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Academic year: 2021

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Capitolo 1

I sistemi di car sharing e bike sharing

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I sistemi di car sharing e bike sharing

Rapporto sulla mobilità sostenibile nelle principali 50

città italiane

L’associazione Euromobility ha presentato il terzo Rapporto Annuale sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane. Luci ed ombre tra i risultati. Ecco il comunicato diffuso dall’ufficio stampa con la sintesi dell’indagine.

E’ Bologna la città più “eco-mobile” d’ Italia. La città emiliana, che aveva già vinto nel 2007, si aggiudica così per la seconda volta il trofeo italiano della mobilità sostenibile scalzando Parma dal primo posto dello scorso anno. Bologna vince grazie a un trasporto pubblico che funziona, a importanti innovazioni nella gestione della mobilità, ad una quota significativa di auto a basso impatto ambientale, allo smog sotto controllo. Nella “top ten”, che vede sul podio tutte città del centro-nord, tranne Bari al nono posto (ma era settima lo scorso anno), ci sono Firenze che guadagna il secondo posto, seguita da Parma, Trento e Milano, che guadagna ben nove posizioni rispetto al 2008. Seguono Venezia, Reggio Emilia, Padova, Bari e Modena. Fanalini di coda nella classifica della mobilità sostenibile, Taranto, Sassari e Catania.

Questa graduatoria delle città italiane alla ricerca della mobilità sostenibile è contenuta nel terzo rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborato da Euromobility con il contributo di Assogasliquidi e Consorzio Ecogas e con il patrocinio del Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, piattaforme logistiche per le merci, mobility manager, ecc) e la loro efficacia; lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’ offerta di trasporto pubblico, le piste ciclabili, l’ adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. Le 50

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città monitorate sono tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Provinc autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.

“Questo terzo rapporto –

Euromobility- ha registrato qualche passo in avanti sulla strada dell’eco

un anno si è assistito infatti ad una grande diffusione del bike sharing e ad un boom delle auto a gas e metano. E’ importante che si continui a spingere il pedale dell’innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità che renda più vivibili le nostre città. Purtroppo la fotografia dell’Italia che emerge dal rapporto è quella di un Paese a due velocità: un centro nord che segue l’ innovazione e un sud, tranne rare eccezioni, che arranca”.

Tutti i record città per città

Tutti pazzi per la bici, soprattutto

Milano è la città più attiva nell’adottare misure di mobilità alternativa come il bike sharing, il servizio comunale di bicicletta condivisa. In Italia sono 23 le città in cui è attivo il bike sharing elettronico (a tessera magnetica) o meccanico (a chiave codificata). Nelle 13 città che usano il sistema elettronico gli utenti sono aumentati del 206,5% con un vero e proprio boom a Milano con 12.346 utenti (quadruplicati rispetto all’anno precedente) e Roma con 8.700

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città monitorate sono tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Provinc autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.

ha detto Lorenzo Bertuccio direttore scientifico di ha registrato qualche passo in avanti sulla strada dell’eco

ito infatti ad una grande diffusione del bike sharing e ad un boom delle auto a gas e metano. E’ importante che si continui a spingere il pedale dell’innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità che renda più vivibili le la fotografia dell’Italia che emerge dal rapporto è quella di un Paese a due velocità: un centro nord che segue l’ innovazione e un sud, tranne rare

Figura 1.1

record città per città

Tutti pazzi per la bici, soprattutto a Milano

Milano è la città più attiva nell’adottare misure di mobilità alternativa come , il servizio comunale di bicicletta condivisa. In Italia sono 23 le città in cui è attivo il bike sharing elettronico (a tessera magnetica) o (a chiave codificata). Nelle 13 città che usano il sistema elettronico gli utenti sono aumentati del 206,5% con un vero e proprio boom a Milano con 12.346 utenti (quadruplicati rispetto all’anno precedente) e Roma con 8.700

città monitorate sono tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.

ha detto Lorenzo Bertuccio direttore scientifico di ha registrato qualche passo in avanti sulla strada dell’eco-mobilità. In ito infatti ad una grande diffusione del bike sharing e ad un boom delle auto a gas e metano. E’ importante che si continui a spingere il pedale dell’innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità che renda più vivibili le la fotografia dell’Italia che emerge dal rapporto è quella di un Paese a due velocità: un centro nord che segue l’ innovazione e un sud, tranne rare

Milano è la città più attiva nell’adottare misure di mobilità alternativa come , il servizio comunale di bicicletta condivisa. In Italia sono 23 le città in cui è attivo il bike sharing elettronico (a tessera magnetica) o (a chiave codificata). Nelle 13 città che usano il sistema elettronico gli utenti sono aumentati del 206,5% con un vero e proprio boom a Milano con 12.346 utenti (quadruplicati rispetto all’anno precedente) e Roma con 8.700

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utenti (anche qui quasi quadruplicati). Le new entry della bicicletta condivisa sono Bergamo, Genova, Udine, Terni e Siracusa. Il numero maggiore di biciclette a Milano (1.400), che distanzia nettamente Roma (150) e Siracusa (130), seconde e terze classificate. Fra chi ha scelto il sistema meccanico, in testa Modena con 272 bici. Secondo un’ indagine commissionata da Euromobility, un italiano su 5 conosce questo servizio, mentre quasi un italiano su 4 utilizzerebbe le biciclette condivise se fossero disponibili nella propria città.

Car sharing e mobility manager crescono

Anche il car sharing, l’ auto condivisa, trova sempre più fans con un aumento degli utenti del 15,14% rispetto all’anno precedente. Milano è in testa per numero di utenti, 4.097, rispetto ai circa 2.800 dell’anno precedente, seguita da Venezia con 3.065. In controtendenza Rimini che ha sospeso il servizio. Parallelamente cresce anche il numero delle auto disponibili: più 12,9%; le città che possono contare sulla flotta maggiore di auto condivise sono Milano e Torino (133 e 119 auto rispettivamente). I mobility manager sono poi presenti in 41 città; le città, tutte del centro-sud, in cui mancano sono Campobasso, Cagliari, Catanzaro, L’ Aquila, Latina, Pescara, Livorno, Sassari e Taranto.

Trasporto pubblico, maggiore offerta a Milano e Roma

La migliore offerta di trasporto pubblico locale (vett·Km/ab) si registra a Milano, Venezia e Roma; la peggiore a Siracusa, Messina e Latina. Boom delle auto a gas nelle 50 città, grazie anche agli incentivi. Le auto a GPL sono aumentate, rispetto all’anno precedente, del 14,77% e quelle a metano del 29,29%. Le città che vanno a tutto gas sono Ravenna, Bologna e Ferrara con una media superiore al 12%. Fanalini di coda in questa classifica Trieste, Aosta e Udine che non raggiungono neanche il punto percentuale. L’aumento di auto a GPL e Metano sembrerebbe ancora più elevato di quello registrato da ACI: secondo altre fonti infatti, come UNRAE e il Ministero dei Trasporti, le autovetture a gas immatricolate nel 2008 sarebbero circa il 10% in più di quelle registrate da ACI.

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Auto che passione, Latina e Roma le più “trafficate”

Il tasso di motorizzazione, un indicatore molto importante che misura la consistenza della flotta veicolare in rapporto alla popolazione residente, resta in Italia il più alto d’ Europa (61,32 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46) ed è anche in lieve aumento rispetto all’anno precedente (61,01) con il 20% delle città esaminate che lo hanno aumentato. Eppure il traffico e l’ uso privato dell’auto vengono percepiti dagli italiani come le cause principali dell’ inquinamento ambientale. Le città con più auto sono Latina con circa 72 auto ogni 100 abitanti (in lieve diminuzione rispetto all’ anno precedente), Roma, in aumento, con più di 70 auto per 100 abitanti e Potenza (70). Nella classifica delle città virtuose Venezia, naturalmente, e Genova, Bolzano e Bologna. Napoli continua a svettare nella classifica negativa delle auto inquinanti (Euro 0) con più del 30% in circolazione, seguita da Catania, circa il 30%. E sono proprio le città del sud che presentano il maggior numero di immatricolazioni euro 0. Relativamente allo standard emissivo Euro IV, le città di Aosta, Brescia e Roma mostrano le percentuali più alte (il dato di Aosta è però falsato perché molte società di autonoleggio immatricolano qui le autovetture della propria flotta). Ma qualcosa sta cambiando nei comportamenti degli italiani: da un sondaggio commissionato da Euromobility emerge, infatti, che 9 italiani su 10 tengono conto dell’ ambiente quando acquistano un nuovo veicolo.

Inquinamento, aria buona a Genova, Reggio Calabria e

Campobasso, cattiva a Siracusa

Il rapporto esamina anche la qualità dell’aria delle città italiane per quanto riguarda le pericolose polveri sottili, PM10. Nel 2008, complice la meteorologia (è piovuto molto), si è assistito ad un miglioramento generalizzato nei livelli di PM10 in tutte le città, tranne a Siracusa dove l’ aria è addirittura peggiorata. La città siciliana ha registrato infatti una media annuale di PM10 di 85 microgrammi al metro cubo (poco più di 70 l’anno precedente) e per 321 giorni in un anno (282 giorni l’ anno precedente) ha superato i limiti di 50

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microgrammi al metro cubo previsti per questo inquinante (la legge prevede solo 35 superamenti). Le città migliori sono Campobasso e Reggio Calabria con solo 12 giorni di superamenti, mentre per quanto riguarda la media annuale di PM10, l’ aria più buona tira a Genova con una media di 20 microgrammi di PM10 al metro cubo.

I sistemi di car sharing

Cos’è

Il car sharing o auto condivisa o condivisione dell'automobile, o passa vettura è un servizio che permette di utilizzare un'automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio vicino al proprio domicilio, e pagando in ragione dell'utilizzo fatto; in pratica è un sistema di noleggio self service di autovetture a disposizione in autorimesse distribuite capillarmente in città in ogni ora del giorno e della notte e in ogni giorno dell'anno. Quindi il car sharing può essere ritenuto un sistema di trasporto innovativo che consiste nell'utilizzare auto in condivisione, sempre a disposizione, a tariffe privilegiate, senza costi di manutenzione, assicurazione e di rifornimento.

Questo servizio viene utilizzato all'interno di politiche di Mobilità sostenibile, infatti è il più innovativo approccio alle quattro ruote, per favorire il passaggio dal possesso del mezzo all'uso dello stesso (cioè con il car sharing si acquista l'uso effettivo dell'auto, cioè la mobilità e non il mezzo stesso), in modo da consentire di rinunciare all'automobile privata ma non alla flessibilità delle proprie esigenze di mobilità. L'auto, in questo modo, passa dall'ambito dei beni di consumo a quello dei servizi, con una scelta semplice, utile e conveniente per ridurre i problemi di traffico, inquinamento e parcheggio, senza rinunciare ai vantaggi dell'uso dell'auto. Il car sharing, è una soluzione efficace per l’uomo, per l'ambiente, per la città, per il futuro.

Tipicamente si tratta di un servizio commerciale erogato da apposite aziende, spesso con l'appoggio di associazioni ambientaliste ed enti locali.

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Storia

Il car sharing è un sistema innovativo sperimentato con successo in diversi paesi europei, nord America ed oriente. E' nato in Svizzera venti anni fa e si è poi sviluppato in Germania, Austria, Olanda, Scandinavia e Gran Bretagna. Successivamente l'esperimento si è sviluppato e consolidato negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone e a Singapore. In Svizzera vi sono 44.000 aderenti per 1700 vetture in servizio in 350 località diverse per un totale di 700 parcheggi. In Germania vi sono circa 60 organizzazioni di car sharing presenti in più di 90 città per 50000 utenti per 2000 veicoli. In Olanda i 30 gestori di car sharing servono 25000 utenti con 800 veicoli.

In Italia, il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio con i decreti 27/03/98 "Mobilità sostenibile nelle aree urbane" e 21/12/00 "Programmi radicali per la mobilità sostenibile" tra le altre misure ha incentivato il car sharing. Per tale scopo è stata costituita Iniziativa Car Sharing, associazione dei Comuni che intendono promuovere il car sharing, con lo scopo di incanalare il finanziamento del Ministero per fornire supporto tecnico ai gestori e istituire uno standard nazionale operativo. Il Comune di Milano aderisce a Iniziativa Car Sharing.

Funzionamento

Chi eroga un servizio di auto condivisa gestisce una flotta di automobili ricoverate in appositi parcheggi.

L'utente iscritto al servizio prenota l'auto presso il parcheggio preferito (telefonicamente o via web), la usa e la riconsegna al parcheggio di origine, quando ha finito di usarla (comunque entro lo scadere del periodo prenotato). È quindi necessario prenotare in anticipo l'utilizzo dell'auto, specificando il periodo di utilizzo. In alcuni casi si può selezionare un parcheggio differente da quello di prelievo per la restituzione del veicolo, previa comunicazione in fase di prenotazione e con eventuale sovrapprezzo previsto da contratto.

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Il costo per l'utente comprende una quota annuale e le quote a consumo relative ai singoli periodi di utilizzo, basate su una tariffa di tipo binario, ovvero sulla combinazione di durata del periodo di prenotazione e percorrenza effettiva. Il gestore del servizio si prende carico di tutte le incombenze e le spese relative alla gestione dell'auto (ad esempio: assicurazione, manutenzione, tasse, ecc.), carburante compreso.

Il modello di costi

Quando si possiede un'auto privata, gran parte dei costi relativi sono tendenzialmente indipendenti dall'utilizzo che se ne fa: acquisto, manutenzione, assicurazione, tasse. Chi possiede un'auto tende spesso a percepire solo i "costi vivi" (carburante, pedaggi, sosta) o al massimo quelli relativi all'usura (gomme,freni, ecc.), visto che i costi fissi non possono essere evitati. Questo porta a sottovalutare il costo dell'utilizzo dell'auto, e quindi ad utilizzarla più di quanto sia opportuno anche dal punto di vista del proprio bilancio individuale o familiare (o aziendale). Il possesso di un'automobile implica, oltretutto, il costo di acquisto e la svalutazione al momento della vendita, oltre agli ovvi rischi di furto o danneggiamento.

L'auto condivisa rende invece i costi relativi all'uso dell'auto prevalentemente dipendenti dall'utilizzo, distribuendo invece i costi fissi tra più persone in modo da abbattere significativamente la quota di costo fisso sostenuto da ogni utente. In tal modo si percepisce il vero costo dell'auto ogni volta che si deve decidere di usarla (o, viceversa, l'effettivo risparmio che si otterrebbe non usandola). Di conseguenza, usare un'auto in condivisione invece che una di proprietà tende a ridurre l'utilizzo che se ne fa.

La filosofia del car sharing è alla base dei progetti di van sharing, dedicati al trasporto delle merci in ambito urbano.

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Motivazioni e utilità

Un servizio di auto condivisa è conveniente in particolare in aree urbane densamente popolate, dove:

- è possibile soddisfare gran parte delle proprie esigenze di mobilità usando il trasporto pubblico o la mobilità non motorizzata

- la densità della popolazione consente di coprire un numeroso bacino di utenza con ciascun parcheggio, mantenendo modesta la distanza tra il parcheggio e l'abitazione degli utenti

- il possesso di un'auto scarsamente utilizzata ha costi elevati, soprattutto se rapportati alla percorrenza (garage, assicurazione, revisioni, ecc.)

Profilo di utenza

Un servizio di auto in condivisione è conveniente per chi usa l'auto solo sporadicamente (indicativamente, se si percorrono meno di 10.000 km/anno). Le famiglie che posseggono una o più auto, ed in casi sporadici necessitano di usarne un'altra, possono combinare il possesso di un numero inferiore di auto con l'accesso ad un servizio di auto condivisa quando necessario. Inoltre, tale servizio risulta appetibile a chi vuole essere sgravato dalla gestione delle incombenze relative all'auto ed a chi desidera scegliere di volta in volta tra diversi tipi di veicoli (es. auto piccole, medie, grandi, ecc.).

Comodità e risparmio

Il car sharing è un uso alternativo, più 'intelligente' e più economico dell'auto. Infatti ti permette di:

- eliminare i costi fissi (acquisto, assicurazione, bollo) dell'auto di proprietà - eliminare i costi di manutenzione, eliminando i disagi correlati (perdita di

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- avere a disposizione un veicolo sempre pulito ed in efficienza

- scegliere il veicolo più adatto alle tue esigenze di modalità e di trasporto (una city car per spostarti in città, una famigliare per la spesa)

- avere sempre un parcheggio gratuito disponibile nelle aree a pagamento - eliminare la necessità di un posto auto o di un garage;eliminare i costi di

rifornimento

- è un modo innovativo di risolvere il problema dei costi dell'auto perché chi percorre fino a 8000 km all'anno con un uso saltuario può risparmiare almeno il 30%

Vantaggi per la collettività

- riduzione del numero di automobili parcheggiate su strada

- rotazione rapida del materiale: le automobili in condivisione vengono utilizzate intensivamente, e quindi rinnovate con frequenza superiore rispetto alle automobili private che vanno a sostituire. Gli utenti guideranno quindi auto più recenti di quelle di cui sarebbero stati proprietari in assenza del servizio, con diversi vantaggi:

 maggiore sicurezza stradale, le auto più recenti sono tendenzialmente tecnologicamente più sicure

 in tema di impatto ambientale, si godranno dei più recenti progressi tecnologici in termini di emissioni e consumi

 le automobili verranno dismesse per usura e non per invecchiamento, e quindi ciascuna potrà sviluppare un chilometraggio maggiore durante la propria utile. di conseguenza, per soddisfare la stessa popolazione di utenti verranno prodotte meno automobili

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Vantaggi ambientali

L’utilizzo del servizio car sharing non è solo un vantaggio per l'utente, è un grande vantaggio per l'ambiente, infatti ad esempio ogni auto in car sharing sostituisce 6 auto private. Car Sharing vuol dire meno auto immobili in sosta sulla strada, liberando spazio prezioso nelle nostre città. In città l'utente del Car Sharing usa l'auto solo quando conviene, aumentando l'utilizzo di trasporto pubblico, bici, piedi....Car Sharing vuol dire meno auto, meno emissioni,

migliore qualità della vita.

La condivisione dell’auto con altre persone contribuisce a sostituire mediamente 6 auto private con un evidente miglioramento della mobilità e delle emissioni nocive, poiché vengono “risparmiati” circa 42.000 Km di percorrenza con una riduzione di almeno 2,5 tonnellate di sostanze inquinanti. Contribuisci, dunque, a sviluppare una cultura della mobilità più razionale ed ecosostenibile. Da studi europei di settore emerge, inoltre, che:

- ogni automobilista che utilizza il servizio di car sharing riduce del 35-40% i propri consumi, grazie ad un utilizzo dell’auto più razionale e ad un maggiore utilizzo del trasporto pubblico (+15-20%) e dei mezzi ciclopedonali (+5%)

- il 47% degli utilizzatori del servizio di car sharing vende la propria seconda auto, mentre il 12% rinuncia all’acquisto della prima

Agevolazioni per gli utenti

Visto il notevole beneficio che una comunità urbana ottiene con tale servizio, i Comuni (di concerto con le aziende di trasporto pubblico locale) tendono in genere a favorirne l'uso, con importanti agevolazioni quali, ad esempio:

- l'uso delle corsie preferenziali e l'accesso gratuito alle ZTL - la sosta gratuita in centro

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- a possibilità di circolare anche in periodi di limitazione del traffico (es. targhe alterne, blocchi della circolazione per superamento delle soglie inquinanti, ecc.)

Limitazioni e vincoli

L'uso di un'auto condivisa con estranei comporta anche alcune limitazioni rispetto all'uso che molti fanno dell'auto privata:

- distanza dei parcheggi, cioè l'auto condivisa deve essere sempre lasciata

presso lo stesso parcheggio del gestore da cui è stata presa in consegna, che non sempre è comodo da raggiungere (non si può semplicemente lasciarla sotto casa). Alcuni gestori applicano però tariffe che permettono di usare l'auto per una serata e riportarla la mattina successiva senza costi aggiuntivi, anche al fine di non esporre gli utilizzatori a rischi dovuti alla circolazione notturna. Si calcola che il raggio di attrazione dell'utenza di un parcheggio dovrebbe essere inferiore ai 400 metri (circa 5 minuti a piedi); è inoltre importante che esso sia vicino ad una o più fermate del trasporto pubblico

- impossibilità di spostamenti di "sola andata": se si usa l'auto per

trasportare oggetti ingombranti verso casa propria, dopo averli depositati è necessario uscire nuovamente per riconsegnarla

- obbligo di prenotare preventivamente gli orari di utilizzo

- eventualità di non trovare disponibilità per il tipo d'automezzo e per il periodo d'utilizzo desiderati

- rigidità: se si desidera cambiare programma in corsa, estendendo la

durata dell'uso dell'auto, questo è possibile solo se essa non è stata già prenotata da un altro utente, e può comportare il pagamento di penali; se si rinuncia ad un viaggio già prenotato potrà essere necessario pagare comunque la quota relativa al tempo di uso dell'auto

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- condivisione del mezzo con altri utilizzatori: l'auto in car sharing non può

essere usata come estensione del proprio spazio privato, deve essere lasciata ogni volta ragionevolmente pulita e non è possibile personalizzarla, né tenervi stabilmente oggetti che si ritengono utili

- impossibilità di scegliere un automezzo di proprio gradimento al momento dell'acquisto

Il car sharing in Italia

In Italia, come nel resto del mondo, i servizi di car sharing sono in continua crescita e stanno rapidamente evolvendo verso nuovi modelli di utilizzo, basati su auto elettriche e senza il vincolo del parcheggio fisso per partenza ed arrivo. Dopo l’attivazione del servizio di Savona, avvenuta nello scorso autunno, è in fase di avvio il servizio a Brescia (con 8 auto e 4 parcheggi), ed è in fase di progettazione quello di Padova. I servizi di molte città sono consorziati nel circuito nazionale Iniziativa Car Sharing (ICS), organo del Ministero dell'Ambiente, che ne garantisce l'omogeneità delle apparecchiature e l'interoperabilità dei servizi. Ogni abbonato al servizio in una delle città aderenti al circuito può usare i servizi delle altre città del circuito. Altre città offrono un servizio di auto condivisa, seppur non integrato nel circuito nazionale.

Oggi in Italia i servizi aderenti al circuito unico nazionale contano complessivamente circa 18.000 utenti (corrispondenti a 15.000 contratti attivati), 573 auto e 383 parcheggi (dati aggiornati al dicembre 2009), per una media di circa 26 utenti per ogni auto.

Aderiscono al servizio le seguenti città:

- Emilia-Romagna: Bologna (e provincia), Modena- Carpi, Parma

- Lazio: Roma

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- Lombardia: Milano e provincia, - Piemonte: Torino e provincia - Sicilia: Palermo

- Toscana: Firenze ed area metropolitana (

- Veneto: Venezia

Globalmente, le città aderenti al circuito di ICS sono: Alessandria, Bari,

Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Palermo, Parma, Perugia, P

Sesto Fiorentino, Taranto, Torino, Venezia, Viareggio.

A livello provinciale si hanno le province di Bologna, Milano, Napoli

Anche le aziende si rivolgono sempre più spesso anche ai servizi car Da una ricerca sul settore, realizzata da

infatti che ad essere abbonate al car sharing sono in prevalenza aziende private (92%) e che poco meno dell

di proprietà. Si tratta nell’assoluta maggioranza di aziende piccole, con meno di 15 dipendenti, e che sono situate nel 40% dei casi all’interno di zone a traffico limitato (ZTL) o in aree che prevedono il pagamento

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e provincia, Monza, Brescia e provincia

ed area metropolitana (Scandicci, Sesto Fiorentino

Globalmente, le città aderenti al circuito di ICS sono: Alessandria, Bari,

Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Emilia, Roma, Scandicci, Sesto Fiorentino, Taranto, Torino, Venezia, Viareggio.

A livello provinciale si hanno le province di Bologna, Milano, Napoli

Figura 1.2

Anche le aziende si rivolgono sempre più spesso anche ai servizi car Da una ricerca sul settore, realizzata da Iniziativa car sharing (Ics)

infatti che ad essere abbonate al car sharing sono in prevalenza aziende private (92%) e che poco meno della metà di queste (il 40%) non ha un’auto di proprietà. Si tratta nell’assoluta maggioranza di aziende piccole, con meno di 15 dipendenti, e che sono situate nel 40% dei casi all’interno di zone a traffico limitato (ZTL) o in aree che prevedono il pagamento della sosta in strada. Per

Sesto Fiorentino)

Globalmente, le città aderenti al circuito di ICS sono: Alessandria, Bari,

Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Novara, escara, Reggio Emilia, Roma, Scandicci,

A livello provinciale si hanno le province di Bologna, Milano, Napoli e Rimini.

Anche le aziende si rivolgono sempre più spesso anche ai servizi car sharing. Iniziativa car sharing (Ics), emerge infatti che ad essere abbonate al car sharing sono in prevalenza aziende a metà di queste (il 40%) non ha un’auto di proprietà. Si tratta nell’assoluta maggioranza di aziende piccole, con meno di 15 dipendenti, e che sono situate nel 40% dei casi all’interno di zone a traffico della sosta in strada. Per

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quanto riguarda invece le aziende della pubblica amministrazione, solo l’8% di esse ricorre al car sharing.

La continua evoluzione dei sistemi di car sharing porta con se interessanti iniziative, come ad esempio la possibilità di integrare i servizi di car sharing con quelli di bike sharing. Questi sistemi ben si prestano infatti ad essere integrati nell’ambito dell’offerta di mobilità urbana delle città. Sono state avviate anche in Italia alcune interessanti esperienze di integrazione, che fanno leva su agevolazioni tariffarie e di servizio offerte a chi aderisce ad entrambe le iniziative (come quelle del Piemonte nei comuni della cintura Ovest di Torino, o a Parma).

Il car sharing all’estero

Il car sharing a Parigi

A Parigi è in progetto un sistema di car sharing che prevede la disseminazione in città di 3000 auto elettriche. Il sistema, chiamato AutoLib, è annunciato per il 2011. Le auto saranno disponibili 24 ore su 24 in 1000 stazioni di noleggio, distribuite nella capitale e nella sua periferia. A Parigi le stazioni in superficie consteranno ciascuna di quattro posti auto, mentre quelle sotterranee di dieci. Nella prima cintura di Parigi, dove i parcheggi sotterranei sono meno numerosi, verranno installate delle stazioni a sei posti, modulate in funzione della disponibilità e dei bisogni dei comuni interessati. Le vetture elettriche potranno inoltre essere ricaricate gratuitamente grazie ad apposite colonne distribuite sia nelle zone centrali che in quelle periferiche. L’abbonamento costerà tra i 15 e i 25 euro mensili, mentre la tariffa dovrebbe essere di 4 o 5 euro ogni mezz’ora di utilizzo del veicolo. I turisti avranno la possibilità di noleggiare un veicolo pagando 5 euro per ogni mezz’ora di utilizzo. Punti di forza saranno la possibilità di prendere le auto senza bisogno di prenotazione e di lasciarle dopo l’utilizzo in una stazione diversa da quella di partenza. Il sistema sarà simile al

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progetto Car2go, realizzato a Ulm in Germania, ma con numeri più esigui e con la sola presenza di una decina di veicoli elettrici

Il car sharing inglese

Dopo una partenza lenta, il Car Sharing inglese sta ora crescendo in maniera piuttosto accelerata, grazie anche all’adozione di alcune importanti innovazioni nell’organizzazione dei servizi. Ecco alcune tra le migliori iniziative dei car club inglesi:

- coinvolgimento delle autorità locali (car club in cooperazione con le università cittadine; utilizzo delle vetture del car club per scopi commerciali)

- car club dotati di vetture elettriche, con utilizzo degli standard di parcheggio nelle aree di nuova costruzione

- campagne promozionali per la rottamazione delle auto di proprietà

- sperimentazione degli spostamenti di sola andata (si prevede un costo addizionale di 25 sterline a viaggio grazie al quale si può lasciare l’auto in punti diversi dai parcheggi predefiniti, dove verrà prelevata dallo staff del servizio)

- utilizzo delle vetture dei membri (es. Commonwheels ha messo a punto uno schema che include le auto di proprietà dei membri in cambio di tempo gratuito di utilizzo)

In Gran Bretagna i car club sono in effetti un catalizzatore che favorisce cambiamenti di comportamento e la nascita di altre iniziative. Le autorità locali che hanno adottato i car club come parte integrante di una più ampia strategia dei trasporti sono state infatti in grado di inserire la progettazione dei car club stessi nei nuovi insediamenti abitativi, nelle nuove aree di parcheggio, nelle nuove infrastrutture di trasporto, considerando però che molte di queste iniziative hanno richiesto un intervento nelle prime fasi di progettazione.

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- l’aumento delle stazioni di ricarica per veicoli elettrici

- l’introduzione di smar tcard che consentano l’accesso a diversi servizi di

mobilità

Il car sharing in Canada

Il car sharing in Canada e in Nord America ha compiuto 15 anni, soprattutto grazie al successo di Communauto. Alla fine del 2009 in Canada si contano infatti circa 1.800 auto in condivisione, delle quali più della metà in Quebec, tutte gestite da Communauto, e poco meno di 350 a Vancouver e Toronto, gestite da Zipcar. Permane un forte interesse in tutte le piccole città del paese, che però nessuna delle grandi compagnie sembra interessata a servire se non fortemente assistita da finanziamenti pubblici. A Toronto le autorità cittadine si stanno accorgendo che è tutta una questione di parcheggi. Sia AutoShare che Zipcar hanno infatti tratto vantaggio dalle compensazioni garantite ai costruttori di nuovi condomini che destinavano dei posti auto al car sharing negli edifici di loro costruzione.

Tra le iniziative canadesi degne di nota si citano:

- il divieto di fumare nelle auto

- l’uso della tecnologia detta OpenCar

- l’utilizzo di cellulari di ultima generazione per l’accesso alle vetture

Il progetto Car2go

Prosegue la diffusione del progetto di car sharing Car2go. Dopo l’avvio nella città di Ulm (Germania) e la sperimentazione a Tel Aviv (Israele), il progetto arriva nella città di Austin (Stati Uniti). L’idea di Car2go costituisce una innovazione del tradizionale servizio di car sharing: gli iscritti possono prenotare on-line un’automobile, ritirarla nel punto della città più vicino e riportarla in un qualsiasi altro parcheggio pubblico presente nel territorio

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coperto dal servizio. Si supera quindi uno

sharing, e cioè quello di essere vincolati a restituire l’auto nello stesso punto in cui la si è presa. La fase di noleggio può essere conclusa anche in zone limitrofe dotate di parcheggi convenzionati

A dimostrazione del successo del progetto di Daimler AG, si registra che ad Ulm (115.00 abitanti), in poco più di tre mesi (a partire da marzo 2009) si sono raggiunti 10.000 clienti (in pratica il 10% di tutti gli abitanti prov

patente). Il progetto ha visto l’impiego di 200 “Smart fortwo cdi”. C’è una grande variabilità negli atteggiamenti degli utenti: la durata dei noleggi varia da pochi minuti a molti giorni. L’utilizzo intenso ha determinato, soprattutto nei primi giorni, una certa carenza di vetture nella zona centrale dell’area cittadina, tanto che talvolta si è verificato un vero e proprio “cambio al volo” tra clienti: in alcuni casi le vetture sono state noleggiate ben 15 volte al giorno. Si è trattato, nella maggior parte dei casi, di noleggi decisi sul momento (circa l’85% dei casi), che sono stati preferiti alla possibilità di prenotazione con 24 ore di anticipo. La maggior parte degli utenti ha trattato le vetture con molta cura. Del resto, quando una macchina

viene comunicata alla struttura di assistenza, che provvede subito alla pulizia della stessa. Daimler ha deciso di estendere il progetto alla città

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coperto dal servizio. Si supera quindi uno dei principali problemi del car sharing, e cioè quello di essere vincolati a restituire l’auto nello stesso punto in cui la si è presa. La fase di noleggio può essere conclusa anche in zone

cheggi convenzionati Car2go.

A dimostrazione del successo del progetto di Daimler AG, si registra che ad (115.00 abitanti), in poco più di tre mesi (a partire da marzo 2009) si sono raggiunti 10.000 clienti (in pratica il 10% di tutti gli abitanti prov

patente). Il progetto ha visto l’impiego di 200 “Smart fortwo cdi”. C’è una grande variabilità negli atteggiamenti degli utenti: la durata dei noleggi varia da pochi minuti a molti giorni. L’utilizzo intenso ha determinato, soprattutto nei iorni, una certa carenza di vetture nella zona centrale dell’area cittadina, tanto che talvolta si è verificato un vero e proprio “cambio al volo” tra clienti: in alcuni casi le vetture sono state noleggiate ben 15 volte al giorno. gior parte dei casi, di noleggi decisi sul momento (circa l’85% dei casi), che sono stati preferiti alla possibilità di prenotazione con 24 ore di anticipo. La maggior parte degli utenti ha trattato le vetture con molta cura. Del resto, quando una macchina presenta tracce di sporco, la situazione viene comunicata alla struttura di assistenza, che provvede subito alla pulizia della stessa. Daimler ha deciso di estendere il progetto alla città

Figura 1.3

dei principali problemi del car sharing, e cioè quello di essere vincolati a restituire l’auto nello stesso punto in cui la si è presa. La fase di noleggio può essere conclusa anche in zone

A dimostrazione del successo del progetto di Daimler AG, si registra che ad (115.00 abitanti), in poco più di tre mesi (a partire da marzo 2009) si sono raggiunti 10.000 clienti (in pratica il 10% di tutti gli abitanti provvisti di patente). Il progetto ha visto l’impiego di 200 “Smart fortwo cdi”. C’è una grande variabilità negli atteggiamenti degli utenti: la durata dei noleggi varia da pochi minuti a molti giorni. L’utilizzo intenso ha determinato, soprattutto nei iorni, una certa carenza di vetture nella zona centrale dell’area cittadina, tanto che talvolta si è verificato un vero e proprio “cambio al volo” tra clienti: in alcuni casi le vetture sono state noleggiate ben 15 volte al giorno. gior parte dei casi, di noleggi decisi sul momento (circa l’85% dei casi), che sono stati preferiti alla possibilità di prenotazione con 24 ore di anticipo. La maggior parte degli utenti ha trattato le vetture con molta presenta tracce di sporco, la situazione viene comunicata alla struttura di assistenza, che provvede subito alla pulizia della stessa. Daimler ha deciso di estendere il progetto alla città di Neu-Ulm.

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Come si usa il servizio Car2go

Dopo essersi iscritti gratuitamente a Car2go sull’apposito sito e dopo aver lasciato gli estremi della propria carta di credito, sulla patente di guida del cliente viene applicato un sigillo elettronico che consente di aprire le Smart ed accedere al servizio. Chiunque avesse bisogno di un’auto può noleggiarla salendo direttamente a bordo di una delle vetture disponibili (accedendo a qualsiasi auto libera, grazie ad un lettore di schede applicato dietro il parabrezza), oppure può prenotarla con il cellulare o su Internet, ventiquattro ore su ventiquattro. Il prezzo è di 19 centesimi a minuto, comprensivi di carburante, bollo e assicurazione, e non ci sono limiti di tempo. Tutte le vetture sono collegate ad un centro operativo e geolocalizzabili in tempo reale. Nelle soste intermedie, ad esempio per fare acquisti, la vettura rimane a disposizione dell’utente. Per il noleggio orario e giornaliero sono previste tariffe agevolate rispettivamente di 9,90 euro l’ora e 49 euro al giorno. In base a quanto previsto dal progetto, è sempre possibile trovare un’auto libera entro un raggio di pochi minuti a piedi.

Vantaggi rispetto al car sharing tradizionale

Oltre al già ricordato vantaggio di fare spostamenti di sola andata (lasciando l’auto in un punto diverso da quello di partenza), il progetto prevede anche l’impiego di un addetto per il pieno: se l’auto parcheggiata ha una quantità di carburante minima, la centrale operativa invierà un addetto che si occuperà del pieno, del lavaggio e del ripristino di eventuali danni (in caso di necessita si potrà comunque fare il pieno con una carta carburante presente sempre all’interno dell’auto e senza alcun costo aggiuntivo). Questi aspetti contribuiscono senza dubbio al successo del progetto, e pongono le basi per una sua ampia diffusione (speriamo presto anche in Italia).

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I sistemi di bike sharing

Cos’è

Il bike sharing (traducibile come "condivisione della bicicletta") è uno degli strumenti di mobilità sostenibile a disposizione dei Comuni che intendono ridurre i problemi derivanti dalla congestione stradale e il conseguente inquinamento.

Viene anche talvolta indicato come servizio di biciclette pubbliche e sta conoscendo una crescente popolarità in diverse città grazie a una pluralità di tecniche di condivisione del mezzo che ne rendono possibile l'utilizzo da parte di coloro che non hanno a disposizione una bicicletta propria.

I motivi alla base della necessità di sistemi del genere sono altrettanto numerosi quanto le forme che assumono. Recentemente il fenomeno più rilevante è stata l'adozione, da parte di numerose amministrazioni locali di sistemi di bike sharing come parte di un sistema di trasporto intermodale, consentendo alle persone di scendere da un mezzo pubblico per prendere una bicicletta dislocata nei pressi della fermata e viceversa. È quindi una possibile soluzione al problema dell'"ultimo miglio", cioè quell'ultimo (o primo) tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico alla destinazione finale dell'utente. Comunque già in precedenza gruppi informali di cittadini avevano promosso il bike sharing come un'alternativa al traffico motorizzato, sperando di ridurre l'impronta ecologica degli spostamenti urbani così come di migliorare il livello generale di salute pubblica attraverso l'esercizio fisico. La prima di queste esperienze risale alla metà degli anni sessanta ad Amsterdam: le biciclette bianche dei Provos.

Tipologie

Anche se gli utenti di questi sistemi generalmente pagano per l'utilizzo di veicoli che non sono loro, il bike sharing differisce dai tradizionali servizi

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di noleggio biciclette. Alcuni sono vissuti come qualcosa di rivoluzionario rispetto al noleggio, essendo nati da esperienze di gruppi informali di ciclisti. La maggior parte dei sistemi richiede all'utente di diventare un membro e non sono pensati per i turisti o gli utilizzatori occasionali. Spesso le biciclette sono parcheggiate presso stalli non custoditi. La maggior parte dei servizi sono gestiti da gruppi informali, agenzie pubbliche o da partnership pubblico-privato. Sotto questo aspetto ricordano il car sharing.

Ci sono molto modi per far funzionare un sistema di bike sharing, ma la maggior parte dei programmi appartiene a grandi linee a una delle seguenti categorie:

Non regolato

Le biciclette sono semplicemente lasciate incustodite dove capita all'interno di una città o di una data area. In alcuni casi come nei campus universitari, il sistema è pensato per l'uso esclusivo all'interno di determinati confini geografici. Si suppone che gli utenti una volta arrivati a destinazione lascino le biciclette aperte in un luogo pubblico.

Questi programmi che non prevedono l'identificazione elettronica dell'utente sono afflitti da furti e vandalismi.

Ritiro su cauzione

Una piccola somma di denaro consente di liberare la bici da uno stallo chiuso e può essere recuperato riportando la bici a un altro stallo. Ma dato che la

cauzione (una o più monete) è una minima frazione del valore della bicicletta, questo ha poca efficacia nel prevenire i furti.

Abbonamento

In questa versione del servizio, le biciclette sono custodite da volontari presso alcuni parcheggi oppure dislocate in terminali self service in tutta la città. Le persone abbonate al servizio vengono identificate grazie alla tessera di abbonamento (o attraverso una smar tcard, via SMS, ecc) a uno qualsiasi degli

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stalli al momento del prelievo della bicicletta. Il tempo di utilizzo previsto è generalmente breve, di solito meno di due ore e la prima mezz'ora è gratuita. In altri casi l'utilizzo è illimitato ma con tariffe progressivamente crescenti per ogni mezz'ora ulteriore di utilizzo. L'utente è responsabile del mezzo fino alla sua restituzione allo stesso terminale oppure a uno differente.

Partnership pubblico privato

Molti dei servizi su abbonamento funzionano grazie a delle partnership tra pubblico e privato. Parecchie città europee, tra le quali Lione, Parigi, Londra, Barcellona e Stoccolma, hanno preso accordi con compagnie pubblicitarie che forniscono il comune con migliaia di biciclette a titolo gratuito (o sottocosto). In cambio alle agenzie pubblicitarie viene permesso di apporre della pubblicità sia sulle biciclette che in altri punti della città. Questo sistema previene il furto richiedendo agli utenti di pagare l'abbonamento attraverso l'utilizzo di carte di credito o prepagate (questa seconda opzione richiede un cospicuo deposito temporaneo) ed equipaggiando i mezzi con sensori per la manutenzione e contro il furto. Se la bicicletta non viene restituita a tempo debito o se viene danneggiata, l'operatore preleva una somma a titolo di risarcimento dalla carta di credito dell'utente.

Altri servizi non sono collegati a contratti pubblicitari, per esempio CityByke, B-cycle a Denver, Vélomagg' a Montpellier e Vélopop' ad Avignone, che si basano su finanziamenti pubblici.

Condivisione a lungo termine

Talvolta indicata anche come "modello biblioteca", in questo caso le biciclette vengono ritirate a titolo gratuito, su pagamento di una cauzione, o acquistate ad un prezzo ridotto, da persone che le utilizzano per alcuni mesi o alcuni anni, chiudendole tra un utilizzo e l'altro. Tra gli svantaggi di questo sistema c'è il basso utilizzo della bici: circa 3 spostamenti al giorno contro i 10 o 15 degli altri sistemi.

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I vantaggi del modello biblioteca derivano dalla famigliarità con il mezzo che ne comporta un utilizzo prolungato: la bici è sempre a portata di mano, può essere restituita in qualsiasi momento esattamente come un libro alla biblioteca, al prelievo si può firmare un'assunzione di responsabilità e la bicicletta viene tenuta in migliori condizioni visto che l'utente tende a considerarla come una bicicletta di sua proprietà.

Partnership con il settore ferroviario

In programmi nazionali che combinano dei tradizionali servizi di noleggio biciclette con molti dei sistemi sopra descritti, un operatore di trasporto ferroviario collabora con un'organizzazione ciclistica nazionale e altri soggetti per creare un sistema intimamente connesso al trasporto pubblico. Questi sistemi generalmente permettono un utilizzo fino a 24 o 48 ore consecutive anche a turisti per spostamenti di andata e ritorno. Vedi ad esempio OV Fiets in Olanda o Call a Bike in Germania.

Il principio di Call a Bike è molto semplice, le biciclette sono assicurate elettronicamente agli stalli in diversi punti. Dopo l'iniziale registrazione on line, l'utente potenziale può telefonare al numero impresso sul telaio della bicicletta. Riceve quindi un codice che consente di liberare la bicicletta. Se richiesto, l'addebito può essere fatto direttamente sul conto telefonico.

Bike sharing gestito da parcheggiatori

Alcuni parcheggiatori come Vinci Park in Francia prestano biciclette ai loro clienti.

L’inarrestabile crescita del bike sharing in Italia

Il bike sharing è uno dei principali strumenti di mobilità sostenibile a disposizione dei Comuni che intendono ridurre i problemi derivanti dalla congestione stradale e il conseguente inquinamento.

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Consiste nella messa a disposizione dei cittadini di una serie di biciclette di proprietà comunale, dislocate in diversi punti di parcheggio, che i cittadini (previa sottoscrizione di apposito abbonamento) possono utilizzare durante il giorno con il vincolo di consegnarle alla fine dell’utilizzo presso uno dei vari punti di raccolta. Si usa la bici per i brevi spostamenti cittadini prendendola giusto il tempo che serve e lasciandola poi a disposizione degli altri utenti, con il vantaggio che è qualcun altro a doversi preoccupare della manutenzione, della pulizia e dell’assistenza. Il sistema di prelievo elettronico costa più del doppio del sistema meccanico per cui spesso vengono utilizzati finanziamenti ministeriali oppure cessione degli spazi pubblicitari. Su 120 città che l’hanno adottato, ben 39 consentono di sbloccare la bicicletta con una tessera elettronica e di lasciarla in qualsiasi altro parcheggio. Tutti gli altri centri, soprattutto i più piccoli, hanno scelto un sistema basato sulla consegna di una chiave personalizzata e la riconsegna della bici nello stesso punto in cui è stata ritirata.

Ad oggi sono 11 milioni gli italiani che conoscono il Bike Sharing, dei quali oltre 4 milioni risiedono in Comuni dove il servizio è operativo. Gli utenti sono circa 100.000, e si stima che il 20% dei cittadini delle città dove oggi ancora non è presente, dichiarano che certamente utilizzerebbero il servizio di Bike Sharing se venisse introdotto. In Italia i servizio di bike sharing sono generalmente gestiti dai comuni, ad oggi il servizio è attivo in oltre 60 Comuni. Nel 2008 è stato inoltre costituito il “Club delle città per il Bike Sharing”, in continua crescita. Fanno parte del Comitato Promotore le città di Alba, Andria, Bari, Bra, Cuneo, Genova, Gorizia, La Spezia, Milano, Parma, Pescara, Pinerolo, Prato, Roma, Savigliano, Savona, Sesto Fiorentino, Settimo Torinese, Terni, Treviso, Venaria Reale e la Provincia di Cremona.

I prezzi sono davvero convenienti, soprattutto se lo spostamento è breve. A Milano e a Genova, ad esempio, la prima mezz’ora è gratuita. A Parma si può pedalare anche per un’ora senza spendere un centesimo.

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Per quanto riguarda le città più virtuose, Milano è la capitale italiana con 100 parcheggi, 1400 mezzi e ben 12000 abbonamenti, e il bike sharing milanese è stato premiato come “miglior progetto di mobilità sostenibile 2009

italiano sulla mobilità nei centri urbani. Genova saliscendi con le bici a pedalata assistita

Parma mette a disposizione 100 bici e Torino dovrebbe finalmente partire con 58 ciclo posteggi nella primavera 2010. Siracusa può contare su 300 mezzi, di cui 70 a pedalata assistita, e Bari conta 10 parcheggi elettron

di 130 biciclette.

Ultime novità

- Alla Temporary station di

servizio di noleggio bici gratuito per gli abbonati Trenitalia. Una volta arrivati alla stazione di Parma, i pendolari possono tro

disposizione una bicicletta. Il servizio è attivo dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17 presso il box informazioni all’ingresso della stazione temporanea, dove sono consultabili tutti i percorsi ciclabili e i servizi di bike e car sharing disponibili nella città di Parma. Gli iscritti, previa deposito cauzionale di 10 euro, ottengono il lucchetto in omaggio e la tessera, che

29 Figura 1.4

Per quanto riguarda le città più virtuose, Milano è la capitale italiana con 100 e ben 12000 abbonamenti, e il bike sharing milanese è stato premiato come “miglior progetto di mobilità sostenibile 2009

ilità nei centri urbani. Genova ha superato il problema dei saliscendi con le bici a pedalata assistita (Figura 1.4). Brescia ha 24 postazioni, Parma mette a disposizione 100 bici e Torino dovrebbe finalmente partire con posteggi nella primavera 2010. Siracusa può contare su 300 mezzi, di cui 70 a pedalata assistita, e Bari conta 10 parcheggi elettron

Alla Temporary station di Parma è stato istituito il Bike Office: il primo servizio di noleggio bici gratuito per gli abbonati Trenitalia. Una volta arrivati alla stazione di Parma, i pendolari possono tro

disposizione una bicicletta. Il servizio è attivo dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17 presso il box informazioni all’ingresso della stazione temporanea, dove sono consultabili tutti i percorsi ciclabili e i servizi di bike e car nibili nella città di Parma. Gli iscritti, previa deposito cauzionale di 10 euro, ottengono il lucchetto in omaggio e la tessera, che Per quanto riguarda le città più virtuose, Milano è la capitale italiana con 100 e ben 12000 abbonamenti, e il bike sharing milanese è stato premiato come “miglior progetto di mobilità sostenibile 2009″ al forum ha superato il problema dei . Brescia ha 24 postazioni, Parma mette a disposizione 100 bici e Torino dovrebbe finalmente partire con posteggi nella primavera 2010. Siracusa può contare su 300 mezzi, di cui 70 a pedalata assistita, e Bari conta 10 parcheggi elettronici per un totale

è stato istituito il Bike Office: il primo servizio di noleggio bici gratuito per gli abbonati Trenitalia. Una volta arrivati alla stazione di Parma, i pendolari possono trovare a propria disposizione una bicicletta. Il servizio è attivo dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17 presso il box informazioni all’ingresso della stazione temporanea, dove sono consultabili tutti i percorsi ciclabili e i servizi di bike e car nibili nella città di Parma. Gli iscritti, previa deposito cauzionale di 10 euro, ottengono il lucchetto in omaggio e la tessera, che

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viene immediatamente attivata e caricata con 15,00 euro (come normalmente avviene per tutte le altre iscr

- A Teramo si prepara un progetto

provinciale, con colonnine e schede compatibili che, attraverso un unico sistema di gestione, consenta ai cittadini di prendere una bicicletta in una qualsiasi stazione e,

diversa posta in un’altra sede

- A Milano il servizio ha avuto un enorme successo. Dalle statistiche emerge che il tempo di noleggio è tra i quindici e i venticinque minuti, il che potrebbe significare che l

principalmente per spostamenti da e verso i luoghi di lavoro. Si tratta di un fatto molto positivo, che denota un (parziale) cambiamento delle abitudini di spostamento sistematico

- In Provincia di Torino

che coinvolge i Comuni di Torino, Collegno, Rivoli, Venaria Reale, Alpignano e Druento. Si può noleggiare una bicicletta mediante una tessera elettronica prepagata e riconsegnarla ad un ciclo

qualsiasi dei 6 Comuni. La tariffa è gratis per la prima ora, ed il servizio è attivo dalle ore 6.00 alle 24.00. Sempre in Piemonte, ma in

Cuneo, il servizio è attivo a Cuneo (con 60 biciclette pubbliche e più di

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viene immediatamente attivata e caricata con 15,00 euro (come normalmente avviene per tutte le altre iscrizioni) per i pri

si prepara un progetto-pilota per il bike sharing su scala provinciale, con colonnine e schede compatibili che, attraverso un unico sistema di gestione, consenta ai cittadini di prendere una bicicletta in una qualsiasi stazione e, una volta utilizzata, di lasciarla in una stazione diversa posta in un’altra sede

il servizio ha avuto un enorme successo. Dalle statistiche emerge che il tempo di noleggio è tra i quindici e i venticinque minuti, il che potrebbe significare che le due ruote di BiKemi sono utilizzate principalmente per spostamenti da e verso i luoghi di lavoro. Si tratta di un fatto molto positivo, che denota un (parziale) cambiamento delle

dini di spostamento sistematico

Figura 1.5

Provincia di Torino è attivo il servizio di bike sharing intercomunale, che coinvolge i Comuni di Torino, Collegno, Rivoli, Venaria Reale, Alpignano e Druento. Si può noleggiare una bicicletta mediante una tessera elettronica prepagata e riconsegnarla ad un ciclo

ualsiasi dei 6 Comuni. La tariffa è gratis per la prima ora, ed il servizio è 6.00 alle 24.00. Sempre in Piemonte, ma in

, il servizio è attivo a Cuneo (con 60 biciclette pubbliche e più di viene immediatamente attivata e caricata con 15,00 euro (come izioni) per i primi spostamenti pilota per il bike sharing su scala provinciale, con colonnine e schede compatibili che, attraverso un unico sistema di gestione, consenta ai cittadini di prendere una bicicletta in una una volta utilizzata, di lasciarla in una stazione

il servizio ha avuto un enorme successo. Dalle statistiche emerge che il tempo di noleggio è tra i quindici e i venticinque minuti, il e due ruote di BiKemi sono utilizzate principalmente per spostamenti da e verso i luoghi di lavoro. Si tratta di un fatto molto positivo, che denota un (parziale) cambiamento delle

attivo il servizio di bike sharing intercomunale, che coinvolge i Comuni di Torino, Collegno, Rivoli, Venaria Reale, Alpignano e Druento. Si può noleggiare una bicicletta mediante una tessera elettronica prepagata e riconsegnarla ad un ciclo posteggio di ualsiasi dei 6 Comuni. La tariffa è gratis per la prima ora, ed il servizio è 6.00 alle 24.00. Sempre in Piemonte, ma in provincia di , il servizio è attivo a Cuneo (con 60 biciclette pubbliche e più di

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700 utenti iscritti), ad Alba (dove sono presenti 4 ciclo posteggi), a Bra (44 posti bici), Savigliano (12 stazioni e 55 biciclette disponibili), Fossano (con 40 biciclette) e Saluzzo.

Come non realizzare un sistema di bike sharing

Negli ultimi mesi un gran clamore è sorto intorno al servizio Bike-Mi di Milano, cresciuto con ritmi interessanti e tale da coinvolgere oltre 12.000 abbonati che si muovono su 1.300 biciclette. Il sistema funziona dal punto di vista dell’utilizzo, ma appare deficitario dal punto di vista economico-gestionale. La sua realizzazione infatti è stata data in concessione ad una multinazionale americana, la quale è stata risarcita non tramite denaro ma attraverso l’uso di spazi pubblicitari disseminati in città. Un sistema analogo è stato pensato per Dublino, suscitando diversi malumori dovuti al costo esorbitante che verrà ad avere il servizio. Nel caso di Milano, i ritardi e gli intoppi incontrati nella realizzazione degli spazi pubblicitari fanno sì che la società concessionaria del servizio chieda pesanti risarcimenti al Comune per i mancati introiti, con il rischio che il servizio possa chiudere.

I casi in questione sono indicativi del fatto che spesso la scelta di affidare un importante servizio cittadino ad un soggetto esterno in cambio di spazi pubblicitari (e quindi con il miraggio del costo zero) può essere un rischioso azzardo. Riporto di seguito ampi stralci dell’articolo tratto da www.cittainbici.it, sul quale è stata pubblicata la notizia.

La scelta di alcune città europee di affidarsi a società che in cambio delle postazioni di biciclette pubbliche esigono in cambio spazi pubblicitari si sta rivelando fallimentare. A Milano come a Dublino.

Nella città irlandese il progetto, annunciato già nel 2006, è stato presentato come un’operazione a costo zero per la collettività: c’è lo sponsor. L’intesa tra la città di Dublino e una società di abbigliamento sportivo francese erano semplici: 450 biciclette in cambio di 72 mega pannelli pubblicitari in luoghi strategici della città. I numeri e i modi dell’iniziativa hanno subito sollevato polemiche. Per sole 450 biciclette fasciamo

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la città di pubblicità?, hanno detto da varie parti. C’è perfino chi ha quantificato il “pacco” che gli amministratori pubblici avrebbero preso alle spalle dei cittadini. Stuart Fogarty , presidente della principale società pubblicitaria irlandese, ha dichiarato: “Saranno le biciclette più costose del mondo. I siti pubblicitari concessi allo sponsor valgono almeno 100 milioni di euro e li stiamo scambiando con poche centinaia di bi qualche pannello informativo e alcuni segnali per i turisti”.

A Milano non va meglio: Il bike sharing è in crisi. Atm ha accumulato un debito di «oltre un milione di euro» con ClearChannel, la multinazionale americana che gestisce il servizio in appalto, e il buco di bilancio potrebbe portare alla risoluzione del contratto e all’interruzione del servizio. Il rischio, dicono più fonti, è «più che concreto »: bici pubbliche al palo. Il revisore dei conti di ClearChannel, per la prima volta, ha chiesto chiarimenti al socio italiano sul ritardo nella riscossione dei pagamenti e sulle previsioni di saldo: cioè, che succede a Milano? ClearChannel, per altro, ha inviato ad Atm una decina di lettere in cinque mesi: per dire, ci sono dei problemi? Sì, due. Il primo riguarda i manifesti pubblicitari che dovrebbero coprire i costi di gestione: il contratto prevede 206 impianti e quelli attivi, a un anno dall’inaugurazione del sistema, sono solo 51 (più una ventina in via d’approvazione in Comune).

A compensazione del mancato incasso, Atm dovrebbe versare a ClearChannel un canone mensile sostitutivo di circa 100 mila euro (Iva inclusa), soldi che ancora non si sono visti. Secondo problema: la sperimentazione del servizio notturno. Costa 15 mila euro al mese, è stata prolungata fino al 31 dicembre e i fondi li ha anticipati ClearChannel. Atm, ad oggi, ha pagato 2,4 milioni per software , stazioni e mezzi. Una rete di 100 parcheggi informatizzati nel centro

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la città di pubblicità?, hanno detto da varie parti. C’è perfino chi ha quantificato il “pacco” che gli amministratori pubblici avrebbero preso alle spalle dei cittadini. Stuart ogarty , presidente della principale società pubblicitaria irlandese, ha dichiarato: “Saranno le biciclette più costose del mondo. I siti pubblicitari concessi allo sponsor valgono almeno 100 milioni di euro e li stiamo scambiando con poche centinaia di bi qualche pannello informativo e alcuni segnali per i turisti”.

A Milano non va meglio: Il bike sharing è in crisi. Atm ha accumulato un debito di «oltre un milione di euro» con ClearChannel, la multinazionale americana che gestisce o, e il buco di bilancio potrebbe portare alla risoluzione del contratto e all’interruzione del servizio. Il rischio, dicono più fonti, è «più che concreto »: bici pubbliche al palo. Il revisore dei conti di ClearChannel, per la prima volta, ha arimenti al socio italiano sul ritardo nella riscossione dei pagamenti e sulle previsioni di saldo: cioè, che succede a Milano? ClearChannel, per altro, ha inviato ad Atm una decina di lettere in cinque mesi: per dire, ci sono dei problemi? Sì, due. Il mo riguarda i manifesti pubblicitari che dovrebbero coprire i costi di gestione: il contratto prevede 206 impianti e quelli attivi, a un anno dall’inaugurazione del sistema, sono solo 51 (più una ventina in via d’approvazione in Comune).

Figura 1.6

compensazione del mancato incasso, Atm dovrebbe versare a ClearChannel un canone mensile sostitutivo di circa 100 mila euro (Iva inclusa), soldi che ancora non si sono visti. Secondo problema: la sperimentazione del servizio notturno. Costa 15 mila mese, è stata prolungata fino al 31 dicembre e i fondi li ha anticipati ClearChannel. Atm, ad oggi, ha pagato 2,4 milioni per software , stazioni e mezzi. Una rete di 100 parcheggi informatizzati nel centro-città, come a Parigi. Il Velib’ di Milano la città di pubblicità?, hanno detto da varie parti. C’è perfino chi ha quantificato il “pacco” che gli amministratori pubblici avrebbero preso alle spalle dei cittadini. Stuart ogarty , presidente della principale società pubblicitaria irlandese, ha dichiarato: “Saranno le biciclette più costose del mondo. I siti pubblicitari concessi allo sponsor valgono almeno 100 milioni di euro e li stiamo scambiando con poche centinaia di bici,

A Milano non va meglio: Il bike sharing è in crisi. Atm ha accumulato un debito di «oltre un milione di euro» con ClearChannel, la multinazionale americana che gestisce o, e il buco di bilancio potrebbe portare alla risoluzione del contratto e all’interruzione del servizio. Il rischio, dicono più fonti, è «più che concreto »: bici pubbliche al palo. Il revisore dei conti di ClearChannel, per la prima volta, ha arimenti al socio italiano sul ritardo nella riscossione dei pagamenti e sulle previsioni di saldo: cioè, che succede a Milano? ClearChannel, per altro, ha inviato ad Atm una decina di lettere in cinque mesi: per dire, ci sono dei problemi? Sì, due. Il mo riguarda i manifesti pubblicitari che dovrebbero coprire i costi di gestione: il contratto prevede 206 impianti e quelli attivi, a un anno dall’inaugurazione del sistema, sono solo 51 (più una ventina in via d’approvazione in Comune).

compensazione del mancato incasso, Atm dovrebbe versare a ClearChannel un canone mensile sostitutivo di circa 100 mila euro (Iva inclusa), soldi che ancora non si sono visti. Secondo problema: la sperimentazione del servizio notturno. Costa 15 mila mese, è stata prolungata fino al 31 dicembre e i fondi li ha anticipati ClearChannel. Atm, ad oggi, ha pagato 2,4 milioni per software , stazioni e mezzi. Una città, come a Parigi. Il Velib’ di Milano

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si chiama BikeMi, è stato avviato nel novembre del 2008, si muove su 1.340 bici e pedala con 12.950 abbonati. In questi giorni d’autunno vero, con temperature sotto i dieci gradi, sono state prelevate tra le 3.500 e le 3.800 biciclette al giorno, tante, «segno che il servizio funziona ed è apprezzato». Le «preoccupazioni», trapela da Clear- Channel, sono esclusivamente economiche: la multinazionale è quotata, deve certificare il bilancio 2009 e un milione di euro di rosso pesa, eccome.

Il bike sharing nel resto del mondo

Nel resto dell'Europa, tra le iniziative di questo tipo di maggior successo vi è il Vélib', la rete di bike sharing a Parigi e il Bicing di Barcellona.

Bicing

Bicing è il servizio di noleggio delle biciclette pubbliche (Bike sharing) della città di Barcellona; inaugurato nel marzo del 2007, promosso dal municipio è gestito dall'impresa Clear Channel.

Le biciclette sono numerate e hanno un disegno caratteristico per evitare i furti. Sono di colore bianco e rosso (Figura 1.7), hanno tre marce e luci posteriori e anteriori che si accendo automaticamente grazie a un sensore fotoelettrico. Sul manubrio è presente una struttura metallica che permette di fissare tramite un elastico piccoli bagagli.

Fino alla fine del luglio 2007 erano state inaugurate 96 stazioni nei distretti di Ciutat Vella, Eixample e alcuni altri punti nei distretti di Sant Martíe Gràcia, con 1.500 biciclette. Nel maggio 2008 erano già entrate in funzione più di 3.000 biciclette e nel luglio 2008 le stazioni erano già 384 e le biciclette 6.000. Le stazioni normalmente sono vicine alle stazioni della metropolitana o alle fermate degli autobus, visto che uno degli obbiettivi del servizio è quello di integrare i vari mezzi e diminuire il tempi di attesa per i piccoli percorsi.

Visto il grande successo del sistema, il comune prevede di continuare con l'espansione del servizio agli altri distretti. È in progetto nel corso dei prossimi

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anni di arrivare a coprire l'intera città con il servizio. presente anche in alcuni municipi dell'

Il sistema ha avuto un grande successo in città, in meno di tre mesi dal suo lancio più di 50.000 persone già disponevano di

servizio. Agli inizi di luglio 2007 si contavano circa 84.000 clienti. A Febbraio 2008 i fruitori del servizio erano già arrivati a 100.000 e verso fine marzo con l'arrivo del servizio in nuovi quartieri gli abbonati erano già

due anni dal suo lancio, B

190.000 abbonati, più di 400 stazioni e 6.000 biciclette.

Gran parte degli utilizzatori sono della provincia di Barcellona, il 51% sono uomini il 49% donne. Il distretto con la più alta percentuale di abbonati è l'Eixample (26.48%) Un 30.6% sono abbonati con un livello di studi superiore, il 22.3% possiedono un titolo di studi medio. Il 16.5% de

studenti. Le biciclette sono utilizzate in media 15 minuti per

Vélib’

Vélib’ (abbreviazione di

emotivamente a "vélo liberté", in pubblico di noleggio biciclette

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anni di arrivare a coprire l'intera città con il servizio. Inoltre il servizio è presente anche in alcuni municipi dell'area metropolitana.

Figura 1.7

Il sistema ha avuto un grande successo in città, in meno di tre mesi dal suo lancio più di 50.000 persone già disponevano di una tessera per utilizzare il servizio. Agli inizi di luglio 2007 si contavano circa 84.000 clienti. A Febbraio 2008 i fruitori del servizio erano già arrivati a 100.000 e verso fine marzo con l'arrivo del servizio in nuovi quartieri gli abbonati erano già 125.000. A più di

, Bicing ha superato le più rosee aspettative 190.000 abbonati, più di 400 stazioni e 6.000 biciclette.

Gran parte degli utilizzatori sono della provincia di Barcellona, il 51% sono Il distretto con la più alta percentuale di abbonati è (26.48%) Un 30.6% sono abbonati con un livello di studi superiore, il 22.3% possiedono un titolo di studi medio. Il 16.5% degli abbonati sono studenti. Le biciclette sono utilizzate in media 15 minuti per.

vélo libre service, riconducibile intuitivamente ed emotivamente a "vélo liberté", in italiano: bicicletta libera) è un programma

noleggio biciclette di Parigi (Francia).

Inoltre il servizio è

Il sistema ha avuto un grande successo in città, in meno di tre mesi dal suo una tessera per utilizzare il servizio. Agli inizi di luglio 2007 si contavano circa 84.000 clienti. A Febbraio 2008 i fruitori del servizio erano già arrivati a 100.000 e verso fine marzo con 125.000. A più di icing ha superato le più rosee aspettative, conta con

Gran parte degli utilizzatori sono della provincia di Barcellona, il 51% sono Il distretto con la più alta percentuale di abbonati è (26.48%) Un 30.6% sono abbonati con un livello di studi superiore, gli abbonati sono

, riconducibile intuitivamente ed : bicicletta libera) è un programma

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