ROMA DICEMBRE 2004
L’impatto dell’immigrazione sulla società italiana
EMN European Migration Network
A cura di
IDOS - Punto di Contatto Nazionale nell’ambito dell’EMN
Premessa di Anna M. D’Ascenzio
Con il supporto di
Caritas Italiana e Ministero dell’Interno
Carmelita F. Ammendola (Ministero dell’Interno) Oliviero Forti (Centro Studi e Ricerche IDOS)
Franco Pittau (Caritas Italiana) Antonio Ricci (Centro Studi e Ricerche IDOS)
Supporto scientifico Chiara Mellina
Si ringrazia l’équipe del “Dossier Statistico Immigrazione”
(Franco Bentivogli, Alessio D’Angelo, Manuela De Marco, Luca Di Sciullo, Delfina Licata)
e Susanna Garavini
Traduzione Dawn M. Ciano
Per informazioni
Edizioni Centro Studi e Ricerche IDOS Viale Baldelli, 41 – 00146 Roma Tel. +39.06.54192.300 – fax .252
dicembre 2004
impaginazione: Nuova Anterem, via Sommovigo, 19 – 00155 Roma stampa: Arti Grafica - Pomezia
Indice
Premessa... 5
Sommario ... 7
1. Introduzione... 9
1.1 L’immigrazione nel contesto italiano: terminologia e situazione attuale ... 9
1.2 Tipi di materiale raccolto e analizzato ... 12
1.3 Problemi relativi alla raccolta e all’analisi del materiale: lacune della ricerca ... 13
2. Sguardo d’insieme sulla storia e lo sviluppo dell’immigrazione... 20
2.1 Storia dell’immigrazione: sviluppi dagli anni ’70 in poi... 20
2.2 Storia dell’immigrazione: sviluppi dal 2000 in poi... 23
3. L’impatto dell’immigrazione sulla società italiana: l’economia... 25
3.1 Tasse, pensioni e impatto sul sistema del welfare ... 25
3.2 Immigrati come consumatori ... 27
3.3 Immigrati e mercato del lavoro... 28
3.4 Immigrati come imprenditori etnici ... 30
3.5 Immigrati qualificati ... 32
3.6 Impatto dell’immigrazione su specifici settori economici ... 33
3.7 Impatto dell’immigrazione su importazioni ed esportazioni ... 35
4. L’impatto dell’immigrazione sulla società italiana: il contesto culturale ... 37
4.1 Immigrati e società civile ... 37
4.2 Immigrati e contesto culturale: alimentazione; sport; moda; arti e media ... 38
5. L’impatto dell’immigrazione sulla società italiana: il contesto politico... 42
6. Fattori che influenzano in negativo e in positivo l’impatto degli immigrati sulla società italiana ... 46
Conclusioni... 49
Bibliografia ... 51
Appendice statistica... 57
3
Premessa
L
a Rete Europea per le Migrazioni (European Migration Network – EMN) è un progetto che si iscrive in un più ampio disegno della Commissione Europea volto alla creazione di un Osservatorio permanente sull’immi- grazione e l’asilo.A seguito di diverse iniziative e decisioni di carattere politico, nel dicembre 2001 il Consiglio Europeo di Laeken ha invitato la Commissione a “stabilire un sistema per lo scambio di informazioni sull’asilo, l’immigrazione e i paesi di ori- gine”. Di conseguenza, nel 2002 è stato deciso di effettuare una fase prepara- toria sperimentale della durata di tre anni, al termine della quale, se ne sussi- steranno le condizioni, potrà essere presentata al Consiglio la proposta per la costituzione di uno specifico Osservatorio sulle migrazioni e l’asilo.
Attualmente, l’EMN è costituita dai punti di contatto nazionali rappresentati- vi di tutti i 25 Stati membri dell’Unione Europea. Il suo compito è quello di costruire una base per il monitoraggio e l’analisi multidimensionale del feno- meno dell’immigrazione e dell’asilo; sono presi, infatti, in considerazione mol- teplici aspetti: politici, legali, demografici, economici e sociali.
L’obiettivo generale perseguito dall’EMN è quello di dare una risposta atten- dibile ai bisogni di informazione delle Istituzioni Comunitarie, degli Stati Membri e, nel lungo termine, del pubblico più in generale, sul tema dell’immi- grazione e dell’asilo.
Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, di cui sono a capo, detiene banche dati relative all’asilo e all’ultima regolarizzazione degli immigra- ti ed è destinato a svolgere compiti rilevanti in materia di gestione delle pro- cedure a supporto dello Sportello Unico per l’Immigrazione (ingresso per lavo- ro e per ricongiungimento familiare) istituito dalla legge n. 189/02. Di conse-
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guenza, i dati sull’immigrazione per lavoro e per motivi familiari – oltre a quel- li sull’asilo, che sono già trattati – nell’immediato futuro diverranno notevoli sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo.
Il ruolo di primaria importanza svolto in materia statistica, con riferimento ai dati ora specificati, fa del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione uno dei principali interlocutori della Commissione Europea e dei suoi servizi statistici. Per tale motivo, il coinvolgimento nella Rete Europea per le Migrazioni è apparso come il naturale sviluppo delle competenze del Dipartimento in una dimensione comunitaria che è, d’altronde, dal trattato di Maastricht in poi, quella in cui si decidono le politiche generali dell’immigra- zione e dell’asilo nell’Unione Europea.
Fin dall’attivazione dell’EMN, risalente al 2002, il Dipartimento ha deciso di avvalersi della collaborazione della Caritas, e, in particolare, della Redazione del Dossier Statistico Immigrazione – ora costituitasi in Centro Studi e Ricerche IDOS – in virtù della notevole esperienza maturata in materia di statistiche migratorie, designandola quale supporto tecnico e scientifico alle attività del punto di contatto nazionale.
Tra le attività programmate per il 2003-2004, l’EMN ha avuto dalla Commissione Europea l’incarico di elaborare uno studio pilota sull’impatto del- l’immigrazione nelle società d’Europa. Di conseguenza ciascun punto di contat- to nazionale ha sviluppato un proprio contributo al progetto globale, a partire dai dati e dagli studi di settore già disponibili nel panorama nazionale.
Lo studio contenuto nel presente volume costituisce il “capitolo” italiano del compendio delle esperienze di tutti gli Stati membri, che sarà curato dell’Istituto di ricerca BIVS di Berlino, su incarico della Commissione Europea.
Si tratta della prima esperienza organica di ricerca congiunta fra tutti i punti di contatto nazionali che partecipano strutturalmente all’EMN. E’ anche un primo notevole sforzo verso una visione più organica del fenomeno migratorio e costituisce certamente un importante esempio di collaborazione tra le istitu- zioni e il terzo settore.
L’opportunità offerta da questa breve ricerca è un’occasione unica per inizia- re ad affrontare le tematiche migratorie in maniera più consapevole ed infor- mata.
Prefetto Anna M. D’Ascenzo Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione
Premessa
Sommario
L’
Italia nel corso di tre decenni ha subìto profondi mutamenti passando da paese di emigrazione (ancora oggi gli italiani residenti all’estero sono circa 4 milioni) a paese di immigrazione. Dal 1970 ad oggi, i cit- tadini stranieri regolarmente soggiornanti sono decuplicati e il ritmo di cresci- ta non sembra arrestarsi. Nel 2003, a seguito dell’ultima regolarizzazione, sono stati sanati quasi 700.000 lavoratori extracomunitari che si sono aggiunti al milione e mezzo già presente determinando in questo modo una popolazione straniera totale, inclusi i minori, di circa 2,5 milioni di individui.Si tratta di cifre importanti che delineano un quadro complesso all’interno del quale si muovono individui provenienti da oltre 191 paesi del mondo ed in par- ticolare dall’Europa Centro Orientale (Romania, Albania e Ucraina), dall’Africa Settentrionale (Marocco), dall’Estremo Oriente (Cina) e dal Subcontinente india- no (Pakistan, India, Sri Lanka).
Siamo di fronte ad un fenomeno di portata storica che impone un’attenta anali- si e politiche di intervento più efficaci, in grado di dare risposte concrete a chi decide di stabilirsi in un paese nel quale la popolazione tende ad invecchiare e il mercato del lavoro ha bisogno di manodopera supplementare. Purtroppo si riscon- tra ancora una certa diffidenza nei confronti di questo nuovo fenomeno sociale.
Nonostante la normativa nazionale in tema di immigrazione sia tra le più avan- zate in Europa (T.U. 286/98), nei fatti la sua applicazione risulta ancora diffi- cile. L’utilizzazione del sistema delle quote d’ingresso appare ancora inadegua- ta rispetto alle esigenze del mercato del lavoro. Le procedure per l’ottenimen- to della carta di soggiorno risultano eccessivamente lunghe e complesse.
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro si rivela difficile da realizzare, il che rischia di incoraggiare il ricorso al lavoro nero.
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Il fenomeno migratorio sta producendo un diverso impatto nelle varie regioni italiane. E’ sicuramente più diffusa la presenza di cittadini extracomunitari nel Centro Nord dove le possibilità occupazionali sono maggiori. Nei grandi centri urbani soggiorna una quota consistente di immigrati ed in particolare nelle città di Roma (oltre 200.000) e di Milano (oltre 150.000). Purtroppo si registra- no difficoltà nel reperimento di alloggi che, soprattutto nelle città, hanno prez- zi molto elevati e costringono gli immigrati ad una coabitazione forzata.
Diverse ricerche hanno messo in evidenza come la percezione dei nuovi venuti da parte della popolazione autoctona relativamente al fenomeno migratorio non sia negativa, anzi sono stati registrati atteggiamenti più favorevoli che non in altri paesi europei. Questo avviene nonostante i media continuino a concentra- re la propria attenzione quasi esclusivamente sugli aspetti problematici del fenomeno tra i quali l’immigrazione clandestina e la criminalità, che costitui- scono certamente alcuni dei maggiori problemi relativi a questa realtà.
Negli ultimi anni sono stati registrati molti progressi nell’integrazione di citta- dini stranieri nel nostro paese ad incominciare dall’inserimento dei minori nella scuola, che risulta diffuso e sta producendo buoni risultati.
Dunque, come si rileva da una ricerca curata annualmente dalla Caritas per conto del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) dal titolo
“Indici di inserimento territoriale degli immigrati”, in Italia ci troviamo di fron- te ad un’immigrazione consistente, caratterizzata da una diffusione su tutto il territorio nazionale (anche nei piccoli centri e nelle aree agricole), da un con- siderevole flusso annuale di ingressi e da un fabbisogno molto accentuato del mercato del lavoro.
Ciononostante non si riesce ancora a pervenire appieno ad un’adeguata conver- genza tra i bisogni degli immigrati e le necessità degli italiani, anche se ormai sono molti i segnali che consentono di andare oltre l’immagine dell’immigrato come semplice lavoratore e di considerarlo piuttosto come cittadino di una nuova società interetnica e quindi dalle prospettive interculturali. Talvolta si parla dell’immigrazione come di un fenomeno passeggero che non mette radici e che tocca solo marginalmente la società di accoglienza. La realtà dei fatti e ancor di più i dati inducono, invece, ad inquadrare le cose diversamente.
L’impatto dell’immigrazione sulla società italiana
1. Introduzione
1.1 L’immigrazione nel contesto italiano: terminologia e situazione attuale
In Italia l’immigrazione è un fenomeno relativamente recente.
Generalmente gli studi a livello internazionale hanno ricondotto l’esperienza migratoria italiana al “Modello mediterraneo dell’immigrazione”. Nel com- plesso, tale modello si riferisce a tutti i paesi dell’Europa del Sud dove l’im- migrazione, a partire dai primi anni ‘70, ha progressivamente sostituito l’e- migrazione.
Il “Modello mediterraneo dell’immigrazione” – e di conseguenza anche il modello italiano - presenta le seguenti caratteristiche: significativo impiego degli immigrati nel lavoro agricolo stagionale e nei servizi, prevalentemente nel settore domestico e nell’assistenza alle persone; mercato del lavoro for- temente frammentato; presenza di una componente di immigrazione irrego- lare, iniziale assenza di leggi sull’immigrazione e successiva adozione di politiche “prudenti” sull’immigrazione; limitato accesso da parte degli immi- grati agli strumenti che favoriscono l’integrazione, anche se garantito dalle leggi vigenti.
Il “Modello mediterraneo” è anche caratterizzato da trend demografici nega- tivi e dal crescente fabbisogno di manodopera. Un elemento distintivo del modello italiano rispetto a quello Mediterraneo è l’impiego degli immigrati anche nel settore industriale.
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I fattori che determinano la migrazione sono comuni a tutti i paesi del mondo (gli squilibri economici, le guerre…)1.
La peculiare posizione geografica dell’Italia la espone contemporaneamente ad una immigrazione regolare e irregolare (con più di 7.000 km di coste dif- ficili da controllare e quindi di facile accesso).
Inizialmente molti immigrati non sceglievano l’Italia quale paese di desti- nazione, ma piuttosto di transito, diretti verso aree geografiche che in pas- sato offrivano maggiori opportunità di inserimento lavorativo e di integrazio- ne sociale. Solo negli ultimi 15 anni l’immigrazione in Italia è diventata una componente strutturale della nostra società.
Un altro elemento che caratterizza il nostro Paese è l’assenza di una signi- ficativa tradizione coloniale; la mancanza di legami economici e culturali pri- vilegiati con i paesi in via di sviluppo ha contribuito alla presenza di una popolazione di immigrati molto eterogenea al suo interno: nessun gruppo etnico o nazionale è presente con numeri significativi. Sin dall’inizio l’immi- grazione in Italia si è distinta per un numero elevato di nazionalità e di grup- pi etnici, che con il passare degli anni sono aumentati e si sono progressiva- mente meglio definiti. Alcune aree sub-continentali rivestono comunque maggiore importanza di altre: “attualmente le componenti più consistenti dell’immigrazione in Italia sono rappresentate dai paesi del Maghreb e dall’Est Europa. Tuttavia mentre i primi hanno una consolidata esperienza migratoria nel nostro Paese tendente alla stabilizzazione, i secondi, solo recentemente, hanno determinato un considerevole flusso migratorio verso l’Italia e sono diventati gli attori principali dello scenario migratorio solo nel corso dell’ul- timo decennio; questo implica, tra le altre cose, che l’immigrazione in Italia, tradizionalmente caratterizzata da un’importante componente islamica, si distingue sempre più per una significativa rappresentanza cristiana”2.
Per quanto concerne la terminologia, nella letteratura accademica il termi- ne “immigrato” è generalmente utilizzato in riferimento a cittadini stranieri
L’impatto dell’immigrazione sulla società italiana
1 Per il modello migratorio mediterraneo confronta: Pugliese E., L’Italia tra migrazioni internazio- nali e migrazioni interne, Il Mulino, Bologna 2002, p.67; King R., Zontini E., The role of gender in the South European Model, University of Sussex – School of European Studies Falmer, Papers n.60, Brighton 2000, pp. 35-52; King R., Fielding A., Black R., The International Migration Turnearound in Southern Europe, in King R., Black R., ed. Southern Europe and New Migration, Sussex Academic Press, Brighton 1997; Boffo S., Il modello Mediterraneo nel quadro delle nuove migrazioni internazionali in “La Critica Sociologica”, trimestrale a cura di Ferrarotti F. n. 143 – 144, Roma 2003, pp. 88-104.
2 Pugliese E., op. cit., p.73.