• Non ci sono risultati.

I Nostri Casi Clinici

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "I Nostri Casi Clinici"

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo 7

I nostri casi clinici

I dati riguardanti gli interventi chirurgici, i trattamenti peri e post-operatori, le eventuali complicazioni estrapolate dal riesame delle cartelle cliniche dei 17 soggetti considerati nel presente studio sono di seguito riportati caso per caso.

Caso n° 1: Nicolaj

Si tratta di un Cane Terranova, maschio intero, di 16 mesi d’età, del peso di circa 70 kg, riferito alla nostra struttura a ottobre 2005 a causa di una zoppia a carico dell’arto posteriore sinistro evidenziatasi dal mese di luglio. In seguito ad accurata raccolta anamnestica, visita e accertamenti diagnostici, è stata formulata diagnosi di rottura del LCA. In attesa dell’intervento chirurgico, programmato per il mese di novembre, è stata consigliata fisioterapia in piscina

L’intervento è stato effettuato secondo la tecnica descritta nei capitoli precedenti, inserendo un’ancora di sutura di 5mm di diametro con due suture innestate, una in Kevlar e una in Mersilene. Data la mole del soggetto il chirurgo ha pensato di rinforzare tale protesi con una sutura in Vycril 3 applicata lateralmente all’articolazione secondo tecnica classica. Le due suture innestate sono state stabilizzate congiuntamente mediante un nodo chirurgico in posizione laterale all’articolazione.

Il ginocchio si presentava stabile, privo di reazioni infiammatorie e di raccolte sinoviali a 7 e 15 gg dall’intervento. Il soggetto rivalutato a 60 gg dall’intervento presentava un lieve aumento del linfonodo popliteo e mostrava una lieve positività alla manovra del cassetto anteriore ma con buon appoggio e buona ripresa delle masse muscolari. Al controllo successivo a 80 gg la lassità del LCA si presentava ulteriormente diminuita tanto che il soggetto riusciva non solo ad andare normalmente al passo ma anche al trotto, ed anche i salti erano consentiti senza

(2)

mostrare nessun segno di aggravamento. Un ulteriore controllo è stato effettuato a circa un anno di distanza dall’intervento per motivi non legati all’intervento di stabilizzazione del LCA. Nel corso della visita il cane è stato rivalutato anche dal punto di vista ortopedico presentando una buona deambulazione e ripresa delle masse muscolari nonostante la permanenza di una lieve lassità evidenziata alla manovra del cassetto anteriore.

Caso n° 2: Apricot

Cane Mastino Tibetano, femmina intera, di 4 anni, del peso di 37 kg.

È stata presentata alla nostra attenzione a causa di una zoppia sul treno posteriore, comparsa, a settembre 2005, a carico del solo arto sinistro, e manifestatasi, dopo circa un mese, durante la terapia antinfiammatoria (Carprofene) anche a carico dell’arto destro. Dopo un’accurata visita ortopedica è stata formulata diagnosi di rottura del LCA bilaterale e programmato l’intervento chirugico da eseguire in due tempi.

Per prima è stata trattata l’articolazione sinistra, che presentava segni di maggior gravità, con un’ancora di sutura di 5 mm di diametro, innestata con sutura in Mersilene, e, dopo circa due mesi, lo stesso impianto è stato applicato a destra.

La tecnica eseguita ha visto la trazione dei capi delle suture innestate attraverso il sottocute fino al loro posizionamento laterale al tunnel tibiale. In seguito, dopo passaggio in senso latero-mediale nello stesso tunnel, sono state riportate lateralmente per passaggio sotto il legamento tibio-rotuleo. e stabilizzate mediante esecuzione di un solo nodo chirurgico sempre in posizione laterale all’articolazione.

Alla visita per la rimozione dei punti, circa 10gg. dopo ogni intervento, entrambe le articolazioni femoro-tibio-rotulee si sono presentate asciutte con buona cicatrizzazione delle ferite, e con buona stabilità articolare. I successivi controlli ad 1 mese da ogni intervento, hanno messo in evidenza la scomparsa della zoppia e la completa stabilizzazione dell’articolazione mostrando sit test e test del cassetto

(3)

anteriore bilateralmente negativi. Ai controlli a 3 mesi il soggetto riusciva a correre e saltare senza mostrare segni di zoppia evidenti. La visita ortopedica, eseguita durante i controlli, ha mostrato la negatività sia al test di compressione tibiale che alla manovra del cassetto su entrambe le articolazioni trattate.

Caso n° 3: Furia

Cane Siberian Husky, maschio, di 7 anni, 25 kg di peso.

Sottoposto a visita presso la nostra struttura nel dicembre 2005, presentava zoppia a carico dell’arto posteriore sinistro manifestatasi circa un mese prima, con segni di lieve miglioramento in seguito a terapia antinfiammatoria (Carprofene 2-4 mg/kg SID).

Dopo conferma della diagnosi di lesione del LCA cui era associata anche una leggera distensione del collaterale laterale si è deciso di intraprendere la sola stabilizzazione del crociato anteriore mediante impiego di un’ancora di sutura da 5 mm con due suture innestate, entrambe in Mersilene.

La tecnica, eseguita come per i precedenti interventi, ha visto la stabilizzazione mediante messa in tensione di entrambe le suture con un unico nodo chirurgico, eseguito sempre in posizione laterale.

Su questo soggetto è stato eseguito un controllo radiologico postoperatorio per verificare il corretto posizionamento dell’ancora a livello del condilo femorale laterale. Le radiografie nelle due proiezioni standard hanno, invece, evidenziato uno slittamento dell’ancora in posizione più caudale, e precisamente tra il condilo femorale e l’osso sesamoideo del gastrocnemio laterale. Il soggetto è stato quindi immediatamente sottoposto a rimozione della prima ancora che, non infissa in posizione corretta si presentava meno stabile e quindi di facile estrazione, e una nuova ancora è stata posizionata più cranialmente, annodando le suture come in precedenza.

A distanza di circa 7gg dall’intervento il soggetto si presentava in buone condizioni generali, con ferita asciutta e ginocchio stabile. Al controllo successivo,

(4)

a 70 gg dall’intervento, l’esame ortopedico ha evidenziato una lieve instabilità articolare che comunque consentiva al soggetto una corretta deambulazione con corsa e salti consentiti.

Ai proprietari è stato consigliato di sottoporre il loro animale a trattamenti fisioterapici che prevedessero essenzialmente il nuoto allo scopo di aumentare la tonicità muscolare e migliorare ulteriormente le condizioni cliniche del soggetto. Purtroppo il soggetto è stato perso al follow-up a più lunga distanza.

Caso n° 4: Lello

Cane Rottweiler, maschio, di 12 anni d’età e 45 kg di peso.

Sottoposto alla nostra attenzione a marzo del 2006 per una zoppia a carico dell’arto posteriore destro, evidenziatasi a gennaio dello stesso anno. Il soggetto, precedentemente valutato presso altre strutture, riportava già diagnosi certa di rottura del LCA, per il trattamento della quale erano stata valutata l’applicazione di osteotomie correttive. Tali tecniche sono state scartate dalla proprietaria a causa dei prolungati tempi operatori che aumentavano i rischi anestesiologici per il soggetto geriatrico. Al momento della visita presso il Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa, il cane presentava zoppia di 2°grado, con aspetto “ a coscia lunga” dell’arto affetto, grave atrofia delle masse muscolari della coscia, positività ai test patognomonici per la lesione del LCA, nonché, rumori di “schiocco” alla flessione-estensione dell’articolazione. Nonostante questi facessero supporre una lesione sui menischi si è deciso di non eseguire una artrotomia per non aumentare la durata dell’intervento.

Previa sottoscrizione del consenso informato all’intervento, il cane è stato trattato mediante impianto di un’ancora di sutura da 5 mm con due suture innestate, in Kevlar e in Mersilene. La tecnica è stata eseguito come in precedenza e le due suture sono state fermate con un solo nodo chirurgico lateralmente all’articolazione.

Data la breve durata (circa 20 minuti) della procedura da noi sperimentata il soggetto ha superato l’intervento senza nessuna complicazione anestesiologica.

(5)

Ai controlli a 7 e 15 gg il cane mostrava graduale appoggio differenziato con parziale ripresa della massa muscolare. Ulteriore valutazione clinica del soggetto è stata condotta a 9 mesi dall’intervento e durante la visita ortopedica è stata osservata la permanenza di atrofia muscolare sull’arto interessato, anche se di grado notevolmente inferiore rispetto a quella riscontrata in sede pre-operatoria. È stata rilevata, altresì, una lieve positività alla manovra del cassetto anteriore che comunque consentiva il carico e la normale deambulazione del soggetto.

L’esame radiografico per valutare l’eventuale presenza di osteoartrosi non è stato eseguito a causa della riluttanza della proprietaria a sottoporre il proprio cane ad ulteriori indagini in sedazione.

Caso n° 5: Viola

Cane Rottweiler, femmina sterilizzata, di circa 4 anni e mezzo, 38,5 kg di peso.

Afferita alla nostra struttura a marzo del 2006 presentava zoppia a carico dell’arto posteriore destro insorta da circa 20 gg e trattata con cortisone (Prednisone 0,1 mg/kg per 5 gg). Al momento della visita clinica è stata evidenziata una lesione del LCA destro con, concomitante, displasia bilaterale di anca, marcatamente più grave a sinistra.

Il soggetto è stato trattato con impianto di un’ancora da 5 mm con una sola sutura innestata in Kevlar. La tecnica eseguita è stata la medesima dei casi precedenti con esecuzione del nodo chirurgico sempre in posizione laterale in prossimità dell’estremità del tunnel tibiale.

Il decorso postoperatorio è stato regolare, con ferita asciutta e buona ripresa del carico funzionale sull’articolazione trattata. Al controllo a 22 gg è stata evidenziata la presenza di una lieve raccolta a livello sinoviale imputabile a una leggera risposta infiammatoria con stabilità dell’articolazione mantenuta, è stata prescritta terapia antibiotica (Amoxicillina-Acido Clavulanico 12,5 mg/kg bid per 7 gg). A un successivo controllo a 30 gg dall’intervento il ginocchio si presentava

(6)

sempre ben stabile con completa remissione del quadro infiammatorio in precedenza osservato. Il soggetto è stato, infine, rivalutato a 9 mesi dalla chirurgia; in tale occasione è stata nuovamente eseguita un’accurata visita ortopedica che ha evidenziato una debole positività al test di compressione tibiale e alla manovra del cassetto anteriore che comunque consentivano il normale carico sull’arto senza evidenti segni di zoppia.

Il controllo radiografico in sedazione, eseguito grazie alla collaborazione del proprietario, ha messo in evidenza la moderata presenza di osteofiti a livello dei recessi prossimali e caudali del femore e dei tubercoli tibiali, con aree di osteo-rarefazione sugli apici prossimale e distale della rotula.

Caso n° 6: Susy

Cane Labrador, femmina, di 4 anni di età e 36 kg di peso.

È stata sottoposta alla nostra attenzione ad aprile 2006 per zoppia di 2° insorta circa 4 mesi prima, associata a marcata atrofia dei muscoli della coscia.

In seguito a diagnosi di lesione del LCA è stata sottoposta a intervento di stabilizzazione con ancora di sutura da 5 mm con due suture in Kevlar innestate. La tecnica eseguita è stata la medesima degli interventi precedenti con chiusura delle suture in un unico nodo eseguito sempre lateralmente al tunnel tibiale.

Al primo controllo eseguito a 7 gg il ginocchio si mostrava stabile, nonostante che, a causa del lambimento della ferita, si sia reso necessario ridare un punto di sutura a livello cutaneo. Al controllo successivo a 10 gg dall’intervento la ferita era asciutta e il ginocchio stabile con buon carico differenziato. Al controllo 30 gg è stata evidenziata una buona deambulazione nonostante la visita ortopedica mettesse in evidenza un lieve indolenzimento a carico dell’osso sesamoideo del gastrocnemio laterale, per il quale si è proceduto con la somministrazione di un ciclo di 15 giorni di terapia con FANS (Carprofene alla dose di 4mg/kg per i primi 7gg e 2 mg/kg per i successivi 7).

(7)

con follow-up a lungo termine. Dal colloquio telefonico avuto con il proprietario a circa 7 mesi dall’intervento è emerso che dopo una lieve zoppia evidenziatasi a circa 2-3 mesi dall’intervento, che non ha richiesto terapia medica, il cane ha ripreso la normale attività deambulatoria con salti e corse senza mostrare ulteriori segni di zoppia o dolore articolare.

Caso n° 7: Nuvola

Cane Meticcio, femmina, di 8 anni con peso di circa 7 kg.

Già sottoposto circa tre anni prima a stabilizzazione del ginocchio sinistro per lesione del LCA con tecnica extracapsulare classica presso la nostra struttura, è stato nuovamente valutato a metà maggio 2006 per una zoppia esacerbatasi circa una settimana prima a carico dell’arto posteriore controlaterale. All’esame ortopedico è stata messa in evidenza una lieve positività al test di compressione tibiale e alla manovra del cassetto anteriore con elevato dolore alla manipolazione dell’articolazione. In seguito a conferma radiografica di lesione del LCA il cane è stato sottoposto a stabilizzazione dell’articolazione con tecnica con ancora di sutura. In questo caso è stata impiegata un’ancora di 3,5 mm di diametro, con una sutura in Kevlar. La sutura è stata chiusa con nodo chirurgico in posizione laterale previa stabilizzazione del ginocchio, come per i casi precedenti.

I controlli effettuati a circa 7 e 15 gg mostravano una buona ripresa della deambulazione e una buona stabilità articolare con negatività sia del test di compressione tibiale che della manovra del cassetto anteriore. Ulteriori controlli clinici non sono stati eseguiti; i proprietari, contattati telefonicamente a più riprese, hanno riferito un’ottima ripresa del soggetto che a circa 3 mesi dall’intervento aveva recuperato la normale deambulazione senza mostrare segni di zoppia nemmeno dopo lavoro intenso.

(8)

Caso n° 8: Eva

Cane Springer Spaniel Inglese, femmina, di 6 anni, e peso di circa 20 kg. È stata sottoposta alla nostra attenzione a giugno del 2006 in seguito a un trauma intercorso circa due settimane prima, con sintomatologia a carico dell’arto posteriore destro riconducibile ad una zoppia di 3-4°. Visitato precedentemente presso un’altra struttura veterinaria riferiva diagnosi di lesione/rottura del legamento collaterale mediale (LCM). In seguito alle valutazioni cliniche effettuate presso la nostra struttura è stata invece individuata una lesione prevalentemente a carico del LCA associata a lassità del LCM.

Anche in questo soggetto è stata impiegata un’ancora da 3,5 mm con una sola sutura innestata in Kevlar per la stabilizzazione del ginocchio. Una volta stabilizzato il LCA non è stato ritenuto necessario procedere alla stabilizzazione del LCM in quanto la lassità era quasi del tutto scomparsa.

Al controllo radiografico postoperatorio è stata notata una leggera sublussazione laterale della rotula che non è stata trattata.

Al controllo a 7 gg dopo l’operazione il soggetto mostrava buona stabilità del LCA con test di compressione tibiale e manovra del cassetto anteriore negativi, ciononostante fosse ricomparsa una certa mobilità sul LCM che ha indotto il chirurgo a programmare un secondo intervento per la stabilizzazione del LCM effettuato a circa due settimane da quello di stabilizzazione del LCA.

Al controllo successivo (22 gg dal primo intervento) il ginocchio si presentava stabile con una ferita asciutta, nonostante la presenza di una lieve intrarotazione dell’articolazione. A 36 gg dal primo intervento l’articolazione era stabile con carico differenziato e buona stabilità anche del LCM con persistenza dell’intrarotazione evidenziata nel corso del follow-up precedente. Al controllo a 3 mesi dalla ricostruzione del LCM veniva apprezzata una zoppia di 3° grado dovuta a lussazione mediale di rotula con buona stabilità del LCA e del LCM per questo motivo il soggetto veniva sottoposto ad un ulteriore intervento di ritenzione capsulare per risolvere la lussazione rotulea. Ai controlli successivi il soggetto

(9)

mostrava buon carico differenziato e una buona stabilità sul LCA e sul LCM.

Contattati telefonicamente a 8 mesi dall’intervento di stabilizzazione extracapsulare con ancora i proprietari hanno riferito che il soggetto aveva pienamente ripreso la propria attività senza recidive di zoppia sull’arto trattato.

Caso n° 9: Mora

Cane Beagle, femmina, di 6 anni d’età, 16,2 kg di peso.

Afferita al Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa nel mese di luglio del 2006 per zoppia all’arto posteriore destro, dovuta a probabile trauma intercorso circa una settimana prima durante l’attività venatoria, mostrava evidente positività alla manovra del cassetto anteriore con concomitante lassità a livello del legamento collaterale laterale (LCL).

Il soggetto è stato inizialmente sottoposto a cicli di terapia farmacologia con antinfiammatori (Carprofene alla dose di 4mg/kg per 7 giorni e poi 2 mg/kg per i successivi 7) associata a riposo e contenzione del soggetto. Dopo 3 mesi, non notando miglioramenti, il proprietario ha deciso di sottoporre il proprio cane all’intervento chirurgico con impiego di ancora di sutura.

Data la mole e il peso del soggetto anche in questo caso si è optato per un’ancora da 3,5 mm con una sutura innestata in Mersilene.

Al contrario dei casi trattati in precedenza, per questo soggetto il chirurgo ha voluto valutare se la sutura annodata medialmente anziché lateralmente conferisse maggior tenuta all’impianto. Quindi i due capi della sutura sono stati portati prima lateralmente, a livello dell’incisione sulla cresta tibiale per passaggio nel sottocute, poi un capo è stato fatto passare sotto il legamento tibio-rotuleo e portato in posizione mediale, mentre l’altro è stato fatto passare all’interno del tunnel tibiale in senso latero-mediale, ed entrambi sono stati messi in tensione mediante un nodo chirurgico.

Nell’immediato periodo post operatorio (4gg dall’intervento) si sono evidenziate problemi legati alla mancata contenzione prescritta; il soggetto si era

(10)

tolto la fasciatura e alcuni punti di sutura a livello cutaneo evidenziando una marcata instabilità articolare con positività alla manovra del cassetto e al test di compressione tibiale imputabili alla probabile rottura della protesi.

In accordo con il proprietario il soggetto è stato sottoposto a terapia conservativa, e rivalutato con visite ortopediche a 7, 15, e 30 gg nel corso delle quali è stata riscontrata una persistente lassità sul LCA e sul LCL ma con carico differenziato gradualmente consentito.

I controlli successivi non sono stati condotti in quanto il soggetto è stato perso al follow-up a media e lunga distanza.

Caso n° 10: Foco

Cane Segugio Maremmano, maschio, di 4 anni d’età e peso 17,8 kg.

Riferito alla nostra struttura da un collega che aveva diagnosticato lesione del legamento collaterale mediale (LCM) e del legamento collaterale laterale (LCL) del ginocchio destro in seguito a una ferita da cinghiale riportata durante l’attività venatoria in data 25 ottobre 2006, è stato sottoposto ad attenta visita ortopedica nel corso della quale è stata riscontrata, contestualmente, la rottura del LCA e la lacerazione del tendine di Achille.

Si è deciso quindi, in accordo col proprietario, di intraprendere un intervento di ricostruzione dei legamenti collaterali laterale e mediale, di stabilizzazione del LCA con ancora di sutura e di ricostruzione della corda del garretto. In questo caso per il LCA abbiamo impiegato un’ancora di sutura da 5 mm con due fili innestati in Kevlar e Mersilene. L’ancora è stata applicata successivamente alla ricostruzione dei due legamenti collaterali, e le suture sono state messe in tensione mediante nodo chirurgico in posizione laterale all’articolazione. Successivamente si è proceduto alla ricostruzione della corda del garretto utilizzando una protesi in Gorotex.® Le

porzioni tendinee e i legamenti (LCL e LCM) lesionati sono stati suturati in Prolene®, mentre i piani muscolari e la cute sono stati suturati in materiale

(11)

A causa dell’intervento sul tendine di Achille nel postoperatorio l’arto è stato immobilizzato mediante un bendaggio gessato che è stato rinnovato due volte per garantire una maggior stabilità alla corda del garretto. Al primo controllo, dopo la rimozione del gesso, il ginocchio risultava stabile con una ferita asciutta. Al controllo a 15 gg dall’intervento il soggetto presentava buona stabilità articolare, con test di compressione tibiale e manovra del cassetto anteriore negativi; il bendaggio gessato è stato quindi sostituito con bendaggio morbido con stecca. Alla visita a 25 gg dall’intervento il soggetto mostrava la presenza di tragitti fistolosi a livello della protesi in Gorotex® mantenendo, comunque, una buona stabilità

articolare sul ginocchio. A 60 gg dalla chirurgia si è riscontrato il completo rigetto della protesi in Gorotex® utilizzata sulla corda del garretto che ha esitato in una

retrazione cicatriziale che ha stabilizzato la corda tendinea.

Al controllo a 170 gg, è stata apprezzata una leggera tumefazione sul condilo femorale laterale per cui è stata eseguito l’esame radiografico che ha evidenziato la leggera fuoriuscita dell’ancora dal condilo per cui, sospettando un rigetto anche di questa protesi, è stato fissato l’intervento per la rimozione della stessa. Durante l’intervento di esplorazione è stato, però, notato che la tumefazione apprezzata a livello cutaneo era da imputarsi ad una reazione al filo di sutura (Prolene®)

utilizzato per la ritenzione capsulare e non all’ancora di sutura, che, perciò, è stata lasciata in sede. All’ultimo controllo a 320 gg dall’intervento il soggetto mostrava un lieve atteggiamento plantigrado, imputabile al rigetto della protesi in Gorotex®,

con rari episodi di zoppia che si verificano, secondo quanto riferito dal proprietario, dopo l’esercizio. Alla visita è stata evidenziata la stabilità del ginocchio trattato con manovra del cassetto anteriore, test di compressione tibiale e sit test negativi.

Caso n° 11: Brio

Cane Epagneul Breton, maschio, di 7 anni d’età e peso circa 16 kg.

Afferito al Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa nel mese di gennaio 2007 per zoppia all’arto posteriore sinistro evidenziatasi all’inizio

(12)

dello stesso mese al rientro dall’attività venatoria. Visitato precedentemente presso un’altra struttura è stato sottoposto a terapia con antinfiammatori (Carprofene alla dose di 4mg/kg per 7 giorni). Il soggetto presentava un leggero miglioramento e, al momento della visita, mostrava zoppia di 2° con lieve intrarotazione della zampa. Il sit test, il test di compressione tibiale e la manovra del cassetto anteriore sono risultati positivi e contestualmente è stata percepita la lussazione mediale della rotula. L’esame radiografico ha mostrato un quadro compatibile con la displasia bilaterale di ginocchio più grave a sinistra.

Il soggetto è stato inizialmente sottoposto a cicli di terapia farmacologia antinfiammatoria (Carprofene alla dose di 4mg/kg per 7 giorni e poi 2 mg/kg per i successivi 7) associata a riposo e contenzione, che hanno dato un netto miglioramento delle condizioni. In seguito ad uno sforzo eccessivo dell’articolazione il soggetto ha mostrato una recidiva di zoppia con sottrazione dell’arto al carico e dolore alla palpazione con una leggera reattività della capsula.

Data la mole e il peso del soggetto anche in questo caso si è optato per un’ancora da 3,5 mm con una sutura innestata in Mersilene e congiuntamente è stata eseguita una solcoplastica per il corretto riposizionamento della rotula.

Come nel caso numero 9, per questo soggetto il chirurgo ha voluto verificare se la sutura, annodata medialmente anziché lateralmente, conferisse maggior tenuta all’impianto.

Ai controlli a 7 e 15 gg post intervento il soggetto mostrava una buona ripresa della funzionalità con un buon carico differenziato e negatività al test di compressione tibiale e alla manovra del cassetto anteriore.

A 20 gg dall’intervento, durante un controllo, è stata notata un lieve positività alla manovra del cassetto anche se il carico era consentito e la rotula risultava ben in sede. A 60 gg la manovra del cassetto anteriore risultava ancora debolmente positiva e si evidenziava anche una debole positività al sit test; con aumento del carico differenziato.

Un colloquio telefonico, avuto a 9 mesi dalla chirurgia, con il proprietario ha messo in evidenza che il cane mostrava un buon recupero della normale

(13)

deambulazione anche se il padrone evita sottoporre l’animale a un eccessivo affaticamento per paura di aggravare la displasia.

Caso n° 12: Toby

Cane Beagle maschio 5 anni d’età e peso di circa 19 kg.

Afferito al Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa nel mese di marzo 2007 per il riacutizzarsi di una zoppia a carico dell’arto posteriore sinistro in seguito ad un probabile trauma intercorso a novembre 2006., il soggetto riportava in anamnesi un intervento di solcoplastica per lussazione mediale di rotula eseguito presso un’altra struttura veterinaria a marzo del 2005.

Durante la visita ortopedica da noi eseguita è emersa, oltre che la recidiva della lussazione della rotula, la rottura del LCA. Data la mole e il peso del soggetto anche in questo caso si è optato per un’ancora da 3,5 mm con una sutura innestata in Mersilene e congiuntamente è stata eseguita una ritenzione capsulare per il riposizionamento della rotula. L’ancora è stata applicata successivamente alla ritenzione capsulare, e le suture sono state messe in tensione mediante nodo chirurgico in posizione laterale all’articolazione.

I controlli eseguiti a 7 e 15 gg hanno mostrato una ripresa del carico differenziato e una buona stabilità del ginocchio con manovra del cassetto anteriore e test di compressione tibiale entrambi negativi.

In un controllo eseguito a 30 gg dalla chirurgia il soggetto mostrava recidiva di zoppia con arto sottratto al carico e aumentata mobilità della rotula che risultava lussata lateralmente. Al controllo successivo la rotula risultava sempre lussata lateralmente, ma il ginocchio mostrava una discreta stabilità sul LCA. A 50 gg dall’intervento la visita clinica da noi eseguita ha messo in evidenza la presenza di una marcata lassità a livello del LCA con manovra del cassetto anteriore positiva che comunque consentiva il carico sull’arto; la rotula risultava sempre lussata lateralmente. A 190 gg dal primo intervento il soggetto è stato sottoposto alla revisione chirurgica con ritenzione capsulare per risolvere la lussazione della rotula,

(14)

contestualmente è stata esaminata la stabilità del LCA che è risultata compromessa. Ulteriori controlli clinici non sono stati eseguiti e il soggetto è stato perso al follw-up a lunga distanza.

Caso n° 13: Rudy

Cane Bull Mastiff, maschio, di 2 anni d’età e peso di circa 46 kg.

Afferito al Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa nel mese di febbraio 2007 per il riacutizzarsi di una zoppia esacerbatasi circa un anno prima e trattata con antinfiammatori presso un altro ambulatorio veterinario. La diagnosi riferita era di lesione/rottura del LCA. La visita ortopedica da noi eseguita ha messo in evidenza la presenza di zoppia di 1° a carico del posteriore destro con rottura del LCA che mostrava segni di recupero funzionale. Per tale motivo il soggetto è stato inizialmente sottoposto a terapia farmacologia con antinfiammatori (Carprofene alla dose di 4mg/kg per 7 gg e poi 2mg/kg per altri 7 gg) associata a condroprotettori (Glucosamina HCl-Condroitin Solfato) ed è stato, inoltre, consigliato di sottoporre il soggetto a terapia fisioterapica in piscina per potenziare la muscolatura e favorire una più veloce guarigione. Grazie alla fisioterapia il soggetto ha presentato un netto miglioramento del quadro sintomatologico.

A metà marzo dello stesso anno, però, in seguito ad un trauma di natura non meglio precisata, il soggetto è stato sottoposto nuovamente alla nostra attenzione per il riacutizzarsi di una zoppia grave (3°-4°), con netta positività al test di compressione tibiale e alla manovra del cassetto anteriore, associato a lieve stiramento del legamento collaterale mediale.

Data la mole del soggetto è stata utilizzata un’ancora da 5 mm innestata con due suture in Kevlar, la tecnica eseguita è stata la medesima dei casi precedenti con esecuzione del nodo chirurgico sempre in posizione laterale in prossimità dell’estremità del tunnel tibiale.

Ai controlli a 7 e 15 gg il ginocchio è risultato stabile con buona cicatrizzazione e una buona ripresa della funzionalità con manovra del cassetto

(15)

anteriore e test di compressione tibiale negativi. Ai controlli successivi il soggetto ha mostrato un netto miglioramento della deambulazione con aumento del carico differenziato e buona ripresa di tono muscolare.

Al controllo a 138 gg dall’intervento il soggetto è stato rivalutato presso il Dipartimento di Clinica Veterinaria poiché, in seguito ad un ulteriore trauma, mostrava una recidiva di zoppia con arto sottratto al carico in stazione. Durante la visita da noi condotta è stata rilevata la positività al sit test e alla manovra del cassetto anteriore imputabile a una probabile rottura dell’impianto. È stata prescritta terapia antinfiammatoria e contenzione del soggetto. I proprietari hanno continuato a sottoporre il loro cane a fisioterapia presso un centro specializzato e dall’ultimo colloquio telefonico intercorso è emerso che il soggetto, nonostante il cedimento dell’impianto, attualmente presenta un buon recupero della deambulazione. Non sono state attualmente eseguite valutazioni cliniche presso il nostro Dipartimento.

Caso n° 14: Topo

Cane Meticcio, maschio, di 9 anni d’età e peso di circa 31 kg.

Afferito al Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa nel mese di maggio 2007, per il riacutizzarsi di una zoppia all’arto posteriore sinistro evidenziatasi nel mese di marzo e trattata con parziale successo con terapia antinfiammatoria (Carprofene 2-4 mg/kg) per circa un mese.

La visita ortopedica da noi condotta ha messo in evidenza la presenza di zoppia di 2°/3° e una lieve positività al test di compressione tibiale e alla manovra del cassetto anteriore, associata ad una ipotrofia dei muscoli della coscia. Nonostante la mole del soggetto in questo caso è stata utilizzata un’ancora da 3,5 mm innestata con una sutura in Kevlar, la tecnica eseguita è stata la medesima dei casi precedenti con esecuzione del nodo chirurgico in posizione laterale in prossimità dell’estremità del tunnel tibiale.

Il soggetto ha mostrato una buona ripresa nel post-operatorio e controlli più approfonditi hanno mostrato una buona stabilità dell’articolazione, con test di

(16)

compressione tibiale e manovra del cassetto anteriore entrambi negativi, a 7 e 15 gg dalla chirurgia.

Ad un controllo successiva a 30 gg il ginocchio si è mostrato moderatamente dolente e la manovra del cassetto è risultata debolmente positiva consentendo comunque il carico e la normale deambulazione.

Passati altri 20 gg la deambulazione si presentava pressoché totalmente recuperata, con salti e corsa consentiti. Da un colloquio con il proprietario, effettuato a circa 7 mesi dall’intervento, è emerso che in seguito ad uno sforzo eccessivo il cane aveva nuovamente mostrato una lieve zoppia sull’arto trattato che si era risolta senza ricorso a terapia medica. Su tale soggetto il follow-up è sempre in corso.

Caso n° 15: Sasha

Cane Pitt Bull, femmina, di 5 anni d’età e di circa 32 kg di peso.

Sottoposto alla nostra attenzione nel mese di aprile 2007 in seguito a un trauma intercorso il giorno precedente, il soggetto presentava zoppia di 3° a livello dell’arto posteriore destro con positività ai tre test patognomonici per lesione del LCA. Confermata la diagnosi di rottura/lesione del LCA, in vista del successivo intervento di stabilizzazione con ancora, il soggetto è stato sottoposto a terapia con antinfiammatori (Carprofen alla dose di 4 mg/kg per 7 gg e poi 2mg/kg per altri 7 gg), condroprotettori (Glucosamina HCl-Condroitin Solfato) e fisioterapia in acqua

In questo caso è stata utilizzata un’ancora da 5 mm innestata con due suture in Kevlar, la tecnica eseguita è stata la medesima dei casi precedenti con esecuzione del nodo chirurgico in posizione laterale.

Il controllo a 7 gg dall’intervento ha mostrato una buona cicatrizzazione della ferita e il soggetto iniziava a caricare in modo differenziato durante la deambulazione mentre in stazione mostrava appoggio su tutti e quattro gli arti, il ginocchio era ben stabile con manovra del cassetto anteriore e test di compressione tibiale entrambi negativi.

(17)

A 15 gg dalla chirurgia permaneva ancora zoppia di 2°/3° durante la deambulazione, mentre in stazione era consentito l’appoggio su tutti e quattro gli arti; veniva evidenziata anche una lievissima ipotrofia dei muscoli della coscia con ginocchio stabile. A 30 gg la zoppia era sempre presente durante la deambulazione e alla palpazione si poteva notare un aumento dell’ipotrofia dei muscoli della coscia, anche in questa occasione il ginocchio è risultato stabile con manovra del cassetto anteriore e test di compressione tibiale negativi. Un’ulteriore visita ortopedica condotta a 50 gg dall’intervento evidenziava il permanere di una lieve zoppia, di grado inferiore rispetto ai controlli precedenti e il ginocchio risultava ben stabile anche se veniva evidenziata dolorabilità nei movimenti di flessione dell’articolazione; non erano, comunque, percepibili crepitii a livello articolare.

Per favorire la ripresa del normale trofismo delle masse muscolari è stato suggerito ai proprietari di intraprendere delle sedute di fisioterapia in acqua. Purtroppo non è stato possibile rivalutare il soggetto dopo le sedute di fisioterapia e il suo follow-up è andato perso.

Caso n° 16: Abramo

Cane Pastore Abruzzese maschio di 2 anni d’età e di circa 45kg di peso. Sottoposto alla nostra attenzione nel mese di ottobre 2007 a causa di una zoppia all’arto posteriore sinistro presente da circa 10 giorni. La visita ortopedica da noi eseguita ha messo in evidenza la presenza di zoppia di 2°/3° con manovra del cassetto anteriore positiva, test di compressione tibiale e sit test leggermente positivi a carico dell’arto posteriore sinistro.

Abbiamo utilizzato un’ancora da 5 mm innestata con due suture una in Kevlar e una in Mersilene. Al contrario dei casi trattati in precedenza, per questo soggetto il chirurgo ha voluto valutare se i due tipi di sutura annodati singolarmente, conferissero maggiore stabilità all’impianto. Per questo motivo le due suture sono state annodate una ad una, lateralmente al tunnel tibiale, procedendo prima alla stabilizzazione della sutura in Mersilene e poi a quella in Kevlar.

(18)

Durante il primo controllo a 7 gg è emerso che il soggetto aveva avuto qualche problema nel posto-peratorio mostrando scarso appetito e feci diarroiche per un paio di giorni. Tale sintomatologia si è risolta spontaneamente consentendo al soggetto il recupero delle normali abitudini. Alla visita il ginocchio appariva stabile con buon carico differenziato e la ferita risultava asciutta e senza raccolte. A 15 gg sono stati rimossi i punti e le manovre del cassetto anteriore e il test di compressione tibiale sono risultati negativi con aumentato del carico differenziato. A 20 gg dall’intervento è stata definitivamente rimossa la fasciatura contenitiva e nel corso della visita il ginocchio è risultato stabile con buona deambulazione.

Dopo 40 gg il soggetto è stato sottoposto nuovamente alla nostra attenzione perché in seguito ad una corsa aveva mostrato una lieve zoppia; durante la visita la manovra del cassetto anteriore è risultata debolmente positiva, il test di compressione tibiale e il sit test sono risultati, invece, entrambi negativi.

Per questo soggetto il follow-up è attualmente in via di completamento.

Caso n° 17: Tronky

Cane Pastore Tedesco, maschio, di 7 anni d’età e di circa 37 kg di peso. Afferito al Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa nel mese di giugno 2007 per la presenza, da circa un mese, di zoppia a carico del posteriore destro, ad insorgenza acuta. Era stato inizialmente sottoposto a terapia con antinfiammatori (Carprofene 2-4mg/kg) con scarsi risultati. La visita ortopedica da noi condotta metteva in evidenza instabilità e dolorabilità sul ginocchio destro con manovra del cassetto anteriore e test di compressione tibiale nettamente positivi. Prima dell’intervento chirurgico il soggetto è stato sottoposto ad un rigoroso regime di riposo e fisioterapia in acqua per limitare l’instaurasi dell’ipotrofia muscolare.

La stabilizzazione è stata effettuata con un’ancora da 5 mm innestata con due suture una in Kevlar e una in Mersilene. Anche in questo caso è stata utilizzata la medesima tecnica che per il caso precedente (n° 16) con protesi stabilizzate singolarmente, prima quella in Mersilene e poi quella in Kevlar.

(19)

Ai controlli eseguiti a 7 e 15 gg dall’intervento il soggetto ha mostrato una buona ripresa del carico differenziato sull’arto, il ginocchio è risultato stabile con test di compressione tibiale e manovra del cassetto anteriore entrambi negativi.

A 20 gg il ginocchio si presentava sempre ben stabile con una leggera reazione sottocutanea a livello della ferita dovuta forse all’eccessivo lambimento della parte.

A 40 gg il proprietario riferiva il riacutizzarsi della zoppia che alla visita ortopedica è risultata imputabile alla presenza di una piccola fistola a livello prossimale della ferita in corrispondenza della cresta tibiale. Il test di compressione tibiale, la manovra del cassetto anteriore e il sit test risultavano negativi. È stata prescritta terapia antibiotica (Amoxicillina- Acido Clavulanico 12,5 mg/kg BID) per 5 gg e programmato un ulteriore controllo.

Riferimenti

Documenti correlati

Bollettino della Accademia degli Euteleti della città di San Miniato al Tedesco.. Rivista di Storia - Lettere - Scienze

Nei kibbutzim sono ancora presenti, anche se con un uso diverso, le strutture dei servizi per la prima infanzia per tutti i bambini, figli dei membri del kibbutz, servizio questo

Dynamic MRI sequence of a 19-year old female patient with an anterior disc displacement with and without reduction, ie, with occasional locking. The

Si procedeva infine a prelevare campioni di cute con biopsie multiple dalle lesioni da inviare al laboratorio per l’esame istologico, che consentiva di osservare un quadro suggestivo

The economy is at its equilibrium real exchange rate when output and inflation are on their long ran trajectories (which may be described as internal balance),

Gli anni Novanta sono caratterizzati da immagini di una forte bellezza estetica, in cui il senso della memoria si fa più persistente ma senza diventare, come in precedenza,

La migration vers l’Afrique subsaharienne Les flux migratoires de mauritaniens vers les pays africains sont en grande partie facilités par l’existence de liens culturels et

Risulta chiaro, comunque, che – in linea di principio – il trilemma può essere formulato nell’ambito di ogni conoscenza che si preoccupi della fondatezza delle