Nonostante l’andamento discontinuo, l’impatto digitale delle aziende possedute da Private Equity è un trend in crescita che deve essere stimolato. Emerge dunque la consapevolezza che l’innovazione italiana passa dal suo finanziamento, in cui i semi da piantare per accrescere questa innovazione e stimolare il decollo del Private Equity sono rappresentati da: capitale, densità geografica delle operazioni di finanziamento, numero di operazioni ed esperienza degli investitori.

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18 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Le sfide da superare per lo sviluppo del Private Equity

Lo stato attuale del Private Equity in Italia è quello di un ecosistema frammentato e non integrato. La necessità che emerge è quella di creare un ecosistema italiano per finanziare l’innovazione delle aziende del nostro Paese.

Il primo passo da fare è quello di generare un circolo virtuoso che possa stimolare la raccolta di capitale, stimolando interesse agli occhi degli operatori

stranieri e dei fondi istituzionali che esistono già nel nostro Paese.

Tra le sfide che il Private Equity deve affrontare c’è prima di tutto la capacità di convogliare somme di capitale che possano finanziare le attività dei fondi, una soluzione potrebbe essere rappresentata dai fondi di fondi. A seguire emerge il bisogno di cominciare a creare una cultura del Private Equity attorno ai sistemi di finanziamento all’innovazione, rassicurando le aziende italiane sul reale supporto che tali sistemi apportano anche mediante l’introduzione di risorse umane e manageriali con esperienze più innovative e internazionali.

E’ necessario inoltre rendere le aziende più inclini ed elastiche all’apertura verso questi sistemi, rassicurando sul fatto che non sempre è necessario cedere totalmente il controllo dell’azienda, ma esistono strade alternative come il Private Debt. Per facilitare la nascita di una cultura del Private Equity e l’ingresso di nuovi operatori diventa inoltre necessario ridurre gli ostacoli regolamentari che ostacolano e rallentano i processi di finanziamento, in particolar modo in fase di Exit.

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19 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Glossario

Buy Out

Tecnica finanziaria diretta all’acquisizione di un’impresa mediante il ricorso prevalente al capitale di debito che verrà per lo più rimborsato con l’utilizzo dei flussi di cassa positivi generati dall’impresa stessa.

Società Target

Società rilevata dai fondi di Private Equity

Deal

Investimento effettuato da un investitore nel capitale di rischio.

Equity

Capitale proprio dell’azienda, versato, generalmente, attraverso la sottoscrizione di titoli azionari o quote. La sua remunerazione dipende dalla redditività e dal successo dell’iniziativa, sia in termini di utile prodotto e distribuito ai soci tramite dividendi, sia in termini di aumento di valore delle azioni.

Exit

Termine generico con il quale si identifica il disinvestimento.

Expansion

Investimento in capitale di rischio effettuato nelle fasi di sviluppo dell’impresa, realizzato attraverso un aumento di capitale e finalizzato ad espandere (geograficamente, merceologicamente, …)

un’attività già esistente.

Finanziamento

Strumento di finanziamento a medio/lungo termine diverso dalle obbligazioni.

Private debt

Termine utilizzato per indicare, in modo generale, l'attività degli investitori in capitale di debito.

Private equity

Termine utilizzato per indicare, in modo generale, l’attività dell’investitore nel capitale di rischio.

Replacement

Investimento finalizzato alla riorganizzazione della compagine societaria di un’impresa, in cui l’investitore nel capitale di rischio si sostituisce, temporaneamente, a uno o più soci non più interessati a proseguire l’attività.

Turnaround

Operazione con la quale un investitore nel capitale di rischio acquisisce un’impresa in dissesto finanziario, al fine di ristrutturarla e renderla nuovamente profittevole.

Venture Capital

Attività di investimento in capitale di rischio realizzata da operatori professionali e finalizzata alla realizzazione di operazioni di early stage ed expansion.

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20 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Organizzazioni intervistate

Si ringraziano le aziende che hanno partecipato attivamente alla realizzazione di questo studio, in particolare quelle riportate di seguito.

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21 Proprietà intellettuale: C A S A L E G G I O A S S O C I A T I - è vietata la riproduzione

Bibliografia e sitografia

AIFI

“Il mercato Italiano del Private Equity, Venture Capital e Private Debt”, 2016 AIFI

“Gli investimenti dei fondi di private equity internazionali e il ruolo dell’Italia” Nicola Emanuele, Anna Gervasoni, AIFI, 2017

BARBARA FIDANZA

“Private equity in Italia: caratteristiche del mercato e ruolo per le imprese”

BEBEEZ.IT

“I cinesi di Hony Capital comprano il 30% dei parka Mrs&Mrs Italy”, 2017

https://bebeez.it/2017/10/18/cinesi-hony-capital-comprano-30-dei-parka-mrsmrs-italy BEBEEZ.IT

“Private equity, in Italia in recupero multipli e leva”, 2017

https://bebeez.it/2017/12/04/private-equity-in-italia-in-recupero-multipli-e-leva

CASALEGGIO ASSOCIATI

“L’impatto del venture capital sull’economia Italiana”, 2017

INVEST EUROPE

Central and Eastern Europe Private Equity Statistics 2016 PEM

Rapporti Private Equity Monitor, 2007 - 2016 www.privateequitymonitor.it

PWC

“L’impatto economico del Private Equity e del Venture Capital in Italia”, 2017

SEMRUSH

https://it.semrush.com

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