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“SHE WAS THE MAKER OF THE SONG SHE SANG”

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Academic year: 2021

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“SHE WAS THE MAKER OF THE SONG SHE SANG”

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Sono davvero poche, oggigiorno, le persone che sanno chi era Harriette Arnow a parte gli esperti di letteratura americana, e ancora meno sono quelle che conoscono i suoi romanzi eccezion fatta per The Dollmaker

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, il suo capolavoro, che dal 1954, anno in cui è stato pubblicato, ha continuato ad essere ristampato in più edizioni anche in anni più recenti.

Wilton Eckley di lei ha scritto:

“That Harriette Arnow will go down in the American literary chronicle as a major figure is, at this point at least, highly improbable. Four conventionally written novels – in a time, unfortunately, when such have not been readily accepted by critics and scholars as being on the cutting edge of creativity – are hardly enough to establish her in the major category. As an artist, however, she certainly needs no defense.”3

Questo è dovuto, in parte, come afferma lo stesso Eckley, alla sua scarna bibliografia e al fatto che per anni è stata catalogata, a torto, come scrittrice “regionale” a causa dell’ambientazione dei primi due romanzi e di una parte del terzo. In realtà, Arnow non ha fatto altro che attenersi a una delle prime regole di uno scrittore, ovvero scrivere soltanto ciò che si conosce: nel suo caso, gli alberi in fiore, la difficoltà di spostarsi sui sentieri di montagna in groppa a un mulo, la vita tra gli abitanti del Kentucky e i cosiddetti hillbillies. Si potrebbe affermare che le sue opere non sono altro che lo specchio della sua

vita e delle sue esperienze, ecco perché è molto importante, al fine di comprenderne il lavoro, conoscere la sua biografia.

1 Si tratta di un verso tratto dalla poesia “The Idea of Order at Key West” di Wallace Steven che è stato usato per l’iscrizione sulla lapide di Harriette Arnow.

2 Arnow, Harriette, The Dollmaker, New York, Scribner, 2009.

3 Cfr. Eckley, Wilton, “Artistic Vision”, in Chung, Haeja K. (ed.), Harriette Simpson Arnow – Critical Essays on Her Work, Michigan State University Press, 1995, p. 45.

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6 Aveva ventisette anni quando, nel 1934, pubblicò il primo racconto e, solo due anni più tardi, il primo romanzo. È difficile, tuttavia, riuscire a stabilire con esattezza quando cominciò a scrivere e quando, per la prima volta iniziò a considerarsi una scrittrice.

Attribuisce al padre e alle storie che le raccontava dopo il lavoro il merito di averla ispirata a scrivere romanzi: “He was a great teller of ghost tales that made us shiver with fright […]

but some were so sad, tears would start dripping off my chin before he was finished.”

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Anche la nonna materna, Harriette LeGrand Foster Denney, con i suoi racconti da far gelare il sangue, ebbe una grande influenza su di lei. A proposito di questi racconti Arnow spiega: “I soon began to imagine happy endings for the sad stories and stopped crying. That is how I began writing.”

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Tuttavia, le storie che lei racconterà diversi anni più tardi non avranno mai un vero e proprio lieto fine.

Harriette L. Simpson nasce in casa, nella contea di Wayne, Kentucky, il 7 luglio 1907. Qualche anno più tardi, nel 1913, si trasferisce con tutta la famiglia a Burnside dove vive i primi anni dell’infanzia, come testimoniato da Old Burnside

6

, romanzo autobiografico pubblicato nel 1977.

Frequenta la Burnside Graded School per quattro anni, ed è lì che, nel 1917, scrive come compito a casa il primo racconto, la storia di una vecchia scrivania

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(di cui non è specificato il titolo), immaginandone la vita e le persone che l’avevano usata. Gli insegnanti la incoraggiarono a coltivare questa sua passione per la scrittura, lodando la storia e leggendola alla classe. Harriette amava la scuola, ma nel 1918, a causa di un’epidemia di influenza spagnola, non poté proseguire gli studi e la madre, che prima di sposarsi era stata insegnante, decise di far studiare le figlie a casa.

4 Cfr. Ballard, Sandra L., “Harriette Simpson Arnow’s Life as a Writer”, in Chung, Haeja K. (ed.), Harriette Simpson Arnow – Critical Essays on Her Work, Michigan State University Press, 1995, p. 15

5 Ivi.

6 Arnow, Harriette, Old Burnside, Lexington, University Press of Kentucky, 1977.

7 Cfr. Eckley, Wilton, Harriette Arnow, New York, Twayne Publishers, Inc., 1974, p. 15.

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7 Quello stesso anno il padre andò a lavorare in un giacimento petrolifero nella contea di Wolfe dove, qualche mese più tardi fu raggiunto dalla famiglia. Siccome non c’erano scuole pubbliche, le ragazze continuarono a studiare a casa e l’anno seguente furono mandate a studiare alla St. Helen’s Academy, una scuola presbiteriana nella contea di Powel, scovata dalla madre durante l’estate. Quando il giacimento petrolifero dove suo padre lavorava si prosciugò, la famiglia fece ritorno a Burnside e Harriette si diplomò nel maggio del 1924.

La signora Simpson non approvava la passione della figlia per la scrittura, però era convinta che saper dattilografare fosse un’abilità utile. Harriette, dal canto suo, aveva sempre desiderato una macchina da scrivere perché pensava che i redattori, altrimenti, non sarebbero riusciti a decifrare la sua calligrafia. Quindi lei e la madre fecero un patto: la signora Simpson aveva comprato una mucca e disse a Harriette che se avesse imparato a mungere il latte, avrebbe potuto venderlo e, con il ricavato, avrebbe potuto comprarsi la macchina da scrivere.

Non aveva ancora terminato il liceo quando spedì a varie case editrici una storia interamente battuta a macchina, una favola i cui personaggi principali erano fiori selvatici.

Sfortunatamente fu rispedita al mittente con alcuni utili consigli su come presentare un manoscritto alle case editrici. Arnow fece tesoro dei consigli ricevuti.

La signora Simpson era una figura dominante che esercitava una grande influenza

sulle figlie, per questa ragione Harriette era convinta che il suo destino fosse quello di

diventare un’insegnante come la madre prima di lei. Pertanto si iscrisse al Berea College

che frequentò dal 1924 al 1926 e dove continuò a scrivere per poi ottenere, alla fine del

secondo anno, un diploma di insegnante.

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8 Nonostante la giovane età e l’inesperienza, fu contattata per un posto di maestra in una piccola scuola nella contea di Pulaski. Era una scuola a conduzione famigliare composta da un’unica classe di diciannove studenti e non tutti potevano frequentare regolarmente le lezioni. A questo proposito Arnow ricorda: “older ones often had to stay home to help in some way. They were the sons and daughters of subsistence farmers […]

and the younger students couldn’t walk four or five miles to school in bad weather, especially since some didn’t get shoes until late November and early December.”

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Fu proprio lì, mentre viveva a pensione da una famiglia del posto, che a novembre del 1926 Harriette si iscrisse a un corso di scrittura creativa offerto dall’Università del Kentucky. Dieci anni dopo, nel 1936 pubblicò il primo romanzo, Mountain Path

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, risultato di quel primo anno di insegnamento sulle remote aree boschive del Kentucky.

Nell’autunno del 1928 si era trasferita a Louisville dove frequentò l’omonima università fino al conseguimento della laurea a febbraio del 1931 e aderì al suo primo gruppo di scrittori. Per un certo periodo aveva accarezzato l’idea di diventare poetessa: era affascinata dallo stile semplice e diretto delle ballate, capace di dire tanto con poche parole ben scelte, ma presto capì di non esservi portata e rinunciò.

Terminati gli studi accettò vari incarichi come insegnante perché, dopo la morte del padre, avvenuta a luglio del 1929, voleva contribuire al sostentamento della famiglia. Nel 1934 andò a lavorare in una scuola di Louisville dove le vennero assegnati gli studenti con il più basso QI e con i maggiori problemi disciplinari, e dopo qualche mese la sua salute ne risentì: fu ricoverata in ospedale per un’anemia e una tonsillectomia.

Nell’estate di quello stesso anno si trasferì a Cincinnati dove inaugurò il suo “piano quinquennale”: si diede cioè cinque anni di tempo per scrivere, mantenendosi con qualsiasi

8 Cfr. Ballard, Sandra L., op. cit., 1995, p. 19.

9 Arnow, Harriette, Mountain Path, Michigan, Michigan State University Press, 2012.

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9 lavoro riuscisse a trovare. Lavorò come cameriera, dattilografa, commessa. Scrisse anche per il Federal Writers Project

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dove, nel 1938, conobbe Harold Arnow, un reporter di Chicago con cui si sposò con rito civile a Cincinnati il 23 marzo 1939. Avrebbero voluto continuare a scrivere trasferendosi in una fattoria nel Kentucky, ma presto si resero conto che vivere del frutto del proprio lavoro in una fattoria non lasciava molto tempo per dedicarsi alla scrittura. Quando i risparmi si esaurirono Harriette tornò a insegnare nella scuola di Pulaski e il 9 settembre 1941 nacque la secondogenita (il primo figlio era nato morto), Marcella Jane. Fu in quel periodo che iniziò a pensare a un secondo romanzo.

Arnow cominciò a scrivere Hunter’s Horn

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dopo essersi trasferita a Detroit: infatti, nel 1945 i coniugi Arnow erano andati a vivere in un complesso di case popolari nella città industriale, come quelle che ritroveremo in The Dollmaker, unendosi alle migliaia di immigrati di cui la scrittrice avrebbe parlato nel suo terzo romanzo, e il 15 dicembre dell’anno seguente nacque un altro figlio, Thomas Louis.

Harriette considerava Hunter’s Horn un sequel di Mountain Path; anche questo secondo romanzo, infatti, descriveva in maniera dettagliata il modo di vivere dei montanari del Kentucky e i cambiamenti che l’industrializzazione delle città del Nord aveva apportato, inevitabilmente, nella regione centro-meridionale sotto forma di strade asfaltate e statali, nel tentativo di agevolare l’esodo della popolazione verso le città settentrionali.

Per questa ragione il titolo provvisorio di Hunter’s Horn avrebbe dovuto essere End of the Gravel (da “gravel road,” strada sterrata, stadio successivo del “path,” sentiero di montagna), come a documentare il cambiamento che stava avendo luogo sotto i suoi occhi.

10 Il progetto federale per gli scrittori (Federal Writers’ Project) nacque il 25 luglio 1935, ideato per impiegare centinaia di letterati e ricercatori che avrebbero unito le loro forze ed il loro intelletto per la stesura e pubblicazione delle guide turistiche di ogni stato. Il presidente Roosevelt sintetizzò in questo modo lo scopo dell’ FWP: «Raccogliere i documenti del passato e conservarli perché altri nel futuro possano servirsene.»

11Arnow, Harriette, Hunter’s Horn, Michigan, Michigan State University Press, 1997.

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10 Quando fu pubblicato, nel 1949, non solo ottenne ottime recensioni, ma fu anche definito da New York Times Book Review uno dei dieci migliori romanzi dell’anno e venne stampato anche in vari paesi europei.

Cavalcando l’onda del successo, gli Arnow comprarono un appezzamento di terra ad Ann Arbor, nel Michigan: 40 acri con una casa di tre stanze, un pozzo e un pollaio.

Nel frattempo, Harold continuava a lavorare come reporter per il Detroit Times mentre a Harriette veniva chiesto di scrivere recensioni letterarie, articoli di varia natura, e di partecipare a conferenze. Accettò alcune di queste proposte, ma all’epoca aveva iniziato a condurre ricerche storiche per un libro sul Cumberland

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e per il manoscritto di un romanzo che pensava di intitolare The Highway, ma che poi la casa editrice la convinse a intitolare The Dollmaker.

The Dollmaker, pubblicato nell’aprile 1954, si classificò secondo al prestigioso

National Book Award vinto da A Fable di W. Faulkner, ottenne un successo immediato anche a livello internazionale e venne tradotto in varie lingue, ma non in italiano.

I giornalisti o i rappresentanti delle case editrici che incontravano Harriette Arnow per la prima volta restavano spesso sorpresi dal suo aspetto minuto, aspettandosi, chissà perché, che la scrittrice somigliasse alla protagonista del romanzo, Gertie Nevels, che superava il metro e ottanta. E quando le chiedevano chi le avesse ispirato questo personaggio, la donna che intagliava le bambole, Arnow diceva di essersi ispirata alle donne che aveva conosciuto sulle colline del Kentucky: “I started imagining how a woman who had never used gas or electricity, or lived in a place without plenty of space outdoors was making out. I began to think of that, and out of it all, slowly Gertie evolved.”

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Gertie

12 Si fa qui riferimento alla Contea di Cumberland, in Kentucky, USA.

13 Cfr. Ballard, Sandra L., op. cit., 1995, p. 26.

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11 la buttava giù dal letto alle tre o alle quattro del mattino così poteva scrivere fino alle sette, quando anche il resto della famiglia avrebbe iniziato la giornata.

Nel 1960 Arnow pubblica Seedtime on the Cumberland

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, un libro di storia a cui aveva iniziato a lavorare molto prima che The Dollmaker venisse pubblicato e diventasse un grande successo: è la ricostruzione delle prime esplorazioni e della successiva colonizzazione del Kentucky meridionale e del Tennessee centrale, in un arco di tempo che va dal 1780 al 1803. Questo libro ricevette molte lodi e i critici furono concordi nell’affermare che quando una narratrice talentuosa come Arnow si cimentava con la storia, la storia prendeva vita.

Nel 1963 è la volta del secondo volume storico di Arnow, Flowering of the Cumberlad

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, che nonostante ricopra lo stesso arco temporale di Seedtime (1780 – 1803) affronta un topic differente: il pioniere inserito all’interno della società e la vita sociale di una comunità di pionieri. Anche in questo secondo lavoro la prosa è accattivante quanto quella delle sue opere di narrativa.

The Weedkiller’s Daughter

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(1970) è l’unico romanzo di Arnow che non è incentrato sulle vite dei montanari del Kentucky. Ambientato negli anni Sessanta in un sobborgo di Detroit, il romanzo racconta le vicende della famiglia Schnitzer alle prese con i cambiamenti di una società in rapido sviluppo: Susie, la figlia adolescente, accoglie questi cambiamenti con curiosità e interesse, in contrasto col padre che vi si oppone con tutte le forze, trattando tutto ciò che è sconosciuto o anticonvenzionale alla stessa stregua di come tratta le erbacce del suo giardino, ossia estirpandole con ogni mezzo.

Sfortunatamente questo lavoro non ottenne lo stesso successo dei primi romanzi, forse perché privo di personaggi di un certo spessore. Fa eccezione solo una donna anziana e

14Arnow, Harriette, The Seedtime on the Cumberland, Michigan, Michigan State University Press, 2013.

15 Arnow, Harriette, Flowering of the Cumberland, Michigan, Michigan State University Press, 2013.

16 Arnow, Harriette, The Weedkiller’s Daughter, Michigan, Michigan State University Press, 2012.

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12 bizzarra che possiede una fattoria nella periferia della città e che è soprannominata “the primitive”, la primitiva, ossia la Gertie Nevels di The Dollmaker.

Nel 1974 Arnow pubblica The Kentucky Trace: A Novel of the American Revolution

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che per forza e immediatezza si avvicina ai primi lavori della Arnow, ma ancora una volta le reazioni della critica furono tiepide.

Nonostante Arnow abbia ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali il Milner Award nel 1983, l’attenzione vera e propria arrivò grazie alla versione cinematografica di The Dollmaker con Jane Fonda, del 1984.

Nel 1983 aveva iniziato a lavorare a un nuovo romanzo ambientato tra il 1861 e il 1862, nella parte centro meridionale del Kentucky. Questo manoscritto di 867 pagine non venne mai pubblicato, lo stava ancora revisionando quando morì. Il titolo provvisorio era Belle, come il nome della protagonista, un altro personaggio femminile forte che affronta

la Guerra Civile con coraggio e istinto di sopravvivenza, determinata a proteggere la sua famiglia.

Arnow tornava in Kentucky ogni anno a trovare la famiglia e gli amici, e lì teneva anche un corso all’Hindman Settlement School Writers Workshop (1978 – 1985). Suo marito, Harold, ormai in pensione, di solito l’accompagnava, fino alla sua morte avvenuta nel febbraio 1985.

Il 22 marzo 1986, a un anno di distanza dal marito, anche Harriette muore: le sue ceneri vennero sepolte a Keno, nel Kentucky, vicino alle tombe di suo marito e dei suoi due bambini morti prematuramente. L’iscrizione sulla sua lapide è un verso tratto dalla

17 Arnow, Harriette, The Kentucky Trace: A Novel of the American Revolution, Michigan, Michigan State University Press, 2012.

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poesia “The Idea of Order at Key West” di Wallace Steven: “She was the maker of the

song she sang”, tributo alla sua immaginazione, alla sua vita di scrittrice.

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