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1. Introduzione
La crescente attenzione verso le “zone umide”, considerate aree di grande valore ambientale dal punto di vista dell’ecologia, della botanica, della zoologia, della limnologia e dell’idrologia, deriva, oltre che da interessi di natura economica, anche dall’unicità che contraddistingue questi ecosistemi.
La presenza di acqua stagnante in tali aree è stata, in passato, origine di gravi malattie, prima fra tutte la malaria. Nel corso dell’ultimo secolo sono state condotte numerose campagne di bonifica ai fini di assicurare un ambiente di vita più sano e, al tempo stesso, di sottrarre terreno alle acque per poter utilizzarlo a scopi agricoli ed urbani. Data la grande variabilità, in quanto aree di transizione tra acqua e terra, questi ecosistemi sono molto fragili e facilmente vulnerabili ricevendo pressioni ed impatti da numerose sorgenti, prima fra tutte l’attività dell’uomo; per questo motivo necessitano di una particolare salvaguardia.
La conservazione di questi ambienti è garantita a livello internazionale dalla Convenzione di Ramsar (Iran, 1971) che definisce le “zone umide” come “...distese
quali stagni, paludi, torbiere, bacini naturali e artificiali permanenti o temporanei con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata comprese le distese d’acqua marina la cui profondità in condizioni di bassa marea non supera i sei metri”.
Nella Toscana nord-occidentale, ai piedi delle Alpi Apuane è sita una delle aree umide più importanti del Bacino del Mediterraneo e la più grande della regione: il lago di Massaciuccoli e il suo “Padule”.
Il lago di Massaciuccoli è parte del Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, è una Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva n° 79/409/CEE (Direttiva Uccelli) ed è tra i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Nell’area di Massaciuccoli esistono valori naturalistici di grande rilievo come la presenza di numerose specie vegetali, alcune delle quali molto rare come l’Utricularia australis, l’Hydrocotyle ranunculoides, la Drosera rotundifolia, la
10 Sono presenti inoltre diverse specie di uccelli. Sebbene in drastica diminuzione, è presente il tarabuso (Botaurus stellaris), è presente quasi l’80% della popolazione italiana di forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon) e anche la più grande popolazione italiana di falco di palude (Circus aeruginosus).
Nonostante ciò la zona è fortemente soggetta a pressioni antropiche come l’agricoltura intensiva nella zona di bonifica con conseguente scarico di sostanze inquinanti nel lago, la caccia, la pesca e gli incendi che rischiano di compromettere definitivamente la zona del lago e la palude.
Un’ulteriore pressione sull’area è rappresentata inoltre dalla presenza di tre discariche ormai abbandonate sulle sponde del lago.
Il seguente studio si prefigge come scopo l’identificazione di un eventuale impatto di queste discariche sull’ambiente del lago.
