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Secondo Capitolo LA CULTURA DAL BAROCCO ALL'ILLUMINISMO - GLI ANTENATI

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Academic year: 2021

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Secondo Capitolo

LA CULTURA DAL BAROCCO ALL'ILLUMINISMO - GLI

ANTENATI

Dagli anni venti del Seicento alla metà del Settecento in Ucraina si assiste ad un processo culturale piuttosto anomalo rispetto a quello dei Paesi occidentali.

Come avveniva per la Moscovia, la letteratura ucraina ruotava fortemente intorno alla religione e alla Chiesa. Assorbiva perciò in maniera distorta le influenze del Rinascimento, ma anche del Neoclassicismo e dell'Illuminismo.

Avviene un processo particolare: si sviluppa uno stile alto legato alla Chiesa, ma non tanto per il suo carattere religioso, quanto per il suo essere espressione di un'elite chiusa e aulica. Dall'altro lato si sviluppa un registro basso, legato al popolo, cittadino e contadino, ai cosacchi, alle tradizioni autentiche della popolazione ucraina.

Nel Seicento si assiste anche ad un cambiamento dell'audience culturale. Da un'elite ristretta e prevalentemente religiosa, la cultura si diffonde anche tra le cancellerie cosacche militari e governative, e tra gli studenti.

Anche le lingue usate sono diverse (slavo ecclesiastico, latino, ucraino del volgo, polacco, russo, ma anche vernacolo locale), ma non per questo designano una diversa nazionalità degli adoperanti; un ucraino poteva infatti decidere di usare il polacco in una eventuale polemica antiortodossa. Ma non per questo i contenuti erano antiucraini o meramente occidentali. Il vernacolo ucraino è in via di sviluppo (verrà avviato proprio con la satira di Kotljarevs’kyj), pian piano si fa strada tra le altre lingue del Paese. Bisogna attendere fino alla fine del Settecento. Nel frattempo si attinge liberamente al patrimonio linguistico circostante.

Il Barocco è nettamente segnato dal trionfo della prosa, che almeno fino agli inizi del Settecento, è strettamente legata a contenuti religiosi, vista quale baluardo a difesa dell'ortodossia.

Per quanto riguarda la poesia, possiamo assistere allo sviluppo di diversi generi letterari, e ad un lieve discostamento dal carattere aulico della prosa.

Si assiste ad un percorso progressivo, che potremmo intendere come una specie di processo in fieri che porterà proprio alla nascita dell'Eneide kotljarevskyjana.

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Gli elementi che confluiscono in questa opera sono numerosi e sfaccettati; alcuni di essi possono essere ricondotti a veri e propri generi poetici che vedono la propria fioritura tra Seicento e Settecento (tra Barocco ed Illuminismo, appunto).

Quali sono questi generi? All'appello non può certamente mancare la poesia della musa cosacca, la satira, ma anche il genere burlesco, il verso travestito, i racconti in versi e la letteratura di viaggio.

Gli antenati

1. La poesia della musa cosacca

Essa trova diffusione a partire dalla seconda metà del Seicento, ampliandosi fino alla metà del Settecento.

Gli autori sono per lo più anonimi, ma a volte possiamo anche imbatterci in nomi quali O. Bučyns'kj-Jaskòl'd, S. Divovyč, I. Mazepa, H. Skovorodá.

Quali sono i temi principalmente affrontati? Sicuramente non potevano mancare riferimenti a Chmel'nyc'kyj (liberatore del giogo polacco), ma anche le lotte interne fra i capi cosacchi, o le invasioni in Ucraina da parte di tatari e turchi. Ritornano anche temi più universalmente sentiti, in particolare politici o religiosi (ad esempio la guerra fra Austria e Turchia), che acquistano carattere di tolleranza “super partes”.

Ma soffermiamoci in particolare su alcuni esempi di tale genere:

Razgovòr Velikoròssii s Malorossieju (‘Dialogo tra la Grande Russia e la Piccola Russia’, 1762), di Semèn Divòvyč, scritta in russo con l’uso del verso sillabico. La “Piccola Russia” racconta alla “Grande Russia” il suo glorioso passato, a difesa della propria autonomia.

Herojíčni stychy o slavnych vojennich dijstvijach Vòjs’k Zaporòžs’kych… (‘Versi eroici delle gloriose azioni militari dell’Esercito di Zaporižžja…, 1784), del monaco Ioann della regione di Uman’. In questo caso la lingua utilizzata è quella ucraina. Il tema principale è l’elogio al ‘Marte Cosacco’ e alla sua lotta per la libertà.

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Za svit vstaly kozačen’ky (‘Si svegliarono i cosacchi all’alba’), U nedilju rano zilja kopala (‘All’alba della domenica cercava erbe magiche’), di Marusja Čuraj (ca. 1625 – ca. 1650), una leggendaria cantautrice, che trattava tematiche di tipo militare e amoroso, che rientravano comunque nella cultura popolare.

• Possiamo anche osservare esempi legati all’attualità (soprattutto nel Settecento): la Koljivščyna, l’abolizione della Zaporiz’ka Sič, la servitù della gleba introdotta in Ucraina da Caterina II, la guerra tra Russia e Turchia. Dominano le tematiche storiche, anche se temi sulla vita quotidiana conquistano spazi sempre più ampi.

2. La Satira Poetica

La poesia satirica ha inizio con un’aspra critica nei confronti del clero, sempre più corrotto e russificato. E’ un genere letterario che fa parte di un ‘polo alternativo della cultura’, ovvero della ‘cultura del riso’.

Accanto alla satira religiosa si sviluppa anche la satira sociale, rivolta soprattutto all’avidità della szlachta ucraina e dei cosacchi ricchi a cui Caterina II aveva dato i privilegi di nobili russi.

Di qui nasce una satira contro i cosacchi, coloro che avevano rappresentato da sempre i difensori del popolo ucraino, e ora invece amministravano e sfruttavano non meno avidamente del colonizzatore russo.

Qualche esempio significativo: Satyryčna koljada (Colada1 satirica, 1764), Plač kyjivs’kych monachiv (Lamento dei monaci kyiviani, 1786), per quanto riguarda la satira anticlericale; Dokazatel’stva chama Danyleja Kuksy potomstvenni (Prova dell’eredità del villano Danilej Kuksa, fine Settecento), come esempio di satira contro il cosaccato.

3. Il Burlesco – Il Mandrovanij Djak

E' proprio su questo background che si erge una nuova figura, quella del prete seminariale che girovaga di città in città, il Mandrovanij Djak, che accanto a racconti di tipo religioso affianca elementi del proprio bagaglio personale.

1 Canti di Natale;

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Il Mandrovanij Djak era una specie di prete-filosofo itinerante che insegnava nelle scuole cosacche, nelle campagne e nelle città. Durante le vacanze i seminaristi giravano l’Ucraina per guadagnarsi la retta per il successivo anno accademico, cercando di divertire il pubblico con recitazioni di poesie, canti e spettacoli teatrali. Non erano ben visti dal clero, anzi venivano spesso giudicati eretici. Infatti quando venne introdotta la servitù della gleba, i loro spostamenti furono proibiti.

Ciò che li caratterizzava era appunto l’elemento comico-burlesco. Oltre ad una commistione di temi, essi integravano registro alto e basso, creando effetti comici che avevano il potere di attirare maggiormente l'interlocutore.

4. Il verso travestito

Il Mandrovanij Diak è anche il fautore del virš-travestija (il verso travestito), incentrato su personaggi dell'epica classica, della mitologia, che inspiegabilmente e originalmente vengono inseriti in terra ucraina, con fattezze, movenze e usanze popolari. Un tema ‘alto’ come può essere quello concernete gli eroi mitologici viene reinterpretato in una chiave ‘bassa’; di qui scaturisce quindi un effetto completamente comico. Ad esempio la nascita di Cristo si festeggia in una locanda (korčma), oppure potremmo imbatterci in un Erode diabolico.

Il verso travestito diventa sempre più diffuso e popolare, trovando anche espressioni più compiute, complete. E’ il caso dei racconti in versi, i cui due principali protagonisti sono padre Nehrebec’kyj e Markò Infernale (Pakel’nyj).

Padre Nehrebec’kyj è un pop che vuole incontrare il Padreterno per ottenere da lui ulteriori privilegi; purtroppo però, si perde durante il tragitto litigando con dei diavoli, e i fedeli sono costretti a sborsare soldi ulteriori per farlo tornare indietro.

Markò Infernale (che si rifà probabilmente alle leggende su Markò il Maledetto) è un novello Gesù che libera l’inferno dal male. Tuttavia saranno i cosacchi a provvedere a riempirlo nuovamente, stregati dal fascino delle donne.

Siamo quindi davanti al cosacco delle poesie del Seicento, ma anche il cosacco che popolerà l’Eneide di Kotljarevs’kyj.

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5. La lirica amorosa

Non possono certo mancare alcuni cenni alla poesia amorosa che si sviluppa ampiamente durante il Settecento, il cui carattere è fondamentalmente laico. Ciò che ci interessa in particolare, è l’elemento erotico-satirico che ritroveremo anche nell’Eneide, come ad esempio nel rapporto tra Enea e Didone. Il lessico è piuttosto vario, affianca espressioni popolari e registro aulico.

6. I racconti dei viaggiatori russi2

Sono numerosi gli scrittori russi che intraprendono viaggi verso la “Piccola Russia” nel corso del Settecento.

Personalità come Sumarokov (Il nuovo viaggiatore sentimentale, ovvero la sua passeggiata ad A***), Izmajlov (Viaggio nella Russia meridionale nel 1799) o Salikov (Viaggio nella Piccola Russia), scelgono proprio l'Ucraina come meta e soggetto delle loro storie di viaggio.

E' soprattutto Izmajlov a dedicarsi agli uomini e ai rapporti sociali. Lo scrittore vede nella famiglia il primo nucleo della struttura sociale; non tanto perchè è alla base di qualsiasi forma di organizzazione tra gli uomini, quanto perchè è fondata principalmente su rapporti naturali; si sofferma, infatti, ad osservare le relazioni tra coniugi, o tra genitori e figli. Sono persone che vivono in estrema povertà, eppure, grazie all'amore, riescono a superare le avversità, ad essere felici nel presente e fiduciosi per il futuro.

Nella lettera XIX, scritta dalla stazione di Borispole, a pochi chilometri da Kiev, Izmajlov riassume con una certa completezza le proprie impressioni di viaggio riguardo alla regione nord-orientale dell'Ucraina. Innanzitutto rileva che, anche nel popolo semplice, si è conservato uno spiccato senso dell'orgoglio nazionale. Amano la patria e la sua gloria e ricordano di averla difesa dagli innumerevoli nemici con le proprie mani. Trattando delle condizioni economiche, osserva che solo una piccola percentuale delle terre è destinata alla coltura dei cereali, cioè quella necessaria al sostentamento della famiglia, e che le tecniche di coltivazione non sono molto progredite. L'attività economica principale consiste nell'allevamento del bestiame, soprattutto dei bovini, e che, per tale ragione, la maggior parte delle terre è lasciata al pascolo.

2 Magnanini,E (2000), “L’Ucraina vista dai viaggiatori russi di fine ‘700” in L’Ucraina del XVIII secolo:

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Il panorama cambia quando i viaggiatori attraversano le steppe meridionali. In quest'area sono soprattutto l'abbandono e il deserto a colpire la loro attenzione. Sumarokov nota che dopo la città di Elizavetgrad (oggi Kirovograd) e fino a Nikolaev si estendono per quasi duecento chilometri steppe semideserte, intervallate da due unici villaggi, oltre alle stazioni di posta.

Possiamo quindi notare una differenza tra nord-est e sud-ovest, anche in base a questi racconti di viaggio. Una differenza derivante dalla spaccatura politica e "divisione dei beni" fra Polonia e Russia.

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