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CONSIGLIO DI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA ENERGETICA SEDUTA DEL VERBALE N. 118

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CONSIGLIO DI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA ENERGETICA SEDUTA DEL 21 – 12 - 2020

VERBALE N. 118

Alle ore 16.00 del giorno 21 dicembre 2020, in riunione telematica tramite MS TEAMS, convocata tramite comunicazione email, del 14/12/2020, da parte della Manager Didattica, dott.ssa M. Taccone, si è riunito il Consiglio di Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica per discutere il seguente o.d.g.:

1. Comunicazioni 2. Pratiche studenti 3. Questioni didattiche 4. Sistema Gestione Qualità

Approvazione Scheda Monitoraggio Annuale 5. Varie ed eventuali

Sono presenti i seguenti professori/ricercatori: Mario Amelio, Maria Elena Bruni, Roberto Bruno, Sergio Bova, Mario Cucumo, Dimitrios Kaliakatsos, Giuseppe Oliveti, Anna K. Pinnarelli, la Manager didattica, dott.ssa Maria Rosa Taccone ed il rappresentante degli studenti Mirco Parise. È assente giustificato il prof. Vittorio Ferraro.

Sono altresì assenti i professori/ricercatori G. Barone, C. De Bartolo, G. Giordano, D. Menniti ed il rappresentante degli studenti Abdelazim Mohamed Magdy Salah Mohamed.

Assume la Presidenza il Coordinatore del CdS, Prof. M. Amelio, è segretaria la Dott.ssa Maria Rosa Taccone.

Il Presidente, constatata l’esistenza del numero legale, dichiara valida l’adunanza e dà inizio alla discussione dei punti all’Ordine del Giorno.

1. Comunicazioni

Esito prova ammissione. La prova del 11/12/2020 (seconda sessione 2020) si è conclusa con 12 ammessi che portano il totale degli aventi diritto all’immatricolazione a 33 unità. Nel caso di regolare immatricolazione di tutti e 12 gli ammessi, per il prossimo anno gli studenti regolari utili ai fini del costo standard saranno 65 (contro i 55 di quest’anno). Il coefficiente m

j

supererà pertanto 0,80.

Piano strategico di Ateneo. Nell’ultima riunione della Commissione didattica del DIMEG sono state presentate le schede del Piano strategico di Ateneo che riguardano la Formazione e che perciò impattano anche su strategie ed obiettivi del CdS. Nelle prossime riunioni del Consiglio si dovrà riflettere sui target e su eventuali azioni da intraprendere per agevolare il loro raggiungimento.

A tal proposito, la Commissione Didattica di Dipartimento ha formulato ipotesi di azioni correttive degli indicatori, le quali mostrano validità generale e saranno ancora più utili se riusciremo ad accompagnarle con concreti dettagli per l’attuazione. A tal proposito, concentrandosi sulla percentuale di studenti che acquisisce almeno 40 CFU/anno, il Coordinatore, in vista dei lavori che seguiranno nel prossimo futuro, invita i docenti a valutare l’idea di stabilire regole diverse per il sostenimento degli esami, da applicare solo ai frequentanti che si presentino a sostenere la prova nella I sessione dopo il termine delle lezioni.

Prendendo spunto da un suggerimento del Prof. Francesco Longo del CdL Meccanica, verrà preso in

considerazione un potenziamento dell’azione di orientamento e marketing dei Corsi di Studio del DIMEG, con

il reclutamento di un’unità di personale tecnico amministrativo da dedicare a tali servizi, a supporto dei

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CORSO DI STUDIO IN INGEGNERIA ENERGETICA Verbale

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2 Un altro punto di discussione rimasto aperto in Dipartimento è la questione dell’appello aggiuntivo richiesto dagli studenti, che aveva visto la contrarietà generale nell’ultimo CdD, ma che ha indotto ad un’analisi il collega Roberto Musmanno il quale ha elaborato una proposta per poter accogliere positivamente la richiesta degli studenti, senza aumentare gli appelli offerti dal docente. Tutto questo avrebbe ripercussioni sul calendario accademico. Di questo si discuterà perciò sia in dipartimento che, successivamente, con la Commissione didattica di Ateneo e con il Prorettore alla didattica.

Il nuovo regolamento per la composizione della CPDS, oltre ad aver escluso il Direttore di Dipartimento ed i Coordinatori, dispone di non far partecipare neppure i vice coordinatori. Per tale ragione il Prof. Ferraro, che ha attivamente lavorato alla preparazione della Relazione CPDS 2020, lascia questo incarico e sarà sostituito dal Prof. Kaliakatsos, che ha dato la sua disponibilità. Il Coordinatore lo ringrazia per aver consentito un’immediata soluzione del problema. I due docenti coinvolti hanno già formalmente comunicato il cambio al Direttore, che lo ha accettato.

2. Pratiche studenti Nessuna.

3. Questioni didattiche

La CPDS ha inviato al Coordinatore una comunicazione sugli esiti delle rilevazioni IVADIS per la qualità della didattica nella quale si evidenziano purtroppo molti valori inferiori al 70% e, fra questi, circa la metà minori o al più uguali al 50%. I risultati del II semestre, influenzati forse anche dalla difficoltà per la didattica a distanza, sono peggiori. I casi di indice inferiore al 70% sono ancora più numerosi e la frazione di punteggio minore o uguale al 50% supera la metà dei casi. Di tale criticità, il Gruppo AQ aveva già preso cognizione nella riunione del 28 ottobre 2020 ed il Coordinatore ha incontrato personalmente i docenti coinvolti. Nella riunione del CdS del 26 novembre era stato anche esposto il problema nell’ambito della discussione del Rapporto di Riesame ciclico.

Si conta perciò sul senso di responsabilità di tutto il corpo docente. La segnalazione della CPDS dà tuttavia l’occasione per ribadire gli impegni presi e sottolineare, se ce ne fosse bisogno, che il miglioramento della regolarità degli studi, principale obiettivo per il recupero della qualità del CdS, non potrà essere raggiunto senza la spinta determinante di una didattica di pregio. Il prof. Bova ritiene che la qualità della didattica è a volte trascurata a vantaggio di quella della ricerca, perché quest’ultima è valutata ai fini delle progressioni di carriera. A suo parere questa difformità dovrebbe essere eliminata. La prof.ssa Pinnarelli osserva che molte volte, con la didattica a distanza, manca il feedback che consente al docente di misurare bene il ritmo o individuare momenti di insufficiente attenzione da parte degli studenti. Il prof. Cucumo ritiene che quanto osservato dal prof. Bova sulla qualità della didattica possa essere tenuto presente allorquando si attribuiscono le risorse per le promozioni dei docenti.

Questione Inglese. Abbiamo demandato al CLA la valutazione dei certificati di conoscenza linguistica presentati dagli studenti che intendono chiedere il riconoscimento di CFU, in sostituzione dell’esame Advanced English Lab. Il regolamento del CLA ritiene validi solo le certificazioni conferite da soggetti di accertata serietà (hanno un albo) e rilasciate da non più di 4 anni. Ci sono casi di nostri studenti che lamentano questa regola che nella pratica fissa una scadenza per titoli che invece formalmente non hanno un termine di validità prefissato.

Il Consiglio conferma all’unanimità la scelta già fatta, ritenendola assolutamente valida per le competenze che il CLA detiene in materia.

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Per attuare le azioni stimolanti per un percorso di studi più rapido è allo studio una modifica del regolamento per l’attribuzione del voto di laurea. La proposta sarà formalmente presentata alla Commissione Didattica del DIMEG, per una riflessione comune, che dovrebbe auspicabilmente portare ad una soluzione condivisa.

Il Coordinatore, come spunto alla discussione, presenta come possibile variazione l’aumento del bonus rapidità degli studi (al momento di 1 punto non cumulabile col bonus Erasmus) a 2 punti, di cui 1 assegnabile anche ai laureati al I FC, riducendo ad un massimo di 4 punti il voto per la tesi attribuito su proposta del relatore. Ciò andrebbe in vigore a partire dalle sedute di laurea dell’A.A 2022/23, quando gli studenti regolari svolgeranno lavori di tesi per 15 CFU. Resterà sempre non cumulabile il bonus Erasmus e il primo dei due punti di bonus regolarità degli studi.

La proposta non è esaminata in dettaglio, poiché il primo passo da compiere è la condivisione dell’idea con gli altri corsi di studio del DIMEG.

Il Consiglio dà perciò mandato al Coordinatore di presentare tale proposta alla Commissione Didattica del DIMEG. Il punto sarà oggetto di riflessioni approfondite nelle prossime riunioni.

Il Consiglio prosegue la discussione su altre strategie idonee ad incrementare la regolarità degli studi. La qualità degli studenti che si iscrivono al CdS è un fattore determinante e può essere aumentata solo se il CdS diventa attrattivo nei confronti dei migliori laureati triennali. Bisogna far leva sull’attualità e sull’importanza che i contenuti formativi offerti hanno nel quadro socio-economico attuale. Meglio informati a riguardo saranno gli studenti delle lauree triennali, più numerose saranno le domande di ammissione, più si potrà aspirare ad una qualità superiore degli iscritti. A tal proposito la prof.ssa Bruni suggerisce di potenziale le azioni di orientamento con la preparazione da parte di ciascun docente di un breve seminario divulgativo, impostato nella maniera da renderlo facilmente fruibile allo studente medio del terzo anno dei corsi di laurea triennali.

Lo si potrà erogare una volta l’anno in un evento online appositamente organizzato, o da ospiti in una lezione in un insegnamento del terzo anno delle lauree di I livello.

La prof.ssa Bruni esprime anche l’idea di premiare lo studente dell’anno, per creare un sano spirito di emulazione e favorire quella celerità degli studi che il CdS persegue.

Il Coordinatore esprime apprezzamento per le idee manifestate dalla collega. Anche i presenti si esprimono positivamente a riguardo. Il Coordinatore si farà promotore per la concretizzare l’iniziativa.

4. Sistema Gestione Qualità - SUA-CDS 2020 Approvazione Scheda Monitoraggio Annuale

Il Coordinatore presenta la SMA 2020 predisposta dal Gruppo del Riesame. Per l’assenza del rappresentante degli studenti Francesco Ingegnere che ha comunicato l’impossibilità di partecipare ai lavori, il Coordinatore si è avvalso del contributo dello studente Simone Caruso.

Il Coordinatore, visualizzando ai partecipanti lo schermo del proprio PC, illustra le 7 sezioni della SMA condividendo l’analisi, al fine di sensibilizzare ogni docente del CdS e rendere ciascuno consapevole sia delle criticità sia delle azioni correttive proposte dal gruppo di lavoro, l’attuazione delle quali sarà responsabilità di tutti. La discussione è supportata dalla proiezioni dei grafici degli indici estratti dalla piattaforma Cassini.

L’obiettivo della discussione, incentrato sulle variazioni dell’ultimo anno, si estende così spontaneamente anche all’andamento degli ultimi 4 anni. Ciò è ritenuto anche più significativo per la volatilità degli indicatori causata dal ridotto numero di dati acquisiti rispetto a quelli medi nazionali.

Si citano i punti di forza più rilevanti e ci si sofferma sulle criticità più gravi. Queste ultime vengono poste in

rilievo in tutta la discussione. In particolare, delle due più gravi e perduranti, quella sul numero degli iscritti

appare avviata a soluzione per il consistente incremento registrato nel 2019 (+43%) con 33 immatricolati,

numero che può essere confermato nel 2020 (33 vincitori nella graduatoria delle prove di ammissione). La

numerosità degli studenti utile ai fini del costo standard (CSTD) registrerà un crescita che dallo 0,64 attuale la

porterà a superare lo 0,8. La criticità più grave resta quella del numero di laureati entro la durata normale del

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Riunione telematica 21/11/2020

CORSO DI STUDIO IN INGEGNERIA ENERGETICA Verbale

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4 corso di studi, la cui percentuale nell’a.s. 2019 si è ridotta al 9,1%, un livello che pone il CdS molto al di sotto delle medie di confronto, entrambe al 37,1%.

Ci si sofferma ad una riflessione più lunga per l’ultima sezione della SMA. Questa è dedicata all’andamento complessivo degli indicatori e ai commenti a riguardo. Il PQA ha richiesto esplicitamente la scrittura, in questa sezione, del parere del CdS sui punti di forza e di debolezza evidenziati dal monitoraggio e delle considerazioni sul perdurare della validità dell’offerta formativa. Nella discussione il CdS esprime unanime dissenso sulla misura di qualità che utilizzi come parametro di giudizio banalmente il numero di indicatori al di sotto della media nazionale ed il loro andamento. Nei commenti, che accompagneranno i dati del monitoraggio, si pone in evidenza la valenza di questo corso di Studio per gli aspetti professionalizzanti, per l’importanza nella formazione di giovani calabresi e per il confronto vincente con gli atenei della stessa area geografica (SUD e ISOLE).

Il coordinatore chiede infine di approvare la SMA, della quale verrà fatto l’upload nella scheda SUA del CdS.

Segue una breve discussione al termine della quale il CdS approva all’unanimità la Scheda di Monitoraggio Annuale del 2020

5. Varie ed eventuali Nulla da discutere

La seduta si chiude alle ore 18:10

Il Segretario Il Presidente

(Dott.ssa Maria Rosa Taccone) (Prof. Mario Amelio)

……….

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Scheda di Monitoraggio Annuale 2020

La Scheda di Monitoraggio Annuale (SMA) è stata predisposta dal Gruppo di Riesame del CdS nella riunione del 18/12/2020, seguendo le indicazioni contenute nelle linee guida fornite dal PQA di Ateneo.

La composizione del Gruppo è la seguente:

Prof. Mario AMELIO (Coordinatore del CdS - Referente Assicurazione della Qualità del CdS) Prof. Mario A. CUCUMO (Responsabile del Riesame)

Prof. Giuseppe OLIVETI (Docente del CdS)

Dr.ssa Maria R. TACCONE (Tecnico Amministrativo con funzione di Manager Didattico)

Sig. Simone CARUSO (Studente invitato a causa dell’assenza del Rappresentante gli studenti, Francesco INGEGNERE)

La SMA, discussa ed approvata dal Consiglio di Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica nella seduta del 21/12/2020, commenta i principali indicatori forniti dall’ANVUR aggiornati al 10/10/2020.

1. Indicatori relativi alla didattica (gruppo A, Allegato E DM 987/2016)

- L’indicatore sulla percentuale di studenti iscritti entro la durata normale del CdS che abbiano acquisito almeno 40 CFU nell’anno solare (iC01) ha oscillato sensibilmente nell’ultimo quadriennio. L’ultima variazione è positiva, corrispondente al recupero dal 29,2 al 46,2% . Dal 2016 l’indicatore è comunque rimasto sempre sopra il dato medio di area geografica ma anche regolarmente al di sotto del dato medio nazionale, caratterizzato da oscillazioni molto contenute, fra il 50 e il 55% .

- L’indicatore sulla percentuale di laureati entro la durata normale del corso (iC02), eccezion fatta per il 2017 (quando ha registrato un lusinghiero ma sporadico 55%) si è spostato dal 26,9% del 2014 al più recente 25% del 2018, precipitando al 9,1% del 2019.

Questo indicatore si conferma, dopo la parentesi del 2017, come un punto di debolezza per il CdS. Il suo monitoraggio e l’impegno dei docenti proseguirà con maggiore decisione. Non è apparsa una misura sufficiente evidenziare agli allievi l’importanza del fattore tempo, da anteporre a quello della media dei voti. Si prevede perciò di modificare il regolamento di attribuzione del punteggio della prova finale per premiare la regolarità degli studi. Non è stata individuata una stretta correlazione fra il rispetto della durata normale ed il numero di CFU acquisiti all’estero, né la si potrà ricercare a breve, a causa dell’enorme peso che l’emergenza sanitaria ha avuto sugli studi all’estero. Il CdS ha invece osservato la stretta dipendenza fra il voto medio conseguito alla laurea triennale degli immatricolati di una coorte e la loro regolarità degli studi. Ciò indurrebbe a perseguire una più rigorosa selezione in ingresso. Una tale scelta non appare semplice, per il numero di immatricolati annuali che è ancora al di sotto dei valori auspicati, e per l’elevata percentuale degli studenti che a dispetto di un percorso lento, conclude gli studi e si inserisce nel mondo del lavoro con facilità. Il deficit di preparazione in ingresso è quindi recuperato. Si dovrà riflettere sulla maniera di rendere questo processo di recupero più rapido.

- La percentuale di iscritti al primo anno laureati in altro ateneo (iC04) è quasi raddoppiata tra il 2015 (7,7%) ed il 2016 (14,3%) ed è calata costantemente nei tre anni successivi toccando il minimo nel 2019 (3%). Questo indicatore rimane a valori minori di quelli medi nazionali, il cui livello è stato fra 20% ed il 25% negli ultimi quattro anni. Rispetto all’area geografica la media del CdS è più alta, ma il trend è negativo.

- Il 100% dei docenti di ruolo del CdS di cui sono docenti di riferimento (iC08) appartiene a SSD di base e caratterizzanti. Il dato supera di 9,1 punti percentuali quello medio di area geografica (90,9%) e di 16,9 punti percentuali il dato medio nazionale (83,1%).

- Il valore dell’indicatore di Qualità della ricerca dei docenti (iC09 rimane nell’ultimo quinquennio fra 0,7 e 0,8, sempre inferiore sia al valore medio di area geografica che al valore medio nazionale (entrambi con iC09=1). I più aggiornati indicatori bibliometrici dei docenti di questo CdS sono decisamente migliori. La criticità è perciò solo apparente, essendo determinata dai risultati della VQR 2011-14, ormai obsoleti

2. Indicatori di internazionalizzazione (gruppo B, Allegato E DM 987/2016)

- La percentuale di CFU conseguiti all’estero (iC10) ha evidenziato un notevole incremento nel 2018, toccando i 39,2‰ punti permillari. Ciò la colloca al di sopra del dato medio di area geografica (23,7‰); resta tuttavia inferiore a quanto si rileva come media nazionale, livello poco variabile e sempre vicino ai 50 punti permillari.

- La percentuale di laureati entro la durata normale del corso che hanno acquisito almeno 12 CFU all’estero (iC11) è nulla da due anni. È evidente che i CFU all’estero sono acquisiti da studenti che poi si laureano da fuori corso. Questo parametro di internazionalizzazione è strettamente dipendente da quello di regolarità degli studi, che assume quindi un ruolo chiave.

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CORSO DI STUDIO IN INGEGNERIA ENERGETICA

la maggior parte dei laureati al I anno fuoricorso) l’esperienza all’estero, che conserva il suo effetto positivo, non viene misurata.

- La percentuale di studenti del primo anno con titolo di studio di primo livello estero (iC12), punto di forza fino al 2016, è andata diminuendo dal 2017 in poi, fino ad annullarsi nel 2019. Il CdS ha posto sotto attenzione questo indicatore ed ha già programmato l’erogazione di alcuni insegnamenti in lingua inglese a partire dall’A.A 2020/2021. Si attende la verifica dell’efficacia nel prossimo futuro, al termine dell’emergenza sanitaria.

3. Ulteriori indicatori per la valutazione della didattica (gruppo E, Allegato E DM 987/2016)

- La percentuale di CFU conseguiti al primo anno sui CFU da conseguire (iC13) è cresciuto fino al 61,7%, tornando ad un livello abituale, dopo aver toccato il minimo di 50,2% nel 2017. L’indicatore, dal 2015, è più elevato di quello medio di area geografica.

È inferiore, ma vicino, a quello nazionale (65,8% nel 2019).

Sono stati analizzati i dati riguardanti gli studenti che proseguono al secondo anno nello stesso corso di studio avendo acquisito un certo numero di CFU al primo anno.

- La percentuale di coloro che hanno acquisito almeno 20 CFU (iC15) è stata compresa negli ultimi quattro anni fra il 75,9% ed il 94,4%, sempre superiore al dato medio di area geografica, mentre ha registrato scostamenti di entrambi i segni rispetto alla media nazionale, non essendo tuttavia molto diversa da quest’ultima. L’osservazione condotta sul conseguimento di almeno 40 CFU (indicatore iC16) mostra una medesima relazione con gli atenei dell’area Centro-Sud ma rispetto alla media nazionale perde il confronto in modo più netto.

- Per quanto riguarda l’indicatore relativo agli immatricolati che si laureano entro un anno oltre la durata normale del corso (iC17), la percentuale è oscillante con un minimo del 50%, toccato nel 2016, ed un massimo del 76,2%, raggiunto nel 2017. In quest’ultimo caso il valore ha superato per la prima volta sia la media nazionale (74,5%) sia la media di area geografica (74,7%).

- La percentuale di laureati che si iscriverebbero di nuovo allo stesso CdS (iC18) è sempre molto elevata, ben al di sopra delle due percentuali, di area geografica e nazionale, messe a confronto. A esempio, nel 2018, quella del CdS è stata dell’86,4%; quella di area geografica del 68,9% e quella nazionale del 66,6% e nel 2019 ha toccato il massimo (100%). Ciò è il frutto dell’estrema attenzione che ciascun docente dedica agli allievi, i quali ne sono consapevoli e lo manifestano infatti, nei questionari ISO-did, riconoscendo la disponibilità loro riservata.

4. Indicatori circa il percorso di studio e la regolarità delle carriere (indicatori di approfondimento per la sperimentazione)

- La percentuale di immatricolati che si laureano entro la durata normale del corso (iC22), relativamente bassa negli anni precedenti il 2016, è stata del 57,1% nel 2016, con un forte incremento di 47,1 punti percentuali rispetto al 2015 (10%). Per il 2016 l’indicatore è stato, inoltre, nettamente superiore sia al dato medio dell’area geografica (36,8%) che al dato medio nazionale (37,5%). Nel 2017 si è registrato un calo con l’indice regredito a 27,8%, inferiore ad entrambi i valori presi a termine di paragone, che sono rispettivamente di 3,0 e 12,5 punti più alti. Questo indicatore è sotto l’attenzione dell’intero corpo docente, ma finora è stato arduo stabilizzarne il valore, che risulta fortemente dipendente dal livello di preparazione degli studenti in ingresso. I dati del 2018 hanno evidenziato un ulteriore peggioramento (13,8%).

Il dubbio che il valore del 2016 non fosse consolidato era legittimo e purtroppo è stato confermato anche troppo rapidamente. A parere del CdS, i numeri di laureati sono tali per cui il rendimento di uno o due studenti all’anno sposta sensibilmente il risultato dell’indicatore. Una misura più attendibile viene dall’osservazione del dato medio su più anni. Per la similitudine delle criticità del presente indice (iC22) con quello (iC02) si ritengono appropriate ed auspicalmente efficaci le azioni già esposte in precedenza.

- Non vi sono abbandoni tra I e II anno (iC23). Per quanto riguarda la percentuale di abbandoni dopo N+1 anni (iC24), essa è stata del 3% nel 2014 e del 5,6% nel 2018. Gli anni intermedi hanno visto oscillazioni ampie, fino al 14,3%, ma corrispondenti a poche unità in termini assoluti. Anche per questo indice appare più significativo guardare i valori mediati su più anni (7,7%,) cioè quasi 2 studenti/anno. Tale dato risulta peggiore del dato medio dell’area geografica (3,1%) e del dato medio nazionale (3,1%).

Evidentemente si tratta di piccoli numeri e, spesso, sono scelte personali dei singoli. Il CdS, sfruttando la possibilità offerta dall’interazione aperta ed assidua fra docenti e studenti, continuerà ad osservare con attenzione gli eventi che attengono a questo indicatore.

5. Soddisfazione e occupabilità (indicatori di approfondimento per la sperimentazione)

- La percentuale di laureandi complessivamente soddisfatti del CdS (iC25) è risultata pari al 100% nel periodo 2015 -2018 ma ha registrato un calo al 90,9% nel 2019. Per la prima volta è stato così superato dal dato medio di area geografica (94,9%) conservando tuttavia un vantaggio rispetto alla media nazionale (86,2%).

- La percentuale di laureati occupati a un anno dal titolo (iC26) è passato dal 57,7% (nel 2015) al 50% (nel 2018), restando più alto del dato di Area geografica. Nel 2019 ha registrato un netto recupero (88,2%) superando per la prima volta anche il risultato nazionale (84,5%). Il miglioramento è spiegabile con un fatto congiunturale. Il CdS ha comunque avuto il merito di formare gli allievi con competenze al passo coi tempi. Ancora oggi è proteso verso un ulteriore aggiornamento.

6. Consistenza e Qualificazione del corpo docente (indicatori di approfondimento per la sperimentazione)

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- Indicatore iC27 - Rapporto studenti iscritti/docenti complessivo (pesato per le ore di docenza). Il valore medio nell’ultimo quinquennio esaminato è pari a 9,16 (con trend positivo). È poco al di sotto il dato medio di area geografica (9,22) ma nettamente inferiore al dato medio nazionale (16,04).

- Indicatore iC28 - Rapporto studenti iscritti al primo anno/docenti degli insegnamenti del primo anno (pesato per le ore di docenza). Nel quinquennio ultimo è passato da un iniziale 5,4 fino a 6,0, con un deciso aumento giusto nel 2019. I benchmark, (di livello simile quello di area geografica, nettamente più elevato quello nazionale) hanno ultimamente mostrato andamenti decrescenti, per cui la posizione relativa del CdS rispetto ai benchmark appare ora distintamente migliore.

ANDAMENTO COMPLESSIVO INDICATORI ANNO 2019 (Cruscotto CASSINI):

La percentuale di indicatori al di sotto del valore medio nazionale (n.ro indicatori sotto la media nazionale/n.ro di indicatori calcolati per il CdS) è del 86,67%, ovvero 13 indicatori sui 15 calcolati per il CdS (*) sono sotto la media nazionale. 12 indicatori sui 13 sotto la media, presentano uno scarto superiore al 30%, nessuno con uno scarto inferiore al 5%.

La percentuale di indicatori al di sotto del valore medio di area geografica (n. indicatori sotto la media di area/n. di indicatori calcolati per il CdS) è del 26,6%, ovvero 4 indicatori sui 15 sono sotto la media di area. Dei 4 sotto la media, uno (iC09) presenta scarto inferiore al 30%. La situazione gravosa è confermata solo per gli indicatori per iC02, iC04 e iC11.

(*)Nel computo sono stati esclusi i seguenti indicatori: iC06, iC06BIS, iC07, iC07BIS, iC18, iC20, iC25, iC26.

COMMENTI

⮚ Punti di forza e punti di debolezza

I punti di forza salienti di questo CdS emergono dai valori di tre importanti indicatori della didattica:

iC07, Percentuale di Laureati occupati a tre anni dal Titolo (LM; LMCU) - Laureati che dichiarano di svolgere un’attività lavorativa o di formazione retribuita;

iC08, Percentuale dei docenti di ruolo che appartengono a settori scientifico-disciplinari (SSD) di base e caratterizzanti per corso di studio;

iC18, Percentuale di laureati che si iscriverebbero di nuovo allo stesso corso di studio.

Il primo, pur con oscillazioni, è rimasto a valori molto elevati, in linea coi valori di benchmark, ed oggi appare di nuovo in crescita, favorito dalle prospettive del mercato del lavoro che intensificherà la domanda di competenze sulla produzione, gestione ed impiego sostenibile dell’energia. L’azione del CdS, che mantiene l’offerta formativa al passo con le esigenze tecnico- economiche e sociali, riscuote apprezzamenti e sta dando frutti.

Il secondo (iC08) conferma per il 5° anno consecutivo un valore del 100% e, con questo, l’ottima utilizzazione del corpo docente ed il protrarsi della validità dell’offerta formativa. A supporto dell’affermazione si aggiunge il valore molto elevato dell’indicatore iC19, cioè “Percentuale ore di docenza erogata da docenti assunti a tempo indeterminato sul totale delle ore di docenza erogata”. Dal 2015 questo indicatore è sempre maggiore di entrambi i benchmark.

Di contro, diversi indicatori mostrano punti di debolezza, i quali, tuttavia, sono conseguenza diretta o indiretta di due criticità importanti, ben note e costantemente monitorate dal CdS, per le quali le azioni correttive adottate hanno dato frutti limitati e altalenanti.

La prima è evidenziata dagli indicatori iC00a e iC00c, correlati fra loro e strettamente dipendenti dal numero annuale di immatricolazioni. Il loro livello oscilla, marcando anni più critici, con valori fra 21 e 23 ed anni più positivi, nei quali le domande sono state 29 (nel 2017) e 33 (nel 2019). Per la soluzione di questa criticità, sono state dedicate energie volte ad aumentare l’attrattività del CdS. Dall’A.A 2015/16 la didattica è articolata su due curriculum progettati in funzione di chiare esigenze di mercato, con insegnamenti che tengono conto delle evoluzioni del quadro normativo e delle politiche energetiche locali, nazionali e comunitarie (cfr. schede degli insegnamenti). Oltre a ciò, si è pensato di allargare il bacino di ingresso dei laureati di I livello, progettando i percorsi che fossero accessibili anche ai laureati triennali in Ingegneria Gestionale. Da circa 18 mesi il CdS sfrutta anche una pagina Facebook per restare in comunicazione con gli allievi, sia per le attività di orientamento in itinere sia per quelle in uscita. Nell’ultimo periodo, con eventi online (un incontro dedicato alla presentazione dell’offerta formativa e il presidio di uno sportello virtuale aperto settimanalmente nel periodo delle iscrizioni) ha raggiunto circa 60 studenti potenzialmente interessati ad iscriversi.

L’obiettivo non è stato ancora raggiunto, però si osserva che l’andamento più recente è crescente e che effetti positivi delle ultime iniziative sono attesi a partire da fine dicembre 2020.

La seconda importante criticità è rappresentata dal numero di laureati entro la durata normale del corso, che viene evidenziata dagli indicatori iC02, (percentuale nell’anno solare) e iC22 (percentuale per coorte). I bassi valori, il cattivo posizionamento rispetto sia al dato di Area geografica che Nazionale, il perdurare dell’esito sfavorevole del confronto, unitamente al trend decrescente ultimo osservato, rendono la situazione allarmante.

A maggior ragione, se si considera che le azioni correttive attuate non hanno dato risultati concreti e stabili (un solo valore soddisfacente nel 2017). L’analisi, condotta su dati scrupolosamente registrati dal CdS, ha individuato una correlazione della percentuale dei laureati in corso e il voto medio conseguito alla laurea triennale da parte degli immatricolati. È notevole il risultato della coorte partita il 2015/16, che ha raggiunto il 57,1% di laureati in corso ed è anche quella che registrava un voto

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CORSO DI STUDIO IN INGEGNERIA ENERGETICA

sull’attribuzione del voto finale agli allievi che si laureano entro la durata normale, con modifiche del regolamento del CdS. Non appare invece promettente la pratica di una selezione più rigida per incrementare la qualità degli studenti in ingresso.

Il dato numerico della percentuale di indicatori al di sotto del valore nazionale nell’ultimo triennio è allo stesso tempo drammatico ed ingannevole. Il dramma è indotto dal valore elevato, connotato anche da un trend negativo (il dato è cresciuto negli ultimi tre anni 78.57%, 82.14%, fino all’ultimo 86.67%), e dalla distanza dai valori medi nazionale degli indicatori di qualità. L’inganno può essere provocato da un’analisi soltanto numerica ed acritica. Il solo confronto con gli Atenei della medesima area geografica vede invece il CdS in linea anzi, nella maggioranza dei casi al di sopra dei valori medi degli indicatori, eccezion fatta per le criticità di cui si è chiaramente discusso sopra (iC02, iC04, iC09 per la didattica ed iC11 per l’internazionalizzazione) quindi solo 4 indicatori sui 28, cioè il 14,3%, risultano inferiori.

Per risolvere tali criticità si sta lavorando. L’indicatore iC09 non rappresenta più la situazione attuale e nel prossimo futuro tornerà ai livelli ottimali; per l’indicatore iC04, precedentemente punto di forza del CdS, si confida nel recupero sulla spinta anche della modifica del Manifesto degli Studi, che ha visto l’introduzione di insegnamenti in lingua inglese. Questo indicatore, alla pari di iC11, è ora particolarmente penalizzato dall’emergenza sanitaria. Ragionevolmente, ci sarà una ripresa, una volta superato il presente periodo critico. Il dato di iC02, di cui si è detto sopra, è il vero scoglio da rimuovere.

Si vuol far notare infine che diversi parametri sono legati al numero di immatricolati (iC00a e iC00b), che è in ripresa e perciò trascinerà la ripresa dei numerosi altri parametri che da esso dipendono. Primo fra tutti il fondamentale iC00e Iscritti Regolari ai fini del CSTD, assieme agli importanti iC05, iC27 e iC28, relativi al rapporto studenti regolari/docenti.

⮚ Validità della proposta formativa

La proposta formativa conserva assoluta validità: la vocazione professionalizzante della laurea in Ingegneria Energetica, intesa come occupabilità dei laureati, è molto buona ed è in ulteriore aumento. L’offerta formativa, nonostante sia tuttora adeguata, sarà aggiornata proprio per formare figure con competenze professionali in linea con i recentissimi sviluppi indotti dalla sensibilità dei cittadini e dalle politiche di governo, soprattutto a livello internazionale. Risulta chiara l’importanza delle problematiche del cambiamento climatico e del futuro energetico sostenibile, le quali possono tra l’altro essere affrontate nel molto promettente quadro socio economico della green economy.

Le risorse del CdS sono di prim’ordine: gli indicatori iC08 e iC19 sono nettamente al di sopra dei benchmark da più anni. La criticità dell’indicatore iC08 (la qualità della ricerca condotta dai docenti) rispecchia un dato obsoleto, dipendente della VQR 2011-14. Le banche dati delle pubblicazioni scientifiche mostrano il quadro attuale radicalmente migliorato.

Un punto negativo emerge invece dall’internazionalizzazione. Il numero di CFU acquisiti all’estero evidenziato dagli indicatori iC10 e iC11. iC10 è in calo dal 2017. Negli ultimi due anni è stato addirittura nullo. Il CdS continuerà nella politica di favorire l’esperienza internazionale degli studenti. Per la metodologia di calcolo dei due indicatori, si otterranno risultati migliori anche conseguendo un incremento dei laureati in corso (sono contati dagli indicatori appena detti, i CFU acquisiti all’estero dai soli studenti in corso). Purtroppo, la ridotta mobilità prescritta per l’emergenza Covid-19 esclude un recupero immediato di questi indicatori. Sorte simile si teme anche per l’indicatore iC12 (iscritti al CdS che abbiano conseguito la laurea di I livello all’estero), punto di forza del CdS fino al 2017 e ancora oggi mai al di sotto di quello calcolato per l’area geografica.

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