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228 SCHEDA BIBLIOGRAFICA CON BREVE PRESENTAZIONE PER CIASCUNO DEI LIBRI DI EDOARDO BONCINELLI CHE SONO RIUSCITA A REPERIRE E A LEGGERE (l'ordine è cronologico e il riferimento è all'edizione specifica da me letta). 1. "

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SCHEDA BIBLIOGRAFICA

CON BREVE PRESENTAZIONE PER CIASCUNO DEI LIBRI DI EDOARDO BONCINELLI CHE SONO RIUSCITA A REPERIRE E A LEGGERE

(l'ordine è cronologico e il riferimento è all'edizione specifica da me letta).

1. " La trasmissione dei caratteri ereditari " , G. D'Anna editore, collana "Tangenti", Messina-Firenze, 1974, prima edizione.

E' un testo di genetica piuttosto tecnico, ma molto chiaro, leggibile da chiunque, in cui sono descritti i meccanismi di eredità, mutazione, ricombinazione, che sono alla base dell'evoluzione, e che nella parte finale riporta alcuni brevi saggi di altri autori, tra cui "Mutazione o adattamento?" dei due Nobel Luria e Delbrueck, che spiegano la resistenza dei batteri agli antibiotici in termini antilamarckiani, argomento questo che rappresenta uno dei punti fermi del pensiero di Boncinelli.

2. " Biologia dello sviluppo. Dalla cellula all'organismo " , Carocci editore, Roma 1994, seconda edizione, del giugno 2004. È un testo sullo sviluppo embrionale, attraverso un'analisi di biologia molecolare, dove Boncinelli dichiara di attenersi a ciò che è certo, escludendo le ipotesi, ma in cui parte dai riferimenti a Kant e Aristotele senza trascurare valutazioni di carattere generale, tra cui spicca quella della

"determinazione" come progressiva riduzione di potenzialità inizialmente date.

3. " I nostri geni " , Einaudi editore, Torino 1998, collana "I saggi", prima edizione. Si tratta ancora di un testo di genetica, dove però già compaiono qua e là considerazioni filosofiche intorno agli argomenti trattati, per esempio intorno al tema della casualità e del riduzionismo.

4. " Il cervello, la mente e l'anima " , Oscar Mondadori, Milano 1999, ristampa del marzo 2000, collana "Oscar saggi".

Libro bellissimo, che rappresenta il suo primo grande successo editoriale. Parte dal Big Bang per poi risalire, attraverso l'emergere di sempre nuove qualità della materia, alla nascita della vita, focalizzandosi su quella umana e descrivendone il funzionamento percettivo e cerebrale. Nella seconda parte, dal sesto capitolo in poi, decide di spingersi oltre le descrizioni scientifiche, lasciandosi andare ad osservazioni non suffragate, confrontando cervello, computer e reti neurali, per passare poi dai neurostati agli psicostati, alla coscienza e al linguaggio, accennando ad

interrogativi filosofici, pur nella polemica aperta contro la filosofia. C'è un po' di confusione, mi pare, soprattutto nella parte finale, sui concetti di coscienza, di psiche, di anima, etc., che verranno meglio definiti in opere successive.

Come spesso capita nei suoi libri, alcune pagine di questo testo riprendono quasi alla lettera cose già scritte (vedi ad esempio a pag. 224 intorno al concetto di imprevedibile, che ricalca pag. 198 de "I nostri geni").

5. " La serva padrona " , sottotitolo:"Fascino e potere della matematica", con Umberto Bottazzini, Raffaello Cortina editore, Milano 2000, prima edizione, collana "Scienze e idee". Si tratta di un dialogo interessantissimo sulla natura della matematica con un matematico di

professione, che la pensa in modo ben diverso da lui. Per Boncinelli la matematica è analitica, è parte della logica, ma è meno formale di questa, perché ha oggetti propri. Esiste per lui una matematica primitiva, ingenua, che è innata per l'individuo, ma acquisita per la specie, così come esistono una geometria protoeuclidea, una logica ed una fisica innate, contrapposte alle raffinate discipline corrispondenti, che sono il frutto dell'evoluzione culturale. Kant aveva definito i numeri sintetici a priori, e questo anche per lui è vero, ma solo per i primi tre o quattro numeri naturali; quanto all'infinito, è solo potenziale, e lo zero non esiste in natura e segna il passaggio

dall'aritmetica della natura a quella della cultura. Mentre i concetti approssimativi di grandezza sono gestiti dall'emisfero occipitale destro, il calcolo attiva l'emisfero sinistro del linguaggio. Ci elenca anche le principali cognizioni a priori o innate che abbiamo fin dalla nascita; esse sono attendibili, perché sono state selezionate dalla natura come idonee alla sopravvivenza, cioè sono

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adeguate al nostro mondo reale e funzionano bene in rapporto a questo.

La matematizzazione non è condizione di scientificità, perché una scienza pur velocizzandosi grazie alla matematica può farne però a meno. Elenca quelle che al contrario sono per lui le condizioni essenziali per una disciplina che voglia essere scientifica.

Non posso non osservare la pessima conclusione che ha tratto il moderatore del dialogo, che a pagina 213 definisce Boncinelli un "irriducibile sperimentalista per il quale tutto deriva dall'esperienza e dall'esperimento"; dimentica quanto sia importante per lui l'esistenza di un sapere innato o ingenuo, testimoniato in numerose pagine di questo stesso libro.

6. " E ora? " , sottotitolo: "La dimensione umana e le sfide della scienza", dialogo con Umberto Galimberti mediato da Giovanni Maria Pace, Einaudi, Torino, 2000, prima edizione.

Anche questo è uno dei testi più interessanti, nato da un'intervista del '98-'99, in cui viene esaminato il rapporto della scienza con la tecnica, ma anche col mercato, la politica, la religione. E' il primo dei suoi libri non incentrato su argomenti tecnici, in cui si lascia andare a considerazioni di carattere chiaramente "filosofico", tra cui il tema delle domande di senso.

7. " Le forme della vita " , sottotitolo:"L'evoluzione e l'origine dell'uomo", Einaudi 2000, Torino, edizione 2006.

Si tratta di un testo sull'evoluzionismo, che partendo da Darwin si è poi arricchito grazie a osservazioni critiche e ai contributi di altre discipline, della genetica in particolare. Scagliandosi contro il lamarckismo, per il quale l'evoluzione ha un carattere direttivo operato dalla selezione, Boncinelli sostiene qui la grande rilevanza del caso, inteso come mancanza di direzionalità e di intenzionalità, di cui va ad analizzare i meccanismi. Affronta poi la nascita dell'uomo, dovuta all'encefalizzazione, il rapporto a "retroazione positiva" tra quest'ultima e l'uso degli strumenti, la nascita del linguaggio e l'evoluzione culturale.

8. " Pensare l'invisibile " , sottotitolo:" Dal DNA all'inconscio", con Aldo Carotenuto, Bompiani, Milano, 2000, prima edizione.

Questo dialogo è mediato da Franco Mangia, docente di biologia, che tuttavia sembra più vicino alle posizioni di Carotenuto, psicoterapeuta e maestro di Boncinelli, dal cui pensiero egli è però molto distante. Affronta il tema del rapporto mente-corpo, partendo – come deve fare uno

scienziato - dal corpo, dal materiale, perché è ciò che possiamo verificare; ciò facendo si paragona a una formichina che si arrampichi per vedere lontano. Parla quindi del cervello, in cui avviene "il salto dal materiale all'immateriale", per poi affrontare la polemica tra innatisti e empiristi e il tema del determinismo e del libero arbitrio, permesso in una certa misura da quel 5%

d'indeterminatezza dei nostri geni, che lascia all'ambiente e al caso la libertà di costruire l'evoluzione in modo non prevedibile. Polemizza con la psicoanalisi, che non è scienza né conoscenza, perché ha un linguaggio oscuro, è inenarrabile, incoerente, inverificabile ed è finita perciò in mano ai ciarlatani.

9. " Prima lezione di biologia " , Laterza editrice, Roma-Bari, 2001, collana Universale Laterza" edizione del febbraio 2008 .

Dà qui una prima definizione del concetto di vita in generale. Esamina l'organismo vivente, le sue caratteristiche organiche (la cellula, la membrana, il DNA, etc), le sue fonti energetiche e il suo metabolismo, ma anche il concetto di funzione, l'omeostasi, il comportamento, il funzionamento dei sensi, che partono da domande rigidamente predisposte dal genoma. Inquadra tutto ciò all'interno dell'evoluzione biologica che è poi a fondamento di quella culturale. Termina con una serie di domande e relative risposte.

10. " Genoma: il grande libro dell'uomo " , sottotitolo:"Dai geni alla nuova medicina, come cambierà la nostra vita", Mondadori editore, Milano, 2001, prima edizione.

Prendendo spunto dal "Progetto Genoma", fa il punto della situazione e delle aspettative sul futuro, osservando che i geni non sono quasi mai completamente determinanti, perché esperienza e caso hanno su di noi un'incidenza altrettanto importante. Racconta anche terapia genica, terapia dei trapianti, clonazione riproduttiva e terapeutica.

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11. " A caccia di geni " , Di Renzo editore, Roma 2001, prima ristampa aggiornata.

E' un libricino autobiografico, in cui racconta il proprio percorso scientifico e le proprie scoperte. 12. " Io sono, tu sei " , sottotitolo:" L'identità e la differenza negli uomini e in natura",

Mondadori editore, Milano 2002, prima edizione.

Qui Boncinelli si pone problemi schiettamente filosofici. Ci racconta che l'individualità non esiste nell'infinitamente piccolo ed emerge soltanto nel macroscopico, ed in particolare con la vita - allorché le cellule germinali si separano da quelle somatiche - fino ad avere un vero e proprio trionfo nella vita umana, insieme con la coscienza. Tutta l'evoluzione è storia di progressiva individuazione, e alla stessa logica risponde, ancor più massicciamente, l'evoluzione culturale. Poiché il genoma è pressocché lo stesso in tutti noi, ciò che fa la differenza e dà dunque origine all'individualità è operato dalle prime esperienze e dal caso. La nostra razionalità, al contrario, tende ad astrarre, eliminando le differenze, che sono tanto importanti nelle nostre emozioni, e cerca il "senso" imparando dai sistemi conoscitivi dei nostri sensi, che analizzano la realtà attraverso criteri di pertinenza e di rilevanza. La nostra categorizzazione, a differenza di quella degli animali, è infatti qualcosa che si apprende, perché è "aperta" all'apporto intersoggettivo e esperienziale. Affronta il tema individualizzante per eccellenza, che è quello della coscienza, e distingue per la prima volta l'"io", come soggetto della realtà fenomenica, non studiabile dall'esterno, dal "me", che è il soggetto della coscienza condivisa.

13. " Tempo delle cose, tempo della vita, tempo dell'anima " , editrice Laterza, Roma-Bari 2003, edizione del settembre 2006 nella collana " Economica Laterza".

Partendo dall'osservazione che non abbiamo nessun organo predisposto a percepire il tempo, esamina il concetto di tempo nelle varie teorie della fisica (da quella newtoniana, alla teoria generale e ristretta della relatività, alla teoria quantistica), della biologia, della psicologia.

14. " Il posto della scienza " , sottotitolo:"Realtà, miti, fantasmi", Mondadori editore, Milano 2004, prima edizione.

E' dichiaratamente un pamphlet a favore della scienza, contro tutti gli attacchi che a questa vengono mossi, e di polemica aperta contro la filosofia e la psicoanalisi. Definisce la scienza un "osservare per fare", che non è né pura teoria né pura empiria, e che, al di là delle singole affermazioni che possono essere sbagliate, rappresenta un sapere cumulativo e progressivo, che sempre più e più di qualsiasi altra disciplina si approssima alla verità.

15. " Mente e cervello, un'unità possibile? " , tratto da "L'anima", di autori vari, Mondadori editore, Milano, 2004, collana "Uomini e religioni", pagg. 89-103.

Si tratta di una breve intervista a cura di Eddy Carli, preceduta da una presentazione sull'attività scientifica di Boncinelli, che ne sottolinea la volontà di naturalizzare mente e cervello, sfuggendo però da pericolosi riduzionismi. L'attenzione è focalizzata sul tema della coscienza.

16. " Verso l'immortalità " , sottotitolo:" La scienza e il sogno di vincere il tempo", con Galeazzo Sciarretta, Cortina editore, Milano 2005, Collana "Scienze e idee", prima edizione. L'immortalità non appartiene all'esperienza, ma consiste nella negazione del concetto, invece esperibilissimo, di mortalità. È l'uso del simbolo dell'infinito, di cui non abbiamo esperienza e che forse non esiste nella realtà, che ci induce a pensare alla possibilità di una vita eterna. Tutto ciò che la scienza può fare è allungare la vita, mediante 1) la medicina ed altre precauzioni, 2) la lotta contro l'invecchiamento, a cui tende la biologia molecolare, 3) la chirurgia dei trapianti e 4) una fantascientifica, ma sempre più probabile, capacità di conservare l'autocoscienza variando e sostituendo le strutture deteriorate. Quest'ultimo percorso, se davvero fosse possibile, ci garantirebbe l'unica eternità che davvero ci sta a cuore, che è quella individuale della nostra autocoscienza, creando però problemi progressivi di scarsità di risorse alimentari e naturali, d'inquinamento crescente, di perpetuazione dell'esistente a danno del ricambio generazionale, a meno che tale immortalità invece di essere di massa, non sia selettiva; in ogni caso quei cervelli vecchi, incapaci di rinnovarsi, si annoierebbero e vivrebbero tristemente.

17. " Prodigi quotidiani " , sottotitolo:" Gli straordinari eventi che accadono nell'organismo umano e nel cosmo", con Luigi Offeddu, Boroli editore, Milano, 2005, prima edizione.

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Si tratta di un'intervista, in cui Boncinelli dichiara di stupirsi, come uomo, ma non come scienziato, per la regolarità del quotidiano, per la vita in generale, che contrasta col principio di entropia. Incalzato da un interlocutore di chiara ispirazione religiosa, che lo interroga sull'inizio della vita individuale, su natura e contronatura, etc., risponde che di Dio non si può affermare né l'esistenza né la non esistenza. Parla dell'evoluzione biologica e culturale concludendo infine che la vita è

un'avventura senza trama precostituita.

18. " Sani per scelt a" sottotitolo:"La scienza che ci cambia la vita", colloquio con Giangiacomo Schiavi, I libri del Corriere della Sera, Milano, 2005.

Si tratta di un'intervista che prende spunto dai temi dell'imminente Referendum del 2005 sulla fecondazione assistita. Rispetto all'interrogativo se lasciar fare alla natura o intervenire con la scienza e la tecnologia, Boncinelli risponde che la natura non è né buona né cattiva, che la scienza può renderla più favorevole all'uomo, perché "è meglio essere sani per scelta che malati per caso". Noi abbiamo la libertà di costruirci delle possibilità che la natura non ci ha dato e ne siamo spaventati.

Ciò che la scienza rende possibile deve essere poi discusso democraticamente da tutti per decidere se applicarlo o no. Definire per esempio il momento in cui nasce un individuo umano è una questione convenzionale, perché in realtà la vita è un continuum, un processo. Dobbiamo essere preparati al futuro attraverso dibattiti e discussioni, perché il rischio zero non esiste, il principio di precauzione è contrario alla scienza ed il futuro arriva anche per chi non lo vuole. Parla poi d'invecchiamento, di longevità, e di OGM che non giudica pericolosi, in quanto non possono competere con le altre piante, e aiutano semmai l'ambiente liberandolo dai pesticidi.

19. " Il futuro adesso è aperto " , articolo tratto da Kos, rivista di cultura, medicine, scienze umane, editrice San Raffaele, Milano, numero 262 del novembre-dicembre 2007. Parla del ruolo di biomedicina e di genetica nella prevenzione delle malattie.

20. " L'anima della tecnica " , Rizzoli editore, Milano 2006.

Con questo testo ha vinto il Premio letterario "Merck Serono" del 2006.

L'argomento è il rapporto tra tecnica e scienza, tra le quali la seconda rappresenta "la figlia" visto che è nata dopo, nel '600. Parla soprattutto di macchine, di computer, di reti neurali, confrontando la nostra logica e la nostra capacità di apprendimento con la loro. Affronta il rapporto tra naturale e artificiale, il quale ultimo sta cominciando a colonizzare il nostro stesso corpo. Parla del disagio di un'evoluzione spirituale che non riesce a stare al passo con quella scientifica e tecnologica, e tanto meno a guidarla.

21. " Idee per diventare genetista " , sottotitolo:"Geni, genomi ed evoluzione", a cura di Lisa Vozza, Zanichelli editore, Bologna, 2006.

Inizia con un'intervista, focalizzata sul percorso scientifico del nostro autore, seguita da un articolo di Boncinelli, intitolato "La genetica", che ne illustra i concetti basilari.

22."La magia della scienza " , Archinto editore, Milano 2006, prima edizione.

Distinguendo la "magia" della tecnologia dalla "magia" della conoscenza scientifica, e sostenendo la priorità della teoria sulla pratica, parla della scienza, che rappresenta la magia più sorprendente in quanto permette alla nostra mente di capire anche ciò che quest'ultima non sarebbe attrezzata a conoscere. Racconta le teorie della fisica da Newton ad oggi, che ci appaiono controintuitive, e sostiene che non sono in contrapposizione tra di loro, perché hanno campi di validità differenti, in quanto si applicano alternativamente al nostro mondo o a quello dell'infinitamente piccolo o dell'infinitamente grande. Per quanto apparentemente così distanti da noi, micromondo e megamondo sono invece condizioni essenziali della nostra stessa esistenza.

23. " La storia dell'evoluzione oggi " in "Dal moscerino all'uomo: una stretta parentela " , sottotitolo:"Che cosa conosciamo oggi dell'evoluzione della vita", di Edoardo Boncinelli e Chiara Tonelli, Sperling editore, Milano, 2007.

In questo articolo viene riassunto l'evoluzionismo, a cominciare da quello darwiniano e

anti-lamarckiano, e i successivi apporti, che hanno portato al neodarwinismo – senza il quale oggi non si può fare biologia – che descrive un'evoluzione non prevedibile e controintuitiva, entrando perciò

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nel mirino di critiche di carattere psicologico e ideologico.

24. " Il male " , sottotitolo: "Storia naturale e sociale della sofferenza", Mondadori editore, Milano, 2007.

Affronta l'argomento da un punto di vista scientifico, distinguendo il male intenzionale da quello naturale e osservando che forse il male, come il bene, non esiste di per sé ma è una pura

valutazione umana. Analizza il dolore, sia fisico che psichico, osservando che è un campanello d'allarme che induce al cambiamento in funzione della sopravvivenza e che utilizza due differenti percorsi per comunicarlo, due "vie" che poi nella corteccia trovano una terza componente,

cognitiva-valutativa, capace di arginarlo o anche di accentuarlo. Il dolore è una percezione del nostro corpo come le emozioni, che vengono qui definite per la prima volta in base alla loro differente espressione mimica. Nel male naturale non c'è un'intenzione, anche se noi siamo sempre capaci di trovarla, perché siamo animisti. Forse il male naturale, la malattia e la morte sono la naturale tendenza all'entropia, che domina l'universo, contro la quale la vita combatte in controtendenza, aiutata in ciò dalla razionalità, dalla scienza e dalla medicina in particolare. Invecchiamo e moriamo quando la natura si disinteressa di noi e ci abbandona dopo l'epoca

riproduttiva. Quanto al male morale, è un concetto convenzionale, che cambia di epoca in epoca, di cultura in cultura. I valori sono una scorciatoia per decidere, ma andrebbero rivisti periodicamente. Ciò che fino a una certa misura è buono diventa cattivo in misura maggiore, dunque male e bene sono facce della stessa medaglia, ma dipende da noi scegliere tra l'uno e l'altro, perché siamo abbastanza liberi per farlo. Il comportamento violento dell'uomo è dovuto alla sua animalità, ai suoi istinti, che però nell'uomo sono arginati dalla ragione. Per difenderci dal male dobbiamo dunque fare appello a ragione e cultura.

25. " Che cos'è il tempo? " , CD audio, con intervista allegata di Armando Massarenti, Sossella editore, Roma, 2007.

Riprende gli argomenti affrontati in "Tempo delle cose, tempo della vita, tempo dell'anima", al numero 13 del presente elenco.

26. " Come nascono le idee " , Laterza editore, Roma-Bari 2008, quinta edizione del 2009, Collana "Saggi tascabili Laterza".

È la trascrizione della bella conferenza al "Festival della mente " di Sarzana. Boncinelli premette che su questo argomento la scienza non ha ancora risposte, ma lui "si azzarda" a dire che c'è un flusso continuo di senso, che però diventa "idea" solo quando passa attraverso la coscienza. Analizza, anche da un punto di vista della storia della filosofia, dapprima i concetti, poi le idee e infine la creatività, che è la capacità di associazioni anomale tra idee molto distanti. Confrontandola con l'intelligenza, definisce creativo anche il lavoro dello scienziato, citando a questo proposito due suoi insight. Se non conosciamo come scocca la scintilla di un'idea innovativa, sappiamo però che questo succede nella corteccia prefrontale, che, sgombra dai problemi biologici e di sopravvivenza, inventa problemi che per gli animali sarebbero inutili.

27. " L'universo e il senso della vit a" , sottotitolo:"Un ateo e un credente: due uomini di scienza a confronto", con Geoge Coyne, edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2008. Consiste in due saggi sullo stesso tema dei due differenti autori.

Ripercorrendo molti degli argomenti trattati in "La magia della scienza", Boncinelli sostiene che la scienza ci fa sentire al contempo piccoli e arditi. Abbandonando la presunzione di capire tutto, siamo passati, come dice Koyré, dal mondo del pressappoco all'universo della precisione, rinunciando ad indagare alcune cose per semplificare, per poi recuperarle e studiarle

successivamente. Fa il punto sulla fisica dell'universo, sostenendo che noi esistiamo perché esiste sia un universo così grande sia il mondo subatomico. Materia, energia, informazione sono tutto ciò che serve per capire la realtà; ci sarà anche dell'altro, ma non è necessario. La ricerca sul senso della vita deriva dall'abitudine di chiederci la causa di qualunque cosa. Boncinelli c'invita a rinunciare a porci questa domanda, così come abbiamo rinunciato alla pretesa olistica di capire tutto e di averne un'immagine intuitiva; tanto siamo largamente compensati dal ricco "bottino" di conoscenze acquisite scientificamente.

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28. " Il cervello e la scatola delle meraviglie " , a cura di Boncinelli e di Gianvito Martino, editrice San Raffaele, Milano, 2008, prima edizione.

Contiene articoli di vari autori, tra cui Marvin Lee Minsky, appassionato di cibernetica, a cui Boncinelli scrive una prefazione - in cui sottolinea l'importanza di questa scienza per le

neuroscienze- e una postfazione, intitolata: "Mente e cervello: l'avventura continua", in cui afferma che mente e cervello sono un tutt'uno.

29. " Dialogo su etica e scienza " , con Emanuele Severino, editrice San Raffaele, Milano, 2008, prima edizione.

Boncinelli enuncia qui il suo concetto di uomo Collettivo, che è razionale e tende a non sbagliare, a differenza dell'uomo individuale. Sostiene che se la verità in sé non esiste, di certo esiste l'errore, e che comunque "vero" è un concetto relativo, cioè è una misura, che ci dice che qualcosa è più vero di qualcos'altro, nel senso che spiega e prevede di più. Confronta la scienza con la filosofia, dicendo che la prima si autolimita, impedendosi di affrontare domande a cui non si possono dare risposte, e che tale autolimitazione è una ragione della sua efficacia.

30. " L'etica della vita " , sottotitolo:"Siamo uomini o embrioni?", Rizzoli editore, Milano, 2008.

Già nel concepimento l'incontro tra uno solo dei moltissimi spermatozoi e la cellula-uovo avviene per caso. Lo sviluppo avviene "senza una regia", attraverso una rete di controlli incrociati, in cui i geni agiscono, ma agisce anche l' induzione, cioè i messaggi tra cellule, attraverso i meccanismi dell'accrescimento e della differenziazione. Segue la fase della neotenia, che rappresenta una seconda nascita, di tipo culturale. Per dar luogo ad un individuo vi è dunque un lungo processo in cui non è possibile indicare se non in modo convenzionale il momento discriminante; ma certo occorrono tre componenti: geni, esperienza e caso.

31. " I miei lirici greci " , sottotitolo:"365 giorni di poesie", editrice San Raffaele, Milano, 2008 Qui Boncinelli si è cimentato, per cinque lunghi anni, nella traduzione, che ha cercato di rendere la più fedele possibile, di poesie greche dell'età classica, tra cui Saffo - che predilige - Alcèo,

Archìloco e Pìndaro, preceduta ognuna da una breve presentazione.

32. " Perché non possiamo non dirci darwinisti " , Rizzoli editore, Milano, 2009, prima edizione.

È una bella trattazione, completa e chiara, dell'evoluzionismo da Darwin all'epoca attuale, con gli argomenti a suo supporto della genetica e delle critiche scientifiche che esso ha poi inglobato. Sottolinea l'aumentata importanza, in questo processo, del ruolo del caso. Tutto ciò ha dato luogo nell'uomo all'evoluzione culturale, che riesce talvolta a migliorare e a correggere quella biologica. Adesso la mente e l'anima devono essere studiate dal punto di vista della biologia evolutiva.

33. " Lo scimmione intelligente " , sottotitolo :"Dio, natura e libertà", con Giulio Giorello, Rizzoli editore, Milano 2009, prima edizione.

È questo un dialogo davvero brillante, grazie alla consonanza e all'intelligenza dei due autori, dedicato all'uomo che viene esaminato 1) per la sua origine animale 2) nel confronto con le macchine 3) per capirne il grado di libertà 4) per la sua dimensione individuale e collettiva.

Partendo dalla definizione di vita e dall'evoluzione biologica, arriva all'uomo (definito "scimmione intelligente", perché ama il gioco e ciò che è futile), alla sua evoluzione culturale, al linguaggio che lo contraddistingue (con le sue due componenti, una innata, l'altra appresa), al Collettivo, al "principio di lucidità differenziale", all'affermazione che quella dose di maggior libertà di cui l'uomo gode rispetto agli animali è stata resa possibile dall'indeterminazione genetica. Parla poi di razionalità e di emotività, di coscienza, di spirito gregario e di neuroni-specchio, del concetto di natura nei suoi vari livelli, inevitabilmente interrelata sempre più con l'uomo, ed infine della distinzione tra res dividua e res individua. Gli spunti sono tanti, come in una danza veloce e divertita tra due persone che hanno una perfetta sintonia.

34. " Le tre età della mente " , saggio contenuto in MicroMega, numero 7 del 2010, da pag 177 a pag. 205.

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Esamina la mente e la coscienza attraverso le fasi dello sviluppo, dell'età adulta e dell'invecchiamento.

35. " Mi ritorno in mente " , sottotitolo:"Il corpo, le emozioni, la coscienza", Longanesi editore, Milano, 2010, terza edizione del giugno 2010.

Boncinelli ritiene che questo libro rappresenti la summa del proprio pensiero a proposito di coscienza. Fa suo un tipo di dualismo quasi cartesiano, distinguendo ciò che esiste in 1) coscienza fenomenologica da una parte e 2) tutto il resto, cioè l'intera realtà, dall'altra. Ogni attività mentale è riducibile in sostanza all'attività sinaptica. Ma ciò che vogliamo viene stabilito in noi dall'emotività – che è la parte nettamente prevalente - mentre la razionalità c'insegna soltanto come ottenerlo. La nostra consapevolezza è soltanto il testimone e la conseguenza delle nostre azioni e decisioni, anche se poi la corteccia ci fa credere il contrario. Al di là di tutto questo c'è però la "sensazione del mio io", che è indubitabile, anche se forse è soltanto un refuso, il rumore inestirpabile e inutile di un meccanismo che funziona.

36. " Che fine ha fatto l'io? " , con Michele Di Francesco, editrice San Raffaele, Milano 2010, prima edizione.

Questo titolo è per Boncinelli una domanda inutile, perché l' "io" non è necessario e non esiste né come sostanza né come funzione, è una costruzione della nostra corteccia. In ogni caso lo scienziato non può parlarne, mentre può parlare di coscienza o di "sé", perché soltanto il sé può essere

osservato dall'esterno, mentre l'io può essere unicamente oggetto d'introspezione. L'io non serve, perché ciò che dà unità e continuità all'individuo è il corpo, vale a dire il subsismbolico.

37. " Lettera a un bambino che vivrà 100 anni " , sottotitolo:"Come la scienza ci renderà (quasi) immortali", Rizzoli editore, Milano, 2010, prima edizione.

Qui Boncinelli si rivolge idealmente a un bambino che sta nascendo, per immaginare forse il suo futuro e per trasmettergli ciò che ha imparato: che la vita è "un castello di sabbia" in riva al mare destinato a scomparire, un'eccezione nell'entropia; che il caso è all'origine delle mutazioni, dunque dell'evoluzione, così come di molte malattie e quindi della morte; che nella vita non c'è "nulla di misterioso", ma soltanto DNA, esperienza e caso; che l'evoluzione non rappresenta di solito un progresso. Parla di malattie in generale, di quelle genetiche, di tumori, di virus, di batteri, di staminali, di clonazione e di manipolazione genetica, ma anche delle decisioni che su tali questioni dovrebbero essere prese democraticamente, e non dai soli scienziati, dopo serie ed informate discussioni, perché è in gioco il futuro della razza umana.

38. " Prometeo incatenato " di Eschilo, a cura di Boncinelli, editrice San Raffaele, Milano, 2010, prima edizione.

Si tratta della traduzione di Boncinelli, preceduta da un suo commento.

39. DVD:" Charles Darwin " , sottotitolo:"L'uomo: evoluzione di un progetto?" de "Il Sole 24 ore", ottobre 2011

Ci racconta il pensiero di Darwin e gli apporti successivi che sono confluiti nel neodarwinismo. 40. " La vita della nostra mente " , editori Laterza, Roma-Bari, 2011, prima edizione. Si tratta di un libro incentrato sulla mente, nelle tre fasi della formazione, della maturità e della vecchiaia. I meccanismi dell'apprendimento sono universali, tanto che li abbiamo imparati

studiando una lumaca di mare. Ma le nostre sinapsi si formano, oltreché geneticamente, anche per esperienza e per caso. La fetalizzazione, che si basa sul riconoscimento e l'attaccamento, ristruttura il nostro cervello determinando in noi una seconda nascita. E c'è poi l'apporto del caso, che ci libera dalla determinazione dei geni e da quella più soft dell'esperienza. Il nostro comportamento è un modo complesso di rispondere alle necessità di equilibrio omeostatico, attraverso avversioni e propensioni che si esprimono attraverso emozioni. Ed infine c'è la coscienza, attraverso la quale passa necessariamente la razionalità. Quanto alla coscienza fenomenica, Boncinelli ne conferma l'esistenza indubitabile ma insieme anche l'inutilità, come fosse un refuso. (Alcune di queste pagine- vedi le pagg. 10/15 - corrispondono quasi alla lettera ad altre di "Mi ritorno in mente"- vedi le pagg. 126/133- ).

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41. " L'universo della coscienza " , in "Fenomenologia della scoperta", a cura di Mauro Maldonato, Mondadori editore, Milano-Torino, 2011, pagg. 44-49.

Si tratta di un brevissimo saggio che fa il punto su cos'è per lui la coscienza, ribadendo il riduzionismo fondamentale della mente al cervello e al corpo.

42. " Il mondo è una mia creazione " , Liguori editore, Napoli, 2011.

Analizza l'approccio psicoterapeutico, psicanalitico e delle neuroscienze alla mente, a partire dalla propria esperienza biografica, di paziente, di psicoterapeuta e di scienziato, e affronta anche qui il tema della coscienza. Il titolo prende spunto dall'idea ingenua di quand'era ragazzino che il mondo fosse una creazione della sua mente, da cui cominciò a prendere le distanze quando vide che il latte sul fuoco traboccava anche quando non lo guardava; ma in un primo momento, anziché dedurne che la realtà esterna è autonoma dalla mente, pensò che essa dipendesse dal suo inconscio e si avvicinò per questo alla psicologia e alla psicanalisi. Alla successiva posizione di realismo pervenne dunque col tempo, attraverso varie fasi.

Afferma che la psicoterapia funziona, nonostante l'inadeguatezza dei suoi presupposti teorici, e che i problemi psichici vanno affrontati sia con la psicorterapia che coi farmaci.

43. " L'avventura della scienza sperimentale " , in "Qualcosa di grandioso", a cura di Armando Massarenti, Dalai editore, Milano, 2011.

Boncinelli sostiene che la creatività caratterizza la scienza più ancora che l'arte, con l'unica differenza che la prima deve anche dimostrare ciò che afferma. A tale scopo illustra i risultati più importanti che la scienza ha ottenuto nell'epoca contemporanea, a partire dalla fisica del '900, con la biologia, l'evoluzionismo e lo studio del DNA, con le neuroscienze – dalle quali si aspetta le

scoperte più sorprendenti in un prossimo futuro -. Tali risultati sono spesso controintuitivi e per capirli occorre un approccio non solo razionale, ma collettivo e sperimentale. Ciò dimostra che il mondo della scienza è più bello di quello dei miti.

44. " La scienza non ha bisogno di Dio " , Rizzoli editore, Milano, 2012.

Partendo dall'esperimento di Craig Venter, che, avendo inserito in una cellula denucleata un genoma ottenuto per sintesi, ha dichiarato di aver creato la vita artificiale, analizza il concetto di vita,

sostenendo che esso è specificato soprattutto dall'evoluzione e quindi dall'informazione, cioè dal genoma. In ciò non c'è niente di misterioso e per quanto la scienza non abbia finora saputo definire come la vita sia iniziata, certamente lo scoprirà prima o poi ed in tale evento non è necessaria l'ipotesi di Dio, di cui tuttavia non si può affermare né l'esistenza né la non esistenza.

45. "Quel che resta dell'anima", Rizzoli editore, Milano, 2012.

Partendo dalle distinzioni aristoteliche di materia e di forma, di anima vegetativa, sensitiva e intellettiva, riaffronta i temi della sensazione e della percezione, delle forme a priori della

sensibilità e dell'interpretazione, della coscienza e dell'inconscio, della libertà e della responsabilità e infine del Collettivo, per concludere che gli "ineffabili" incontrati – la presa di coscienza

personale e il Collettivo – sono ciò che più si avvicina alla nozione di anima, e la scienza deve almeno momentaneamente accantonarli in quanto non è in grado di studiarli.

47."La realtà e il pensiero", di Ludovico Geymonat, S. Tagliagambe, E. Boncinelli, F. Cattaneo, P. Cresto-Dina, M. Guffanti, D. Zucchello, Garzanti Scuola, Novara, 2012.

Si tratta di un manuale di filosofia per studenti delle scuole medie superiori, di cui il nostro autore ha curato più di una trentina di schede scientifiche, intitolate "Filosofia e Scienza".

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